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La scuola del respiro. Antologia commentata delle testimonianze sulla respirazione nel Belcanto
Antologia commentata delle testimonianze sulla respirazione nel BelcantornrnÈ opinione condivisa che la respirazione sia il fondamento del canto, eppure gli insegnamenti che possiamo leggere al proposito in alcuni metodi di canto tra i più antichi e famosi, sono molto diversi da quelli diffusi attualmente. Dobbiamo considerarli errati, rifiutando il confronto con i princìpi basilari di quella che fu definita “La scuola del respiro”? O, più ragionevolmente, dobbiamo supporre che, nel corso della storia, i cantanti di scuola italiana abbiano utilizzato diverse maniere di respirare? La questione non è di poco conto se, appunto, si dà importanza alla respirazione nel canto, e si considera che il repertorio del Settecento e del primo Ottocento è tornato prepotentemente ad appassionare il pubblico. Questo libro offre l’occasione di guardare alla respirazione del canto da una prospettiva inedita; per farlo raccoglie e commenta le principali testimonianze sulla respirazione riconducibili alla didattica della vocalità fiorita, ne delinea i caratteri fisici, le motivazioni pratiche, e propone alcune plausibili ipotesi sul motivo per cui essa fu progressivamente abbandonata. Un percorso che si snoda fra storia, prassi esecutiva e didattica, ponendo al centro l’esperienza viva del cantante che, oggi come due o trecento anni fa, si avvicina al Belcanto. -
Lettere, diari, ricordi. «Appartenere alla mia arte con anima e corpo»
Le lettere di Clara Wieck Schumann costituiscono una delle più ricche e preziose raccolte documentarie dell'intero Ottocento: oltre a permettere una più approfondita conoscenza della vita e dell'opera di una delle più grandi pianiste-compositrici del suo tempo, esse offrono una straordinaria panoramica del complesso universo artistico europeo grazie anche al legame con alcuni dei più importanti musicisti contemporanei, tra i quali Felix e Fanny Mendelssohn, Johannes Brahms, Franz Liszt, Richard Wagner, Joseph Joachim, Carl Reinecke, Theodor Kirchner, Franz Lachner, Joachim Raff, oltre, naturalmente, al suo celebre consorte Robert Schumann. In ogni caso, questi carteggi sono molto di più di un documento biografico, permettendo al lettore di penetrare nel complesso universo spirituale di un'artista ben oltre l'immagine mitizzata consegnata dalla storia: emerge così il profilo di una donna spesso inquieta e tormentata, colpita da eventi storici e personali altamente drammatici, sorretta da un credo artistico portato avanti con una coerenza, una abnegazione e una determinazione assolute, a dispetto di ogni avversità e di ogni ostacolo materiale. Le lettere sono presentate in un'ampia antologia commentata, comprendente anche svariate pagine di diario e alcune importanti testimonianze di parenti, allievi ed amici, con le quali il ritratto epistolare si completa attraverso dati e riflessioni di rara suggestione e di toccante intensità. -
Musica ridens. Espedienti umoristici in 500 anni di composizioni
È possibile realizzare dell'umorismo attraverso i suoni? Può un brano musicale suscitare una risata e in che modo può riuscirci? Quali sono le tecniche compositive che consentono di rendere divertente un pezzo? Come possono gli ascoltatori cogliere una spiritosaggine musicale se l'arte dei suoni, per la peculiarità del proprio linguaggio, è asemantica? L'humour musicale si è manifestato con la stessa intensità in tutte le epoche storiche? Esistono forme musicali appositamente sorte per esprimere la comicità? Sia il professionista che il semplice appassionato potranno trovare esaurienti risposte a questi quesiti all'interno di un'opera che affronta, con sistematicità e scorrevolezza, un aspetto spesso trascurato per dimostrare, anche, quanto errata sia la reputazione di eccessiva seriosità che aleggia sulla musica classica. -
Petr Eben
Petr Eben (Zamberk, 22 gennaio 1929-Praga, 24 ottobre 2007) era considerato in vita il massimo compositore ceco, ed uno dei più rappresentativi esponenti della vita musicale a livello mondiale. Edite dalle maggiori case editrici ed entrate nel repertorio di molti interpreti, le sue composizioni (che abbracciano tutti i generi musicali: opera, balletto, musica da camera, sinfonica, corale, sacra) sono eseguite in Europa e oltre oceano: USA, Canada, Giappone, Australia. Una vita indissolubilmente intrecciata con le drammatiche vicende storiche che hanno segnato la sua patria nel ventesimo secolo: dall'invasione nazista della Cecoslovacchia alla deportazione nel campo di concentramento di Buchenwald, dal totalitarismo alla rivoluzione di velluto. Scaturita da un forte impulso interiore, la sua musica vuole essere un profondo messaggio all'Uomo e alla sua dimensione trascendente. -
Liszt pianista. Tecnica e ideologia
Del pianista Liszt si è parlato e si parla molto spesso, rilevandone le straordinarie doti, lo straordinario successo, la straordinaria invenzione del recital che ha arricchito e modificato il panorama della vita musicale, la straordinaria costellazione dei suoi allievi. Ma il Liszt pianista non è in realtà monolitico, come non lo è il compositore, la sua evoluzione fu molto profonda e lo portò di volta in volta su posizioni ideologiche e culturali che, pur nella fondamentale coerenza della loro successione, sono in contrasto l'una con l'altra. Dopo un breve capitolo introduttivo l'autore fissa e analizza in quattro tappe il cammino di Liszt: la fase Biedermeier, la fase rivoluzionaria, la fase illuministica, la fase visionaria. Mancando del tutto i documenti storici dell'arte sonora di Liszt non è possibile raggiungere alcun risultato critico accertabile e accertato e verificabile dal lettore. Ma l'insieme delle testimonianze storiche indirette permette di giungere all'ipotesi che Liszt sia stato il maggiore fra gli artisti che si sono dedicati alla tastiera del pianoforte e che la sua ideologia rivoluzionaria, attenuata da lui stesso e successivamente corretta o, per meglio dire, deviata dai suoi successori, presenti germi ancora vitali che potranno essere ripresi e sviluppati. In definitiva, la tesi di fondo del volume è che il pensiero di Liszt non appartenga solo alla storia ma anche all'attualità e che, in quanto tale, possa ridiventare operativo. -
L'universo di Puccini da «Le Villi» a «Turandot»
Da Manon Lescaut, il primo capolavoro, a Turandot che è l'ultimo melodramma ""popolare"""", fanno dieci colpi e altrettanti centri. È un fatto eccezionale nella storia del teatro musicale e un'eccezione assoluta nell'Opera del Novecento. Basterebbero questi dati a dimostrare la statura della musica e della drammaturgia di Giacomo Puccini (Lucca 1858-Bruxelles 1924) come il pubblico subito comprese mentre la critica, specie nostrana, per una situazione storico-culturale sfavorevole, stentò a riconoscere. Questo libro copre un'avventura creativa lunga quarant'anni. Parte dalle profetiche Villi e dall'importante esperienza di crescita che fu il tormentatissimo Edgar. Passa attraverso la """"trilogia popolare"""" La bohème-Tosca-Madama Butterfly verso il Puccini più squisitamente novecentesco de La fanciulla del West, del cosiddetto Trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) e della Commedia lirica (non Operetta) La rondine. Chiude sull'incompiuta Turandot con i diversi Finali di altro autore. Il libro si propone di ricavare un vero e proprio romanzo della drammaturgia di Puccini: una biografia d'artista attraverso le opere. Il viaggio accompagna il lettore per mano nel mondo pucciniano. Lo fa secondo criteri di alta divulgazione che respingono gli ermetismi senza rinunciare all'indagine di colui che oggi si può tranquillamente indicare come uno fra i maggiori uomini di teatro d'ogni tempo."" -
La lanterna magica. Percorsi tra musica e letteratura da Euripide a Stravinskij
I capitoli contenuti nel presente volume affrontano, in vari aspetti e in diverse prospettive, i rapporti tra musica e letteratura. In trentacinque brevi percorsi - che spaziano dalla letteratura moderna europea ai miti dell'antichità attraversando satira e follia, fantasmagorie barocche e rime d'amore, cosmogonie platoniche e allegorie, ricezioni letterarie e paesaggi sonori - si vuole offrire un possibile approccio interdisciplinare a quell'artefatto estremamente complesso qual è l'integrazione di musica e parola. Le interferenze tra le due arti sorelle si presentano in varie forme: come musicalità della parola poetica, come profondo interesse di un particolare scrittore per un determinato compositore (e viceversa), come corrispondenze, richiami, analogie, parallelismi nella produzione di romanzi, saggi, opere musicali. Ma sono tutte molteplici sfaccettature di un fecondo rapporto che ha prodotto, in ogni epoca, opere straordinarie. Molteplici sfaccettature di giochi di ombre di una ""lanterna magica"""" capace, come nel Werther di Goethe, di proiettare, su bianche anonime pareti, immagini variopinte, illusioni ottiche di Arte e di Vita."" -
Francesco Cilea. Un artista dall'anima solitaria
Conquistarsi un posto di rilievo nella storia dell'opera con un solo titolo è stato lo strano destino di molti autori di fine Ottocento: Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Zandonai. Ed anche al calabrese Francesco Cilea è toccata la stessa sorte, con la sua splendida Adriana Lecouvreur, creata nel 1902, ma presente ancora nei teatri di tutto il mondo e celebrata da indimenticabili interpreti, ""umili ancelle del Genio creator"""". Musicista raffinato, personalità discreta e umbratile, docente e direttore di Conservatorio, Accademico d'Italia, Cilea ha consegnato al teatro altri titoli di spicco, come L'Arlesiana e Gloria, e al repertorio cameristico eleganti pagine pianistiche, romanze da salotto, un Trio e una squisita Sonata per violoncello. Ripercorrere l'esistenza di un personaggio colto e civilissimo, la maturazione creativa di tutta la sua produzione, il terreno da cui è sorto il capolavoro di Adriana Lecouvreur, è l'impegno di queste pagine, nella ricorrenza del 150° dalla nascita di Francesco Cilea."" -
Il diario di Nannerl Mozart. Con l'intervista a Nannerl che parla del fratello Wolfgang e con l'aggiunta di scritti di Mozart
Un vero spaccato della vita quotidiana di Nannerl Mozart e del padre Leopold rimasti soli a Salisburgo dopo il definitivo trasferimento di Wolfgang a Vienna. Esso registra anche le visite di Wolfgang con la moglie Constanze, con frequenti interventi diretti di Wolfgang nel Diario ed apporti intrisi di argute e di sovente pepate annotazioni del sommo compositore che arriva fino a scrivere fingendosi… la sorella. Il diario annota puntigliosamente la “quotidianità” della media borghesia e della piccola nobiltà locale nonché la presenza a Salisburgo di notevoli compositori e strumentisti quali Michael Haydn, fratello del ben più celebre Franz Joseph. Inoltre, di estremo interesse, l’intervista a Nannerl che parla del fratello Wolfgang. Infine è presente una miscellanea di brevi testi (poesie, testi teatrali, frammenti) dello stesso Wolfgang Amadeus Mozart. -
Dino Ciani. Percorsi interrotti
Questo libro racconta le principali vicende di Dino Ciani, della sua vita e della sua parabola artistica, purtroppo breve, ma densa ed estremamente interessante. Musicista non convenzionale, studiò privatamente con Bianca Rodinis e Martha Del Vecchio, sua insegnante prediletta. Suonò con Claudio Abbado, Riccardo Muti, Gianandrea Gavazzeni, Vittorio Gui, Thomas Schippers, John Barbirolli, Carlo Maria Giulini e tanti altri direttori. Oltre possedere specialissime caratteristiche pianistiche e musicali, Dino Ciani aveva una personalità ricca e sfaccettata. Adorava l'opera lirica, della quale aveva una conoscenza molto profonda, amava il teatro, la pittura, il cinema, le arti. La sua cultura, musicale ed extramusicale era enorme, ma senza la minima ombra di saccenteria: la lettura di libri impegnativi era per lui, aiutato da una memoria straordinaria, quasi un gioco. E aveva uno spiccato senso dell'umorismo. Furono fondamentali per lui gli anni che visse in una casa sul Lago Maggiore, luogo di studio, ma sempre aperta agli amici, musicisti e non. Poi il trasferimento in una grande villa a Sacrofano, vicino a Roma, e dopo una breve tournée negli Stati Uniti con Giulini, l'incidente e la morte. In queste pagine, mediante ricordi e testimonianze, si cerca di delineare la personalità complessiva, artistica e umana, di Dino Ciani, senza indugiare su aspetti strettamente tecnici, nell'intento d'interessare sia gli intenditori che i semplici appassionati. -
Il gesto e la musica. 60 anni di giornalismo a tu per tu con i più grandi. Ediz. a colori
Il mondo dell'opera lirica è fascinoso e bizzarro, grottesco e sublime. I suoi protagonisti non sono da meno. Lasciatelo dire a Carla Maria Casanova che ci bazzica dentro da 60 anni. Ascoltandoli, rincorrendoli, viaggiando per tutto il mondo, cacciandosi in avventure spericolate, raggiungendo mete impensabili o subendo fiere sconfitte. Per fortuna, non le manca l'ironia. E comunque sempre grandissimo è l'entusiasmo. -
Lo sguardo riflesso. Nuovi segni per il teatro d'opera all'aperto. Ediz. a colori
All’Arena di Verona e allo Sferisterio di Macerata, tra i più famosi e celebrati teatri all’aperto del mondo, Claudio Orazi dedica una riflessione sulla creatività della scena contemporanea nel Teatro d’opera. Con il contributo del critico musicale Enrico Girardi, e gli interventi dei registi Henning Brockhaus, Denis Krief e Graham Vick e un affascinante apparato fotografico, il libro ripercorre l’ideazione artistica ed i progetti registici e scenografici di alcune produzioni operistiche che hanno configurato una “nuova stagione” per i teatri musicali all’aperto, luoghi capaci di conservare il senso primigenio di theatron, con le rinnovate pulsioni dell’uomo contemporaneo. Certa concentrazione magnetica ed enigmatica di queste assemblee teatrali, composte da migliaia di spettatori, si discioglie nella visione istantanea dei nuovi Segni dell’opera. Come autentici fantasmi appaiono i riflessi dello specchio e la bambola-feticcio per Violetta, il mare di Lucia su di un telo, il vascello di Rigoletto sul fiume sospeso nel vuoto, la sfera nera come meteorite per Turandot, l’incombente montagna rosso sangue di Butterfly, l’albero di ulivo per il mondo arcaico di Cavalleria. Ed ancora, il volto dell’Angelo innalzato su Floria Tosca, il giardino dell’amore per Figaro, la ferrigna biblioteca-prigione-nave di Nabucco. Il resto sono pietre come sedili, montagne di carne, un aereo stilizzato che squarcia la notte sull’oceano e le mille immagini-pensieri di Giacomo che risalgono in superficie come da un Acheronte della memoria. Si tratta di “nuovi segni” inclini al linguaggio interdisciplinare, capaci di scolpire le pietre ed i muri degli antichi monumentali teatri, ove attraverso lo sguardo riflesso del pubblico con la scena si rigenera l’antico rito collettivo del teatro. Oggi con nuove immagini l’ideatore è in cammino verso altri siti, progetti e avventure. Tra i capitelli in pietra degli antichi monasteri, dentro le grandi basiliche, negli ampi spazi dei teatri greco-romani così come in quelli piccoli settecenteschi. Nei luoghi dove le nuove forme dell’arte contemporanea siano capaci di superare le tradizionali separazioni tra autore e pubblico, tra produttore e spettatore, a favore di un ininterrotto fluire della creazione artistica. Come sostiene Bill Viola verso i veri luoghi «in cui esiste l’opera d’arte, la mente e il cuore della persona che l’ha vista». -
Musica e cervello. Mito e scienza
Questo saggio vuol essere una sintesi di quanto le Neuroscienze offrono costantemente alla nostra attenzione sull’affascinante rapporto Musica-Cervello. L’esplorazione di un percorso millenario che dal Mito conduce alla Scienza è una sfida che abbiamo cercato di affrontare con umiltà e amore. L’amore che deriva da una semplice e provvidenziale consuetudine: l’ascolto! I numerosi approfonditi studi funzionali, corredati da splendide neuroimmagini, hanno modificato profondamente negli ultimi 20 anni l’approccio ad un tema che la ricerca oggi può condurre con una strumentazione sempre più sofisticata. Ugualmente la musicoterapia, anche se con difficoltà, si va affermando come accettata terapia di supporto, mentre già Novalis asseriva: “Ogni malattia ha una soluzione musicale. Maggiore è il talento musicale del medico, tanto più breve e completa è la soluzione”. Di tutto ciò viene offerta in queste pagine una documentata esplorazione, frutto di una allegata ricerca bibliografica che può rappresentare il punto di partenza per ulteriori approfondimenti. -
Una musica per gli occhi. Musica e paesaggio nella Germania tra Sette e Ottocento
Nella Germania a cavallo del XVIII e XIX secolo la diffusione delle teorie del sublime e quella del giardino all’inglese, oltre ad una nuova sensibilità resa possibile dalla diffusione di svariate opere letterarie e filosofiche dovute ad alcuni nuovi movimenti, determinò un grande interesse per la natura e per il paesaggio, interesse che non mancò di influire in tutti i settori della produzione artistica: dalla poesia paesaggistica alla pittura di paesaggio, dal romanzo all’architettura e alla musica. Tali riflessioni suggerirono motivi di matrice spiritualistica, influendo in modo determinante anche sulla produzione musicale, specialmente quella liederistica, ove testo e musica risultano strettamente legati anche sulla base delle più svariate tematiche, con particolare riguardo per quelle paesaggistiche. -
Giulio Briccialdi. Il principe dei flautisti
Il Principe dei Flautisti, Giulio Briccialdi, fu una poliedrica personalità artistica, alternò il sublime al pratico, l’ispirato al manierato riuscendo a sorprenderci sia nelle sventure che nei momenti di massima gloria. Scrivendo di sé non cita i trionfi nelle maggiori capitali europee ma l’aspirazione ad una vita calma e serena, proprio egli che, pregno di ideali risorgimentali, devolse i guadagni di diversi concerti alla causa dei Mille. La figura di Giulio Briccialdi è sostanzialmente legata, nella memoria collettiva degli addetti ai lavori, alla sua attività di concertista eccelso e generoso estensore di ampie serie di studi per flauto tuttora praticati assiduamente. Assai più marginalmente si conosce la sua attività di raffinato compositore ed ancor meno quella di organologo inventore di un nuovo modello di flauto che per anni contese la celebrità a quello costruito da Theobald Böhm. -
Sediziose voci. Appunti di viaggio nel magico mondo del melodramma
Bohème o Aida sono due immensi capolavori ma se una volta in scena un soprano bellissimo maltratta vocalmente la partitura di Mimì o un tenore quella di Radames gran parte dell'effetto drammaturgico previsto da Puccini e Verdi va perduto, perché solo grazie al magistero delle grandi voci possiamo apprezzare il genio dei musicisti del passato. Voci che con la loro arte hanno saputo aggiungere ulteriore grandezza allo spartito. Da Maria Callas a Renata Tebaldi, da Giuseppe Di Stefano a Luciano Pavarotti, da Renata Scotto a Sherrill Milnes, da Ghena Dimitrova a Mariella Devia, fino agli ultimi divi del terzo millennio, Juan Diego Flórez, Natalie Dessay e Jonas Kaufmann, un viaggio appassionato nel magico mondo del melodramma con il racconto di serate storiche e consigli discografici per chi pensa che la musica lirica sia noiosa e che all'opera non ci si possa divertire e provare emozioni straordinarie. -
Soviet piano. I pianisti dalla rivoluzione d'ottobre alla guerra fredda
L'adolescente Horowitz vede il suo pianoforte defenestrato, il piccolo Cherkassky sente il sibilo di un proiettile che passa appena sopra la sua testa e si conficca nel muro di casa, il principino Magaloff fugge in slitta con la famiglia: tre flash di una rivoluzione che un secolo fa, con l'Ottobre Rosso, sconvolse il mondo e anche le vite di molti musicisti.rnPartendo dalle reazioni di eccitazione e paura che gli artisti ebbero di fronte alla presa di potere bolscevica, questo libro ha l'obiettivo di delineare per la prima volta un quadro complessivo dei rapporti fra i pianisti classici e il regime sovietico, dal 1917 al 1991. Su uno sfondo composto dalle vestigia della Russia ottocentesca e dalla nuova temperie modernista, eroismi e drammi si intrecciano: il solitario orgoglio di Sofronickij, la ribellione di Marija Judina a Stalin, l'arresto di Neuhaus per le sue origini tedesche e quello di Štarkman per omosessualità, i tormenti interiori di Richter e Gilels, le avventure e disavventure col KGB di Aškenazi, Egorov, Berman, Rudy, Gavrilov e molti altri. Sono virtuosi, ma prima di tutto uomini, gli innumerevoli pianisti che incontriamo in quest'epoca di eroi e antieroi, cresciuti in un sistema scolastico perfetto ma poi spesso impossibilitati a varcare la cortina di ferro. Nel mistero di un'arte fiorita sotto il regime, questi artisti ci parlano di crudeltà e bellezza, dell'eterno scontro fra materialismo e spiritualità, dell'imprevedibile intrecciarsi di etica ed estetica. -
I trovatori. Musica e poesia. I primi cantautori della storia
Un manuale che offre un quadro essenziale ed esauriente dei temi fondamentali inerenti ai talentosi poeti-compositori-esecutori di lingua d'oc, artefici di una magica alchimia di parole e suoni, artisti a tuttotondo, illustri avi degli odierni cantautori. Per ristabilire il giusto equilibrio (sempre invocato e mai attuato negli studi ad essi dedicati) tra le due componenti fondanti della loro arte — la musica e la poesia — al fine di riguardarla non come fenomeno poetico e musicale ma bensì, più propriamente, poetico-musicale. Per comprendere appieno, anche attraverso inedite letture comparate tra la loro esperienza artistica e il mondo musicale moderno (assai prossimo, mutatis mutandis, a quello dei trovatori), un universo culturale straordinario e un'epoca tra le più affascinanti della storia dell'Occidente. -
Uno sguardo dal palco. Tante voci tra cronaca, romanzo & realtà fin sull'orlo degli abissi della storia
Un florilegio di racconti biografici su tante voci della lirica, al limite di romanzo breve o anche non più che flash su squarci di vita fin qui ignoti, quando mantenuti entro invalicabili confini di privacy, quando emersi da fortuite ricerche. Sotto il comune denominatore dell’eccezionalità di eventi che ne hanno governato o mutato il corso esistenziale, leggeremo di figure musicali soltanto apparentemente intoccabili in una loro umanissima essenza, di giovani creature coinvolte e travolte da maternità (e paternità) fatali od anche da intrecci avviluppati. Troveremo meteore niente affatto labili nei mutevoli cieli dello spettacolo e, infine, creature vittime di tempi che non furono affatto felici come si contrabbanda: Mafalda Salvatini, Beniamino Gigli, George Gershwin, Anita Cerquetti, i Ricci, le due Marchisio, le tre sorelle Stolz ed ancora altri memorabili, nemmeno ignorando Tebaldi e Callas, Verdi, Puccini, Caruso e la Ponselle, sovrane e granduchi, non senza colpi di pistola e segreti di stato, reinventati dal vero, fin sugli abissi della storia, dove tutto è talmente vero da sembrare inventato, e tutto è talmente ben inventato da sembrar vero, come si usa dire anche dei fiori finti e di quelli creati in serra, di vite intere o di squarci esistenziali, vere realtà romanzesche per l’incredibile fantasia con cui la vita ne ha connotato l’essenza. -
Manuale wagneriano per la disabilità. Ideologia e metodo per una didattica inclusiva
È possibile insegnare a disabili gravi senza saperli immaginare diversamente? Si può parlare a un bullo senza avere la capacità di proiettarlo fuori dalle dinamiche di gruppo? E ad un ragazzo geniale, come rivolgersi? Quali parole usare? Lorenzo da Mestre, professore di sostegno di Ricky, un ragazzo disabile grave, con il ""Manuale wagneriano per la disabilità"""", riesce a creare un percorso di vita nel quale il suo alunno viene coinvolto in un'incredibile metamorfosi. Solo la sensibilità wagneriana di Lorenzo da Mestre consente questo passaggio. Per Giuseppe Sinopoli “Wagner è la resa di Freud in musica”. Nel wagnerismo c'è tutta quella filosofia della vita che, partendo da Schopenhauer e passando per Nietzsche, permette di comprendere gli archetipi interiori dell'uomo moderno. Gli attributi divini degli eroi wagneriani, potrebbero essere diagnosticati come patologie, come disabilità se non interpretati attraverso uno sguardo filosofico-estetico. Tutti noi siamo disabili ed è la nostra percezione degli altri che ci consente di vederci diversamente. L'esperienza wagneriana è un'esperienza molto forte, una vera e propria droga, una malattia — dice Nietzsche — da cui è affetto lo stesso Lorenzo da Mestre. Quale diagnosi per un wagneriano? Dopo la lettura di questo libro sarà ancora possibile non essere wagneriani?""