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I Ghibellini del Montefeltro e della terra di Romagna. Battaglie e gloria fra tante pellegrine spade
Il viaggiatore che nel secolo dei Lumi raggiunse Urbino e passeggiò per le vie della città, abbracciato dal caldo riflesso del sole, dovette ammirare con innegabile emozione il rosso dorato delle storiche facciate e, forse, cercò d'immaginare come poteva essere la vita quotidiana degli urbinati nei tempi memorabili della loro grandezza. Dal vasto prato antistante la trecentesca Fortezza Albornoz, il suo sguardo dovette spaziare sulla complessa e maestosa città e rimanere abbagliato, quasi disorientato, dalla visione del superbo Palazzo Ducale, germinato dal Rinascimento leggiadro e magnifico che caratterizzò il governo di Federico da Montefeltro. Varcata la soglia dell'austero portale d'ingresso non poté non alzare lo sguardo sull'enorme volta del soffitto sorretto da colonne che parevano perdersi nell'infinito, e lungo la scalinata d'onore osservare intarsi, fregi, insegne araldiche e il busto marmoreo del duca Federico, mentre attente guardie seguivano i suoi passi e leggevano nei suoi occhi l'emozione di coloro che, per la prima volta, erano entrati in quel mondo fiabesco. Probabilmente già doveva sapere che gli artefici dell'ineguagliabile capolavoro erano stati i famosi artisti e architetti, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, il primo, un dalmata che aveva infuso grazia e bellezza alle forme architettoniche del Palazzo, il secondo, un senese poliedrico assunto dal duca per terminarlo e dotarlo dei migliori confort dell'epoca. Il viaggiatore cercò d'imprimere nella mente e nel cuore le immagini di un mondo in cui aleggiava ancora il respiro del grande Federico, un'esperienza irripetibile che avrebbe certamente affidato al diario del suo gran tour italiano. Il sole doveva essere vicino al tramonto quando, in sella al suo cavallo, riprese il viaggio. Per certo doveva portare nel cuore l'incanto della città, lo stesso che, mutato quel che cè da mutare, proveranno i lettori di questa storia straordinaria dei Montefeltro, rievocata con intensa passione da Carlo Dal Monte. -
Opere per il teatro. Dieci pièce per un'infanzia senza età 1986-2010
Le opere pubblicate in questo volume antologico rappresentano una parte significativa di un corpus di 47 testi, registrati da Franco Mescolini alla Siae e da lui mai pubblicati, e di altre scritture che un gruppo di amici e allievi sta pazientemente ricostruendo. Le dieci pièce scelte, come preferiva chiamare i testi teatrali, appartengono al periodo iniziato nel 1986, durante il quale, l'autore ha mostrato un'attenzione nuova per il Teatro ragazzi, per produzioni che comunque egli pensava per pubblici di grandi e piccini: sono accomunate dalla centralità del Teatro, sia perché la scrittura è per la scena, interagisce con la fisicità dell'evento, con la fatica del lavoro attoriale, sia perché l'azione si snoda al margine temporale e spaziale di un palcoscenico nella sua malinconica umanità. Teatro nel teatro, una vita che diviene teatro e viceversa, come nella migliore tradizione drammaturgica italiana, in cui Mescolini si inserisce con merito e qualità. Con una drammaturgia di Alberto Gozzi e una biografia scritta da Franco Bazzocchi. -
Voli nel vento
Come scrive Leonardo Altieri, ""Voli nel vento"""" raccoglie tutte le poesie in versi liberi nati nel corso di un'intera vita, dalla fine dell'infanzia ad oggi, secondo che mostrano le date apposte in calce ad ogni poesia. Dunque, un diario in versi, ogni volta nuovo nei temi, nella perizia dello scrittore, negli orizzonti umani tra l'io e il noi nei quali si svolge la vita di ciascuno, sia pure con intenti, idealità e tensioni in ognuno diverse. I tempi del libro, indicati nelle sue tre sezioni, mostrano immediatamente i mondi nei quali la poesia si muove: Voli di passero raccoglie le poesie scritte tra adolescenza e giovinezza, il tempo magico e sognante della scoperta di quel che siamo e vogliamo e della conturbante scoperta dei sentimenti; la seconda parte, Voli nel movimento, è fortemente influenzata dai movimenti sociali in cui l'autore si è coinvolto, tra sogno, utopia e storia e nella totalità di un impegno il cui calore e la cui energia ci permettono l'ineguagliabile esperienza della passione politica e sociale e nello stesso tempo permettono la piena consapevolezza del nostro essere nella storia; la terza parte, Voli dal Castello - dove il Castello è l'abbreviazione popolare della nativa località dell'autore - distende una sorta di bilancio esistenziale: quel che siamo e quel che siamo stati; che senso abbiamo dato alla nostra vita, come singolo centro di desideri e di progetti, come genitori, come docenti, come attivisti; quel che siamo, nel rapporto tra il cimento di ogni giorno e il mondo ideale nel quale soprattutto si realizza la pienezza del nostro essere."" -
Fino a farti fiorire
In queste pagine aleggia, come garante, una trama che potremmo far rientrare nel genere romanzo di formazione, ben sapendo che tale categoria si occupa genericamente del processo di crescita, formazione e maturazione di un giovane protagonista - in questo caso preadolescente - alle prese con un difficile passaggio della sua crescita. Il romanzo di formazione ha caratteristiche definibili che constano di una serie di prove, di errori e disillusioni, attraverso i quali il protagonista perviene a una maggior conoscenza di sé, delle proprie capacità e dei propri limiti, giungendo infine a istaurare un rapporto positivo, o per lo meno di compromesso, con se stesso e con la realtà circostante. Ma l'autore di questo delicato romanzo non si limita a ciò e armato di una prosa poetica e leggera compone un romanzo di formazione per adulti e in particolare per genitori di questo nuovo aggrovigliato, confuso e incapace millennio. E prendendoli garbatamente per mano li porta davanti allo specchio a riflettere sui gineprai nei quali, pur con le migliori intenzioni, lasciano i propri figli mentre loro ruzzano smarriti fra crisi di coppia e briciole d'identità perdute. Il volo fiabesco che anima il romanzo di Milos Fabbri miscela abilmente motivi di riflessione e nostalgie d'infanzia: materia cara a tutti gli adulti che non hanno mai rinunciato a sognare. -
Storia politica di Cesenatico. Dal secondo dopoguerra ad oggi
Il libro racconta la storia di Cesenatico dal dopoguerra fino all'attuale giunta (2020), dal punto di vista politico e sociale. L'autore, insegnante di storia, si è basato sull'analisi dei documenti conservati presso l'Archivio Comunale e da alcune interviste con protagonisti della vita politica, per ricostruire le vicende delle amministrazioni che si sono susseguite nel corso di oltre settant'anni. Partendo dal periodo di occupazione alleata, con il governo provvisorio del '44-'45 e dalle prime elezioni libere del 1946, si segue poi la fase della ricostruzione e del grande sviluppo urbanistico degli anni '50, '60 e '70, di cui sono riportate le discussioni e le decisioni prese dai vari Consigli Comunali, e il periodo degli anni '80, nel quale si assiste ad una inedita alleanza fra comunisti e repubblicani. Fino ad arrivare agli anni di Tangentopoli, che modificherà enormemente l'assetto della giunta e del consiglio, dando nuova forma alla figura del sindaco. Chiude il libro un'appendice con gli elenchi dei vari Consigli Comunali e relative Giunte. -
E poi arriva quel giorno
La giovane protagonista con la sua ironia e forza introspettiva catapulta il lettore all'interno di un intrigante percorso dell'inconscio tra rivelazioni, delusioni, scoperte e conquiste alla ricerca del vero amore. Arriva il giorno in cui la vita lancia un segnale: non è più tempo solo di sognare ad occhi aperti ma di vivere e mettersi in gioco. Quel giorno è arrivato per Sophia e Alexander che assieme affronteranno un incredibile percorso di vita, protagonisti di un arricchente viaggio interiore, pellegrini neofiti nella geografi a dei sentimenti. La scrittura fresca e frizzante dell'autrice immerge il lettore all'interno di un ragionamento che si evolve e dispiega pagina dopo pagina, tra conflitti interiori ed esteriori, ripercorrendo lo sviluppo di un sentimento senza età: una storia d'amore dove l'amore è tutto da scoprire, costruire, gestire, addomesticare e conquistare. Alla soglia dell'età adulta, Sophia e Alexander accoglieranno la sfida del destino contro tutto, anche contro se stessi. Tanti scenari si apriranno sulla storia dei due amanti, tra bugie, intrighi, sorprese e rivincite in un'escalation verso la verità del cuore [dalla presentazione di Giulia Mauro]. -
Uomini e lupi in Romagna e dintorni. Realtà e mito, attualità e storia
Il lupo è un animale straordinario. Qualcuno direbbe ""nel bene e nel male"""", ma il bene e il male, per il lupo, non esistono: quelli sono concetti tipicamente umani. Gli animali selvatici agiscono secondo natura, niente di ciò che fanno può essere giudicato con i nostri parametri e la nostra morale. Il lupo è straordinario perché è un emblema di fierezza, libertà, forza; è un predatore eccezionale, organizzato e infallibile. Ed è straordinario anche perché ha saputo adattarsi a mille cambiamenti, contendendo a lungo all'uomo spazi, risorse e il primato di dominatore dell'emisfero settentrionale del pianeta. È molto amato da chi si sente vicino alle cose della natura, e molto odiato da chi lo vede come un assassino e un avversario. Ma questi sentimenti contrapposti sono tipicamente umani, e dunque non congrui al caso. Invece, per secoli, l'uomo ha rappresentato il lupo come un crudele uccisore di animali e di persone, malvagio e antropofago, infido e letale. Una specie contro la quale era non solo lecito, ma doveroso mettere in atto pratiche di sterminio. Per contro, certe posizioni e pubblicazioni degli ultimi decenni hanno ugualmente manipolato la realtà, negando che il lupo si sia mai comportato... da lupo, e sottacendo la verità storica di momenti e situazioni in cui il rapporto uomo-animale si era fatto critico per entrambi (certo, per responsabilità dell'uomo e non del lupo). Con un'approfondita ricerca storico-documentaria Eraldo Baldini ricostruisce il millenario rapporto uomo-lupo in Romagna e dintorni. Ci fa anche conoscere come questo animale sia divenuto protagonista del mito, della cultura popolare, delle fiabe. Il co-autore Marco Galaverni, uno dei massimi esperti italiani del settore, dà poi conto della situazione odierna, della sua recente evoluzione e di come il lupo abbia potuto """"riconquistare"""", anche da noi, presenza e spazi, nel raggiungimento di una realtà molto positiva dal punto di vista ecologico e naturalistico e, nel contempo, nel ripresentarsi di problematiche da affrontare con razionalità e con nuove sensibilità. Prefazione di Massimiliano Costa."" -
I tesori gastronomici dell'Appennino casentinese. Raviggiolo, tortello alla lastra, ciavarro o salsiccia matta romagnola all'aglio, o sambudello toscano
Negli anni dei suoi ""vagabondaggi"""" e delle sue indagini, al nascere di Slow Food (di cui fu uno dei fondatori), per Graziano Pozzetto la scoperta dell'Alto Appennino tosco-romagnolo e delle Foreste del Casentino fu come un dono prezioso, l'esperienza di sapori e profumi capaci di gratificare non solo il palato - quello evocato da Tonino Guerra quando ricordava «il raviggiolo freschissimo di Casteldelci» come «una carezza del palato!» -, ma anche il cuore e l'anima: la conoscenza dell'identità montanara; una bio-diversità (antelitteram) autentica; uno spirito di appartenenza ad un'altra Romagna, più silenziosa e genuina; una cultura gastronomica non priva di storiche contaminazioni toscane, nel felice legame identitario di due regioni: tutto questo significò per il nostro grande maestro della tavola l'incontro con gli orizzonti del Casentino e dei suoi territori. Così, in questo volume - l'ultimo delle sue numerose opere, ma non ancora l'ultimo della sua vita, per la sua passione e la sua sapienza di massimo degli esperti romagnoli della cucina e tra i primi in Italia - Graziano si è proposto di codificare una cultura montanara tra le più rappresentative. Lo ha fatto concentrandosi sullo studio di tre specialità: il raviggiolo presidio Slow Food; il tipico tortello alla lastra; il caratteristico ed esclusivo ciavarro o salsiccia matta all'aglio (il sambudello del versante toscano), assumendole come rappresentative di un intero mondo: del quale, come sempre, l'autore ci rende storia e cultura, uomini e paesi, dicerie e leggende, idiosincrasie e polemiche, e insomma un intero universo, ricostruito nelle ridenti allegrezze della tavola [rc]."" -
Lievito nel pane. La forza del ricordo
"Sotto gli archi del «Ponte Vecchio» abbiamo accolto questo libro come un dono, per la struggente bellezza delle sue pagine, per una ininterrotta celebrazione del ricordo, che nemmeno per un poco si abbandona alla retorica del buon tempo andato, bensì riporta sulla pagina le intatte purezze della memoria e di esse si alimenta nella consapevolezza del loro intatto valore, cui non sono necessari gli orpelli della letterarietà. Sergio sa bene come le nostre origini - e per lui i luoghi e gli eventi, le donne e gli uomini della nativa Savignano di Rigo, nella Romagna aerea dell'Appennino - segnino per sempre quel che per sempre saremo, sa bene come ognuno di noi sia soprattutto la sua propria memoria, in primo luogo quella del tempo incantato e sognante dell'infanzia. In ciò la forza del ricordo, la sua tirannia e il suo valore. In questo orizzonte, un poeta ricco di una lucida consapevolezza di quel che sia la poesia distende per noi una tenera, incantata spoon river romagnola, insieme tragica e dolcissima, nata dalla saggezza di chi ha piena cognizione di come la gioia e il dolore se ne vadano insieme in questo viaggio al quale per avventura abbiamo dato il nome di vita."""" (Roberto Casalini)" -
Il pensiero politico nella Repubblica di Weimar. Carl Schmitt, Hermann Heller, Gerhard Leibhloz
Dopo la disfatta della Germania nella prima guerra mondiale, la città di Weimar venne scelta come sede dell'assemblea costituente da cui nacque la Repubblica, che durò fino alla presa del potere da parte dei nazisti nel 1933. Durante la sua breve vita la Repubblica di Weimar, la nuova Germania, produsse opere eccelse in ogni campo del sapere e dell'arte, ma il suo sistema politico, pur fondato su una carta costituzionale frutto di grande sapienza giuridica, presentava debolezze e contraddizioni che furono causa non ultima della sua fine e che diedero vita a un intenso dibattito teorico, incastonato in una ricchissima produzione di teoria politica. Di questa produzione si tracciano in questo libro le linee essenziali, con riferimento a tre fra i maggiori autori, il cui pensiero politico è, per aspetti diversi, di grandissima attualità, in quanto investe, tra l'altro, il problema della crisi dei sistemi rappresentativi. -
L' infelicità dei letterati
"L'infelicità dei letterati"""" (De litteratorum infelicitate), opera scritta in latino dall'umanista Pierio Valeriano nel 1529, è un capolavoro della letteratura rinascimentale. Composto dopo il Sacco di Roma (1527) per rivelare all'Europa il danno portato da lanzi e spagnoli alla capitale della cultura, diventa nella prosa del Valeriano non solo l'evocazione del crepuscolo di una civiltà, ma anche un'indagine sociologica imprevedibile. Molto prima della violenza portata nell'Urbe dalle soldatesche di Carlo V, la condizione dei letterati italiani appare a Valeriano difficile e dolorosa. Vittime dell.umore dei mecenati, pedagoghi mal retribuiti, segretari di principi più amanti delle armi che della poesia, gli scrittori cari al nostro umanista sono visti come un anello debole della società. Un'opera di cui il saggio in forma di dialogo del Valeriano costituisce l'ombra necessaria, un vero Antirinascimento contrapposto al Rinascimento." -
La storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche
Quando nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino, molti pensarono di trovarsi di fronte nientemeno che alla ""fine della Storia"""", si commise un gravissimo errore, prontamente smentito dai tragici eventi del l'11 settembre 2001. Pensare che la Storia fosse ormai abitata soltanto dal liberalismo, che questi avesse definitivamente sconfitto le istanze della corrente di pensiero avversa, il socialismo, senza per giunta lasciarsene minimamente influenzare, rappresentò un'illusione che va assolutamente superata se si vuole comprendere il mondo contemporaneo. Che è figlio tanto di Marx quanto di Locke e delle rispettive tradizioni di pensiero. Senza contare la presenza di quell'ospite assai inquietante, e filosoficamente destabilizzante, che per la cultura occidentale è stato Nietzsche. Tra indagine filosofica ed analisi storica, questo libro si presenta come un'articolata e ambiziosa ricostruzione di molte delle idee e delle vicende più importanti dell'Occidente, analizzate in maniera nuova e spregiudicata e con l'intento di superare quei luoghi comuni che hanno condotto all'illusione che la Storia sia finita."" -
La fortuna. Testo latino a fronte
Il trattato sulla Fortuna di Pontano, segretario dei re Aragonesi di Napoli, porta i segni della tragedia che si consumò nel Meridione fra il 1500 e il 1503, e conclude significativamente l'attività di uno scrittore prolifico, per lo più noto soltanto come uno dei maggiori poeti latini del Rinascimento. Edito postumo nel 1512, e, quasi per un gioco della sorte, alla vigilia del Principe di Machiavelli - al quale la riflessione pontaniana sulla ""fortuna"""" non è da escludere che fosse nota - viene ora riproposto, a cinquecento anni di distanza dalla prima edizione. Francesco Tateo, nel lungo saggio introduttivo, ripercorre i problemi testuali, i temi filosofici e teologici dell'opera, e sottolinea che il testo, presto rimosso dalla cultura ufficiale cattolica, deve l'immeritato oblio al suo pensiero pessimistico e paganeggiante."" -
Storia del Rinascimento cristiano in Italia
"La Storia del Rinascimento cristiano in Italia"""" di Vladimir N. Zabughin è un libro che il letterato russo dedicò alla cultura del paese che seppe ospitarlo come professore di Filologia umanistica a Roma, dopo la tragedia della Rivoluzione del 1917. Studioso d'inquieta spiritualità, Zabughin vi rilegge la storia letteraria e filosofica dall'età di Dante a quella di Tasso, per scrutarne l'intersezione fra cultura laica e religiosa dall'aurora rinascimentale all'età barocca. Nel saggio emerge una rigorosa storia di pensiero etico e metafisico ricostruito tra autori maggiori e minori, taluni ancor oggi poco frequentati da critica e lettori (Maffeo Vegio, Gregorio Correr, Enea Silvio Piccolomini, il Pontano e il Sannazaro latini, Giacomo Bona Girolamo Vida...). Le fini correlazioni tra testi, musica e arti figurative coeve, rendono l'affresco di Zabughin opera degna della storiografia tedesca di modello hegeliano (Geistesgeschichte). Ma soprattutto isolano il singolare libro apparso incompiuto e postumo nel 1924 sia dal contesto della scuola storica allora imperante in Italia, sia dalle visioni estetizzanti e pagane del Rinascimento debitrici di Jacob Burckhardt e Georg Voigt." -
La tavola di Cebete. Testo greco a fronte
Opera di un anonimo autore eclettico vissuto tra il I e il II secolo d. C., scritta in una lingua così semplice da guadagnarle il titolo di ""classico"""" nell'insegnamento del greco dal Rinascimento fino a tutto l'Ottocento, la Tavola di Cebete segue gli itinerari dell'uomo virtuoso nella vita, dacché nasce fino al conseguimento della felicità, mostrando da un lato le fatiche di un'esistenza spesa alla ricerca della sapienza e della virtù, dall'altro i fallimenti e le disillusioni di coloro che si lasciano ammaliare dalla fortuna e dai vizi. Il nome di Cebete rimanda alla veneranda tradizione pitagorica, cui la Tavola non appartiene per contenuti, giacché la sua dottrina si inserisce pienamente nell'ambito della morale ellenistica, variamente influenzata dal platonismo, dal cinismo e dallo stoicismo. Tanto ammirata da umanisti del calibro del Giraldi e del Gronovio, e ricordata da Vico, Campanella e Leopardi, la Tavola di Cebete è caduta nell'oblio da quando l'interesse per la sua dottrina morale non ha più stimolato letterati e filosofi, insegnanti e studenti."" -
Ricordi di Friedrich Nietzsche
Forse nessuno di coloro che hanno scritto su Nietzsche ha partecipato per così lungo tempo e così da vicino alle vicende della sua vita. Dopo il periodo trascorso insieme nel collegio di Pforta e all'università di Bonn, Deussen è rimasto in costante rapporto con Nietzsche fino alla fine, attraverso un nutrito carteggio e vari incontri. Questi suoi Ricordi di Friedrich Nietzsche, scritti poco dopo la scomparsa dell'amico, in anni in cui il dibattito intorno alla figura del controverso filosofo andava via via accendendosi, sono un documento prezioso per conoscere Nietzsche da vicino, in una narrazione equilibrata che non sposa né la causa dei detrattori, né quella degli apologeti. -
Quo vadis, Italia?
"Quo vadis, Italia?"""" racconta lo stato di cose presente del nostro Paese: il disastro ambientale e sanitario della Campania e del Mezzogiorno d'Italia, il traffico di rifiuti tossici, l'inquinamento delle falde acquifere, la truffa degli inceneritori, l'omologazione del ceto imprenditoriale italiano alle organizzazioni criminali, la """"borghesia mafiosa"""" e la nuova classe economica dei gestori dei rifiuti. Chiunque, in qualsiasi momento, può conoscere l'ammontare del debito pubblico italiano, ma quanto pesa sulla nostra testa la distorsione dell'istituto della concessione e delle """"leggi criminogene"""" sui lavori pubblici? La spesa pubblica fuori controllo arricchisce le mafie rovinando le città, i paesaggi e le imprese oneste. Quali sono le forze economiche responsabili del disastro? Dov'è finita la dimensione della politica e dell'interesse pubblico? """"Quo vadis, Italia?"""" è dedicato a quell'Italia che lotta contro il """"blocco sociale"""", vero ostacolo a tutti gli sforzi compiuti dal 1860 ad oggi per l'Unità e per l'avanzamento democratico e civile del Paese." -
Alle fonti del Clitunno
Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff (1848-1931), il più autorevole antichista tedesco dell'età guglielmina, apprezzava molto la figura di Giosue Carducci, soprattutto per il suo essere al tempo stesso poeta dotto, professore universitario e fiero patriota. Nel 1879 aveva ricevuto in dono da Theodor Mommsen, suo suocero, una copia delle ""Odi barbare"""". Ne rimase a tal punto affascinato da volerne tradurre alcune in lingua tedesca. Qualche anno dopo, nel 1885, tenne una conferenza in onore del moderno poeta della nazione italiana. Lo scopo dichiarato è quello di far conoscere al pubblico tedesco Carducci ed il suo celebre componimento sulle fonti del Clitumno, di cui Wilamowitz offre in chiusura una propria traduzione. Ma la conferenza spazia tra autori latini antichi e italiani moderni, tocca tematiche quali la politica augustea, la pittura del Rinascimento, la religiosità francescana, risolvendosi in un'avvincente lezione di filologia storica. Precorritrice di una Realpolitik, che alcuni decenni dopo trovò espressione nei Patti Lateranensi (1929), è l'idea che il cattolicesimo debba essere il cemento della nascente nazione italiana."" -
Bridgescape. Opere e progetti 1999-2010. Ediz. italiana e inglese
I ponti emanano un particolare fascino come elementi ordinatori del paesaggio. Probabilmente perché la loro ragione d'essere, unire, è insieme una funzione e una metafora. Per questo il ponte, nelle sue espressioni progettuali più alte, ha una sua intrinseca poetica, che deriva dall.incontro tra caratteristiche contrapposte: il bisogno di stabilità e la leggerezza visiva, il rigido calcolo strutturale e l'impatto emotivo della sua forma estetica. I progetti di Enzo Siviero presentati in questa pubblicazione sono caratterizzati proprio da questa suggestiva interpretazione, strutturale e poetica, del tema del ponte, che si pone nel solco della tradizione reinterpretandola alla luce delle più moderne possibilità strutturali. -
Nomos e guerra. Glosse al «Nomos della terra» di Carl Schmitt
Un classico tema della dottrina giuridica internazionalistica, quello delle forme di limitazione dell'esercizio della guerra, ossia dei modi di contenimento della violenza in base ai sistemi di riconoscimento propri della civilizzazione occidentale, svolto in relazione alle tesi di un autore, Carl Schmitt, ritenuto anch'egli ormai da tempo un classico del pensiero giuridico e politico del Novecento, nonché agli sviluppi in campo antropologico di una teoria generale del sacrificio: queste le coordinate entro le quali si incardina il presente tentativo di rilettura, che procede mediante ""quartamento"""" e disarticolazione in frammenti del tema esaminato, in quattro movimenti.""