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Meditazioni. Carte scelte di un medico ebreo (1939-1944)
A partire da una data imprecisata del 1940 Leone Maestro ha preso a registrare avvenimenti, osservazioni e pensieri con frequenza varia, spesso quotidiana, e questa abitudine è continuata per trentatré anni, ossia per tutto il resto della sua vita. Per quello che risulta a noi, malgrado siamo stati a lungo testimoni di questa sua attività (che del resto non ha mai nascosto), nessuna parte dei testi sono mai stati letti da qualcuno. L'autore, in qualche occasione, ci ha detto che alla sua morte avremmo potuto disporre dei suoi scritti a nostro piacere. Il nome Meditazioni è suo. Nel concreto, si tratta di settantotto quaderni di piccolo formato di diverso spessore, contenenti ciascuno dalle cinquanta alle ottanta facciate, riempite di una grafia minuscola ma facilmente leggibile, perché studiatamente elementare. La consultazione non è però semplice, perché l'autore scrive a lapis e per giunta usa spesso un linguaggio molto personale, ricco di sigle, abbreviazioni e stranezze ortografiche. -
Storia degli ebrei di Ferrara. Dalle origini al 1943
"Ho ritrovato gli originali di questo libro nel corso di un trasloco interno di casa Magrini. In tre cartelle di cartone, con fogli dattiloscritti su carta sottile tenuti insieme da fermagli metallici, fittamente annotati e corretti con una scrittura minutissima a penna e matita, mio nonno Silvio Magrini racconta la storia della Comunità Ebraica di Ferrara dalle origini sino al Luglio del 1943 con la salita al potere del generale Badoglio"""" (dalla prefazione di Andrea Pesaro)." -
Ghontha e il segreto dell'acqua che scorre
Ghonta appartiene ad una tribù di facoceri pensanti, dotati di capacità di comunicare con la telepatia. Percepisce gli umani come una specie superiore, che usa questo privilegio per dominare e sopraffare le altre specie viventi. Ma egli ambisce a stabilire con essi un contatto, per tentare di convertirli ad una morale di pace ed armonia. Attraverso vicende alterne e avventurose, Ghonta, assieme ad altri suoi simili, viene in contatto con umani che sembrano non essere ostili, che li portano in un luogo sconosciuto, ma gradevole, dove nel tentare un contatto telepatico con la specie umana, scopre emozioni fino ad allora sconosciute. Nel frattempo, James Croysdale, uno studioso londinese di civiltà antiche, accompagnato dalla figlia Lucy e da Joseph Bloomberg, studente di veterinaria, durante una missione in Kenya, alla ricerca dei resti di una civiltà estinta che considerava sacro il facocero di montagna, dotato di capacità telepatiche, s'imbattono in nuove ed inattese scoperte, che celano i segreti di un culto antico tramandato dalla notte dei tempi. A dispetto dello scetticismo dei giovani, la loro curiosità deve fare i conti con le forze dell'Occulto, inconsapevolmente liberate, che cominciano a far sentire la loro sinistra presenza. Introduzione di Stefano Jesurum. -
I Minerbi una famiglia ebraica ferrarese
Questo libro ha delle radici lontane. Poco prima del 1960 il mio vicino di casa, dottor Kuppfer, specialista in manoscritti ebraici antichi, mi disse che alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme c'era la copia di un manoscritto del 1379 riguardante i Minerbi di Ravenna. Da quel momento ho dedicato quanto più tempo ho potuto alla storia dei Minerbi che oggi sottopongo al lettore italiano. Durante alcuni secoli i Minerbi si sono distinti per la loro onestà professionale accompagnata da profondi studi ebraici. Possiamo considerare capostipide della famiglia Jacob Vita Minerbi (ca. 1704-1796). Egli mandò a Trieste suo figlio Graziadio, padre di tre figli, due dei quali fondarono le Assicurazioni Generali di Trieste nel 1831. I Minerbi si distinsero anche per il loro amor di Patria finché furono cacciati dagli incarichi governativi in seguito alle leggi razziali contro gli ebrei nel 1938. Degno di nota lo scultore Arrigo Minerbi. -
Ho inciampato e non mi sono fatta male. Haifa, Napoli, Berlino, una storia familiare
"Io sono una testimone di seconda generazione, non ho vissuto la guerra, non sono una sopravvissuta allo sterminio, ma sono figlia ed erede del nazismo e delle leggi razziali fasciste. Senza il nazismo, Heinz e Gughy con molta probabilità non avrebbero lasciato Berlino per rifugiarsi in Palestina. Heinz non si sarebbe arruolato nella Brigata ebraica al seguito degli Alleati, non sarebbe mai giunto a Napoli e non avrebbe conosciuto Luciana. Lei avrebbe continuato gli studi, avrebbe preso il diploma di pianoforte, sarebbe stata una donna indipendente. Non ci sarebbe stata una bambina proveniente da Haifa che dei nonni paterni berlinesi non ha mai visto neanche una fotografia. Allora mi chiedo: chi viene da una storia così ha o non ha titolo per sentirsi una testimone? E così io questa storia comincio a raccontarla""""." -
L' occhio guarda a Sion. Dal Salento dei campi profughi per gli ebrei nel 1946
Dal 1945 al 1947 decine di migliaia di ebrei, moltissimi dei quali provenienti dai campi di sterminio nazisti, hanno sostato nei campi profughi per ebrei del Salento, a Santa Cesarea Terme, Tricase, Santa Maria di Leuca, Santa Maria al Bagno e Santa Caterina con la speranza di riuscire a raggiungere, anche illegalmente, la Palestina. Il romanzo storico racconta il tentativo di un gruppo di ebrei slavi, fratello, sorella e un bambino, di raggiungere illegalmente la Palestina con l'aiuto dei salentini nel 1946. La storia permette di delineare la vita degli ebrei nei campi del Salento, i rapporti con i funzionari dell'UNRRA, con la popolazione locale e le autorità italiane. Disegna inoltre il quadro della situazione politica internazionale alla vigilia della nascita dello Stato d'Israele. -
L' ebraismo ed i grandi educatori del '900. Le religioni come sistemi educativi
Il presente volume scaturisce dagli atti del Convegno ""Le Religioni come Sistemi Educativi"""" che si prefigge di analizzare e divulgare gli strumenti educativi delle religioni storicamente presenti in Europa: ebraismo, cristianesimo ed islamismo. L'ebraismo come credo religioso e come cultura di minoranza nei paesi europei della diaspora, ha fornito, tramite i suoi valori, gli strumenti educativi che sono stati essenziali per la sopravvivenza del popolo ebraico, facilitando in epoca moderna risultati di eccellenza anche in molti ambiti disciplinari secolarizzati. In questa sede si fa riferimento a studiosi ed educatori di origine ebraica che durante il secolo XX hanno creato teorie e metodi nell'educazione, nelle scienze psicologiche e socio-antropologiche. Tutto ciò in sintonia con i principi ebraici, che mirano allo sviluppo della conoscenza e dell'educazione dei gruppi e degli individui."" -
Giudea in rivolta. Dalla morte di Erode alla caduta dell'ultimo ""Stato"" ebraico indipendente (4 a.e.v.-70 e.v.)
Obiettivo di questo studio è la ricostruzione degli avvenimenti di un periodo storico essenziale per quanto concerne T'incontro"" tra il popolo ebraico di Giudea e il dominante Impero romano. Un popolo, quello ebraico, lacerato dall'antinomia fra universalismo ellenistico-romano e salvaguardia della propria identità nazional-religiosa. Il periodo preso in esame è importante perché, verso la sua fine, la società ebraica fu sconvolta da una furiosa ribellione anti-romana e, nel contempo, da una altrettanto furiosa rivoluzione contro i ceti dominanti nazionali. La rivoluzione ebbe successo e travolse il tradizionale ordine politico, religioso e sociale giudaico. La sfida all'assoluta superiorità militare dei romani si concluse invece con esiti catastrofici per lo """"Stato"""" del Secondo Tempio e per tutto l'ethnos ebraico. La ricostruzione storica resta aderente ai dati delle fonti tramandate principalmente dallo storico ebreo Flavio Giuseppe e, partendo dal contesto economico, sociale e politico, si concentra sulle tensioni escatologiche e sulle aspirazioni messianiche che animarono stabilmente le varie e minoritarie forze ribelli che insorsero contro Roma e i ceti dirigenti nazionali. I rapporti fra gli ebrei di Giudea e i romani non furono caratterizzati soltanto da aperta ostilità: infatti il discusso Flavio Giuseppe, testimone oculare della spietata reazione romana, era convinto - e con lui molti connazionali - che la convivenza con il potere romano fosse possibile e che soltanto la sua protezione potesse assicurare agli ebrei - di Giudea e della Diaspora - la possibilità di prosperare all'interno di un impero sovrannazionale in cui prevaleva la pericolosa ostilità antigiudaica delle numerose etnie ellenizzate. Ma la """"protezione"""" aveva dei pesi onerosi per la popolazione, anzitutto a causa della pessima amministrazione di procuratori-prefetti avidi e crudeli; inoltre aveva un costo a cui gruppi di oppositori nazional-religiosi, chiusi nel proprio zelo settario che ne cementava l'identità, non vollero mai piegarsi. Essi respinsero il dominio romano e quello dei ceti dirigenti collaborazionisti perché erano in attesa di un prossimo Regno divino che poteva attuarsi soltanto in una Giudea libera e popolata da ebrei che riconoscevano un Unico Signore. Fiduciosi in un conflitto militare decisivo - voluto da Dio - che avrebbe liberato il popolo dal dominio straniero e aperto la strada al regno messianico, non furono mai sfiorati dal dubbio che quello che propagandavano come progetto divino fosse in realtà il proprio progetto salvifico ipostatizzato."" -
La solitudine dell'uomo di fede
Chi è l'uomo di fede? Quali sono le sue prerogative e i suoi ambiti di azione? Che significato ha il suo destino solitario? La persona credente è ineluttabilmente sospesa tra individualità e comunità; tra le esistenze diverse - eppur entrambe necessarie -dell'homo faber e dell'homo religiosus; tra cosmo e Rivelazione; tra ""natura"""" e """"alleanza""""; tra pensiero scientifico e intimo dialogo con Dio. Che ne è di un simile essere umano nella società contemporanea? E destinato, sconfitto, a ritrarsi da essa oppure a svolgere, come sempre è accaduto, un ruolo insostituibile, anche se arduo e spesso incompreso, nel mondo degli uomini? Un gigante dell'ebraismo del XX secolo, il rabbino e pensatore di origine lituana Joseph Dov Beer Soloveitchik, in questo suo scritto si è lungamente interrogato al riguardo, decostruendo la sua contemporaneità e anticipando i tempi presenti. L'uomo di fede è dunque destinato ad essere ancora nostro contemporaneo, nonostante il suo ruolo e la sua missione siano oggi divenuti forse più complessi che in epoche passate. Anche preghiera e profezia restano """"fatti"""" attuali, forme diverse ma convergenti dell'inesausto dialogo tra l'essere umano e Dio, in cui l'individualità della singola persona necessita imprescindibilmente di una comunità orante, scaturente dall'Alleanza e da quest'ultima sempre definita. """"La solitudine dell'uomo di fede"""" è un capolavoro della produzione spirituale e filosofica del Popolo di Israele nel corso del XX secolo, sinora inedito in Italia. La riflessione etica kantiana e, successivamente, della Scuola di Marburgo, l'esistenzialismo cristiano di Kierkegaard e il pensiero dialogico di Buber trovano sì eco nelle pagine di Soloveitchik, ma sono destinati a restare sullo sfondo, come le note basse suonate dalla pedaliera di un organo. La chiave di violino, entro cui si orienta e si dipana la partitura della riflessione di questo rabbino, è invece posta dalla vivente tradizione religiosa di Israele: la Bibbia e il Talmùd, la Halakhah e la Haggadah."" -
Moisè va alla guerra. Rabbini militari, soldati ebrei e comunità israelitiche nel primo conflitto mondiale
Il testo racchiude le parole che un padre indirizza al proprio figlio, nel tentativo di spiegargli non tanto “cosa” sia l’amore, quanto “come” sarà innamorarsi quando incontrerà la persona della sua vita. Un testo intimo e scritto con pudore. rnUn viaggio nei sentimenti che parla al giovane, ma anche all’adulto con la semplicità dell’esperienza, la schiettezza della quotidianità. Una lettura che non insegna e non spiega, ma racconta la vita attraverso una delle sue principali chiavi: l’incontro con l’Amore. È questo l’evento che, forse più di ogni altro, ci trasforma e ci porta a esplorare la parte meno nota di noi, le profondità del nostro sentire e del nostro essere. Non solo la felicità, ma tutto quello che si annida dietro a uno sguardo innamorato, a un desiderio ricambiato o non compreso. rnLontano da inutili romanticismi, l’Autore ne parla al figlio come farebbe un padre a colazione, davanti a una tazza di tè caldo. Perché quelle parole siano una mappa, una piccola e semplice guida per non perdersi troppo o non del tutto. Il testo è impreziosito dai disegni dell’illustratrice Caterina delli Carri. -
Lettera a mio figlio sull'amore
Il testo racchiude le parole che un padre indirizza al proprio figlio, nel tentativo di spiegargli non tanto “cosa” sia l’amore, quanto “come” sarà innamorarsi quando incontrerà la persona della sua vita. Un testo intimo e scritto con pudore. rnUn viaggio nei sentimenti che parla al giovane, ma anche all’adulto con la semplicità dell’esperienza, la schiettezza della quotidianità. Una lettura che non insegna e non spiega, ma racconta la vita attraverso una delle sue principali chiavi: l’incontro con l’Amore. È questo l’evento che, forse più di ogni altro, ci trasforma e ci porta a esplorare la parte meno nota di noi, le profondità del nostro sentire e del nostro essere. Non solo la felicità, ma tutto quello che si annida dietro a uno sguardo innamorato, a un desiderio ricambiato o non compreso. rnLontano da inutili romanticismi, l’Autore ne parla al figlio come farebbe un padre a colazione, davanti a una tazza di tè caldo. Perché quelle parole siano una mappa, una piccola e semplice guida per non perdersi troppo o non del tutto. Il testo è impreziosito dai disegni dell’illustratrice Caterina delli Carri. -
Sull'osservanza delle feste. Descrizione delle festività, digiuni e giorni distinti di culto ebraico nel corso dell'anno. Nuova ediz.
Raccolta di Regole delle Cerimonie religiose da osservarsi nelle Sere 14.15.16 di Nissan -
Canzoni tristi. Il diario inedito del lager (3 aprile 1944-24 luglio 1945). Nuova ediz.
Questo volume presenta un complesso di testi, dell'ebrea livornese Frida Misul, deportata e scampata alla Shoah. Si pubblica il taccuino steso da Frida subito dopo la sua liberazione (Theresienstadt, 9 maggio 1945) e continuato sino al rientro in Italia (24 luglio 1945). -
Egemonia nazionale. Gramsci, Medem e la questione ebraica nel Novecento. Nuova ediz.
Nazionalismo e socialismo sono i due temi cruciali per capire la storia del XX secolo, costellata di innumerevoli tentativi di conciliare appartenenza biologica e appartenenza sociale. Un caso particolare è rappresentato dall'ebraismo che ha visto risorgere un'entità statuale autonoma nella terra atavica, ma che ha anche visto una serie di intellettuali riflettere sulla misura e i limiti dell'appartenenza nazionale ebraica. Il Bund di Medem è forse il caso più sintomatico di tentata unione tra persona, appartenenza etnica e senso della rivoluzione sociale. Il comunismo di Gramsci ha espresso una visione della nazione operaia non molto dissimile dal sionismo marxista di Borochov. -
Pensieri per le sere di Chanukkà. Nuova ediz.
Con le Halachòth per la festa di Chanukkà di Rav David Elia Sciunnach. -
Convegno Israele e il sionismo. 1897-1917-1937-1947-1967. Anniversari, storia, attualità (Torino, 12 novembre 2017). Nuova ediz.
Questo volume contiene gli atti del Convegno organizzato il 12 novembre 2017 a cura del Gruppo Sionistico Piemontese in collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino presso il Circolo della Stampa di Torino e in occasione degli Anniversari del Primo Congresso Sionistico di Basilea del 1897, della Dichiarazione Balfour del 1917, della decisione delle Nazioni Unite di far nascere uno Stato Ebraico ed uno Stato Arabo del 1947 e della Guerra dei sei giorni del 1967. -
I satelliti di Ricky Gianco. I ragazzi di via Bengasi
Questo libro non vuole essere la celebrazione di in gruppo musicale, quanto un viaggio nell'atmosfera giovanile dei mitici anni Sessanta, quelli dei Beatles, dei Rolling Stones e di Woodstock. Le truppe americane appena ritornate in patria avevano lasciato a Livorno, oltre alle cicatrici della guerra, quella musica che tanto ammaliava la nuove generazioni e inorridiva i genitori... -
I rabbini piemontesi e il Congresso israelitico di Firenze (1867). Tra modernità e tradizione
Negli anni in cui Firenze fu capitale d'Italia convennero lungo le rive dell'Arno molti piemontesi. Il legame con Torino si fece saldo, il volto della città si trasformò mutuando i caratteri della prima capitale del Regno. Dal Piemonte ebraico si trasferirono o ebbero legami con Firenze intellettuali e uomini politici come Giacomo Dina, Isacco Artom. Non a caso nel 1867 Firenze fu scelta come sede per un'importante discussione sul futuro delle Comunità ebraiche nel rinnovato scenario del paese. Il volume raccoglie gli atti di due convegni tenutisi nel 2017, all'Università di Firenze e alla Comunità ebraica di Torino, promossi dall'Archivio nell'ambito di un progetto di valorizzazione delle sue carte sul tema. I saggi, dedicati alla condizione giuridica dell'ebraismo in età liberale e a figure rappresentative come Mortara e Cantoni e in parte basati sulla documentazione inedita del Terracini, sono di Alberto Cavaglion, Stefania Dazzetti, Liana E. Funaro, Alberto Legnaioli, Chiara Pilocane, Asher Salah e Ida Zatelli. -
La Chiesa livornese e il dialogo con l'ebraismo nell'episcopato di Alberto Ablondi
Il contributo offerto da mons. Alberto Ablondi, Vescovo di Livorno dal 1970 al 2000, al dialogo tra ebraismo e Chiesa cattolica è stato di importanza decisiva, a livello locale, nazionale e mondiale. Il volume, frutto della ricerca storica di Elena Mazzini, ne dà conto con ricchezza di riferimenti, mettendo in luce i momenti di difficoltà ma anche gli straordinari risultati raggiunti, grazie soprattutto all'amicizia del Pastore livornese con il rabbino Elio Toaff e con Tullia Zevi, prima presidente donna dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI). La ricerca, arricchita dalla Presentazione di Brunetto Salvarani e dalla Postfazione di Bruno Di Porto, nonché dalle testimonianze di Annamaria Sammartano e Giorgio Guastalla, è stata promossa dall'Associazione Alberto Ablondi, con il sostegno della Fondazione Livorno del Rotary Club di Livorno. -
L' attività feneratizia ebraica in Monferrato nel secondo Cinquecento. Nuova ediz.
Con rigore ed esaustività documentale l'opera illustra lo stato nascente, lo sviluppo e il radicamento nel Monferrato gonzaghesco dell'attività dei banchieri ebrei nel cinquecento.