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Al centro del tempio cristiano. Storia, simbologia e struttura dello spazio del presbiterio nel rito romano
Esiste una simbolica dello spazio del presbiterio nel rito romano? A questa domanda cerca di rispondere il presente volume che, facendo riferimento principalmente al metodo e alle fonti di studio della teologia liturgica, vuole essere uno stimolo e un aiuto destinato a studiosi e addetti ai lavori per riflettere su problematiche teologiche, implicanze architettoniche e aspetti pratici concernenti il presbiterio e in modo più ampio l'edificio cultuale cristiano, immagine speculare della Chiesa mistero. Il percorso proposto mette anche a disposizione di pastori, progettisti e artisti impegnati nella costruzione di nuove chiese e adattamento dell'esistente un panorama storico sintetico sulla parabola esistenziale del presbiterio e un insieme di testi della liturgia e del magistero ai quali è possibile fare riferimento per meglio definire l'iconologia e la ratio aedificandi del luogo in cui l'assemblea santa, riunita intorno all'altare e situata tra presbiterio e navata, celebra il memoriale della Pasqua e si nutre al banchetto della parola e del corpo di Cristo. -
Liturgia grande sistema di comunicazione. Il potere comunicativo della liturgia nella modernità
La scommessa di questo volume è la liturgia come ""potere comunicativo nella modernità"""". Per la Chiesa, infatti, lo strumento di comunicazione per eccellenza, cioè di cultura e informazione interna ed esterna, è la liturgia. Attraverso il rito, un insieme di parole e gesti carichi di memoria e di valori teologici e simbolici, fa conoscere pensiero e azioni della Chiesa nella stessa modernità. La liturgia, quindi, assume i connotati di un particolare sistema comunicativo nel contesto della modernità. Non da ultimo, la liturgia traccia dei confini tra valori e non valori nella vita individuale e sociale e la sua efficacia non si ferma alla vita privata delle persone, ma influenza l'intera società."" -
La via migliore. Contributo alla conoscenza del carisma di S. Vincenzo
Scritto in occasione dell'anno 400° (1617-2017) dall'inizio del carisma vincenziano, il libretto di Mario Di Carlo, riferendo il pensiero diretto di S. Vincenzo, vuole contribuire a farci gustare meglio la qualità e l'originalità della sua intuizione carismatica, invogliando anche ad andare ad attingere alla sorgente del suo pensiero che possiamo trovare in aggiornate traduzioni, come i vari volumi della sua Opera omnia. -
Liturgia e parola sacra. Rito e mito
Che rapporto c'è tra il rito e la Parola nella celebrazione, tra l'""azione rituale"""" oggi messa particolarmente in luce dalle nuove scienze e la Parola che da sempre sta al centro dell'annuncio cristiano? Ci troviamo davanti a un binomio indissolubile e dove tuttavia c'è una polarità tra rito e mito, tra dromenon e legomenon. Come venirne a capo? Il libro persegue sia il filone storico e antropologico di indagine, sia quello teologico e teologico pastorale, creando un quadro assai completo sia delle presunte priorità, sia in particolare delle inter relazioni e della complementarità tra i due aspetti che costituiscono l'atto liturgico in senso pieno. Contributi di: Daniele Barbieri, Giorgio Bonaccorso, Michele Cassese, Andrea Grillo, Emanuela Prinzivalli, Roberto Tagliaferri, Aldo N. Terrin, Sergio Ubbiali."" -
La liturgia agli albori del XX secolo. L'opera pastorale del beato A. G. Longhin, vescovo di Treviso (1904-1936)
Lo studio, condotto con metodo storico-critico, tende a evidenziare quanto le idee e le iniziative proposte dal Movimento liturgico, che nel primo '900 stavano gradualmente penetrando anche in Italia, fossero coltivate in una diocesi come Treviso, patria natale di Pio X, guidata dal 1904 al 1936 dal beato vescovo cappuccino Andrea Giacinto Longhin. Questo vescovo non fu un tecnico della liturgia, né un vero e proprio maestro nel senso moderno del termine. Fu, però, un pastore. Un pastore dotto ed austero, osservante scrupoloso della celebrazione, ma che nella sua vasta e diversificata produzione magisteriale e disciplinare poté offrire ai fedeli molte indicazioni sulla centralità della liturgia nella vita cristiana. -
Donne e uomini: il servizio nella liturgia
Il volume offre un'ampia riflessione sul tema della ministerialità, da molteplici e diversi punti di vista, ponendo teologia e prassi liturgica in un dialogo deciso e aperto con la cultura contemporanea. Gli autori evidenziano alcune delle mete raggiunte, ma soprattutto le vie non ancora percorse. -
La soteriologia liturgica sullo sfondo della teologia drammatica di Hans Urs von Balthasar
Uno dei temi più alti della riflessione teologica di Hans Urs von Balthasar è la missione di Cristo nel mondo, dall'incarnazione sino alla sua morte di croce. Questo tema lo vediamo espresso nel prefazio della seconda preghiera eucaristica, nella quale troviamo una preghiera rivolta al Padre, una al Figlio ed una allo Spirito Santo, e descrive ciò che fa il Padre, dicendo: Tu « lo hai mandato a noi come Salvatore e Redentore ». In queste parole noi troviamo la decisione e l'invio del Figlio, dal seno della Trinità, che si fa uomo nel grembo della vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, che ci rivela il mistero del Dio invisibile, presentandosi a noi come sua immagine visibile e suo estremo amore nella gloria del suo morire. Noi ora ritroviamo nella preghiera eucaristica questa decisione eterna di Dio e al vediamo attualizzata oggi nel prefazio della seconda preghiera eucaristica. Come il Cristo giunge ad essere salvatore in un dramma fino a dare la sua vita, von Balthasar lo presenta nella trattazio-ne della kenosi, in cui Gesù Cristo, versando il suo sangue, stabilisce la nuova ed eterna alleanza, tra Dio e l'uomo redento. In termini balthasariani, noi vediamo ora che nella preghiera eucaristica si ripete, si attualizza il sacrifico di Cristo, si sparge di nuovo il suo sangue. Ora, quel che avviene sull'altare, non è altro che una kenosi totale che Cristo fa di se stesso: offre il suo corpo e versa il suo sangue per noi, per la salvezza di tutti Quello che fa Cristo sull'altare è il modello paradigmatico del suo sacrificio. Questo aspetto kenotico della nostra salvezza è l'elemento fondamenale di una teologia liturgica soteriologica. Proprio in questa kenosi totale dello svuotarsi completamente sull'altare nel sacrifico della messa, noi vediamo, seguendo la riflessione teologica di von Balthasar, concretizzata la nascita di una teologia della salvezza. -
Una liturgia viva per una Chiesa viva. I 70 anni del CAL
La 68a Settimana Liturgica Nazionale ha voluto certamente fare memoria del passato, ma nel passato ha voluto ""ritrovare le ispirazioni, le motivazioni e i principi"""" per il cammino futuro, nella certezza - ribadita da Papa Francesco - che """"la riforma liturgica è irreversibile""""."" -
Epistolario e documenti del beato Marco Antonio Durando (1801-1880). Vol. 1
Proclamato beato nel 2002 da san Giovanni Paolo II, il beato Marco Antonio Durando fu una figura di spicco del mondo vincenziano e della Torino del 1800. Il suo epistolario testimonia una santità umile e generosa, in cui pulsa l'anima di un missionario che ha cercato di immedesimarsi con Gesù Cristo e di portare le anime a Lui. -
Pastorale liturgica e altre pratiche della fede
Il volume intende mettere a fuoco il metodo pastorale proprio della liturgia, nel contesto della svolta pastorale promossa dal Concilio Vaticano II. Riconoscere la forma specifica della pragmatica rituale è essenziale non solo per evitare riduzionismi, ma anche per scoprire il grande contributo che essa può dare oggi alla vita di fede, nel quadro di una pastorale organica. -
La concelebrazione eucaristica. Storia. Questioni teologiche. Rito
Nel suo studio l'autore espone la storia della concelebrazione eucaristica in Occidente, attraverso il contatto diretto con le fonti patristiche, liturgiche, magisteriali e canoniche, tenendo conto della mentalità di ciascun'epoca per evitare di giudicare la storia partendo da acquisizioni teologiche più recenti. Il percorso storico arriva fino al dibattito prima e durante il Concilio Vaticano II e prende in esame il rito della concelebrazione nella sua prima stesura del 1965 e come si trova oggi nella terza edizione tipica del Messale Romano del 2008. Non mancano indicazioni per la pratica del rito, con accenno alla problematica attuale delle celebrazioni con grandi numeri di concelebranti. -
La liturgia risorsa di umanità. «Per noi uomini e per la nostra salvezza»
Il volume, riportando gli atti della 69 Settimana Liturgica Nazionale, svoltasi a Matera dal 27 al 30 agosto 2018, attesta come la Liturgia ""attraverso gesti umani e parole umane, quale azione umanissima, apra l'accesso al mistero e spinga in uscita la Chiesa, abilitando i credenti a porre nel cuore del mondo rapporti autenticamente umani"""". La liturgia, azione divina, opus Dei, si dà in un'azione umana (per ritus et preces) e chiede di incarnarsi nel vissuto dei partecipanti, permettendo """"il costituirsi della fraternità e sonorità ecclesiale nelle sue linee portanti"""". Attraverso gesti umani e parole umane, quale azione umanissima, """"apre"""" l'accesso al """"mistero"""" e spinge """"in uscita"""" la Chiesa, abilitando i credenti a porre nel cuore del mondo rapporti autenticamente umani. Per far ritrovare alla liturgia questa sua specifica identità col Concilio Vaticano II la Chiesa ha promosso una riforma che ha consegnato nelle nostre mani libri liturgici rinnovati, accompagnandoli con l'avvertita esigenza di formazione liturgica. «Oggi - osserva papa Francesco nell'Udienza al CAL dello scorso agosto - c'è ancora da lavorare in questa direzione, in particolare riscoprendo i motivi delle decisioni compiute con la riforma liturgica, superando letture infondate e superficiali, ricezioni parziali e prassi che la sfigurano», col conoscerne meglio le ragioni sottese, con l'interiorizzazione i principi ispiratori e osservandone la disciplina che la regola."" -
El valor de la humanidad de JesuCristo. Clave de la interpretación del Concilio de Calcedonia en algunas Cristologías del siglo XX
Comprendere il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio è una sfida permanente per la teologia. Una sfida che l'autore cerca di affrontare rifacendosi al dogma del Concilio di Calcedonia attraverso le interpretazioni di alcuni autori del secolo XX e documenti della Commissione Teologica internazionale che permettono di approfondire il vincolo esistente tra la definizione dogmatica e l'umanità di Gesù. -
Riti di cordoglio
Riflettere sui riti di cordoglio significa cogliere gli sforzi dell'umanità, delle culture e in particolare delle religioni, per restituire un po' di verità al mondo presente in relazione al mondo che ci aspetta, cercando un improbabile legame tra i due mondi. I due mondi, infatti, l'""aldiquà"""" e l'""""aldilà"""", appaiono oggi infinitamente lontani tra loro, anche se in realtà sconfinano l'uno nell'altro. I riti religiosi che circondano la morte possono ancora, con la loro ricchezza simbolica, aiutarci a sperare e a vedere oltre questo mondo. Su questo fronte i riti della fede cristiana devono ritrovare la loro forza specifica"" -
Per una parrocchia generativa. Prospettive e riflessioni da più punti di vista
«Nella logica dell'appartenenza a Cristo e della missione affidata ai discepoli si scopre l'esigenza di un rinnovamento della parrocchia, come già il Concilio aveva auspicato e ora papa Francesco continua ad incoraggiare a fare. La logica è quella della sperimentazione nella tradizione. Il modello di una parrocchia generativa è quello della missione permanente. Proprio l'operatività missionaria è la caratteristica di questo libro. Essa non va confusa con la ""pratica"""", ma con quella riflessione sapienziale che sa recuperare dalla storia l'indicazione per una progettualità significativa». (Dalla Presentazione del card. C. Sepe)"" -
Luisa de Marilac
È noto come all'inizio della modernità stesse tramontando l'ideale del povero come ""immagine di Cristo"""" e che, al suo posto, stesse subentrando la persuasione che fosse un """"disturbatore della società"""". Ma Dio non ha abbandonato i suoi poveri ed ha suscitato alcune figure di intensa vitalità spirituale, che hanno guardato ai poveri come ai loro """"signori e padroni"""". Santa Luisa de Marillac, in profonda connessione di amicizia spirituale con san Vincenzo de' Paoli, ha contribuito a mantenere vivo nella Chiesa il sentimento di fede che Bénigne Bossuet ha chiamato """"l'eminente dignità del povero"""". Questo volumetto intende mostrare che la via della carità da lei inaugurata è inseparabile dalla storia della sua esistenza. Un'esistenza toccata dal dolore, quello intimo di difficile esplorazione, che è stato il luogo provvidenziale attraverso cui Dio ha preparato l'umanità di santa Luisa per trasformarla in donna di carità."" -
Ordo missae celebrandae et divini officii persolvendi. Secundum calendarium romanum generale. Pro anno liturgico 2020-2021, iuxta editionem III typicam Missalis Romani
Calendario, in lingua latina, per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore per l'anno liturgico 2020-2021. -
A partire dal rito
Lo studio del rito come mediazione propria della liturgia può contribuire non solo a comprendere e affrontare meglio le questioni pastorali sottese alla prassi celebrativa, ma anche a considerare in modo nuovo le questioni teologiche della liturgia e della sacramentaria. Esso può costituire anche, in modo sorprendente, un terreno comune per proseguire nel dialogo ecumenico in modo rinnovato e meno preconcetto. Il volume presenta diversi contributi che, a partire da una più profonda conoscenza del rito, sviluppano percorsi riflessivi di tipo storico, ecumenico, sistematico e pastorale. -
Competenza rituale. La «messa in scena» della fede come ars celebrandi
La buona recezione della liturgia postconciliare si gioca sulla maturazione della capacità di celebrare (ars celebrandi). È ormai evidente che l'agire rituale esige una competenza specifica, che consiste anzitutto nel rispettare le regole fondamentali del rito stesso. L'accostamento tra rito e teatro fa emergere aspetti fondamentali di tale competenza, pur dentro un rapporto complesso tra realtà e finzione, tra reale e virtuale. Anche se su piani diversi, entrambe le esperienze hanno la capacità di ""mettere in scena"""" il mondo per trasformarlo, attivando tutti i linguaggi di una performance globale."" -
La danza rituale. Dalla pietà popolare alla liturgia
Bisogna imparare a guardare la liturgia attraverso il ritmo, il movimento, lo scambio, le interazioni, le relazioni, la mobilità dei simboli, la trasformazione delle singole identità, in una comunione di diversità che vibra, che si versa e che si espande, verso la vita eterna. Intesa in questo senso, la profonda e autentica qualità relazionale che esiste tra i credenti in Cristo, si rende possibile e visibile anche attraverso il movimento armonico dei corpi che celebrano il loro Signore. Cogliere i movimenti e le dinamiche di una celebrazione, esaminandone in particolare il movimento, ci rende capaci di comprendere e gestire meglio la qualità relazionale che la liturgia esprime. Studiare il ritmo e le direzioni spaziali del corpo nel rito, ci aiuta a prendere coscienza della finalità del rito stesso: la comunione tra Dio e l'umanità.