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L' obliqua scacchiera
Preceduta da ""Il boomerang non torna"""", (2003), """"Orizzonti della clessidra distesa"""" (2005), """"Canti dello specchio bifronte"""" (2009), """"L'obliqua scacchiera"""" conclude una tetralogia degli """"oggetti anomali"""". Tre fasi, non chiuse ma comunicanti e sconfinanti, testimoniano e accorpano progressioni, passaggi, esiti della partita in corso su quella stramba scacchiera - partita a cui non è estranea, per fortuna, una vena d'ironia. La chiave, come sempre, è in quel che deve ancora accadere."" -
Parentesi di luce. Poesie 1978-1980
Proseguendo il proprio singolare viaggio poetico scandito attraverso i libri, Pina Giuffrè aggiunge con ""Parentesi di luce"""" una ulteriore e preziosa tessera all'ideale e personale mosaico in cui la parola della poesia e la verità della vita si coniugano in maniera esemplare. Chiusa fra due date vicine (11 Febbraio 1978 e 16 Ottobre 1980), questa raccolta attraversa """"anni duri sia per quanto riguarda l'aspetto personale, sia per quello sociale"""" in cui la poetessa ha toccato i diversi aspetti dell'esistenza."" -
Una dolce aria. Riflessioni critiche
Suddivise in due distinte parti - ""Prose"""" e """"Sui poeti""""- sono qui raccolte le riflessioni critiche scritte nel tempo da Pina Giuffrè, esito di un continuo """"pensare"""" in cui l'occhio del poeta e la visione ermeneutica della docente si uniscono per attraversare emozioni, paesaggi, considerazioni etiche e importanti pagine della poesia italiana."" -
Carte d'opera. Vol. 1: Raccolte prime.
Primo volume di un ampio progetto editoriale che prevede la ripubblicazione delle opere di Enrica Salvaneschi, ""Carte d'opera"""" raccoglie 5 libri (usciti dal 1990 al 1998) di poesia, prosa creativa, critica, comparazioni letterarie e molto altro, nell'esito di quella scrittura assolutamente ctonia che contraddistingue da sempre il suo lavoro di studiosa e autrice."" -
A promessa di aurora
Opera compatta e unitaria per stile e contenuto, ""A promessa di aurora"""" conferma la singolare peculiarità di chi, come Marisa Battoglia, riesce a coniugare la profondità dell'armonia del linguaggio con la ricchezza espositiva delle immagini. Uno sguardo dunque che spazia tra la dimensione esteriore e quella interiore seguendo le impronte sia di figure mitologiche sia di poeti contemporanei; come avverte e suggerisce acutamente Antonia Gaita, è questa una poesia che """"appare sospesa in un sereno distacco. La visione che ci comunica è di intensa cromaticità: un vortice di colore""""."" -
Trame e orditi
Opera-prima, ""Trame e Orditi"""" mostra l'esito di una scrittura soppesata, levigata nel tempo e nella costante ricerca di un punto di contatto tra parola, pensiero e musicalità del """"dire"""". Con l'intelligenza dei veri poeti, De Maria ci accompagna in punta di piedi nel cuore delle grandi questioni che da sempre attraversano la nostra cultura come grandi faglie tettoniche in movimento. Con una nota di Michele Abbati."" -
La vita come ricerca e come arte nel pensiero di Ugo Spirito
Il volume contiene un saggio scritto nel 1945/46 prendendo in esame le due opere principali di Ugo Spirito, ""La vita come ricerca"""" (1937) e """"La vita come arte"""" (1941). Pina Giuffrè riesce a mettere in relazione gli scopi fondativi del percorso di Spirito, ma soprattutto anticipa le traiettorie filosofiche che prenderanno vita e """"parola"""" nella seconda metà del Novecento, assumendo un'impostazione fenomenologica che, oggi, a noi risulta come la naturale evoluzione del pensiero di Husserl e poi di Heidegger, ma che invece in quel primissimo e incerto dopoguerra in Italia non era affatto scontata."" -
Prove di lontananza
A quasi vent'anni dalla pubblicazione di ""Rifugi provvisori"""", Alessandro Quattrone affida nuovamente alla parola poetica la sostanza della sua riflessione, del suo sentire dall'interno le cose della vita. Autore appartato, già indicato dalla critica come uno dei poeti più autentici e incisivi di questi ultimi decenni (Premio """"Montale"""" nel 1994), Quattrone volge qui lo sguardo verso un orizzonte in cui il tempo e i sentimenti si incontrano al centro della conoscenza esistenziale, perché l'esperienza della lontananza - dagli altri e dalle cose - fa parte della nostra vita quotidiana. Ma che cos'è la lontananza? Quante facce ha? Quante sfumature? E quali dimensioni? Forse la poesia, se non può dare risposte precise, può comunque essere un mezzo per compiere escursioni nei suoi territori. E questo libro di Alessandro Quattrone, presentando numerose """"prove di lontananza"""" (cioè esami, tentativi, esercizi, esperienze, oltre che documenti poetici) offre un ampio quadro di variazioni sul tema, ricordandoci che, attraverso la parola, è possibile stabilire un contatto autentico e profondo con il mondo."" -
Facce, media e parolacce. Un centone di riflessioni
È ormai raro, purtroppo, che un libro possa unire insieme le facoltà di intrattenere, istruire e divertire. In ""Facce, media e parolacce"""" queste tre componenti non soltanto si legano tra loro con armonia e discrezione, ma fanno sì che, prosa dopo prosa, queste pagine si manifestino sia come momento di riflessione intorno ai cambiamenti della società e della cultura, sia come considerazione sullo stravolgimento della lingua italiana a favore di inutili anglicismi o neologismi paradossali; ma anche come ironica valutazione su improbabili """"esodi"""" o su """"punti di riferimento"""" talmente inflazionati da essere alla fine tutto meno che possibilità di riferimento... È pur vero che, già nel '700, l'illustre grammatico Melchiorre Cesarotti avvertiva: l'uso fa la legge qualunque siasi, quando sia universalmente comune agli scrittori e al popolo, stabilendo quindi che il mutamento del """"parlare"""" e dello """"scrivere"""" è inevitabilmente inarrestabile... ma è altrettanto vero che, mentre il mutamento avviene, è possibile avvertire (e avvertirci) su come a volte quella trasformazione rischi di mostrare lati assurdi, spesso ridicoli, a volte stupidi... Ed è proprio contro l'assurda stupidità che sta travolgendo la nostra lingua e il nostro modo di comunicare che Sergio Nave spezza non una ma 100 lance, 100 quante sono queste prose, in cui intelligenza, cultura, raffinatezza, parodia, ironia, attraversano con sguardo acuto modi di dire e di fare, invasioni, usi e abusi linguistici..."" -
Mondi altri
Alberto Prandi è uno degli autori piú vitali e autentici dell'attuale panorama italiano. Nei suoi versi, infatti, si allarga con esatto respiro ritmico la gamma dell'umano sentire e agire, non di rado evocata attraverso le forme piú ancestrali e ""narrative"""" possibili... un'esperienza percettiva davvero unica, entro la quale prendono vita, forma, movimento le pietre e le piante, gli astri e le persone vive o morte, le nubi e i cieli, le terre e le memorie."" -
La scala dell'imperatore. 24 racconti e 1 poesia
"Francesco Marani è uno scrittore di racconti, cioè di un genere difficile, ben più del romanzo, perché deve racchiudere la compiutezza di un personaggio o di una vicenda nell'essenzialità della dimostrazione esemplare che si concreti nel gesto, nel fatto, nel luogo, nel tempo definitivo e necessario della vita cosi compendiata. I racconti di Marani sono, per questo, quasi sempre alquanto brevi, con una mirabile unità di rigore e di completezza e pienezza dell'episodio, della vicenda, dell'esperienza della vita. I personaggi di Marani sono colti nel punto decisivo della loro esistenza, quando hanno di fronte la prova più difficile, che è il dubbio fra speranza e sconforto, fiducia e malattia, sconfitta e valore, nel discrimine fra vita e morte. Penso a un racconto (bellissimo) come 'Antonio', che è la sequenza alterna di un'intera storia umana, quella del pescatore del fiume del tempo e della vita, oppure a 'La rinascita dei sensi' che rappresenta la liberazione da ogni affanno nella certezza del vero divino, oppure a 'L'analisi', che è la prova più difficile, quella di affrontare la sentenza di vita o di morte, e da come la si affronta ci dipende dall'essere eroi del divino o disperati dell'inutile dannazione. E ci sono i racconti tragici della guerra e dell'immediato dopoguerra, sempre nell'interrogazione del narratore sul senso delle cose, che Marani vuole illuminare per i suoi personaggi, per le loro vicende sempre esemplari."""" (Giorgio Barberi Squarotti)" -
Terza declinazione. Poesie, 2010-2013
"Francesco Marani ha scritto sapienti e luminose poesie che parlano delle Alpi, delle Dolomiti, come immagini ed emblemi dell'ascesa al cielo, al divino; e in questa nuova raccolta l'eco ancora risuona, intensa e vera. Ma lo spazio si è allargato, e si sono moltiplicate le occasioni delle contemplazioni e delle visioni (...) Tutto il discorso poetico di Marani è attraversato dall'eco del sacro, che rivela il senso del mondo, nelle infinite varietà e nelle alternanze fra dolore e serenità, meraviglia e inquietudine."""" (Dalla nota di Giorgio Bàrberi Squarotti)" -
Cade giusto una piuma
"... poesie originali e vitali, quali appaiono nel fiorire delle intenzioni, degli stupori, del gioco, dell'alacre avventura delle parole, delle immagini e di altri ritmi. L'ampia raccolta si scioglie con tenacia assidua, strenna partecipazione sulla scrittura e visione di immagini, di verità di parole inscritte e segnate come lezioni e come figure. Su questo segnale ho letto l'intera raccolta, con ammirazione e umorismo profondo di consenso e vicinanza spirituale ..."""" (dalla lettera di Giorgio Bàrberi Squarotti)" -
L' essere imperfetto. Un racconto e 23 ghirigori
Questo di Giuseppe Testa è un libro singolare, che accomuna il taglio narrativo e l'osservazione in versi all'interno di una stessa dimensione esistenziale. Ed è proprio in questo fulcro dei sentimenti che la parola trova un proprio preciso equilibrio espressivo. -
Maschere. Racconto in versi
Scrive Vincenzo Guarracino: ""Tre cose subito emergono in questo libro di Adriana Casartelli, 'Maschere', che giunge a distanza di un quinquennio dal precedente 'Il sogno di un'ombra': la scena, l'impianto linguistico del testo e infine il registro letterario"""", evidenziando come questo singolare testo in versi si collochi all'insegna del teatro, ambito nel quale l'autrice ha operato con impegno attivo e partecipe per molti decenni."""""" -
Oltre questi luoghi (spazio e tempo di un luogo presente). Ediz. italiana e inglese
Scritto in italiano e in inglese dall'autore, questo libro comprende scritti che vanno dal 1992 al 2014. ""Oltre questi luoghi"""" si misura con luoghi e momenti che hanno accompagnato l'esperienza di Mazzoli viaggiatore sradicato e di abitante del mondo, conteso da diverse esperienze spirituali, circondato dal cosmopolita universo londinese, che tanta parte ha avuto nella sua formazione. Questi stessi luoghi e momenti ne hanno sottolineato e costituito l'indole di """"cittadino impegnato"""" e """"pellegrino sperduto"""", smanioso di incontrare e di vivere, di esplorare fatti e storia, religioni ed esperienze spirituali, tra città e genti, tra amicizie e amori."" -
A fiamma raccolta
Dopo le raccolte ""Un punto d'orizzonte"""" (2005), """"Transito di luna"""" (2008) e """"Con identica mano"""" (2011), prosegue il viaggio nel Reale di Antonia Gaita, poetessa che, come scrive Alessandro Quasimodo, """"ama gli elementi classici del Cosmo e li attraversa per coglierne l'essenza dinamica: Fuoco, Terra, Aria e Acqua si mostrano al lettore in infinite declinazioni, tutte nate dal vissuto personale di una donna che con brama sempre inappagata cerca ancora di placare la sua sete cosmica di conoscenza, di passioni, di risposte."" -
Antologia del tempo
Dopo ""Le emozioni parallele"""", uscito nel 2011 e frutto di un'originale azione allo specchio che racchiudeva in sé i """"segreti"""" della poesia che nasce dalla conoscenza e dalla passione, Sergio Nave propone con """"Antologia del Tempo"""" un corpus poetico in cui ancora una volta si coniugano in un'unica voce ironia e profondità riflessiva. Diviso in due parti fortemente autonome (""""Ipermercati e iperurani"""" e """"Il sorriso della notte"""") questo libro tocca le corde di una maturità dell'espressione che non ha somiglianze, e che proprio nella distinta autonomia di pensiero e capacità di dialogo svela la singolarità di un dettato tanto originario e sorprendente, quanto coinvolgente per il lettore. Nella prima parte di questo corposo e nutriente volume i """"personaggi"""" sono i """"protagonisti"""" degli scaffali del consumismo, dalla Platessa allo Zampone, dagli Omega 3 alla Lecitina; Nave dialoga con loro in un confronto in cui l'interrogazione si fa tratto conoscitivo e ci dice: """"Su di me incidono fatti, non le parole"""", invitando a confrontarci con i luoghi comuni e con la banalità di un quotidiano che pare assorbire ogni cosa e ogni sentimento. Poi, in """"Il sorriso della notte"""", il tono del pensiero raccoglie gli sguardi interiori per dare voce ad un rumoroso silenzio, """"facendo eco col suo canto"""", ma sempre mostrando in tutta la sua interezza una scrittura in versi controllata, dosata nelle parole e negli accenti e ben consapevole """"dell'assurda fede del poeta"""", che continuamente lo pone fuori tempo e in antagonismo con sé stesso..."" -
I giorni lunghi
"I giorni lunghi"""" accompagna il lettore verso un orizzonte in cui sono presenti tutte le tinte dell'esistenza. Scrive Antonia Gaita: """"È un libro dolce e severo. Lo sguardo disincantato di Paola Reale rivela consapevolezza chiara del Tempo, del suo scorrere, in cui ansie delusioni dolore sono ineludibili. La visione pessimistico-esistenziale della vita si stempera nel vólto rasserenante che offre la natura. Ma il paesaggio di Paola Reale non è statico, è mosso, ondulato. L'occhio spazia e riposa sulla linea morbida d'un vasto giro di colli""""." -
Libro linteo. Vol. 4: Efemeride.
Come già accadde per ""Il libro dell'ora"""", le voci di Enrica Salvaneschi e di Silvio Endrighi s'intrecciano senza volersi distinguere: non che all'una competano i versi, all'altro la prosa; all'una il saggio, all'altro il racconto, o viceversa. Vale invece la pretesa di proporre l'androginia di una reciproca aemulatio che approdi all'inventio, nella quale maschile e femminile esistano solo come reificazioni superate e in qualche misura ingenue: quasi biondo e bruno, iperboreo e meridiano, umile e sublime, e via opponendo. Ma, oltre questo dato di base, le cose si complicano in ognuno dei titoli volta per volta presentati. Come vien detto nell'incipit, l'auctoritas vera e propria appartiene a Lino, di cui E.S. e S.E. sono in qualche modo portavoce ed esecutori più o meno riottosi. Lino, che nacque con Rosalba nell'Eremo libertino di S.E., a sua volta decantazione dei Giardini ospitali di E.S., percorre su e giù le strade del mondo: raggiunge il personaggio mitico, si incarna in persona del nostro tempo. Solo giunti a questa quarta dimora della peregrinatio lintea pensiamo di poter stilare un programma definitivo, a modifica e revisione di quello proposto nei primi due tituli e già riccamente integrato nel terzo. Si noti intanto uno scarto che può sembrare minimo a chi legge, ma che noi riteniamo, più che significativo, decisivo: il passaggio del titolo dal proposto plurale al singolare.""