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Fuoco! Voci di lotta e racconti militanti
Sono poche le parole che, come ""fuoco"""", contengono in sé il significato profondo della distruzione. Una metafora fin troppo reale per descrivere i tristi esiti dell'attuale sistema di produzione e del suo portato di guerre e di devastazioni sociali e ambientali. È contro tutto questo che si avverte più che mai il bisogno di parole capaci di colpire nel segno e di rompere il diffuso silenzio sulle contraddizioni e sui conflitti. Parole in grado di svelare il fuoco che sta divorando le vite di un numero sempre crescente di persone e, a passi da gigante, il mondo stesso. Parole che diano voce alle morti sul lavoro, alle vittime della furia razzista, alla distruzione della natura e della civiltà urbana; voce alla sete, alla fame, alla paura e alla rabbia. Parole con cui recuperare l'altra faccia del fuoco e dare spazio, finalmente, all'incendio delle lotte, alle pratiche di organizzazione e di resistenza; spazio a narrazioni consapevoli che per assaltare il cielo è necessario non avere paura di bruciarsi."" -
Fare come in Russia. La Repubblica viareggina, i disordini nel derby con la Lucchese e l'insurrezione del 1920: una storia del «Biennio rosso»
Sembrava solo una partita di calcio. Invece era l'incontro tra lo Sporting Viareggio e la Lucchese, non un ""semplice"""" incontro sportivo, dunque, ma l'evocazione di una sfida che, da sempre, nell'immaginario dei partecipanti, opponeva la borghesia del capoluogo agli operai della provincia, trasportando il tema del pallone dal campo da gioco al terreno della lotta di classe. Accadde così, il 2 maggio del 1920, a Viareggio, che l'intera formazione della Lucchese fu costretta a fuggire per i campi per sottrarsi alla folla inferocita. Ma non solo. Dopo che un carabiniere aprì il fuoco e uccise un viareggino, la storia accelerò il suo passo e, sostenendosi sulle solide tradizioni anarchiche e socialiste dei lavoratori marittimi e portuali, chiamò il popolo tutto alla lotta, ricordando come fosse giunta anche in Italia l'ora di «fare come un Russia», vale a dire sovvertire a beneficio dei molti tutto ciò che allo stato delle cose presente esisteva soltanto a favore di pochi. Si dipanano così le brevi ma intense giornate della Repubblica Viareggina: un'insurrezione popolare che anticipa le future repubbliche partigiane e a cui Andrea Genovali rende il giusto tributo storiografico, scrivendo una pagina inedita in quello che resta il percorso di lunga durata della guerra civile italiana. Prefazione di Alexander Höbel e introduzione di Franco Pulzone."" -
Un' utopia concreta. Le montagne del Kurdistan e la rivoluzione in Rojava: un diario di viaggio
Nel nord della Siria, nel mezzo di una delle guerre più crudeli dei nostri tempi, centinaia di migliaia di persone stanno conquistando, insieme a istituzioni basate sulla democrazia consigliare e la parità tra uomo e donna, meccanismi di convivenza pacifica tra tutte le etnie e gli orientamenti religiosi del Medio Oriente. Nella primavera del 2017 alcuni redattori di «Lower Class Magazine» hanno viaggiato dalla Germania al Kurdistan e, dopo un soggiorno nella zona montuosa sul confine turco-irakeno, sono entrati nelle pianure del Rojava per mettersi a disposizione della rivoluzione in corso e, soprattutto, per imparare da questa esperienza straordinaria. Così, vivendo sulle montagne insieme alla guerriglia, sperimentando in prima persona il funzionamento del confederalismo democratico nella Siria del Nord, costruendo case e pascolando pecore, indagando sulla provenienza delle armi europee usate contro la popolazione civile e combattendo a Raqqa contro lo Stato Islamico, ha preso corpo questo libro: un diario di viaggio che entra nel vivo dei profondi cambiamenti in corso e che mostra in presa diretta come la Rivoluzione del Rojava stia salutando l'avvento di un'utopia concreta. Prefazione di Anja Flach. -
Lettere dalla Catalogna
Cosa sta succedendo davvero a Barcellona? Cosa sta spingendo le masse a scendere in strada, a occupare le piazze e a sfidare una dura repressione pur di ottenere l'indipendenza dallo stato spagnolo? Si tratta davvero, come alcuni osservatori sembrano suggerire, di un fenomeno di puro ""egoismo"""" promosso dalle élite borghesi catalane, ansiose di liberarsi dal giogo economico di Madrid? O non c'è piuttosto, dietro le imponenti mobilitazioni, il desiderio di un cambiamento reale che, a partire dal riconoscimento della lingua, della cultura e della storia catalana, imposta un discorso capace di coniugare indipendenza e giustizia sociale? Dov'è, insomma, il punto in cui il discorso sull'indipendentismo lascia spazio al più ambizioso obbiettivo della rivoluzione? Senza avere risposte precostituite, """"Lettere dalla Catalogna"""" affronta la montante effervescenza catalana senza paura di cimentarsi con le sue contraddizioni, ma dando spazio alla viva voce dei militanti di un ciclo di lotte capace di toccare punte altissime di partecipazione popolare e di mettere in crisi il discorso sull'""""ordine"""" portato avanti non soltanto dallo stato spagnolo ma da tutte le istituzioni politiche ed economiche europee."" -
Non è un quartiere per ricchi. Come il Raval di Barcellona ha fronteggiato la speculazione e affrontato l'espulsione dei suoi abitanti. Una storia esemplare
Il Raval, già noto per aver incluso nei suoi confini meridionali la storica Chinatown di Barcellona, non è soltanto uno dei quartieri-simbolo della metropoli catalana ma, in una dimensione globale, rappresenta un vero e proprio laboratorio di ""igiene sociale"""". Si tratta, a ben vedere, di un luogo capace di rappresentare i peggiori incubi delle classi dirigenti e, di conseguenza, anche tutte le politiche che, nel corso di un secolo, le stesse classi dirigenti hanno scelto di portare avanti per superare una situazione di volta in volta definita come """"pericolosa"""", """"amorale"""" e """"degradata"""". A causa del sovraffollamento, della povertà e di attività economiche stigmatizzate come la prostituzione, in effetti, il Raval si è sempre configurato come spazio altro rispetto ai canoni morali della buona borghesia di Barcellona anche grazie alla conflittualità politica e sociale che ha sempre animato il quartiere, contribuendo a renderlo oggetto di una permanente condanna sociale nonché territorio perennemente esposto alle mire speculative del capitale finanziario. Questa attitudine si è manifestata nella contemporaneità con rinnovata virulenza, salutando l'epoca di una vera e propria colonizzazione urbana del Raval dove, per facilitare lo sfruttamento, è stato necessario espellere una popolazione evidentemente incompatibile con le caratteristiche del quartiere-vetrina pensato da palazzinari avidi e urbanisti compiacenti. Eppure, come spiega bene Miquel Fernández, il Raval non è un quartiere per ricchi. E così chi credeva di poter fare soldi facili sulla pelle degli storici abitanti del quartiere ha dovuto fare i conti con strategia di resistenza tanto effcaci quanto inaspettate."" -
Nico, o dell'infelicità
Modella per Coco Chanel. Attrice per Federico Fellini. Voce, per un periodo, dei Velvet Underground. Musa di Andy Warhol. La sua «dea lunare». Poi, progenitrice del gothic rock. La «Garbo del Punk». Poetessa del buio. Tra droghe e alcol, sempre ai limiti dell'abisso, fino a scivolare nell'autodistruzione. Bionda, occhi chiari, lineamenti perfetti, Christa Päffgen, in arte Nico, è stata la femme fatale degli anni Sessanta e la ""Sacerdotessa delle Tenebre"""" degli anni Settanta e Ottanta. Nata a Colonia, cresciuta tra le sue rovine, ha conquistato le passerelle parigine e poi la scena artistica newyorkese nel periodo del suo massimo fermento, diventando una delle protagoniste della Factory di Warhol. Amata da Alain Delon, Brian Jones, Lou Reed, Jim Morrison e molte altre icone del periodo, con la sua voce profonda, la sua immagine algida, la sua interpretazione inusitatamente """"distaccata"""", ha inventato un nuovo modo di fare e intendere il rock: decadente, notturno, inquietante. Stanca della sua bellezza e perfino del potere che le conferiva, Nico ha scelto di lasciarsi """"cadere"""" dal podio su cui la fama l'aveva portata, per immergersi in un mondo di ombre, facendosi così eroina tragica. Il suo unico rimpianto? «Non essere nata uomo». Un viaggio nel suo mondo, tra arte ed emozioni, successi e fallimenti, per indagare le ragioni e la parabola del mito."" -
La mia vita con Lenin
Correva l'anno 1894 quando, in quel di Pietroburgo, Nadezda Konstantinovna Krupskaja, giovane maestra di idee rivoluzionarie, incontrò Vladimir Lenin, arrivato da poco in città ma già noto per gli scritti con cui riusciva a trasmettere agli operai e agli intellettuali il vero «spirito vivente del marxismo». Insieme, Vladimir Lenin e Nadezda Krupskaja ebbero il tempo di dare vita all'organizzazione ""Unione di lotta per l'emancipazione della classe operaia"""", prima di essere intercettati dalla polizia zarista e condannati alla deportazione. Sarà proprio in Siberia, in effetti, che i due militanti sceglieranno di sposarsi, condividendo, da quel momento in poi, una vita interamente votata alla causa del socialismo. La dura repressione zarista, la faticosa propaganda clandestina, l'inesorabile lotta per la difesa dei principi bolscevichi, ma, al culmine di incredibili sforzi e fughe in tutta Europa, anche gli eventi che condurranno alla Rivoluzione d'Ottobre, sono solo alcuni dei fili conduttori del libro. """"La mia vita con Lenin"""" è un documento di valore storico e letterario e, al tempo stesso, la testimonianza in prima persona di un'avventura umana e politica destinata a cambiare il mondo. Introduzione di Fabiola D'Aliesio."" -
Salam e i bambini che volevano giocare. Ediz. a colori
Dalla finestra di casa sua, Salam, bambina palestinese, vedeva un bel giardino, con un magnifico albero di ulivo. Questo, finché degli uomini con i fucili non arrivarono per costruire un enorme muro grigio. Da quel momento in poi nessun gioco sarebbe stato possibile, nessun bambino e nessuna bambina avrebbe più potuto rincorrersi o lanciare la palla nel posto in cui erano nati. Questo, almeno, era quello che credevano gli uomini con i fucili ma... avete mai provato a fare stare fermo un bambino o una bambina? Nemmeno tutti i fucili del mondo possono riuscirci! Accade così che quell'enorme muro inizia a sgretolarsi. E se Salam e i suoi amichetti riguadagneranno uno spazio in cui giocare, sarà il mondo intero a gioire per una nuova stagione di pace. Età di lettura: da 5 anni. -
Cani da rapina. Storia criminale di Ostia e della Suburra romana
Dopo Il Canaro. Magliana 1988: storia di una vendetta, Luca Moretti torna in libreria con il romanzo dedicato alla periferia in cui vive e scrive. rnrn«Non rallentava la corsa, attraverso le rive melmose, la Città Antica e l’Isola Sacra: il Fiume portava in quel delta tutti i cattivi pensieri, le morti, gli amori e la fame di Roma»rnNel cuore della più profonda tra le periferie romane, tra rave illegali e risse da stadio, un gruppo di giovani sbandati incappa nel ritrovamento di un grosso quantitativo di cocaina. Il denaro che potrebbero ricavarne è il loro primo pensiero... prima di scoprirsi proiettati in un affare più grande, dove i boss della banda della Magliana incarnano un passato di violenza rabbiosa e i clan emergenti offrono le uniche prospettive di riscatto: sopraffazioni pronte a tornare in gioco lungo la strada che, dai palazzoni della borgata, arriva fino alla cupola del grande spaccio internazionale. rnDopo Il Canaro. Magliana 1988: storia di una vendetta, Luca Moretti torna in libreria con il romanzo dedicato alla periferia in cui vive e scrive. Un romanzo senza censure, una testimonianza nuda e cruda di un mondo in cui l’amore si paga in contanti e dove il valore delle cose e delle persone si misura in grammi di droga. -
Le guerre che ci fanno. La storia mai raccontata della CIA e della dominazione statunitense sul resto del mondo
«Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre». A dirlo, nel lontano 1858, fu il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln. E da allora l'apparato politico-militare del suo Paese deve averlo preso molto sul serio, garantendo la difesa degli interessi di un pugno di industriali, possidenti e speculatori grazie a un esercito dotato di una forza d'urto senza precedenti nella storia dell'umanità. Ma se non esiste luogo del mondo che non sia costretto a fare amaramente i conti con i colonizzatori del pianeta, Raúl Capote spiega come la forza delle armi sia in realtà subordinata all'uso di una forza ancora più grande: la forza espressa grazie alla cultura, alla musica, ai mezzi d'informazione e alla propaganda, vale a dire la vera arma segreta - spesso invisibile - di cui di servono gli Stati Uniti. Passando in rassegna quella che è la lunga storia di colonizzazione culturale a stelle e a strisce e forte della sua personale esperienza di ex agente segreto infiltrato nella CIA, Capote dà voce alla stori della dominazione statunitense sul resto del mondo e, in modo particolare, su Cuba e l'America Latina. La storia di una guerra sporca, capace di strumentalizzare, corrompere e piegare ai propri fini interi movimenti giovanili e prestigiose istituzioni culturali. Ma, allo stesso tempo, anche il punto debole dell'ideologia consumistica che pervade e corrompe l'imperialismo degli Usa, contro cui questo libro è stato scritto e pubblicato. -
Comunismo e logistica
A partire dal 2008, mentre buona parte del globo sembrava avviluppata nell'intricato meccanismo di ristrutturazione economica e sociale chiamato «crisi», un'ondata conflittuale di vasta portata - dalle Primavere Arabe all'Occupy Movement - ha dato voce a soggettività niente affatto rassegnate a sacrificare se stesse sull'altare delle contraddizioni tra capitale e lavoro. È in questo fermento che Jasper Bernes scrive ""Comunismo e logistica"""": un testo che, fortemente radicato nel metodo prassi-teoria-prassi, prende piede dal tentativo di occupazione subito dal porto di Oakland per estendersi al cuore dell'economia post-fordista, un ambito in cui la logistica ha smesso da tempo di rivestire un ruolo puramente tecnico per mettersi al servizio della distopia liberista, secondo la quale tanto gli uomini quanto gli oggetti dovrebbero «conformarsi alla forma più fluida e più pura che il capitale può assumere: il denaro»."" -
Spirit of '69. La bibbia skinhead
A tanti anni dalla prima edizione, andata in stampa nel 1991, e dalla riedizione del 1994, ""Spirit of '69. A skinhead bible"""" continua a essere uno tra i testi più esaurienti e attendibili sulla storia della sottocultura skinhead, considerata in tutte le sue incarnazioni stilistiche, musicali e politiche. Redatto da un protagonista della scena, in grado di affrontare l'argomento in modo obiettivo e documentato, """"Spirit of '69"""" rievoca la storia skinhead a partire dalla sua emersione dall'ala dura del modernismo, nella seconda metà degli anni '60, passando per le contaminazioni di matrice ska, reggae e soul e, nel corso degli anni '70, per la politicizzazione - sia a destra che, per riflesso, a sinistra - di alcuni suoi ambiti, che poi proseguì negli anni '80 con la scena white power da un lato, e quella più tradizionalista, e talvolta apertamente di sinistra, dall'altro. Qualsiasi opinione si abbia del libro - che è stato criticato da alcuni, e adottato come una vera e propria """"Bibbia"""" da altri - è difficile mettere in discussione la sua rilevanza, tanto che negli anni è stato tradotto in francese, portoghese, polacco, tedesco e ora, finalmente, anche in italiano."" -
Le condizioni dell'offensiva. «Senza tregua. Giornale degli operai comunisti»: storia di un'esperienza rivoluzionaria
È probabile che ancora oggi, dietro l'etichetta del rapimento e dell'esecuzione di Aldo Moro, si celi una semplificazione, o meglio, una gigantesca rimozione storica: un'analisi che, continuando a focalizzare l'attenzione su un singolo, per quanto importantissimo evento, finisce per sfumare colpevolmente i contorni e i contesti, fino ad annullarli. Ecco così che i fermenti rivoluzionari covati in Italia a partire dal «biennio rosso» 1968-69 si riducono a poco più di un episodio di cronaca nera e i revisionismi proliferano insieme a ogni sorta di dietrologie. Al contrario, la storia di un'esperienza come quella di «Senza Tregua. Giornale degli operai comunisti», testimonia quanto diffusa e profonda fosse, negli scorsi decenni, la ferma volontà di guardare al futuro a partire da un cambiamento reale dello Stato di cose presente; quanto profonda si rivelasse l'analisi delle componenti più avanzate del movimento operaio e con quale determinazione si affrontasse l'idea di mettersi in gioco. A cura di Emilio Quadrelli, quest'antologia torna a dare la parola agli operai che, tra il 1975 e il 1978, abbracciarono un ruolo d'avanguardia, assumendo posizioni che nessuna teoria socialdemocratica avrebbe mai potuto essere in grado di assorbire e attestandosi su una linea che, chiamando in causa il cuore del politico, poneva immediatamente all'ordine del giorno la questione del potere. -
Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli
Tra il 2017 e il 2018 il Laboratorio Crash! ha promosso un percorso di elaborazione teorica sull'urbano articolato in convegni, dibattiti e produzione di scritti che ha coinvolto svariati compagni e compagne assieme a ricercatori e ricercatrici. Il libro presenta una selezione dei testi emersi da questo percorso, una serie di bussole teoriche e politiche che costruiscono un panorama di critica della città contemporanea. Vengono analizzati urbanizzazione planetaria e trasformazioni della metropoli, periferie e movimenti, sviluppo hi-tech e prospettiva di genere, autonomie e subalternità territoriali, catene logistiche e riot del nuovo secolo, la violenza urbana dei ricchi, il turismo e molti altri snodi utili per un inquadramento delle dinamiche che strutturano i luoghi della nostra esistenza quotidiana. -
Pugni e socialismo. Storia popolare della boxe a Cuba
Radicato nella società che lo produce offrendolo alle masse sotto forma di intrattenimento, lo sport è solo un lavoro come un altro: una merce obbligata a rispondere alla legge del mercato e non certo ai valori di cui la pratica sportiva dovrebbe o potrebbe farsi portatrice. Ma ciò che in gran parte del mondo appare ormai come scontato, a Cuba si rivela diverso e, come per magia, ecco la partecipazione trionfare sull'agonismo, il senso dell'impegno e della lealtà primeggiare sull'etica del risultato a tutti i costi e lo spirito olimpico surclassare l'idea del professionismo. Viaggio nella storia popolare della boxe cubana, Pugni e socialismo mostra come l'utopia di uno sport libero dai dettami della società dello spettacolo sia non solo possibile, ma anche vissuta e praticata a livello di massa. -
Sangue del nostro sangue. 7 luglio 1960: la strage di Reggio Emilia
C'erano migliaia di persone in piazza a Reggio Emilia quel 7 luglio del 1960. Una folla di operai, ex partigiani e semplici ""ragazzi con le magliette a strisce"""" che, come era accaduto a Genova appena una settimana prima, rifiutavano la deriva autoritaria che stava travolgendo un'Italia in cui i fascisti provavano a rialzare la testa. La reazione poliziesca non tardò a farsi sentire e, se già il 5 luglio le pallottole delle forze dell'ordine uccidono in quel di Licata, il 7 luglio la polizia spara ancora. Per la precisione, sono 182 le raffiche di mitra che si abbattono sugli antifascisti, prendendosi la vita di Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli. Il loro sacrificio, con il passare dei decenni, continua a ricordare come - anche in un Paese che si pretende """"democratico"""" - non esiste diritto che possa dirsi acquisito una volta per sempre, né conquista sociale in grado di durare senza essere sostenuta dalle lotte. Per questa ragione, il sangue versato dai cinque morti di Reggio Emilia è il sangue stesso del movimento operaio. Ed è alla loro storia che questo libro a fumetti è dedicato."" -
Le idee non si possono uccidere. Introduzione alla vita e alle opere di Thomas Sankara
Viene ricordato come il “Guevara africano”, ma in realtà poche personalità possono rappresentare la stagione delle rivolte contro i regimi coloniali animate dai popoli oppressi di tutto il mondo come Thomas Sankara. Ufficiale di carriera, “Tom Sank”, come veniva chiamato affettuosamente, abbraccia il marxismo-leninismo già negli anni della sua formazione e, tornato nel suo Paese natale, il Burkina Faso (era nato nel villaggio di Yago nel 1949), forma insieme ad altri soldati ribelli il Gruppo degli Ufficiali Comunisti: l’organizzazione segreta a partire dalla quale, dopo aver conosciuto l’arresto e il carcere, guadagnò la popolarità che gli valse la nomina a primo ministro e, a partire dal 1983, la presidenza del Burkina Faso. Lo stesso nome “Burkina Faso”, scelto per rinominare quello che era l’Alto Volta degli ex dominatori francesi, significò da quel momento in poi “terra degli uomini integri”, come integra fu l’intera esistenza di Sankara: un presidente senza alcuna prebenda né scorta, capace di presentarsi alle riunioni in bicicletta e di rigettare qualunque privilegio tipico dei politici. «Guai a prendere in giro il popolo», questa era l’unica preoccupazione di Sankara: un vero e proprio manifesto antimperialista che il giovanissimo presidente burkinabe, assassinato il 15 ottobre del 1987, diffuse in ogni angolo della Terra, attaccando gli interessi criminali delle grandi imprese multinazionali e il razzismo promosso dai corrotti governi occidentali. -
Inner city romance
La prigione, la vita vissuta nei ghetti americani, il mercimonio del sesso, la black culture e l'attivismo politico radicale. Sono solo alcuni dei temi che Inner City Romance di Guy Colwell annette al territorio del fumetto underground: un luogo talmente reale da spingere chi conosce sulla sua pelle ciò che scrive e che disegna a raccontare l'american dream più come un tentativo di non morire di fame e/o di essere assassinati dalla polizia che come un desiderabile stile di vita offerto a tutti dal grande paese delle opportunità. E a chi dovesse chiedersi quali possano mai essere state le fonti in grado di ispirare l'autore di questa graphic novel, si può rispondere citando la prigione federale di McNeil Island, il giornale alternativo «San Francisco Good Times» o, nel contesto delle mobilitazioni contro la guerra imperialista, gruppi politici di estrema sinistra come il White Panther Party e l'Esercito di Liberazione Simbionese. Con questo si direbbe molto sull'opera di Guy Colvvell ma non si direbbe ancora tutto su un autore capace di trasfondere la lacrime e il sangue, le allucinazioni narcotiche e sogni di rivolta, la dura repressione poliziesca e le stigmate dei pregiudizi legati alle appartenenze di classe oltre che al colore della pelle, su ogni tavola del suo capolavoro. -
Omaggio al Rojava. Il fronte siriano, la rivoluzione confederale e la lotta contro il jihadismo raccontati dai combattenti internazionali YPG
Arrivano nella Siria del Nord da ogni parte del mondo per contribuire - qui e ora - a quella causa che eternamente si batte per cambiare lo stato di cose presente. Sono i combattenti internazionali delle YPG: le milizie popolari divenute celebri in Occidente per essere riuscite a opporre all'avanzata dell'Isis una forza in grado di ricacciare la marea nera dello jihadismo ben oltre i confini del Rojava. Nella vita ""precedente"""" erano persone diverse: studenti, lavoratori del braccio e del pensiero, precari di un Occidente che affoga nelle sue contraddizioni e giovani che lo stesso Occidente sembra escludere da qualunque ruolo. Al servizio di un'idea - di più, di un'utopia concreta - hanno messo la loro stessa vita, a volte perdendola in battaglia. In questo libro rendono la loro testimonianza. Affinché accanto alle parole fascismo, sessismo, razzismo, sfruttamento senza limiti dei territori e delle risorse naturali, oppressione di classe e assassinio della democrazia reale, costruita e vissuta dal basso, si possa finalmente scrivere «mai più»."" -
Spartaco sei tu. Vita, canzoni e miracoli di Angelo «Sigaro» Conti, un operaio con la chitarra
«Questo Libro è un mezzo per far sapere ai nostri figli, e poi ai loro, che su questa terra ha camminato il passo di Angelo Conti. E che quel passo andava in una direzione precisa, per delle precise ragioni che il cuore conosce e che La ragione costruisce. Pontarolo e disoccupato, autore e suonatore. Poeta della vita. Comunista, nel senso più alto e profondo che si possa dare a questa parola. Conosciuto da migliaia, amico di molti, fratello di più di qualcuno. Estraneo alla maggioranza, come accade agli esseri rari. Unico. Soprattutto per quella sua volenterosa incapacità di concedersi il minimo di ipocrisia necessaria a vivere in questo mondo e in questi anni. Quasi povero, per Llnghi tratti. Per gli altri, in canna. Ma fiero e felice. «Il rancio è abbondante e il morale della truppa è alto», mi disse sorseggiando un passato di verdura accompagnato da un bicchiere d'acqua. Me lo disse ridendo, nell'estate del 2018, a casa sua. Nella busta dell'Ospedale una diagnosi che avrebbe fatto piangere chiunque...».