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La sarta di Proust. Antropologia e confezioni
Come il passato, la memoria, i patrimoni culturali vengono ""confezionati"""" per essere consegnati a un pubblico di fruitori? Questo libro non ha niente a che fare con la moda, malgrado il titolo possa trarre in inganno, ma si occupa con lo studio di alcuni casi esplicativi (tra Africa, Sudamerica, una ben strana Patagonia italiana) dei meccanismi attraverso cui il passato, la memoria, la tradizione, le biografie, i patrimoni culturali vengono """"confezionati"""", costruiti e consegnati a un pubblico di fruitori. Esso cerca, altresì, di cogliere il ruolo che di volta in volta ricoprono politici e intellettuali (gli antropologi, in particolare) nella attivazione di processi del genere. Françoise, racconta Proust, assemblava le parti dei vestiti avendo procurato il filo, i bottoni, gli strumenti necessari, come fanno gli scrittori con le parole: la metafora aiuta a leggere, dietro nozioni e concetti acquisiti e diffusi (la continuità del tempo, per esempio, la permanenza delle tradizioni, l'elogio della vita contadina, le identità), gli interventi, i conflitti, le scelte, gli investimenti, le politiche culturali, l'esercizio della istituzionalizzazione."" -
Santi di strada. Le edicole religiose della città vecchia di Bari. Vol. 3: Via dei mercanti
Strada Santa Maria, Via delle Crociate, Rua Fragigena, Via dei Mercanti, sono gli assi principali da cui si dipanano altrettanti itinerari che ripercorrono i vicoli della città vecchia di Bari, alla scoperta di una straordinaria «pinacoteca all’aperto»: quella dei «santi di strada» delle edicole religiose di cui è punteggiato tutto l’antico borgo della città. Il censimento sistematico (oltre 160), il rilievo fotografico e la schedatura di questo patrimonio della cultura religiosa e popolare ne costituiscono la prima forma di tutela e di recupero. Il merito principale di questo catalogo è quello di restituire – attraverso un ricco apparato di schede, di testi e di immagini – i segni di una religiosità e di una vitalità artistica animate dalla devozione e dall’esperienza viva del popolo. Corredano il Catalogo dei brevi saggi critici di accreditati studiosi di arte e cultura del territorio, che contribuiscono a dettagliare il contesto culturale e religioso del sistema devozionale locale. -
Santi di strada. Le edicole religiose della città vecchia di Bari. Vol. 4: Rua Fragigena.
Strada Santa Maria, Via delle Crociate, Rua Fragigena, Via dei Mercanti, sono gli assi principali da cui si dipanano altrettanti itinerari che ripercorrono i vicoli della città vecchia di Bari, alla scoperta di una straordinaria «pinacoteca all’aperto»: quella dei «santi di strada» delle edicole religiose di cui è punteggiato tutto l’antico borgo della città. Il censimento sistematico (oltre 160), il rilievo fotografico e la schedatura di questo patrimonio della cultura religiosa e popolare ne costituiscono la prima forma di tutela e di recupero. Il merito principale di questo catalogo è quello di restituire – attraverso un ricco apparato di schede, di testi e di immagini – i segni di una religiosità e di una vitalità artistica animate dalla devozione e dall’esperienza viva del popolo. Corredano il Catalogo dei brevi saggi critici di accreditati studiosi di arte e cultura del territorio, che contribuiscono a dettagliare il contesto culturale e religioso del sistema devozionale locale. -
P. Artemid. sive Artemidorus personatus edidit Societas emunctae naris. Testo originale a fronte. Ediz. critica
Il cosiddetto Papiro di Artemidoro, avvince da dieci anni il mondo degli studi sull'antichità classica. Dopo roventi polemiche ecco la prima edizione critica (non meramente ""diplomatica"""") del controverso papiro: singolare fabbricazione moderna che ha fatto sognare studiosi anche di rango. Questa nuova edizione si avvantaggia su tutte le precedenti perché fornisce rigo per rigo, a fronte del testo, le fonti adoperate dal falsario, per il commento essenziale e perché affianca al testo del papiro (pseudo-Artemidoro) una prima parte della nuova edizione di quanto già avevamo del vero Artemidoro."" -
I primordi della regia. Nei cantieri teatrali di Hugo, Vigny, Dumas
Nel volume si analizzano sei pièces scritte (o tradotte) tra la fine degli anni Venti e la fine degli anni Trenta dell'Ottocento da celebri autori francesi (Henri III et sa cour e Caligula di Dumas opère, Hernani e Angelo, tyran de Padoue di Hugo, Othello e Chatterton di Vigny) o, meglio, se ne esamina la prima, appassionante messinscena, offerta alla comédie française con un breve anticipo sulla pubblicazione del testo. A dirigere le prove degli importanti spettacoli indagati e a definire con i diversi artisti scenografie, costumi e luci sembra essere la stessa persona a cui si deve la stesura del testo; concepiti nei loro coefficienti costitutivi secondo un'ottica unitaria, tali lavori non rispondono semplicemente a criteri di meccanico coordinamento delle varie componenti, né sono solo la ""messa in azione"""" o la semplice """"resa visibile e udibile"""" di una partitura drammaturgica. Lo studio dei sei casi proposti offre l'opportunità di interrogarsi sulla genesi del fenomeno registico e su alcune dibattute e stimolanti questioni ad essa connesse."" -
Evaristo Breccia nel «Corriere della Sera»
Alla ricerca di un mondo scomparso. L'Antico Egitto nel ""Corriere della Sera"""": un contributo alla storia degli intellettuali durante il fascismo. L'egittologo Evaristo Breccia fu collaboratore del """"Corriere della Sera"""" negli anni che vanno dal 1929 al 1943, nell'ambito di una fortunata rubrica intitolata """"Alla ricerca di un mondo scomparso"""". Tali articoli sono ora raccolti in volume, con un'ampia introduzione della curatrice che ne contestualizza la lettura. L'esordio di Breccia allora direttore del Museo greco-romano di Alessandria nelle pagine del quotidiano di via Solferino assume una spiccata valenza politico-culturale, che si inserisce coerentemente in un più vasto progetto di direzione editoriale del giornale e di riforma della terza pagina e che prevede la tessitura di una fitta rete di corrispondenze archeologiche a firma celebre: Alessandro Della Seta, Pericle Ducati, Amedeo Maiuri, Giorgio Pasquali (di quest'ultimo, dà conto il volume Giorgio Pasquali nel """"Corriere della Sera"""", pubblicato in questa stessa collana). Completa il volume una Nota di Luciano Canfora."" -
L' avventura della conoscenza nella pittura di Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca
Lo sguardo alla realtà di tre protagonisti della pittura italiana del Quattrocento. Un avvenimento della conoscenza in un passaggio cruciale della civiltà europea. La pittura come forma di conoscenza è un aspetto distintivo dell'arte del XV secolo. Lo documentano i celebri cicli di affreschi della cappella Brancacci e del convento di San Marco a Firenze, e quello della Vera Croce ad Arezzo, opere rispettivamente di Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca. Protagonisti del Quattrocento italiano, i tre pittori segnano il passaggio tra Medioevo e Modernità nel suo drammatico tendersi tra le certezze della tradizione e l'attrattiva di nuovi percorsi. Della loro opera restano nella memoria immagini di volti e fatti che ci rivelano una statura umana interamente impegnata nel paragone tra un'indomabile urgenza di bellezza e di significato e la realtà tutta. Il volume, interamente a colori, è il catalogo della mostra omonima che si è tenuta nel corso della XXX edizione del Meeting di Rimini, nell'agosto 2009. -
Manuale di sopravvivenza di un cattolico libero in Italia
Un libretto provocatorio, ironico e appassionato che per la prima volta mette a fuoco con un grande tema: come fa un cattolico libero a cavarsela in mezzo a pregiudizi e incomprensioni? Ecco, allora, 9 modi per ""cavarsela"""" (con i preti tediosi, con la politica, con i pregiudizi, con i figli, con il sesso, con i soldi, con l'aldilà, con Dio) con letizia in altrettante situazioni incresciose e... per guardare all'essenziale. È questo il primo volumetto di una nuova collana il cui nome, """"menalive"""" (uomini vivi), parafrasa il titolo di un noto romanzo di Chesterton, Manalive. Il suo intento è raccontare esperienze di uomini liberamente e attivamente impegnati con la realtà del nostro tempo, nei suoi aspetti problematici ma anche quotidiani."" -
Smisurato cantabile. Note sul lavoro del teatro dopo Jerzy Grotowsky
"Il lavoro di Grotowski è unico: ciò che ha lasciato è un tesoro, e come ogni tesoro deve essere amato, rispettato e trattato con grande, grande cura"""" (Peter Brook). In apertura del """"2009 Anno di Grotowski"""" proclamato dall'Unesco, il regista inglese Peter Brook ha posto tre questioni principali da prendere in considerazione circa l'opera di Grotowski: l'importanza e l'attualità di Grotowski; l'accertamento della consistenza del tesoro che ha lasciato nonché dei modi di conservarlo e utilizzarlo; l'indicazione del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards come suo principale depositario. Quello di Peter Brook è un auspicio, probabilmente formulato pensando a una situazione ben più problematica. Infatti la maggior parte di coloro che celebrano Grotowski mettono in primo piano se stessi, scordando che le domande e le strategie proposte dal regista polacco sono centrate sulla questione dell'arte scenica e dell'attore, di una eccellenza che dev'essere prima raggiunta e poi superata. Il volume, attraverso i saggi del massimo specialista di Grotowski in Italia, fa il punto sull'insegnamento e la ricezione dell'opera di uno degli ultimi maestri del teatro contemporaneo." -
Il nodo nel giunco. La questione sulla libertà di Enrico di Gand
Enrico di Gand (1240 ca.-1293) fu uno dei maggiori pensatori del XIII secolo. Le sue opere principali sono le numerose raccolte di questioni, ordinarie e quodlibetali, nelle quali egli difende la supremazia della volontà sull'intelletto. Per questo Enrico si colloca almeno parzialmente all'interno della tradizione agostiniana, che però rinnova utilizzando ampiamente i materiali dottrinali aristotelici di recente acquisizione. In tal modo egli elabora una dottrina tesa ad armonizzare il dato rivelato con la speculazione filosofica in una sintesi organica e originale. In questo volume si presenta un'antologia delle questioni più significative dedicate al tema della libertà composte da Enrico di Gand in un ampio arco di tempo, dal 1276 al 1290, spesso in dibattito con teologi intellettualisti suoi contemporanei, e in particolare con Goffredo di Fontaines. È così possibile ricostruire, a partire dai testi qui tradotti per la prima volta in una lingua moderna, il pensiero di Enrico, che rappresenta ad un tempo il punto di arrivo della riflessione sulla volontà del XIII sec. e il punto di partenza dei dibattiti che divideranno il volontarismo nei primi decenni del XIV sec. -
Il castello di Elsinore (2010). Vol. 62
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell’Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell’Università di Torino, la rivista raccoglie nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina.rnLa rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (o Polemiche), analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera o del dibattito culturale. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l’intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell’Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. -
Bari bizantina 1156-1261. Bisanzio dopo Bisanzio
L'inedita storia secolare di una 'capitale' del Mediterraneo dal punto di vista della centralità bizantina. Con il terzo volume di ""Bari bizantina"""" (il primo, con il sottotitolo Capitale mediterranea, è uscito nel 2003; il secondo, 1071-1256: il declino, nel 2006) si conclude la trilogia dedicata al periodo più pregnante, vivo e nello stesso tempo sofferto della storia della città di Bari. Prima capitale del Mezzogiorno d'Italia, centro del potere politico e amministrativo dell'Impero bizantino in Occidente (Catapanato d'Italia), poco mancò che Bari perdurasse nel suo primato adriatico e mediterraneo nei confronti di Venezia ducale e di Palermo normanna. Con un colpo di genio, mentre le sue fortune declinavano e si eclissava l'astro di Costantinopoli al cui riflesso prosperava, Bari seppe sostituire il primato religioso a quello politico, nel segno della traslazione delle reliquie di Nicola, il santo dal colore spiccatamente orientale, che assicura tuttora alla città la fervida continuità del suo ancestrale imprinting bizantino."" -
Lost moderno. Lettura di una serie televisiva
L'epica postmoderna che ha cambiato la narrazione televisiva. Lost è la storia avvincente di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo su un'isola misteriosa. Il serial tv ha tenuto per sei anni incollati allo schermo tv o del computer milioni di fan in tutto il mondo. L'isola di Lost è il luogo del mistero e del dubbio, ma diventa anche una metafora autoreferenziale della serie nel panorama televisivo: unica, irraggiungibile, isolata. Gli spettatori si sentono tutti parte di una storia di naufraghi che, che tra mito e scienza, ha creato personaggi e racconti totalmente accostabili al pensiero postmoderno. Laddove per postmoderno si intende un modo nuovo di guardare la realtà: più complesso, mai razionalistico, sempre scettico e pronto ad essere messo in discussione. Ecco perché il ""Lost moderno"""" non può fornire risposte, ma interrogare la serie scoprendone i retroscena socio-antropologici. Concetti come luogo, politica, gioco ed onomastica partecipano tutti di una realtà virtuale che interagisce attivamente, coinvolgendolo, con il suo pubblico."" -
Il divenire della vita
Il passare e il cambiare della vita; la non spiegabilità, nel fondo, delle cose che sono, di ciò che è possibile e di ciò che non lo è, dei traguardi che si raggiungono e di quelli che si falliscono, degli impegni e delle rinunce; il perdere, il ritrovare e la nostalgia. -
Il castello di Elsinore (2011). Vol. 63
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell’Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell’Università di Torino, la rivista raccoglie nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina.rnLa rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (o Polemiche), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l’intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell’Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. -
Il castello di Elsinore (2011). Vol. 64
"Il castello di Elsinore"""" è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell'Università di Torino, la rivista raccoglie nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina. La rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (o Polemiche), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello. Saggi: """"Ruzante, 'Moschetta"""""""", di Roberto Alonge """"Studi sul teatro simbolista"""", di Giuliana Altamura """"Strehler e l'opera lirica"""", di Matteo Paoletti """"Sul teatro politico di Ben Hecht"""", di Giaime Alonge """"Due scritture sceniche de 'L'istruttoria"""" di Weiss"""", di Roberta Gandolfi." -
Una ragione inquieta. Interventi e riflessioni nelle pieghe del nostro tempo
L'inquietudine non è uno stato d'animo particolare in cui il nostro io venga a trovarsi in determinate situazioni o di fronte a certi problemi, ma costituisce per così dire la stoffa della nostra ragione, vale a dire il suo dinamismo più proprio e il suo metodo permanente. E questa tensione sempre aperta della ricerca, questa inquietudine razionale non viene a cessare qualora si imbatta in una risposta: al contrario, è solo quando si delinea almeno l'ipotesi di una risposta reale che noi cominciamo a domandare. Il libro raccoglie articoli, interventi, relazioni dell'autore organizzati in quattro sezioni tematiche introdotte da una intervista all'autore: ""'età dell'incertezza""""."" -
Vivere sempre intensamente il reale senza rinnegare e dimenticare nulla. Una testimonianza
Ciò che colpisce di Aldo Brandirali è la sua grande passione per la verità che si esprime in una curiosità operativa, costringendolo a cambiare continuamente. Ci appare come un uomo sinceramente amante del vero che si accorge, di fronte a esso, che qualcosa deve cambiare. La conoscenza, così, è una conquista dell'esperienza. È l'anti-ideologia. Un libro-testimonianza in cui emerge chiaro, attraverso i racconti e le riflessioni, che è possibile perseguire questo obiettivo sul terreno della politica che, da questo punto di vista, non è meno dell'esperienza affettiva o del lavoro: anzi. -
San Carlo Borromeo. La casa costruita sulla roccia
Carlo Borromeo (1538-1584) è stato uno dei grandi maestri che hanno plasmato il volto del cristianesimo dei tempi moderni: insieme ad altri pionieri di un nuovo modo di mettere in rapporto l'intelligenza della fede e le sfide della realtà, sta all'inizio di una storia che ancora ci riguarda da vicino. I suoi contemporanei hanno subito riconosciuto in lui un modello autorevole, che indicava a tutti una strada da percorrere. Si sono appoggiati alla memoria della sua intensa esperienza di vita e già a breve distanza dalla morte la Chiesa lo ha riconosciuto santo, proponendolo alla riconoscente ammirazione del mondo intero. Dall'amore senza condizioni per Cristo è scaturito il fiume di una carità umile e appassionata, che lo ha trascinato fino al dono totale di sé per la ""vera e perfetta riforma del mondo a vera vita cristiana"""". A quattro secoli dalla solenne canonizzazione romana (1610), la mostra - di cui questo catalogo ripropone il percorso - vuole rimetterci sulle tracce del cammino che lo portò a dare una forma inconfondibile alla sua identità di uomo immerso nell'arena di una società attraversata, come lo è di nuovo oggi, dal bisogno di ritrovare le sue certezze e il suo destino autentico."" -
Il teatro negato. Le invenzioni dello spettacolo in Sicilia dal Cinquecento all'Ottocento
Sfidando l'equivoco della 'municipalità"" questo saggio intende illustrare le dinamiche che, dopo aver bloccato sul nascere il mestiere del comico in Sicilia nel tempo in cui questa professione stava per prendere avvio come nel resto del continente italiano, favorirono lo svilupparsi di altre idee di teatro destinate, tuttavia, a rimanere ai margini degli statuti consolidati della storiografia. Lungi dal proporsi come défense fine a se stessa di un territorio, questo studio punta da un lato a fare chiarezza su una cultura diversa da quella dominante, dall'altro a stimolare riflessioni utili per una visione più ampia del panorama del teatro dell'età moderna, al tempo stesso proiettata verso gli sviluppi di quella contemporanea.""