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Ohi dottò
"Ohi dottò"""" è l'espressione che da più di trent'anni viene rivolta dai pazienti al loro medico di famiglia. Trent'anni di storie, di speranze, di paure, di conforto, di vagiti nuovi e di dolorosi addii. Per fortuna, molte volte, è anche l'incipit di una confidenza leggera, di un pettegolezzo di colore, di situazioni eroico-comiche tipiche dell'antica cultura popolare calabrese. Anamnesi di comari pettegole, malapazienza, tentativi d'emigrazione, pellegrinaggi, visite mediche a marcia indietro, punture di zecche-Viagra. """"Ohi dottò"""", a volte, è l'espressione che un medico è costretto a rivolgere a un collega perché un giorno si scivola """"dall'altra parte"""" e su una cartella clinica medico e paziente hanno lo stesso nome." -
Il filo di Marianna
La vita reale può essere un viaggio insidioso e destabilizzante. L'incontro surreale con Hemingway e la Yourcenar induce Marianna a fuggire sul binario parallelo dell'immaginazione, ogni volta che il suo mondo si incrina o il suo senso di inadeguatezza prende il sopravvento. In una deriva rocambolesca 'in technicolor', Marianna riesce a consolare l'amico morente Michi, a superare l'angoscia del rapimento di Gus, suo marito corrispondente di guerra, la fatica di crescere i suoi tre bambini in solitudine, entrando e uscendo dalle trame dei film della sua adolescenza, la Dalia Azzurra, la Signora Miniver, Orizzonte Perduto, come se la Vita si potesse curare solo al Cinema. La visita inattesa della giovane Agnese, che giunge dal suo passato quando è ormai vecchia e malata, la risveglierà dolcemente dalla bugia di quel sogno. Così Marianna, come donna e come Generazione mai invecchiata, dovrà prendere atto, in un finale catartico, che per quanto dolorosa o felice, la vita che ci è data da vivere è l'unica percorribile. -
Il prezzo della libertà
Istintivamente le accarezzavo i capelli e mi riempivo i polmoni e la memoria di quel suo specialissimo profumo di muschio, di limone e di gelsomino, come di quella Sicilia abbandonata, ma non dimenticata, anzi drammaticamente dentro di me come una spada. ""La nostra storia - disse - è cresciuta nella comune scoperta delle parole, delle sensazioni e delle esperienze. Rispetto a coloro che cercano, nel rapporto amoroso, una sorta di prigionia serena e dorata, noi invece abbiamo battuto la strada impervia della libertà... Di fronte a una umanità ripiegata nello stanco conformismo dell'oggi, noi abbiamo fatto i conti con la vita, quella vera. Possiamo quindi guardarci negli occhi con rispetto, perché siamo stati noi stessi fino in fondo""""."" -
Sonetti reali
Raccolta di poesie. -
I colori del tempo. Poesie 2010-2013
"Nello spazio luminoso di epifaniche stagioni l'autore riesce a moltiplicare il senso del tempo e a renderlo polifonico. Nel tempo e con il tempo lui proferisce la sua parola, scrive, scava, edifica, lascia che accada la verità della vita. Ne nasce una riscrittura infinita, che si allarga in accordi orizzontali e si innalza in connessioni verticali. La forza germinante dell'eterno riandare e tornare, che scivola e s'infiltra tra le sillabe, conserva nei testi uno stupefatto e trasognante esserci creaturale, quasi impalpabile ricordo di un battito antico, di un tempo, che già rinasce mentre muore. I versi, vibranti al muto richiamo dell'ora, sospesi sulla conca di luce di tutti i ritorni, sono un continuo risorgere nell'esperienza vitale della poesia, che fa di ogni lessema - pietra, tralci, ombra... - un seme fecondo di incessante metamorfosi"""". ((Merys Rizzo Spasaro)" -
La fonte dell'orso
Gli ideali, le aspirazioni e le utopie di Giuseppe Caterini sono ricomposti in un quadro organico dal quale filtra una personalità inquieta, anelante, attenta alle nuances dell’umanità. L’Autore condensa questioni universali e personali offrendone letture secondo una coscienza genuinamente solidale e democratica. La famiglia, il lavoro, il disagio sociale, le lotte politiche, la giustizia, l’autoritarismo, l’equità, insieme a molti altri, sono i temi affrontati nelle poesie e nelle prose con una lingua piegata a una funzione mimetica e secondo uno stile dotato di una forte componente narrativa e recitativa. La Calabria fa da sfondo, terra dell’identità, tanto bella e virile quanto angariata da calamità e uomini. -
Inesorabile declino
Il libro narra la storia di una grande famiglia palermitana e ne percorre le vicende attraverso due generazioni, cercando di rappresentare un esempio fedele di uno stile di vita, capace di esprimere, oltre che la nobiltà intesa come ricchezza, lusso, grandi relazioni, allo stesso tempo anche come patrimonio di valori, sentimenti, orgoglio, cultura, tradizione, in tal modo quindi ponendosi come guida e punto di riferimento di una intera comunità. Si tratta di personaggi del tutto immaginari, ma rappresentativi di quella che fu la grande palermitanità, ormai scomparsa e su cui è caduto un colpevole, scandaloso silenzio. Ovviamente il contesto storico è quello reale, come lo sono le figure di rilievo pubblico, indicate con i loro nomi autentici e le relative vicende rievocate nel testo sono storicamente vere. Le vicende frutto di fantasia sono ambientate nell’epoca storica di quella Palermo felicissima, che, anche se non c’è più, sarebbe delittuoso dimenticare del tutto. Postfazione di Emmanuele F. M. Emanuele. -
L' incontro. Leva di pensiero
L'incontro è sentire di parola nella fonte dell'essere puro: ascolto, di innesto sul melo perduti rami del male: novelle matrici di fiori di amore, a frutti di cielo, corona formanti che non mutan stagione: luce e calore in accordo perfetto e assenza di moto, non punte né spine, ma raggi di raro splendore in diversa misura: più bassi, sottili allaccian in vigore occhio che scorre in gorgo di cuori cui estrema la luce riflette l'interna e in arco a ciascuna è la storia che capitolo chiude. Non tutto ha spettacolo di senso finito: appaiono forme, che stellate non sono, a parure di foglie verde smeraldo, su acque di cielo che procurano onde sottili e smerlate a circoscrivere spazi di risultanza specchiante da cui muovon vettori che fungon scialuppe a ricordo di gioia d'acqua e sapore di vino. Presentazione di Pasquale Tuscano. -
Il giorno e la notte. I ritmi dell'anima
In questi racconti dimenticati e poi riemersi per caso, l'autore ha colto l'occasione, entrando nelle case della ""gente"""", per gettare uno sguardo sulla """"condizione umana""""."" -
Lo sterno d'Italia
«Nessuno è più educato del grano che saluta tutti col vento d'estate». La poesia di Giorgio Paglione ci porta dentro il paesaggio dell'Alto Molise. Una poesia sensibile ai luoghi e come tale incoraggiante in un momento in cui il legame coi luoghi è molto allentato. Questo giovane poeta ci mostra in maniera limpidissima il suo affetto per lo sterno d'Italia carico di neve. Franco Arminio -
Labirinti dell'anima
"Come certe notti nel silenzio assoluto, quando la invadevano i dubbi, i rimorsi, le domande senza risposta, tornò a sentire il rumore sordo della sua coscienza agitarsi dentro, ribellarsi, tentare di scuoterla da un torpore esistenziale che sembrava essersi impadronito di lei"""". """"Ho capito che non siamo fatti per vivere da eremiti, o peggio, per non vedere l'ora ogni sera di poter fuggire dalla vita che ti pulsa attorno, che ti spinge, ti molesta, ti sovrasta, per poi trovarti soltanto con il narcisistico ritenere di poter bastare a se stessi"""". """"Hai scelto la solitudine come un rifugio, cercando di convincerti che l'autosufficienza era il tuo orizzonte ideale, la migliore difesa per tenere lontano quello che ritenevi insopportabile, identificando nell'uomo, che avrebbe potuto essere un compagno, una specie di figura ostile"""". """"Voleva scoprire Palermo, così affascinante, con la sua magnificenza e la sua trascuratezza, una città ricca di un'altera nobiltà e di una grande miseria, di stupefacente allegria e irrimediabile disperazione, che gli appariva insieme inquietante e felicissima""""." -
Stille mute
«Quadri di grande purezza si disegnano in snodi elastici e conseguenziali anche per una scansione di idillio, mentre un'aria sospende, ovattata, ogni contrasto, raccontando vicende sfumate [...]. Spesso tocca a un «dettaglio di polvere sull'orlo» il compito di raccogliere un'epifania di luce o alla cenere «addormentata sulla soglia» quello di ribadire un aspetto transuente e oscuro. Tutto circola nell'ovale di un particolare che sorprendentemente diviene il nadir e lo zenit di un flusso di sensazioni dipinte in cui lo screzio delle varie tessere delle stagioni non stride, ma si scioglie con la fioritura circolare del canto». (Giuseppe Amoroso) -
La ragazza col cane
Anziché lasciarsi vivere e consumare la propria esistenza in una insulsa quotidianità, il protagonista di questo romanzo, corre sul bordo sdrucciolevole del burrone e prova a spiccare il volo verso la esaltante mongolfiera, forse immaginaria, della più assoluta libertà, allo smodato inseguimento di una fantasia che ignora gli ostacoli ed è alla perenne ricerca di un limite sempre più difficile da raggiungere. Ha la fortuna di incontrare, riconoscere e stabilire un dialogo intenso, anche a distanza, con una persona solida, fornita di uno straordinario intuito, che tende persino a soffocare e nascondere la sua non comune bellezza fisica, cancellando il sentimento della vanità, istintivo in ogni donna, ma che non riesce invece a celare la propria altrettanto grande bellezza interiore. Una sorta di inversione dei ruoli, tra un uomo sognatore nel continuo inseguimento di emozioni forti ed una donna che ha deciso di percorrere la propria vita come ancorata ad un binario rigido, frutto di una capacità non comune di coltivare, nel giardino segreto dell'anima, un immenso patrimonio di vissuto, idee, valori e principi. -
John
«Fece un lungo ed intenso respiro e si sveglio di colpo dal sonno profondo. Si alzò e si sedette sul letto, si guardò intorno ma non ricordava affatto quella camera da letto, quegli ambienti e soprattutto, non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Si diresse verso il bagno, si guardò allo specchio e fece un salto all'indietro come se avesse visto un fantasma. Non riconosceva quel volto. Cercò di fare memoria del suo passato, ma pochi ricordi riaffioravano nella sua mente. Ricordava certamente che aveva studiato matematica e che il suo sogno era l'insegnamento. Voleva capire chi fosse e perché si trovasse in quella casa. Nessuna risposta. Incontrava persone per strada che lo salutavano e lo chiamavano per nome, Mark, ma quel nome non era il suo (...). Da quel momento John iniziò un percorso di ricerca per capire chi fosse realmente, e se Mark aveva qualcosa a che fare con lui. Un fitto mistero avvolge il suo passato ma anche il presente che stava vivendo sotto il nome di un altro individuo che presto farà inaspettatamente il suo ritorno». Il mistero della vita è il grande protagonista di quest'opera e avvolge e coinvolge il lettore fino all'ultima pagina. Prefazione di Davide Camarrone. -
La facitrice
«Come accade con le persone, anche con i libri al primo impatto un particolare si evidenzia immediatamente e ferma l'attenzione. In questo libro è la chiarezza espressiva, la capacità di saper arrivare nell'animo del lettore senza dover ricorrere a interpretazioni complicate. Ilda Tripodi ha il dono naturale della prensilità e quindi coglie immagini, pensieri, sentimenti e idee in un baleno e con altrettanta vigorosa limpidezza li trasmette, senza fraintendimenti, senza sotterfugi, senza ambiguità, quasi seguendo il filo di una filosofia della corporeità per rendere concrete le immagini e toglierle dalle assuefazioni sempre in agguato.» (Dalla prefazione di Dante Maffia). Postfazione di Corrado Calabrò. -
Smix. Di 'ndrangheta, d'amore e di vendetta
John Smith è un giovane fisico californiano che, recatosi a Milano per un convegno, incontra Teresa, studentessa lavoratrice calabrese fuorisede, di cui si innamora. Tra i due nasce un forte legame che li vede coronare il sogno d'amore nonostante le siderali distanze dei rispettivi mondi di provenienza. Un equilibrio da cui tutto precipita quando le loro esistenze andranno ad intrecciarsi con le vicende di una sanguinosa guerra di 'ndrangheta, la seconda ""Faida dei Boschi"""". Una strage di innocenti farà poi muovere, alla più lucida, disperata e pianificata vendetta, uno scienziato di successo che ha perso tutto. Un noir, primo di una trilogia, che attingendo alla cronaca più recente mette in scena una campale battaglia di redenzione."" -
Ossigeno. Poesie 1966-2020
"È più di un anno che mi ritrovo con le poesie di Giuseppe Bova, rigirate nella lettura e nella memoria alla ricerca di un nodo su cui fermarsi. E in quel nodo sentirci il cappio della libertà e alla libertà di esistere. Giuseppe Selvaggi il desiderio dell'oltre non induce alla paralisi, fornisce semmai una ragione non effimera, una spinta, una motivazione ulteriore. Vivere con responsabilità la propria vita, il dovere del proprio ruolo e della propria condizione, ma con la consapevolezza della esteriorità dei beni materiali e delle potenzialità dell'interiorità: [...] la capanna così nuda / così povera / da contenere tutto."""" (Corrado Calabrò). """"Pino è diverso. Come acceso da una luce che non si spegne alle folate del vento, acceso da una tensione umana che sa farsi musica del cuore. I suoi versi hanno la grazia di un dono offerto con discrezione ma sanno affrontare temi aspri e cocenti, sanno opporsi al dilagare del ludibrio, della incoerenza, del disastro apparecchiato dagli uomini nel momento in cui hanno deciso di affidarsi al dio danaro..."""" (Dante Maffia)" -
Il mercante di Matera. Da Costantinopoli a Otranto
Tommaso, dopo la morte del padre, mercante ad Amalfi, parte, poco più che adolescente, per Costantinopoli. Inizia lì la sua storia in cui si intrecciano viaggi, avventura, guerra, violenza e amore: una storia ""minima"""" fatta da personaggi minori, ma che si colloca nel contesto di scontri epocali tra il mondo cristiano e l'impero ottomano in prepotente espansione. Attraverso il Mediterraneo, da Amalfi a Costantinopoli, dalle coste albanesi a Matera e Otranto, un incalzante succedersi di eventi si intreccia con la caduta di Costantinopoli, l'epopea della lotta eroica del popolo albanese contro i Turchi, la ribellione dei baroni contro la dinastia aragonese nel regno di Napoli, l'assedio e la caduta di Otranto in mano ai Turchi, all'ombra di grandi personaggi storici, quali l'ultimo imperatore bizantino Costantino XI, il sultano Maometto II, il leggendario principe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, i sovrani aragonesi Alfonso il Magnanimo e il figlio Ferrante. L'onda di questi avvenimenti trascina inesorabilmente la vita del protagonista, Tommaso, che fa un appassionato racconto della dura lotta che ha dovuto affrontare per realizzare il suo destino, senza esserne travolto."" -
Figlie uniche
Un romanzo individuale e corale allo stesso tempo. Parla di solitudini e necessità di abbracci, di slanci che superino gli egoismi, le peculiarità del carattere e dei destini individuali. È narrato dallo sguardo della protagonista, Costanza, dalla sua capacità e necessità di scrutare dentro se stessa, nel senso e nel nonsenso, con l'obiettivo di una vita pienamente vissuta, libera dalle complicazioni imposte dalla sua mente ipercritica, autoironica, perennemente alla ricerca di una perfezione che, nel momento in cui sembra raggiungibile, si sposta di un centimetro e le sfugge. Costanza vive nel cono d'ombra di sua madre, Celeste: splendente, generosa ma anche algida e concentrata su se stessa, sul suo passato difficile superato con saldezza mentale sovrumana, e sul suo lavoro di pittrice di successo. Costanza ogni giorno si confronta con lei e si vede perdente. Ma qualcosa piomberà nelle loro vite mettendo in discussione tutti i termini del loro difficile dialogo. -
Curiosità veneziane. Ovvero origini delle denominazioni stradali di Venezia . Vol. 1-2
L'autore propone, in ordine alfabetico, i nomi delle strade e degli spazi cittadini veneziani, specificandone l'etimologia. Con brio e semplicità sono narrati i principali fatti accaduti nella zona e gli aneddoti curiosi sulle famiglie che lì abitavano, non trascurando mai di attenersi alla realtà storica. Un aggiornamento ai nostri giorni integra il testo ottocentesco.