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Decolonizzare l'antirazzismo. Per una critica della cattiva coscienza bianca
In una fase storica in cui il dibattito sul razzismo torna prepotentemente al centro dell’arena politica, il volume si propone di analizzarlo come elemento connaturato ai rapporti di produzione capitalistici e al progetto coloniale che li accompagna. È quindi netta la discontinuità con le narrazioni prevalenti che relegano il razzismo a fenomeno puramente culturale o psicologico, oppure a mera conseguenza della crisi economica o dei nuovi flussi migratori internazionali. Con approcci diversi, studiose e studiosi antirazzisti di livello internazionale spiegano invece come razza e processi di razzialiazzazione strutturino storicamente lo sviluppo del capitalismo, evidenziando i caratteri intrinsecamente coloniali della narrazione europea e del lessico umanitario di sinistra. Contributi di Houria Bouteldja, Dhanveer Singh Brar, Anna Curcio, Jamila Mascat, Miguel Mellino, Alvise Sbraccia. -
Il postumano. Vol. 2: Saperi e soggettività.
La «condizione postumana» è caratterizzata dalla concomitanza di Quarta rivoluzione industriale e Sesta estinzione di massa. Cosa che ci colloca a metà tra l'entusiasmo per gli sviluppi tecno-scientifici e la paura indotta dai cambiamenti climatici e dalla crisi ambientale. Ma la congiuntura postumana è anche il momento storico in cui la categoria di «Uomo» perde la sua funzione di referente privilegiato: un momento di cui approfittare per pensare criticamente e creativamente a ciò che possiamo diventare. Partendo da teorie e pratiche femministe, antirazziste e postcoloniali, Rosi Braidotti sostiene che quella di «umano» non è mai stata una categoria neutrale, bensì uno statuto a cui si accede per potere e privilegio. In questo secondo volume della trilogia dedicata al postumano, la filosofa analizza l'impatto che la presente condizione ha sulla costituzione di soggettività, saperi e scienze sociali. I saperi postumani non sono infatti solo una forma alternativa di conoscenza, sono anzitutto una speranza politica. L'invito è ad attivarsi per superare l'antropocentrismo e la violenza che porta con sé, quando le onde della storia globale sono sul punto di cancellare dal pianeta molte altre specie. -
La saggezza del giardiniere. L'arte del giardino planetario
Interrogare le tecniche e le conoscenze del giardiniere significa certo modificare le prospettive e disporre il paesaggio nella forma di un quadro, ricomporre i rilievi e le aiuole, organizzare gli spazi destinati agli incontri e allo svago, ma anche semplicemente guardare, pronti a cogliere quell'imprevisto della vita che lo straordinario Gilles Clément ci ha ormai insegnato ad aspettarci. Nei suoi giardini, nei nostri e nella vita sociale che grazie al suo pensiero e al suo lavoro inizia a costruirsi.rnIl giardino è quel recinto destinato a proteggere quanto abbiamo di meglio: il meglio dei frutti e degli ortaggi, il meglio della flora che ci nutre e che nella sua diversità sfruttiamo, il meglio degli alberi e dei fiori, il meglio dell'arte che li dispone in uno spazio di bellezza e preservazione. In questo consiste la millenaria arte dei giardini, che nei secoli si è dispiegata tra architettura e decorazione. Ma oggi l'arte dei giardini ha una sfida maggiore: preservare e contribuire a rilanciare la vita in tutti i suoi aspetti, valorizzando e aiutando a diffondere quella biodiversità vegetale e animale che le nostre forme di vita sempre più minacciano. -
Culture extreme. Mutazioni giovanili tra i corpi della metropoli
Culture eXtreme è stata la prima e più importante ricerca etnografica sulle culture giovanili e i movimenti radicali degli anni Novanta, all'indomani del crollo del Muro e della fine delle «grandi narrazioni». Ha segnato un modo di leggere le trasformazioni, i comportamenti, le abitudini del consumo e più in generale le città contemporanee. Un libro che ha saputo analizzare come, sulla soglia della fine del Novecento, attraverso un insieme di soggetti, gruppi, eventi, zone diversamente abitate, si andasse ridisegnando una metropoli alternativa. Riviste, stili, icone, suoni, simboli che presero i nomi di Fintech, Link, Toretta, Torazine, Fika Futura, Decoder, Pirateria di Porta, Luther Blissett. In poche parole, gli anni Novanta delle metropoli italiane. Espressioni artistico-creative che vagavano nelle «zone temporaneamente autonome» dei rave animati da centinaia di migliaia di persone. Una costellazione sociale che era l'espressione di un mutamento radicale delle forme di vita. La nuova edizione, ampliata e corretta, del libro ripercorre quel momento storico, ricco di trasformazioni e di innovazioni. -
Raniero Panzieri e «I quaderni rossi». Alle radici del neomarxismo italiano
Raniero Panzieri è uno dei principali intellettuali e organizzatori culturali del movimento operaio italiano del secondo dopoguerra. Negli anni Cinquanta è stato dirigente del Partito socialista e direttore di «Mondo operaio», teorico delle famose tesi sul controllo operaio e sulla democrazia diretta, fautore di una rilettura di Marx, di cui ha tradotto il secondo volume del Capitale. Trasferitosi a Torino, dove ha collaborato con la casa editrice Einaudi, ha fondato la rivista «Quaderni rossi», dalla quale è nata l'esperienza della nuova sinistra e dell'operaismo politico italiano. Il rifiuto di Panzieri delle ideologie «oggettivistiche», ovvero dell'esaltazione delle macchine e delle tecnologie concepite come strumenti neutrali, rivela la necessità di analizzare lo sviluppo dei rapporti di produzione capitalistici nell'era del «miracolo economico» alla luce delle lotte operaie. Prematuramente scomparso a soli 43 anni, la sua attività politica di ricerca rivelerà la sua forza di anticipazione nel «biennio rosso» '68-69, oltre a essere punto di riferimento per la sociologia del lavoro critica dei decenni successivi. A cent'anni dalla sua nascita, il volume inquadra storicamente la straordinaria biografia intellettuale e politica di una figura ancora troppo poco conosciuta. -
Violenza politica. Visioni e immaginario
L'analisi della violenza può spiegare come il potere si forma e viene distribuito in una società, e come tale distribuzione può essere alterata. È questo lo scopo del presente libro. Le parole «visioni» e «immaginario» nel titolo alludono alle diverse prospettive seguite e alle fonti eterogenee utilizzate. Queste ultime non derivano esclusivamente dal campo criminologico - ambito nel quale Vincenzo Ruggiero è tra i maggiori esponenti sul piano internazionale - ma anche da aree quali la teoria sociale, le scienze politiche, la critica del diritto e la letteratura di finzione. Con brio ed erudizione, Vincenzo Ruggiero offre una visione insolita e originale della violenza politica. Attingendo a filosofia, sociologia, criminologia e scienze politiche, la sua analisi spazia su un territorio che incorpora violenza sistemica e istituzionale, comportamento delle folle, tumulto, sommossa e rivolta, terrorismo e guerra. Nella violenza politica Ruggiero trova la fonte di molti dei maggiori pericoli che dobbiamo affrontare nel nostro presente e immediato futuro, nonché il potenziale di emancipazione e liberazione. -
Bruno Latour. Irriduzionismo. Attante. Piattezza. Ibridi. Gaia
Il testo fornisce un accesso conciso e omogeno al pensiero di Bruno Latour, autore poliedrico e controverso, la cui influenza su un'ampia serie di campi di ricerca è decisa e crescente. Dalla filosofia all'antropologia, le innovazioni concettuali latouriane hanno contributo alla creazione di interi paradigmi di ricerca dal carattere radicalmente interdisciplinare. Il pensiero di Latour viene qui reso attraverso la sequenza di cinque concetti, che segnano l'originalità del suo approccio e rivelano l'intenzione costante di superare gli schemi classici della modernità in forza di una consapevole iconoclastia. Il libro restituisce l'immagine di un pensatore anticonformista, provocatorio e a tratti urticante, che ha saputo segnare con forza incomparabile uno scarto teorico dalla ricca potenzialità creativa. Una sorta di «effetto Latour» è oggi tale da farsi registrare in ambiti tutt'altro che prossimi, dall'economia all'architettura, dalla medicina all'ecologia politica. -
Carl Schmitt. Eccezione. Decisione. Politico. Ordine concreto. Nomos
Il testo fornisce un accesso conciso e unitario al pensiero di Carl Schmitt, autore decisivo quanto controverso, attraverso la presentazione e discussione di cinque concetti chiave della sua riflessione. Si tratta di una riflessione scientemente e provocatoriamente a cavallo tra politica e diritto, del cui carattere anfibio si darà conto facendo reagire i concetti richiamati con i mutamenti e i conflitti che negli ultimissimi tempi hanno interessato soprattutto i rapporti tra ambito politico e ambito giuridico. In questa riattualizzazione di un pensatore già da tempo tornato prepotentemente nel dibattito pubblico (ben oltre la cerchia degli studi accademici) è da vedersi il carattere innovativo di un testo che non rinuncia al contempo a spiegare nel dettaglio, in modo essenziale quanto analitico, i concetti che verranno messi a tema. Il libro delinea così i tratti fondamentali di un pensatore che ha saputo innovare, spesso con efficace vis polemica, i termini del dibattito nei campi della filosofia politica e della riflessione giuridica, influenzando al contempo ambiti disciplinari diversi ma interconnessi come le relazioni internazionali, la storia delle idee e la sociologia politica. -
Il sapere della libertà. Vita e opere di Charles Wright Mills
Charles Wright Mills (1916-1962) è stato un sociologo americano. Intellettuale scomodo e non gradito al mondo accademico, la sua figura è ancora troppo poco conosciuta, soprattutto in Italia. rnVissuto in un periodo di ripiegamento del movimento operaio e nell’epoca del maccartismo, è stato tra i protagonisti di una generazione che si preparava a contestare l’American way of life e le élite del sistema mondiale. rnCon la sua critica alla società di massa, all’organizzazione del lavoro, alle strutture burocratiche, economiche e militari, alle forme di governo che impedivano una reale partecipazione democratica, Mills ha anticipato e influenzato molti dei temi centrali della nuova sinistra negli Stati Uniti e sul piano internazionale. Libri come Colletti bianchi o Le élite del potere sono dei classici della sociologia contemporanea e del pensiero critico, espressioni di un sapere finalizzato a rendere rnla società meno ingiusta e più libera. rnQuesto libro ne ricostruisce la straordinaria biografia e rappresenta un’introduzione teorica rna un autore tutto da riscoprire. -
Gli autonomi. Autonomia operaia a Genova e in Liguria. Vol. 7: Parte prima (1973-1980).
Il libro, prima parte di un'opera in due volumi, ricostruisce il percorso di una federazione di comitati che nel corso degli anni Settanta, a Genova, hanno dato forma a una critica radicale al duplice conservatorismo locale: quello del ceto mercantile e redditiero e quello del Partito comunista in alleanza con il sindacato. Lo scontro, aspro e violento, si è svolto in uno scenario caratterizzato dal declino industriale di quello che era stato uno dei vertici del triangolo economico dell'Italia del Novecento, dall'egemonia del Partito comunista e dalla vicenda totalizzante delle Brigate rosse. -
La rivolta dello stile. Tendenze e segnali dalle subculture giovanili del pianeta Terra
Questo libro offre gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo.È il 1983 quando viene pubblicata la prima edizione del libro La rivolta dello stile, con il quale si pone in Italia l’urgenza di capire le culture giovanili degli anni Novanta, gli eredi dei Ted Boy, degli Skinhead, dei Mod, dei Punk. Dal Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, il primo centro di ricerca rivolto all’indagine delle subculture, nel corso dei decenni si afferma una corrente di studio capace di leggere l’antagonismo simbolico e la critica della cultura dominante che trova espressione nello street style, nella creatività, nelle forme artistiche. Questo libro continua a offrire gli strumenti per comprendere le espressioni della radicalità fondate sullo stile che, a partire dagli anni Ottanta, si affermano in Gran Bretagna e via via attraversano il continente europeo, e non solo. Attraverso testimonianze dirette, materiali unici e interpretazioni critiche, il libro racconta le esperienze di una gioventù ribelle che nella moda, nella musica e nella creatività va alla ricerca di forme di aggregazione che sono ancora le nostre. -
Valore, moneta, tecnologia. Capitalismo e scienza economica
Un'introduzione all'economia politica per capire il presente del denaro, dello sfruttamento, delle crisi.Il libro pone al centro della sua analisi i tre problemi su cui è nata la scienza economica agli albori del capitalismo: valore e accumulazione, ruolo della moneta e progresso tecnologico. Tre variabili che, pur avendo determinato lo sviluppo del capitalismo, oggi non sono affatto al centro dell'analisi del pensiero economico. Per il neoliberismo, infatti, la moneta è neutrale, il progresso tecnologico è determinato dalla scienza, il tema dell'accumulazione non si pone e il valore si crea solo nella fase della circolazione della merce. Qui, al contrario, l'attenzione è posta sulla natura intrinsecamente instabile del modo di produzione capitalistico, inteso come un'economia monetaria di produzione, dinamica, in grado di creare continuamente accumulazione e ricchezza. -
Guido Bianchini. Ritratto di un maestro dell'operaismo
"Guido Bianchini è nato a Verona nel 1926. Da giovanissimo prende parte alla lotta di liberazione. Negli anni Sessanta milita nel Partito socialista, diventando poi una figura chiave delle esperienze del cosiddetto «operaismo politico italiano», in particolare della rivista «Classe operaia» e dei primi gruppi veneto-emiliani di Potere operaio. Il 7 aprile 1979 è infatti tra gli arrestati della Procura di Padova con l'accusa di essere a capo di tutta l'eversione armata italiana.""""" -
Territorio senza governo. Tra Stato e regioni: a cinquant'anni dall'istituzione delle regioni
Un territorio lasciato alla deriva dalle istituzioni che dovrebbero governarlo: questo, in sintesi, è il filo conduttore del volume, redatto con il contributo di economisti, giuristi e urbanisti. Lo Stato appare del tutto inerte e irrisolte rimangono questioni di assoluta rilevanza come il contenimento del consumo di suolo, il finanziamento dell'edilizia residenziale pubblica, il coordinamento dei piani paesaggistici, l'aggiornamento della legge urbanistica e la regolamentazione degli interventi a seguito di eventi calamitosi. L'affidabilità delle regioni si è andata riducendo nel susseguirsi delle legislature e sempre più evidente è la divaricazione tra regioni del centro Nord e del Mezzogiorno. Dominano nella legislazione regionale i provvedimenti parziali e la crescente attenzione per le istanze degli operatori privati. In questo contesto la regionalizzazione di ulteriori compiti e funzioni può produrre il dissolvimento dello Stato centrale e incidere fortemente su eguali diritti e sulla coesione sociale e territoriale. -
Mal di Cina
Dalla morte di Mao nel 1976 all'adesione al Wto nel 2001 si svolgono eventi epocali che portano la Cina sul palcoscenico mondiale. Le vicende della Repubblica popolare modellano il futuro di un gruppo di ventenni, intrecciandosi ai loro studi, ai loro affetti, alle loro carriere. L'amore tra un insegnante cinese e la sua allieva italiana sorregge l'arco della narrazione. Lui la corteggia con i versi, lei gli affida la bussola per scoprire un paese seducente. Sospinti da un entusiasmo giovanile, i personaggi reagiscono diversamente alle scelte politiche, alla repressione di Tian'anmen, ai decenni scanditi dai successi economici della Cina. Le loro vicende personali confermano che le conseguenze della globalizzazione non sono neutre né indolori. -
La mamma è uscita. Una storia di arte e femminismo
La storia dei primi fermenti di arte femminista in Italia attraverso l'avventura politico-poetica di due artiste, mogli, madri, compagne, che scoprono la propria identità e condizione minoritaria e, nel 1974, fondano il «Gruppo Femminista Immagine»: Milli Gandini e Mariuccia Secol. Il libro è il racconto autobiografico del percorso che le porta a condividere con altre artiste, e con il gruppo del Salario al Lavoro Domestico, la medesima lotta politica. Oltre alla restituzione delle conquiste culturali - la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1978, l'invito di Fellini a partecipare a La città delle donne, le mostre internazionali - le autrici ricostruiscono il contesto e l'atmosfera del tempo includendo anche la temporanea damnatio memoriae subita alla fine degli anni Ottanta. -
Gli autonomi. Autonomia operaia a Genova e in Liguria. Vol. 8: Parte seconda (1981-2001).
Il libro, seconda parte di un’opera in due volumi, ricostruisce il contesto genovese e ligure dei primi anni Ottanta dal punto di vista di ciò che resta dell’Autonomia operaia: un vuoto sociale in cui spopola l’eroina e si accendono le controversie sulla «dissociazione» dai precedenti percorsi politici. Mentre la città, distretto industriale, perde ulteriori 25.000 posti di lavoro nelle fabbriche e le banchine del porto si svuotano. In un racconto corale, il libro ripercorre la storia della lenta ripresa del movimento a Balbi, gli interventi militanti a Voghera e a Comiso, l’avvento dei punk e la ricostruzione, a partire dal 1985, di una scena ampia di spazi sociali e collettivi. Il movimento antinucleare, le attività dei Centri sociali, il movimento universitario della Pantera, le lotte dei Cobas scuola, la costituzione dell’Associazione Città Aperta e il Movimento dei migranti, le Tute bianche sono situazioni che interagiscono con una città profondamente cambiata nella sua composizione sociale, demografica, antropologica, fino ad arrivare alle moltitudini che popoleranno le giornate di Genova durante il G8 del luglio 2001. Nonostante la discontinuità storica i nuovi movimenti reintroducono nel loro agire, rielaborandoli, i riferimenti teorici all’operaismo e lo «stile autonomo» del lavoro politico. Un percorso di vent’anni che approda agli eventi esaltanti e tragici del luglio 2001, la contestazione del G8, di cui si tenta in questo volume un primo bilancio critico nel suo anniversario. -
Pensare l'abisso. Jacques Lacan e la sovversione del soggetto
«Di certo, non è possibile considerare Lacan come un pensatore politico, quantomeno se stiamo ai canoni [...]. L'unico modo di concepire la sfida è allora quello di verificare come, nel lavoro dello psicoanalista, il tema politico risulti del tutto centrale, anche, e forse soprattutto, quando sembra che egli non ce ne parli affatto. Da questo punto di vista, si può affermare che Lacan parli dunque di politica, che non parli, in fondo, d'altro. Ma lo fa, parlandoci di psicoanalisi, di inconscio, di sintomi, di godimento e di desiderio. E forse è proprio qui che staziona la grandissima rilevanza della sua riflessione per un'analisi del politico. Non tanto perché, come abbiamo da tempo imparato a dire, tutto è in fin dei conti politico. Ma poiché se qualcosa che si chiama discorso analitico esiste, esso non può che prendere corpo nei punti di caduta di un discorso che si trova strutturato, nei suoi ordinamenti interni, dalle funzioni plasmanti della politica». -
Neorealismo. Il cinema della vita quotidiana
"Per la storia del cinema, il Neorealismo è una pietra miliare. Con una forma cinematografica dirompente ha portato la macchina da presa sulle strade, utilizzando attori non professionisti e catturando una realtà che nel girato ha saputo restituire arricchita di profondità critica e analisi sociale. Nato nel pieno della Seconda guerra mondiale, il movimento neorealista ha espresso un forte desiderio di libertà, soffocato nel ventennio della dittatura fascista. Ma anche i governi del Dopoguerra hanno non poco osteggiato i registi neorealisti, accusati di «mostrare gli stracci», ovvero i problemi irrisolti e le forti disuguaglianze sociali della ricostruzione italiana. Anche per questo, almeno agli inizi, il movimento sarà più riconosciuto a livello internazionale che in Italia. Con una scrittura chiara e dettagliata, il volume è un prezioso strumento di introduzione a questa pagina fondamentale del cinema e della cultura del Novecento." -
Sulla riproduzione della capacità umana vivente. L'industrializzazione della soggettività
Romano Alquati è stato un sociologo e militante, figura centrale dell'operaismo politico italiano. Il suo nome è legato a elaborazioni teoriche capaci di leggere le trasformazioni industriali e le lotte operaie del decennio Settanta. Conosciuto per la sua «conricerca», un metodo di analisi dei processi sociali che attinge all'antropologia e alla storia orale, negli anni Ottanta e Novanta si è impegnato nella costruzione di un'interpretazione complessiva del capitalismo contemporaneo. Alquati scrive Sulla riproduzione della capacità umana vivente al giro di boa del millennio. Negli anni dell'espansione della globalizzazione capitalistica e del breve ciclo del movimento no global, dello sviluppo della new economy e della sua crisi, dei dibattiti su neoliberismo, postfordismo, fine del lavoro. In una direzione differente, Alquati propone un'ipotesi forte: la riproduzione di quella che viene chiamata forza lavoro e lui definisce capacità lavorativa umana vivente, merce principale del capitalismo, sta diventando luogo diretto della valorizzazione di capitale e di dominio. Riprodurre capacità umana è dunque un lavoro: quando riproduciamo gli altri e quando riproduciamo noi stessi. La riproduzione di cui parla l'autore non è solo lavoro di cura o lavoro delle donne: è un lavoro trasversale, sottoposto a un processo di forte industrializzazione, centrale anche per ogni ipotesi di fuoriuscita dall'esistente.