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Libia ebraica. Memoria e identità, testi e immagini
Allo scoppio della Guerra dei sei giorni, nel mondo arabo si scatenarono i progrom contro i resti di antiche comunità ebraiche che vivevano lì da millenni. Oltre cinquemila ebrei di Libia lasciarono in massa il paese, completando un esodo iniziato alla fine degli anni quararnta, col trasferimento in massa dopo due sanguinosi progrom (1945 e 1948) della quasi totalitàdella comunità ebraica di Libia, che all'epoca contava circa 38.000 persone. -
Interrogarsi sul coronavirus tra fede e ragione. Nuova ediz.
Questo volume è un'opera a più voci sul Coronavirus e le sue conseguenze, dopo che la paura della morte e il distanziamento hanno condizionato la vita sociale, religiosa e politica dell'Italia e del mondo. -
Rivoglio Viareggio. Un canto d'amore per la città spaventata. Nuova ediz.
Attraverso personali riflessioni espresse in rapidi quadri, una donna di teatro innamorata della propria città (che oggi festeggia i duecento anni dalla fondazione) ci racconta la Viareggio che fu, ciò che è diventata per l'improntitudine degli uomini, e come vorrebbe che fosse il futuro di quella che era considerata la Perla del Tirreno. -
Una vita così lunga e così breve. La famiglia Curiel si racconta
Nella cultura ebraica è importante raccontare. Così le due autrici ripercorrono la propria storia familiare, che se non fosse vera sarebbe un romanzo per le cose incredibili che sono accadute. Prefazione di Alberto Cavaglion. -
Cielo nero
Nell'estate del 1967, dopo disordini, massacri e saccheggi, furono espulsi gli ultimi ebrei dalla Libia, quasi seimila persone, e i loro possedimenti vennero confiscati. Così ebbe fine una comunità i cui inizi risalivano ai tempi del Tempio di Salomone. -
La forma della mente
Giallo fantastorico. -
Forse armate. Manuale di sopravvivenza per chi ama un militare
Questo libro nasce dall'esigenza di Giancarla di raccontare i retroscena delle famiglie in divisa. -
Teologia di Israele. Teologia dei popoli
Questo libro ritiene che oggi sia necessaria una teologia dei popoli. Una teologia, non soltanto una sociologia, o una geografia politica, o magari una filosofia, come la poteva fare Hegel. La teologia parte dalla fede in una autorivelazione di Dio; questo è il suo statuto scientifico, che si creda o non si creda alla rivelazione. Si fa teologia per chi crede, ma non possiamo escludere che anche chi non crede ne tragga motivo di riflessione. -
Il paradigma di Abramo. Tre scritti sul padre dei credenti
Dio sottopone alla prova i suoi figli più fedeli, perché sa che possono resisterle. Gli altri sarebbero esposti alla resa più drammatica: la capitolazione dell'anima. Ma allora, perché lo fa se già conosce l'esito della sfida? Forse perché, diversamente da Dio, gli uomini ignorano quell'epilogo. In questo modo ogni uomo può diventare, come Abramo, un paradigma per l'umanità intera. -
Antropologia halakhica. Saggi sul pensiero di Rav Joseph B. Soloveitchik
Questa raccolta si saggi etico-filosofici e halakhico-politici sul pensiero del rabbino modern ortodox Joseph B. Soloveitchik (1903-1993) costituisce il primo tentativo in lingua italiana di un bilancio complessivo sulle opere scritte (in ebraico e in inglese) e sugli insegnamenti orali di questo ""maestro di Israele"""" tra i più profondi e influenti del XX secolo."" -
Piccolo libro per il 15 del mese di Shvat. Appunti sul Capo d'Anno degli Alberi
Viaggio filosofico e sentimentale nella festività di Rosh haShanà laIlanot (o Tu biShvat) ovvero del Capodanno degli Alberi: un percorso a pensieri liberi per giungere - è il caso di dire - alle radici di una ricorrenza di cosiddetta mezza festa, che però riveste un significato maiuscolo nella riflessione ebraica sul senso della vita e sul rapporto tra Dio, uomo e natura. -
Cinque diari americani (1928-1935)
Giuseppe Antonio Borgese muore a Fiesole il 4 dicembre 1952; i suoi documenti manoscritti furono donati dalla moglie Elisabeth Mann alla Biblioteca della Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Firenze, dove aveva studiato e si era laureato. Vi si conservano 15 diari, che il 24 marzo 1960 vennero sigillati alla presenza della donatrice con l'avvertenza che non venissero aperti prima del 1979. Se ne presenta adesso l'edizione critica dei primi cinque (1928-1935) per le cure di Maria Grazia Macconi, con un saggio di Gandolfo Librizzi, ed una nota di Luciano Canfora. -
Errare è umano. Letture di filosofia
Letture da Parmenide, Gorgia, Platone, Aristotele, Agostino, Erasmo, Lutero, Bacone, Descartes, Heidegger, Popper, Arendt, Kuhn. -
Finito infinito. Letture di filosofia
Com'è che noi, esseri finiti, siamo ""capaci"""" dell'infinito? Un percorso fatto di tentativi, di suggerimenti, di ipotesi e di verifiche sul tema """"finito infinito"""", il cui punto focale è quello di considerare i due termini non più come termini da poter (o non poter) connettere, ma come un unico fenomeno: una sorta di endiadi del pensiero, così come si fa riconoscere nell'esperienza. Un avvio di ricerca attraverso i testi di Tommaso d'Aquino, Cusano, Bruno, Descartes, Pascal, Kant, Hegel, Leopardi, Nietzsche, Peirce, Russell, Wittgenstein, Heidegger. In questa nuova edizione la formula è quella di un percorso dialogico attraverso alcune posizioni di pensiero che si sono rivelate paradigmatiche nella nostra cultura. Due novità: un dialogo con Enrico Berti (Università di Padova), uno dei massimi antichisti italiani e tra i più accreditati studiosi di Aristotele a livello mondiale, e il contributo dello storico dell'arte Alessandro Rovetta (Università Cattolica di Milano), per un percorso attraverso alcuni dei capolavori di Michelangelo Buonarroti, in cui si evidenzia un rapporto stringente tra il finito, il non-finito e l'infinito."" -
La regia teatrale. Specchio delle brame della modernità
Quello del regista - prima di essere un'arte - è forse solo un nuovo mestiere, articolazione dell'industria dello spettacolo in via di formazione nel corso dell'Ottocento, soprattutto a Parigi, capitale europea del teatro? Il convegno sulla regia del 2006 - organizzato dal Dams dell'Università di Torino -, di cui questo volume propone gli atti, ha voluto indagare, in un'ampia prospettiva internazionale e tenendo presente una molteplicità d'inedite articolazioni storiografiche, di approcci di studi e di metodologie operative, la complessità di un fenomeno che, sempre più, si avverte capitale non solo per la definizione di settoriali categorie della scena novecentesca, ma anche per la genesi dello spettacolo moderno nella sua generalità. Interventi di: Giovanna Zanlonghi, Cristina Grazioli, Elena Randi, Franco Perrelli, Jean Chothia, Claudio Longhi, Paolo Gallarati, Armando Petrini, Roberta Gandolfi, Franco Ruffini, Mirella Schino, Bent Holm, Sven Heed, Jorge Silva Melo. -
La parola accesa. Una mappa di letture
Nuova edizione ampliata con un'intervista di Rondoni a Roberto Benigni su Dante. Un percorso di letture poetiche (da san Francesco, Dante, Petrarca, passando per Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Montale, fino a Baudelaire, Rimbaud, Eliot, Luzi), guidato da un poeta, per scoprire il linguaggio della poesia. Una lettura antiaccademica che fa gustare la poesia come linguaggio dell'anima. Le parole della poesia e della letteratura non sono parole di una lingua diversa, per iniziati o per abitanti di un iperuranico pianeta, ma sono le nostre parole di sempre 'accese' da una tensione nuova. L'arte mette a fuoco la vita. -
Giacosa e le seduzioni della scena. Fra teatro e opera lirica
Gli atti di un convegno di studi promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della morte di Giuseppe Giacosa(1906), tenutosi a Ivrea, presso il Liceo Classico ""Carlo Botta"""", l'11 e 12 maggio 2007. Giuseppe Giacosa è un importante e versatile professionista della scena di fine Ottocento,presente sia a livello di sperimentazione teatrale, sia sul piano dell'opera lirica, come librettista privilegiato di Giacomo Puccini. Almeno un paio di suoi testi (Tristi amori e Come le foglie) sono autentici capolavori, degni di reggere il confronto con la grande drammaturgia europea di Ibsen, Strindberg, Cechov, sebbene la duplice trascuratezza degli italianisti e degli storici del teatro abbia finora impedito di assicurare a Giacosa la visibilità cui avrebbe diritto. La pubblicazione è stata promossa dal DAMS di Torino che aveva già sostenuto, nel 1998, una messinscena assai suggestiva di Tristi amori, per la regia di Walter Malosti. Il volume, curato da Roberto Alonge, contiene un'Appendice dal titolo: """"La suggestione scenica e una polemica con Giovanni Pozza""""."" -
Il familiare e l'estraneo
È il destino delle cose non poter vivere se non nella familiarità che nasce, diviene e finisce. Un'analisi del ""familiare"""" e dell'""""estraneo"""" come forme e come situazioni della vita. Due figure centrali dell'essere e dell'esistere nelle loro correlazioni di costituzione e nelle loro variazioni di interpretazione e di senso. L'estraneo che diventa familiare, il familiare che diventa o ridiventa estraneo."" -
Un sogno
Una meditazione sulla vanità e il dolore di esistere, di profondo taglio esistenzialista. Un sogno (1901) di A. Strindberg è una delle opere drammaturgiche più sperimentali del'900. Rappresentata da registi come Reinhardte Artaud, è un'icona del teatro espressionista e surreale, alla base ancora oggi delle sperimentazioni post-moderne della scena. È il secondo dei 9 volumetti della serie Teatro scelto di A. Strindberg: un'edizione aggiornata, sul piano storico e filologico, delle più rappresentative opere della drammaturgia strindberghiana.Biblioteca dello Spettacolo Nordico è una collana del Centro Studi per lo Spettacolo Nordico dell'Università di Torino, diretta da Franco Perrelli. Essa raccoglie in un agile formato saggi e testi relativi alle varie forme dello spettacolo (teatro, cinema, danza, performing arts) che si sono storicamente manifestate nella civiltà scandinava, con una certa attenzione all'originalità delle scelte e delle angolazioni, al profilo scientifico delle proposte e agli incroci con la cultura italiana. -
Un' esigenza permanente. Un'idea di Cesare Pavese
Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?"" (Cesare Pavese) A cent'anni dalla nascita, questo libro prova a offrire un'idea sintetica di Cesare Pavese, rimettendo a fuoco le categorie fondamentali che emergono dai suoi testi. L'ipotesi dell'""""esigenza permanente"""", che utilizza la definizione che Pavese dava di se stesso, permette di comprendere le sue pagine molto meglio rispetto alla diffusa ipotesi del """"vizio assurdo"""", secondo cui egli si autodistrugge per il fatto stesso di cercare """"quid sit veritas"""" e di non rinchiudersi nel breve orizzonte della letteratura o della politica. La tragedia di Pavese non è stata cercare bensì non trovare una risposta adeguata al """"mestiere di vivere"""", alla grande """"smania"""" con cui l'Odisseo dei """"Dialoghi con Leucò"""" insegue imperterrito l'isola del suo destino,senza accontentarsi, come vorrebbero gli """"individui autosufficienti"""", di un'isola e di una menzogna qualsiasi. Per lui l'uomo, """"essendo soltanto mistero, attende da noi la percossa e la mano, attende di essere svegliato e tormentato, messo di fronte al suo dolore e al suo mistero"""".""