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Il mistero di Cana. A Cana di Galilea, il banchetto di nozze. Considerazioni di un cristiano qualunque
Un miracolo ""inaspettato"""" quello avvenuto 2000 anni fa a Cana di Galilea. Così ce lo propone nel suo Vangelo Giovanni, che sembra riportare più un fatto di cronaca che un evento miracoloso. Una prosa scarna tesa a evidenziare i protagonisti, la sequenza veloce degli avvenimenti, un rapido interloquire tra la Madre e Gesù, e infine la descrizione quasi scientifica della straordinaria mutazione dell'acqua in vino. Affascinato e quasi turbato da questo passo del Vangelo, l'autore si addentra a esplorare una misteriosa attrazione, pur nel fondato timore di non giungere a una agnizione finale. In un intersecarsi di considerazioni e di impressioni, questo """"segno"""", riportato dal solo Giovanni Evangelista, ci viene proposto dall'autore come carico di significati che attengono il settore della teologia, ma soprattutto della spiritualità più raffinata. In contrappunto la figura di un Cardinale di Santa Romana Chiesa, sostanzialmente immaginaria e idealizzata, che consente all'autore di esprimere, in analogia con la voce del Cristo nel Don Camillo di Giovannino Guareschi, le meditazioni interiori del profondo dell'anima."" -
Veli
Un romanzo che trascina per l’avvincente intreccio delle sue storie dense di misteri e di azione, ma che, in fondo, non fa altro che raccontarci la storia di due giovani dei nostri giorni.rnrnUn giovane ingegnere dell’ES1A, l’ente spaziale europeo, e una brillante storiografa impegnata in uno stage presso la Biblioteca Vaticana si incontrano nel traffico di una frenetica, ma sempre romantica Roma. Lui è indaffarato a mettere a punto i sistemi ambientali che garantiranno aria e acqua pulita a bordo dello SkyRider, la prima navetta con equipaggio umano destinata a raggiungere Marte, mentre lei è quotidianamente alle prese con la Roma del ’700 e con le malefatte compiute in quel periodo dalla Santa Inquisizione. Due mondi distanti e diversi tra loro come il giorno e la notte che vengono casualmente in contatto proprio alla vigilia di quello che si rivelerà, per entrambi e per motivi diversi, un momento cruciale delle loro vite. A spingerli l’uno verso l’altra, la carismatica presenza di Raimondo di Sangro, settimo Principe di Sansevero e ideatore della famosissima cappella omonima sita nel cuore di Napoli che, col suo Cristo Velato, è meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo. rn Un romanzo pieno di azione e colpi di scena, che trascina il lettore tra gli intrighi e le mascalzonate di una trama avvincente ma mai contorta, e che per questo si lascia leggere tutta d’un fiato. rn Ma il vero punto di forza del libro è proprio la costante presenza tra le sue pagine dell’affascinante figura del Principe di Sansevero: Raimondo Di Sangro fu un personaggio misterioso e controverso che, con le sue pratiche esoteriche, divenne l’assoluto dominatore della corte borbonica napoletana per tutto il diciottesimo secolo. Ancora oggi sono tantissimi i misteri e le leggende che ancora circolano sul suo conto, ed è proprio da uno di questi antichi enigmi irrisolti che prende vita la trama di questa coinvolgente avventura, che getta un godibile ponte tra le storie insolute di oltre due secoli fa e la tecnologia e le vicende socio-politiche dei nostri giorni. -
Cèline magico
Presente da sempre nella grande letteratura del Novecento come uno scrittore estremamente realistico fino alla brutalità, e dalla vita avventurosa fatta di sfide continue e affrontata con estrema concretezza, pochi sanno invece che Louis-Ferdinand Céline fu anche vicino ai misteriosi messaggi che ci giungono dall'Altrove. Confesserà infatti che per lui, che possedeva un'immensa riserva di poesia e immaginazione, il quotidiano sarà sempre solo un duro dovere di denuncia: ""Io sono celtico, prima di tutto sognatore bardico - è veramente là il mio dono - io l'ho piegato al realismo per odio verso la crudeltà degli uomini - per il gusto della lotta - ma in realtà la mia musica è la leggenda."""""" -
Jacob Rohault. I giorni di Venezia
La rivoluzione scientifica del Seicento attraverso il Trattato che un filosofo cartesiano, francese di nascita, cerca di far stampare a Venezia. La sua permanenza nella città lagunare si dipana tra gli intrighi della società patrizia, i ricordi degli anni parigini, il rimpianto di una moglie prematuramente morta. E, ancora, le lusinghe amorose di Fulvia, una fanciulla di nobili natali che gli parla alternando provocazioni erotiche e malinconie. ""La donna che state ignorando, di notte si rigira nel letto che lei avrebbe voluto accogliente per voi e per le attenzioni che desiderava rivolgeste al suo cuore e anche ai suoi fianchi e al suo seno."""" """"Mi sembra di non aver portato a termine cose che avrei dovuto fare; ma è un elenco inutile. E poi... la lentezza di questa neve. Vorrei vederla come qualcosa di salvifico, caduta per sopire le lacerazioni dell'anima, metafora di un tempo sospeso, in attesa che io possa tornare a parlare impudicamente..."" -
Cinema in camicia nera
È possibile etichettare il cinema compreso tra gli anni Venti e gli anni Quaranta come cinema di regime tout court? È un interrogativo di non facile risposta. In quegli anni, infatti, troviamo un cinema insospettabilmente vario: accanto a pellicole perfettamente funzionali all'enfatizzazione mediatica di un uomo e della sua volontà di plasmare codici e modelli comportamentali, troviamo i narcotizzanti sogni dei telefoni bianchi e le fughe letterarie del calligrafismo. Nel grande affresco ideologico che avrebbe dovuto mostrarsi compatto e senza sbavature, si insinuarono inoltre fermenti e sollecitazioni nuove e vivificanti specie nella fase propriamente bellica. La tentazione sempre più forte del vero e il bisogno di soffermare la macchina da presa sull'interiorità e sulle disillusioni dei personaggi spostarono progressivamente gli interessi dei registi su un piano diverso, innestandovi i primi segnali per una rinascita etica, formale, stilistica e ideologica ormai del tutto scollata da un regime in evidente caduta libera. -
Come leggere Robinson Crusoe
Pubblicato nel 1719, Robinson Crusoe si colloca all'origine del romanzo moderno non solo nella celebrazione dell'individualismo borghese, ma anche nella definizione di una prosa in cui s'incontrano realismo e invenzione artistica. Oltre ad essere interprete e icona del nascente spirito commerciale, il suo eroe è in primo luogo un mito culturale che ha ispirato e continua a ispirare riscritture, rifacimenti, trasposizioni filmiche e teatrali, traduzioni in tutte le lingue conosciute. In quanto puritano e dissenziente, Daniel Defoe - giornalista, viaggiatore e cronista dei cambiamenti socioeconomici - scrisse Robinson Crusoe con l'intento di proporre ""un libro di robusta ossatura morale"""" (Italo Calvino). Tuttavia, i risultati andarono ben oltre le intenzioni autoriali: imitata in tutta Europa, l'opera divenne subito parte dell'immaginazione popolare e da allora rimane uno dei romanzi più letti e amati di sempre. Come leggere """"Robinson Crusoe"""" presenta una lettura del testo che pone particolare attenzione alle sue molteplici tematiche al di là di ogni rigida gabbia interpretativa."" -
Il genio della lingua
Il secolo XX è stato, in buona parte, il secolo della linguistica generale, che ha prodotto sostanziali avanzamenti nello studio del linguaggio. Basta citare con Saussure linguisti come Hjelmslev, per cui la lingua è una forma-contenuto, o Sapir, che, crocianamente, mette l'accento sull'estetica, ovvero sul carattere metaforico del linguaggio. Con essi la linguistica ha conquistato la propria autonomia scientifica. Ma dal secondo dopoguerra in poi c'è stato, soprattutto nel mondo anglosassone, un ritorno a concezioni premoderne di stampo razionalistico, che hanno riportato lo studio del linguaggio nell'alveo della psicologia e in un certo senso della metafisica. Prima gli ""universali"""" di Greenberg e poi l'antilinguistica di Chomsky hanno creato un clima concettuale aprioristico e sterile. L'idea che tutte le lingue hanno la stessa struttura ad un livello più o meno astratto è diventata per molti un articolo di fede ed alcune riviste specializzate lo diffondono con impegno anche fuori degli Stati Uniti. Si è aggiunta una proliferazione di teorie grammaticali costruite su basi puramente logiche e prive di effettivi riscontri nella realtà delle lingue."" -
L'Alternativa (1973-1980)
Il periodo in cui Giacinto Auriti ha collaborato con L'Alternativa, l'agenzia di stampa del Centro Studi Politici e Costituzionali, è stato forse il più fecondo della sua vita. Nell'arco di sette anni, anche perché pressato da Marino Solfanelli, il giornalista amico che dirigeva L'Alternativa, scrisse quasi ottanta tra articoli e contributi vari. In essi si ritrovano, organicamente strutturati e trattati secondo prospettive pluridisciplinari, o almeno già contenenti in nuce i futuri sviluppi, tutti i punti forti del pensiero di Auriti. Il professore di Guardiagrele riafferma costantemente, in questi scritti, la concezione cristiana e classica della società, del diritto, della moneta. Egli sostiene senza tentennamenti la dottrina sociale della Chiesa, e specialmente il principio proclamato dal Papa della Rerum Novarum, S.S. Leone XIII: ""Tutti proprietari e non tutti proletari""""..."" -
Ipotesi teologica di un papa eretico
Quest'opera di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira rappresenta un importante contributo alla teologia del XX secolo per il rigore intellettuale con cui affronta un tema difficile e mai adeguatamente approfondito: quello della possibilità di un Papa eretico. L'autore non si limita ad offrirci un quadro sintetico ed esaustivo delle diverse posizioni teologiche e canoniche emerse nel corso dei secoli, ma propone una equilibrata soluzione del problema, invitando i teologi a cercare una posizione condivisa. Lo studio venne pubblicato nel 1975 in lingua francese, ma ebbe diffusione solo tra gli specialisti. Oggi viene presentato per la prima volta al grande pubblico offrendo un contributo primario al dibattito, anche per il suo distacco dalla contingenza dell'ora presente. -
Scrittori piemontesi del Novecento. Una lettura «intertestuale»
Antonio Catalfamo, come coordinatore dell'""Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo"""", ha dedicato ampi studi all'opera di Cesare Pavese, allargando gli orizzonti critici alla dimensione internazionale. Progressivamente tali orizzonti hanno conosciuto un ulteriore ampliamento, abbracciando altri scrittori piemontesi: Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, Nuto Revelli, Italo Calvino (piemontese d'adozione), Carlo Levi, Primo Levi. L'autore procede, nel presente volume, ad un'analisi """"intertestuale"""" tra di essi, partendo, per l'appunto, da Pavese, nella convinzione che per delineare il """"paesaggio"""" letterario, accanto alla dimensione storica, dev'essere approfondita quella geografica, sulla scia di Carlo Dionisotti, nonché del concetto di """"biogeografia culturale"""" elaborato da Antonio Piromalli. Nell'ambito di un discorso critico complesso, Antonio Catalfamo coniuga, inoltre, dimensione particolare e dimensione universale dell'opera letteraria, affrontando, con riferimento specifico ai suddetti autori, problematiche relative al rapporto tra mito e realtà, razionale e irrazionale..."" -
L'architetto di Porsenna
Zatte e Fedulia si trasferiscono a Roma con i loro gemelli, dove cercano lentamente di ricostruire la loro vita in una città che brulica di energia. La bravura di Zatte si rivela ben presto e lo stesso re di Roma, un Tarquinio, decide di servirsi della sua genialità di architetto. Per i grandi progetti del re, tuttavia, Zatte ha bisogno dell'aiuto di scultori di grande livello, perciò rientra a Caere con la famigliola con l'intenzione di proporre al Maestro scultore Mattias e al figlio adottivo Vulka di seguirlo nell'Urbe. Ma le cose non vanno come si sarebbe aspettato: il pericolo che li aveva spinti a lasciare Caere e i loro affetti più cari è ancora lì ad attenderli. Agguati, tragedie, pestilenze, guerre, amicizie e nuovi amori trascinano i protagonisti di questo nuovo romanzo di Fabrizio Cordoano attraverso un'Etruria e una Roma che cambiano a grande velocità, dove Dei e uomini si confondono e dove l'onore e la virtù restano le uniche caratteristiche che distinguono un uomo da un barbaro. -
Il Vangelo, la verità e il diritto del matrimonio e della famiglia
"La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione"""" (Commissione Teologica Internazionale cit. in Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, 305). In questo volume, dinnanzi all'attuale situazione di crisi del matrimonio e della famiglia e ad un diffuso positivismo giuridico (secondo il quale iustum quia iussum anziché iussum quia iustum), e nel contesto """"della dittatura e del colonialismo del pensiero unico e della cultura dominante"""" (cf. ideologia del gender di cui Papa Francesco parla anche al n. 56 di Amoris laetitia), partendo dalla legge naturale che non è un peso dato all'uomo, ma un dono di Dio per il bene dell'uomo in quanto in essa l'uomo può più pienamente comprendersi, si ripropone - secondo quanto la Chiesa, che è madre e maestra, insegna - la verità, la bellezza ed il diritto del matrimonio e della famiglia, che sempre più devono divenire buon annuncio al mondo..." -
Dialoghi dell'inconscio
Sorta negli anni Settanta, l'epoca per eccellenza dello scontro e del confronto, l'intervista impossibile si rivela ancora oggi una forma espressiva fresca ed attuale, squisito strumento didattico e delizioso intrattenimento non solo radiofonico, ma anche teatrale. In questa antologia, tredici autori contemporanei si confrontano con diciotto personaggi storici: soprattutto poeti, pittori, musicisti, maestri dell'ingegno. Queste conversazioni immaginarie, scelte fra le oltre cento allestite per la Radio Vaticana tra il 2009 e il 2015, sono solo un assaggio degli infiniti approcci possibili che questo genere ha offerto e continua ad offrire al pubblico radiofonico. Diversi per formazione, età, sensibilità, gli autori qui riuniti offrono un campionario di spunti di riflessione sui loro interlocutori in chiave spesso ironica e certamente anticonvenzionale: da Franco Cardini a Ennio Cavalli, da Carla Dolazza al compianto Fabio Della Seta, da Marcello Lazzerini al giovane Arcangelo Esposito, da Massimo Pedroni a Ruggero Savinio, da Marialuisa Bignami a Evelina Piscione, da Giovanni Bignami a Gianpiero Gamaleri a Laura De Luca (che è anche regista delle pièces radiofoniche)... -
Il potere della droga nella politica mondiale
La stima dei profitti derivanti dalla vendita della droga è di circa trecento miliardi di dollari l'anno. Questa somma strabiliante spiega la grande potenza di cui possono disporre i ""signori della droga"""", i quali non sono sempre quelli che la stampa mondiale ci propina in continuazione. Il potere della droga è in alcuni casi diventato un vero e proprio Stato nello Stato. Anche i partiti politici, consciamente o no, hanno in passato approfittato e forse ancora oggi approfittano di questa manna caduta dal cielo. Naturalmente non senza una contropartita politica... Il denaro sporco prodotto dalla droga non trasuda più attraverso gli interstizi del sistema, ora lo inonda letteralmente. Come ben scriveva Jean-Michel Helvig su """"Liberation"""" del 28 agosto 1989: """"Come avviene per i petrodollari, anche i narcodollari hanno un peso rilevante sui mercati finanziari mondiali e nessuna frontiera può loro sbarrare la strada. E nessuna banca, anche se nazionalizzata, può essere sicura in modo assoluto di non detenere denaro sporco."""""" -
Madre
È la storia tenera e forte di un figlio amatissimo, narrata dalla donna che volle crescerlo da sola nella Trento degli anni Sessanta, città non più quieta per l’arrivo di un mondo nuovo, ed anch’essa protagonista del racconto. Un filo di voce lega madre e figlio: ed è un filo di acciaio. -
Una vita in gioco. Territorio, cucina e cultura nella storia del «Dodici apostoli» di Verona
La cultura narrata con le parole del cuoco umanista Giorgio Gioco, proprietario del Dodici Apostoli di Verona, viene rivisitata e proposta dall’autrice sotto forma di tanti brevi racconti ricchi di fascino e di emozione. La cucina, così, s’intreccia alla storia e all’arte per offrire uno spaccato della nostra società che dall’inizio degli anni Trenta arriva fino ai giorni nostri. Ai tavoli del Dodici Apostoli si sono seduti i protagonisti nazionali e internazionali della cultura e dello spettacolo, D’Annunzio, Montanelli, Barbarani, Biagi, Callas, Soldati, Pavarotti, Hemingway, Streisand, e tanti altri, vi hanno gustato ravioli e risotti, bollito e pearà, polenta e baccalà, pandoro e sbrisolona, lasciando dietro di sé una traccia che ora viene raccolta per essere condivisa coi lettori. A ogni personaggio, infatti, è dedicato un ricordo legato al suo passaggio nel ristorante, una ricetta speciale e una fotografia spesso inedita e originale. Territorio, storia, cultura e tanta ottima cucina in un libro bello da leggere e buono da gustare. -
P.o.w. Da Tunisi a Camp Perry
Mi sono accostata a queste lettere con il rispetto, quasi religioso, di chi entra in contatto con Con la profondità dell’anima di un altro. Un altro che era mio padre. L’immagine che emerge Dalla lettura di questi scritti, pervasi da emozioni intense, speranze, disillusioni, non coincide con ciò che ricordo di lui. I miei ricordi di bambina, ed anche di adulta, sono infatti quelli di un padre severo, molto attento ano far trapelare i sentimenti, esigente verso se stesso e gli altri refrattario alle chiacchiere e teso ai risultati.rnPerciò leggere queste pagine, dopo la sua morte, è stata per me una scoperta: la forza degli Affetti che vi sono espressi mi hanno restituito un tassello che mancava alla mia esperienza di figlia.rnQuesta però non è solo la storia di un padre: è anche quella di un uomo e del suo percorso interiore, una storia molto simile a quella di tanti giovani, come lui strappati agli affetti quotidiani da una guerra di cui non sapevano prendere la misura, ed alla cui logica si sottopongono senza reagire, ben sapendo che cercare di contrapporsi agli eventi significherebbe soccombere. -
Footprints in time. Shoes, from their beginnings to the twenty first century
The book offers an innovative and curios insight into the history of shoes and footwear art in Western Civilization from prehistoric times right up to the twenty first century, and fills a void in the bibliographic panorama of this sector, both in terms of its comprehensive approach and in depth historical content regarding the topics covered. It was an interesting challenge to find a way of identifying the various types and models of shoes, based on written and iconographic sources and materials from numerous different eras witch have been carefully researched, and this is what makes this book an original, illustrated collection of footwear throughout history. -
Comunicare letteratura. Vol. 5
Incontri e confronti potrebbe essere il titolo del caleidoscopio di proposterndi «Comunicare letteratura 5». Un percorso esplorativo di nuove scritture e nuovi spazi letterari che ancora una volta illustra temi fondanti dell’annale con inattese aperture. L’Ungaretti delle lettere inedite a Lorenzo Montano, poeta e traduttore, si lega idealmente con il Celan della nuova, personalissima lettura di Reitani, per essere stato uno fra gli autori più amati e sperimentati dal poeta di Tschernowitz, a sua volta ampiamente presente nelle antologie di Ervino Pocar. Questi non è soltanto oggetto dell’articolato saggio critico di Renate Lunzer, che ne approfondisce ruolo e rapporti con il contesto giuliano di origine, ma è presente anche con un proprio corposo inedito, grazie al quale ci si può rendere pienamente conto della sua modernità, di «mediatore per vocazione», troppo spesso sottovalutato, forse proprio a causa del ruolo «di servizio» che volle assumere.rnIl contributo di Luisa Sello potrebbe apparire «eccentrico» rispetto alle linee guida di «Comunicare», pubblicazione dedicata programmaticamente all’area italo mitteleuropea nel senso più ampio del termine. Lo studio della ricezione del poeta scozzese Burns in Italia, se allarga i confini linguistico-letterari propri della rivista, ribadisce una volta in più, se necessario, che «i confronti e gli incontri» fra lingue e letterature e generi sono infiniti e mai suscettibili di delimitazioni nette. Daniela Nelva rilegge Musil, interrogandone gli «scritti di montagna» – e in particolare quelli suggeriti dall’esperienza in Trentino –, e evidenziando come l’incontro con una precisa topografia non sia esclusivamente strumentale a un personale riutilizzo dello scrittore, ma di volta in volta ne modifichi e ne definisca la Weltanschauung.rnI contributi legati all’area slava ribadiscono ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, quanto la letteratura sia non solo importante, ma anche «potente» e di conseguenza temuta. Il rigido controllo di una censura che ha paura della parola della poesia, suggerisce a Brodskij, presente con una lettera inedita tradotta e introdotta da Alessandro Niero, espressioni nella quali risuona forte la consapevolezza della dignità e della necessità di autonomia del proprio lavoro. I versi di Nikolaj Bajtov, per la prima volta in italiano nelle parole di Elisa Baglioni, fanno arrivare la voce di un altro esponente di spicco di quell’universo poetico russo della contemporaneità ancora troppo poco conosciuto e pure tanto vitale e impegnato.rnL’originale lavoro di Ivana Sajko, proposto nella versione e con nota di Elisa Copetti, intreccia a motivi privati temi politici di grande attualità, per i quali, ancora una volta, il teatro si dimostra strumento efficacissimo di dibattito.rnUltimi, ma non certo per novità e attualità, gli interventi di Monica Bassi su Richard Teschner: nome sconosciuto ai più, che rimanda a un mondo viennese ricco ancora di infinite soprese e che gli stessi Viennesi riscopriranno nella primavera del 2013 con una mostra che il Theatermuseum dedicherà a questo sconosciuto «maestro delle marionette» -
Il maestro Mario Bertolini
La storia e le poesie del Maestro Mario Bertolini.