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Pasta e cinema
"Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno, ahmm!"""" Quante volte abbiamo sentito questa battuta, immortalata in tutta Italia da magliette e poster, con l'immagine di Alberto Sordi che si abbuffava di fettuccine nel mitico film """"Un americano a Roma?"""" Impossibile dirlo. Eh sì, la pasta, lunga o corta, fresca o al sugo, persino in bianco, non è importante, è ormai entrata nella cultura nazionale diventando sinonimo di tradizione e italianità. Gli italiani nel mondo sono sempre stati conosciuti e definiti mangiamaccheroni. Pasta e Cinema! Non solo, possiamo dire che un piatto di pasta è entrato prima nella letteratura e poi nel cinema offrendo il tema per molti capolavori... E come dice il grande regista Fellini: La vita è una combinazione di magia e di pasta...!" -
«Il Principe» di Machiavelli quattro secoli dopo la morte del suo autore
Per quale ragione si legge ancora Machiavelli? Secondo Gaetano Mosca, «perché quest'uomo che pretese di insegnare ai suoi simili le arti dell'inganno, fu come scrittore uno dei più sinceri che mai siano stati al mondo. Quella che è l'onestà professionale dello scrittore, la quale consiste nell'esporre al lettore il vero pensiero di colui che scrive senza curarsi del successo o dell'insuccesso del libro, egli la possedette in grado eccezionale. E questa volta la sincerità ebbe fortuna, perché molto contribuì a far gustare il contenuto del Principe. Mosca, ci restituisce un Machiavelli, poco machiavellico, soprattutto quando sottolinea, che se egli «fosse stato davvero un furbo ed un arrivista avrebbe, dato il suo ingegno, fatto una carriera assai più brillante, non sarebbe morto povero e si sarebbe ben guardato dallo scrivere il Principe. Giacché i veri furbi di tutti i tempi e di tutti i paesi sanno benissimo che la prima regola della loro arte consiste nel non rivelare agli altri i segreti del proprio giuoco» -
La piazza in mezzo al mare
È un viaggio tra una persona che ritrova se stessa e una società in declino. Al protagonista servirà uno shock per capire tante cose e lo farà ""viaggiando"""", nel bene e nel male, attraverso i personaggi del racconto. Ambientato in una Piombino che sta passando da una forte industrializzazione a un futuro non definito: alle vecchie certezze subentrano le incertezze con i problemi e le difficoltà di una società in continuo mutamento. """"La piazza in mezzo al mare"""" è piazza Bovio, protesa verso il mare come un invito a lasciarsi il passato alle spalle e a guardare oltre, come ha saputo fare il protagonista del racconto."" -
I re senza corona della Formula 1. Vol. 1
Aintree, periferia di Liverpool, 1957. ""Il più grande sconosciuto della storia delle corse"""" e """"il più forte di tutti i tempi tra coloro che non si sono mai laureati campioni del mondo"""" alzano al cielo il primo trofeo conquistato da una vettura inglese: la Vandervell Vanwall. È una vittoria storica che segna l'ascesa delle vetture inglesi nello sfarzoso olimpo della F1, ma è soprattutto l'immagine simbolo di questa opera. """"I Re senza corona della F1"""" è un tributo a tutti coloro che per sfortune, casualità, pazzeschi gesti di generosità o deprecabili ordini di scuderia non hanno potuto conseguire il loro sogno. Eroi, delle volte riconducibili al profilo dell'antieroe, che a dispetto di questo sono entrati nei cuori dei tifosi più di chi ha vinto l'iride."" -
Daniele D'Anza. Un rivoluzionario della TV
Daniele D'Anza si è cimentato con ogni forma di spettacolo, dal teatro, al cinema alla parodia musicale. Tutte le sfaccettature di un artista fortemente eclettico e innovativo sono considerate in questo libro, dove alle schede critiche dedicate alle singole opere si affiancano anche le testimonianze di prima mano di Biagio Proietti, che come soggettista e sceneggiatore ha scritto con e per Daniele D'Anza molti dei suoi più grandi successi che ancora rimangono nella memoria collettiva. -
Poltrone rosse. E altri racconti
L'arte per una figura poliedrica come Francesco Barilli (Parma, 1943) è come un fuoco che brucia nelle viscere di una provincia sonnacchiosa. La provincia è quella emiliana, che nasconde dietro la bonarietà degli abitanti l'ideologia potente e le piccole-medie imprese, una borghesia malata in maniera perversa e soffocante, che viene filmata nei suoi thriller/horror da regista come ""Il profumo della signora in nero"""" (1974) e """"Pensione paura"""" (1978). Il fuoco per fortuna è quello che rende viva e viscerale tutta questa materia da spaccato iperrealista della modernità. Perché Francesco Barilli non si limita soltanto a raffigurare in modo programmatico un senso di orrore e amoralità nei confronti della vita. Delle sue immagini spesso in interni soffocanti, a volte crepuscolari per come esplicitano il crepuscolo di un'era in forma di incubo, altre volte immerse in una realtà buia ma ben visibile, traspare un sentimento di una condivisione del dolore e dello straniamento, aldilà dei contrasti dell'autore con i produttori in virtù della libertà creativa. Il suo è uno sguardo passionale inteso come istinto naturale, impossibile da reprimere."" -
Fiabe storte. C'era una volta a Pisa...
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Bella nasconde la Bestia nemica in un rifugio a Mezzogiorno. L'Imperatore, coi suoi vestiti nuovi, è il nuovo dirigente del Pisa Calcio mentre Jack spaccia fagioli che rendono giganti. Il Pifferaio Magico fa scomparire i ragazzi all'uscita di scuola, in Piazza Santa Caterina, mentre Biancaneve si trova a vivere con Sette Fuorisede. Al Luna Park di Tirrenia una zingara maledice Aurora mentre a Marina due turisti incontrano le sirene. Hansel e Gretel vagano per la città oscurata dopo il Gioco del Ponte e il Brutto Anatroccolo scatta fotografie. Una Raperonzolo rasata a zero fa penzolare i piedi giù dalla Torre mentre il Marchese di Carabas racconta la sua leggenda in Piazza delle Vettovaglie. Cenerentola è una ricercatrice di chimica e Ricciolidoro una fuorisede calabrese. Pisa ha, finalmente, le fiabe che si merita. -
L' infinito mare alle sponde
Queste poesie scorrono sul mare nostro occidentale, ma forse sarebbe meglio dire mare di tutti i venti, di libeccio e di levante, mare di storia e di esilio: oggi come ieri. Mare d'innocenza e di colpa, anche, alle cui sponde infinite l'autore tiene ancorata la giovinezza, il ricordo dell'impegno civile e delle bandiere disarmate, degli amori opachi e splendenti, del lavoro tenuto sulle rette vie del sapere e dell'umiltà. E poi c'è il ricordo dei genitori amati con struggente tenerezza, il loro esempio, ci sono i libri, i cieli profondi e gli uccelli senza patria, le canzoni e le poesie dei grandi autori come luminose stelle sul cammino di chi non vuole smarrirsi. -
Cieli di gloria. Poesie sportive
Lo sport che è memoria, impresa, sacrificio, dimenticanza, meraviglia, tormento, fatica, sudore, amore e morte. Lo sport che è poesia pura. Una poesia che fa vibrare la nostra anima, che accarezza la nostra memoria, che ci riporta ai tempi del mito, della giovinezza, della nostra passione, di un'avventura che, lentamente, tra gol e salite, ring e piste, prese, lentamente e inesorabilmente, il posto degli eroi salgariani. Queste poesie sportive rappresentano un conforto per la mente e per il cuore, scandiscono il tempo della nostalgia. -
La poltrona verde di casa Bonfanti
La vita è un film, quindi, che non si arresta, che mescola il bene con il male, che produce le esperienze più varie, oscillanti tra le incerte meditazioni e le sicure certezze, che concretamente spaziano, nello stesso romanzo, dall'amore improvviso alla duratura passione, dalla vigoria della salute alla scoraggiante fiacchezza del malessere, dall'ansia della vittoria al pianto della sconfitta. Tra i miracoli della natura si notano la disfatta dei suoi molteplici e imprevedibili aspetti, positivi o negativi, la loro ricomposizione, la sussistenza della fede e della ragione. Lo scritto vuole che il balletto delle esperienze non possa risolversi, perché nulla si risolve in natura, se non con una distensiva quiete, sprofondata nel riposo di un sogno, su una poltrona verde. -
I'm. Infinita come lo spazio
"E un giorno, quando avrebbero scavato per costruire al suo posto una rampa di lancio per le navicelle spaziali che anche da lì, come da ogni cittadina del mondo, sarebbero potute partire per fare un week end sulla Luna, qualcuno con la stessa identica faccia di quell'uomo avrebbe trovato l'orologio. Lei no. Jessica figlia di sua madre, così come Aurora, non erano niente di tutto questo. Non c'erano fantasmi con il suo viso da nessuna parte, non c'erano tracce e linee rette percorse per secoli e millenni dal sangue del suo sangue, case costruite dalle mani di qualcuno che portasse il suo cognome e in cui oggi lei vivesse. Loro erano alieni di un altro pianeta e questa era cosa che tutti ci tenevano a sottolineare, sempre.""""" -
Tre di nessuno
Cippirì pensa che gli uomini siano come cristalli di neve: simili e invero nessuno uguale all'altro. Volteggiando nell'aria vivono in pochi istanti le loro storie affannose, intrise di mediocrità, improbabili riscatti, meschine debolezze. Poi cadono a terra, infrangendosi nel fango, nel ghiaccio, nel sudore e nel sangue. Ma la neve, che racconta una favola corale, di pulcini congelati e mucche con le gambe all'aria e capannoni fuligginosi, è qualcosa di più. Un magnifico spettacolo che disvela una misteriosa bellezza. -
Raccontare Campiglia
"Spesso mi fermo ad ammirare il mio centro storico. Passo piano per le vie contorte e ripide. Guardo le vecchie case che ogni volta mi rivelano un nuovo dettaglio. Scheletri di finestre incassati e murati gli uni dentro gli altri, svecchiati in secoli diversi, come tante matrioske stampate su quelle facciate. Mi fermo ad ammirare l'orizzonte dal Circolo. E penso. Penso a quante mani hanno toccato quelle pietre. Quanti piedi hanno calpestato quei lastricati. Quanti occhi prima dei miei hanno ammirato e contemplato. Quante lacrime, quante voci, quanti tramonti. E quanta memoria persa dentro quelle mura. Quanta ricchezza. È straordinario. Rievocare il vissuto. Fantasticare il ricordo. Tramandare la Storia, finché siamo in tempo. Metterla nero su bianco, lasciarla lì per chi verrà. E avrà la pazienza, un giorno, di scorrere queste pagine. Facciamolo! Raccontiamoci... Raccontiamo Campiglia!"""" (Umberto Bartoli)" -
Questa notte non dormire. Freddy Krueger. L’ombra e la paura
Se c’è un personaggio nel panorama del terrore in grado, come nessun altro collega di mattanze, di incutere spavento, più che per il suo aspetto o la ferocia, per l’inquietante raffigurazione simbolica che incarna è certamente Freddy Krueger. Il protagonista della saga Nightmare è l’oscurità in persona, il lato feroce che dimora in ciascuno di noi e col quale siamo, prima o poi, costretti a confrontarci (o scontrarci). Freddy è la paura, l’ombra, la sagoma che ci perseguita e che non riusciamo ad affrontare. Krueger incarna le fobie e le colpe commesse dagli altri (la famiglia su tutti) pronte a ripercuotersi sui più deboli e ignari. Freddy non è soltanto un’icona horror. Fred Krueger è la rappresentazione archetipica dei conflitti interiori e non; è il risultato degli errori commessi, il ponte tra due generazioni che non hanno più nulla da condividere se non la colpa e la paura. Freddy è politica, mera rappresentazione sociologica di una precisa epoca e critica nei confronti del “falso sogno americano”. In questo volume, gli autori analizzano nel profondo gli aspetti, da diversi punti di osservazione, di una delle saghe cinematografiche più impegnate del secolo scorso. -
Cuentos fríos. Racconti freddi
Il 1961 è l'anno decisivo della crisi di rapporti tra Piñera e la Rivoluzione. Lo scrittore non sopporta l'idea di un'arte sottomessa a un disegno politico e critica la messa al bando di libri e pellicole considerate controrivoluzionarie. Il famoso discorso agli intellettuali di Fidel Castro rappresenta la consacrazione di una politica che non può vedere Piñera al fianco di chi imbavaglia gli intellettuali. ""Nella Rivoluzione tutto. Fuori della Rivoluzione niente. Il primo diritto della Rivoluzione è quello di esistere. Contro la Rivoluzione non può essere ammessa un'attività intellettuale che ne metta in pericolo l'esistenza"""". Sono parole di Fidel Castro. Resta famosa la breve replica di Virgilio Piñera: """"Ho molta paura. Non so perché ho questa paura, però so che è la sola cosa che voglio dire""""."" -
Come scrivere un giallo. Manuale per scrivere libri gialli (sceneggiature film e TV)
Ernesto Gastaldi è lo sceneggiatore che ha dato il via al filone del ""giallo all'italiana"""". In questo manuale insegna come, secondo lui, si deve scrivere un giallo. Propone esempi tratti dai film che ha scritto e un enigma finale da risolvere: chi aiuterà il commissario Testoni a risolvere il caso di un doppio omicidio?"" -
Il grande ingegno
Una macchina è costituita da tanti piccoli ingranaggi, così come la storia del genere umano. La macchina è il nostro mondo. Gli ingranaggi sono la rappresentazione delle tappe che hanno scandito la nostra vita, chi eravamo e chi siamo oggi. ""Il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo... E anche tu!""""."" -
Yuma
Qualche mese dopo la morte del líder máximo Fidel Castro, un viaggio nell'isola caraibica all'insegna della sperimentazione: diverse mete, nuove e vecchie amicizie, sorprese e ricordi. Tra mezzi di trasporto indimenticabili e situazioni a volte surreali, il pensiero che in un modo o in un altro, zaino in spalla o comoda valigia, quando viaggiamo siamo comunque e pur sempre Yuma. -
L' anno di fuoco. Il Sessantotto a Modena
Il Sessantotto è un anno di fuoco. L'anno di un mondo che vuole cambiare: i vecchi schemi sono contestati e travolti da nuove visioni, le generazioni sono in lotta, i conflitti da latenti si fanno manifesti, il fermento si trasforma in azione e le rivolte vanno di pari passo con le speranze in una società diversa. Un anno di crisi e di nuove consapevolezze, un anno di passaggio che ha segnato un'epoca. E a Modena, come viene vissuto questo anno di fuoco? Quali sono le vicende da raccontare? Nove autori narrano con la propria personalissima voce una città che diventa protagonista della storia. -
The dark side of the woman. Quindici donne, quindici racconti neri
Quindici racconti per quindici autrici italiane che hanno intrapreso un viaggio liberatorio nel loro lato oscuro. C'è chi si ritrova con una testa in mano, chi consuma la sua vendetta, chi rifugge dalla disperazione; chi uccide per divertimento, chi per lavoro, chi per noia. C'è chi prova a ribellarsi e chi decide volontariamente di farsi del male. In ogni caso, non c'è spazio per il rimorso. Perché, per non perdersi lungo la discesa verso il buio, è necessario ignorare la propria coscienza.