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Casamatta
Proseguendo il felice percorso di un viaggio in versi ventennale, in cui la sua tavolozza lessical-cromatica (come annotava acutamente Silvio Endrighi) dilata le sfumature dell'attesa di una mèta, con ""Casamatta"""" Edvige Campadelli porge all'ascolto del lettore un discorso intimo e aperto insieme, dove convergono gli esiti dei mutamenti dell'esistenza e dei sentimenti."" -
L' età della notte. Racconto d'inverno
Nel segno inconfondibile di una scrittura tanto levigata quanto capace di epifanie espressive, Ettore Campadelli consegna al lettore un ulteriore sguardo verso la leopardiana infinita vanità del tutto. Il sentiero di questo ""racconto d'inverno"""" percorre dichiaratamente le tracce e le suggestioni dei versi di Dylan Thomas."" -
La città provvisoria
Sono singolari e intensi poemetti, questi raccolti da Sergio Nave sotto il titolo ""La città provvisoria"""", che sulla scena catturano e immettono storie di personaggi che con i Patriarchi dell'antico Libro condividono se non un'ansia acuta di verità, una voglia di parlare (o di essere parlati), che li fa diventare esemplari dell'umana inquietudine e precarietà, e al tempo stesso portatori di un senso della vita, forte e destinale, sacro nella sua più etimologica accezione, che ne decide indifferentemente successo o sconfitta, indipendentemente dall'agire di ciascuno e senza """"inutile chiarezza di ragione""""."" -
Ombre sulle meridiane
Dopo l'attenzione suscitata dalle raccolte ""Giorni a piene mani"""" (2002) e """"I grandi fiumi verdi e le colline"""" (2004), con """"Ombre sulle meridiane"""" Natalia Veronesi Prada propone uno sguardo su sé e sul mondo attraverso un misurato percorso cronologico in versi che inizia nel 1960 e che arriva al 2008 mantenendo costanti la raffinatezza e la pacatezza di una voce che, come scrive Vincenzo Guarracino, """"è frutto di un'adesione sgomenta e serena al Mistero, di un'accettazione orante e fiduciosa di una Promessa altrimenti insostenibile, tra Natale e Resurrezione, ma anche l'indizio di una consapevolezza dei propri mezzi espressivi, quella che a proposito dì Leopardi qualcuno aveva chiamato la 'coscienza di poter tutto scrivendo' e che qui si traduce in una 'preziosa armonia' (...)."" -
Libro linteo. Vol. 1: Il resto.
Come già accadde per ""Il libro dell'ora"""", le voci di Enrica Salvaneschi e di Silvio Endrighi s'intrecciano senza volersi distinguere: non che all'una competano i versi, all'altro la prosa; all'una il saggio, all'altro il racconto, o viceversa. Vale invece la pretesa di proporre l'androginia di una reciproca aemulatio che approdi all'inventio, nella quale maschile e femminile esistano solo come reificazioni superate e in qualche misura ingenue: quasi biondo e bruno, iperboreo e meridiano, umile e sublime, e via opponendo. Ma, oltre questo dato di base, le cose si complicano in ognuno dei titoli volta per volta presentati. Come vien detto nell'incipit, l'auctoritas vera e propria appartiene a Lino, di cui E.S. e S.E. sono in qualche modo portavoce ed esecutori più o meno riottosi. Lino, che nacque con Rosalba nell'Eremo libertino di S.E., a sua volta decantazione dei Giardini ospitali di E.S., percorre su e giù le strade del mondo: raggiunge il personaggio mitico, si incarna in persona del nostro tempo. Il titolo primo nasce intorno al nucleo semantico del """"restare"""", quale esito inopinato del classico, e mistico, """"diventa quello-che/chi sei""""."" -
Libro linteo. Vol. 2: Storie di Lino.
Dopo ""Il resto"""", titolo primo, il titolo secondo si impone per uno sfalsamento etimologico, fra lino e Lino: riservato alle Storie di Lino, alterna secondo una studiata strategia narrazione e commento in versi; ma il luogo non comune, il più pretenzioso e prezioso, è costituito dall'excerptum del testamento di Rosalba, catena di sei sestine, formalmente costrette e tematicamente liberate in un ruolo ad un tempo meditativo e narrativo, astratto e affilato. La replica in prosa di Lino, con fini simili ma esiti diversi proprio per il diverso mezzo espressivo, apre nella pagina un vasistas da cui si intravedono, oltre il presente, tragitti per titoli futuri."" -
Poesie del Bosforo-The Bosphorus poems
Scritte in inglese durante un soggiorno di ricerca in Turchia, e poi tradotte in italiano dall'autore, che attualmente insegna a Cambridge, le ""Poesie del Bosforo"""" attraversano un percorso intrecciato di simboli (la nave, l'angelo, i delfini) con l'enigma delle parole della poesia."" -
I colori del tramonto
"La poesia di Pina Giuffrè è limpidamente lirica, sorretta da suasiva eleganza e grande armonia di immagini e di ritmi. Ed è un inno appassionato all'amore e alla vita nel trascorrere di memorie ed emozioni sempre nuove"""". (Giorgio Bàrberi Squarotti)" -
L' acqua promessa. Testo francese a fronte
Jean Flaminien, letterato di origini guascone, è nato a Aire-sur-l'Adour nelle Lande. Ha vissuto a lungo sulla riva dell'Adour e nella foresta, quindi in Marocco e nei Paesei Bassi. Attualmente vive in Spagna. Ha pubblicato le opere di poesia: ""Soste, fughe"""" (2001), """"Graal portatile"""" (2003), """"Pratiche di spossessamento"""" (2005)."" -
Fanfare e maschere
"Un libro di poesia si sottopone all'attenzione dei lettori fin dal titolo, che deve lampeggiare tra le ombre e promettere poi, tra le ombre, segreti e chiarori. """"Fanfare e maschere"""" gioca con la polifonia dei sensi e delle voci all'insegna dell'ambiguità e del mistero. Sono proprio i versi brevi ed efficaci che riescono a popolare il libro di memorie e di fantasmi: enigmatiche presenze che emergono dagli aloni simbolici e si fanno luce viva proprio dall'ombra che da essi si irradia. La parola breve, contratta, acquista verso dopo verso, una forza simbolica che via via si allarga e dilaga soffusa nel prezioso scandire delle sillabe"""". (dalla prefazione di Giusi Verbaro)" -
Il verso è una scommessa
"Quella di Domenico Cultrera è una produzione in versi che conta almeno quarant'anni di militanza, e che ora si condensa in questa raccolta antologica rigorosamente essenzializzata. Quasi una vita dedicata al verso, il quale, proprio come la vita, diventa una scommessa. E una scommessa è stata tutta l'esistenza di Cultrera, che ha puntato sempre se stesso sul tavolo verde della roulette. Domenico Cultrera è uomo del primo Novecento (1925) e pertanto, di quel secolo, ha potuto assorbire ogni umore, talché la sua formazione e la sua cultura sono dentro alla tormentata temperie novecentesca. Egli ne ha avuto perfino l'irrequietezza e le contraddizioni, che se lo hanno segnato come uomo ne hanno però connotato ampiamente la voce poetica una voce che ci dà la misura di una dedizione forte e inesausta alla poesia, giungendoci dal percorso lontano del Novecento, ma recando in sé il carico perenne del mondo."""" (dalla prefazione di Giovanni Occhipinti)" -
Fiori e pensieri
"Fiori e Pensieri"""" è un libro che raccoglie un'ampia scelta di poesie tra quelle già apparse in volume ed altre pubblicate in alcune antologie di Ines Revello, studiosa della cultura e dell'arte dell'Estremo Oriente." -
Vista sull'angelo. Racconto in versi
La vista: uno sguardo sopra ciò che dall'alto nasce e cade. Sopra l'Angelo, che è portatore di segni ma anche essenza dell'immagine. Dopo il ""dizionario dei sensi"""" di Lesa maestà è da una prospettiva verticale che ha inizio questo racconto in versi di Massimo Scrignòli: una spedizione senza ritorno attraverso luoghi reali come fiumi, alberi secolari, città, dove tutto è nato e tutto si è compiuto, anche il cedimento di Dio. In cinque stazioni, si arriva al confine dell'inesorabile avanzare di un mondo altro popolato soltanto dagli abitanti della natura, una natura originaria che assedia e invade la """"civiltà"""" degli umani occupando le piazze, le strade, le case, le biblioteche. Tutto accade senza clamore, con l'eco di un soffio: l'ombra spodesta la presenza non più dominante dell'uomo e della speranza. Da mille anni l'albero delle pagode osserva l'Angelo seduto sul silenzio: ed è esattamente questo il luogo mentale in cui ci si dovrà fermare per intuire, decifrare, tradurre, tutti gli indugi del tempo. Proprio qui, centro di una terribile felicità, dove anche il pane è una luce verticale."" -
Poesie (1950-1995)
Qui compare una notevole rappresentanza dai testi poetici di Romano Leoni. Quanto altro ne resta, insieme ad altri documenti, è conservato dalla sua famiglia, che (con il sapiente e affettuoso apporto di Francesco Piselli) ha dato mano attentamente alla presente edizione. Poiché dal punto di vista editoriale Romano Leoni si è prodotto soltanto con due sillogi in anni lontani, preferendo poi affidarsi alla distribuzione fra amici di raccolte e pezzi una tantum, mosso da un'essenziale volontà poetica, questo volume si rivela come una pubblicazione tanto necessaria quanto indispensabile alla testimonianza del lavoro in versi di uno tra i più autentici poeti della sua generazione. E i risultati sono di tanta qualità da collocarsi a buon diritto nei memoriali del ventesimo secolo. La voce di Leoni si distingue dalle varie ""mode linguistiche"""", spesso anticipando e superando certe connotazioni d'avanguardia o sperimentazione, e si avvale di una lingua italiana pura. Senza eccessivi clamori, l'impronta della poesia di Romano Leoni ha attraversato il Novecento, e è qui in tutta la sua nitida riconoscibilità. Quanto altro c'è da dire sia consegnato al cammino di questa poesia, che oggi si fa, essa stessa, meritevolmente, fortunato evento e generoso dono a chi ama quel che più vale."" -
Verticalità
L'esigenza di un'ascensione spirituale è preannunciata già nel titolo della raccolta e nella prima poesia, dove si parla di ""sogno di cielo"""", di """"fiamma che sale"""". Il poeta avverte in sé un tempo interiore, che non coincide col tempo misurabile, una realtà intima in cui vibra il desiderio di Assoluto, ma è ancora incerto e confuso nell'attesa della illuminante epifania. In una prospettiva religiosa ci si aspetterebbe il riferimento alla preghiera ma l'autore è prima di tutto un poeta e vede nella poesia la funzione propedeutica dell'ascesa. Ci richiama Platone che nella Bellezza, idea resa sensibile, la vedeva antesignana alla scoperta degli altri valori. E dunque un Dio personale quello che egli cerca, non lo accontenta il """"Deus sive Natura"""", ma un Dio con cui parlare, da amare come persona. Poesia esistenziale e insieme religiosa, segnata da una angosciata ricerca che alla fine giunge alla mèta agognata, illuminandosi d'infinito. (Dalla prefazione di Silvano Demarchi)"" -
Disincanto
"Disincanto"""" è l'esito di parole distillate nel tempo, di immagini dell'anima dove lo scarto tra il visibile e l'invisibile si disvela fra musica e colore, suono e brusio del pensiero. A un ventennio dai versi extra-ordinari di """"Brusio"""", con questo nitido poemetto Lidia Grillini conferma la forma di una voce determinata e che scolpisce il linguaggio; un dialogo che si manifesta, come ha scritto Niva Lorenzini, in """"una scansione controllata del verso che fa argine all'emozione e insieme la ispessisce""""." -
Petali
"Petali"""" è l'esito di una sintonia perfetta fra accordi e musicalità dell'espressione. C'è qui una grazia del dire che diviene consonanza con il pensare, perché i versi di Pina Giuffrè hanno il ritmo del suo respiro. Si fermano con le sue pause, si staccano in strofe secondo le sue necessità dialogiche." -
Uomo del Rinascimento
Urbino, 12-27 giugno 1502. In una manciata di giorni storicamente s'incontrano, e a volte si scontrano, il duca di Urbino (Guidubaldo da Montefeltro), il duca Valentino (Cesare Borgia), Leonardo, Raffaello , Timoteo Viti, il Perugino, Andrea Doria, il Magnifico Giuliano dei Medici, Machiavelli, Francesco Soderini, Luca Pacioli, Ludovico Odasi, Paolo da Middelburg ed altri. Spesso tratti dalle pagine de ""Il Cortegiano"""" di Baldassar Castiglione, quindi lari e penati, streghe e spiriti dell'aria, gente comune in una congerie di eventi storici e invenzioni letterarie incentrata su un giovanile fictum caput, che parrebbe membro di età a venire prestato al passato, ove ambisce farsi """"Uomo del Rinascimento"""", dopo il """"Giallo pompeiano"""", la nuova opera di Giuseppe Pagliara."" -
Pietre che cantano
Dopo ""Fabula"""", il racconto in versi di una vita extra ordinaria tra Milano e il mondo, Clara Beretta raccoglie in """"Pietre che cantano"""" un regesto esistenziale tanto fascinoso quanto misurato nell'incedere della parola. Una parola controllata nel significato e nel ritmo, che accompagna il lettore verso la luce di un sentiero poemático in cui le poesie si trasformano via via in pagine di uno spartito musicale senza tempo, dove la durezza della pietra diviene fiore, nuvola, grazia di un'invocazione assoluta: """"Soltanto: nell'incredibile storia della vita / amami come puoi""""."" -
Elegia delle beatitudini
Dopo le pagine di ""Il silenzio del Lete"""" (2005) e """"Le porte di Aprile"""" (2007), Francesco Maria Di Bernardo-Amato giunge al vertice di un cammino poetico in cui si incrociano continuamente la parola, il pensiero, l'interrogazione. E tutto è sfiorato dal volo angelico di una inafferrabile beatitudine, che soltanto la poesia può cercare di trattenere perché, come scrive Gaetano Di Bernardo-Amato, """"il Poeta sa che il dubbio non è la condanna dell'uomo, al quale, al contrario, è data la possibilità di conoscere; basta solamente che sappia dove girare lo sguardo"""".""