Sfoglia il Catalogo ibs015
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2741-2760 di 10000 Articoli:
-
Una farfalla dalle ali di ferro
Stella era dolce e delicata come una farfalla. Le sue ali avevano tremato tante volte, ma non avevano mai smesso di battere. L'avevano portata giù nel dolore più profondo, poi su nelle cime più alte della gioia, poi di nuovo giù nella valle della disperazione. Ma tutte le tempeste e i venti gelidi in mezzo ai quali era passata non riuscirono a spezzargliele. Nel romanzo di Tiziana Campoli i fatti si mescolano alla poesia, nella certezza che realtà e sogno fanno entrambi parte della vita: una vicenda d'amore insieme lineare e complessa, ardente e impetuosa, fino alla conclusione inaspettata. -
Lo spadaccino invicibile
Il libro racconta una storia vera, ma inventata. Bernardo, lo spadaccino invincibile, è realmente vissuto, così com'è esistita Matilde, la sua donna, e tutti gli altri protagonisti del romanzo. Naturalmente i loro veri nomi erano altri. Inoltre l'epoca in cui è ambientato il racconto è volutamente imprecisata, perché non si scopra nulla di loro. Anche il luogo è mimetizzato, per non lasciare al lettore alcun indizio. In realtà anche il mestiere di spadaccino non è quello che il vero Bernardo praticava. Ma non è importante, ai fini della storia. Perché l'intento è di mostrare l'ossessione che il protagonista pone nel perseguire il suo fine, cioè quello di essere il migliore nel suo campo. Per raggiungere quest'obiettivo, egli rinuncia alla sua vita, limitandola in tutto, avvelena i suoi affetti, perdendo l'opportunità di amare la donna della sua vita, si isola da tutto e tutti. Tuttavia, così facendo, arriva realmente ad essere il migliore, e ad ogni duello lo dimostra. E quando più nessun rivale si presenterà nella sua città, ognuno sgomento per la sua abilità, sarà lui che si metterà in viaggio per cercare il suo avversario perfetto. -
Il teatro che arriva al cuore
La Stagione di Teatro ragazzi del Teatro Bonci di Cesena compie 30 anni: iniziata nel 1980 con quattro spettacoli e duemila ragazzi, raggiunse nell'arco di qualche anno una dimensione e un'importanza insperate, per estensione territoriale e partecipazione. Una fitta rete di relazioni produttive, culturali e organizzative è stata tessuta, con ragazzi e insegnanti, istituzioni scolastiche e amministrazioni comunali, compagnie teatrali nazionali e locali, artisti e musicisti. In 30 anni più di cinquecentomila presenze, un migliaio di titoli, quindicimila viaggi per trasportare i ragazzi dalle scuole a teatro e da teatro alle scuole, ma soprattutto la costruzione di un'occasione senza precedenti, per trasformare il Teatro e la sua cultura, per formare un pubblico, per favorire la crescita culturale e sociale dei ragazzi. ""Il Teatro che arriva al cuore"""" è un volume di testimonianze, interviste, fotografie, immagini, repertori, i segni visibili e documentabili, la memoria sedimentata che segnala i ricordi e le emozioni che nel cuore dei ragazzi, degli spettatori della Stagione sono conservati per sempre."" -
Giro di Romagna. Cent'anni portati bene
La bicicletta in Romagna è ben altro che un semplice mezzo di trasporto: non a caso, proprio da noi essa ha avuto i suoi primi e massimi cantori: Olindo Guerrini le dedica molte delle sue poesie; Alfredo Oriani nel 1897 attraversa in bicicletta la Romagna e la Toscana e nel 1902 ne dà il resoconto in La bicicletta; Renato Serra nel 1903 scrive un sonetto sulla bicicletta, da lui usata ora per scendere a Cesenatico, ora per raggiunge Firenze; Alfredo Panzini nel 1907 lascia Milano, la scuola, le lezioni e gli esami e dopo cinque giorni di bicicletta raggiunge la casa di Bellaria sul mare. Per questa passione, la Romagna ha dato al ciclismo campioni di particolare rilievo, a tutti noti, e dura ad organizzare un Giro che ancora oggi dopo cento anni vede sciamare per le sue strade la carovana policroma di maglie e biciclette in corsa: cento anni di storia straordinaria, resa luminosa dalle imprese di grandi campioni, qui raccontata appassionatamente da Vittorio Tampieri, che ne ha per intero inteso lo spirito, ridandoci sulla pagina l.epopea di una corsa vissuta come un.avventura, bella per le strade percorse, intrepida nei suoi campioni, appassionante nelle sue vicende. -
Colore dei ricordi
La poesia come filtro delle vicende e delle emozioni quotidiane, del ricordo che accompagna il battere delle ore e riporta sulla scena uomini, donne e paesi: un modo per dare un senso alla nostra vita e nutrire l'amore per la parola, capace di per sé a rendere più chiaro il nostro destino. Il racconto finale - dopo le trasparenze della poesia - traccia il quadro memoriale dell'infanzia, dalla quale, come sempre, tutto nasce, perché in quegli anni memorabili si definisce una volta per sempre quello che siamo. -
Alea iacta est. Giulio Cesare in archivio
Giulio Cesare ha un appuntamento con il destino, ma soprattutto con la grande Storia, quando, quella sera fra l'11 e il 12 gennaio 49 a.C., pensieroso sulla riva del Rubicone, decide di gettare il dado e di passare il confine fisico fra la Gallia e Roma (alea iacta est), che è anche il confine ideale fra l'audacia e la prudenza, fra la gloria imperitura e l'anonimato, fra la repubblica e l'impero. Ma quale Rubicone ha varcato? Dove ha arringato i soldati, per convincerli a seguirlo contro il senato di Roma, a Ravenna o a Rimini? Una tradizione lunga vari secoli ritiene che il discorso ai soldati sia avvenuto a Rimini: ne è segno tangibile una pietra, il suggestum. Il presente volume tenta di rispondere a queste e altre domande, di approfondire e spiegare alcune delle vicende riguardanti quei segni, pur senza la presunzione di risolvere annose questioni, come quella del Rubicone. Lo muove anzi l'intenzione di essere motore di nuove discussioni su questi argomenti, che coinvolgono non solo Rimini, ma anche altre città limitrofe, prime fra tutte Savignano e Cesena, e anzi, a ben guardare, l'Europa intera, perché quel gesto ha mutato la storia. -
A cuore aperto. Medicina fra scienza e arte
Questo è un libro di ricordi di un bravo medico, di un uomo che ha dedicato la vita al suo lavoro e tira le somme, ricordando le cose che gli sembrano più importanti e facendo emergere dai suoi ricordi i suoi principi morali, il modello di medicina al quale si è ispirato (dalla prefazione di Carlo Flamigni). -
Chi è Scheherazade?
Caterina Biondi propone, in una densa raccolta di racconti, come nei suoi libri di memorialistica, il senso del vivere, la certezza che i nostri giorni sono una commedia ora ìlare, ora dolente, nella quale le ore che passano tra ansie e speranze, sofferenze e sorriso segnano il progredire della nostra umanità e della nostra saggezza: racconti esemplari, perché sempre sottesi da questa filosofia del vivere che è comprensione e saggezza. Accompagna i racconti una ""saporosa"""" raccolta di ricette, quasi una collana di codicilli alla materia narrativa, ove Caterina rivela la sapienza raffinata di una cultura culinaria lungamente frequentata. Il libro nasce al nascere di Cecilia, nella quale Caterina sente di perpetuarsi, nella certezza della vita che continua."" -
La casa in riva al fiume che non c'è
Anche la dolce e tenue Bagnacavallo può essere teatro di una catena di delitti efferati che sembra non dover mai finire. Succede quando lo sguardo dell'uomo si ferma sul passato, e la storia della terra prende il sopravvento, fino al parossismo, su ogni altro valore. È il senso ultimo del ""La casa in riva al fiume che non c'è"""", una contraddizione di termini radicata nell'animo di chi respira nel presente ma vive nel passato, in un passato distorto e mitizzato. Finché non ci si mettono anche le stelle. Le avventure di Marco Santini giornalista col """"vizio"""" dell'indagine, già protagonista di """"Nero di Bologna"""" - dalla dotta sofferente Bologna proseguono, assieme al lato rosa della vita, nel cuore ricco e arcano della Romagna, terra di civiltà antiche, di pensieri profondi e, quasi dietro ogni angolo, di insospettabile mistero."" -
Un anniversario per Fortunato Teodorani
"Nei tre numeri del 2010, la rivista """"Confini"""" ha dedicato contributi ed immagini alla figura e all'arte di Fortunato Teodorani nel cinquantesimo della morte: un progetto perseguito per la tenerezza che le """"visioni"""" di Fortunato hanno sempre determinato in me, mosso dalla persuasione che da quel suo silenzio nativo, da quel nulla di ogni suono, nel quale egli visse, Fortunato sapesse con più fonda sapienza """"udire"""" lo spirito delle cose, """"sentire"""" il miracolo delle forme e darcene le misteriose e fonde ragioni. Non a caso, quando mi toccarono responsabilità pubbliche nel governo dei servizi culturali della mia città e mosso dalla certezza che fosse necessario costruire una storia delle arti figurative a Cesena, volli che proprio da lui e da Barbieri si cominciasse, avvertendo che si esprimeva nell'arte di Fortunato - assai più che la valentìa di un grande decoratore - l'intensità di una pagina significativa della pittura in Romagna.""""" -
La luna, Mohammed e la sua scimmia. Rimini, il carcere che nessuno racconta
Il lettore non potrà che percorrere con grande interesse, di racconto in racconto, le pagine di questo libro, nel quale il carcere è rappresentato dall'interno, nei suoi drammi e nelle sue tensioni, nelle sue amarezze e nelle sue attese; infine, nella sua umanità. In una sapiente articolazione del materiale narrato, i due autori - dal privilegiato osservatorio della loro professione - raccontano dapprima il carcere; poi, lasciano che la voce detenuta parli e racconti in prima persona; infine, nel terzo tempo del libro, abbattono i confini tra esseri dentro e esseri fuori, lasciando che le due dimensioni si uniscano in una voce sola, che è quella dell'umanità, impegnata nella chiarificazione del mistero della vita e del suo destino. -
I diamanti in cantina
Tullio Campana rievoca i tempi dell'infanzia, dell'adolescenza e della prima giovinezza, e cioè la decisiva età della nostra formazione, quando, come è proprio di ogni essere umano, si vivono esperienze mitiche, capaci di definire una volta per sempre quel che per sempre saremo: per Tullio, ad esempio, le campagne sulle colline romagnole nei tempi favolosi della mietitura, e poi la stornellatrice di una storia e di un destino struggenti, infine la guerra...Ne nasce un libro luminoso, che ci riconsegna un altro universo, disperso dal tempo: un paese nel cuore sonnolento della pianura romagnola; la guerra in Albania, destinata a ferire crudelmente il cuore degli uomini anche nell'incanto d'acque e di montagne delle Bocche di Cattaro; infine, il ritorno nel paese della nostra infanzia, che fu il paese del mito e che si fa ora il luogo della ricostruzione, del tempo della pace, della storia che - al tacere delle macchine da guerra - riprende il suo cammino. -
Estanislao Kowal. Argentina 1976-1983. Il dramma di un desaparecido romagnolo
"Il """"Secolo breve"""" è stato anche quello delle dittature, dei genocidi, delle grandi persecuzioni politiche, delle stragi sistemiche, delle epurazioni, degli stermini di massa perpetrati da regimi feroci che, per sete di potere o per pura follia, hanno fatto scempio di tutti i diritti umani. Tra questi eccidi uno dei più sottaciuti è stata senz'altro la cosiddetta Desaparicion argentina, della quale siamo venuti a conoscenza grazie alla coraggiosa protesta delle madri di Plaza de Mayo e alle loro foto che hanno fatto il giro del mondo. Nel corso del """"Secolo breve"""", l'odio che ha attraversato il mondo ha colpito in maniera trasversale. Poco più di una trentina di anni fa un giovane argentino, nativo di Forlì, fu rapito dai militari e sparì nel nulla da un giorno all'altro, senza lasciare traccia, senza che i famigliari vedessero restituirsi almeno un corpo su cui piangere. Quest'uomo si chiamava Estanislao Kowal. Il libro di Roberto Turrinunti, con grande passione e fervore, ci restituisce la storia di un desaparecido romagnolo."""" (dalla presentazione di Marco Viroli)" -
Cesena bella
Dopo il gran volume che circa quarant'anni fa Andrea Emiliani e Biagio Dradi Maraldi curarono su Cesena. Il volto della città, questo di Giordano Conti è il più bel libro che sia mai stato dedicato alla città del Savio. Lo garantisce la virtù di un uomo che è stato sindaco della città per dieci anni e che ancor prima, per lungo tempo, l'ha eletta a oggetto prevalente dei suoi studi, fin da quel suo prezioso ""Per una lettura operante della città. L'esempio di Cesena"""", uscito a Firenze nel 1980. Si aggiunga l'apparato iconografico di Gian Paolo Senni, che quasi quotidianamente, per catturarne l'anima, insegue le luci e le ombre della sua Cesena, e le voci misteriose che corrono tra le sue mura e le sue vie. Dunque, un libro dell'anima, di ricordi, di storia, di immagini: la celebrazione di una città così bella tra il verde popoloso della pianura e il sorriso delle colline: """"tra il piano e il monte"""", appunto, come la vide il Poeta. Tanto che l'Appennino le entra nel cuore con l'estrema propaggine di un colle, dalla cui cima la rocca guarda ai suoi piedi l'antico scorpione delle mura e la varia policromia dei tetti e dei campanili."" -
Nova polemica
"Nova polemica"""" il cui prologo arrivò a influenzare le dispute letterarie della seconda metà dell'Ottocento e che Carducci definì un """"vero gioiello"""" è uno dei più significativi documenti letterari di quel verismo poetico che tentò di rinnovare la tradizione letteraria italiana. Assieme a Postuma rappresenta l'opera più importante di Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti, autore che ebbe una vasta fortuna e le cui poesie, ancora fino a qualche decennio fa, erano conosciute da molti a memoria. Con questo libro, Guerrini oltre a rispondere polemicamente alle accuse rivolte alla moda verista, riprendeva il modus operandi del precedente """"Postuma"""", costruendo il volume su di un fitto gioco di decodificazioni e di citazioni. Questa edizione non solo fornisce un'edizione critica dell'opera, ma anche un'introduzione e un minuzioso commento che, oltre a illustare l'abilità con cui l'autore riesce a combinare le sue fonti, fornisce un inquadramento storico indispensabile per comprenderne appieno l'arguzia e le punte di satira feroce. Completano il volume un'ampia e puntuale cronologia e una bibliografia." -
La traccia rossa e altri racconti
Ambientati, talora, negli orizzonti propri del racconto realista, talaltra in un tempo fuori del tempo, in atmosfere che hanno il sapore della leggenda, della fiaba o del racconto simbolista, i racconti di Biancamaria Beorzi si spingono sempre al di là delle evidenze, perché tesi dalla volontà di rappresentare l'assoluto dei sentimenti e dei valori. Nella densa trama del suo narrare emerge, su tutti gli altri, un tema che si esalta e si dilata, quello dell'amore materno e paterno: protagonisti di diversi di questi racconti sono infatti figure tenerissime di padri e di madri, e profili di bimbi, ora mossi semplicemente dall'amore, ora oscurati dalla tragedia della perdita. -
HoE. Una storia d'amore nella Londra dei Beatles e dei Pink Floyd
I Beatles. I Pink Floyd Sound. La Swinging London. Sappiamo tutto dei protagonisti, ma nulla di chi andava a vederli. Clive Thomas ci racconta una storia d'amore working-class. ""Noi Inglesi usiamo l'espressione miracle meadow per indicare un posto dove vedi i tuoi sogni diventare realtà, e Londra nel 1966 era un miracle meadow""""."" -
Una fiaba per te
Età di lettura: da 6 anni. -
Trionfo. La variante del maraffone, divertente come un gioco di società, intrigate quanto uno d'azzardo
Con questo libro vengono forniti spunti e suggerimenti utili per giocare al meglio il ""Trionfo"""", la splendida variante del maraffone nella versione a cinque giocatori, senz'altro la più bella, per vivacità ed imprevedibilità. L'intento è quello di avvicinare schiere di proseliti ad un gioco sinora praticato da una ridotta élite di giocatori. Al tavolo del """"Trionfo"""", difatti, siede solo chi sa giocare bene a maraffone o, perlomeno, coloro che così pensano di se stessi. I principi del maraffone (vedi il manuale edito dallo stesso autore) opportunamente integrati e sviluppati da quelli specifici del """"Trionfo"""" qui presentati, consentiranno di praticarlo con successo, di scoprire e gustare appieno la bellezza di un gioco che, ai pregi ed alle qualità di quello originario, aggiunge il divertimento del gioco di società e il fascino intrigante di quello d'azzardo."" -
Artaj (Ritagli). Poesie in dialetto riminese
Le donne narrate in queste poesie sono in bassorilievo, sospese nel tempo; come sospesa nel tempo, attuale eppure trascorsa, è la memoria che custodiscono, dei momenti drammatici e quotidiani. Uno accanto all'altro, la nascita e la morte, le scelte grandi e quelle minute, l'orizzonte della vita e della cucina di casa. Perché così è la vita, un intreccio di grande e piccolo, di infinito e particolare. Le donne di Lidiana sono vive. Sentono, avvertono, amano. E vivono in dialetto, una lingua meravigliosa che scolpisce ogni racconto, ogni profilo, lo lega per sempre a questa terra, così saporosa da essere spesso irriducibile ad una mera traduzione letterale. Sono poesie da conservare come cosa preziosa, per non dimenticare il mondo che ci raccontano nella intraducibile atmosfera del dialetto, e le figure che ci regalano. Per non dimenticare che veniamo da lì, da quella povertà, da quella solitudine, da quei sacrifici, caricati in gran parte sulle spalle delle nostre nonne che ci hanno consegnato un vessillo di dignità e rigore.