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Tirana. Contemporaneità sospesa. Ediz. italiana e inglese
Tirana è da anni una città in grande trasformazione architettonica e urbana, tanto che, come ha scritto di recente Stefano Boeri, ""la Tirana contemporanea e vibrante della moltitudine individualista, selvaggia, arrogante, sta dentro, letteralmente dentro, alla Tirana dei monumenti del regime comunista, con le sue piazze immense e i grandi viali& Tutto in scena, insieme, come se la città fosse fatta da pezzi di tempo e non da fette di spazio"""". Molti dei più interessanti studi di architettura contemporanea europei, da Bolles+Wilson a MVRDV, da Atenastudio a Bjarke Ingels, si sono confrontati con questa capitale che si è imposta all'attenzione della cultura architettonica internazionale. Questo volume disegna dunque un profilo inedito di Tirana: quello di una città proiettata verso il nuovo secolo con una volontà di rinnovamento che molte grandi città europee, specie quelle italiane, sembrano invece aver perduto."" -
La formazione del vedere. Lo sguardo di Jacob Burckhardt
Viviamo nella civiltà delle immagini, e i nostri sensi vengono quotidianamente sottoposti a un bombardamento di figure la cui potenza di fuoco non ha mai avuto pari nella storia del genere umano. I tradizionali modelli interpretativi, incentrati sulla parola e sul discorso, sono insufficienti a renderne conto in modo adeguato. Oggi le ricerche che si raccolgono sotto il titolo di ""cultura visuale"""" sono chiamate a rispondere a questa sfida: non per affermare un ingenuo primato dell'immagine sulla parola, ma per indagare parola e immagine nella loro azione reciproca, e nei loro condizionamenti storici. Jacob Burckhardt ha precocemente intuito questa costellazione di problemi: storico della cultura e storico dell'arte, ha insegnato a generazioni di europei che il vedere non si dà nella sua immediata naturalità, ma si forma nella storicità della percezione. Attorno a questi nodi problematici, insieme storici e teorici, ruotano i saggi presentati in questo volume: impegnati a illuminare ora il Burckhardt storico della cultura, ora il Burckhardt storico dell'arte, ora la sfera delle immagini visive ora la dimensione della parola e del linguaggio."" -
Breve storia del giardino
Il primo giardino è quello dell'uomo che ha scelto di interrompere le proprie peregrinazioni. Non c'è un tempo giusto per questa tappa, nella vita di un uomo o di una società. Il primo giardino è alimentare. L'orto è il primo giardino. È atemporale poiché non soltanto fonda la storia dei giardini, ma la attraversa e la segna profondamente in ogni suo periodo. Il primo giardino è un recinto. Conviene proteggere il bene prezioso del giardino; la verdura, la frutta, e poi i fiori, gli animali, l'arte di vivere, quello che, col passare del tempo, continuerà a sembrarci il ""meglio"""". È la maniera di interpretare il meglio che, a seconda dei modelli di civiltà, determinerà lo stile dei giardini. La nozione di meglio, di bene prezioso, è in continua evoluzione. La scenografia destinata a valorizzare il meglio si adegua al cambiamento dei fondamenti del giardino, ma il principio del giardino rimane costante: avvicinarsi il più possibile al paradiso."" -
Novelle stralunate dopo Boccaccio. Riscritte nell'italiano d'oggi
La novella italiana a partire da Boccaccio è stato uno dei generi letterari più letto, apprezzato e imitato in Europa, e rappresenta una delle migliori stagioni letterarie italiane. Ma se Boccaccio è rimasto un autore molto noto, meno conosciuti sono quelli che hanno scritto dopo di lui e sulle sue orme. In questo libro Elisabetta Menetti ha scelto le novelle più rappresentative, sorprendenti, conturbanti e fantastiche di autori del Quattrocento e Cinquecento italiano: Sacchetti, Sercambi, il Piovano Arlotto, Straparola, Masuccio Salernitano, Bandello, Molza, Morlini, Arienti, Gherardi da Prato, Manetti, Grazzini, Doni, Fortini, Ser Giovanni Fiorentino. L'italiano dell'epoca non è facile per tutti da leggere; per questo le novelle sono state riscritte nell'italiano d'oggi da alcuni stimati autori e traduttori, in modo da riavere quella freschezza e quella comicità immediata che le caratterizzava. Le trascrizioni sono di Dino Baldi, Daniele Benati, Nicola Bonazzi, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Ivan Levrini, Giovanni Maccari, Simona Mambrini, Nunzia Palmieri, Giovanni Previdi e Jean Talon. -
Spedizione verso l'interno (Anabasi)
Questo è un grande libro di avventura di duemilaquattrocento anni fa, un grande classico della letteratura greca, scritto dall'ateniese Senofonte, filosofo e soldato. Narra la storia di diecimila soldati greci, mercenari e miserabili, che marciarono per oltre tremila chilometri attraverso l'Asia. Dopo essersi scontrati con un esercito settanta volte più grande, perso il loro condottiero e i loro generali, riuscirono nell'impresa incredibile di far ritorno in Grecia attraversando l'Anatolia orientale, tra fiumi e montagne impervie, popoli ostili e città mai viste, sempre combattendo e marciando, fino ad arrivare al mare. Il testo è tradotto dal greco con la vivacità dell'originale, in un italiano non scolastico, ed è corredato da ampie note esplicative e dai racconti della spedizione secondo diversi punti di vista: Diodoro Siculo, Plutarco, Isocrate, Giustino e altri. -
Bartleby. La formula della creazione
Fin dalla sua pubblicazione nel 1853, ""Bartleby lo scrivano"""" di Melville, """"uno dei più bei racconti dell'epoca moderna"""", sta iscritto come un enigma sulla soglia della letteratura americana. La figura scialba e """"incurabilmente perduta"""" dello scrivano che ha smesso di scrivere, ha letteralmente paralizzato i critici e tenacemente eluso ogni spiegazione. Qual è il messaggio che, senza mai proferirlo, egli sembra volerci significare con ogni suo gesto? E qual è il senso della formula che egli non si stanca di ripetere a ogni richiesta: """"preferirei di no""""? In questo libro, due filosofi, Gilles Deleuze e Giorgio Agamben, provano a misurarsi con l'enigma di Bartleby e a decifrare il senso della formula. In pagine straordinariamente dense l'autore dell'Anti Edipo scopre in Bartleby il paradigma della """"natura prima"""" e, insieme, il rappresentante del """"popolo a venire""""; Giorgio Agamben legge nel """"preferirei di no"""" dello scrivano la formula della potenza pura, l'algoritmo di un esperimento in cui il Possibile si emancipa da ogni ragione."" -
Pervertimento del cristianesimo. Conversazioni con David Cayley su Vangelo, chiesa, modernità
Ivan Illich (1926-2002), prete cattolico che rinunciò all'esercizio pubblico del sacerdozio nel 1969, dopo le censure ecclesiastiche alla sua attività di oppositore dello ""sviluppo"""", a suo avviso esportato nei paesi """"terzi"""" come forma più raffinata e distruttiva di colonialismo, fu negli anni Settanta uno dei maestri della contestazione mondiale contro le società industriali, i loro stili di vita, le forme del consumo, gli apparati di servizi. Divenne nel seguito un acuto studioso degli sconvolgimenti prodotti dallo sviluppo tecnologico nell'esperienza e coscienza umane in età moderna e contemporanea. In questo testo, che è parte della sua estrema autotestimonianza, Illich compie la parabola del proprio pensiero indicando nel cristianesimo, ossia in una interpretazione riduttrice e corruttrice della libertà annunciata dal Vangelo come amministrata dalla Chiesa nella sua millenaria evoluzione, l'origine di una alienazione dell'esistenza umana individuale e collettiva, giunta oggi alle soglie di un necessario, apocalittico ribaltamento."" -
Le parole non sono di questo mondo. Lettere al guardiamarina E. K., 1892-1895
Lo scambio epistolare tra il giovane ufficiale e il giovane intellettuale, maestro non solo culturale ma anche morale (""Penso che diecimila ore difficili non possono disfare ciò che viene intessuto in un'ora felice"""") svela, con una misura e una delicatezza d'animo che escludono qualunque effusione, un'amicizia virile di grande intensità. Al centro del dialogo c'è il grande compito della maturazione, che entrambi sentono impegnativo e rischioso: il difficile passaggio dalle promesse indistinte della giovinezza alla piena responsabilità dell'adulto, nel quale il guardiamarina è condotto per mano. Sono lettere straordinarie, in cui Hofmannsthal parla con totale libertà della vita e dell'arte (""""l'essenza dell'arte è l'immediatezza, la capacità di guardare l'esistenza senza timore, senza pigrizia e senza menzogna"""") a un animo partecipe e avido di apprendere. Il titolo viene dalla stupenda lettera del 18 giugno 1895, in cui, traducendo in prosa la visione espressa nella Ballata della vita esteriore, Hugo scrive che """"la gran parte degli uomini non vivono nella vita, ma in una pura apparenza dove nulla è e tutto soltanto significa""""."" -
Anche il cielo brucia. Primo Levi e il giornalismo
Famoso nel mondo per ""Se questo è uomo"""" e per le altre opere narrative, Primo Levi lo è molto meno per la sua attività giornalistica autonomamente considerata. Il volume analizza gli interventi dello scrittore per i più importanti quotidiani, da """"Repubblica"""" a """"La Stampa"""", e per i periodici di larga diffusione: essi riguardano fatti di risalto internazionale, come il cronico conflitto arabo-israeliano, Cernobyl o i viaggi dello Shuttle, ed altri di portata nazionale, dal terrorismo degli anni settanta ai primi esperimenti genetici; eventi che ebbero grande impatto sull'opinione pubblica e sono in molti casi ancora oggi di stretta attualità. Gli articoli di Levi si soffermano anche su personalità ben note - da Gheddafi ad Arafat, da Gorbaciov ad Aldo Moro - e tracciano una particolare storia dell'Italia e del mondo contemporaneo, visti con l'occhio di un intellettuale-scienziato che ha cercato di affrontare con gli strumenti della ragione, ma anche con una carica polemica per certi versi controcorrente, il caos della modernità."" -
Ponti sull'Atlantico. L'Institute for architecture and urban studies e le relazioni Italia-America (1967-1985)
Questo libro ricostruisce le relazioni tra cultura architettonica italiana e nordamericana nel corso degli anni Settanta, prendendo come riferimento la breve ma significativa esperienza dell'Institute for Architecture and Urban Studies di New York, che dalla sua fondazione nel 1967 - su iniziativa di Peter Eisenman - fino ai primi anni Ottanta si impone come centro propulsore tra i più attivi ed influenti nel dibattito disciplinare negli Stati Uniti. Più che la semplice ricostruzione dei suoi quasi vent'anni di storia, ciò che interessa dell'IAUS è proprio il suo costituirsi, anche e sopratutto grazie al suo ambizioso progetto editoriale ed espositivo, come luogo privilegiato di un incontro e di un confronto, non privo di contraddizioni, tra due milieux intellettuali - la New York dei Five Architects e delle mostre al MoMA, la Venezia dell'IUAV di Aldo Rossi e Manfredo Tafuri e delle neonate Biennali d'architettura -lontani geograficamente e culturalmente, e tuttavia accomunati dal tentativo di ridefinizione della specificità, del ruolo e degli obiettivi dell'architettura al tramontare dell'utopia funzionalista. Eisenman da un lato, Rossi e Tafuri dall'altro sono i protagonisti di un dibattito complesso e multistratificato che vede intrecciarsi temi, luoghi e personaggi sulle due sponde dell'Atlantico: una vera e propria ""scacchiera con tre re"""" dagli schieramenti in costante riassetto."" -
Architettura e città negli Stati sabaudi
Le cupole di Juvarra e gli altari di Vittone, le regge sabaude e i palazzi reali, i salotti delle dame settecentesche e i quartieri di espansione preunitari. I saggi raccolti in questo volume studiano la storia dell'architettura del Piemonte sabaudo muovendo tra diverse scale di analisi, dal dettaglio architettonico alla scala urbana, e isolando un periodo, quello del passaggio tra Settecento e Ottocento, che si presta a essere osservato tanto dal punto di vista delle continuità quanto da quello delle discontinuità e delle fratture. Uno sguardo che porta a discutere una volta di più le grandi categorie interpretative che hanno a lungo mosso l'interesse per il contesto piemontese (il ""barocco"""", l'""""eclettismo"""") e a proporre una storia dell'architettura attenta alle pratiche, alle temporalità, alle culture di una pluralità di attori: architetti, promotori, stranieri in visita, burocrazie tecniche. Sullo sfondo, l'opera di uno studioso d'eccezione, Franco Rosso, con cui i saggi si confrontano direttamente, in un omaggio che è al tempo stesso un dialogo condotto sul vivo delle carte e sul corpo fisico degli edifici."" -
Qui è ora. Lo spazio e il tempo pubblici come leve della qualità della vita e della cittadinanza attiva. Atti del convegno internazionale (Torino,14-15 marzo 2011)
Come si vivono il tempo e lo spazio pubblici? Quando l'uso spontaneo dello spazio pubblico è fonte di scontri fra diverse esigenze e quando invece è riappropriazione positiva di luoghi e modi della socialità? Quali strumenti hanno le istituzioni per integrare e governare l'espressione del mutamento negli usi dello spazio e le esigenze dei tempi di vita? Queste alcune delle domande, che riguardano la qualità della vita urbana, con le quali si è misurato un convegno svoltosi a Torino nel marzo 2011, di cui questo volume raccoglie gli esiti. I contributi forniscono elaborazioni teoriche ed esperienze pratiche sull'uso sociale dello spazio pubblico e del tempo in un orizzonte internazionale. Inoltre il libro presenta una panoramica degli uffici dei tempi e conciliazione dei ritmi di vita di varie città italiane, di diverse esperienze torinesi di spazi socioculturali di quartiere, nonché del progetto sperimentale ""+Spazio+Tempo"""" realizzato negli ultimi anni dalla Città di Torino."" -
Una scelta per Milano. Scali ferroviari e trasformazione della città. Ediz. italiana e inglese
L'assunto da cui parte questo corposo studio corale consta nel fatto che ""i sette scali ferroviari milanesi dismessi rappresentano un'occasione eccezionale e irripetibile di trasformazione urbana e di messa a punto di un'idea di città"""". Il volume raccoglie pertanto numerosi contributi, ampiamente illustrati, secondo uno schema tripartito: una prima parte urbanistica che contiene dei saggi d'indirizzo volti a delineare le sfide cruciali per la città contemporanea. La seconda parte, più progettuale, dedica spazio alle varie proposte di riordino degli scali milanesi. La terza, infine, propone una sorta di verifica a più voci delle ipotesi sviluppate nelle prime due, interrogando sia architetti come Emilio Battisti e Pierluigi Nicolin, e urbanisti, come Luigi Mazza, sia personalità extradisciplinari di assoluto rilievo come Ermanno Olmi, partendo dall'assunto che per capire una città sono necessari molti punti di vista, compresi quelli del cinema, spesso trascurati dal mondo accademico, ma forse gli unici in grado di restituire quel sentimento unico che Christopher Alexander chiama """"the magic of the city""""."" -
Spazi e figure dell'abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda
A partire da una riflessione sulla natura abitativa contemporanea che vede nella casa una ""base"""" piuttosto che un luogo abitativo classico, il libro propone una rassegna critica delle sperimentazioni condotte in Olanda sul tema della casa urbana. La ricca produzione di edilizia residenziale pubblica e no che a partire dagli anni '90 è diventata un modello mondiale grazie ai progetti di studi oggi notissimi come MVRDV, NL Architects, West8, Mecanoo solo per citarne alcuni, viene qui presentata e illustrata individuandone le strategie progettuali più ricorrenti piuttosto che classificandola secondo categorie tipologiche o morfologiche. Nella seconda parte del volume invece, l'autrice ricostruisce una genealogia delle medesime strategie indicando nel cospicuo patrimonio culturale del Team X, l'humus progettuale di gran parte delle esperienze architettoniche presentate. Ecco allora riemergere in una chiave nuova, vale a dire riattualizzata e pertanto non banalmente storicizzata, i concetti urbani di cluster, stem o mat building inventati da architetti oggi poco studiati in Italia - Bakema, Van Eyck, Candilis-JosicWoods, i coniugi Smithson, Hertzberger et al."" -
Marco Tirelli. Catalogo della mostra (Roma, 30 marzo-15 maggio 2012). Ediz. italiana e inglese
"Colori nebulizzati, neutralizzati, neutrinizzati in una specie di fittissima e turbinosa danza molecolare, dove il giallo o l'azzurro sono impiegati, sì, ma come vittime sacrificali indispensabili per alimentare la voracità di un bianco e nero severo, onnicomprensivo, ontologico. Oggetti colossali che emergono dal buio per accamparsi nel quadro quasi fossero forme platoniche. Ora è una splendida ciotola, obliqua, a rivelarsi vuota, ora una gabbia, lambita dalla luce; ora è una strana canna fumaria (un metronomo? un monaco?), ora una scatola, anch'essa vuota, dal bordo basso colto in prospettiva. E questo vuoto, per Marco Tirelli, sta ad evocare il sentimento beckettiano dell'attesa, e insieme della virtualità: uno spazio che attende di essere colmato"""". (Valerio Magrelli)" -
Neon. La materia luminosa dell'arte. Catalogo della mostra. Catalogo della mostra (Roma, 21 giugno-4 novembre 2012). Ediz. italiana e inglese
Diffuso ormai da un secolo in ogni ambito della vita quotidiana e da subito divenuto un simbolo della modernità, il neon è anche uno dei materiali più ricchi di potenzialità espressive tra quelli utilizzati nel campo artistico contemporaneo. Dagli anni cinquanta del Novecento in avanti, la sua energia smaterializzata, l'intensa gamma dei colori, la sua capacità di trasformarsi in segni, lettere e forme a due o tre dimensioni, lo ha infatti tramutato in una vera e propria ""materia"""" duttile e luminosa, un medium di cui gli artisti hanno indagato di volta in volta le potenzialità comunicative, i risvolti fenomenologici, gli effetti sull'ambiente e sulla psiche umana. Il catalogo della mostra """"Neon. La materia luminosa dell'arte"""" indaga in modo specifico la fortuna dei tubi fluorescenti nel panorama artistico internazionale degli ultimi cinque decenni, disegnando un viaggio attraverso poetiche, visioni e sensibilità diverse accomunate dalla attrazione per le possibilità espressive di un materiale straordinariamente versatile, in cui si combinano origine industriale e realizzazione artigianale, dimensione architettonica e linguistica, immagine e parola, luce e spazio."" -
Comiche
"Comiche"""" è il libro d'esordio di Gianni Celati. Lo spunto del libro viene da alcune scritture manicomiali che Celati in quegli anni aveva letto e studiato a lungo, tanto da prendere in prestito la voce e la demenza di un anziano ricoverato, autore di cronache dal manicomio e deliri di persecuzione. Il protagonista del libro è l'insegnante Otero Aloysio, che tiene sotto dettatura di voci notturne un diario delle persecuzioni subite: tre maestri elementari, Bevilacqua, Mazzitelli e Macchia, lo tormentano per fargli sposare la direttrice Lavinia Ricci, un donnone che mostra un debole per lui; tutt'intorno una folla di personaggi ognuno con un tic o una mania. Scopo ultimo della loro missione è realizzare nascostamente la dittatura dei maestri. Pubblicato nel 1971 da Einaudi su proposta di Italo Calvino, che ne aveva letto alcuni pezzi su una rivista, """"Comiche"""" da allora non è stato più ristampato ed è diventato introvabile. Pubblichiamo in appendice la riscrittura parziale di """"Comiche"""" a cui Celati si dedicò tra il 1972 e il 1973, rimasta per anni inedita, con alcuni passaggi sessualmente audaci che erano stati espunti dall'edizione einaudiana, e uno scritto di Nunzia Palmieri che ne ricostruisce la genealogia." -
I mattoidi italiani
I mattoidi italiani di questo repertorio, il primo nel suo genere in Italia, sono personaggi esistiti o esistenti fautori di teorie singolari, a volte deliranti, elaborate in vari campi del sapere: linguisti e ideatori di lingue universali, astronomi e fisici, trasmettitori del pensiero, architetti, quadratori del cerchio, poeti, inventori, profeti, visionari, politici eccetera. Corredato dalle foto di alcuni mattoidi, dalle copertine dei loro libri e da vari documenti (planisferi, macchine astruse ecc.), il libro è un ampio campionario di autori bizzarri, nessuno dei quali ha mai varcato la porta di un manicomio, per quanto in certi casi siano completamente fuori dalla realtà. Ci sono fisici che vorrebbero dimostrare che la terra non gira intorno al sole; poeti che si interrogano se fu fatto prima l'uovo o la gallina; rinnovatori sociali che propongono la castità insieme al divieto di caccia e pesca; curatori di foruncoli che diventano filosofi dopo essere stati visitati dallo spirito di Nietzsche; mistici atei che prescrivono di non adorare alcun Dio, di non guardarsi nudi, di non bere vino, di non andare al cinema, di non sbirciare le gambe delle fanciulle; e e così via. -
La campagna necessaria. Un'agenda d'intervento dopo l'esplosione urbana
Il rapporto città-campagna è forse tra i fenomeni più studiati della storia moderna, ma con l'inizio del XXI secolo il rovesciamento di numerosi paradigmi interpretativi impone un radicale ripensamento: il post-fordismo che lascia spazio ad una ""economia di carta""""; la globalizzazione e l'emergere di nuove potenze economiche che riorganizzano la geopolitica planetaria (dove l'Occidente perde continuamente peso); la popolazione mondiale che vive - per oltre la metà - in agglomerati urbani a scapito delle campagne. Questi fatti inducono a guardare tale rapporto con occhi nuovi, costruendo alleanze evolute, sulle quali questo volume propone riflessioni critiche, traiettorie di ricerca e un'agenda per l'analisi e il progetto di un nuovo """"patto di stabilità"""" tra città e campagna."" -
Leonardo Ricci: nuovi modelli urbani
Leonardo Ricci, assieme all'amico Leonardo Savioli e al comune maestro Giovanni Michelucci, ha rappresentato la punta più alta e poetica dell'architettura italiana a Firenze sia sul terreno della ricerca artistica e teorica sia della didattica universitaria. Oltre a ripercorrere importanti e poco noti progetti degli anni sessanta, Bartolozzi si concentra sugli ultimi concorsi di Ricci a partire da quello per il Centro Direzionale di Firenze che rappresenta un'esperienza conclusiva per la cosiddetta ""scuola fiorentina"""" prima che si dissolvesse incalzata dalle tensioni centrifughe dei gruppi radicali - costituiti in massima parte da allievi diretti di Ricci e Savioli.""