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La qualità nell'urbanistica
La città storica è un organismo vivente in costante evoluzione, che l'urbanistica ha il compito di disciplinare, mantenendo il delicato equilibrio tra progetto, vivibilità e sostenibilità dei luoghi. Come può un nuovo piano valorizzare il patrimonio naturale e antropico esistente? Come si può accrescere l'efficienza dei servizi tutelando la bellezza della città e del territorio? Come si possono rigenerare gli insediamenti in senso ecologico? È possibile favorire la coesione sociale tra vecchi e nuovi abitanti? In sintesi: da quali tratti si riconosce un'urbanistica della qualità? La scuola di Governo del Territorio ""Emilio Sereni"""" ha cercato di dare risposta a queste domande raccogliendo gli interventi di alcuni fra i maggiori urbanisti italiani. Le pagine di questo volume testimoniano esperienze unite da un'idea comune: la """"tecnica"""" che la pianificazione mette in atto non può prescindere dal sostegno di una politica urbana sensibile alla specificità del territorio, capace di agire non con soluzioni frettolose, ma avendo chiara la prospettiva di lungo periodo. Un mosaico di voci che mette in luce la vera ossatura delle città: non le piazze, i palazzi, i viali, ma le comunità di persone che, abitandoli, li rendono vivi. Una visione democratica in cui ogni individuo ha pieno diritto di cittadinanza."" -
Ambra
"I racconti di questo libro iniziano tutti, tranne due, con la formula rituale 'C'era una volta'. Vi è forse in letteratura un'espressione più celebrata? C'era una volta è una dichiarazione d'intenti dello scrittore e un'assunzione di responsabilità. Con quell'incipit, il dado è tratto e non c'è verso di fare marcia indietro. Lo scrittore entra così nel mondo dei bambini, quasi bussando alla loro porta, ma così da farsi riconoscere, come Babbo Natale che scende dal camino, Santa Lucia che arriva con l'asinello. C'era una volta è un racconto che arriva, che chiede di disporsi al suo ascolto, alla sua lettura prima ancora che il bambino sappia leggere, quando già sono un'attrazione le parole scritte sulle grandi pagine rigide di un libro e i disegni colorati che le arricchiscono."""" (dalla Prefazione di Alessandro Bosi)" -
Tremila giorni insieme
Un incontro per caso, al supermercato. Tutta colpa - o merito, chissà... - delle buste biodegradabili, che saranno anche ecologiche ma appena ci metti dentro qualcosa si disfano come neve al sole. E così, mentre le arance hanno cominciato a rotolare in mezzo alla strada, hanno cominciato a rotolare insieme anche i cuori di Patrizio e Michele, due ragazzi della piccola borghesia romana. La scrittura di Gabriele Ottaviani ci restituisce il racconto di una storia semplice, di vita quotidiana. ""Tremila giorni insieme"""" è una sceneggiatura con dialoghi vivaci e provocatori, pronta per seguire il suo destino e diventare un film, ma anche una prosa per tutti. Prefazione di Roberto Moliterni."" -
World humor awards. «Dal mondo piccolo al mondo grande». 2ª edition. Artificial culture & humor portrait. Ediz. a colori
"La seconda edizione dei 'World Humor Awards' ha esordito, come la precedente, con il premio per l'umorismo nella letteratura dedicato a Giovannino Guareschi, assegnato quest'anno ad Andrea Camilleri. A testimonianza della crescita della manifestazione, centoquaranta artisti (due terzi stranieri provenienti da 40 paesi del mondo) hanno risposto al nostro invito per la caricatura e per il disegno a tema. La civiltà artificiale o artificiali culture come abbiamo declinato nella traduzione inglese è il titolo proposto con il quale abbiamo inteso riassumere i cambiamenti del nostro modo di vivere. Intelligenza artificiale, realtà virtuale internet e i social networks hanno incredibilmente dilatato gli orizzonti del nostro 'mondo piccolo' catapultandoci, talvolta impreparati nella dimensione del 'mondo grande'."""" (Gianandrea Bianchi)" -
Chelys mons. Gli ultimi uomini liberi
Mille anni fa, gli ultimi uomini liberi, i Longobardi dell'Appennino. Attorno a loro, da ogni parte, solo servi della gleba nelle terre dei signori. Chelys mons: il monte Caio in latino. I romani dal passo del Ticchiano dovevano essere rimasti impressionati dalla somiglianza del monte con la testuggine, Chelys in latino. In dialetto è ancora Caj o Chej. Milcar: Non portava sandali da pellegrino, eppure lo era. Robusti calzari da Hermann dell'esercito imperiale gli fasciavano i polpacci. Si era tenuto solo quelli, tutto il resto l'aveva sepolto sotto terra. Ormai era solo un maledetto disertore. Ulderico vent'anni. Di nobile famiglia di Lucca. Studente di legge, ma portato per il mestiere delle armi. Severo, orgoglioso, insofferente delle smancerie che nobili e chierici ostentavano per distinguersi dalla gente comune. Tellino: mercante senese in viaggio verso le fiere delle Fiandre. Gli piaceva straparlare, affascinare, trascinare all'entusiasmo chiunque capitasse, fossero anche solo i servitori che lo accompagnavano. Marius: Amava quella montagna in cui si era isolato. Quando la congregazione cluniacense, in terra di Francia, era diventata troppo potente, aveva capito che non era più casa sua. Dopo mille peregrinazioni era capitato in quel prato di san Matteo, sotto la cima del Caj e lì si era fermato. Brunilde: ammirata da tutti per la sua bellezza. Una donna alta e flessuosa, gli occhi verdi e i capelli corvini. Da tutti considerata quasi come una dea per il portamento altero e sprezzante. -
Arte a Parma nel Novecento fra cronaca e storia. Ediz. a colori
"La stagione artistica del Novecento si apre a Parma nel segno di Cecrope Barilli (1839-1911). Dopo avere acquisito una esperienza e una statura internazionale lavorando a Roma, Firenze e Parigi e alternando la pittura da cavalletto alle imponenti decorazioni murali (tra cui alcuni saloni del Quirinale e l'Aula Magna del Senato), Barilli è rientrato a Parma nel 1878 per assumere la cattedra di figura presso l'Istituto di Belle Arti di cui diventerà il direttore.""""" -
Le carte delle arti. Il riordinamento dell'archivio dell'Istituto d'arte «Paolo Toschi»
Questo libro pone a disposizione degli studiosi e della città di Parma un prezioso patrimonio di documenti, traendolo letteralmente dalla polvere dei sotterranei in cui era ricoverato, attraverso un inventario per categorie che ne rende agevole la consultazione. -
Bruno Gabrielli. L'eredità culturale
Bruno Gabrielli, nel corso della sua lunga e intensa attività, ha percorso innumerevoli cammini attraverso campi diversi del sapere e della cultura. Il suo impegno sul terreno dell'urbanistica non si è mai disgiunto dalla passione per la politica e per l'amministrazione delle cit à; allo stesso modo, il suo rapporto con i giovani l'ha visto attivo nell'insegnamento, ma capace di mantenere con essi il dialogo anche al di fuori delle aule universitarie. Convinto sostenitore delle politiche per la riqualificazione della città contemporanea, si è impegnato a fondo per la conservazione dei centri storici, aderendo fin dalla fondazione all'Associazione Nazionale Centri Storico Artistici (ANCSA), di cui per decenni è stato la vera anima. La sua attività si è esplicata in ambito nazionale e internazionale. Le sue riflessioni costituiscono materiale prezioso capace di ispirare, ancora oggi, un dibattito reale sull'urbanistica e sul governo delle trasformazioni del territorio. Questo volume, a cui hanno collaborato persone a lui vicine - non solo professionalmente - sintetizza in modo emblematico la sua ampia produzione e si prefigge l'ambizioso progetto di tracciarne un profilo umano, scientifico e professionale attraverso i suoi scritti e i diversi contributi di riflessione sul suo operato. -
Parma 1914-1918. Vita quotidiana di una città al tempo della Grande Guerra
Gli anni del primo conflitto mondiale visti focalizzando l'attenzione non sul fronte guerreggiato, bensì su quello interno, per osservare, più da vicino, la vita quotidiana di una città al tempo della Grande Guerra. La prospettiva adottata risponde alla volontà di delineare, con maggior precisione, i contorni di vicende su cui minore è stata fino a questo momento l'attenzione, ma è anche funzionale ad evidenziare le linee delle trasformazioni e delle tensioni che il conflitto innescò sul piano politico, sociale, economico e culturale. -
La Costituzione e i «nuovi cittadini». Riflessioni sulla Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione
La Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione, elaborata su iniziativa del Ministero dell'Interno il 23 aprile 2007, ha visto la partecipazione di soggetti rappresentativi dei gruppi religiosi, etnici, culturali presenti nel nostro Paese. Al di là del suo debole valore normativo, essa può fornire un prezioso contributo per fronteggiare la sfida culturale e politica della attuale società multiculturale, senza rinunciare all'affermazione di quei valori che costituiscono la base dell'identità costituzionale. Il documento infatti si propone di rendere visibile la forza inclusiva del messaggio costituzionale, richiedendo al tempo stesso un atteggiamento di lealtà responsabile e solidale verso la Costituzione e i suoi valori fondamentali. La ricerca del ""multiculturalismo possibile"""" passa anche attraverso una presa di posizione chiara intorno a tematiche come la poligamia, la presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici, l'utilizzo del velo, le mutilazioni genitali femminili. La Carta dei valori può essere vista come una """"porta d'ingresso"""" per i """"nuovi cittadini"""" chiamati a condividere la scommessa, difficile ma irrinunciabile, della costruzione di una cittadinanza aperta e sostanziale."" -
Storia di Parma. Vol. 72: Novecento. Economia e società, Il.
Parma nel Novecento. Un lungo secolo ricco di cambiamenti per l'economia e la società parmigiana, parmense e non solo. Dai conflitti sindacali ai movimenti femministi. Dall'evoluzione della Chiesa Cattolica ai mutamenti della comunità ebraica dopo le leggi razziali. Il cinema, lo sport, la sanità, le associazioni e i cambiamenti urbanistici. L'università, i mutamenti economici e la nuova cultura d'impresa. Il tutto indagato da un team di docenti dell'Università di Parma, studiosi e ricercatori che hanno messo le loro conoscenze appositamente aggiornate al servizio del volume della monumentale opera enciclopedica ""Storia di Parma"""", enciclopedia che raccoglie tutta la storia della città, dalla fondazione - avvenuta 2.200 anni fa, a oggi. Il volume è il secondo del dittico dedicato al Novecento ed è corredato da un ricco apparato iconografico, selezionato ad hoc. Presentazioni di Roberto Delsignore, Paolo Andrei, Marzio Dall'Acqua e Andrea Zanlari."" -
Diavoli Rossi. 50 anni di basket a Borgotaro. Una storia con il sapore di una favola
"C'era una volta a Borgotaro, un piccolo paese nell'Appennino parmense, un professore di ginnastica delle scuole medie che nutriva una passione incontenibile per un nuovo sport dal nome un po' esotico, il basket"""". Potrebbe cominciare così la """"favola"""" del """"prof."""" Augusto Quarantelli e dei suoi ragazzi che, alla fine degli anni Cinquanta, cominciano ad allenarsi e a giocare le prime partite fino ad arrivare a disputare, per due anni consecutivi (1953 e 1954), la finale regionale Juniores a Bologna. Assoluto dilettantismo, fede indefessa per i colori della squadra, autofinanziamento, condivisione profonda tra i giocatori e tutti i componenti della Società hanno reso i Diavoli Rossi protagonisti di successi sportivi sbalorditivi, ottenuti combattendo contro compagini di atleti professionisti: dal 1960 al 1964 il campionato di Serie B e l'anno seguente perfino la partecipazione al campionato di Serie A. In questo volume, fotografie, ricordi e aneddoti rievocano anche le finali nazionali dei Campionati Universitari del """"CUS Borgotaro"""", le indimenticabili trasferte all'estero e, infine, le memorabili quindici edizioni del Torneo Gianfranco Bersani - a ricordo del capitano della Virtus Bologna e della Nazionale, ingaggiato nel 1958 come allenatore della Valtarese - che hanno reso il Palazzetto dello Sport teatro di incontri entusiasmanti tra i migliori cestisti italiani e stranieri dell'epoca. A epilogo di questa straordinaria avventura, un omaggio al """"sesto uomo in campo"""", il tifo borgotarese che, appassionato e agguerrito, ha da sempre sostenuto la squadra, soffrendo o esultando dal bordo del campo all'aperto di via Piave o dalle gradinate del PalaRaschi, dove ancora oggi il leone tira a canestro..." -
Giovanni Voltini (1875-1964) scenografo. Dall'America latina alle celebrazioni del primo centenario della nascita di Verdi. Catalogo della mostra (Parma, 24 novembre-7 dicembre 2018)
Catalogo della mostra, Parma, 24 novembre-7 dicembre 2018. Con testi di Marzio dell'acqua, Giuseppe Martini e Matteo Paoletti. -
Insegnare con piacere e studiare con profitto
Enzo Tonti, professore universitario ora in pensione, è stato affascinato, fin da giovane, dall'esistenza di analogie tra le diverse teorie della fisica: anni di appassionato studio lo hanno portato a scoprire la ragione della loro esistenza, pervenendo così alla costruzione di un unico schema di classificazione delle loro variabili. Tale schema è oggi conosciuto come ""Tonti diagram"""" Accanto alla ricerca scientifica, l'autore ha svolto con grande soddisfazione quasi cinquant'anni di insegnamento universitario. In queste pagine propone suggerimenti, riporta aneddoti e testimonianze di grandi uomini del passato per offrire spunti di riflessione a chiunque sia coinvolto nella formazione, insegnanti e studenti. Il libro si basa sull'esperienza didattica dell'autore, che qui consiglia ai docenti delle scuole, di qualunque ordine e grado, alcuni principi generali, ribadendo, prima di tutto, che l'insegnamento è una fonte di soddisfazione; e dall'altra parte, forte di una lunga esperienza come esaminatore, indica agli studenti importanti regole per un proficuo apprendimento. Il bellissimo aforisma """"I giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere"""": attribuito a Plutarco, impone che l'insegnante riesca a suscitare l'interesse e possibilmente l'entusiasmo negli studenti, aiutandoli a esplorare le loro potenzialità. Questo è anche il monito dell'autore, la missione del docente, possibile solo se egli ha passione per la sua materia. Prefazione di Tullio De Mauro."" -
Centri storici e città
Nel dibattito sui centri storici, l'esperienza di tante città italiane ha assunto un rilievo internazionale e ha rappresentato un punto di riferimento a cui tuttora si ispirano le politiche messe in atto da urbanisti e amministratori europei, e non solo. Vi è tuttavia l'esigenza di aggiornare la riflessione legata a queste esperienze, leggendo le criticità e le potenzialità presenti in contesti rilevanti e significativi quali Firenze, Genova e Venezia. Ma è anche importante comprendere come i temi e i problemi dei centri storici vengano affrontati in città che hanno tracciato la storia dell'urbanistica italiana, animando il dibattito culturale fra gli anni Sessanta e Settanta. Bologna, Pavia e Pesaro descrivono l'approccio che oggi riservano alle aree centrali, dopo che, mezzo secolo fa, Pier Luigi Cervellati, Giuseppe Campos Venuti, Carlo Aymonino e Aldo Rossi in esse avevano applicato le proprie concezioni tecniche e politiche a fronte di pressioni di mercato che ne connotavano la realtà. Questo volume entra nel dibattito attuale, offrendo stimoli importanti per un re-inquadramento di temi e problemi che chiedono di declinare in modo originale le politiche volte alla rigenerazione che, all'interno dei piccoli centri o delle grandi città, rappresentano i luoghi della memoria e dell'identità urbana. Introduzione di Giandomenico Amendola. -
Parma '68. Gli anni della contestazione giovanile e la stagione dei movimenti
Il volume, scritto a più mani dai ricercatori dell'Istituto storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Parma, presenta i risultati di un progetto di ricerca triennale che, avviato nell'ottobre del 2017, alla vigilia del Cinquantesimo della contestazione giovanile del 1968, si propone di rileggere alcuni dei momenti più significativi del Sessantotto parmense all'interno di una cornice più ampia, adottando uno sguardo diacronico che permette di gettare nuova luce sui processi di lungo periodo che fecero da sfondo alle proteste. Al tempo stesso, si è cercato di allargare il focus dell'indagine, ponendo sotto la lente di ingrandimento della ricerca storica l'intera società parmense, con i suoi sommovimenti interni, il suo tessuto sociale e culturale e la sua dialettica politica. È Parma, infatti, la vera protagonista di queste pagine che, attraverso l'analisi di un caso locale inquadrabile nel contesto della media provincia emiliana, ambiscono ad arricchire il quadro interpretativo tratteggiato dal dibattito storiografico di un'esperienza per molti aspetti peculiare, non riducibile tout court alle dinamiche che caratterizzarono le grandi città universitarie. Filo conduttore di tutti i saggi è un interesse privilegiato per quello che indubbiamente fu il principale animatore della mobilitazione sociale, vale a dire l'universo giovanile: un arcipelago composito, attraversato da percorsi di acculturazione politica eterogenei, ma soprattutto da processi di contaminazione che spesso travalicarono i confini delle tradizionali appartenenze partitiche e culturali per dar vita a identità plurali. -
Giuseppe Moroni tra Novecento italiano e Scuola Romana. Catalogo della mostra (Cremona, 10 maggio-28 luglio 2019). Ediz. illustrata
«Si inaugura al Museo Civico la mostra dedicata a Giuseppe Moroni, artista cremonese che, dopo avere frequentato il corso di arti ornamentali all'Istituto Ala Ponzone di Cremona, si trasferì prima a Milano e poi a Roma. L'artista mantenne comunque il suo legame con la città, come testimoniato dalla sua donazione nel 1931 di un quadro al Museo e successivamente, con disposizione testamentaria, altre cinque opere, rappresentative del suo percorso artistico. A questo importante nucleo, la mostra affianca una quarantina di opere che sono state realizzate negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Ancora un altro appuntamento dedicato al Novecento. Dalla mostra sul Premio Cremona è iniziato un percorso di conoscenza e riscoperta della nostra storia, che ha confermato il valore artistico del nostro Novecento. Moroni ha partecipato al Premio Cremona: in 'Colonie fluviali' rappresenta gruppi di giovani su una spiaggia su un'ansa del Po, in prossimità di Cremona. Ancora un legame con la sua città, la nostra città. [...].» (Gianluca Galimberti Sindaco e Assessore alla Cultura Comune di Cremona) -
Ugo Baldini una continua ricerca. Antologia di testi e riflessioni
Ugo Baldini è stato un urbanista singolare nel panorama italiano: un professionista ""militante"""", che è riuscito sempre a saldare l'azione concreta del pianificatore con la quotidiana ricerca di strumenti innovativi e sempre più capaci di portare alla costruzione di una città migliore, più integrata, accogliente e veramente al servizio dei suoi abitanti. L'esperienza e le capacità tecniche maturate attraverso una riflessione continua sugli strumenti e le loro criticità, sulla scala della città e del territorio, hanno trovato espressioni molteplici nel corso del tempo: nel disegno dei piani, ma anche nei tanti scritti che ne erano parte; e persino in una produzione saggistica dove la sua riflessione raggiunge livelli di tipo etico, quasi a rasentare l'utopia. La raccolta di alcuni di questi testi permette di cogliere questo percorso che è di natura intellettuale prima che tecnica; un approccio che consente di comprendere meglio i tanti prodotti scaturiti dal lavoro di Ugo Baldini e della Cooperativa CAIRE-Urbanistica con cui ha stabilito rapporti e legami difficili da separare. Indubbiamente nelle riflessioni di Baldini sono entrati gli stimoli e le suggestioni di cui tanti suoi collaboratori erano portatori, perché la creatività per lui derivava dall'ascolto, era un tutt'uno con ciò che dai suoi dialoghi con il mondo era in grado di assorbire. Allora i testi che vengono proposti, assieme alle considerazioni e al ricordo di alcuni amici e collaboratori, sono da leggere come l'impronta culturale - prima ancora che disciplinare - di un uomo che ha lasciato un'eredità di intuizioni, di passioni e di valori che evidenziano, una volta di più, come l'urbanistica richieda il coinvolgimento totale di chi la pratica. Non si tratta di tecnica, ma di sapere da cui i piani sono plasmati. E Ugo Baldini, proprio in questo senso, è un esempio di come la professione non possa essere scissa da una dimensione di vita quotidiana. Questo libro dimostra che per definirlo non basta cogliere una delle sfaccettature del suo carattere, dei suoi atteggiamenti o del suo lavoro; perché da qui emerge un uomo a tutto tondo. Con i suoi slanci, le sue riflessioni, le sue passioni più profonde."" -
Un anno a Lisbona
È l'estate del 1939 e, mentre un'Europa tremante viene avvolta da una nube funerea, Henri Werz muore. Da quel momento il mondo di sua moglie, Lilian Meyer, riprende a scorrere. Dopo un'intera vita passata ad assistere il marito malato, Lilian si risveglia. Quello che si trova davanti è un mondo che sta per essere inghiottito dalla seconda guerra mondiale: senza voltarsi indietro Lilian si allontana da New York e da quell'intera vita che ricorda come un ""gigantesco banco di nebbia"""" per spostarsi sull'altra sponda dell'oceano Atlantico, a Lisbona. Il destino di quarantamila profughi ebrei e quello di Lilian s'intrecciano in quell'ultimo lembo di Europa neutrale. """"Un anno a Lisbona"""" è un romanzo che attraverso gli occhi """"azzurri e limpidi"""" della protagonista coglie le diverse sfumature di un momento storico che ha segnato il mondo e che ancora oggi si riflette nel nostro presente. Prefazione di Giorgia Calò."" -
La rivoluzione e la città. L'Ottocento reggiano nelle memorie di un sarto reazionario
Filippo Braglia è un testimone singolare della complicata stagione dell'unificazione nazionale a Reggio Emilia. Di professione sarto, ma non indigente, animato da un profondissimo spirito religioso, egli esprime nelle sue Memorie un profondo scetticismo nei confronti dei cambiamenti politici, sociali e urbanistici che caratterizzano il suo tempo. Braglia annota gli avvenimenti della città in una lingua popolare, fortemente contaminata dal dialetto, scorretta, eppure efficace ed espressiva. Nelle sue pagine le rivolte e le repressioni, le fiere e i mercati, le processioni religiose e le recite a teatro si sovrappongono come spettacoli sullo stesso palcoscenico. La sua voce, al contempo ingenua e sagace, ci permette di indagare non soltanto sui fatti, ma anche sulla mentalità e sulla visione del mondo degli uomini della sua epoca.