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Criminali di Puglia. 1973-1994: dalla criminalità negata a quella organizzata
"La criminalità organizzata pugliese nata negli anni '80 come 'filiazione della camorra', ha ereditato alcuni caratteri 'arcaici' delle mafie in un'ottica d'innovazione e autonomia, favorita anche dall'affermarsi all'epoca delle politiche neoliberiste, dall'espansione dei mercati (e del corrispettivo allargarsi delle zone grigie tra il legale e l'illegale) e, più in generale, da quell'ideologia del profitto che avrebbe mutato non solo i volti delle città ma i costumi dei cittadini. Nisio Palmieri racconta l'insediarsi e l'espandersi di questa piaga criminale in una terra da sempre crocevia di civiltà e di scambi, fertile di ricchezza umana e sociale, capace di lasciare segni profondi nei più diversi ambiti, dall'associazionismo alla cultura, dall'imprenditoria all'accoglienza. Ciò che mi preme sottolineare è come l'analisi della trentennale attività criminale proceda di pari passo con la denuncia delle sottovalutazioni, dei ritardi e non di rado delle collusioni in ambito politico, economico, amministrativo (il che non impedisce all'autore di riconoscere i meriti e l'impegno, ad esempio quelli di tanti magistrati ed esponenti delle forze di polizia). Conforta che uno studioso attento delle realtà criminali come Nisio Palmieri abbia a cuore questo aspetto da concludere la sua ricerca citando le parole di un grande scrittore siciliano, Gesualdo Bufalino, quando disse che a sconfiggere la mafia sarebbe stato un 'esercito di insegnanti'"""". (Dalla Prefazione di don Luigi Ciotti)." -
Affidi sostenibili. Nuovi percorsi e modelli di accoglienza familiare
In fondo ogni famiglia con figli è una famiglia affidataria, perché nemmeno i “nostri figli” sono “nostri”, ma ci sono semplicemente “affidati”. E anche se ci sforziamo di essere dei bravi genitori e abbiamo avuto dalla vita tutte le condizioni per esserlo, non basteremo soltanto noi a crescere i figli che la vita ci ha affidato. Un figlio chiama più adulti e ad adulti diversi chiede, dal momento stesso della sua nascita, più amore, più affetti, differenti codici affettivi. Esiste, dunque, una “genitorialità diffusa”, che vive nella presenza di sguardi condivisi sulla crescita dei bambini e delle bambine, nella solidarietà spicciola e quotidiana tra le famiglie, nel reciproco aiuto e nel confronto educativo tra adulti. Una genitorialità sociale, dunque, che chiama gli adulti a portare “oltre la soglia di casa” le proprie competenze affettive e relazionali. Un affido, tanti affidi. In questo volume sono raccolte, oltre alle principali trasformazioni degli ultimi anni, anche la pluralità dei percorsi e delle esperienze di affido in atto. Pagine essenziali per dar conto delle riflessioni e dei pensieri ma anche delle storie, delle buone prassi, dei modelli d’intervento che stanno emergendo. -
Media attivi e solidali. Laboratori di comunicazione e arti-terapie nella relazione educativa e d'aiuto
Ormai è evidente il legame tra mezzi di comunicazione e sentimento d'impotenza. Ogni giorno c'è una notizia drammatica che si presenta davanti agli occhi dello spettatore globale. La logica dei media impone che, per fare audience, si propongano sempre le notizie più drammatiche. Eppure essere spettatori del dramma di altri uomini e non far nulla crea un senso di colpa. L'unico modo per non sentirsi in colpa è affermare la propria impotenza: se non posso fare nulla, non mi posso sentire responsabile di nulla. In tal modo l'ascolto del telegiornale ogni sera è diventato un quotidiano rito collettivo di impotenza. I laboratori qui descritti propongono una strada esattamente contraria: uscire da un atteggiamento passivo nei confronti dei media e imparare ad usarli, uscire dall'impotenza e ritrovare la creatività. Questi laboratori aiutano a costruire uomini e donne che non sono prigionieri della paura e dell'impotenza, perché usano tutti i mezzi a loro disposizione per allargare i loro orizzonti e andare incontro, con fiducia, agli altri. -
La coscienza e il potere. Conversazione con Nicola Magrone, Guglielmo Minervini e Clara Zagaria
"Perché un'idea possa camminare deve entrare nella struttura. Però a un certo momento deve anche trascendere la struttura e uscirne, altrimenti si assolutizza la struttura. Questa è portata per natura stessa ad autoconservarsi; le lotte più feroci le fanno tante persone di potere non per raggiungere il potere ma per conservarlo. La conservazione del potere provoca più sangue di quanto non comporti la conquista del potere. Bisogna costantemente avere questa capacità critica per sapersi estraniare dalla struttura, per saperne uscire.""""" -
Elogio del tempo perso. Giochi e proposte per restituire ai bambini il tempo per scoprire, crescere. E ri-creare
“...Ma io non ho tempo, devo andare al doposcuola, a calcio e a nuoto... come faccio? Poi gioco alla Wii prima di addormentarmi”. Ecco il problema. Non da poco. Serio. Anche i bambini, come i loro genitori e insegnanti, si sentono ormai schiavi di un tempo sottratto, negato perché scandito, inscatolato, non da vivere ma da consumare. Un tempo chiuso che nega il tempo libero, creativo, all'aria aperta... come un tempo. Ecco allora questo volume, prezioso come una perla ma pratico come un manuale. Una sola strategia, poche parole d’ordine e poi tanti giochi. Bisogna imparare a perdere il tempo per riprenderselo. “Prima parola d’ordine è Fermarsi. Fermarsi consente di ascoltare. Cancellare la parola Fretta. La fretta non permette di sentire e osservare. Seconda parola d’ordine è Scegliere. Scegliere consente di cambiare. Cancellare la parola Abitudine. L’abitudine non permette di agire e impegnarsi. Terza parola d’ordine è Fare. Fare consente di stare bene. Cancellare la parola Indifferenza. L’indifferenza non permette di condividere e partecipare. Scegliere di Fermarsi per Fare è la strada da percorrere per riappropriarsi del tempo”. Un percorso, rivolto a genitori, educatori, insegnanti, animatori, che invita al “fare insieme ai bambini”: creare giochi e oggetti da usare e conservare oppure preparare semplici ricette per la merenda. Riprendersi il tempo per crescere bene con se stessi, conoscersi e conoscere. Un tempo per essere insomma. Felici. -
Accogliere un bambino. Da 0 a 3 anni proposte per genitori ed educatori
“Carissimi genitori che avete la fortuna di avere un bambino di pochi mesi o di uno o due anni, carissimi nonni che avete un nipotino o una nipotina agli albori della vita, vi scrivo per dirvi che avete a che fare con un grandissimo tesoro: un nuovo essere umano, pieno di misteriose potenzialità, che diverrà adulto tra vent’anni, una persona, si sa, totalmente diversa da quella che ora avete sotto gli occhi, ma tanto più aperta quanto più preserverete la sua originalità, permettendo a lui o a lei di costruire la propria libertà interiore. Se siamo così bravi a capire le richieste di un piccolo animale domestico che non parla, certo saremo capaci di interpretare quelle, altrettanto silenziose, di un neonato. L’importante è non anticiparle mai, trattandolo da grande quando è ancora così vicino alla nascita, buttandolo troppo presto in mezzo al chiasso, alle luci, alla concitazione della nostra vita quotidiana. No! Andiamo adagio per favore, trattiamolo con il riguardo che si ha con una pianta delicata o un vetro prezioso. Seguiamolo piuttosto che imporgli le nostre abitudini, adottiamo con lui la lentezza del bradipo o della chiocciola, anziché il balzo vittorioso del ghepardo che appartiene piuttosto alla pubertà e all’adolescenza… Costruire nel presente senza anticipi, né rinvii… Una grande responsabilità riguarda nei primi anni non solo i genitori, ma l’intero nucleo familiare, gli amici della coppia o dei nonni, la persona che aiuta in casa o il pediatra. Ogni bambino nuovo ci riguarda tutti e da vicino! Ho il compito, amici di questo ideale villaggio intorno a ogni nuovo nato, di darvi qualche suggerimento che vi aiuti a sentire leggero ed efficace il cammino educativo. Non l’ennesimo manuale se possibile, ma un insieme di riflessioni che vorrei condividere con voi dopo una lunga vita di lavoro trascorsa soprattutto con i più piccoli.” -
Fine pena mai. Storie di chi ha scoperto la «legalità» dietro le sbarre
"Le lettere e le storie di questo libro non sono di semplici delinquenti. Sono """"i mafiosi"""" e non quelli che hanno avuto a che fare con la mafia: ergastolani perché hanno ammazzato e ordinato di far ammazzare. Eppure l'Alta Sicurezza per loro non è la migliore difesa per noi. Perché il carcere che funziona non è quello che priva della libertà ma quello che produce libertà. Tra chi è """"dentro"""" e chi è """"fuori"""" si gioca la partita vera della legalità.""""" -
Felicemente stressati. Vincere lo stress imparando a riderne
Date il benvenuto al vostro stress! Se ci pensate bene, il problema non è lo stress in sé; infatti, non è forse molto più importante capire se la nostra vita sia nelle nostre mani o no? Non è meglio verificare se siamo protagonisti della nostra storia o suoi spettatori? Fermatevi un attimo, anzi più di un attimo se ne avete bisogno: ""Chi è il regista della mia vita in questo momento?"""". Solo ora, dopo averci ben riflettuto, potrete persino dare il vostro benvenuto allo stress. Infatti, se riuscirete a cogliere l'occasione per ascoltare cosa vi vuole comunicare, cosa il vostro corpo vi sta dicendo, quale messaggio vi sta inviando la vostra essenza più profonda, allora l'accoglienza positiva che sarete in grado di riservare allo stress avrà senso per voi, per la vostra vita. Avete tra le mani un utile strumento: vi invita a guardare in faccia alla realtà, ma con un occhio tollerante verso voi stessi e allo stesso tempo con una serie di stimoli che sollecitano all'azione. Pagine dense di idee, citazioni, consigli e indicazioni. Insomma, una guida ricca come uno scrigno. Allora, benvenuto stress. Riscoprirsi felicemente stressati per rendere unica la performance della vita."" -
Insegnare soddisfatti. Come la didattica può attivare per competenze i ragazzi
Un insegnante insoddisfatto e demotivato finirà per fare del male a se stesso e, sicuramente, non farà del bene neanche ai suoi studenti. Dopo tre o quattro ore di lezione ci sentiamo spesso spossati, svuotati, perché quello dell'insegnante in aula è un mestiere faticoso, che comporta l'impiego di notevoli quantità di energia psicofisica. Dispiace che spesso queste energie vadano perse, non si trasformino in ciò per cui le abbiamo spese: contribuire alla sana educazione dei nostri allievi. Per impiegare bene il nostro tempo ed esserne gratificati, occorre una ""competenza seconda"""" molto distante dalla nostra competenza disciplinare: l'arte della relazione. Senza confondersi con figure di professionisti ed esperti, dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza su cosa accade in un'aula scolastica durante lo svolgimento della lezione. Quali flussi di forze si muovono in questo scenario? Come attivare l'attenzione, facilitare l'apprendimento e dunque l'insegnamento? Quali sono i meccanismi dominanti sui processi cognitivi dei discenti e come si può efficacemente mediare la conoscenza verso di loro? Queste pagine, come una guida sicura e convincente, suggeriscono il modo per recuperare efficacia all'insegnante lungo due filoni d'intervento: la facilitazione dei processi di apprendimento mediante la mobilitazione dell'attenzione e della motivazione intrinseca, e la mediazione delle conoscenze. Con un ricco supporto di strategie, metodi e strumenti, e con un agile approccio modulare..."" -
Parola di bambino. Il mondo visto con i suoi occhi
Crescere, diventare maturi, evolvere, imparare a vivere. È questo il compito di ogni bambino, ma è anche l'impegno assunto nei suoi confronti da ogni educatore sollecito e attento. Porre attenzione al bambino che sente dolore, prova turbamenti, soffre eventi, anela occasioni, patisce drammi familiari, teme giudizi scolastici, partecipa alla vita sociale e gioisce delle conquiste personali, coinvolge tutta la comunità. Nessuno educa da solo.Un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso. Il cammino, seppur avvincente, non è semplice né indolore. Impreziosire il dialogo emotivo è l'obiettivo di questo volume. Leggere queste pagine è immergersi in onde affettive che da una parte risucchiano verso l'infanzia e dall'altra spingono verso la responsabilità di formare chi è ancora piccolo. -
La mafia sociale
Qui non vi è stata alcuna rivoluzione dei lenzuoli. Qui si continua a dire che non vi è ""alcuna infiltrazione mafiosa"""". Tutti dicono """"qui"""" e non """"da noi"""" e forse anche questo vuol dire qualcosa. La mafia rende tutto cenere. Se soffi sulla cenere non c'è nulla in essa che opponga resistenza per non volarsene via. Rendere cenere ogni cosa è la sua forza. Dove vi è cenere non vi è più nulla. Non c'è Stato. Non c'è sviluppo. Immutabile. Così com'è."" -
Tutti per uno uno per tutti. Il potere formativo della collaborazione
Pensa per te. Quante volte l'abbiamo sentita. E su questa convinzione abbiamo costruito la nostra visione della vita e del mondo. E, invece, vale il contrario: bisogna pensare per gli altri. E la scuola deve riacciuffare la sua missione: aiutare i ragazzi a scoprire il proprio posto nella comunità. Questo testo, solido nel fondamento concettuale e pratico nei suggerimenti educativi e didattici, intende presentare una proposta pedagogica concreta e attuale, con cui trasformare la scuola e la classe in una comunità di apprendimento che costruisce socialmente la conoscenza e promuove l'autorealizzazione reciproca degli studenti. Raccogliendo il contributo di grandi pedagogisti della storia (Dewey, Freire, Freinet), la scuola viene intesa come una palestra di democrazia, in cui gli studenti apprendono insieme e si educano reciprocamente. Insegnare con un approccio cooperativo significa recuperare efficacia e intervenire su temi difficili quali l'individualismo, l'emarginazione, le difficoltà di integrazione, il bullismo e le diverse forme di disagio scolastico. Le strategie pedagogiche presentate sono utilizzabili nella scuola media inferiore e superiore e si integrano facilmente con le lezioni frontali per costruire una scuola cooperativa. È tempo di sperimentare. -
Monsignor Romero martire per il popolo. I giorni ultimi nel racconto del diario
Gesù muore ancora nel Salvador degli anni Settanta fra le urla dei disperati. E il monsignore urla lo scandalo mentre la città brucia. Dice, ammonisce, avverte, condanna. Nella solitudine più totale. È così che Romero inizia un lungo, profondo, travagliato dialogo con se stesso, fino al martirio."" I martiri sono germi di vita che disseminano speranza e rinsaldano i cammini della fede. Rendono la terra feconda attraverso la forza delle parole e il coraggio di una vita vissuta insieme con la Chiesa, popolo di Dio. Le loro voci echeggiano per il continente latinoamericano e per il mondo. Anche in Salvador, un Paese dove la violenza causò 70mila morti, oltre a esiliati e perseguitati, emerse una voce che seppe denunciare gli abusi ed esigere rispetto per la vita e la dignità di un popolo, vittima della guerra civile e della dittatura militare. Quella voce era di monsignor Oscar Arnulfo Romero, che si convertì e abbracciò, come diceva San Paolo, il cammino della croce. Romero subì le incomprensioni di una Chiesa che si rifiutava di prestare ascolto alle sue richieste e alle sue denunce. Posizioni ideologiche e informazioni fuorvianti su ciò che stava effettivamente accadendo in Salvador produssero una distanza tra lui e il Vaticano. Era cosciente delle minacce di cui era oggetto, ma la forza del Vangelo e il suo impegno verso il popolo salvadoregno erano per lui un imperativo morale. Sono trascorsi molti anni e il Santo d'America, Oscar Romero, illumina il cammino della Chiesa."" -
Papa Francesco: la rivoluzione dei gesti
"Papa Francesco si è presentato al mondo con la sua semplicità. Subito abbiamo saputo riconoscere i segni dell'essenzialità e della libertà, della sua assoluta autonomia: povero per essere massimamente libero senza cedere a forme sentimentali di pauperismo di facciata. Mai un papa nella storia recente si è permesso così 'tante libertà'. Ci sta facendo sognare una Chiesa capace di accogliere la sfida sempre nuova di ritornare al Vangelo. L'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio a Pontefice è stata salutata con la parola 'novità'. I suoi comportamenti, il suo abbigliamento, la sua croce pettorale, le sue sorridenti e spesso gioiose avventure sulla jeep o a piedi, in mezzo a decine di migliaia di persone in piazza San Pietro, i suoi discorsi, le sue prese di posizione, il continuo richiamo alla 'Chiesa povera e dei poveri': tutto 'nuovo', dunque, e tutto meritevole di attenzione? O tutto invece radicato in una tradizione evangelica che va solo recuperata? Questo libro è qualcosa di molto diverso rispetto alla pubblicistica corrente. L'autore, un fratello della famiglia benedettina, presenta Francesco non come un 'nuovo', ma come un 'figlio' immutato del Dio altrettanto immutato che ha incontrato a diciassette anni dopo una confessione; e come il frutto di una visione della fede cristiana e della Chiesa in cui si compenetrano l'uno con l'altro il passato, il presente e il futuro."""" (dalla Prefazione di Beppe del Colle)" -
Gesù e le persone omosessuali
La domanda di papa Francesco: ""Chi sono io per giudicare un gay?"""" ha aperto uno spiraglio nella riflessione all'interno della Chiesa e nel dialogo con il mondo. È caduto un tabù pesante: il silenzio e l'omertà su un tema invece che, come le pagine di questo libro dicono, non è mai stato estraneo al Vangelo. Tutto dipende da cosa vogliamo dire quando pronunciamo la parola """"amore"""". L'esistenza gay e lesbica non può non interrogare la sostanza del Vangelo riguardo al farsi prossimo nei confronti degli altri. Se l'amore è legge suprema dell'essere, se la relazione come benedizione e il dono di se stessi a chi è diverso da sé si concretizza innanzitutto nei confronti di chi è vittima di ostracismo sociale, allora i credenti sono chiamati in causa dal rischio di essere attori o complici di oppressione, concorrendo a determinare la violenza peculiare contro questa forma di amore. Il Vangelo di Gesù, infatti, scopre, assume, celebra il senso di ogni persona diversa, anche laddove il potere dominante - clericale o statale o sociale che sia - vede e impone abominio, perdizione, scandalo. Perché, altrimenti, cosa vuol dire annuncio di salvezza? Perché, altrimenti, qual è se non questa la scandalosa buona novella? Essa annuncia e opera la rottura di ogni ordine sociale basato sull'esclusione, di ogni opinione pubblica coercitiva e di ogni senso comune che nega dignità integrale a qualunque essere umano."" -
Mistica arte. Lettere sulla politica
"La politica è anzitutto arte. Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più all'invenzione creativa che gli viene chiesta dalla irripetibilità della persona. La politica è, poi, arte nobile. Nobile perché legata al mistico rigore di alte idealità. Nobile, perché emergente di incoercibili esigenze di progresso, di pace, di libertà. Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria.""""" -
Il bambino in pezzi. Ricomposizioni possibili tra il sistema giudiziario ed i servizi di tutela
"Il bambino in pezzi raccoglie il pensiero di mondi tra loro lontani, che si occupano della tutela dei minori. Sono contesti che, pur interfacciandosi, spesso non si conoscono direttamente. E, nella distanza tra loro, matura e prende forma la difficoltà di comunicare. Abbiamo allora cercato di accorciare questa lontananza, avvicinandoli tutti insieme al bambino che ha bisogno di un intervento che lo tuteli nei suoi diritti. Abbiamo chiamato a raccolta accademici e famiglie solidali, avvocati e operatori, professionisti del sociale e utenti, volontari e specialisti. La tutela del minore è un sistema complesso, ma è ancor più complesso fare sistema. Una pluralità di attori entrano nella vita privata di una famiglia. Ognuno con il suo codice linguistico, culturale, emotivo. Ognuno parla, decide, decreta, legifera, progetta e nell'insieme l'intervento può diventare una Babele. Ognuno parla e nessuno sembra semplicemente ascoltare l'altro. Ognuno afferma il suo pensiero e non sempre è in grado di decentrarsi per comprendere la logica altrui. Ognuno afferma e si comporta come se conoscesse la verità, ma la difficoltà risiede proprio nell'assumere un atteggiamento di ricerca per avvicinarvisi, pur sapendo di non possederla. Abbiamo quindi letto attacchi, fughe, assenze, ritardi, ritiri. Confusioni come normali pezzi di un processo che non riesce e non può essere lineare. Ed è questo il messaggio che il libro vuole trasmettere...."""" (dall'introduzione)" -
Santa che voleva solo vivere
"Tu mi chiedi come sto. Sto vivendo in una condizione particolare. Non posso uscire da sola perchè c'è un uomo che mi sta dietro da giugno e qualche settimana fa mi ha aggredita. Non so bene se per violentarmi o uccidermi. È schizofrenico e la madre non vuole farlo curare. Io non ho niente per fermarlo, pur avendo fatto diffide al commissariato. Non posso camminare da sola per strada perchè lui arriva dovunque. Ho solo la mia fede e il mio diario. Non so come e quando finirà questa storia ma ti posso assicurare che è un vero incubo!!!"""" La vita di Santa Scorese finisce il 15 marzo 1991. Prima vittima riconosciuta di stalking." -
Yoga della risata. Ridere per vivere meglio
Se qualcuno per strada vi dicesse: ""Ho la ricetta per risolvere tutti i vostri problemi e farvi scoppiare di salute, eccola: ridete, ridete e tutto si risolverà"""", siate prontissimi a ridere a crepapelle, che comunque vi farà bene, ma non cadete nel tranello. Di fronte a tanti venditori di illusioni ci sembra questo un buon principio per scoprire i benefici delle risate senza perdere il contatto con la realtà e senza neanche togliere quel tocco di magia che ogni risata è in grado di creare con il suo potere contagioso. È un dato acquisito che la risata aiuti a sviluppare un processo di pensiero positivo. E non sembra lontano il tempo in cui essa potrà essere introdotta, dalla porta principale, nei luoghi di cura per integrare e migliorare l'efficacia della medicina classica e, soprattutto, per agire come fattore protettivo e preventivo. La risata è una medicina per il cuore, non solo perché tutela un organo indispensabile e prezioso del nostro corpo, ma soprattutto perché rafforza la metafora che lo identifica come propulsore e generatore di quell'affetto e amore che ognuno di noi considera l'alimento principe della vita. La proposta semplice e un po' rivoluzionaria dello Yoga della risata, messa a punto da Madan Kataria, congiunge le potenzialità del ridere con quelle dello Yoga. Ne deriva un metodo spiazzante attraverso cui si può giungere alla risata positiva senza seguire il percorso lineare dell'umorismo. Gli autori del testo: Madan Kataria, Simonetta Marchionni, Alberto Terzi, Laura Toffolo."" -
Né con le buone né con le cattive. Bambini e disciplina
Le cronache, purtroppo diffuse, di comportamenti distruttivi e violenti nei giovani si traduce regolarmente nella richiesta di un inasprimento delle regole e delle sanzioni. Eppure non è difficile dimostrare che l’imposizione della disciplina, col vecchio criterio fondato sulla punizione, spesso è causa piuttosto che rimedio di questi comportamenti indesiderati. Non è affatto casuale, infatti, che tutte le strategie solitamente impiegate per fronteggiare questi problemi si accaniscano sui ragazzi, ignorando che la radice del problema è nei modelli educativi interpretati dagli adulti. E i modelli di riferimento più diffusi tra gli adulti o si ispirano all’imposizione autoritaria oppure all’indifferenza lassista. Anche in questo nuovo libro- fondamentale come un classico ma agile come un manuale- l’autore di Genitori efficaci non si limita a mettere meticolosamente a nudo le contraddizioni delle più radicate convinzioni educative ma descrive, con slancio, una diversa concezione: bisogna aiutare gli adulti che sono in contatto con i bambini ad apprendere un nuovo modo, più condiviso e meno dispotico, di gestire le famiglie, le scuole, le associazioni giovanili. Apprendere, rispetto alla disciplina punitiva, efficaci alternative slegate dal potere significa far crescere il senso di auto-disciplina e di auto-controllo dei bambini, la capacità di concorrere alla definizione condivisa delle regole e di ricercare positivamente nei conflitti soluzioni cooperative e senza perdenti. Significa, in fondo, fornire un’insostituibile contributo alla costruzione di una società autenticamente democratica.