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Da Teognosto alla «Filocalia» (XIII-XVIII sec.). Testi e autori
Nel 1782 vedeva la luce a Venezia un libro, la ""Filocalia"""", risultato della collaborazione tra il monaco dell'Athos Nicodemo e il vescovo Macario di Corinto. Questo imponente volume ebbe un potente influsso nel secolo successivo in Russia e poi da lì nella diaspora ortodossa, in Grecia e Romania e in Occidente. La raccolta è diventata anche, nella prima metà del XX secolo, la base materiale e documentaria delle ricerche degli studiosi di Oriente cristiano e di Bisanzio. La Filocalia è diventata così una sorta di canone, giungendo a rappresentare agli occhi dei più l'insieme della letteratura spirituale di Bisanzio. Una parte del presente volume è dedicata ai precedenti manoscritti e alla preistoria di questa raccolta. L'edizione dei """"Capitoli"""" di Teognosto (XIII secolo) è parallela a questa indagine. Un'altra sezione è consacrata al trattato di Cirillo Manasse (XIV secolo), sino a oggi sconosciuto, ma importante per lo sviluppo storico della mistica bizantina."" -
«L' Italia» e altre commedie
L'Italia è una commedia. Lo è, in senso letterale, nel testo drammatico da cui prende il titolo questo libro. Lo è, metaforicamente, nel significato dantesco di comedia e, applicato al Belpaese, allude anche alla sua presunta capacità di condurre tutto a lieto fine, a ""tarallucci e vino"""" si direbbe con un'accezione spregiativa e forse ingenerosa. Perché l'Italia sarà pure una commedia, ma di sicuro non è una farsa. Le tre pièce contenute nel volume questo lieto fine lo prevedono, sia per gli scopi che le ha viste nascere sia per le persone a cui sono state destinate. """"I conigli di Fibonacci"""" è stata scritta nel 2009 come parte di un progetto di inclusione sociale, sostenuto da Fondazione con il Sud, a beneficio di un gruppo di ragazzi magrebini che vivevano in Sicilia. """"La maratona"""" e """"L'Italia"""" sono state messe in scena, rispettivamente nel 2008 e nel 2011, tra le mura della Casa circondariale di Siracusa. I detenuti, in entrambi i casi, hanno vestito i panni degli attori, confrontandosi con i temi a cui le opere rimandano: identità, diversità e senso di appartenenza. E scoprendo che il lieto fine è sempre possibile."" -
Archivio di etnografia vol. 1-2 (2015)
«Archivio di Etnografia», al decimo anno di pubblicazione nella nuova serie, è una rivista del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali (DiCEM) dell'Università della Basilicata diretta da Ferdinando Mirizzi.rnIl numero doppio dell’annata 2015 dell’«Archivio di Etnografia» propone in apertura, nella sezione “Etnografie”, due contributi: il primo, di Mikaela Minga, sull’analisi della canzone di Korça, considerata nell’ambito delle pratiche musicali dell’Albania del primo Novecento, e studiata a partire dal significato di ‘urbano’ in musica e dal modo in cui la presenza europea e occidentale ha inciso sulla vita urbana; il secondo, di Marco Sottilotta, esamina le politiche di patrimonializzazione delle tombe regali attuate, in contesto postcoloniale, dal governo del Buganda, mediante un approccio che consente di problematizzare il rapporto fra la cultura ganda e il proprio passato. Irene Salerno, in “Saggi”, presenta uno studio dei culti di possessione oracolare dello Himachal Pradesh (India di nord-ovest), con riferimento alle valli himalayane del distretto di Kulu, nelle quali l’autrice approfondisce il rapporto fra tradizione e innovazione e i legami tra le forme che tali culti assumono e le pratiche di tipo sciamanico; mentre, in “Repertori”, Gian Luigi Bruzzone ripercorre il rapporto fra il conte Arrigo Balladoro (1872-1927) e Raffaele Corso (1885-1965).rn“Sequenze” accoglie un contributo sulla pratica della pesca artigianale in Alagoas (Nordest del Brasile) di Josemary Omena Passos Ferrare, autrice del testo introduttivo, e di Vita Santoro, responsabile del materiale fotografico, prodotto nel 2015.rnSeguono altri due scritti contenuti nella sezione “Storie”: rispettivamente, Giovanni Fornaro espone un’analisi comparativa fra alcune differenti versioni di un rituale tradizionale diffuso in Basilicata, in Puglia e in altre regioni del Mezzogiorno d’Italia, a partire dalle rilevazioni condotte da Ernesto de Martino nel 1952; invece, Omerita Ranalli propone un’intervista ad Alfonso Di Nola, registrata da Giovanna Marini nel dicembre del 1989 e conservata nel Fondo G. Marini dell’Archivio Sonoro “Franco Coggiola” del Circolo Gianni Bosio, che verte su alcuni tra i temi centrali della ricerca di Di Nola sulla devozione popolare intesa quale «fenomeno di resistenza culturale». rnInfine, in “Taccuino”, è presente un contributo di Amelio Pezzetta sulle forme che documentano il culto e la devozione tributati a sant’Antonio da Padova a Lama dei Peligni, piccolo Comune abruzzese della Provincia di Chieti. rnChiude il fascicolo la consueta rassegna di recensioni di alcuni volumi di recente pubblicazione. -
«Shakespeare off-scene/Shakespeare un-seen»: le scene raccontate nell'iconografia shakespeariana
I drammi di Shakespeare hanno ispirato innumerevoli raffigurazioni, molto diverse fra loro e talvolta bizzarre. All'interno di questo vasto e variegato immaginario figurativo, assumono un particolare rilievo le rappresentazioni di scene o azioni soltanto raccontate, evocate o in qualche modo suggerite dal testo. La morte di Ofelia o l'assassinio del vecchio re Amleto sono fra gli esempi più celebri di questa tipologia iconografica, che estende enormemente l'immaginario shakespeariano e spesso suggerisce nuove letture interpretative dei personaggi e delle loro storie. Si possono includere fra gli off-scenes le immagini che offrono una raffigurazione letterale delle molte metafore shakespeariane, nelle quali gli artisti attingono ai testi drammatici come a una miniera di concetti e massime universali, ma anche le scene che mostrano la vita pregressa dei personaggi a partire da una semplice allusione contenuta nel testo, mostrando per esempio il gioco infantile del piccolo Amleto a cavalluccio del vecchio buffone di corte Yorick. -
Opere teatrali. Vol. 3: Discordia d'amore.
«Finora le commedie popolari senesi sono state lette nella prima edizione che capitava sotto mano. Ci si deve invece convincere che questi testi vanno trattati con lo stesso metodo filologico con cui trattiamo quelli di Cicerone e Petrarca, che la tradizione va censita e valutata come quella di qualsiasi altro testo», lamentava – venticinque anni or sono – uno studioso del calibro di Michele Feo; e ammoniva: «noi riteniamo che sia giunto il momento di non scrivere più saggi critici. I compiti veri sono quelli del nuovo catalogo scientifico, della costituzione e edizione dei testi nel loro complesso, accompagnati da commento linguistico, storico e folklorico». A tale esigenza risponde la presente edizione, dedicata all’opera teatrale del Fumoso, scrittore di punta della tradizione senese, autore di un corpus di sei commedie. Il primo volume ha offerto i testi di esordio, Panechio e Tiranfallo; con Discordia d’amore, che qui si edita, siamo ad un’ulteriore, più evoluta riprova della maturità espressiva dell’autore, abile nel mettere a fuoco un prodotto drammaturgico caratterizzato da un’originale densità di quadro umano e sociale e da un’espressività linguistica per la prima volta restituiti nel loro originario spessore storico-teatrale. -
Durata e tempo. Sulle misure. Sulla natura e proprietà dei continui
Il pensiero scolastico è profondamente affascinato dal problema del tempo. La sua esistenza, la sua definizione, il suo legame con il movimento e con l'anima, la nozione di durata, la relazione tra eternità e temporalità sono tutte angolature o prospettive differenti, attraverso cui gli autori del XIII secolo si interrogano sul divenire delle sostanze e, in parallelo, su ciò che si sottrae alla mutevolezza e alla caducità. I trattati ""De mensuris"""" e """"De natura et proprietate continuorum"""" di Teodorico di Freiberg (1240- 1310) - di cui si presentano qui traduzione e commento - costituiscono un'opportunità privilegiata per entrare nelle pieghe di questo dibattito. Il genere del trattato """"scientifico"""", non così diffuso alla fine del XIII secolo, permette infatti di mettere a fuoco le diverse opinioni e l'eterogeneo quadro di fonti che ne fanno da sfondo. La natura dei problemi sollevati e la raffinatezza degli argomenti addotti per risolverli non risultano mai artificiosi, ma rimandano all'esigenza più radicale di offrire risposte a istanze che, in altre epoche, non esiteremmo a definire """"esistenziali""""."" -
Bari bizantina. Origine, declino, eredità di una capitale mediterranea
Bari bizantina: la riscoperta della identità storico-culturale di una città avamposto di Costantinopoli, ai confini dell’Occidente, capitale dell’Impero dei Romei; piccola ma fervida «capitale» dell’Italia greca medievale fra IX e XI secolo. Il libro ripropone organicamente, in una formula unitaria progettata dall’autore prima della sua scomparsa nel marzo del 2014, i tre volumi dedicati a “Bari bizantina” pubblicati, rispettivamente, nel 2003, nel 2005 e nel 2010 con i seguenti sottotitoli: Capitale mediterranea; 1071-1156: il declino; 1156.1261: Bisanzio dopo Bisanzio. Riemerge la malia del racconto di un “cantastorie” che trasforma dati, fonti, materiali storici (dominati con sapiente maestria) in sequenze visive di un’epopea ricca di fascino. Quasi un affresco di natura filmica, in cui abbondano i flashback e le digressioni, in cui, sullo sfondo di una società multietnica e multiculturale, si susseguono vicende di strateghi e catapani, vescovi, imperatori, sovrani, duchi, notabili e gente comune che animano il palcoscenico della Bari medievale, della Puglia, del Mediterraneo. -
Aristotele teorico dello spettacolo
Gli studi sullo spettacolo antico sono stati per lungo tempo prigionieri di alcuni nessi storiografici a aprioristici che ne hanno marcato una sorta di ritardo rispetto alle altre civiltà teatrali considerate fondanti dai nostri canoni culturali. Per un verso hanno pagato una ineguagliabile resistenza delle ipotesi di studio di marca testo-centrica, dall'altro, a questa prima ipotesi, si è aggiunto il luogo comune che il teatro antico sarebbe connotato da una insanabile mancanza documentale. Da decenni tuttavia la storia del teatro si è costituita come una disciplina ce non intende restituire una ricostruzione di una serie continua di spettacoli ma cerca di rivedere di volta in volta la definizione di una categoria, di tutte le sue pratiche e dei suoi saperi nei diversi contesti della storia. Tale nozione, il teatro, non è un'idea pre-ordinata, ma una categoria fluida, i cui connotati variano e si ridefiniscono di continuo. Questo studio intende mostrare alcuni specifici caratteri dell'idea teatrale dei greci a partire da un'analisi stringente del pensiero teatrologico di Aristotele. Ripartendo da tale figura, da sempre considerata centrale nella definizione dell'estetica teatrale, il libro offre uno sguardo diffuso sulle premesse e i precedenti teorici dello stagirita e quindi sui connotati della cultura e della civiltà teatrale greca tra V e IV secolo a.C. Pur impegnato in un'analisi accurata dei testi e delle fonti, il saggio mantiene costantemente vivo l'occhio verso le strategie di analisi della nuova teatrologia, proponendosi al contempo al pubblico degli antichisti e degli storici del teatro. -
Goodbye Murat. La tradizione del moderno nella Bari di Giuseppe Gimma
Quanto la geometria di una città nuova ha saputo sopravvivere alle trasformazioni? Bari coltiva una mitologia del centro storico ottocentesco, il cosiddetto Murattiano, E se ogni mitologia ha bisogno di racconti efferati, quello di Bari si chiama ""boom edilizio"""". In realtà la degenerazione del borgo murattiano è precoce e le prime sopraelevazioni sono autorizzate già alla fine dell'Ottocento: il rifiuto dello stile neoclassico e le manifestazioni dell'eclettismo sono però considerati paradossalmente nell'immaginario collettivo l'espressione de medesimo, originario progetto. I rari esempi di architettura di qualità realizzati nella seconda metà del Novecento sono invece ignorati da qualsiasi azione di tutela. Eppure a essi si guarda oggi come modelli per realizzare una città che abbia il coraggio della contemporaneità. Con quattro autentiche """"interviste impossibili"""" a Bruno Zevi, Vittorio Chiaia, Michele Cifarelli e Vittore Fiore sul tema del centro storico e del vincolo paesaggistico. Prefazione di Mauro Galantino."" -
Realitas obiectiva. Elaborazione e genesi di un concetto
L'invenzione del concetto di realitas obiectiva è da sempre associata al nome di René Descartes. Integrando questa nozione nella prima prova dell'esistenza di Dio elaborata nelle sue Meditationes de prima philosophia, Descartes avrebbe sancito, secondo un'opinione assai diffusa, l'irruzione del vocabolario della realitas nel quadro della metafisica moderna. Così inteso, nella prospettiva dell'interpretazione ordinaria, il gesto cartesiano sarebbe dunque inaugurale. Per quanto affascinante, questa lettura non appare tuttavia sufficientemente fondata. Quando Descartes si serve per la prima volta della nozione di realitas obiectiva, quest'ultima poteva già vantare una storia plurisecolare - una storia che, pur caratterizzata da importanti mediazioni, riconduce a Duns Scoto e ai principali rappresentanti del cosiddetto scotismo formalista. L'indagine qui condotta intende dar conto di questa storia ancora non adeguatamente indagata. Attraverso una disamina del vocabolario scotista, il volume si propone di riscostruire una genealogia della nozione di realitas obiectiva che permetta di individuare, prima e a prescindere da Descartes, il contesto teorico entro il quale essa è stata effettivamente elaborata. -
Shakespeare all'opera. Riscritture e allestimenti di «Romeo e Giulietta»
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale di studi Shakespeare all'Opera. ""Romeo e Giulietta"""" e """"Il mercante di Venezia"""": riscritture e allestimenti (Fondazione Giorgio Cini, 23-24 aprile 2018), relativo alle principali intonazioni operistiche di Romeo & Juliet, con escursioni mirate anche nel campo della musica strumentale. Il convegno ha visto la partecipazione di musicologi, storici del teatro e drammaturghi, i quali hanno analizzato testi e contesti in cui si sono sviluppate le rappresentazioni in musica di un capolavoro fra i più noti di ogni tempo, che, soprattutto dal XVIII secolo a oggi, ha incendiato la fantasia di numerosi librettisti e compositori (trentadue opere complessivamente, dal 1773 al 1991). È questo il primo libro a più voci in cui si affrontano con una certa ampiezza diversi adattamenti di un solo capolavoro, che ha lasciato traccia in ogni tempo e ogni epoca e in tutte le arti, compreso il cinema - dalla classica pellicola di Zeffi relli (1968) alla rielaborazione in chiave moderna William Shakespeare's Romeo + Juliet di Baz Luhrmann (1996) -, e che come mito vive e vivrà sempre nuove avventure."" -
La corsa dei contrari. Antropologia teatrale
Elaborando ulteriormente le esperienze e gli orizzonti teorici inaugurati dall'Odin Teatret, nel 1979 Barba fonda l'International School of Theatre Anthropology (ISTA), un laboratorio itinerante di studi comparati sui princìpi della tecnica dell'attore, dando il nome di antropologia teatrale a questo campo di studi. La riflessione iniziata nel 1964, quando Barba si era recato in India a studiare il teatro Kathakali, ne ""La corsa dei contrari"""" (1981) si sviluppa e articola in tre saggi che qui riproponiamo in una nuova edizione. Nel primo, partendo dall'esperienza dell'Odin Teatret, l'autore indaga sulla natura della trasformazione delle funzioni sociali implicate dal nuovo teatro di gruppo. Il secondo verte sulla formazione dell'attore. Il terzo e ultimo saggio risponde a un quesito: «In quali direzioni può orientarsi un attore occidentale per costruire le basi materiali della sua arte?». Qui Barba riprende tutte le fila del suo discorso per mettere a fuoco quelle «precise e utili regole pratiche» che, affinate da pratiche antiche, acquistano l'autorità di vere e proprie leggi del comportamento. Introduzione di Francesco Cappa."" -
Bene in cucina. Nicola Savarese intervista Carmelo Bene
"Gennaio 1997: Carmelo Bene e Nicola Savarese sono a Otranto per un'intervista sul teatro scandita in tre giornate. Ventidue anni più tardi questo libro presenta la trascrizione di quegli incontri, sino a oggi rimasta inedita, aggiungendo nuova testimonianza sul celebre attore salentino. Del teatro di Bene Savarese mirava a indagare quelle specifiche componenti a cui egli aveva già rivolto le proprie attenzioni in altri contesti e riguardo ad altre civiltà teatrali: le parti interne, 'segrete', dell'arte attoriale, soggiacenti e precedenti all'atto performativo. Della «folgorante amicizia» fra i due, l'intervista conserva l'immediatezza di un confronto che fu vivo e confidente e le cui parole possiedono ancora oggi un valore particolare, innanzi tutto umano: parole in libertà, pronunciate nella propria casa, alla presenza di un amico."""" (dall'introduzione di Leonardo Mancini)" -
Matteo contro lo spettro autistico
Perché un fumetto su un tema così delicato come l'autismo? Perché è un modo immediato ed efficace di far conoscere questa sindrome, soprattutto tra i più giovani, senza rendere noioso o pesante l'argomento, ma nello stesso tempo rispettando questa condizione di vita. Ci sono forme di autismo gravi e meno gravi. Su ciascuna incombe lo ""spettro autistico"""" o disturbo pervasivo dello sviluppo (DSG) ovvero Pervasive Developmental Disordes (PDD). L'associazione col termine medico è immediata, e così è nato questo personaggio mostruoso, che dapprima fa paura, terrorizza il piccolo Matteo, lo limita nelle sue attività, nelle sue scelte con delle campane limitatrici; ma poi pian piano Matteo prende coraggio e reagisce: tutte le volte che lo fa lo """"spettro"""" si riduce, perde forza, e infine diventa un ragazzino anche lui. La forza di Matteo è l'aiuto dei suoi genitori che lo spronano, e lo incoraggiano a superare e a vincere gli ostacoli migliorano la sua fiducia, la sua intelligenza. Non sconfiggeranno mai del tutto lo """"spettro autistico"""" ma lo indeboliranno, lo renderanno più innocuo. Il messaggio finale è che un ragazzo autistico possiede tante virtù e qualità nascoste; sta a noi scoprirle, tirarle fuori, migliorando la sua condizione con varie attività. Ma soprattutto, ciò che può aiutarci in tutto questo è la forza dell'amore, che genera speranza. Età di lettura: da 7 anni."" -
Anna Ximenes. Storia d'amore e di rivoluzione
Ci fu un tempo in cui soffiò il vento della rivoluzione nelle contrade del Sud; e nei paesi di Puglia. Fra questi Altamura più di tutti coltivò il sogno e la lotta per la libertà. In quel tempo uomini e donne credettero di poter vivere finalmente liberi: di pensare, di parlare, di muoversi, di commerciare, di governarsi. E anche di amarsi contro le vecchie convenzioni sociali e classiste. Quel tempo fu il 1799. -
Chi ha rubato i cieli? Galileo, la «Lettera a Cristina» e le origini della modernità
Galileo Galilei costringe ogni studioso che si accosti a lui a dover fare i conti non solo con le sue scoperte scientifiche o con il suo linguaggio filosofico, ma anche con questioni teologiche e ""affari"""" di Corte. Potere e scienza, fede e politica sono gli ingredienti unici e irripetibili di una stagione che vede protagonisti Università, Accademie e alcuni degli apparati più influenti della Chiesa post-tridentina. Questo volume, con i suoi contributi e i testi classici riprodotti, vuole rimettere al centro la figura dello scienziato pisano attraverso la lente d'ingrandimento della Lettera a Cristina di Lorena che è, insieme, lettera e trattato, apologia della nuova scienza e difesa del cattolicesimo, perché, come Galileo stesso amava dire, non è nelle sue intenzioni affermare la falsità della Bibbia ma «nostra opinione è che le Scritture benissimo concordino con le verità naturali dimonstrate»."" -
Il lino delle fate
1793-1804: dodici anni, dodici capitoli, dodici diversi mesi dell'anno a scandire la sequenza dei lavori agricoli e degli eventi storici nel ducato di Martina, privilegiato feudo della casata Caracciolo, sulle colline sud-orientali della murgia pugliese. A fine Settecento la protagonista, Virgilia, vive nella masseria gestita da suo zio e dalla famiglia; trascorre le sue giornate seguendo i ritmi della campagna, dettati dalle stagioni e dai raccolti, dai contadini e dal loro modo di interagire con la natura, traendone sostentamento. L'equilibrio di una vita apparentemente statica, pur segnata da legami speciali, rancori profondi, matrimoni e lutti, verrà interrotto dal trasferimento di Virgilia in città, dove, tra i vicoli ferventi di attività artigiane, i palazzi signorili e le superbe chiese barocche, scopre un mondo totalmente diverso da quello che conosceva, anche attraverso gli occhi di un giovane idealista, che si troverà coinvolto nei moti rivoluzionari del 1799 e, in seguito, nel brigantaggio. Virgilia attraversa vicende ed esperienze con ingenuità ma anche con determinazione, favorita dalla sua capacità di entrare nel cuore delle persone e guidata dal retaggio di insegnamenti semplici, poveri, umili ma profondamente saggi, appresi dalla famiglia contadina. -
Filosofie moderne del dramma antico
Con Gadamer e De Martino di fronte alla catarsi aristotelica; al cuore dello spirito barocco, fra meraviglia e metodo, con Sabbatini e Descartes; Diderot e Lessing fra diegesi e mimesi; Hegel e Kierkegaard che leggono e reinterpretano Antigone, ponendosi - con Bachofen, Engels e Nietzsche - alle radici del dramma moderno di Ibsen e di Strindberg: il filo che collega questi saggi è la fitta interferenza estetica tra filosofia e drammaturgia, ma l'anima del filo è l'irradiazione costante del teatro classico nel pensiero e nell'immaginario scenico. -
Rime diverse
Il marchese Oddo Savelli Palombara fu senz'altro uno dei principali esponenti dell'Accademia romana degli Umoristi, di cui fu eletto principe nel 1633. Nonostante la centralità culturale e politica di un'istituzione di primissimo rilievo quale fu l'Accademia, gli importanti studi sugli Umoristi sono ancora solo iniziali. La scoperta di due manoscritti di ""Rime"""" del Palombara che si estendono fino a circa il 1644, il Prot. 36 individuato a Roma da M.F. Iovine e il Cason 103 n. 35 ritrovato a Toledo da J.-L. Nardone, offre il raro esempio di un canzoniere concepito per la stampa ma rimasto diario personale di anni tormentati in cui si approfondisce il divario tra sapere e potere. La riflessione filosofica e morale che risuona di temi stoici, l'interesse per la nuova scienza sullo sfondo delle relazioni accademiche tra Roma e Napoli e della salda amicizia con il principe di Gallicano Pompeo Colonna, l'imitazione poetica sul solco dei sodali Pier Francesco Paoli, Antonio Bruni, Francesco Balducci, l'orgoglio della propria """"romanitas"""" vegliata tra il Tevere e il Colosseo dagli antichi eroi Curzio e Furio Camillo: tutto questo sfila nei versi del marchese Palombara, preziosa chiave di accesso alla storia degli Umoristi nella complessità del microcosmo erudito della Roma barberiniana."" -
Lo stupore è all'origine del risveglio dell'umana coscienza
La serie: ""Incroci"""", una serie di libri per lettori curiosi, che hanno un'ipotesi di lettura del presente e del futuro, capaci di essere compagni di un luogo dove si generano le parole che qui si presentano. Sono riflessioni che il Centro Culturale di Milano ha cercato e individuato nella vasta rete di importanti e costanti relazioni. Sono parole che si trovano in qualche modo riassunte nel titolo di copertina che rappresenta il tema che ha guidato tutti i percorsi d'arte, letteratura, società, tecnologia, scienza, fotografia, poesia sui quali il CMC è intervenuto nel corso dell'anno. In questa serie si trovano solo gli """"incroci"""", i percorsi più decisivi, dove quel tema apre una fenditura tra i ghiacci non sciolti, questi sì, dell'abitudine e del preconcetto. Profilo dell'opera: Sette eventi del Centro Culturale di Milano all'insegna dello stupore: Joseph H.H. Weiler, Antonio Polito, Sotto il cielo d'Europa: i fondamentali cambiamenti in atto, fra politica e istituzioni / Giuseppe Frangi, Magnificare l'istante. André Kertész / Piero Bassetti, Mauro Magatti, Bernard Scholz, Perché è finita la democrazia. Nuovi """"luoghi"""" e corpi intermedi / Angelo Scola, Thomas Georgeon, Dare la vita cambia il mondo. Gli uomini nuovi di Algeria / Mauro Giuseppe Lepori, Mattia Ferraresi, «C'è una strada dentro il cuore degli altri». San Benedetto e l'Europa / Piero Boitani, La letteratura come rivelazione / Franco Manzi, «Luigi Giussani: il pensiero sorgivo». Punto di vista di un biblista.""