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Romagnoli all'avventura. La Torre
Francesco del Bottaio di Faenza, bottaio; Giovanni di Elmo di Cesena, villico; Berto della Rossa di Ravenna, villico; Beltrame dei Carri, nato tra Lugo e Fusignano, frate francescano nel convento di Verucchio; Antonio dei Bezzi di Forlì, canepaio; Egidio dei Forni, di Ravenna, pescatore; Enrico del Tintore, di Ravenna, stalliere... questi i nomi di sette romagnoli - presenti in un elenco custodito negli Archivi Segreti Vaticani - i quali, arruolatisi nella seconda metà del Quattrocento nelle milizie di Ercole I d'Este, Duca di Ferrara, combatterono nella cosiddetta Guerra del Sale (1482-1484) che per due anni impegnò gli Estensi contro la Serenissima Repubblica di Venezia. I sette romagnoli, posti a guarnigione della Torre detta dell'Airone, in località Val Cesura (oggi in provincia di Ferrara), vissero un'esperienza epica, in cui il mestiere della armi si incrociò con traditori, eretici, una possibile giovane strega, la Santa Inquisizione e le truppe mercenarie al soldo dei Veneti. Storie vere, dimenticate, perché, per lo più, popolani di umili origini, che ci riportano a momenti e a luoghi di indubbia fascinazione e di importante interesse storico -
Vent'anni a Cesena. Personaggi, politica, economia, cultura
Il libro di Davide Buratti si raccomanda per numerose ragioni: racconta un ventennio (1994-2014) della vita politica, amministrativa, culturale ed economica della città potendosi collocare su un punto di osservazione di singolare centralità, quello di un giornalista di primaria responsabilità quanto alle pagine cesenati del ""Corriere di Romagna"""". Da questo osservatorio privilegiato, Buratti può dare conto di un tempo che anche a Cesena, e anzi qui da noi con emergenze di particolare energia, vede il dissolversi di una lunga tradizione politica e il nascere di nuovi contesti. Di questo trapasso, confuso, ricchissimo di nuova umanità, spesso capace di suscitare ironie per le commedie cui ha dato vita, Davide Buratti è un testimone formidabile, impegnato a trovare un ordine, a individuare tendenze, a raccontare il difficile, graduale formarsi di una nuova cultura comunitaria e cittadina. E di questi nuovi contesti evoca ad uno ad uno i personaggi che hanno fatto la storia di Cesena, sottolineandone i pregi e non tacendone i limiti. Soprattutto - per virtù di questa ricchissima galleria - ricostruisce la vita culturale ed economica, oltre che politica, della città."" -
Le lotte politiche a S. Sofia e la figura di Torquato Nanni
Nel ricostruirne le vicende di Torquato Nanni, il socialista scomodo che fu il politico più in vista dell'Alta Romagna nella prima metà del Novecento, Ernesto Toschi riserva particolare attenzione all'analisi delle amicizie giovanili, da quella con Benito Mussolini a quelle successive con Pietro Nenni e Leandro Arpinati, nativo di Civitella. Durante il ventennio i rapporti con Mussolini si raffreddarono e dopo il delitto Matteotti s'interruppero completamente, perché Nanni continuò a professarsi socialista, mentre si intensificarono quelli con Arpinati, scanditi da episodi determinanti nella vita di entrambi. Il saggio ripercorre per intero la vita di Nanni, dal suo impegno come sindaco di Santa Sofia alla formidabile attività di giornalista e saggista, dalle persecuzioni fasciste per la sua indomata azione contro il regime alla tragica morte, che sottrasse all'Italia della ricostruzione una delle fi gure più alte del socialismo romagnolo. -
La fiera di San Giovanni a Cesena. Storia, tradizioni, enogastronomia
Amato appuntamento d'inizio estate, la Fiera di San Giovanni richiama da secoli tantissimi visitatori a Cesena. Il profumo della lavanda, il colore rosso del fi schietto di zucchero sono elementi dell'identità romagnola e cittadina. Ma chi era davvero il Battista? Cosa sappiamo di lui? Perché solo lui, insieme a Gesù e alla Madonna, viene festeggiato due volte durante l'anno? E come il solstizio d'estate è collegato alla sua figura? In questo agile e piacevole libro, Paolo Turroni, giornalista e saggista, guida il lettore alla scoperta di un mondo vicino a noi eppure remoto, fra miti ancestrali, tradizioni cristiane e rurali consuetudini. I capitoli dell'opera analizzano la fi gura storica del Battista, i miti legati al calendario, le tradizioni europee e romagnole per la notte più magica dell'anno, senza dimenticare cibi, bevande, frutti, piante e un'antologia di testi per documentare un personaggio fra i più suggestivi del mondo religioso. Attraverso una narrazione sintetica ed efficace, il lettore può così avere un'idea complessiva della Fiera, delle sue origini e del mondo ricco di tradizioni che la circonda. -
Gli artigli dell'aquila
Dispiegata su una trama di pura invenzione liberamente tratta da vicende e fatti realmente accaduti, la narrazione è ambientata nella Forlì del 1840 e nelle sue periferie rurali al tempo di Papa Gregorio XVI, ancora impegnato nella difficile restaurazione post-napoleonica. Nelle Legazioni romagnole regna il malcontento, sempre pronto a sfociare in tumulti e insurrezioni che le autorità pontificie reprimono ricorrendo a truppe mercenarie. Nel magma caotico che ribolle sotto la cappa dell'oppressione, s'incrociano i destini di alcuni giovani dando vita a eventi nei quali si mescolano amore, gelosia, amicizia, interessi, trame di potere e vita quotidiana: un ampio arazzo, pieno di colori e di tensioni, in un racconto colmo di passioni e di avventure, capace di coinvolgere immediatamente il lettore per la ricchezza dei personaggi, l'alacre passo narrativo, una freschezza e un'inventiva che rendono leggera la pagina. -
A domanda rispondo...
Il libro - come ci informa Walter Della Monica nella sua presentazione raccoglie scritti pubblicati sul Resto del Carlino, dove Fuschini teneva una seguitissima rubrica di domande e risposte fra lui e i lettori del giornale. Se mai avessimo bisogno di una prova ulteriore della ricchezza umana e dello stile prodigioso del gran prete ravennate - l'uomo che Giuseppe Prezzolini definì il maggiore degli scrittori cattolici del Novecento - qui la troveremmo in assoluta e solare evidenza: perché nelle sue risposte insieme acuminate e dolcissime, ironiche e svagate, divertite e graffianti, e sempre nella luce della sua fede, don Fuschini impegna tutta la sua intelligenza e tutta la sua finissima arte di narrare, dando fondo per intero alla ricchezza di una parola impareggiabile. -
Il papa, vescovo e pastore. Nuove fonti per la riforma della Chiesa a Roma nel secolo XVI
Si presentano materiali in larga parte sconosciuti e preziosi sulla realtà pastorale di Roma nel XVI secolo. Dopo il sacco di Roma con le visite pastorali volute dal papa si vede la ricostruzione materiale e morale della città, calata nella concretezza del vissuto non solo religioso. Anche da qui si arriva alla riforma della Chiesa e al Concilio di Trento. Dopo la conclusione di Trento la Chiesa di Roma si offre come esempio, aprendo pagine totalmente nuove da una chiesa e comunità all'altra. Si arriva a prevedere una estensione da Roma al mondo e non mancano materiali e dossier su diversi problemi. La vita delle istituzioni si correla con la vita del clero come con quella delle persone, focalizzando aspetti del tutto nuovi per la storia della città che ne viene esaltata, insieme con gli stessi pontefici. -
Vita (1934-1950). Una storia nella campagna romagnola
L'autarchia campagnola di una Romagna ormai scomparsa raccontata seguendo il filo della memoria. I ricordi dell'autore narrano un viaggio a ritroso nel tempo che lucidamente ci riporta alla prima metà del Novecento quando la definizione di Romagna era lungi dal rappresentare terreni di dolci e fiorite coltivazioni. Benessere, turismo, movida e notti bianche erano inimmaginabili e fantascientifici aromi che, come scia appena percettibile, gli Alleati lasciavano al loro passaggio insieme alle sigarette, al cioccolato e a Glenn Miller. L'attraversare la seconda guerra mondiale con gli occhi di un ragazzino, strisciando con angoscia e paura sulla via Emilia, fra il Senio, Lugo e Faenza, ci rammenta con amara forza che, per capire chi siamo davvero, non è concesso dimenticare da dove veniamo. -
Le idee vengono di notte
"Questo racconto, che per certi aspetti richiama la tradizione delle short stories di Edgar Allan Poe e Robert Louis Stevenson, ci immerge in una dimensione che esercita una tenera seduzione, a metà strada fra sogno e realtà, magia e verosimiglianza. La ricerca di un libro perduto in un immaginario paese del Sud Tirolo (un po' come la Balbec di Proust o la Valois di Nerval), diventa motivo di una investigazione colta che allarga i propri confini in una geografia misteriosa, alla caccia delle intramontabili questioni dell'uomo: la ricerca dell'identità, il grumo di esperienze sepolte nell'infanzia, una storia d'amore intensa e di elusiva sensibilità medioevale. Un racconto che sprigiona da una singolare perizia stilistica, saturo di delicate allucinazioni e di sensuale simbolismo, ma adagiato nel ritmo nervoso di un poliziesco. Contrasto che ne delinea la speciale bellezza."""" (Antonio Castronuovo)" -
I misteri di Cesena
Cesena, la città scorpione - di essa scrivono Niccolò Machiavelli nel Principe ed Ezra Pound nei Cantos - è un luogo in cui sembrano concentrarsi le più oscure bizzarrie e le più agghiaccianti assurdità: vi si è consumata la strage che un cronista medievale definisce «la più violenta mattanza dai tempi della Guerra di Troia»; il terribile, sanguinario Cesare Borgia, figlio di Papa Alessandro VI, vi ha posto la capitale del suo Granducato di Romagna; Cia degli Ordelaffi, virago guerriera, vi ha combattuto con un coraggio divenuto leggendario la sua disperata battaglia per la libertà. Qui una ragazzina ha spaventato Giacomo Casanova, il grande seduttore (che, invece di sedurla, è scappato a gambe levate); una contessa è inspiegabilmente esplosa; un uomo ha cantato (e riso) al suo funerale. E sono accadute miriadi di altre mirabilia, tenebrose o abbacinanti, spaventose o comiche. -
La guerra dei sei giorni in diretta
Esattamente cinquant'anni fa, tra il 5 e l'11 giugno 1967, il mondo assistette ad una guerra forse tra le più brevi della storia contemporanea e nello stesso tempo tra le più decisive, per le sue conseguenze. Relitto della seconda guerra mondiale e del genocidio nazista ai danni della nazione israeliana, lo scontro mortale tra il giovane Stato ebraico e le nazioni arabe scosse profondamente l'opinione pubblica mondiale tanto da segnare ancora oggi, violentemente, la vita politica e il destino di interi popoli del Medio Oriente. L'autore di questo libro, a Francoforte sul Meno in quel giugno terribile, si impegnò in un compito singolare, peraltro segno della sua passione di studioso: registrò su un magnetofono i vari giornali radio che trasmettevano notizie e commenti del conflitto e li collezionò come documenti preziosi i quotidiani di lingua tedesca, francese e inglese, europei e statunitensi. Sotto la suggestione del cinquantenario della guerra arabo-israeliana, Ugolini ha richiamato in vita questo patrimonio documentario e ce lo offre, in accurate traduzioni in italiano, con un vasto patrimonio di immagini, per raccontare una pagina fondamentale della storia del Novecento. -
Perché la mente costruisce e distrugge
La mente costruisce e distrugge. Se non sopportiamo chi siamo costretti a frequentare e per evitare i conflitti samo obbligati a non dire quel che ci parrebbe necessario, iniziamo a fantasticare in negativo. In una simile circostanza stiamo usando la parte distruttiva del nostro cervello. Se invece usiamo la nostra parte costruttiva possiamo porgere ascolto senza pregiudizi a quello che ci viene detto senza che l'inconro ci determini tensioni: comprenderemo i problemi dell'altro, li assumeremo con un giusto grado di coinvolgimento, penseremo positivo e per questa via ritroveremo l'armonia e dunque la possibilitò di vivere più serenamente ed essere felici. Su questo sfondo, il libro organizza pagine densissime di vita vissuta, di situazioni esistenziali problematiche e insieme mostra la via per la risoluzione dei conflitti e delle tensioni: un orizzonte davvero coinvolgente di umanità e di saggezza, di esperienza e di conoscenza. -
Nichilismo. Elementi per un'introduzione
Il presente volume affronta il problema del nichilismo contemporaneo attraverso un'ipotesi interpretativa che investe complessivamente i suoi risvolti tecnici, religiosi, politici ed estetici. Il ""più inquietante fra tutti gli ospiti"""" (Nietzsche) appare come esito epocale di un progetto di negazione e rimozione tecno-scientifica dello iato sensomotorio, quella sconnessione biologica tra stimolo e risposta e quel fattore di disadattamento dell'uomo all'ambiente che - mentre costituiscono un deficit di partenza - sono responsabili della plasticità, creatività e riflessività umane. La psicoanalisi delle relazioni oggettuali offre gli strumenti per pensare il dissolvimento del piano di trascendenza e dei fenomeni transizionali che ha conseguentemente investito tutte le residue sfere della cultura, dall'arte alla politica, a favore della performance ottimale del circuito input-output. Infine, lo straordinario mito moderno del vampiro, come un filo intimo e sotterraneo, fornisce all'insieme dello studio una continuità anche di ordine immaginoso ed emotivo."" -
Symballein. L'altra metà del piatto
Un misterioso hacker lancia ripetuti attacchi informatici firmandosi con la sconosciuta sigla ""Ibn al-qawwas"""", letteralmente """"il figlio dell'arciere"""". Manuela, giovane orientalista disoccupata, viene suo malgrado coinvolta dai servizi segreti militari nelle ricerche per individuare chi si nasconde dietro quella strana firma. Con l'aiuto dell'anarcheologo Leonardo, Manuela avvia un'indagine parallela che la porta ad imbattersi in una pagina di storia rimossa e dimenticata: la soluzione finale adottata settecento anni fa contro i musulmani d'Italia. Ma un agente dei servizi è sulle sue tracce ed anche il figlio dell'arciere la sta cercando proprio nei giorni in cui Manuela sta celebrando il symballein, il ricongiungimento, con l'amica Sandra. L'antico rito greco vuole che quando due persone si separano rompano a metà un piatto e se ne tengano un pezzo ciascuna. Il giorno del ricongiungimento i due cocci verranno di nuovo uniti ed il piatto ricostruito. Al centro di una lotta senza quartiere, Manuela si troverà a battersi per un ricongiungimento che sfida ogni logica. Sullo sfondo le vicende della cooperativa sociale Il cavaturaccioli e dei suoi bizzarri lavoratori."" -
Il cappello in aria. Quando il corpo è una prigione e il cuore in libertà
"Tirare il cappello in aria è un gesto sbarazzino di vivacità, di amore per la vita e di sfida alla sorte. Per questo il titolo assume un significato che si addice particolarmente al personaggio descritto in questo libro. È una frase rivoltagli da un medico, per indurlo a non arrendersi di fronte a un futuro denso di gravi complicazioni. Manlio Malatesta è il personaggio di questo libro, preso di mira da una malattia incurabile. Pur nella sua drammatica realtà questa storia è un incredibile inno alla vita. Anche nei momenti più difficili, è prevalsa la sua capacità di farvi fronte con una inesauribile forza d'animo e un coraggio esemplare. Il suo esempio rappresenta la forza di chi, nonostante tutto, non cede e cerca di non rimanere prigioniero del proprio corpo, ancorandosi e valorizzando tutto ciò che può continuare ad appagarlo, dando un nuovo senso alla propria vita"""". Introduzione di Pietro De Carli." -
Io c'ero
Come si può resistere all'attacco delle forze del male? Come si può resistere alla stupida ferocia della guerra, all'insana cattiveria di chi è accecato dall'odio? Un bambino di Cesena ci è riuscito, usando l'antidoto più semplice per combattere il male. Questo antidoto è il bene. Un antidoto che si manifesta nell'abbraccio protettivo dei suoi genitori e dei suoi fratelli, nella solidarietà dei vicini di casa, perfino nella bellezza della campagna di Martorano, magnifico scenario messo a rischio dagli ultimi morsi della seconda guerra mondiale. ""Io c'ero"""" è la piccola, grande storia della famiglia Dionigi nella prima metà degli anni quaranta. Una famiglia costretta a vivere da sfollata in campagna, ma capace di non perdere mai la speranza, la gioia di vivere, la voglia di un futuro migliore. Una storia vista con gli occhi di un bambino che aiuta, oggi come allora, a dare valore alle cose semplici e agli affetti più cari. Perché solo l'amore cambia in meglio il mondo, in tempo di guerra e anche in tempo di pace."" -
Sotto il segno delle corna. San Martino, la ""festa dei becchi"" e lo ""charivari"" in Romagna
Fin dall'Ottocento le tradizioni che vogliono la ricorrenza di San Martino, 11 novembre, dedicata ai ""cornuti"""", cioè ai mariti traditi dalle consorti, viene etichettata come una diffusissima burla. Oggi questo elemento folklorico è considerato solo un irridente motteggio che agisce nella sfera del matrimonio, una goliardia d'altri tempi. Così come è successo per altre tradizioni, la perdita del senso e del significato dei gesti rituali ascrivibili alle culture popolari finisce per confinarli nel novero degli aneddoti e delle curiosità, oppure a qualche momento conviviale e di svago «festoso». Ma dietro lo charivari (così viene chiamata l'azione con cui una comunità condannava pubblicamente comportamenti ritenuti censurabili) messo in atto nella notte di San Martino c'era, in realtà, molto più di un intento ludico e burlesco. Si trattava infatti di un elemento rituale denso di significati e di implicazioni che andavano dal culturale, al sociale, al «religioso», nato e consolidatosi nei millenni all'interno di comunità dedite al culto dei Morti Eraldo Baldini ci conduce a scoprire perché nella data dell'11 novembre si celebrassero (in Romagna come altrove) i «cornuti»."" -
Voci del silenzio. Contadini romagnoli in anni di restaurazione
"Gli stati - grandi e piccoli - dell'intera Europa stanno leccandosi le ferite inferte dalla tempesta napoleonica, con l'intento di restaurare il proprio potere, ritenuto legittimo e ribadito dal Congresso di Vienna (1814-1815). I sudditi dal canto loro stanno elaborando (anche nel silenzio dei contadini si coglie qualche voce) i semi sparsi in mezzo a loro dallo stesso sconvolgimento di marca francese. Anche lo stato pontificio conosce fermenti sociali e culturali, nonché timidi progressi tecnico-scientifici (qui si tratta della Romagna quasi esclusivamente agraria) mai prima sospettati. I più pronti ad avvertire l'odore eccitante sono quelli destinati a formare la nuova classe della borghesia, con il suo nucleo conservatore e le sue frange rivoluzionarie. In questo contesto confuso e sfaccettato si dipana, spesso in apparenza dimenticato ma pronto a riemergere, il filo rosso intricato e atroce di un vecchio delitto, che rimane misterioso fino alle pagine finali, conferendo a tratti a quello che è sostanzialmente un libro di storia l'avvincente allure di un romanzo giallo."""" (Domenico Berardi)" -
Crisi aziendale e strategie di ripresa. I problemi dell'Italia e quelli degli altri paesi
La crisi nella quale siamo ancora profondamente immersi ha avuto, tra le altre conseguenze, quella del moltiplicarsi delle difficoltà di molte imprese; si è così di frequente passati attraverso pesanti processi di ristrutturazione che, in molti casi, si sono alla fine conclusi con liquidazioni o fallimenti. L'ampia diffusione della crisi e il suo perdurare fanno pensare che ci troviamo di fronte a un groviglio molto complesso di problemi da molto tempo irrisolti, in un paese che non ha saputo (o non ha voluto) scrollarsi di dosso le molte incrostazioni del passato. I due autori presentano in questo testo, nella prima parte, molti casi di crisi di impresa a livello nazionale e internazionale nelle sue varie fasi, dalla scoperta precoce del fenomeno all'analisi delle possibili cause, ai modi della sua risoluzione, come descritto in letteratura. Nella seconda parte vengono analizzate alcune esperienze concrete vissute sul campo, in particolare nell'edilizia. Al centro dell'analisi c'è il ruolo spesso inadeguato delle classi dirigenti del nostro paese, sia a livello di strutture politiche, che di sistema bancario, che di proprietà e di management aziendale. -
Le strade di allora. Cose e persone di una Cesena che non c'è più
Come si sa, le città cambiano giorno dopo giorno come organismi viventi. Anche Cesena è cambiata, negli ultimi decenni, e solo guardandosi indietro, come l'autore ci invita a fare, si può capire la portata reale e sentimentale delle mutazioni. Se nel suo libro precedente ""Il sapore del mattino"""", Riccardo Gut ha rievocato i ricordi d'infanzia, in questo suo nuovo libro, sono gli anni '50, '60 e '70 ad essere portati sulla scena, gli anni che lo videro bambino, ragazzo e poi adulto lungo le strade della città dove oggi non abita più ma che è rimasta sempre nel suo cuore. Di questa sua città, l'autore non traccia una mappa sociologica o una serie di bozzetti impressionistici, con aneddoti, figure e macchiette scontate o immediatamente riconoscibili, bensì cerca di penetrare nel significato più profondo che """"cose"""" e """"persone"""" da lui incontrate hanno acquistato nel tempo, simboli e tappe non solo delle sue esperienze soggettive, ma di una realtà più vasta, dove i confini e l'identità di una città si perdono nel mistero di ogni avventura umana.""