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Milan. Traditional local dishes
Un compendio di ricette tipiche meneghine, tradotte in lingua inglese, con numerose schede dedicate alle trattorie e osterie della città dove si possono gustare i piatti della tradizione. Impreziosiscono il volume una serie di fotografie della vecchia Milano, con relative (lunghe) didascalie. -
Storia di Milano
Ettore Verga (1867-1930), storico, fu direttore dell'Archivio storico cittadino di Milano e per alcuni anni anche del Museo del Risorgimento. Si occupò principalmente della vita sociale ed economica milanese, dai Visconti alla dominazione austriaca, cui dedicò questa importante opera (che uscì in prima edizione nel 1909, con il titolo ""Storia della vita milanese""""), che traccia un documentatissimo e affascinante affresco della storia della città di Milano, dalla """"notte dei tempi"""" (le origini, più o meno leggendarie) all'Unità d'Italia. La presente edizione è stata opportunamente rivisitata e aggiornata, alla luce di ritrovamenti e scoperte nel frattempo avvenuti, e arricchita con alcune note e un nutrito apparato iconografico."" -
A lezione di grammatica milanese
La ""Grammatica milanese"""" del professor Claudio Beretta, è uno strumento di studio e consultazione indispensabile per chiunque necessiti di un punto di riferimento autorevole e completo su tutto ciò che riguarda il dialetto come lingua. La descrizione di una lingua, la funzione del dialetto, la storia della sua notazione grafica, Ie sue origini e Ie origini del nome stesso di Milano: questi gli obiettivi che Beretta si è proposto, nel 1998, quando ha dato alle stampe un volume che si prefiggeva di fare entrare degnamente la """"lengua milanesa"""" nel terzo millennio."" -
Abbazia di Chiaravalle
Solitaria come un'isola in mezzo a un mare di verde, da qualsiasi via ci si giunga l'abbazia di Chiaravalle si annuncia da lontano tra gli alberi. Prima appare la snella sagoma della torre nolare, la Ciribiciaccola, nitida nel cielo e rosseggiante; poi, quando la forma si precisa, essa si rende ancora più agile e aerea, per i trafori delle sue bifore aperte da un lato all'altro. L'abbazia vanta una storia di quasi nove secoli e pregi artistici che la pongono con onore fra i monumenti più insigni della Penisola. -
Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore
La Chiesa di San Maurizio, un tempo collegata allo scomparso Monastero Maggiore delle benedettine (il più importante di quell'ordine in città), fu eretta nel 1503 in luogo di un edificio più antico. Progettata forse da Gian Giacomo Dolcebuono, presenta un interno rettangolare diviso in due aule, una per i fedeli e l'altra per le monache, interamente affrescate da famosi maestri lombardi, che qui lavorarono tra il 1510 e il 1590. Artisti come Bernardino Luini con i figli Aurelio, Evangelista e Giovan Pietro, Bernardo Zenale, Simone Peterzano, Callisto Piazza con il figlio Fulvio, Giovanni Antonio Boltraffio, Antonio Campi e altri contribuirono a impreziosire questa chiesa più unica che rara, che non a caso viene considerata la ""cappella Sistina dei milanesi""""."" -
The church of San Maurizio al monastero Maggiore
La Chiesa di San Maurizio, un tempo collegata allo scomparso Monastero Maggiore delle benedettine (il più importante di quell'ordine in città), fu eretta nel 1503 in luogo di un edificio più antico. Progettata forse da Gian Giacomo Dolcebuono, presenta un interno rettangolare diviso in due aule, una per i fedeli e l'altra per le monache, interamente affrescate da famosi maestri lombardi, che qui lavorarono tra il 1510 e il 1590. Artisti come Bernardino Luini con i figli Aurelio, Evangelista e Giovan Pietro, Bernardo Zenale, Simone Peterzano, Callisto Piazza con il figlio Fulvio, Giovanni Antonio Boltraffio, Antonio Campi e altri contribuirono a impreziosire questa chiesa più unica che rara, che non a caso viene considerata la ""cappella Sistina dei milanesi""""."" -
Maledetta serpe
Anno Domini 1395: dieci anni dopo aver usurpato il trono allo zio Bernabò, Gian Galeazzo Visconti si prepara a diventare Duca di Milano. Nel frattempo, nel cuore della città ambrosiana, la Veneranda Fabbrica lavora alacremente per realizzare la più mirabile cattedrale della Cristianità, il Duomo. Tutti collaborano all'impresa: nobili e popolani, mercanti e artigiani, ricchi e poveri. Ma anche ladri, assassini e prostitute: i donatori maledetti. Alla vigilia del trionfo del Conte, compare una dama misteriosa pronta a regalare alla Fabbrica tre splendidi, preziosissimi anelli. In cambio, vuole solo poter raccontare una storia. La storia di una guerra senza quartiere. Di uomini coraggiosi, guidati da grandi condottieri. Di amori e tradimenti, rimorsi e menzogne. Di spie e sicari, principi spodestati e inquisitori a caccia di streghe. Una storia che oltrepassa le Alpi per arrivare fino in Francia, alla corte dei Valois, e in Germania, nei palazzi di Baviera. La storia degli eredi di Bernabò, assetati di vendetta. La storia di Firenze e di Bologna, ultimi baluardi contro la sfrenata ambizione del tiranno milanese, la maledetta serpe che culla il sogno dei sogni. Cingere la corona d'Italia. -
Navigli del milanese ieri e oggi. Ediz. illustrata
Questo volume, riccamente illustrato a colori, vuole essere un omaggio al patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico rappresentato dal sistema dei navigli, attraversi i contributi di due grandi esperti, che della valorizzazione e salvaguardia dei canali del milanese hanno fatto la loro ragione di vita. -
Quanta sapienza i noster vècc
«Che cosa ci può venire di più bello e prezioso da un lombardo e, specificamente milanese di sette generazioni, nato a ""Porta Cica""""? Niente di meno che un liofilizzato di memorie, notazioni inedite o dimenticate, tessere di un mosaico che soltanto un """"artigiano della milanesità"""", come è stato definito Roberto Marelli, poteva riuscire a mettere insieme con quell'amore e quella pazienza che da sempre contraddistinguono gli artigiani veri...»."" -
Milano. 69 luoghi da scoprire
«A perdersi tra le pieghe delle vecchie contrade e dei pochi ¬vicoli superstiti si finisce spesso per scovare qualche brandello del passato sfuggito, forse per dimenticanza, all'assalto del piccone demolitore o all'ingiuria del tempo. Che se poi ci si mette un po' d'attenzione, e un pizzico d'amore, c'è il caso di -cogliere qualche sorriso d'arte prossimo a spegnersi, giungendo a rilevare prospettive prima ignorate...». In questo libro l'autore si propone di condurre per mano il lettore alla (ri)scoperta di quelle testimonianze e di quelle memorie di ieri o di ierlaltro che spesso sfuggono all'attenzione del passante frettoloso. E così, pagina dopo pagina, legando il tutto col filo tenace della storia e delle tradizioni, ci parrà forse di ritrovare l'immagine della Milano dei nostri padri e dei nostri nonni: una Milano che non si è fatto in tempo a conoscere, ma si continua a vagheggiare. -
All'osteria del Falcone
1819-1820: le vicende di un medico della Cà Granda, una filantropa, una levatrice, un'ex filandina e un intellettuale (già ""incontrati"""" tre anni prima, nel fortunato romanzo """"La Riviera di Milano"""") si fondono con la storia di Milano durante i primi anni della Restaurazione e l'inizio dei moti risorgimentali."" -
Il rapace
L'incipit carico di tensione e mistero delinea subito i tratti salienti del romanzo di Giancarlo?Mele, che vede incontrastato protagonista Galeazzo Maria, figlio di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti. Dal carattere altero, volitivo, tendente alla superbia (un vero e proprio ""rapace""""), resse il Ducato di Milano per dieci anni (1466-1476) con """"il pugno duro"""", cadendo poi vittima di una congiura di nobili milanesi, animati da risentimenti anche personali, con il probabile supporto del re di Francia. Amore e morte si intrecciano nella trama di questo """"thriller sforzesco"""" che non tralascia però mai di sondare anche l'animo più recondito dei personaggi principali, mettendone a nudo le contraddizioni e le trasformazioni cui vanno incontro nell'inesorabile appuntamento con il loro destino."" -
Leonardo alla corte del Moro
Nel romanzo l'autore indaga il complesso rapporto che legò Leonardo da Vinci - l'artista che più e meglio di ogni altro ha personificato il genio del Rinascimento italiano, che a Milano soggiornò per 20 anni, a partire dal 1482 - al suo mecenate milanese, il duca Ludovico il Moro, soffermandosi sui loro mutevoli stati d'animo e mettendosi in ascolto della ""voce segreta"""" delle opere d'arte che, pagina dopo pagina, prendono forma dall'ingegno e dal sentimento del Maestro, intrecciando il tutto in una trama non priva di colpi di scena, nella quale si muovono (anche) personaggi di fantasia mirabilmente tratteggiati, fra cui il fedele buffone Sgarro e Fabricio Saludecio, lo scaltro e intrigante Gran Faccendiere di corte."" -
Il morso del basilisco
Milano, settembre 1402. Il vessillo della Biscia sventola su quasi tutte le città dell'Italia centro-settentrionale. Manca solo la ricca e potente Firenze, ma l'attacco decisivo è imminente e Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, pregusta già la vittoria che gli darebbe il potere di un re. Alla vigilia dell'offensiva, però, il dominus cade malato. Una brutta febbre, o forse la peste, che lo spedisce a miglior vita, infrangendo i suoi sogni di gloria. Una morte improvvisa. Una morte fatale, causata - così si dice tra il popolo - dal passaggio di una cometa nefasta, apparsa nei cieli durante la Quaresima. Ma per Caterina, vedova del duca, la verità è un'altra. Gian Galeazzo è stato ucciso. Avvelenato... -
Il salotto della Contessa Maffei
Il salotto Maffei nacque nel 1834 (inizialmente in via Tre Monasteri, oggi via Monte di Pietà) ad opera di alcuni intellettuali, primi fra tutti Tommaso Grossi e Massimo d'Azeglio, che frequentavano la casa di Clara e di suo marito Andrea Maffei. Grazie all'ampia rete di conoscenze del conte Maffei e all'ospitalità della padrona di casa, i più noti artisti, letterati, compositori e patrioti del Risorgimento (fra cui Francesco Hayez, Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Giovanni Prati, ma anche Honoré de Balzac e Franz Liszt) vi trascorsero memorabili serate a discutere di arte e di letteratura. Il salotto ebbe anche una considerevole importanza politica e la sua ""voce"""" contribuì all'unificazione nazionale. Raffaello Barbiera (1851-1934) - che è stato testimone in prima persona dell'ultimo periodo di vita del salotto, che ha frequentato assiduamente - pubblica il suo libro nel 1895, nove anni dopo la morte della contessa, ed è subito un grande successo editoriale, rappresentando uno dei pochi contributi organici sulla storia e la vita quotidiana che si svolgeva a casa Maffei e sul significato culturale e sociale della società milanese (fra il 1834 e l'86) che le ruotava intorno e di cui era espressione."" -
La principessa rivoluzionaria. Cristina Trivulzio di Belgiojoso
Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871), una donna straordinaria. Di lei è stato scritto tutto e il contrario di tutto. Per questo, il ritratto sereno ed equilibrato che affiora dalle pagine eleganti di Henry Remsen Whitehouse, ricoperte dalla patina sottile di oltre un secolo, risulta più affascinante che mai. Famosissima in vita, non solo in Italia, celebrata dopo morta per decenni, grazie al suo apporto alla causa dell'Unità d'Italia, è da tempo quasi sconosciuta (a Milano è oggi ricordata con una via periferica). Eppure la sua ricchezza (era discendente di una delle famiglie storiche dell'aristocrazia milanese), la sua bellezza, il suo coraggio (fu editrice di giornali rivoluzionari e molte sue opere sono incentrate sugli anni della Prima guerra d'indipendenza) e l'anticonformismo che molto spesso la caratterizzarono furono a lungo sulla bocca di tutti, ben fuori dai confini milanesi. ""Foemina sexu, ingenio vir"""" (donna per il sesso, uomo per le capacità), fu detto di lei per descrivere la sua figura di attivista e intellettuale in un mondo dominato da maschi: ma Cristina Trivulzio fu una donna vera, fino in fondo, e quell'aforisma non le rende giustizia."" -
Il giro di Milano in 80 misteri. Storie d'altri secoli nella città di domani
A Milano c'è una seducente dama velata che di sera gira intorno al Castello. Le streghe svolazzano davvero, in certe notti. Ci sono labirinti segreti e scheletri che prendono vita. E poi, il fantasma di Antonietta, grande amore del ¬Foscolo, i fossili in piazza del Duomo, il discepolo ""inventato"""" di Leonardo, la maledizione di ¬Palazzo Marino, draghi, diavoli e mostri vari tra le guglie e il cielo... Misteri alla milanese, ottanta, tutti da scoprire. Quella che Giuseppe Tesorio ci propone è un'inso¬lita guida: otto passeggiate sulle tracce di ¬storie insolite, arcani, busillis, curiosità, dettagli, enigmi, ruderi nascosti e inspiegabili, leggende, segreti, fake news d'altri secoli e quel sottile piacere di credere a qualche bufala metropolitana, che fa tanto favola..."" -
Milano. La città e la sua storia. I luoghi, i fatti, i personaggi
Milano ha un centro relativamente piccolo, ideale per passeggiare tra i ricordi della sua storia. I saccheggi, le guerre, le ricostruzioni e la compulsione al rinnovamento - che rappresenta l'anima dei suoi abitanti - hanno portato alla scomparsa e alla commistione di tante testimonianze: inglobata dentro un bistrot c'è una torre della Porta Ticinensis, di fianco a un McDonald's ecco un fregio celtico, una villa Liberty si confronta con un grattacielo di 200 metri, una torre medievale svetta tra case di ringhiera ottocentesche... Questo volume unisce i luoghi dove la storia è passata ai personaggi che l'hanno costruita, raccontando fatti, aneddoti, curiosità, che si leggono come un romanzo. -
El Navili 2020. Con Libro
L'autentico almanacco meneghino: curiosità storiche, modi di dire, ricette tipiche oltre a suggestive fotografie d'epoca dei Navigli del Milanese (2 per mese) accompagnano il cultore della Milano che fu, giorno dopo giorno. In abbinamento a El Navili 2020, un appassionante volume, riccamente illustrato, dedicato alla storia, alla cultura e alle tradizioni del capoluogo lombardo. -
Canzoni popolari milanesi
La canzone popolare si identifica quasi sempre con la cultura più semplice ma anche più generalmente accettata e riconosciuta come tale di una comunità. ""Canta, che ti passa"""" dice un adagio molto diffuso nella lingua italiana colloquiale; e (anche) i milanesi, per non pensarci, hanno cercato di esorcizzare, con le canzoni, le situazioni più intense e drammatiche, a volte tragiche, ogni tanto grottesche, della storia e della loro vita privata. E così, questa antologia ci regala una galleria di sentimenti, di stati d'animo, di umori, quasi sempre colti in un particolare momento storico, dal Risorgimento agli anni Settanta del secolo scorso. A inframmezzare testi, musiche e commenti, curati dal musicologo Luigi Inzaghi, ci sono gustosissimi racconti di vita vissuta - che prendono man mano spunto dalle canzoni - del """"Gufo"""" Roberto Brivio.""