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Opere
In questo volume sono raccolte in traduzione italiana tutte le opere di Frans Hemsterhuis (1721-1790), uno dei rappresentanti più significativi dell'Illuminismo olandese: si tratta di ventisette testi tra opere e lettere, di cui ben diciassette non erano stati inclusi nelle precedenti edizioni delle opere in francese e in tedesco. L'edizione italiana, nata in collaborazione con un analogo progetto editoriale in lingua olandese curato da Michael John Petry dell'Università di Rotterdam, intende fornire agli studiosi italiani una raccolta il più possibile completa dell'opera del filosofo, mettendo a frutto i progressi della ricerca più recente. La scoperta, nel corso del ventesimo secolo e in occasione di questo lavoro, di numerosi inediti di Hemsterhuis modifica l'interpretazione tradizionale del suo pensiero: conosciuto più per l'influenza esercitata sul cosiddetto ""circolo di Münster"""", nonché su Jacobi, Herder, Goethe e altri filosofi tedeschi del primo Romanticismo, come Hölderlin, Novalis e A.W. Schlegel, il filosofo olandese era finora scarsamente noto per le sue competenze specifiche in matematica, ottica, fisica e astronomia."" -
La formazione del cittadino e la creazione dell'École Normale
Libertà, uguaglianza. Queste due parole sarebbero restate senza senso se una scuola laica, gratuita ed uguale per tutti non fosse nata ""dalle tempeste della Rivoluzione"""". Attraverso la lettura e la meditazione di alcuni testi del periodo rivoluzionario, viene mostrato il progetto pedagogico che doveva riformare dalla base il sistema educativo-formativo della Francia. Il Progetto Talleyrand, il Rapporto Condorcet, il Piano di educazione nazionale di Lepelletier, il Rapporto Lakanal-Garat, qui presentati, sono tutti tesi a rendere il sistema educativo della Francia libero e indipendente, aperto a tutti i cittadini."" -
Storia della Biblioteca universitaria di Napoli. Dal viceregno spagnolo all'unità d'Italia
La Biblioteca dell'Università degli Studi di Napoli, nella sua vita plurisecolare, oltre a rappresentare il luogo della fisica sedimentazione di un patrimonio librario di eccezionale interesse per la ricchezza dei suoi fondi, ha rappresentato un crocevia di incontro tra intellettuali, amministratori, accademici e studiosi: un crogiuolo nel quale si sono fusi progetti culturali, indirizzi politici, orientamenti normativi, riflettente, al contempo, significativi mutamenti del più generale scenario sociale. Nella sua tradizione bibliografica mancava, però, un contributo rivolto ad investigare queste ""storie parallele"""", per ricostruire organicamente il passato di un'istituzione che, meritevole di essere inserita nel panorama delle grandi biblioteche europee, è, al tempo stesso, in grado di far leggere in filigrana alcune delle pagine più vive della storia napoletana."" -
Storia e cultura delle Biblioteche napoletane. Librerie private, istituzioni francesi e borboniche, strutture postunitarie
Nel 1921 Nino Cortese, rimarcando una grave lacuna nell'orizzonte degli studi, auspicava la redazione di una storia organica delle biblioteche napoletane. Il presente lavoro raccoglie questa lontana sollecitazione, ricostruendo, sulla scorta di un'inedita documentazione, fisionomie e vicende delle istituzioni bibliotecarie partenopee, tra Sette e Ottocento, attraverso le figure di bibliotecari e bibliofili, l'esame dei regolamenti e degli assetti biblioteconomici, l'analisi dei progetti bibliografici e della stratificazione dei fondi librari e della produzione catalografica. -
Tommaso Campanella. Il progetto del sapere universale
Nella Philosophia Rationalis di Tommaso Campanella c'è, innanzitutto, la volontà di seguire il grande insegnamento che ci giunge dalla natura, dai suoi modi e dai suoi procedimenti. In essa è ben presente quella vocazione enciclopedica, non sempre metodica, che spinge l'autore a riprogettare il sapere secondo i passaggi fondamentali della sua filosofia; proprio da questa vocazione nascono testi di argomento diverso che, nel loro insieme, seguendo l'intento di Campanella, devono concorrere a precisare il nuovo percorso formativo degli uomini. Così, restaurare nella poesia i ritmi della metrica classica e indicare la via per l'eventuale creazione di una nuova lingua sono due tra i progetti espressi nelle diverse sezioni della Philosophia rationalis: una nuova retorica e una nuova dialettica che, come afferma Campanella, sovrintenda tutte le discipline essendo, quest'ultima, l'arte delle arti. -
Tra scetticismo e libertinismo. Charles Blount (1654-1693) e la cultura del libero pensiero nell'Inghilterra degli ultimi Stuart
Il libro raccoglie ed integra i numerosi, ma frammentari, interventi critici degli ultimi anni miranti a una rivalutazione della figura storica di Blount. Il testo offre una visone d'insieme volta a ricostruire la fisionomia di un intellettuale e agitatore politico vissuto a cavaliere tra Restaurazione e Glorious Revolution, coordinatore di una rete di liberi pensatori contro i quali si schierarono tutti i maggiori filosofi, teologi e scienziati del tempo, da Locke a Newton, da Tillotson a Boyle. Nell'opera di Blount si percepisce l'eco di una grande stagione culturale, arricchita non solo dal recupero della tradizione classica e dal consistente influsso continentale, soprattutto francese, ma anche dagli stimoli provenienti dal dibattito che si svolse nei clubs, nelle coffe-houses e nelle prestigiose Accademie della capitale. Dopo i rigori dell'ondata puritana, i teatri furono riaperti, nacque la Royal Society, commediografi e poeti diventarono l'avamposto culturale della splendida corte di Carlo II. -
Regia commissione d'inchiesta per Napoli. Relazione sull'amministrazione comunale
La Commissione d'inchiesta definì la camorra come ""l'atto di prepotenza, col quale uno o più individui s'impongono ad altri individui per ottenere, con minacce, vie di fatto, o subdolamente, una somma, una utilità, un servigio, una preferenza, bene spesso un continuo contributo forzato sul loro guadagno"""". Insomma una vera e propria """"associazione delittuosa di gente prepotente"""". Ma la Commissione non si limitò a questa sola definizione. Essa comprese che si trattava di un fenomeno assai complesso e che riguardava sì gli strati più bassi della popolazione, ma coinvolgeva direttamente anche le classi sociali più elevate. In particolare la Commissione definì """"alta camorra"""" quella praticata """"dai più scaltri e audaci borghesi"""" i quali, approfittando della ignavia e della miseria, riuscivano a ricavare lauti guadagni brigando nelle adunanze politiche, nelle pubbliche amministrazioni, nei circoli e nella stampa cittadina per ottenere appalti e praticare commerci."" -
«Le patriotisme et le courage». La repubblica napoletana del 1799 nei manoscritti del generale di brigata Antoine Girardon
Dobbiamo alla passione archivistica di Georges Segarini la trascrizione dei manoscritti del generale Girardon conservati presso l'Archivio storico del Ministero della Guerra a Vincennes, che per la loro completezza e la minuziosità del resoconto quasi quotidiano degli eventi di cui fu partecipe o diretto testimone, costituiscono una fonte di grande rilievo, come era già emerso dalla precedente pubblicazione, a cura dello stesso Segarini e di Maria Pia Critelli, dei registri di corrispondenza relativi all'insorgenza nel Lazio meridionale e alla campagna del Circeo. Utilizzate finora solo parzialmente per citazioni episodiche e frammentarie, in questo volume è possibile ora accedere direttamente all'insieme delle carte redatte dal Girardon durante il suo incarico presso l'Armée de Rome, diventata poi Armée de Naples. -
Il 1799 in terra di lavoro. Una ricerca sui comuni dell'area aversana e sui realisti napoletani
Nello Ronga fa parte della nutrita schiera di studiosi, non storici di professione, che hanno rivolto e rivolgono il loro interesse agli eventi della Repubblica napoletana del 1799. Di formazione sociologica e autore di numerose ricerche sul territorio campano, Ronga era partito da un obiettivo che appariva lontano dai suoi interessi consueti, e in parte ancorato alla tradizione retorica del martirologio locale: ritrovare i patrioti dell'area aversana, anche i meno noti, per comprendere se i personaggi più celebri come Bagno, Cirillo, Fiore - costituissero soltanto una luminosa eccezione all'interno di un paesaggio generalmente ostile, o non fossero invece solo la punta avanzata di un movimento repubblicano più ampio. -
La sponda sbagliata del Tevere. Mito e realtà di un'identità popolare tra antico regime e rivoluzione
Questo libro ha per oggetto uno spazio urbano, il rione romano di Trastevere, certamente il più famoso dei ""vecchi"""" rioni della capitale, e un duplice arco cronologico: un primo arco temporale molto ampio, che prende le mosse dal tardo medioevo per giungere fin quasi ai nostri giorni e che costituisce la """"lunga durata"""" di riferimento di temi e problemi che sono poi affrontati in maniera più ravvicinata nel secondo, e più specifico, ambito di tempo, coincidente con gli anni che vanno dal 1743 al 1799, vale a dire dalla riforma dei rioni voluta da Benedetto XIV all'esperienza della Repubblica romana."" -
Philosophia sensibus demonstrata
La ""Philosophia sensibus demonstrata"""" fu la prima opera a stampa di Campanella, anche se non la prima opera a venire composta; proprio in essa è dato leggere, infatti, aperti e precisi rimandi ad altre due sue opere, il """"De sensu rerum"""" ed il """"De investigazione rerum"""", delle quali l'autore utilizza non soltanto molte tesi, ma, come è possibile accertare, interi brani. D'altra parte è un'opera in cui le citazioni degli altri autori costituiscono la più gran parte del testo. Scritta di getto nei primi sette mesi del 1589, questa poderosa """"Philosophia sensibus demonstrata"""" riesce, comunque, un'opera fortemente unitaria e compatta, pur nell'apparente varietà e diversità di temi che in essa vengono affrontati e trattati. Tale unità di compattezza le derivano certamente anche dal compito, che in essa l'autore si era proposto, di difendere la filosofia di B. Telesio dagli attacchi che contro di essa aveva lanciato il giurista e filosofo napoletano Iacopo Antonio Marta."" -
Rappresentazione e scrittura. La crisi delle forme poetiche rinascimentali (1540-1560)
Verso la metà del XVI secolo due grandi polemiche letterarie, prima sulla tragedia, poi sul poema, contrappongono due modi di concepire e rappresentare la realtà, due visioni della vita e del mondo, l'una storica realistica e narrativa, l'altra metafisica, fantastica e lirica. Di qui nascono vere e proprie opere-manifesto, in cui la poesia va sempre confrontata col progetto ideologico: prima le tragedie del Giraldi, l'Orbecche, e dello Speroni, la Canace, poi i poemi del Giraldi, l'Ercole, e del Pigna, l'Eroico. Ricostruendo il complesso intreccio fra teoria e prassi, fra idee e forme, questo libro va alla ricerca delle ragioni più profonde delle polemiche, che segnano, infine, il transito dall'Umanesimo al Barocco, dalla fiducia nelle possibilità dell'uomo di comprendere e raffigurare la realtà alla crisi dei rapporti fra cose e parole, oggetti e rappresentazioni. -
Monarchia della verità. Modelli culturali e pedagogia della Controriforma
"Monarchia della verità"""" indaga una componente ideologica fondamentale della Controriforma: l'ossessione ecclesiastica per la veritas, concepita nella versione dogmatica di doctrina e ortodossia in opposizione alla formulazione umanistica della veritas come ricerca. In questo libro l'autore prende in esame il primato normativo della verità nella Chiesa del Cinquecento e del primo Seicento con lo scopo di illustrare modelli culturali e pedagogici della Controriforma e rilevarne i miti: cronotassi pontificia, agiografia e culto delle reliquie, concetto eroico del documento, didattica figurativa, giurisdizione curiale, temporalismo papale." -
Democrazia e rappresentanza. Gerhard Leibholz nel periodo di Weimar
La pregevole ricerca di Manuela Alessio si presenta doppiamente significativa. In primo luogo essa colma una vistosa lacuna degli studi, ricostruendo con grande puntualità e rigore i profili teorici dell'opera di Gerhard Leibholz: figura di costituzionalista e filosofo politico tanto importante quanto finora scarsamente considerata (in specie se messa a confronto non solo con il suo alter ego Cari Schmitt, ma anche con altri giuristi e politologi weimariani come Ernst Fraenkel, Otto Kirchheimer, Franz Neumann, Hermann Heller, Rudolf Smend). In secondo luogo, e più in generale, essa consente - attraversando gli scritti leibholziani - di prendere in esame un aspetto di grande rilevanza teorica, per molti versi ancora attualissimo: la torsione storico-concettuale subita dalla nozione di ""rappresentanza"""" nel passaggio dal liberalismo ottocentesco alla democrazia di massa degli anni venti, fino al fenomeno totalitario degli anni trenta."" -
Ruggiero Bonghi nella politica dell'Italia unita
Già semplicemente dalla riflessione sugli scritti e discorsi raccolti nella parziale edizione nazionale curata da Giovanni Gentile, Giorgio Candeloro, Walter Maturi ed altri fra gli anni trenta e gli anni cinquanta - di per sé poderosa anche se con molte lacune - emergono spunti di grande attualità su temi la cui semplice denominazione è indicativa della contemporaneità, nel senso crociano del termine, di Bonghi: le relazioni fra rappresentanza politica e società civile; i rapporti fra ceto politico e amministrazione; le autonomie; il trasformismo. Poi ancora, la questione della libertà scolastica e dell'istruzione religiosa; i limiti della politica estera di una media potenza come l'Italia; il tema del centralismo e delle autonomie nel sistema universitario. -
Silvio Spaventa tra Risorgimento e Stato unitario
Silvio Spaventa ha affrontato nel corso della sua lunga esperienza politica tutti i principali temi del dibattito pubblico del suo tempo: i problemi dell'unità e dell'indivisibilità della patria fortemente sentiti dopo secoli di divisioni politiche e di particolarismo territoriale; dell'accentramento amministrativo, considerato strumento per l'unificazione della nazione, di un sistema di giustizia nell'amministrazione modernissimo per i tempi e concepito in funzione della tutela dei singoli contro gli abusi di quella; dell'intervento pubblico nell'economia contro il prepotere ricorrente del capitalismo privato; di un rapporto tra lo Stato e la Chiesa che garantisse la loro totale indipendenza dopo l'abbattimento del temporalismo e la fine delle reciproche ingerenze; della definizione del ruolo dei partiti in un sistema realmente bipartitico. -
La corte penale internazionale. Problemi e prospettive
"Due vicende, in particolare, richiedono una meditazione approfondita, anche perché, seppur apparentemente slegate l'una dall'altra, in realtà non sono prive di reciproci condizionamenti, magari causali, con aspetti in qualche modo addirittura contraddittori. Si tratta di vicende attinenti, l'una, alla posizione degli Stati Uniti nei confronti dell'istituenda Corte penale internazionale e, l'altra, all'avvio del processo Milosevic di fronte al già da tempo (1994) operante Tribunale all'Aja per crimini commessi nei territori della ex-Jugoslavia, quella meglio nota come la Jugoslavia di Tito"""". (Dalle conclusioni di Giovanni Conso) Ma a parte quello che i tribunali penali internazionali, e in particolare la Corte, hanno la potenzialità di realizzare nella repressione diretta dei crimini [...] È un fatto che essi sono inevitabilmente destinati a svolgere una funzione di stimolo, di impulso per le giurisdizioni statali, perché è l'esistenza in sé di tribunali penali internazionali che mette in luce la non collaborazione degli Stati, la mancanza di una normativa statale sostanziale e processuale adeguata, l'inerzia delle giurisdizioni nazionali, l'esistenza stessa di crimini gravissimi." -
Quintino Sella e la cultura napoletana. I lincei nell'archivio della Fonfazione Sella
Questo lavoro è il frutto di una ricerca condotta presso gli archivi della Fondazione Sella ed ha come oggetto le relazioni intercorse fra alcuni scienziati e filosofi napoletani - di nascita o di formazione - e Quintino Sella nel periodo in cui questi fu presidente dell'Accademia dei Lincei (1874-1884). Per Silvio e Rertrando Spaventa, Francesco De Sanctis, Pasquale Villari, Ruggiero Ronghi, Pasquale Stanislao Mancini, Augusto Vera, Francesco Fiorentino, Arcangelo Scacchi, Anton Dohm, il periodo di presidenza Sella inaugurò una serie di corrispondenze con lo statista biellese: per alcuni favorì la ripresa di un dialogo interrotto, per tutti costituì un'esperienza in cui lo scambio di idee arricchì il complesso intreccio di relazioni umane e scientifiche relativo alla riorganizzazione della cultura italiana dopo l'Unità. -
Presupporre e interpretare. Heidegger, il problema dei presupposti e la storicità del sapere scientifico
Le possibili implicazioni relativistiche e irrazionalistiche di una teoria heideggeriana dei presupposti - così come con rigore e chiarezza la presenta Crupi in questo libro - si evitano, da parte di Heidegger, soltanto con il richiamo alla storia dell'essere. Che certo sembra voler risolvere un problema aprendone solo un altro più ampio. Gli epistemologi anche più aperti al riconoscimento del carattere interpretativo della scienza hanno cercato soluzioni meno estreme, più ragionevoli e per lo più in una direzione ""pragmatistica"""". Ma, per quanto lodevoli, questi sforzi non sembrano davvero capaci di esorcizzare la tendenza allo """"sfondamento"""" dell'orizzonte di rilevanza che Heidegger ha sentito tanto acutamente e alla quale anche un libro come questo non può che invitarci a prestare di nuovo la dovuta attenzione."" -
Giovanni Gentile e il Rinascimento
La ricerca si propone di illustrare le vie per le quali si costituisce e si determina l'interesse di Gentile per il Rinascimento, approfondendo anzitutto gli anni della formazione, alla Scuola Normale di Pisa e all'Istituto di Studi Superiori di Firenze; valutando l'influenza che maestri insigni quali Alessandro D'Ancona, Donato Jaja, Felice Tocco e Pasquale Villari ebbero su di lui; rintracciando fin dalle prime opere gli elementi di una visione complessiva di quest'opera storica; considerando gli insegnamenti di maestri quali Bertrando Spaventa e Francesco Fiorentino, che egli non ebbe modo di conoscere personalmente ma ebbe sempre in grande venerazione. Si è cercato così di ricostruire quell'itinerario intellettuale che ha condotto Gentile a percorrere a ritroso la storia del pensiero italiano, muovendo dagli studi sulla filosofia del Risorgimento, idealizzato come momento generativo del rinnovamento nazionale, fino ad approdare alla sua valutazione dell'età rinascimentale come origine più vera della modernità tutta.