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Trentino
Questo è il primo volume di una nuova collana che intende descrivere un territorio (sia esso comune o provincia o regione o zona più o meno ampia) da un punto di vista enogastronomico. Parte essenziale sarà la ricerca delle risorse naturali del territorio stesso e della fantasia con la quale le stesse sono state valorizzate nel corso di molti decenni. La cucina del Trentino è molto legata alla propria tradizione ma, come sopra detto, è anche innovazione. Quando leggiamo ""La cucina trentina"""" dei coniugi Bauer (fonte principale della tradizione enogastronomica del Trentino) e frequentiamo ristoranti vari del territorio, possiamo capire, oltre che gustare, l'importanza dell'innovazione che le nuove generazioni hanno portato nell'attuale gastronomia. La base comune rimane sempre legata, per esempio, ai canederli, agli strangolapreti, all'orzetto, a vari tipi di gnocchi, alla polenta e funghi, alla torta di patate, allo strudel... È bello lasciarci guidare dai prodotti delle stagioni. In primavera, per esempio, mangiare i famosi asparagi bianchi di Zambana, in estate i meravigliosi dolci ai frutti di bosco, in autunno e in inverno le buonissime zuppe e i piatti di carne della ricchissima varietà di prodotti tipici che il Trentino offre. Sarà importante conoscere il territorio per gustare le specialità tipiche di ogni località."" -
Pani pizze focacce senza glutine
Marco Scaglione è ritenuto uno dei migliori e più importanti comunicatori dell'alimentazione ""senza glutine"""". Pioniere nella ricerca per trovare risoluzione alla necessità di dare un cibo adeguato ai celiaci e a quanti, comunque, che soffrono di varie allergie ad alimenti ben specifici, in questo volume affronta e risolve molti problemi legati alla panificazione e affini. Insegna a preparare da sé pani, pizze e focacce e altre leccornie per tutti i giorni e per tante occasioni speciali. Sarà facile, per chi abbia voglia di imparare, realizzare quanto è necessario per sé e per qualunque tavola."" -
Stelle rosse a Milano. 5 giornate di fuoco
Il romanzo dipinge un vivace periodo storico della metropoli lombarda, il 1848, foriero di tante conseguenze per i futuri destini d'Italia e d'Europa. Un filo attraverso la Storia lungo centocinquanta anni finalmente si dipana e si ricompone in un romanzo intenso, nel quale si mescolano in un connubio avvincente primi fermenti socialisti, arditi piani insurrezionali mazziniani, federalismo e dialetto milanese. Il racconto di un immaginario protagonista, Ambrogio Sacchi, martire della libertà e dell'indipendenza, le cui memorie sulle Cinque Giornate (18-22 marzo 1848) solo ora vengono rese pubbliche da un discendente. -
Ero un Balilla
L'autore fa conoscere al lettore, grazie ai suoi personali ricordi incisi nella mente, come si viveva a Milano e in Lombardia in tempo di guerra. Lo fa in tono familiare, utilizzando il linguaggio di un ragazzino, il Balilla di allora, senza esprimere giudizi, senza approfondire i lati politici. I ricordi si estendono fino all'immediato dopoguerra e presentano un'Italia ferita, ma con tanta voglia di ricostruire. -
Il lavoro debilita l'uomo. Scritti e discorsi a favore del tempo libero
La nostra società è schiava di un falso mito, quello del lavoro, che in realtà è una maledizione facilmente neutralizzabile dai progressi della tecnica, se solo l'uomo lo volesse davvero. Siamo tutti prigionieri di un'illusione: che il denaro sia un bene reale e che per ottenerlo si debba per forza passare dal giogo delle banche. Alfred Richard Orage ci spiega che in realtà le cose non stanno affatto così, e ci avverte che ""nel divario tra Prezzi e Redditi c'è abbastanza polvere da sparo da far saltare per aria qualsiasi parlamento democratico""""."" -
Dall'Arno all'Adda. Il tragico destino del capostazione di Morbegno, vittima della Liberazione
La vicenda risale alla fine della Guerra Civile, o Resistenza, che, seguita all'istituzione della Repubblica di Salò da parte di Mussolini dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, culminò con la Liberazione il 25 aprile. Molto è stato scritto e detto su quel sanguinoso periodo della storia italiana, e ancora oggi se ne parla, a proposito e a sproposito. Questa breve biografia non vuole essere l'apologia di una scelta politica piuttosto di un'altra; né tanto meno un revisionismo storico. Semplicemente è il racconto, corredato dal contesto storico necessario per meglio capire il pathos di quei terribili giorni, della tragica vicenda di un uomo trucidato (come tanti altri) non perché reo di crimini commessi, e in tal caso giustamente perseguibile, ma solo perché fascista. Anche se il suo lavoro era consistito non già nel dar la caccia ai partigiani sulle montagne e ammazzarli, ma solo nel dirigere una stazione ferroviaria e fischiare la partenza dei treni. -
Ave Maria per l'ebreo Vita Finzi. La resistenza a Ferrara 1944-1945
Il racconto si svolge sullo sfondo della guerra di liberazione a Ferrara, e include alcune scene retrospettive, tra cui un autentico cammeo in un sanatorio degli anni venti. È evidente in tutta l'opera l'esigenza di un puntiglioso rispetto della realtà storica: lo testimoniano il ritrovamento delle carte sull'attività antifascista del padre e i ricordi personali dell'autore. D'altro canto, la ricostruzione fantastica degli avvenimenti e dei dialoghi rende avvincente l'intreccio narrativo. L'autore manifesta con semplicità la personalità degli uomini e delle donne, senza sconti sulle ambiguità e connivenze nei comportamenti sotto l'oppressione culturale fascista. Il tutto, senza assumere posizioni preconcette, moraliste o retoriche. -
Le sei meraviglie del Centro America
Un viaggio lungo tutta la fascia del Centro America attraverso immagini e storie di vita di un passato e di un presente che si fonde in una miscellanea di colori e suoni. -
Fantasmi pieni di sonno
Periferie desolate, sature di campagna. Locande misteriose. I ricordi - quanto credibili? - di una donna, vittima della follia, sullo sfondo di una Milano gotica. Un giovane insegnante di matematica e i suoi tortuosi percorsi. Sono alcuni dei personaggi e delle situazioni che animano questi racconti, diversi nei toni ma strettamente connessi tra loro dall'ispirazione di fondo e da alcuni temi ricorrenti la labilità del confine tra sonno e veglia; il vuoto che sembra nascondersi nelle cose , così da delineare un percorso di vita, oscillante e sghembo come tutti i percorsi di vita. -
Grissina. Nonna non mi aveva detto che era un giocatore di hockey
La partita Juve-Inter del 26 aprile 1998, col famoso fallo impunito su Ronaldo, fece arrabbiare tutti i tifosi interisti. Tra questi una vecchia signora svedese, da tempo in Italia, che aveva iniziato a delizie e dolori del tifo calcistico la nipote e i suoi amici. Sdegnata, la vecchia signora, sfogò ira e delusione scrivendo dei racconti di fantasia su fatti e personaggi del calcio, abbandonando per protesta il tifo attivo. I racconti vengono ritrovati dalla nipote dieci anni dopo in un baule arrivato dalla Svezia. Kristina apprende che la nonna era in realtà un nonno: a suo tempo promettente giocatore di hockey su ghiaccio. Dal magico baule esce una girandola di sorprese che scuote la povera ragazza come la centrifuga di una lavatrice. Certezze e ricordi di un'infanzia felice appaiono ora solo un inganno. Ma Kristina non tradisce sua nonna: traduce per noi i fantasmagorici racconti dallo svedese, con l'epica lotta dei giganti interisti contro le forze del male, e ritrova il suo equilibrio nel saggio umorismo di nonna. O nonno. -
All'insegna del Buon Corsiero
Nella locanda ""Al Buon Corsiero"""" si preparano i festeggiamenti per il matrimonio della figlia del proprietario, Mirandolina, quando arriva inaspettata una giovane Marchesa diretta a Parma e, poco dopo, un misterioso Funambolo che deve esibirsi nella piazza del paese camminando sul filo. Alla presenza di quest'uomo quasi diabolico ogni cosa non è più la stessa, il tempo sembra fermarsi, il silenzio prende il sopravvento e tutto appare diverso e stupefacente agli occhi di chi l'osserva."" -
10 febbraio 1947. Fuga dall'Istria
In queste pagine, attraverso, infatti, le peripezie, i drammi, le speranze che hanno avvolto una famiglia originaria di Pola, si vivono i tempi terribili degli ultimi anni di guerra e quelli altrettanto drammatici delle stagioni postbelliche. È, forse, un racconto personale, ma assolutamente simile a quello di migliaia e migliaia di altri istriani, fiumani e dalmati. L'autore è stato un ragazzino che ha vissuto in prima persona l'Esodo da quelle terre italianissime, insieme ai quasi quattrocentomila conterranei che hanno preferito abbandonare qualsiasi cosa possedessero pur di non perdere la propria identità. Su questo argomento sono stati scritti saggi, non sempre accettabili, romanzi, a volte anche emozionanti, e altri generici pamphlet che, tuttavia, non hanno mai saputo descrivere per intero l'intimo sentimento che ha animato quasi tutti quegli esuli che scappavano in patria senza sapere a cosa andavano incontro, ma consci che soltanto l'Italia li avrebbe protetti. Non sarebbe successo proprio così, ma era comunque meglio un campo di raccolta che soggiacere a una ideologia dimostratasi, col tempo, malvagia ed effimera. -
I guerrieri della Mephisto
In un futuro lontano, la terra è diventata uno splendido giardino e l'umanità vive in un continuo stato di guerra. Superati i problemi dell'ambiente, i conflitti causati dall'odio razziale e religioso, la minaccia arriva dal profondo dell'universo. Una nazione aliena minaccia le rotte intergalattiche e la serenità dei terrestri. Il capitano della Marina Spaziale Mark Alexander Ghevor, era considerato un ufficiale mediocre. La sua carriera era stata bruciata da più di un episodio di insubordinazione. Da tempo è relegato in una stazione spaziale, soffocato da un lavoro d'ufficio, mentre il suo sogno è tornare a comandare un'unità di combattimento. Loris Mertel, il suo diretto superiore e compagno di accademia, gli offre un'occasione di riscatto affidandogli il comando della fregata Mephisto, per una missione di salvataggio. L'equipaggio della nave spaziale si trova inaspettatamente ad affrontare una battaglia senza speranza, fra galassie sperdute, sistemi inesplorati e buchi neri, braccato dalla flotta aliena. Riuscirà Ghevor a salvare i suoi uomini e la sua carriera? Risolleverà le sorti del conflitto? -
Made in Italy
Tornai al mio posto, percorrendo il corridoio e ripensai al caso di Lin Ju. Era giunta nel nostro paese attraversando a piedi le frontiere di Cina, Mongolia, Pakistan, Ucraina, Austria e Italia. Lin Ju era l'epigono di una lunga tradizione. L'antico popolo dell'oasi di El Fayyum aveva trasformato in arte l'abitudine dei pastori nomadi di restare in silenzio per lunghi mesi. Al fine di non perdere l'uso delle parole e, soprattutto della ragione, trascorrendo gran parte della vita in mezzo al deserto e al bestiame, i nomadi avevano messo a punto alcune tecniche per mantenere in esercizio i centri del linguaggio, senza emettere suoni. In effetti, le condizioni climatiche e il temutissimo vento del Sahara imponevano labbra serrate e occhi bassi. Era così sottile la sabbia da provocare abrasioni incurabili anche con impacchi di erbe magiche, praticati dalle tribù di Tangeri. La tradizione del Silenzio affondava le radici nell'antichissimo Egitto. In origine, il suo nome fu Horo o Arpocrate, dalle sembianze di falco. Era stato sulle gambe di Iside che gli aveva donato la veste ricamata di occhi e di orecchie. Si narrava che avesse appreso l'arte del Silenzio dallo sciame delle api di cui Iside era Regina e protettrice. -
Le aquile della steppa
"Le Aquile della steppa"""" nella prima versione stampata, tra il 1905 e il 1906, su quel mitico """"Giornale per tutti"""" che è """"Per terra e per mare"""", edito dal tedesco Donath, attivo in quel di Genova, e diretto dal """"Capitano"""" Emilio Salgari (eccezion fatta per alcuni numeri alla fine del rapporto professionale). Dove ci portano """"Le Aquile della steppa?"""" Difficile dirlo, perché è difficile fare il punto della situazione a livello storico e anche geocritico. Dovremmo essere quasi 'in presa diretta', nella seconda metà del XIX secolo, in una regione estesa dell'Asia centrale, l'ex Turkestan: una sorta di ponte fra Occidente ed Oriente, fra le popolazioni assoggettate ai russi tra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta e quelle che ancora resistono all'""""avida zampa dell'orso moscovita"""" a metà degli anni Settanta, nutrendo un po' tutte """"vecchi rancori contro gli occidentali"""". D'altro canto, fin dall'inizio, si avverte l'insorgenza, non così implicita, di un Oriente altro, quasi da Mille e una notte; un Oriente più infingardo che lirico, un Oriente che cela pericolose trappole dietro i suoi cantori. Ma l'importante è che anch'esso sostenga un canovaccio narrativo con classica 'storia d'amore a ostacoli': lei, quasi ancora una bambina, è rapita, lui, per riaverla, ne passa di tutti i colori." -
Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille
"Sento che in quelle isole vi sono prigioni orribili. Il Re di Napoli vi tiene chiusi i prigionieri di Stato; e le famiglie che ve ne hanno qualcuno dicono: 'Meglio i morti'."""" """"Marsala, 11 maggio. Siedo sopra un sasso, dinanzi al fascio di armi della mia compagnia, in questa piazzetta squallida, solitaria, paurosa. Capitano Ciaccio, da Palermo, piange come un bambino dall'allegrezza: io faccio le viste di non vederlo.""""" -
Edwina. Contessa di Mountbatten di Burma
Affascinante, elegante, totalmente anticonvenzionale, Edwina Mountbatten fu la contessa dei contrasti: una multimilionaria che professò il socialismo e una repubblicana che divenne Viceregina d'India. Scandalizzò la società del tempo con le sue molteplici passioni amorose ed infine con la sua storica relazione con Nehru, Primo Ministro d'India. ""Gli dei ti diedero la bellezza e una grande intelligenza, grazia, fascino e vitalità"""" dirà di lei Jawaharlal Nehru. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, abbandonando il suo brillante stile di vita, stupì nuovamente il mondo dedicando tutta se stessa ai rifugiati, ai feriti di guerra nei vari ospedali, ai diseredati dei villaggi indiani e di parte dell'Oriente. Viaggiò incessantemente fino alla sua prematura, tragica morte nel 1960."" -
La protezione del patrimonio artistico italiano nella RSI (1943-1945)
Il libro raccoglie nel modo più sobrio ricerche d'archivio e testimonianze attinenti i beni artistici e culturali italiani, rimasti esposti per i cinque anni di guerra al terrorismo aereo nemico contro l'Italia e per quasi due anni, da Napoli alla Toscana, al rischio di preda per saccheggio o distruzione in conseguenza a devastazioni belliche e a razzie militari o civili. Il testo documenta la messa in sicurezza finalizzata al completo recupero, con ritorno alle naturali sedi di studio, dei tesori dello Stato italiano. Per la rilevante parte di essi, in particolare opere d'arte toscane e l'oro della Banca d'Italia, fu organizzato un forzato trasferimento in Alto Adige, le carte d'epoca ragguagliano anche su imprevisti e contrasti tra Autorità competenti. La conclusione è un riassunto di come e da chi sono stati salvati dai rischi della guerra e della sconfitta i tesori appartenenti all'Italia e, dovendoli radunare e proteggere, posti in territorio a ridosso del confine del Brennero, esposto a rivendicazioni ma sempre italiano e tale riconosciuto dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947. -
L' Italia nel ventennio (1919-1938). Vol. 2: Il regime.
Continua, in questo volume, la cronaca degli avvenimenti italiani dopo le estenuanti trattative della Conferenza di Versailles e dopo le difficoltà incontrate dall'Italia nel raggiungere quell'intesa politica capace di assicurare stabilità e pace sociale al Paese. L'ascesa di Mussolini al governo, l'opposizione, le lotte parlamentari e l'Aventino occupano buona parte del volume che sviluppa il suo contenuto attraverso lo scorrere delle vicende ialiane sotto il regime dalla guerra d'Etiopia, all'intervento nella guerra civile spagnola, alle leggi razziali e all'alleanza con la Germania. -
La Milan del missée Romeo (La Milano di nonno Romeo)
Uno scatolone nell'angolo di una stanza, aprirlo e scoprirvi... il mondo. Visto con gli occhi di una persona cara. Andrea Pedrinelli scova decine di foto scattate da suo nonno, Romeo Bosisio, lavoratore perbene con la passione di immortalare paesaggi, atmosfere e volti: e viene catapultato nella Milano anni '50. Fra la neve e la nebbia, il Luna Park e le cascine, Einaudi alla Fiera e i picnic sul tetto del Duomo. Le sottopone a Roberto Marelli, storico ineguagliato della cultura meneghina adattando parole che fossero giuste per le foto: in una corposa e approfondita ricerca fra poesie e prose dedicate, nel tempo, a Milano. Così che oggi possiamo insieme rendere ancora più corposo il dolce bianco e nero dei ricordi, unendovi il technicolor della fantasia: quella dei grandi che hanno scritto della nostra città, e delle loro idee riscoperte e messe a nuovo da Marelli.