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Clementi e Lisini: una discendenza
Famiglia di uomini d'arme quella dei Clementi che si stabilisce a Montalcino nella seconda metà del Cinquecento attratta dall'impulso che per più decenni ebbe allora il mercato della città. Il ridimensionamento economico che si ebbe nel secolo XVII è affrontato e risolto dalla seconda e terza generazione della famiglia Clementi quando un Benedetto e figli, dalle ampie vedute e sicura intraprendenza, depongono sostanzialmente le armi e fanno ingresso nel mondo dei grandi affittuari granducali. Il successo presto conseguito non li porterà a trascurare il ruolo già esercitato nelle magistrature cittadine e la ricchezza si tradurrà in investimenti immobiliari a Montalcino e soprattutto nella prospera campagna di Sant'Angelo in Colle. La consistente proprietà di poderi determinerà nella seconda metà del Settecento l'insediamento di un ramo della famiglia in quel castello: i Clementi di Sant'Angelo. Nel secolo XIX un nucleo familiare si farà senese e una donna, Francesca di Clemente Maria, sarà protagonista con il suo matrimonio dell'innesto dei Clementi nella famiglia senese dei Lisini. Né Francesca né i nuovi proprietari, ormai nel Novecento, trascureranno una parte dei beni di SantAngelo. Sono passati ormai oltre 50 anni da quando, nuovamente un donna, Elina di Lodovico Lisini sarà fra i protagonisti nell'avvio del grande successo del vino montalcinese -
Ricordi della seconda guerra mondiale. Cornia di Civitella in Val di Chiana. Monte San Savino. San Pancrazio di Bucine
L'eccidio di Civitella, Cornia e San Pancrazio: uno dei più efferati massacri nazifascisti. A partire dalle ore 6,00 del mattino, il 29 giugno 1944, centinaia di soldati della Hermann Goering assediarono contemporaneamente Civitella, Cornia e S. Pancrazio. Dove si fermarono, oltre ad uccidere e sterminare intere famiglie, incendiarono case e fienili, tanto che il giorno dopo i corpi delle vittime furono ritrovati completamente carbonizzati. Nelle frazioni di Cornia e Solaia i soldati tedeschi non risparmiarono nessuno, neppure le donne ed i bambini. Solo nel nucleo di Cornia vennero uccise oltre 40 persone, in gran parte donne. -
Eravamo tanto amati. La sinistra italiana verso i 30 anni dalla Bolognina
"Eravamo tanto amati"""" non è una presa d'atto dell'esistente, ma un'analisi giornalistica a più voci per capire il futuro. Alle elezioni del marzo 2018, il PD Ottiene circa 8 milioni di voti. Quasi gli stessi raggiunti dal PDS, nel 1992, al suo debutto dopo il sofferto scioglimento del PCI. A trent'anni dalla Bolognina, quando il più grande partito comunista d'Europa decise di cambiare nome, la Toscana rimane l'unica regione in cui gli eredi di quella tradizione, nata proprio a Livorno nel 1921, vincono e conservano una egemonia territoriale.Cosa è accaduto in questi anni? La svolta lanciata nel 1989, all'indomani della caduta del Muro di Berlino, ha tradito le aspettative? È possibile riconquistare quel consenso? Abbiamo cercato queste risposte proprio nella """"rossa"""" Toscana, tra alcuni dei protagonisti di allora e di oggi. Ventiquattro interviste in tutto. Politici, docenti, giornalisti, personaggi dello spettacolo e della cultura. Per capire dove stia andando oggi la sinistra in Italia." -
Pietro Forci. La mia Vetulonia. Storie, segreti, memorie di una città etrusca
"'La mia Vetulonia' è un libello atipico: un po' memoriale, un po' confessione e molto un compendio romanzesco e a tratti romanzato che un personaggio straordinario, innamorato della storia etrusca, ha voluto regalarsi e condividere con quanti - nativi e non di queste terre - ne amano il passato, le atmosfere, i silenzi, gli aromi e i colori."""" (Dalla Prefazione)" -
La strage e gli innocenti. Figlie e figli dei martiri della Niccioleta
Una ricerca su 49 orfane e orfani dei martiri della Niccioleta che svela una realtà tragica e inimmaginabile dopo la strage del 13-14 giugno 1944. La Resistenza dei bambini contro la deportazione negli orfanotrofi. Crimine contro l'umanità subito da vedove e minori che ha comportato sofferenze, patologie psichiche fino a esiti suicidari. Prefazione di Olivia Casagrande. -
L' identità
Poesie e racconti dei partecipanti alla quarta edizione del bando di concorso letterario, promosso dal Circolo ARCI ""Associazione Festival Resistente""""."" -
Ugo Pagliali. L'enologo sceso dalla montagna
"L'enologo sceso dalla Montagna"""" racconta la vita di un enologo, Ugo Pagliai, che si è identificato per molta parte nel suo lavoro. In questo senso si racconta la storia di aziende, di territori, di vini, di cantine che costituiscono l'universo lavorativo di questa affascinante professione." -
Itinerari del sacro. Guida ai percorsi e cammini religiosi nel comune di Castiglione della Pescaia
La guida, realizzata per il Comune di Castiglione della Pescaia, propone al lettore un aspetto nuovo di questo territorio dell'area costiera della Maremma, nel Sud della Toscana. Nell'ambito del progetto, che prevede la valorizzazione dei Cammini religiosi di Santi e Sante che hanno lasciato importanti segni legati al culto in questi luoghi, la guida consiglia alcuni percorsi che si soffermano nei posti dove hanno vissuto questi Campioni della Fede, invitando il lettore a sostare anche davanti alle opere d'arte legate alla storia ed ai miracoli avvenuti in queste terre. -
Itinerario maremmano
"Itinerario maremmano è un atto d'amore verso una terra dove la storia delle comunità si intreccia con la sfida continua contro un ambiente difficile, alla ricerca delle risorse quotidiane per la sopravvivenza. Il pregio e l'originalità del volume consistono nella capacità dell'autore di connettere i luoghi con persone e vicende lontane nel tempo, attraverso un filo rosso che utilizza sempre, con commenti appropriati costruiti su fonti di prima mano, i tanti e diversi documenti di cui dispone."""" (Andrea Zifferero, direttore del Progetto Marsiliana d'Albegna, Università di Siena)" -
Se l'amore finisce. Cronaca di un naufragio sentimentale ai tempi di WhatsApp
"Essere lasciato la notte di Natale. Il sogno che diventa incubo, la principessa che si trasforma in strega, gli amici della coppia che si fanno fantasmi. A me è successo e ho voluto raccontarlo un po' per terapia, un po' per testimonianza. In fondo la mia storia è la storia di tutti. O potrebbe diventarla. Un viaggio tra i flutti e le correnti dell'amore verso la terraferma. Una storia amara. Una storia d'amore. Nonostante tutto."""" Prefazione di Greta Mauro." -
Fiattone. Storia di un piccolo paese garfagnino
«Risiede sopra una rupa a cavaliere del fiume Serchio, sull'ultima propaggine dell'Alpe Apuana spettante all'Alpe della Croce, la quale diramazione si estende sino alla riva destra del fiume Serchio...». -
In miniera cresceva il pane. Lettere dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata dopo l'attentato a Togliatti
Il volume, curato da Giuseppe Sani e Francesco Serafini ci introduce con dovizia di documenti e foto alle conseguenze che sul piano sociale ed economico si verificarono ad Abbadia San Salvatore dopo l'attentato a Palmiro Togliatti. Si tratta di un aspetto inedito finora scarsamente indagato dai tanti libri e saggi dedicati all'argomento, che le lettere e le suppliche dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata riportano oggi alla nostra attenzione. L'azienda mercurifera approfittò della repressione scatenata dal ministro dell'Interno Mario Scelba per attuare un pesante e discriminatorio progetto di ristrutturazione industriale. Dalle lettere dei minatori e dei loro familiari emerge, assieme ad uno spaccato sociale di acuta indigenza, anche la tenacia e la dignità di una categoria, i minatori dell'Amiata appunto, che non si vollero rassegnare all'iniquo licenziamento perché nel faticoso e rischioso lavoro in miniera vedevano in ogni caso la loro vita e ""crescere il loro pane""""."" -
Castiglione della Pescaia. Diario di viaggio. Ediz. a colori
Raggiungere Castiglione della Pescaia è di per sé un viaggio. Occorre perdersi nelle profondità di Maremma orlate di pini e canali... fino al borgo arroccato sul mare, con i merli del castello, la cuspide etnica delle guglie, l'odore di terra, spezie e mare. La ricchezza riconosciuta del nostro territorio è un vanto del Sindaco, dell'Amministrazione, delle comunità sulla costa e di quelle perse nella macchia mediterranea. Un coacervo di bellezze ambientali, valori storico artistici, antropologici, leggendari... ""Qui tutto è bellezza""""... e il tempo è davvero un dono di luci, profumi, aromi e colori."" -
La colomba ritrovata. Un viaggio inedito nella Maestà di Ambrogio Lorenzetti
"La colomba ritrovata"""" è un esperimento, nato dalla passione e dal legame con il proprio territorio, che mette al centro dell'attenzione i beni culturali che la comunità ha in dote. """"La 'Maestà' di Ambrogio Lorenzetti ha sempre suscitato un grandissimo interesse tra gli storici dell'arte, nazionali ed internazionali, che nel corso degli anni hanno prodotto diverse interpretazioni della complessa simbologia che appartiene al dipinto. Il progetto qui presentato vuole contribuire alla definizione di alcuni temi attraverso un lavoro di ricerca fotografica che finalmente rende visibile un particolare del dipinto - una colomba - fino ad ora solo descritto nei più recenti testi critici e che da adesso diventa realmente percebile. [...]""""." -
Il principe Stanislaw Poniatowski a Capodimonte e il palazzo costruito «per dispetto»
Il centro storico di Capodimonte sorge su una scoscesa penisola rocciosa sul Lago di Bolsena in una posizione paesaggisticamente privilegiata. Di grande valore artistico sono il maestoso Castello Farnese con la sua struttura ottagonale disegnata da Antonio da Sangallo il Giovane, la Chiesa Collegiata di S. Maria Assunta in Cielo progettata dal Vignola, il Palazzo Borghese (sede del Municipio) affiancato dalla Torre dell'Orologio, la ""Porticella"""" da cui si gode di una magnifica veduta sul lago, l'ottocentesco Palazzo Poniatowski progettato dal Valadier, l'antico porto farnesiano della Mergonara, le chiese di S. Carlo e di S. Rocco, la """"Cascina"""" sede delle Scuderie Farnesiane. Costituiscono pregevoli attrattive del territorio comunale anche l'ampia fascia costiera lungo la quale si snoda lo storico viale alberato de """"I Pioppi"""", il Museo della Navigazione nelle Acque Interne dove è conservata una piroga dell'età del Bronzo, la preziosa Isola Bisentina con le sue illustri memorie rinascimentali e il vicino Monte Bisenzo che ospitò un grande abitato etrusco circondato da ricche necropoli."" -
Montepulciano e la città eterna. Paesaggi e vedute dall'estetica del Grand Tour alla metà del XX secolo. Catalogo della mostra (Montepulciano, 14 luglio-7 ottobre 2018). Ediz. illustrata
«C'è una magnifica suggestione alla base di questa mostra ed è il film ""In nome del papa re"""" girato da Luigi Magni nel 1977 in cui la Roma raccontata dal grande regista è in realtà Montepulciano. È interessante la scelta fatta da Magni: i maestosi palazzi nobiliari di Montepulciano, la piazza grandiosa, rendono perfettamente l'idea di quella che dovette essere la Roma dell'Ottocento. Ciò è dovuto a una eletta cultura rinascimentale che in questa città toscana ha lasciato un'impronta talmente profonda da risultare pienamente convincente come antica capitale e custode di memorie irrinunciabili e sempre presenti alla coscienza di chi vi vive e di chi vi giunge consapevole e rispettoso. Montepulciano, però, è da un lato un luogo dove si concentra un patrimonio storico e artistico veramente di monumentale pregnanza, dall'altro però è un tipico esempio di spazio remoto, remoto proprio alla coscienza del Grand Tour perché, come spiegano perfettamente le opere e gli oggetti qui raccolti, essendo la città non allineata con i tragitti da cui i viaggiatori scendevano lungo la Cassia per approdare a Roma, è sempre rimasta in un sorta di """"splendido isolamento"""" che nondimeno l'ha resa ancor più agognata e amata da coloro i quali vi sono giunti di tempo in tempo. È una approdo difficile, notarono alcuni dei primi viaggiatori del passato, ma è questo il punto cruciale della questione. In fondo, nell'ambito della nostra mostra, il legame effettivo tra Roma e Montepulciano si restringe a pochi esempi concreti, dal punto di vista diciamo cosl fattuale, il più curioso dei quali si concentra nella amabile figura di Michelangelo Pacetti, finissimo pittore romano figlio del notevole scultore Vincenzo. Pacetti ha lasciato, infatti, alcune belle raffigurazioni di Montepulciano che entrano a pieno diritto nella mostra e ci ricordano antichi legami. Ma poi la connessione tra la città eterna e Montepulciano si dipana nella mostra in un ideale comune di viaggio e conoscenza e, soprattutto, in uno stato d'animo condiviso che è quello della scoperta degli """"inrerminati spazi e sovrumani silenzi"""", come dice Leopardi nell'Infinito, che in effetti costituiscono un aspetto essenziale dell'approccio del viaggiatore dotto e sensibile ai luoghi del Grand Tour. [...]». (dall'introduzione di Claudio Strinati)."" -
Padre Balducci. Fede e religione nella società tecnica
Riemergono da un archvio distratto vecchi nastri registrati qualche decennio fa. Giuseppe Sani annusa l'interesse e li trascrive. Si tratta di una dimenticata conferenza di Ernesto Balducci a Piancastagnaio, in anni caldi, correva il 1968. La prima ondata della contestazione giovanile si consolidava anche dalle nostre parti, dove i ragazzi avevano maggiori possibilità di studiare e confrontarsi con un mondo più allargato; la società delle miniere viveva la sua crisi definitiva e un secolo di storia d'Amiata si stava archiviando in rapporto al nuovo che avanzava a passi da gigante. Nelle parole registrate e trascritte si chiarisce la modernità di Ernesto, scappato da ragazzo verso il suo destino, ma, mai lontano davvero dalla sua montagna. E tutti i grandi temi dell'oggi, dai fenomeni migratori, al consumismo invasivo, alla trasformazione delle relazioni sociali, appaiono in nuce come già prossimi ad una soluzione intravista con semplicità e raziocinio, e che ora, paradossalmente, sembra più distante e complicata. Si mette a fuoco un patrimonio visionario, capace di far dialogare fede cattolica e politica, religioni e antropologia, attraverso un carisma sprigionato dal tono della voce e dalle posizioni super partes, in cui a emergere è l'uomo, in dialogo perpetuo con la sua anima e con il mistero della vita. -
Tracce di Comune, di Provincia, di Monte dei Paschi
Questo lavoro punta a mantenere in memoria storie scomode e recenti che, invece, un certo andazzo vorrebbe gettare nel dimenticatoio. Il commento di fatti e misfatti, personaggi e responsabilità è raccontato accanto a precisi documenti e ritagli stampa per cui il presente lavoro potrebbe definirsi ""doculibro"""". La consecutio temporum degli accadimenti e delle vicende seppure relativamente recenti di Comune, Provincia e Monte dei Paschi di Siena spetta al rigore degli storici. Queste Tracce infatti vogliono servire, semmai, come metro etico-cronistico della loro civica valutazione. E perché non abbiano a ripetersi mai più."" -
Matteo Renzi. La parola sono «io». La narrazione renziana, dal referendum costituzionale 2016 alla campagna elettorale 2018: lo storytelling del leader che rottamò il PD
"Non mi perdonerò mai di aver sbagliato, io, soltanto io: perché quando si sbaglia si usa sempre l'io"""". (Matteo Renzi, 2012) Nella sua ascesa politica, Matteo Renzi ha dato enorme importanza alla comunicazione politica delineando nel tempo uno """"storytelling"""" iper personalistico. """"Matteo Renzi: la parola sono io"""" analizza la narrazione renziana partendo dall'ultima sfida elettorale, quella del 4 marzo 2018, per poi adottare una visione retrospettiva: dal Matteo Renzi delle origini (da consigliere comunale di Rignano sull'Arno, a sindaco di Firenze) al Matteo """"rottamatore"""" ed ideatore del format delle """"Leopolde"""", per poi giungere alla grande scommessa del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Il saggio, attraverso le analisi degli stili linguistici renziani, cercherà di rispondere alla domanda: perché Renzi non è più Renzi?" -
Scritti
Un povero contadino, un uomo incolto e semianalfabeta: si rappresentava così Francesco Tommencioni quando prendeva parola in pubblico e attraverso la stampa. Nato nel febbraio 1856, era cresciuto nella solitudine dei monti e nello squallore della miseria. Lo ricordava intervenendo nel marzo 1895 a una serata di beneficenza, promossa al Teatro degli Unanimi dalla Società Operaia di Arcidosso. Per questa sua esperienza di vita, prima ancora di impararla dal socialismo aveva riconosciuto la necessità della lotta di classe, ma «combattuta civilmente», con l'esercizio del voto. Si era dato «anima e corpo» alla causa delle classi diseredate e si era battuto, alle elezioni del 1892, perché i suoi «fratelli di schiavitù e di sventura» prendessero coscienza della propria dignità di uomini, di cittadini elettori, «liberi e onesti». Quella sera dunque, al Teatro degli Unanimi, respinse l'elemosina della carità e reclamò per i poveri il lavoro e il diritto al rispetto, anche se mancavano di istruzione e di educazione civile