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Pedalo dunque sono. Pensieri e filosofia su due ruote
Un gruppo di ciclisti-filosofi, atleti del pensiero che amano muoversi a colpi di pedale, riflette intorno alla bicicletta. Se come affermava Aristotele ""l'essere si dice in molti modi"""" anche la bicicletta si può declinare in tante sfumature diverse. La bici è un mezzo per leggere le piccole cose della quotidianità, ma anche per leggerci dentro, consentendoci così di recuperare un tempo lento e naturale. Pedalando si possono sciogliere i problemi che ci assillano; pedalando ascoltiamo solo il battito del nostro cuore, assaporiamo la strada, il vento, la fatica; pedalando assieme a Epicuro cerchiamo di raggiungere il traguardo della felicità."" -
Il Cammino celeste. A piedi da Aquileia al Monte Lussari
Il ""Cammino celeste"""" o """"Iter aquileiense"""", è un itinerario ideato grazie all'iniziativa di un gruppo di persone appartenenti a diverse associazioni, accomunate dal desiderio di essere dei pellegrini, donne e uomini che per qualche giorno lasciano la loro vita ordinaria per trasformarsi in viandanti, tra loro molti hanno vissuto l'esperienza del Cammino di Santiago de Compostela. È un percorso internazionale che si propone di favorire l'incontro fra pellegrini di diversi stati in un luogo molto particolare, il santuario del Monte Lussari dove è custodita un'antica statua della Madonna venerata dalle genti del Friuli Venezia Giulia e del resto d'Italia, della Carinzia e dell'Austria, della Slovenia: esse lo raggiungevano percorrendo sentieri che gli autori sono riusciti in parte a riscoprire grazie ai segni ancora visibili della loro fede e della loro creatività. Il Cammino celeste, percorso per la prima volta nell'estate 2006, è composto da tre itinerari aventi origine in tre località particolarmente significative per la storia e la tradizione di fede di queste terre di confine: Aquileia in Italia, Brezje (santuario mariano presso Kranj) in Slovenia e Maria Saal a nord di Klagenfurt, località importante per la storia della Carinzia e per l'identità culturale e religiosa della cosiddetta Mitteleuropa."" -
Prendo la bici e vado in Australia. Da Brescia a Melbourne alla ricerca della felicità
Un ""viaggio della vita"""" sognato per quasi cinque anni; un'idea che non è rimasta sulla carta ma si è concretizzata in un lungo balzo verso oriente di quasi 30.000 chilometri. Sarà il viaggiare in sé e non raggiungere la meta, Melbourne, a dare sollievo a Francesco Gusmeri, giovane cicloviaggiatore in cerca di una serenità che solo la strada potrà regalargli. Insieme a lui saliremo in piedi sui pedali lottando contro le salite turche e la neve del Pamir, gesticoleremo tentando di farci capire da burbere o losche guardie di frontiera, supereremo i 7690 chilometri di strade cinesi passando dal deserto alla giungla tropicale, arriveremo infine in Australia dove accarezzeremo un'idea ancora più folle di quella di essere partiti: restare all'altro capo del mondo per non tornare più. La bicicletta ancora una volta si rivela così strumento di diserzione e conoscenza."" -
La mia vita in bicicletta
Montiamo in sella con Margherita Hack per ripercorrere con un'ironia garbata tutta toscana la sua vita al ritmo di dolci o sfrenate pedalate. La celebre astrofisica ci racconta come è passata dal triciclo alla bici da corsa. In mezzo ci sono le salite fiorentine; l'università; il secondo conflitto mondiale e il rifiuto di aderire al fascismo; l'amore per Aldo che, prima di diventare suo marito, fu grande amico d'infanzia e di giochi al Bobolino; la passione per il ciclismo e l'atletica; la carriera; l'affetto per gli animali; i viaggi all'estero; Trieste e le gite a due ruote a respirare libera nella natura, o le piacevoli nuotate a Barcola... Negli ultimi capitoli, quasi una pedalata civile, ci descrive il suo impegno culturale e politico, l'attenzione verso l'ambiente e le sue considerazioni sul dibattito dell'energia nucleare. Infine ci confida la vita nella sua ""quarta giovinezza"""" lontana dalla bicicletta, ormai """"appesa al chiodo"""", ma ancora ricca di sogni e di ideali. Prefazione di Patrizio Roversi."" -
Randonnée. Preparazione e gestione delle corse ciclistiche di lunga distanza
Se amate pedalare su lunghe distanze, se vi piace ammirare ciò che vi sta intorno e non apprezzate i ritmi esasperati, se a tutto questo unite una buona resistenza e uno spirito agonistico non eccessivamente spiccato, allora potete essere dei buoni randonneur.rnIl termine randonnée significa, letteralmente, ""escursione"""", e sta a indicare quelle manifestazioni ciclistiche dai chilometraggi lunghi, per non dire lunghissimi, in cui si parte a gruppetti, alla francese, in una fascia oraria prestabilita. A differenza delle granfondo non sono delle vere e proprie corse, ma non per questo sono meno impegnative: con l'aumentare dei chilometri, le medie orarie calano nettamente, i ciclisti sono uniti da una sorta di cameratismo e hanno come comune obiettivo quello di raggiungere la meta. Questo libro offre una panoramica sul vastissimo mondo delle randonnée, partendo dalla definizione del termine """"brevetto"""", per passare a indicazioni dettagliate sulla preparazione fisica: dalle attività alternative alla bicicletta alla ripresa delle pedalate. Segue un capitolo dedicato all'alimentazione e al sonno: considerando che alcune randonnée sono lunghe oltre 1000 km, è fondamentale sapere come gestire queste due componenti. Vi è inoltre una sezione dedicata alle principali manifestazioni in Italia e nel mondo, cominciando da quelle di 200 km per giungere alla mitica RAAM, che attraversa gli Stati Uniti cost-to-coast per un totale di 3000 miglia. Completano il manuale alcuni suggerimenti sulla gestione del recupero e un ricco glossario sui termini, prevalentemente francesi, riferiti alle randonnée."" -
Pedalando con gli dei. Viaggio in bicicletta dal nordest alla Grecia inseguito dalle ire di Poseidone
Dopo undici viaggi in Grecia, raggiunta sempre in nave e percorsa in pullman, Paolo Venti per la prima volta ""ci va davvero"""", misura sulle proprie gambe la distanza che separa l'Italia dalla madre della cultura occidentale un colpo di pedale dopo l'altro. Nel suo racconto la Magistrala prima e la Jadranska poi si popola di incontri, di paesaggi da scoprire e di tuffi in piccole spiagge remote e incantevoli. Atene è la meta ma arriverà solo dopo aver percorso le strade di Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Albania. Con la bici a spalla per le viuzze lastricate di pietra delle città dalmate, condotta a mano nei parchi nazionali e durante le visite ad antiche rovine romane o greche, i 2345 chilometri fino alla capitale ellenica saranno sorprendenti. Il viaggiatore e i lettori torneranno con qualche certezza in meno se è vero che Ulisse potrebbe essere albanese e che i popoli che abitano sull'altra sponda dell'Adriatico condividono, in fondo, i nostri stessi problemi."" -
L' euforia delle cime. Piccole considerazioni sulla montagna e il superamento di sé
La collana ""Piccola filosofia di viaggio"""" ha invitato Anne-Laure Boch, medico, dottore in filosofia e alpinista dilettante, a descrivere il fuoco che anima l'appassionato di montagna. Il suo bisogno misterioso di superarsi, di confrontarsi con una natura immensa che accoglie e domina, il gusto di uno sforzo inutile che non attenta alla purezza delle cime."" -
Il mormorio delle dune. Piccolo elogio del deserto e di coloro che lo vivono
La collana ""Piccola filosofia di viaggio"""" ha invitato Jean-Pierre Valentin, documentarista, a esprimere il suo amore per i paesaggi e gli uomini del deserto. Accompagnare una carovana, bere il tè in un bivacco, ascoltare il mormorio delle dune, significa comunicare con il tempo é il mondo, e prendere coscienza dell'aspra bellezza di una vita essenziale."" -
La musica della neve. Piccole variazioni sulla materia bianca
La collana ""Piccola filosofia di viaggio"""" ha invitato Davide Sapienza, scrittore, giornalista, traduttore di Jack London, esperto di terre del Nord, a raccontare la neve che muta nel corso delle ore. Materia bianca che cambia come una partitura, presenza che ci unisce al tutto, impossibile da ingannare perché non la si attraversa senza lasciare un segno."" -
Londra on the river
Michele Monina, scrittore e critico musicale, monta in bicicletta e attraversa la città che si sta vestendo a festa per le Olimpiadi, per fotografare dal punto di vista privilegiato delle due ruote Londra, la culla del rock, stavolta impegnata a farsi casa dello sport mondiale. Nel farlo decide di farsi accompagnare da suo figlio Tommaso, di neanche sei anni. Anche lui in sella e del tutto intenzionato a scoprire questo gigante fatto di strade e acqua. Sì, perché il fil-rouge che i due si troveranno a srotolare chilometro dopo chilometro, pagina dopo pagina, sarà il Tamigi, il grande fiume che taglia la città in due, in un percorso psicogeografico che deve tanto a Iain Sinclair quanto ad Alan Moore. Il libro che nasce da questo ""percorso nel cuore rock della città"""" è un """"on the river"""" fatto al passo di pedale; diventa al tempo stesso un viaggio nella Londra pre-olimpiadi e un viaggio metaforico che ricalca il celebre """"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta"""" di Robert Pirsig: un padre e un figlio che lasciano alla strada e a un fiume il compito di raccontare loro la vita."" -
Attenzione ciclisti in giro
Zaino leggero, occhiali a portata di mano, vestiti comodi, pedalata rotonda. Queste pagine che scorrono lievi sono un'occasione per pensare alla-ga'rbata velocità della bicicletta, scoprire luoghi e personaggi del ciclismo eroico, avvolgersi in passioni e sensazioni, sudare viaggi e piste ciclabili, pedalando attraverso terre, canzoni, immagini e poesie. Prefazione di Marino Sinibaldi. -
Il tao della bicicletta. Piccole meditazioni ciclopediche
Il cicloviaggiatore è una creatura strana. Ciascuno di noi ne ha visto uno chiedere dell'acqua, passare davanti alla propria porta o fermarsi nella piazza del paese. Nei tratti segnati del suo viso, si legge una profonda serenità, una felicità immensa. La sua mitezza è tale che si vorrebbe invitarlo a superare la soglia della propria porta. Dopo aver riempito la sua borraccia o averlo istruito sulla strada, lo si osserva gelosamente ripartire con spensieratezza e leggerezza. Ma chi è? Chi è quest'uomo solitario che sembra così felice anche senza famiglia, senza amici, senza casa? Sereno, generoso e a mille miglia dalla nostra società bulimica, il cicloviaggiatore erra dalle montagne alle pianure, dalle foreste ai deserti, senza preoccuparsi delle intemperie o delle terribili salite ai passi, o delle strade sabbiose o infangate. Supera i pericoli della strada, riceve la benedizione dei suoi anfitrioni e si lascia sedurre dallo slancio della sua bici che lo porta da nuove partenze a nuovi arrivi. -
L'ebrezza del camminare. Piccolo manifesto in favore del viaggio a piedi
Nell'epoca in cui vanno di moda le forme di viaggio rapide e facili, perché l'andare a piedi resta un modo privilegiato di relazionarsi con il mondo? Perché permette una più intensa sottigliezza dello sguardo sulla natura e una più grande disponibilità verso gli altri? Quali sono i luoghi del pensiero ai quali accede il camminatore di lungo corso? Grazie alla diversità dei terreni e del clima che egli affronta, al rapporto specifico che intesse con i luoghi che attraversa, il viaggiatore a piedi prova scoperte e sensazioni particolari, intimamente legate all'ascesi e alla semplicità della propria vita nomade: l'incontro umano, che il cammino rende più sincero, il confronto con la fauna selvaggia, che l'andare a piedi consente di avvicinare meglio, un ritorno meditativo su di sé infine, sono le ricompense per chi fa lo sforzo di camminare liberamente e di prendere il suo tempo. -
L' insostenibile leggerezza della bicicletta
C'è chi sogna una bici galleggiante, una casa a pedali, una bicicletta leggera che voli nell'aria; c'è chi monta in sella e non torna più, come Heinz Stücke, ormai una leggenda vivente per tutti i cicloviaggiatori; c'è chi partorisce pedalando, e fermandosi dove sente il richiamo della natura; c'è chi fa della bici la sua salvezza, adattandola alla propria invalidità; c'è chi viaggia con tutta la famiglia, per un'esperienza totale e una scuola di vita; c'è chi guarda il mondo attraverso i raggi, fotografandolo o raccontandolo pedalando; c'è chi mena i pedali per lavorare, nel traffico caotico del Cairo, di Città del Messico, o spingendo a fatica nell'aria rarefatta del Tibet... Il mondo della bicicletta è fatto di esploratori, sognatori, lavoratori, non soltanto di sportivi e ""fissati"""" preoccupati solo di lucidare il mezzo, di migliorare le proprie prestazioni. Claude Marthaler, ciclonauta svizzero che ha al suo attivo un giro del mondo e tanti viaggi ed esperienze a pedali, ci racconta i personaggi che ha incontrato durante il suo errare a due ruote, alle prese con l'insostenibile leggerezza della bicicletta."" -
Sulla Transmongolica. Oltre 9000 km in treno da Mosca a Pechino sulle orme di Gengis Khan
Il treno è verde, con un cartello in caratteri cirillici e cinesi che riporta la città di partenza, Mosca, e quella di arrivo, Pechino. In mezzo, c'è un mondo selvaggio, quelle regioni estreme raccontate da esploratori e pionieri, territori vasti ed enigmatici, sul filo del sogno. Il treno è un ponte lunghissimo che attraversa la taiga siberiana, le steppe mongole, il deserto del Gobi, superando il remoto confine tra le regioni di Gengis Khan e il paese più popoloso del mondo, la Cina. Passando da una civiltà pressoché immutata nei secoli a una dimensione avveniristica e tecnologica. Il treno è una casa in movimento, che ospita passeggeri stravaganti e ombre del passato. Mauro Buffa ci racconta questo insolito viaggio in treno (più la digressione in Mongolia, sceso dal convoglio) in cui ha incontrato russi post sovietici, babuske infreddolite, pastori nomadi maestri dell'essenzialità; ha brindato con la vodka insieme agli occasionali compagni di scompartimento, ha trovato ospitalità nelle gher, mangiando carne di montone e bevendo tè salato, lasciandosi incantare dagli spazi infiniti ancora non contaminati dall'uomo. -
A 48 tornanti dal paradiso. Stelvio, la salita che ti cambia
Ci sono tutti gli altri passi di montagna del mondo. E poi c'è lo Stelvio. 48 tornanti di sofferenza e beatitudine. Ogni giorno centinaia di ciclisti superano il cartello ""Prato allo Stelvio"""" e hanno davanti 25 chilometri e 400 metri al 7,25% di pendenza media e soprattutto 1.842 metri di dislivello con arrivo a 2.758 metri, altitudine più adatta allo sci che alle due ruote. Ma lo sforzo diventa sempre meno intenso col passare dei chilometri perché quella strada è la più bella del pianeta. Ideata da Carlo Donegani, """"il progettista dell'impossibile"""", è talmente speciale da avere il potere di cambiare la vita di chi riesce a vedere il mondo da lassù. Edoardo, il protagonista del racconto, dopo averlo a lungo sognato, affronta lo Stelvio con i consigli di un gregario di Pantani e ci racconta la salita tornante dopo tornante, in un conto alla rovescia che dà il ritmo al suo pedalare e ai suoi pensieri. Una volta in cima, prima di lasciarsi andare alla discesa, capirà di essere diventato un uomo nuovo."" -
Il punto alto della felicità
La montagna è anche nello sguardo di chi cammina, nel ritmo del passo, nei respiri dei tuoi compagni che si mescolano. La montagna è salita e discesa, simbolo perfetto dell’evoluzione di una vita. Sono i piedi e il fiato di Pietro che viaggiano lungo il sentiero impervio della sua esistenza. I momenti più importanti della vita di Pietro sono segnati da quattro ascese ad altrettante montagne. Salite dove il fantasma della felicità appare e scompare, vicino ma inafferrabile. C’è il Monte Dolada, in Alpago, in provincia di Belluno, spartiacque tra l’infanzia e l’adolescenza, dove lui, bambino di nove anni, intuisce il significato della morte e dell’amore. C’è il passo Vršič, in Val Trenta in Slovenia, dove Pietro, trentenne, in compagnia di un amico e del fantasma di Julius Kugy, impara che le certezze possono sciogliersi come neve al sole. C’è il monte Canin, fra Friuli e Slovenia, in cui il protagonista, camminando con il padre, capisce il senso del tempo, e l’impossibilità di tornare indietro. E infine c’è il Montasio, nella Alpi Giulie, una salita sospirata dalla finestra di un piccolo borgo di dieci abitanti e mai compiuta. Perché il silenzio si è portato via tutti i sogni. -
Alta via dei parchi. Un lungo cammino nell'Appennino settentrionale
L'Alta Via dei Parchi parte da Berceto, nei pressi del Passo della Cisa, in Provincia di Parma, e arriva fino alla rupe della Verna, protesa sul Casentino per poi raggiungere l'eremo sul Monte Carpegna, attraverso due Parchi nazionali, 5 Parchi regionali e uno interregionale: un itinerario di 500 chilometri in 27 tappe lungo l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche. La guida racconta il cammino che gli autori hanno effettivamente percorso e contiene diversi box di approfondimento sui principali temi naturalistici, storici e culturali dell'Appennino. Completano il testo alcune indicazioni utili all'escursionista che voglia incamminarsi per percorrere alcune tappe o l'intero percorso: le schede descrittive delle tappe, arricchite da carte topografiche e il ""Dove dormire"""" con i recapiti delle 67 strutture ricettive a servizio dell'itinerario."" -
Il sussurro degli alberi. Piccolo miracolario per uomini radice
La collana ""Piccola filosofia di viaggio"""" invita Tiziano Fratus, autore di molti libri sugli alberi secolari, a confidarci la sua passione per le radici che affondano nella terra e nella storia, le chiome che accarezzano il vento, i sussurri delle fronde. Con lui ci inerpichiamo lungo stretti sentieri a rendere visita ai monumenti della natura imparando ad ascoltare la loro voce."" -
Il ritmo dell'asino. Piccolo omaggio a ciuchi, vecchi somari e altri asinelli
La collana ""Piccola filosofia di viaggio"""" invita Mélanie Delloye a raccontarci la sua passione por l'asino, animale ingiustamente criticato. Compagno di viaggio tranquillo, dolce e infaticabile, punteggia il cammino con i suoi capricci dando un approccio diverso all'ambiente, giustificando la convivenza ancestrale che ha sempre caratterizzato il suo rapporto con l'uomo.""