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L' ordine della città. Controllo del territorio e repressione del crimine nell'Italia comunale (secoli XIII-XIV)
La pattuglia di guardie che alla luce di una lanterna controlla di notte le strade delle città è un'immagine frequente nella novellistica del tardo Medioevo ed è stata resa mainstream da innumerevoli romanzi, film e fumetti. Essa, però, ha una data di nascita ben precisa: fu infatti tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento che nei principali centri urbani italiani e europei si decise di creare vere e proprie forze di ""polizia"""" alle dipendenze delle autorità pubbliche, che affiancassero il tradizionale sistema detto dell'Accorruomo, in base al quale erano gli abitanti delle contrade e delle parrocchie a dover intervenire in caso di violenze e di furti per cercare di catturare i colpevoli e assicurarli alla giustizia. Questo libro indaga il primo costituirsi di queste forze nell'Italia comunale, sia nei rapporti, spesso conflittuali, con le organizzazioni preesistenti, sia in quelli con i nuovi poteri - popolari o signorili - che intendevano imporre alle collettività una nuova e più stringente nozione di """"ordine""""."" -
Il carisma della magnificenza. L'abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell'Italia del Rinascimento
L'odierna percezione della storia benedettina è fortemente condizionata dal passato medievale della medesima. Scarsa è stata l'attenzione che la ricerca ha prestato alle relazioni fra il monachesimo e la civiltà umanistica, oppure ai superiori degli Ordini contemplativi in quanto uomini di potere e protagonisti della vita politica. La vicenda di Biagio Milanesi (1444-1523), fiorentino, abate generale dell'Ordine vallombrosano, evidenzia, al contrario, come anche un personaggio proveniente da tale contesto si sia potuto connotare quale ""principe"""" del Rinascimento. Abile stratega e attento governatore, fronteggiò e per molti aspetti condizionò rilevanti dinamiche e forze disgregatrici, come le strategie beneficiali di Lorenzo de' Medici, il radicalismo del Savonarola, le pressioni del collegio cardinalizio e infine l'ostilità di papa Leone X. Il personaggio venne ritenuto dai suoi contemporanei un raffinato mecenate committente di opere d'arte e un munifico protettore di poeti e prosatori, animatore di una vera e propria """"corte"""" monastica destinata a lasciare il segno nell'Italia del Quattrocento."" -
Ascanio Filomarino. Nobiltà, chiesa e potere nell'Italia del Seicento
Aristocratico, arcivescovo e cardinale, Ascanio Filomarino è stata una delle principali figure del XVII secolo napoletano. Creatura dei Barberini, formatosi alla corte di papa Urbano VIII, diede vita a una lunga serie di contrasti con i viceré spagnoli, ma anche con il resto della nobiltà e con varie componenti politiche e sociali del regno di Napoli. Simbolo dei conflitti giurisdizionali che opposero potere civile ed ecclesiastico nell'Italia del Seicento, protagonista della cosiddetta ""rivolta di Masaniello"""", scampato alla peste del 1656, Filomarino contribuì anche all'elezione di due pontefici, Innocenzo X e Alessandro VII. Questo volume costituisce la prima biografia completa del personaggio, attraverso cui comprendere una fase assai delicata della storia dell'Italia del XVII secolo."" -
The byzantine-ottoman transition in Venetian Chronicles-La transizione bizantino-ottomana nelle cronache veneziane
Nel XIV e XV secolo, l'Impero Ottomano si andò affermando come nuova potenza egemoniale nella regione che un tempo era stata il nucleo di Bisanzio. Questa transizione interessò anche Venezia e l'elite veneziana in quanto attori politici ed economici di rilievo nell'area. Di conseguenza, i documenti veneziani sono stati spesso utilizzati per illustrare la storia di un'epoca che vide il tramonto dell'Impero bizantino e l'ascesa di quello ottomano. Eppure, le ripercussioni di queste trasformazioni sulla copiosa produzione storiografica tardo-medievale della Serenissima e, in particolare, sulle cronache veneziane spesso anonime, non erano ancora state studiate in modo sistematico. In tale contesto questo volume, frutto di un workshop internazionale, combina riflessioni metodologiche sulle caratteristiche della cronachistica veneziana e dell'uso delle informazioni in essa contenute e singoli casi di studio che riflettono fasi cruciali della transizione bizantino-ottomana. -
La disfida di Barletta. Storia, fortuna, rappresentazione
13 febbraio 1503, 13 cavalieri italiani si scontrano con altrettanti francesi: è la Disfida di Barletta, un episodio delle Guerre d’Italia, nelle quali il Mezzogiorno fu campo di devastanti battaglie, ma soprattutto un eccezionale evento mito-motore. Attraverso il romanzo di Massimo d’Azeglio, le rappresentazioni cinematografiche, le strumentalizzazioni di epoca risorgimentale e fascista, essa ha contribuito a rinsaldare il senso identitario di una nazione in formazione. In questo volume, per la prima volta in maniera approfondita e precisa, della Disfida sono analizzati i contesti storici, letterari, culturali, oltre che le trasformazioni evolutive e deformanti delle sue narrazioni e raffigurazioni, che l’hanno resa un inestimabile patrimonio della memoria collettiva locale, europea e mediterranea. -
Povertà, miseria e servizio sociale. L'Inchiesta parlamentare del 1952
Questo volume - frutto di una feconda collaborazione tra storici contemporaneisti, archivisti e assistenti sociali, che hanno ricostruito il contesto nel quale operò la Commissione d'Inchiesta sulla diffusione della miseria nel Paese formata da parlamentari della prima legislatura - mostra l'Italia del 1952, nella quale erano ancora evidenti le disastrose conseguenze della guerra. Un mondo che la Repubblica appena nata si impegnò a cambiare in meglio, prima indagandolo - anche grazie al ruolo significativo degli assistenti sociali e delle loro interviste alle famiglie campionate - e poi con azioni dirette, volte a rispettare l'impegno dei Costituenti per promuovere una società democratica, dotata di un sistema di garanzie dei diritti capace di sostenere anche le persone svantaggiate. Le attuali condizioni socio-economiche dell'Italia sono indubbiamente migliori rispetto a quegli anni, ma la Società per la storia del servizio sociale ritiene doveroso ricordare l'impegno profuso allora. -
Storia di un diplomatico. Luca Pietromarchi al Regio Ministero degli Affari Esteri (1923-1945)
L’ambasciatore Luca Pietromarchi (1845-1978) è stato un protagonista della politica estera italiana durante il Ventennio: capo dello strategico Ufficio Spagna durante la guerra civile, dell’Ufficio Guerra economica allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu anche direttore del Gabinetto Armistizio e Pace, e in quanto tale fra i principali funzionari responsabili della politica d’occupazione italiana nei Balcani. Nel 1945 fu epurato, dal momento che la sua lunga carriera suggeriva conformismo e zelante servizio al fascismo. Tuttavia, attingendo a documenti e diari inediti conservati presso la Fondazione Einaudi, questo studio getta nuova luce sull’immagine granitica dell’uomo di regime, rivelando una realtà più sfaccettata: Pietromarchi aveva ispirato e guidato la “congiura diplomatica” che impedì la consegna di migliaia di ebrei jugoslavi ai nazisti, e nell’estate del 1943 aveva preparato le trattative segrete per l’abbandono dell’Asse. -
Europa e America allo specchio. Studi per Francesca Cantù
A partire da una formazione e da interessi di ricerca di carattere modernistico ed europeistico, Francesca Cantù ha dedicato parte preponderante della propria produzione scientifica e attività di docenza al rapporto tra Nuovo Mondo e cultura europea nella prima età moderna. Moltissimi i temi affrontati: le opere di Bartolomé de Las Casas, la difesa degli indios e il dibattito sulla ""guerra giusta"""" nell'Europa del Cinquecento; la visione indigena della Conquista e della evangelizzazione; le missioni nel Nuovo Mondo e la vita religiosa nell'America coloniale, anche secondo un'ottica di genere; la formazione di una coscienza proto-nazionale creola; le costruzioni utopiche e profetiche suscitate dalla scoperta e conquista dell'America; il ruolo delle corti vicereali americane nel contesto della monarchia spagnola degli Asburgo e le costruzioni ideologiche del potere, al crocevia tra politica, diritto e teologia; l'iconografia barocca come indicatore del processo di transculturazione tra Europa e America. Alcuni degli studiosi che nel corso della propria attività di ricerca si sono posti in dialogo scientifico con Francesca Cantù offrono qui un loro contributo per renderle omaggio."" -
Immaginare il futuro. Servizio di comunità e community development in Italia (1946-2017)
Nell'Italia del secondo dopoguerra servizio sociale di comunità e community development hanno rivestito un ruolo di primo piano nell'ambito delle politiche di contrasto alla povertà e al sottosviluppo che hanno caratterizzato la fase della ricostruzione democratica. La creazione di forme di cittadinanza attiva e di partecipazione diretta è stata al centro del lavoro intenso di uomini e donne che hanno dato vita a modelli di sperimentazione sociale, i cui influssi sono presenti e discussi nell'ambito della professione. Il volume presenta gli esiti di una ricerca sul lavoro di comunità tra passato, presente e futuro, condotta attraverso fondi documentali inesplorati e interviste ad assistenti sociali appartenenti alla generazione che ha vissuto le esperienze pilota e a quella che affronta oggi le sfide poste dalle profonde trasformazioni delle politiche sociali. Storia, scienze sociali, urbanistica dialogano e interagiscono per ricomporre un quadro sfaccettato e ricchissimo di idee, progetti, esperienze, letti in prospettiva internazionale. -
Late medieval papal legation. Between the councils and
Late Medieval Papal Legation is a result of long term study of papal legates in the late medieval period. Even though this crucial institution of the reform papacy of the eleventh, twelfth and thirteenth centuries kept its standards as designed in the classical canon law, it was transformed according to the current needs of the papacy in later periods. A substantial change came after the conciliar crisis and before the radical transformation of the first half of the sixteenth century. In the second half of the 15th and early 16th centuries, papal legates de latere, as cardinals, travelled all around Europe in support of the recovered papal authority after the conciliar period and before the outbreak of the German Reformation. The volume focuses on the terminology and theory of papal legation, on the sources and expression of legatine authority and on the system in relation to practical matters, and political, diplomatic and ecclesiastical tasks and topics. The study of the legatine office is exceptionally complex and ranges from high diplomacy and spiritual benefits brought for distinct provinces, to the personal interests and involvement of individual cardinals. -
Gli anni della tradizione: testi, codici e culture (secc. XII ex.-XIV in.). Capitoli per una storia materiale
Ogni frammento della società bassomedievale ridefinisce nei rapporti politici e sociali anche uno specifico rapporto tra la cultura scritta e la sua fruizione: dal monastero al convento, dalla scuola cattedrale all’università, la corte e le città; figure cariche di rinnovate designazioni antropologiche e – sul piano materiale – denotative di quei nuovi attori che orientano e governano la trasmissione dei testi. Alla fine del secolo XII e lungo tutto il Duecento, il lento spegnersi dell’egemonia monastica e il sopraggiungere di altre culture – conventuale, universitaria, laica e professionale –, insieme alla piena affermazione delle letterature volgari, si riverberano in una nuova “biblioteca”: nuove reti testuali e una complessiva mutazione della “memoria discorsiva” prodotta dalla trasmissione dei testi. “Gli anni della tradizione” segnano, dunque, quella fase storica lungo la quale il testo materialmente inteso (il libro classico, storiografico, giuridico, filosofico, teologico e letterario), fra le mani dei lettori e nelle singole biblioteche, rispecchia e riproduce la tensione fra i saperi, o i generi letterari, e il loro ordinamento in corpora culturali. -
Dante e il suo pubblico. Copisti, scrittori e lettori nell'Italia comunale
I primi lettori di Dante non sono soltanto i poeti che rispondono per le rime alle sue liriche giovanili, ma anche coloro che per primi copiano, preservano e mettono in circolazione i suoi testi, e che fino a oggi sono stati trascurati dalla critica. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Steinberg ci mostra il ruolo svolto dai professionisti cittadini come cultori e custodi della lirica italiana delle origini. Pur senza avere una formazione da amanuensi, questi lettori compiono scelte complesse e consapevoli nella selezione e trascrizione dei componimenti, e utilizzano la poesia come strumento essenziale per costruire la propria identità individuale e collettiva. Lo studio di questo pubblico consente all'autore di ricostruire i diversi contesti sociali, politici e storici con cui Dante si confronta e al cui interno rielabora i dibattiti poetici della propria epoca. Steinberg ci mostra così come tutta la carriera dell'Alighieri - dalla Vita nova al De vulgari eloquentia, fino alla Commedia - sia percorsa dall'esigenza di rispondere ai modi in cui il pubblico dell'Italia comunale interpretava, e troppo spesso fraintendeva, le sue opere. Presentazione di Lino Leonardi. -
Donne sugli altari. Le canonizzazioni femminili di Giovanni Paolo II
Il volume ripercorre la storia della santità, in particolare quella femminile, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, individuando un’attenta politica delle canonizzazioni, divenute veri e propri strumenti di governo ecclesiastico. Beate e sante furono infatti il cavallo di battaglia della Chiesa cattolica wojtyłiana, contro la secolarizzazione e il relativismo etico e culturale, e per affermare la propria visione nei riguardi delle questioni biopolitiche, come la difesa della vita e della famiglia tradizionale. Attraverso l’analisi dei processi canonici, della letteratura agiografica e dei pronunciamenti magisteriali ufficiali vengono così qui ricostruite le diverse storie di donne elevate alla gloria degli altari dal papa polacco, dimostrando che personalità come Gianna Beretta Molla o madre Teresa di Calcutta sono gli esempi più eclatanti della reinterpretazione della figura del santo operata da Giovanni Paolo II, ma anche del modello di donna contemporanea offerta dal pontefice ai fedeli. -
Gramsci e la crisi dell'economia politica. Dal dibattito sul liberismo al paradigma della «traducibilità»
Nell’ormai vasta letteratura italiana e straniera su Gramsci, i temi economici risultano ancor oggi tra i meno studiati e indagati. Discostandosi da tale abitudine, questa monografia prende in esame il rapporto di Gramsci con la critica dell’economia politica e focalizza la propria attenzione sulle “note economiche” dei Quaderni del carcere, dal momento che è proprio grazie a tali “note” che si può guardare al pensiero gramsciano da un’ottica diversa e inedita. Leggerle senza pregiudizi, comprenderle appieno significa infatti – come scoprirà il lettore – porsi nelle condizioni di ripensare tutta una serie di questioni inerenti allo statuto stesso della filosofia gramsciana (la sua irriducibilità al materialismo storico “classico”, il significato dell’autonomia della politica, il senso delle critiche rivolte al marxismo sovietico, le differenze rispetto al pragmatismo) e alla costituzione materiale dei Quaderni. -
Suite italiana. Costumi, caratteri, confronti da Calepi
I movimenti che compongono Suite italiana sono quattro testi che in quasi un secolo segnano un percorso incentrato sui «costumi», intesi come i latini mores, e dunque come le pratiche, gli stili di vita, le attività culturali o economiche che si pensava meglio rispecchiassero i tratti caratteristici e la civiltà di una determinata comunità o popolo in un particolare momento storico. E ciò proprio perché si ritenevano in grado di declinare il paradigma fondativo sul quale si radicava il consenso. Così la Descrizione de' costumi italiani (1727) di Pietro Calepio, l'Account of manners di Giuseppe Baretti (1767), l'allora inedito Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani di Giacomo Leopardi (1824) e le Riflessioni di Melchiorre Gioia (1825) esplicitando, difendendo, confrontando, discutendo le critiche mosse da altre nazioni, descrivono un sistema di costumi che sono pensati come ""italiani"""" e segnalano sensibili mutamenti di prospettiva, riflessi di un tempo in cui si è consumata la fine di un'era e si sono sviluppati i germogli di un nuovo mondo: quello della modernità nella quale stiamo ancor oggi vivendo, pur se cominciamo a vedere gli inizi della sua fine."" -
Objects, relics, and migrants. The basilica of Sant'Ambrogio in Milan and the cult of its saints (386-972)
La basilica ambrosiana di Milano, edificata per la prima volta negli anni di Ambrogio (374-397) e ricostruita radicalmente alla fine dell'XI secolo, è uno straordinario luogo di memoria e di presenza di oggetti e monumenti medievali. Attraverso lo studio di alcune celebri opere in essa conservate, tra cui il sacello di San Vittore in Ciel d'Oro, l'altare d'oro e il ciborio di Sant'Ambrogio, il libro si propone di indagare l'interazione tra la topologia dell'edificio e i suoi oggetti, le reliquie attorno alle quali l'Ambrosiana è costruita, e la nozione di ""migranti"""". In altre parole si vuole analizzare come, sulla lunga durata, alcuni oggetti diventino riflesso delle reliquie, e la santità materiale che da essi deriva venga usata come strumento di esclusione e intrusione in un contesto etnico problematico. Il volume presenta un ricco apparato iconografico, frutto di un'apposita campagna fotografica."" -
I volontari partigiani nel rinnovato esercito italiano
Negli ultimi anni l'ANPI si è dedicata con impegno a integrare, per quanto possibile, la storia della Resistenza. In questo contesto si imponeva l'attenzione su una vicenda dimenticata o quanto meno trascurata, quella dei partigiani arruolati volontariamente, dopo la Liberazione delle rispettive città dell'Italia centrale, nel rinnovato esercito italiano, inserito con due Divisioni nelle Armate Alleate. Attraverso studi e testimonianze dirette si è cercato di evidenziare, raccogliendole in questo libro, le ragioni profonde di quelle scelte coraggiose e le motivazioni personali dei volontari. Il quadro che ne risulta completa e approfondisce la limitata bibliografia sull'argomento, recando un contributo significativo alla conoscenza e alla valutazione di una vicenda esemplare, importante e ricca di significati storico-politici. -
«Vigor di vita». Il nazionalismo italiano e gli Stati Uniti (1898-1923)
Al tramonto del XIX secolo, grazie alla guerra ispano-americana del 1898, il nazionalismo italiano scoprì la potenza statunitense. Imperialismo, apparato industriale, preparazione militare, culto della fisicità, numero di giovani pronti a sacrificarsi per la patria: furono questi gli aspetti che colpirono il nascente movimento nazionalista. Tuttavia, ben presto gli Stati Uniti e la civiltà anglosassone, spesso visti come un tutt'uno, cessarono a poco a poco di essere un modello. Tramite l'analisi di fonti preziose e poco esplorate (principalmente le riviste «L'Idea Nazionale» e «Politica»), questo studio intende analizzare le ragioni di un tale cambiamento di prospettiva, mettendo in luce come - negli anni caratterizzati dalla nascita dell'Associazione nazionalista, dalla guerra mondiale, dalla questione fiumana e dalla confluenza del nazionalismo nel fascismo - il giudizio verso gli Stati Uniti sia stato oggetto di una continua messa a punto, revisione e discussione. -
Orizzonti nuovi. Storia del primo femminismo in Italia (1865-1925)
Quali sono le matrici culturali e politiche del femminismo italiano otto-novecentesco? Quali i suoi orientamenti, le protagoniste, le strutture organizzative? Questo libro si propone come la prima sintesi su quell'insieme di movimenti femminili che, sorti all'indomani dell'Unità, fiorirono in età liberale, costituendo l'anima del primo femminismo italiano. Oltre ad analizzarne le interne sfaccettature, gli obiettivi, le forme di mobilitazione e le rivendicazioni, l'autrice ne traccia il percorso complessivo nel campo dei diritti civili e politici, in uno Stato caratterizzato da un codice civile tra i più gerarchici in Europa quanto a strutture familiari e differenze di genere. Il quadro che emerge evidenzia una realtà composita, caratterizzata da orientamenti e correnti le cui differenze si fanno via via più marcate col passaggio del secolo, quando si avviano le prime vere campagne suffragiste e i primi organismi a carattere nazionale. Più che sul terreno delle riforme civili e politiche, fu in campo sociale che il primo femminismo raccolse i suoi frutti migliori, agendo come lievito per un profondo cambiamento della società e della soggettività femminile. -
Storia minima della Catalogna
La Catalogna, ben oltre le vicende dello stato spagnolo, è divenuta un ""caso"""" assai noto anche al grande pubblico, nel corto circuito che si è creato tra la storia e la rappresentazione in chiave nazionalista del suo passato. Nel volume se ne ripercorre la """"lunga storia"""", senza enfatizzare """"eccezionalismi"""" e unilaterali punti di vista, da quando il nome e l'entità politica non esistevano ancora. Si evidenziano alcuni temi fondamentali della sua vicenda, mitizzati o divenuti oggetto di acceso confronto nel dibattito culturale e politico: dall'espansione medievale nel Mediterraneo fino all'importante sviluppo attuale dell'indipendentismo, passando attraverso snodi come il ruolo della Corona di Aragona, la Guerra di Successione, l'industrializzazione del secolo XIX, la genesi del nazionalismo catalano, i fatti dell'ottobre 1934, il movimento autonomista di Jordi Pujol. Storia, memorie e narrazioni pubbliche interagiscono attraverso il metodo della rigorosa ricostruzione storica, fornendo al lettore italiano elementi chiave indispensabili per decifrare gli eventi del tempo presente, ancora in tumultuoso sviluppo.""