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Andar per mare. Le navigazioni in Africa di Alvise Da Cà Da Mosto mercante veneziano al servizio del Portogallo
Un unicum nella letteratura di viaggio dell’epoca.rnIl volume ripercorre le vicende della vita del mercante veneziano Alvise da Ca’ da Mosto che intorno alla metà del ’400 esplorò, tra i primi, le regioni dei fiumi Senegal e Gambia per conto del Portogallo, con l’obiettivo di stabilire scambi commerciali con gli indigeni e di individuare le fonti dell’oro che gli europei erano soliti comprare nei porti africani del Mediterraneo. La ricostruzione della sua biografia e del periodo in cui egli è vissuto si basa soprattutto sulle notizie che lo stesso veneziano ha fornito nelle relazioni composte a Venezia, al ritomo dai viaggi nell’Oceano, nel 1463. Di notevole vivacità, il testo di Ca’ da Mosto fornisce sul mondo africano interessanti informazioni che costituiscono un unicum nella letteratura di viaggio dell’epoca. La conoscenza di alcune popolazioni nere, come quelle della regione del Senegal presso cui il mercante soggiornò per ventotto giorni, gli ha permesso di descrivere le principali caratteristiche dell’ esistenza di quelle genti, di sorridere della sregolatezza sessuale del loro capo desideroso di ottenere da lui utili consigli, e di provare per la prima volta l’ebbrezza della caccia all'elefante. Ma alle numerose considerazioni di carattere antropologico, zoologico e biologico si uniscono notizie di carattere economico-commerciale, come quelle che riguardano lo scambio muto fra mercanti dell'oro e mercanti del sale, vero motore dell’economia dell’Africa centro-settentrionale. Sullo sfondo della narrazione, malgrado il fortunato inserimento del veneziano in terra lusitana presso l’Infante D. Enrico, detto il Navigatore, l’autrice ha colto quale nodo primario della vicenda umana del veneziano la sua costante preoccupazione per la repentina ascesa del Portogallo che, grazie al monopolio dell’oro sulle coste africane, minacciava ormai gli esiti commerciali della stessa Venezia sovvertendo gli equilibri delle più importanti economie europee. -
Il nuovo canzoniere. Esperimenti lirici secenteschi
Fuori dai consueti argini cinquecenteschi, questo libro si confronta con una delle strutture più forti della nostra tradizione letteraria, il canzoniere. Al centro dello studio sono il Seicento e l'area culturale napoletana, una geografia e una storia che non suggeriscono panorami letterari tranquillizzanti: nel pieno dello sconquasso che attraversa l'Italia meridionale nel XVII secolo riesce difficile pensare a strutture poetiche solide e compatte. Quelli che ci si presentano sono piuttosto sistemi di inaudita complessità, tentativi un po' stremati di inseguire un'unità che tende di continuo a sottrarsi. È del resto storia antica, quella della frantumazione del monolite petrarchesco, la storia di un reale che, fra Tasso e Marino, si disgrega, e assieme si dilata all'inverosimile, si dispiega in partizioni sempre più sottili, quasi braccato in ogni suo minimo rivolo. E le elaborate architetture che sorreggono questo maniacale esame della realtà significano proprio la volontà di sfuggire al caos, di trovare un logos all'interno di un mondo di cui si sono smarrite le coordinate, e assieme di garantirsi, in quanto letterati, una qualche forma di sopravvivenza in un sistema chiuso e autoreferenziale. Possono essere i cieli di Fontanella o le stagioni di Casaburi Urries, l'impressione generale non cambia: l'universo, ammonisce il Battista, resta una ""Macchina mal composta, a cui non porse / beltà la forma"""", e il sogno del classicismo pare definitivamente tramontato."" -
Migrazioni e integrazione. Il caso degli albanesi a Venezia (1479-1552)
L'avanzata turca nei Balcani nel Quattrocento e l'occupazione delle terre d'Albania costrinse molti alla fuga: tanti albanesi ripararono a Venezia. Quale fu la politica di accoglienza della Serenissima? Quale destino ebbero le donne, i bambini e gli uomini scampati agli eventi bellici? Il libro segue le loro vicende e il processo di integrazione nel tessuto socio economico veneziano. Illustra inoltre i contributi albanesi alla cultura umanistica veneziana. Segue il formarsi dello stereotipo della figura dell'albanese nella letteratura veneta del Cinquecento. Il libro apre nuove prospettive di indagine sul versante delle arti figurative e sulla committenza artistica tra Quattrocento e Cinquecento. -
Giorgio Caproni narratore
Giorgio Caproni è da tempo considerato uno dei maggiori poeti del nostro Novecento, eppure sostanzialmente sconosciuta era rimasta la sua attività di narratore, infine recuperata dalle terze pagine dei quotidiani da una recente edizione garzantiana dei racconti. Michela Baldini, che ha collaborato con Adele Dei nella preparazione di quel libro (""Racconti scritti per forza"""", Milano, 2008), analizza adesso per la prima volta in modo compiuto da un punto di vista critico la produzione narrativa, unendo al rigore della filologia gli strumenti della ricerca narratologica e dell'analisi tematica. Al centro della sua attenzione il problema del rapporto tra lingua della prosa e lingua della poesia (indagato attraverso lo studio di un preciso modello di riferimento individuato nel trattato """"Arte e poesia"""" di Adelchi Baratono), e la ricerca di temi significativi che consentono il costante rinvio all'opera in versi quali la guerra, il viaggio, la ricerca della parola.... Costantemente presente all'analisi l'interrogativo sul punto di vista e sulla focalizzazione, nonché quello sul gioco dei rimandi letterari che consentono di evidenziare i meccanismi della mise en abîme e dell'ironia, individuando tra l'altro nella stesura del romanzo interrotto """"La dimissione"""" un preciso modello di riferimento nel testo agostiniano delle """"Confessioni"""". L'ultimo capitolo sulla """"Correzione dei racconti"""" si sofferma invece opportunamente sulle varianti d'autore, partendo da un significativo campione di riscrittura dei testi."" -
Mantegna e Roma. L'artista davanti all'antico
Roma, centro dell'antico, ha costituito il riferimento ideale della ricerca di Andrea Mantegna fin dalle sue prime opere giovanili, dagli affreschi Ovetari al San Sebastiano di Vienna, alle opere della maturità, dalla Camera picta, al San Sebastiano del Louvre per arrivare ai monumentali teleri con il trionfo di Cesare, dove l'esplicita ambientazione romana costituisce lo sfondo del corteo trionfale del console romano in seguito alla conquista della Gallia secondo l'antica tradizione. Ma Roma è anche il teatro dell'introduzione del culto di Cibele nella città eterna: il commovente monocromo per lo studiolo di Francesco Cornaro, che si conserva alla National Gallery di Londra. Questo volume raccoglie i saggi degli studiosi che, in occasione del convegno svoltosi a Roma (8-10 febbraio 2007), si sono confrontati con Mantegna davanti all'antico, ma anche con la sua fortuna nelle prospettive di ricerca che sono state promosse in occasione del quinto centenario della morte dell'artista padovano avvenuta nel 1506. -
Burlesco, teatralità e galanteria nelle opere in prosa di Scarron
Paul Scarron (1610-1660) ottenne i primi successi letterari come drammaturgo e come autore di opere burlesche. Inoltre, intrattenne relazioni costanti con gli ambienti più colti dell'aristocrazia parigina, quelli in cui si andava elaborando il modello sociale ed estetico della galanterìe mondaine. Il riflesso di tali esperienze è evidente nel complesso dell'opera scarroniana: in questo volume vengono prese in esame soprattutto le opere narrative (il Roman comique e le Nouvelles tragi-comiques), senza trascurare quanto ci è stato conservato della corrispondenza dello scrittore. Una parte preponderante è riservata, naturalmente, al romanzo: oltre a mettere in luce la presenza di caratteristiche riconducibili all'influsso del burlesco, o all'interferenza del genere teatrale, vengono sottolineati gli importanti legami intertestuali con le Metamorfosi (o Asino d'oro) di Apuleio e con l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto. -
Le categorie della Controriforma. Politica e religione nell'Italia della prima età moderna
Il Cristianesimo è una religione politica o ha introdotto un principio di essenziale separazione tra sfera religiosa e sfera politica? Il tema è stato molto dibattuto nei tempi recenti da storici che sono andati a verificare i propri assunti alle origini del movimento cristiano. Invece di discutere il problema dell'essenza, Vittorio Frajese esamina il problema in un periodo determinato della storia europea: l'Italia del '500 e del '600. Comunque sia della sua essenza, è infatti certo che nell'Italia moderna la chiesa è stata un'istituzione politica e la religione è stata parte essenziale del governo degli uomini e della società. Il libro ricostruisce dunque alcuni aspetti essenziali del rapporto tra politica e religione nell'Italia moderna raccogliendolo in quattro grandi temi: la discussione sui rapporti tra potere ecclesiastico e potere civile avvenuta tra '500 e '600; le strategie pratiche e teoriche da due oppositori della chiesa controriformistica: Paolo Sarpi e Ludovico Zuccolo; le forme della censura; ed infine le specifiche categorie politico-religiose forgiate dalla cultura della Controriforma. Frajese ne individua quattro principali che hanno più profondamente inciso sulla storia italiana: il gesuitismo, il machiavellismo, l'ateismo e la ""superstizione"""". Seguendo il filo di questi quattro concetti creati, o essenzialmente caratterizzati, nel corso della Controriforma, il libro indaga le categorie dello spirito italiano."" -
Eurocentrismo, modernismi, arte globale, estetiche della resistenza
La complicata relazione tra sistema dell'arte contemporanea ed estetiche del Sud Globale si è resa evidente tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. In pieno periodo Postmoderno, un gruppo di artisti, critici, storici, intellettuali ed attivisti ha dato vita ad una serie di esperienze curatoriali ed editoriali che hanno messo in evidenza i limiti dell'Eurocentrismo europeo, scardinando il sistema dell'arte con il supporto di teorie e critiche postcoloniali. Dalla Biennale de L'Avana a Dak'Art, da ""Third Text"""" alla """"Revue Noire"""", da Trade Routes (II e ultima Biennale di Johannesburg) ad Authentic Excentric (primo padiglione africano alla Biennale di Venezia), il volume si concentra sulle prime esperienze degli anni Ottanta fino ad arrivare ai primi anni del XXI secolo. L'arte africana contemporanea e la sua legittimazione sono il case study privilegiato di questo percorso, che analizza l'evoluzione concettuale dalle poetiche terzomondiste all'Arte Globale."" -
Cinema e piacere visivo
Con ""Visual Pleasure and Narrative Cinema"""" (1975) Laura Mulvey non solo ha dato avvio alla Feminist Film Theory, ma si è assicurata un posto in prima fila nel pantheon della teoria moderna del cinema. Questo contributo, al tempo stesso militante e teoricamente sofisticato, è probabilmente l'intervento più citato degli ultimi decenni negli studi di lingua inglese. Il volume raccoglie una serie di saggi sulle diverse aree di ricerca in cui si è mossa Mulvey per dar conto dell'evoluzione dei suoi percorsi interpretativi. Se da un lato gli interessi iniziali sono rimasti, l'interpretazione psicoanalitica, la teoria dell'immagine, le dinamiche del piacere e della spettatorialità, l'analisi del film hollywoodiano classico, con il tempo altre aree di ricerca sono emerse o si sono consolidate. Negli ultimi anni, infatti, la studiosa inglese ha riflettuto in particolare sul cinema moderno, da Welles e Rossellini a Kiarostami, e sul nuovo statuto del cinema e della spettatorialità nel mutato panorama mediale."" -
La meraviglia e la paura. Il fantastico nel teatro europeo (1750-1950)
Il fantastico, inteso come genere, o ""modo"""", caratteristico della narrativa occidentale a partire dalla fine del XVIII secolo, è stato negli ultimi decenni oggetto di numerosi studi, analisi, inquadramenti teorici, precisazioni classificatori e da parte della critica letteraria. Manca invece, in relazione al teatro moderno (sia al livello dei testi che degli allestimenti scenici), un'attenzione critica strutturata nei confronti della componente fantastica, che solo di recente ha cominciato a essere oggetto di qualche specifico interesse da parte di alcuni studiosi, prevalentemente in ambito francese e spagnolo. Questo volume intende mettere in luce, attraverso l'analisi dell'opera di drammaturghi, registi, musicisti di vari paesi europei, le diverse anime del moderno fantastico teatrale, che offre, rispetto al fantastico letterario, un panorama più complesso e variegato soprattutto in ragione della sua destinazione spettacolare. Così, da una parte il teatro tra la fine del Settecento e il primo Novecento concede un'ospitalità maggiore di quanto non faccia la narrativa per adulti alla presenza del meraviglioso, declinata sul piano dei contenuti (mitologici o fiabeschi) quanto su quello della messa in scena (spesso propensa a perpetuare gli effetti barocchi di meraviglia attraverso l'uso di macchine e trucchi ottici); dall'altra accoglie, in modo ora sottilmente inquietante ora più esplicito, quella componente """"negativa"""", demoniaca e tenebrosa, perturbante e trasgressiva..."" -
Asiatica ambrosiana. Saggi e ricerche di cultura, religioni e società dell'Asia (2013). Vol. 5
Il volume V della Classe di Studi sull'Estremo Oriente dell'Accademia Ambrosiana si apre con una Prefazione di Donatella Dolcini e una Prolusione del neoaccademico Padre saveriano Marino Rigon, dedicata all'opera poetica di Rabindranath Tagore. Seguono 16 Saggi ripartiti secondo le Sezioni di studi e approfondimenti della Classe, con Introduzioni di Giuliano Boccali, Annibale Zambarbieri e Anthony Dicks, nei quali vengono approfonditi aspetti della società e della famiglia nel mondo indiano, nel Giappone contemporaneo, nella Cina e in Asia centrale. Nella prima parte sono pubblicati saggi di Shyam Manohar Pandey, Rana P.B. Singh, Marco Restelli e Cristiana Natali; nella seconda parte compaiono gli studi di Vittorio Volpi, Carlo Filippini, Giorgio Colombo e Paola Scrolavezza, mentre la terza e ultima parte comprende le ricerche di Wang Xiaochao, Wang Yuesheng, Emanuele Banfi, Filippo Fasulo, Sara D'Attoma; completa l'opera una serie di approfondimenti frutto delle ricerche di Maria Angelillo, Edoardo Canetta e Roman Malek. L'opera introduce a molti e diversi aspetti e problemi della famiglia, che sono oggi vivamente dibattuti in ambito accademico e sociale, non solo in Asia orientale, come fa rilevare Dolcini: L'impressione generale che si ricava dalla lettura e dalla riflessione sugli scritti qui raccolti è che in buona sostanza gli elementi portanti del fenomeno famiglia differiscano da un'area culturale all'altra, non importa se europea o asiatica, solo a un livello di costumi... -
La scienza del teatro. Omaggio a Dario Fo e Franca Rame
Questo volume raccoglie gli Atti della Giornata di Studi, dal titolo ""La scienza del teatro"""". Omaggio a Dario Fo e Franca Rame, che si è svolta all'Università di Verona il 16 maggio 2011 per festeggiare il lungo sodalizio d'arte e di affetti che li ha legati in quasi sessant'anni di carriera artistica, di impegno civile e sociale. Studiosi di vario ambito disciplinare (storici della lingua italiana, filologi romanzi e storici del teatro) hanno fatto convergere il proprio diverso punto di vista sulla loro opera di autori impegnati a riformare il teatro, a liberarlo dalla scrittura letteraria grazie al recupero della lezione di Ruzante, della Commedia dell'Arte, della giulleria medievale, dell'espressività dei dialetti e della tradizione epica orale degli affabulatori del Lago Maggiore. Sono stati approfonditi alcuni aspetti della loro drammaturgia, in particolare la genesi dei testi, il rapporto con le fonti, classiche, medievali, francescane, ruzantiane, riscritte e reinventate, la 'scienza dello scurrile poetico', fonte del riso liberatorio, la maschera Fo-Hellequin-Arlequin, le modalità del comico nelle prime commedie. Infine, ma non ultime, la lingua e la forma vengono sondate dal punto di vista dell'interazione parlato-scritto: dal """"parlato teatrale dell'uso"""" allo sperimentalismo linguistico (neologismi e gergalismi), all'espressionismo grottesco (il campo dell'alterazione). Ne è emersa chiaramente un'arte immaginifica e critica, dissacratoria e lirica..."" -
Miscellanea graecolatina. Ediz. italiana, greca e greca antica. Vol. 2
Il giorno 20 marzo 2008 l'arcivescovo di Milano, il cardinale dionigi Tettamanzi, fondò la nuova Accademia Ambrosiana, raccogliendo l'eredità scientifica delle due preesistenti Accademie attive presso la Biblioteca Ambrosiana: l'Accademia di San Carlo e l'Accademia di Sant'Ambrogio. Esse da allora costituiscono due Classi della nuova Accademia: la Classe di Studi Borromaici e la Classe di Studi Ambrosiani. Le altre sono la Classe di Italianistica, la Classe di Slavistica, la Classe di Studi Greci e Latini, la Classe di Studi sul Vicino Oriente e la Classe di Studi sull'Estremo Oriente. La Classe di Studi Greci e Latini fu ufficialmente inaugurata dal cardinale dionigi Tettamanzi la sera di giovedì 25 novembre 2010 con la nomina degli Accademici Fondatori, illustri studiosi di discipline filologiche, letterarie e paleografiche in ambito classico, medievale e bizantino, appartenenti all'università degli Studi e all'università Cattolica di Milano; ad essi furono progressivamente aggregati altri studiosi provenienti dall'Italia e dall'Europa. La prima Giornata di Studi si tenne il 24 febbraio 2011 ed il primo dies Academicus il 14 e 15 febbraio 2012. -
Il medico e l'ammiraglio. L'avvio della colonizzazione nei viaggi di Cristoforo Colombo nelle Indie Occidentali
Il medico e l'Ammiraglio vede a confronto due dei principali protagonisti della seconda spedizione atlantica verso ponente del 25 settembre 1493, Cristoforo Colombo, Ammiraglio del Mar Oceano e Viceré delle Indie e il medico-fisico della flotta di ben diciassette navigli e milleduecento uomini, diego Alvarez Chanca, professionista affermato presso la corte castigliana e esperto conoscitore delle spezie in campo farmaceutico. È proprio dall'intenso rapporto stabilito tra i due personaggi che si evincono, attraverso la puntuale e interessante narrazione del medico, le appassionanti vicende della navigazione nell'Oceano e del soggiorno nell'isola Hispaniola, le reazioni entusiastiche o allarmate che si manifestarono in rapporto alla bellezza della natura e alla brutalità dei cannibali. In particolare lo sguardo critico di Chanca coglie nel suo divenire il mutamento che si stava producendo nella concezione dell'organizzazione della colonia da parte dell'Ammiraglio, il quale, da strenuo sostenitore della buona fede e dell'amicizia degli indigeni, diveniva fautore di un governo autoritario e repressivo con cui colpirà le popolazioni dell'isola insieme agli stessi spagnoli sfiduciati per i deludenti risultati dell'impresa. -
Teatro
"Indagare sull'opera omnia di Cagli, e su quel particolare universo esistenziale, che noi, appassionati lettori da subito abbiamo indicato con il termine 'Caglistica', per sottolinearne la forza autonoma e personalissima e, nello stesso tempo, per mitigare la feroce autoironia, serve innanzi tutto a dare una sistemazione critica a una corposa produzione drammaturgica, una delle più originali del secondo dopoguerra, attraverso la quale si può fare chiarezza sulla confusione che irresponsabilmente ha guidato le sorti del nostro teatro in un estenuante e sterile gioco di potere fra falsi antagonisti, per cinquant'anni e oltre."""" (Dall'Introduzione di F. Balestra). Il volume raccoglie una selezione della vasta produzione di B. Cagli per il teatro di prosa: dai densi atti unici ai più complessi lavori incentrati prevalentemente attorno a un'unica figura, sia essa letteraria, come Guido Gozzano, o parte dell'immaginario collettivo, come Rodolfo Valentino. La complessità del periodo storico - dai tardi anni '60 ad oggi - si riflette completamente nell'arditezza dei temi, nella multilinearità degli intrecci e nella straordinaria varietà dei caratteri, dando vita ad un'antologia in cui il caleidoscopio delle esperienze e delle soluzioni drammaturgiche riflette la complessità umana e intellettuale dell'autore." -
L' amico MetT. Ti ricorda chi sei e chi puoi diventare
Quanti oggi potrebbero sostenere ""So chi sono e ricordo dove posso tornare"""", senza mentire a se stessi? Per il tempo di una vita sono un essere dotato di corpo, metacorpo e di anima. Ma - prima e dopo - sono stato e sarò un essere disincarnato e senziente, una vibrazione che non ha confini. E vivrò tanto più libero, incorporeo e creativo quanto più avrò saputo aderire al progetto scelto dall'anima prima della discesa. Bisogna tornare a 'vedere la propria vita come lo sbocco naturale del desiderio animico di creare', che sia un'idea, una relazione, un figlio da crescere. Il problema attuale nasce dal fatto che, accantonata l'anima nell'area dei 'forse chissà', non ci si preoccupa dei suoi fini, che invece potremmo 'sentire' grazie al MetT, il mediatore della nostra evoluzione spirituale ed anche del nostro benessere o malessere. Un mediatore accessibile grazie a metodi antichi e nuovi, ma sempre fondati sul ritmo o sulla meditazione."" -
Dalla zampogna all'aurea cetra. Egloghe, pastorali, favole in musica
La zampogna di Sannazaro non è più lo strumento di Tasso, che nell'Aminta fa risuonare ""le rustiche sampogne"""" come """"le più dotte cetre"""" ed apre la strada del palcoscenico all'""""aurea cetra"""" di un Orfeo fiorentino vittorioso sulla morte. È questo il percorso che il presente volume intende delineare attraverso tre stazioni esemplari. In primo luogo la migrazione in area settentrionale di un'opera partenopea fondativa per il dramma pastorale, ma tanto dimenticata quanto saccheggiata: la Mirzia di Marc'Antonio Epicuro. Composto forse alle soglie della metà del secolo e circolante manoscritto, il testo giunge alle stampe sotto diverso titolo e autore, anzi attribuito ad un 'padano', solo nella Parma del 1582, quando già corre la fortuna dell'Aminta, che alla cultura napoletana molto deve, ma che eclissa il ricordo della precedente pastorale e della sua funzione di apripista al punto che si è giunti, nell'interpretazione di alcuni affreschi tardo cinquecenteschi, a vedere Aminta là dove era raffigurata Mirzia. Grazie alla poesia del Tasso e del successore Guarini, che del pari preleva dalla Mirzia un celebre episodio, la tematica silvestre giunge a permeare le esperienze di drammaturgia musicale della Firenze di fine secolo, alle quali sono dedicati il secondo e il terzo capitolo del volume: la perduta pastorale in musica di Cavalieri e Guidiccioni, La disperazione di Fileno (1590)..."" -
Tradizione trasmissione traslazione delle epigrafi latine
Il giorno 20 marzo 2008 l'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, fondò la nuova Accademia Ambrosiana, raccogliendo l'eredità scientifica delle due preesistenti Accademie attive presso la Biblioteca Ambrosiana: l'Accademia di San Carlo e l'Accademia di Sant'Ambrogio. Esseda allora costituiscono due Classi della nuova Accademia: la Classe di Studi Borromaici e la Classe di Studi Ambrosiani. Le altre sono la Classe di Italianistica, la Classe di Slavistica, la Classe di Studi Greci e Latini, la Classe di Studi sul Vicino Oriente, la Classe di Studi sull'Estremo Oriente e la Classe di Studi Africani. La Classe di Studi Greci e Latini fu ufficialmente inaugurata dal cardinale Dionigi Tettamanzi la sera di giovedì 25 novembre 2010 con la nomina degli Accademici Fondatori, illustri studiosi di discipline filologiche, letterarie e paleografiche in àmbito classico, medievale e bizantino, appartenenti all'Università degli Studi e all'Università Cattolica di Milano; ad essi furono progressivamente aggregati ogni anno altri studiosi provenienti dall'Italia e dall'Europa. La prima Giornata di Studi si tenne il 24 febbraio 2011, il primo Dies Academicus il 14 e 15 febbraio 2012, il secondo Dies Academicus il 12 e 13 febbraio 2014, il 27 e 28 maggio si tennero le Giornate di Studi Epigrafici, il 23 e 24 febbraio 2015 il terzo Dies Academicus. -
Libro manoscritto e libro a stampa nel mondo slavo (XV-XX secc.)
Nel 2008 il Cardinale Dionigi Tettamanzi, allora Arcivescovo di Milano, arricchì la Bibliotea Ambrosiana, prossima a compiere quattro secoli di storia, dell'Accademia Ambrosiana. Essa nacque - con le sue sette Classi di ricerca: Studi Borromaici, Studi Ambrosiani, Slavistica, Italianistica, Studi del Vicino e dell'Estremo Oriente, Studi Greci e Latini - per promuovere in modo coordinato e sistematico ricerche e pubblicazioni di carattere scientifico originate dal confronto, dal dialogo e dallo scambio a livello internazionale tra gli studiosi delle discipline in essa coltivate. L'anno 2014 ha visto la definitiva approvazione degli Statuti dell'Accademia da parte del Card. Angelo Scola, che ne ha precisato l'alta missione culturale e ha fondato una nuova Classe dedicata agli Studi Africani. Nel 2009 iniziò le sue attività la Classe di Slavistica, il cui campo di studio è quello della materia omonima intesa in senso ampio, senza privilegiare un filone ""nazionale"""" bensì allargando lo sguardo nello spazio (Oriente e Occidente slavo) e nel tempo (dal Medioevo a oggi). Specifico della Classe è il riferimento alla Biblioteca Ambrosiana, vista non solo come """"deposito"""" di materiali di ambito slavistico, ma piuttosto come """"sistema culturale integrato"""": essa stessa, infatti, con gli anni è divenuta """"generatrice di storia"""", nella continua ricerca di un equilibrio tra l'identità ambrosiana (in senso locale, ecclesiale, patristico e letterario) e l'apertura alle culture."" -
Francesco Pasinetti oltre il cinema. Le vicende teatrali tra lirica e poesia
Ricostruire l'attività teatrale di Francesco Pasinetti (1911-1949) è stato un lavoro piuttosto complesso, una vera e propria sfida data la scarsità delle fonti di partenza, parte dei copioni conservati a Venezia e poche, succinte informazioni. Gli esiti di questo percorso hanno però ampiamente ripagato difficoltà e fatiche. Inaspettata la personale esperienza umana per la solidarietà ed il sostegno ricevuti dalle moltissime persone interpellate a vario titolo, che spesso si sono prestate con cortesia e disponibilità ad ampliare la mia visuale di studio in una sorta di passaparola che mi ha consentito di acquisire non solo particolari sempre nuovi e notizie inedite ma anche materiali privati di grande importanza. Dal vasto materiale raccolto negli anni inoltre (documenti, carteggi, pellicole, fotografie, interviste), assieme al ritratto di un Pasinetti sconosciuto è riaffiorata la storia di un'epoca, di una generazione, di tanti celebri personaggi della cultura e dell'arte italiane, colleghi ed amici del nostro. Il recupero di memorie fisiologicamente destinate all'oblio è stato il risultato implicito di questa ricerca, in ultima analisi un lavoro di scavo, setaccio e riesumazioni, che ha messo in luce anche altri aspetti meno noti dell'attività di Pasinetti, uomo di cultura a tutto tondo, appassionato ed inarrestabile...