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Il calcio rubato
Nel 1990 Ulf Peter Hallberg scrisse, con il collega Fredrik Ekelund, il racconto di un viaggio nel nostro paese durante i giorni euforici di ""Italia 90"""". I dieci racconti di Hallberg sono ora riproposti e pubblicati in contemporanea in Italia e in Svezia. Dalla particolare prospettiva del neofita del football, Hallberg si rende conto che l'unico modo per cercare di comprendere e rappresentare questo sport e fenomeno sociale è mischiarsi agli altri; incontrare il crogiuolo di genti che per un mese fanno del """"mondiale"""" il centro del mondo; dare spazio alle emozioni e all'empatia (e infine anche all'entusiasmo popolare), senza per questo tradire l'obiettivo iniziale di uno sguardo critico, laterale, capace di soffermarsi sul dettaglio."" -
Tutto sulla Finlandia
«Sogno acqua, di nuovo. Sogno che l'acqua è sopra di me e dentro di me e intorno a me, che scorre e scroscia e gocciola, e ho sentito dire che sognare acqua significa cambiamento, e ogni volta che sogno acqua penso: maledizione, ancora cambiamento. Non finirà mai?»Scrivere un opuscolo turistico che racconta ""Tutto sulla Finlandia"""" senza esserci mai stati, raccogliendo informazioni sconclusionate per spingere i Norvegesi a visitare il Paese vicino. Per un bizzarro specialista di brochure, voce «sproloquiante» del romanzo, questo improbabile incarico è solo l'inizio di un tuffo nell'inarrestabile fluire della vita: farsi rimuovere l'automobile per amore, perdersi in reminescenze «proustiane» dentro un videogioco, salvare un ragazzino irrequieto, sperduto tra salmoni e neonazisti, affrontare in una staffetta aziendale l'intera Finlandia e le proprie paure. Perché tutto scorre nella vita come nello stream of consciousness in cui ci immerge Loe, che col suo humour lunare investe banalità quotidiane e questioni esistenziali impregnandole di una ironia paradossale. Una scrittura scrosciante che, tra digressioni e associazioni mentali funamboliche, esprime le inquietudini di una società sempre più «liquida» e inafferabile: il potere manipolatorio dei media, lo spaesamento delle nuove generazioni che diventa odio e intolleranza, l'ansiosa ricerca di sicurezze che si trasforma in rigido isolamento. Terrorizzato dall'acqua, dall'instabilità e dal cambiamento che essa rappresenta, questo sensibile e metodico trentenne vedrà così crollare le artificiose barriere con cui tiene ossessivamente alla larga la realtà, scoprendo il gusto di bagnarsi nell'incertezza, la gioia rischiosa di scoprire gli altri."" -
L'idrografo
Il 15 aprile 1913, il quattro alberi ""Posen"""", salpato da Amburgo due giorni prima, fa rotta verso sud con destinazione Valparaiso. Ma non è il porto d'arrivo che interessa il conte Franz von Karsch-Kurwitz, viaggiatore senza meta imbarcato all'ultimo momento sul veliero. Rampollo di un'aristocratica famiglia di possidenti terrieri della Pomerania, contro ogni tradizione nobiliare è di professione idrografo: da piccolo i bagni di mare l'avevano guarito da un'oscura malattia e adulto gli è rimasto il desiderio di conoscere quel potere liquido che l'ha salvato e di carpire i segreti. Trovare la legge che governa il moto ondoso, riassumere in un'unica formula matematica l'inarrestabile fluire del mare: questo è lo scopo dichiarato della sua precipitosa partenza che, a ben guardare, ha tutta l'aria di una fuga. Fuga dal peso del passato, da un matrimonio combinato o da se stesso. Ma i compagni di traversata, il commerciante di salnitro Moser, uomo dei fatti, e Totleben, classicista in esilio, non sono poi l'essenza di quei tempi nuovi in cui il suo mondo è destinato a scomparire? Oppure l'enigmatica olandese imbarcata a Lisbona, con il suo baule coperto e il suo fascino conturbante, cambierà rotta al suo futuro per portarlo a quell'isola del paradiso che gli appare da sempre nelle azzurre lontananze del sogno? Ma forse è solo con l'abbandonarsi al suo irriducibile fluire che la vita, come il mare, lascia intravedere il segreto dei suoi abissi."" -
Perduto il Paradiso
Alma e Almut, due ragazze brasiliane di origine tedesca, coltivano un sogno segreto: andare un giorno in Australia, addentrarsi nell'immenso deserto costellato di simboli misteriosi e di luoghi sacri, immergersi nell'enigmatica e affascinante cultura aborigena. Il sogno diventa progetto, salvezza, via di guarigione quando Alma, una notte, capita casualmente nella favela di Paraisópolis e subisce una violenza di gruppo. In fuga da quell'inferno che porta il nome del Paradiso, in fuga dall'esistenza ordinata e borghese del suo quartiere, Jardins, Alma e Almut vanno alla ricerca dell'Eden, del mondo primordiale e carico di senso che si nasconde nel cuore dell'Australia. Ma anche quel paradiso è perduto, una barriera di parole, concetti, immagini, separa il ""tempo del sogno"""" dall'esperienza quotidiana dell'uomo e della donna occidentale. Quasi come un simbolo, una manifestazione visibile di questa distanza incolmabile, un giovane pittore aborigeno accoglie Alma nell'intimità del suo corpo, senza però concederle mai di accedere alla sua interiorità, al suo linguaggio segreto. Ad Alma non resta dunque che farsi angelo lei stessa, seppure in modo piuttosto sorprendente e non convenzionale, e portare nel mondo la luminosità di un'esistenza diversa e più intensa."" -
L'ordine
Una donna, prigioniera rivoluzionaria accusata di un efferato delitto, un soldato, che ha disubbidito all'ordine di ucciderla per permetterle un regolare processo davanti alla corte marziale, un giudice scrittore incaricato del caso: è tra questi tre personaggi e nella tensione del rapporto che oscilla tra ostilità e attrazione, odio e amore, volontà di dominio e desiderio di abbandono e di espiazione, che si gioca tutto il romanzo, fatto di scene vive come sequenze di film, di un dialogo serrato e di una serie di interrogatori, da cui emerge a poco a poco il passato, i moventi, le ferite dell'anima e il conflitto etico presupposto da ogni scelta. Destini individuali che sono lo specchio dello smarrimento di un'epoca, la guerra civile nella Finlandia del 1918, in cui i confini tra colpa e innocenza, debolezza e ribellione a un sistema sfumano fino a rendere ambivalente ogni giudizio. L'azione si svolge in un luogo già di per sé emblematico: un'ex clinica psichiatrica dove un dottore all'avanguardia sperimentava cure ispirate a principi tolstojani, ora trasformato in campo di detenzione e sede del tribunale militare. Ed è solo attraverso l'umanità di Konsta, unico paziente rimasto e stravagante fotografo, che si può arrivare forse alla verità: disseppellendo i fantasmi, restituendo la voce di un testimone alle vittime innocenti di quella follia collettiva che è la guerra. -
Il ladro della Bibbia
È la storia di una totalizzante, travolgente passione intellettuale che dalla periferia dell'amata Sunne di fine anni Cinquanta, porta alla corte gotica della Ravenna del V secolo. Fortuitamente capitato in casa di un vecchio professore, Johan capisce che sono i libri che potranno slavare lui e l'amata cugina Hedvig. Uno in particolare, l'antichissima Bibbia Gotica di Uppsala, uno dei libri più preziosi al mondo. Per potersene impossessare però dovrà diventare un esperto mondiale di gotico. Attraverso il labirinto di situazioni, personaggi e voci dense di sfumature, senso e visionarietà, hanno inizio una serie di avventure, che dal mondo enigmatico e perduto dell'Italia gotica attraversano i secoli con il loro carico di umanità, come proiettili direttamente nel nostro cuore. -
Ritratti e un vecchio sogno
Un viaggio in Sudafrica diventa per Davud, esule iraniano giornalista ad Amsterdam, la rivelazione delle proprie radici più profonde, il recupero del proprio passato, la scoperta di un'affinità di ricerca d'identità, la storia di un innamoramento, forse di una donna, forse di un paese e della sua poesia. Da quando mette piede sulla bruna terra africana, Davud si sente a casa e scopre di essere vissuto da straniero in quell'Olanda che l'ha accolto come rifugiato politico e di cui ha acquisito la lingua, la nazionalità e i costumi. Le montagne, il cielo azzurrobruciato, il sole accecante, i villaggi con le loro casupole elementari e i loro abitanti, tutto gli evoca la patria da cui è dovuto fuggire, con tale forza da invadere anche i suoi sogni: ogni notte la sua stanza d'albergo diventa luogo d'incontro di figure del suo passato, fino alla comparsa di Attar, Malek, Soraya, Rumi e Forugh, gli antichi compagni di resistenza contro il regime dello scià, tre giustiziati e due imprigionati, gli amici perduti che da quel momento si porterà con sé. È a loro che riferisce le sue esperienze sudafricane ed è Attar che se ne fa narratore, aggiungendo al racconto di Davud il proprio, quello del viaggio parallelo dei suoi compagni segreti, testimoni della cultura persiana e di una strenua lotta per la libertà, ma anche voce di chi, richiamato dalla tomba, riscopre le gioie, i minuti piaceri, il miracolo quotidiano del tornare a vivere. -
Il ritratto vivente
Felix Vincent ha trent'anni e - in nomen omen - è un vincente: felicemente sposato con Lidewij è ""il più famoso e pagato ritrattista della sua generazione"""". I critici lo giudicano un virtuoso per la sua meticolosa resa della realtà, ma lui ha un'altra visione della sua arte. Con i ritratti che gli vengono commissionati, Vincent intende comperare Nimmerdor, la grande casa nel bosco, in cui vive con Lidewij e ha il suo studio. Ma nel frattempo ha anche acquistato un'enorme, preziosa tela di lino, per dipingervi un soggetto originale: una Pietà, forse, come confida alla conturbante giornalista Minke Dupuis, ex compagna di scuola e molto di più. Ma il destino ha deciso altrimenti. Un giorno bussa alla sua porta Valéry Specht, controverso e ricchissimo erede di un'impresa di dragaggio, notorio frequentatore di uomini. Sa che Felix dipinge solo dal vivo, ma è venuto a supplicarlo di ritrarre suo figlio Singer, che è morto. Ha con sé foto e un video del ragazzo: se Felix accetterà di ricrearlo sulla tela, dice sibillino, """"salverà una vita"""". Specht, padre? E com'è morto Singer? Domande a cui però Felix non cerca una risposta, e non solo per il lauto compenso che Specht gli ha promesso. Ecco, dunque, chi diventerà la grande tela: un figlio amato, come quello che Lidewij porta in grembo... Forse. Perché il destino è di nuovo pronto a rimescolare le carte."" -
Il manifesto dei cosmonisti
In questo ""pastiche fantascientifico"""", Mikael Niemi lascia il Tornedal, la regione svedese resa famosa da """"Musica Rock da Vittula"""", e lo lascia, non senza un toccante congedo, a bordo di un astrobastimento. Questa volta è un cosmonista - così si chiameranno i camionisti intergalattici - e uno dei più esperti. Noi siamo i suoi passeggèri, dei novellini, al primo viaggio spaziale: Niemi ci prende a bordo e ci guida dalla buona vecchia Terra alle stazioni di servizio più sperdute sull'anello metallifero esterno, e anche più in là, oltre il Point of no Return, che solo i più audaci ponoristi superano, sapendo di non poter mai più rientrare alla base, di avere davanti a sé solo lo spazio infinito, il cui unico limite è stabilito dalla durata della loro stessa vita. Niemi ci accompagna tra una galassia e l'altra, portandoci a spasso nello spazio e nel tempo, facendoci entrare, alla faccia dei tremendi buttafuori, alla Buca della Cotica, il bar dove si danno appuntamento le più diverse creature dell'universo, e ci spiega tutti i segreti di un mondo improbabile ed esilarante. Ma, tra avidi affaristi, sette religiose, androidi e alieni, le creature che alla fine risultano più buffe e incomprensibili, sono quelle che provengono dal pianeta Terra, creature capaci di divertire e commuovere, intrappolate nei loro limiti eppure in grado di sognare e lottare, per non sprofondare nel buio dell'universo, per esserci quando, un giorno, ricomincerà tutto da capo."" -
Doppler. Vita con l'alce
«La noia è sottovalutata. Il mio piano è annoiarmi fino a sentirmi felice.»Non fare nulla. Annoiarsi fino a sentirsi felice. È questo lo scopo di Andreas Doppler, ineccepibile padre di famiglia e professionista esemplare che, dopo una caduta in bicicletta, decide di trasferirsi in una tenda nel bosco distante solo qualche centinaio di metri dalla fin troppo confortevole casa – dove continuano a vivere una minacciosa moglie incinta e due figli già tragicamente incanalati verso quella vita che lui sta cercando di sfuggire. La sua è una ribellione coerente e irriverente, all'insegna della libertà personale e del rispetto per gli altri, contro «quel disgustoso benessere norvegese che ci rende la popolazione più simpatica e al tempo stesso più egoista del mondo». È una fuga dal conformismo verso il primitivismo, un ritorno alla natura hamsuniana, un'esilarante rivoluzione nella periferia di Oslo: cacciare alci per non morire di fame, addomesticare il cucciolo dell'alce uccisa per avere qualcuno con cui parlare, innalzare un totem alla memoria del padre, difendere il territorio dagli attacchi del cognato con arco e frecce. Dunque un'altra vita è possibile, nel bosco accanto a casa. Ma il suo fascino non tarda a richiamare altri profughi del mondo moderno, e tanto basta perché Doppler veda rompersi l'incanto del suo isolamento silvestre: insieme all'alce Bongo e al figlio minore Gregus, a cui cerca di insegnare a non imparare a leggere, a stare alla larga dalle vittorie e dal successo, l'irriducibile ribelle parte per un viaggio «che potrà essere lungo». Scende in guerra. «Contro la bravura. Contro la stupidità.» -
Max Havelaar ovvero Le aste del caffè della Società di Commercio olandese
"Faccio il sensale nel ramo del caffè, e abito in Lauriergracht n. 37"""". Con questo prosaico quanto memorabile incipit si apre il più grande classico della letteratura nederlandese, pubblicato nel 1860 esplodendo come una duplice bomba: come capolavoro letterario e come atto di accusa sociale. """"Il libro che ha ucciso il colonialismo"""", sarà definito, e resta un'opera di sconvolgente modernità sia per la raffinata struttura narrativa, sia per la forza della denuncia dei misfatti di cui è costellata la storia dell'imperialismo occidentale. Chi parla è Batavus Droogstoppel, l'irresistibile affarista che incarna, col suo assoluto perbenismo, il reale cinismo e l'ipocrisia di un'Olanda troppo intenta a fare soldi per chiedersi da dove venga il suo benessere. Colpito dall'interesse di un fascio di manoscritti che si è trovato suo malgrado tra le mani, il buon sensale intende trarne un utile trattatello sulle aste del caffè nelle Indie Olandesi, ma è tutt'altro materiale che ne vedrà estrapolato, affidando la stesura al giovane Stern, romantico figlio di un ambito cliente tedesco, di ben diversa sensibilità. È la ricostruzione della vita di Max Havelaar, coraggioso e idealista funzionario a Giava, che si illude di riuscire a combattere i soprusi dei potenti locali e la connivenza dell'amministrazione coloniale e di rendere giustizia ai contadini vessati da entrambi." -
Il decano
Il dottor Spencer, ""un tipo pallido, magro e coi capelli rossi"""", professore all'Università del Texas, è precipitosamente fuggito da Austin, svuotando il suo conto in banca, e si è rifugiato sotto falsa identità in una modesta pensione a Sturdy Batte, ultimo avamposto prima della sterile immensità del deserto, di quel vuoto nulla che tanto somiglia alla morte. Che cos'ha da nascondere? E perché non riesce a ricordare come tutto è cominciato? La suspense è immediatamente creata in questo nuovo thriller esistenziale di Gustafsson, in cui ci sono delitti e colpevoli, ma manca il castigo, in accordo con la filosofia del mefistofelico Decano, l'erudito professor Paul Chapman che irretisce Spencer nella sua logica nichilista e nel suo diabolico patto. E sono le conversazioni col Decano, riportate da Spencer nei fogli sparsi ritrovati nel baule della sua auto, a fornire la chiave di lettura dei fatti: la progressiva resa di un uomo normale, professore di filosofia illuminista, innamorato della conturbante allieva Mary Elizabeth, alla banalità del male. Con seducente leggerezza, parla di tutto quel Decano dagli occhi glaciali, reduce decorato della guerra del Vietnam, che gli è costata le gambe e un passato da occultare: il darwinismo e il disegno intelligente, l'impotenza di Dio e i nuovi dèi dell'industria informatica, l'etica del terrorismo e l'inconfessabile piacere di uccidere. Un giallo sui generis intorno alle eterne domande che solleva il male."" -
Tre diari
Ultimo libro scritto da Ingmar Bergman, è un diario sulla malattia dell'amatissima prima moglie Ingrid von Rosen, in cui alla sua voce si alternano quelle di quest'ultima e della figlia Maria. Un inedito testamento spirituale del regista che permette di esplorare una parte nuova della sua vita, che accosta alla passione sempre presente nei confronti del teatro il lato più compassionevole dell'amore e degli affetti. I diari non sono separati: sotto la data si trovano gli appunti di Ingrid, di Bergman e della figlia. A parte rare eccezioni, ogni giorno tutti e tre hanno scritto qualcosa sul diario (gli ultimi appunti di Ingrid risalgono al 6 maggio 1995). Il libro si apre con due brevi premesse di Ingmar e Maria. Ingmar riassume in poche righe la storia della sua relazione con Ingrid, dal primo incontro (1957) al matrimonio (11 novembre 1970). Maria narra della sua infanzia, della scuola e del momento chiave in cui, all'età di 22 anni, le è stato rivelato di essere figlia di Ingmar (è nata nel 1959, quando entrambi i genitori erano sposati con altri). Si precisa che i diari non sono stati corretti o alterati, e che sono stati scritti per non essere letti da altri, se non da chi li ha tenuti. -
Il giorno finisce presto
Finora inedito in Italia, il dramma in tre atti rappresentato allo Stadsteater di Göteborg, nel 1947. Nel pomeriggio che precede la festa di mezz'estate, la pittrice Jenny riceve la visita di una misteriosa signora che le dice che l'indomani passerà a prendere la sua anima. Con lei, porterà via altre quattro o cinque persone. Triste presagio o pura follia? Cosa succederà ventiquattr'ore dopo? Dramma giovanile del maestro, racchiude in nuce temi e personaggi che hanno caratterizzato i film soprattutto nel periodo compreso tra la fine degli anni '50 e i primi anni '60, primo tra tutti ""Il settimo sigillo""""."" -
Il migliore amico dell'orso
Tra invenzioni picaresche e interrogazioni filosofiche al confine tra il reale e l'assurdo, Paasilinna pone nelle vicende di questo Don Chisciotte in salsa finnica e del suo peloso Sancho Panza la migliore felicità creativa, alla ricerca di una fede più autentica nell'uomo e nella vita.rnrnPer il suo cinquantesimo compleanno, il pastore Oskari Huuskonen riceve dai parrocchiani un dono molto particolare, anche per gli standard di un paesino finlandese: un cucciolo di orso. Lungi dal voler rendere omaggio a una guida spirituale amata e rispettata, i fedeli coltivano piuttosto la speranza che, una volta cresciuta, la belva si cibi del pastore in crisi di vocazione e dell'odiosa moglie. Sorprendentemente, però, l'orso mostra fin da subito notevoli doti di adattamento e l'uomo, nel frattempo cacciato dal vescovo e sempre più inviso alla comunità, troverà in lui un prezioso servitore e una via di fuga dalla sua grigia esistenza di provincia. Per i due amici, sempre più uniti, inizia così una deriva geografica ed esistenziale: prima l'obbligatorio letargo, poi il risveglio dei sensi con una giovane etologa e infine un'odissea che li conduce dal Mar Bianco al Mar Nero, dal Mediterraneo fino alle foreste della Lapponia, dove non mancheranno occasioni per celebrare improbabili cerimonie liturgiche, fare proseliti e portare alle genti perplesse di tutta Europa una religione nuova e senza dogmi. -
La casa della moschea
«Era una grande casa. Lì, per secoli, famiglie dello stesso sangue avevano vissuto al servizio della moschea.»«Ho scritto questo libro per l'Europa. Ho scostato il velo per mostrare l'Islam come modo di vivere... un Islam moderato, domestico, non quello radicale.» È tornando all'Iran delle sue radici che l'autore migrante di Scrittura cuneiforme si fa tramite tra culture, raccontando l'epopea di un'influente famiglia persiana i cui destini s'intrecciano alla storia del suo popolo, una saga che fa vivere dall'interno e capire le trasformazioni cruciali di un paese sempre al centro degli equilibri mondiali, negli anni che vanno dallo sbarco sulla Luna alla fine della guerra con l'Iraq, dal regime dello scià al post-Khomeini. Un romanzo che ha affascinato i lettori olandesi al punto da votarlo come secondo miglior libro mai scritto nella loro lingua, e con cui Abdolah segna la sua sofferta e complessa riconciliazione con il proprio passato. È Aga Jan il personaggio centrale, ricco mercante e capo del bazar di Senjan, nel cuore della Persia, patriarca della casa della moschea, dimora secolare dove regna l'armonia delle antiche tradizioni e, all'ombra dei minareti, si annodano amori, matrimoni, sogni, tresche e preghiere come i fili dei tappeti. Finché il vento della Storia irrompe nella casa e trascina con sé i figli della moschea, rendendoli protagonisti degli eventi più drammatici. Se il nipote Ghalghal diventerà addirittura braccio destro di Khomeini, nessuno si sottrae alle responsabilità del momento: chi lotterà contro l'oppressione, chi ne sarà strumento, chi farà esplodere i cinema e chi con la sua videocamera registrerà i fatti che faranno il giro del mondo. Solo il saggio e paziente Aga Jan rimane nell'occhio del ciclone, testimone del presente e custode del passato, fedele alle sue radici e a una religiosità che offre un'immagine dell'Islam ben diversa da quella trasmessa dai media occidentali, una fede profondamente umana.COME COMINCIAAlef Lam Mim. C'era una volta una casa, una casa antica, che si chiamava ""la casa della moschea"""".Era una grande casa, con trentacinque stanze. Lì, per secoli, famiglie dello stesso sangue avevano vissuto al servizio della moschea.Ogni stanza aveva una funzione e un nome corrispondente a quella funzione, come la stanza della cupola, la stanza dell'oppio, la stanza dei racconti, la stanza dei tappeti, la stanza dei malati, la stanza delle nonne, la biblioteca e la stanza del corvo.La casa sorgeva dietro la moschea, addossata al muro. In un angolo del cortile una scala di pietra portava al tetto piatto, dal quale si poteva raggiungere la moschea.E al centro del cortile c'era una howz, una vasca esagonale dove gli abitanti della casa si lavavano le mani e il viso prima della preghiera.Adesso la casa ospitava le famiglie di tre cugini: Aga Jan, il mercante a capo del bazar tradizionale della città, Alsaberi, l'imam della casa e guida della moschea, e Aga Shoja, il muezzin."" -
Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?
Una scrittura pulsante come una colonna sonora che macina rock e cultura pop in un crescendo di immagini sorprendenti, nitide e intrise di una poesia lieve e malinconica. Un inno al non apparire che è una salutare provocazione in una società ossessionata dal protagonismo.Che ne è stato di Buzz Aldrin? Chi si ricorda del secondo uomo che ha messo piede sulla luna dopo Neil Armstrong? Per Mattias, nato in quella mitica notte del 20 luglio 1969, il capitano Edwin «Buzz» Aldrin è un idolo, simbolo di tutti coloro che svolgono il loro compito e spariscono nella folla, contenti di fare la loro parte, essere una ruota dell'ingranaggio. Non tutti vogliono essere il numero uno, e Mattias si è ostinatamente votato all'invisibilità: How to disappear completely, dice una canzone dei Radiohead amata dall'autore. Così ha sempre tenuto nascosto il suo talento per il canto, tranne un'unica volta: quando l'ha fatto esplodere al ballo del liceo per conquistare l'amore di Helle. E anche se l'amico Jørn l'ha sempre pregato di cantare nella sua band, Mattias resta lontano dai riflettori: lavora in un vivaio e coltiva il suo giardino, una vita felicemente normale. Ma anche un ingranaggio ben funzionante rischia di incepparsi e da un momento all'altro si può essere sbalzati fuori dalla sicurezza della propria orbita, in assenza di gravità. Mentre tutto gli crolla attorno, Mattias segue la band di Jørn per un concerto alle isole Faroe e sbarca nella magnifica desolazione del loro paesaggio lunare: forse è in questo luogo dimenticato che vanno a finire le cose perdute, forse è qui che Mattias può ritrovare se stesso, affrontare i propri fantasmi e scoprire che non si può fluttuare nello spazio della propria solitudine, che l'amicizia e l'amore ci impediscono di sparire completamente. -
Le navi degli schiavi
L'oceano Atlantico, grandi velieri dai nomi pieni di ottimismo, Speranza, Spensierata, solcano l'immensa distesa d'acqua, portando dalle coste dell'Africa alle isole dei Caraibi una merce estremamente deperibile e preziosa: siamo nel Settecento, nell'epoca d'oro dello schiavismo danese, che Thorkild Hansen ha meticolosamente ricostruito nella sua ""Trilogia degli schiavi"""", scomoda rivelazione di un passato rimosso e riflessione di disturbante attualità sulla violenza e la crudeltà che l'uomo continua a perpetrare sull'uomo È alla parte più redditizia della tratta che è dedicato questo secondo romanzo: """"il passaggio di mezzo"""", la traversata sulle navi negriere, descritta attraverso documenti autentici, diari di bordo, registri, inventari, bolle di carico. Romanzo inchiesta, ma anche romanzo di viaggio e di avventura di cui protagonista assoluto resta il mare, con le sue tempeste e la sua indomita violenza, grandioso teatro e muto testimone del dramma umano."" -
Joe Speedboat
Il giovane Joe Speedboat arriva ""come una meteora"""" a sconvolgere la cittadina olandese di Lomark, intrappolata tra il lento scorrere del fiume e lo schermo antisuono dell'autostrada al confine con la Germania. Eroe puro e solitario, outsider geniale, con quel nome assurdo che si è dato da sé, Joe è una vera """"forza centrifuga"""" da cui sorgono idee che mettono in movimento cose e persone, un concentrato di volontà e immaginazione che contagia presto i suoi nuovi amici. Primo fra tutti Fransje, che in seguito a un terribile incidente non può più muoversi né parlare, ma, come un samurai che ha lasciato la spada per la penna, con il solo braccio che può usare scrive la cronaca delle favolose avventure in cui lo trascina Joe. Moderni Huckelberry Finn e Tom Sawyer, i due scuotono il letargico paesino con invenzioni di ogni sorta: bombe, un escavatore per partecipare alla Parigi-Dakar, addirittura un aeroplano per sorvolare un giardino e sbirciare una vicina naturista. E insieme affronteranno il passaggio dal mondo degli dei e degli eroi dell'adolescenza a quello degli uomini. Lieve e profondo, divertente e drammatico, appassionante romanzo di formazione che racconta il superamento dell'innocenza e incarna in Joe Speedboat la volontà di, la tensione verso, la ricerca delle risposte che forse ciascuno può trovare solo dentro di sé, nel tentativo di andare oltre il proprio destino, di osare essere dei """"sognatori""""."" -
Via della Trincea
Cosa porta Matti Virtanen all'impulso incontrollabile di distruggere tutto ciò in cui ha sempre creduto? Il racconto della tragicomica missione di un uomo qualsiasi alla scoperta della propria identità, un'esilarante rincorsa verso la casa perfetta e la vita che ha perso. Cos'è un Reduce del Fronte Domestico? Uno che ha fatto il Settantotto, un prodotto della Guerra di Liberazione delle Donna. Da ragazzo Matti Virtanen amava il rock, e durante un mitico concerto crolla sbronzo su una biondina che poco dopo sposa e gli dà un'adorabile bambina. Matti cambia, diventa un efficiente uomo di casa, lava, stira e cucina alla grande. Una vita perfetta, che altro desiderare? Un giorno qualcosa si spezza: quel mite magazziniere, quell'uomo qualunque, nel suo modesto appartamento di periferia non resiste alla moglie che lo incalza con richieste che lo distraggono dall'appassionante finale di hockey contro la Svezia. E allora lui, strappato al televisore e alla bottiglia di birra vede il proprio pugno partire con furia omicida e colpire quella donna che subito fugge via con la figlia. In un istante Matti Virtanen rimane solo e perde tutto. Che può fare per riprendersi quello che è suo, la famiglia, la sua splendida bambina, l'amore? Un Reduce del Fronte Domestico può fare cose inaudite! Può finalmente dichiarare quella guerra che alla sua generazione è mancata: combattere per avere una vera casa e finalmente riconquistare la sua famiglia.