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Personaggi biblici attraverso il Midrash
"Da bambino leggevo questi racconti biblici con uno stupore misto ad angoscia. Immaginavo Isacco sull'altare, e piangevo. Vedevo Giuseppe principe d'Egitto, e ridevo..."""". A questo stupore e a questa angoscia Elie Wiesel fa partecipare i lettori di queste pagine. A partire dalle fonti bibliche e attraverso le leggende del Midrash, parla di alcuni grandi personaggi della Bibbia e riscopre il senso della loro storia con una interpretazione poetica e al tempo stesso problematica. Adamo, Caino e Abele, Abramo e Isacco, Mosè, Giobbe sono qui rievocati nella densità della loro umanità, nel significato della loro vita, nella perenne attualità del loro messaggio." -
Scacco perpetuo
"In quel momento, la partita poteva essere patta per scacco perpetuo. In quel momento, se i bianchi muovevano il cavallo avrebbero vinto. I bianchi avevano la scelta tra due mosse, le ultime"""". Nel ghetto di Vilnius si gioca una partita la cui posta è la vita o la morte. Ma scegliere la vita significa perdere la partita, significa abdicare totalmente ad ogni sorta di resistenza individuale, e Isaac e i suoi fratelli, i figli di Avraham Lipman, sanno che la vita non può essere merce di scambio quando è in gioco la propria dignità, quando è ancora possibile avere la scelta tra """"due mosse"""". Meras, con uno stile limpido, implacabile e di grande forza poetica erige un monumento agli ebrei di Vilnius che lottarono con disperato coraggio per la propria dignità e per quella del proprio popolo." -
Enoch e la sapienza celeste. Alle origini della mistica ebraica
Il libro è dedicato a una delle più affascinanti leggende dell'ebraismo: quella di Enoch, già citato nella Genesi in relazione al suo rapimento divino (""Poi ... non fu più perché Dio l'aveva preso""""), ed esaltato nella vasta letteratura posta sotto il suo nome come depositario d'un sommo sapere celeste. Grazie alle rivelazioni dell'angelo Uri'el, signore delle stelle, contemplò infatti tutti i segreti del cosmo, oltre a visitare meravigliosi reami paradisiaci e ad ascendere in sogno ai palazzi della dimora divina. Tutto ciò è narrato nel Libro di Enoch, celebre apocalisse apocrifa giudaica di cui il presente saggio esplora la trama simbolico-esoterica. Il lavoro comprende anche la prima traduzione italiana della versione greca del Libro dei Vigilanti (la sezione più nota del Libro di Enoch) e le relative note esplicative e filologiche."" -
Yiddish. Lingua, letteratura e cultura. Corso per principianti
Lo yiddish è stata la principale lingua degli ebrei europei e l'espressione più autentica del carattere essenzialmente europeo dell'ebraismo degli ultimi duemila anni. Pur nascendo come lingua neo-germanica, lo yiddish si è caratterizzato immediatamente anche come lingua ebraica: è scritta infatti in caratteri ebraici e dalla tradizione religiosa deriva la sua importante componente ebraico-aramaica. Queste due caratteristiche, l'essere contemporaneamente europea ed ebraica, sono l'emblema dell'ebraismo fino al XX secolo. Parlato in Europa orientale da dodici milioni di persone prima della seconda guerra mondiale, oggi lo yiddish è scomparso dall'Europa insieme a coloro che lo parlavano. Lo yiddish non è più la lingua di un popolo, ma molti ancora lo parlano. Nei circoli ultraortodossi di New York e Gerusalemme un milione circa di persone parlano lo yiddish come prima lingua. -
Paul Celan
In Bucovina, provincia orientale dell'ex impero austro-ungarico, nacque nel 1920 Paul Celan, poeta ebreo di lingua tedesca, considerato uno dei massimi lirici del XX secolo. A Czernowitz, capitale della Bucovina, divenuta romena nel 1919, trascorse l'infanzia e gran parte della giovinezza. Durante l'occupazione nazista subì l'internamento in un ghetto e in un campo di lavoro, ma la ferita insanabile fu la deportazione e l'assassinio dei genitori. Con la fine del conflitto mondiale e l'annessione della Bucovina settentrionale all'Ucraina le condizioni di vita degli ebrei sotto il regime comunista s'inasprirono nuovamente. Trasferitosi nel 1945 a Bucarest, vi rimase due anni, tra i più felici e fecondi della sua turbolenta esistenza. Giunto clandestinamente in Austria, soggiornò alcuni mesi a Vienna. Nel luglio del 1948 emigrò a Parigi, dove morì suicida nel 1970. Sulla base di un lavoro di ricerca e di documentazione durato vari anni, Israel Chalfen ripercorre con rigore e fedeltà la prima metà della vita di Celan, la sua dolorosa vicenda umana e intellettuale, risalendo alle radici culturali che ispirarono e permearono la sua densa produzione lirica. -
La Repubblica Sociale Italiana a Desenzano: Giovanni Preziosi e l'ispettorato generale per la razza
L'Ispettorato generale per la razza venne creato da Mussolini nel marzo 1944, col compito di intensificare le campagne antiebraica, razzista in genere, antimassonica. Il dittatore nominò Ispettore generale per la razza Giovanni Preziosi, decano degli antisemiti italiani. L'Ispettorato ebbe sede nel comune di Desenzano del Carda e fu attivo fino all'aprile 1945. Questo volume contiene le relazioni presentate all'omonimo Convegno di studi, tenutosi a Desenzano il 27 gennaio 2007, ""Giorno della Memoria"""", e organizzato dal Comune di Desenzano del Garda e dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Cdec di Milano, mossi dal desiderio di conservare memoria e sviluppare le conoscenze sull'Ispettorato e su Preziosi. Il volume contiene saggi di Gaetano Agnini, Francesco Cassata, Francesco Germinano, Liliana Picciotto, Mauro Raspanti, Marino Ruzzenenti e Michele Sarfatti, che trattano temi quali la politica antiebraica della Repubblica sociale italiana, l'attuazione in provincia di Brescia, l'attività dell'Ispettorato generale per la razza nel 1944-1945, il pensiero e gli scritti antisemiti di Preziosi, la sua collocazione nel contesto dell'antisemitismo italiano. Per oltre dodici mesi Preziosi e l'Ispettorato incrementarono la propaganda e l'elaborazione antiebraica della Repubblica sociale italiana, fornendo un retroterra importante e necessario alle parallele azioni di arresto e deportazione degli ebrei."" -
Ricordi della casa dei morti e altri scritti
Luciana Nissim Momigliano, partigiana ebrea, viene arrestata e deportata ad Auschwitz-Birkenau, insieme a Primo Levi e Vanda Maestro, con il trasporto che parte da Fessoli il 22 febbraio 1944. Sopravvissuta, nel 1946, subito a ridosso della liberazione, pubblica la sua testimonianza ""Ricordi della casa dei morti"""", uno dei primi scritti sulla realtà dei campi nazisti. Questo volume, che esce a dieci anni dalla scomparsa di Luciana Nissim Momigliano, riprende il testo pubblicato nel 1946 e mai più edito autonomamente, arricchito da uno scritto autobiografico della Nissim sulla sua famiglia e da alcune lettere inedite scritte prima e dopo la liberazione a Franco Momigliano, noto economista e partigiano, a cui la Nissim si unirà in matrimonio nel 1946. Il volume contiene un ricordo di Trude Levi, compagna di Luciana nel campo di Lichtenau, da una prefazione di Gianni Perona, da una introduzione di Alberto Cavaglion e da uno studio sulla specificità della deportazione femminile e sulla figura di Luciana Nissim a cura di Alessandro Chiappano."" -
La lunga strada dal Reno al Giordano
Lunga è la strada di un ragazzo nato sulle rive del Reno in Germania. Con l'avvento del regime nazista, la famiglia si trasferì a Milano. Paese nuovo, lingua nuova, nuove persecuzioni. Fu cacciato come ebreo prima dalla scuola tedesca e poi da quella italiana. A 12 anni vide il padre arrestato e deportato in manette come ebreo ""straniero"""", e internato in un campo di Mussolini. Nel '43 cercò di scappare in Svizzera, ma rinunciò al diritto d'asilo perché non volevano lasciar entrare sua madre; in seguito, avvertito da agenti di polizia, trovò rifugio in una catapecchia alle porte di Milano e andò a vendere pennelli ai clienti di suo padre. Dopo la guerra rifiutò di """"tornare alla normalità"""", e """"salì"""" in Israele per partecipare alla fondazione di un kibbutz, dove visse per 40 anni facendo il vignaiolo e il pastore, il tesoriere e l'insegnante. E a 60 anni cominciò una nuova vita."" -
L' angoscia di re Salomone
Salomone Rubinstein, un ricco ebreo polacco che in Francia è diventato il re della confezione in serie di pantaloni, si ritira dagli affari e fonda la S.O.S. Benevoli. Si tratta di un'associazione umanitaria per alleviare le sofferenze del prossimo e che accoglie anche gli appelli telefonici di quanti hanno urgente bisogno di aiuto: perché versano in ristrettezze finanziarie o sono malati o si trovano in difficoltà di ordine morale. All'inizio gli angosciati sono due: il vecchio Salomone Rubinstein e il giovane Jean, dalla faccia, ma solo, poco raccomandabile, che si arrangia come può aggiustando di tutto. L'incontro tra i due è ""storico"""": Jean viene assunto da Salomone per recarsi """"sui luoghi"""", cioè in casa di coloro che, per i motivi più disparati, si rivolgono alla S.O.S. Benevoli. Ed ecco, tra costoro comparire Coro Lamenaire, un ex cantante di canzoni """"realiste"""", e un tempo amica di Salomon; una signora sessantacinquenne, ma ancora pimpante, che non riesce a dimenticare il suo passato di donna amata e applaudita. Su questo triangolo, tra Salomone, Jean e Coro, si costruisce la storia fatta di umorismo e angoscia ma che tuttavia, nel finale, si apre a un dolce sorriso di speranza."" -
Lettere dall'esilio. Carteggio (1933-1973)
Uno sguardo superficiale alle opere di Gershom Scholem e Leo Strauss condurrebbe alla conclusione che non esiste uno stretto rapporto tra i due autori: infatti, che cosa potrebbero avere da dirsi lo storico delle religioni studioso della Kabbalah e il filosofo della politica che ha elaborato la teoria della scrittura reticente? In verità, Scholem e Strauss - nati in una Germania che si sarebbe avviata alle tragedie delle guerre mondiali e del nazismo - hanno condiviso molte vicende e inquietudini, simbolicamente rappresentate da tre città: Berlino (la cultura tedesca), Atene (la filosofia), Gerusalemme (l'ebraismo). Pensatori originali ed eterodossi, sempre sulla frontiera tra filosofia e religione, tra storia e politica, le loro lettere - che testimoniano un'amicizia e uno scambio intellettuale attraverso cui diventano leggibili molte vicende che hanno caratterizzato il Novecento - parlano di un esilio che non è solo politico o sociale, ma intrinseco alla condizione dell'uomo moderno che vive nell'epoca ""del non più e del non ancora""""."" -
Rifugio
1973: guerra del Kippur. A Haifa lontana dal fronte, prigioniera del coprifuoco, non è solo la paura che dilaga alle notizie trasmesse dalle radio sempre accese. Per coloro che, arabi ed ebrei, lottano da sempre per i diritti dell'altro con fede incrollabile nel marxismo, a deflagrare sono anche le contraddizioni. Sami Michael, senza censure o partigianeria, ne focalizza i punti nevralgici. Attraverso i vari personaggi, israeliani e palestinesi, e le loro storie intime, offre al lettore la chiave per comprendere la realtà complessa di un mondo che i mass media troppo spesso semplificano in una visione piatta e manichea. Un romanzo in cui emergono le molteplici sfaccettature delle ragioni dell'una e dell'altra parte senza che gli antagonismi oscurino l'umanità di chi vive accanto a noi. -
Quest'anno a Gerusalemme. Gli ebrei italiani in Israele
A sessant'anni dalla nascita dello stato di Israele, e a cento dalla nascita del sionismo, l'autore ha deciso di interpretare il fenomeno attraverso le storie di coloro che, con la loro volontà di vivere in Israele, lo hanno personalmente realizzato. Il volume raccoglie le storie di una trentina di ebrei italiani che, dagli anni trenta ai novanta del secolo scorso, hanno fatto ""aliyà"""", sono diventati israeliani. Il sionismo, una parola che a intervalli regolari corre il rischio di diventare una parolaccia, vive in queste pagine della sua vera luce. Il libro contiene un saggio storico di Vittorio Dan Segre."" -
Angeli e uomini
Nella nostra società, scettica e disincantata, gli angeli continuano ad affascinare. Essere invisibili e vicini all'uomo, creature di Dio che rivelano la Sua presenza, essi fanno vibrare il nostro mondo all'unisono con una realtà più alta. Si ritrovano in tutte le tradizioni monoteistiche, ma è nella Bibbia ebraica che rivelano innanzitutto il loro volto misterioso e familiare. Catherine Chalier ne rivisita i grandi episodi - gli ospiti di Abramo, la voce del roveto ardente, ma anche colui che lottò con Giacobbe o l'accusatore di Giobbe. Oltre la loro apparente diversità, ciascuno di questi episodi illumina l'uomo su se stesso e sul senso della sua finitezza. Dall'angelo annunciatore all'angelo distruttore, sono tutte figure che introducono al faccia a faccia con l'Altro divino. La Chalier offre una molteplicità di letture, razionaliste, etiche o mistiche, che vanno dai saggi del Talmud a Filone Alessandrino fino a Maimonide, lo Zohar e i maestri chassidici, guidando il lettore in questo viaggio attraverso la tradizione ebraica sulle tracce degli angeli. -
C'era una volta una famiglia
"All'inizio degli anni cinquanta, nello Stato d'Israele nacque un nuovo paese, il paese di qua. In questo paese vive un popolo estraneo che viene dalla terra di là. I suoi abitanti sono giunti qua contro la loro volontà; uniche loro proprietà: una lingua straniera, strane usanze, ricordi e incubi. Dopo il caos della terrà di là, si imposero il compito di dare vita a una nuova creazione, e costruirono un nuovo mondo. Nel paese di qua vive anche Helena, mia madre, dopo che era morta nella seconda guerra mondiale, e qua, da sola, mi ha cresciuta. All'inizio degli anni novanta, dopo che mia madre è morta per la seconda volta, si sono riuniti e sono venuti a porgerle un ultimo saluto coloro che ancora erano rimasti nel paese di qua; e riportarono in vita quelli che non c'erano più. E quella terra, che con i suoi morti giace moribonda da ormai molti anni, risuscitò: per sette giorni tornò di nuovo in vita un paese sconosciuto, un paese che mi è stato patria e famiglia. E questa è la sua storia""""." -
Sono stato un numero. Alberto Sed racconta
Questo libro racconta la vita di Alberto Sed dalla nascita ai giorni nostri. Rimasto orfano di padre da bambino, Alberto è stato per anni in collegio. Le leggi razziali del 1938 gli hanno impedito di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 è sfuggito alla retata effettuata nel ghetto di Roma. È stato catturato in seguito, insieme alla madre e alle sorelle Angelica, Fatina ed Emma. Dopo il transito da Fossoli, la famiglia è giunta ad Auschwitz su un carro bestiame. Emma e la madre, giudicate inabili al lavoro nella selezione condotta all'arrivo, sono finite subito nella camera a gas. Angelica, un mese prima della fine della guerra, è stata sbranata dai cani per il divertimento delle SS. Solo Fatina è tornata, segnata da ferite profonde: ha assistito alla fine terribile di Angelica ed è stata sottoposta agli esperimenti del dottor Mengele. Alberto è sopravvissuto a varie selezioni, alla fame, alle torture, all'inverno, alle marce della morte. Ha partecipato per un pezzo di pane ad incontri di pugilato fra prigionieri organizzati la domenica per un pubblico di SS con le loro donne. Dopo essere scampato a un bombardamento, è stato liberato a Dora nell'aprile 1945. Tornato a Roma, superate le difficoltà di reinserimento, ha iniziato a lavorare nel commercio dei metalli e si è sposato. Ha tre figlie, sette nipoti e tre pronipoti. -
Acquario verde
Il libro racconta gli ultimi giorni del ghetto di Vilna e la caccia dei nazisti agli ultimi sopravvissuti. Con uno stile evocativo e poetico Sutzkever crea un mondo primordiale e senza Dio, in cui la prospettiva è tutta rivolta ai perseguitati e alla forza morale che oppongono al male radicale e disumanizzato dei persecutori che viene relegato in un'oscurità indistinta e minacciosa. È la poesia a incarnare le forze umane di salvezza e al tempo stesso è testimone del coraggio di tutti i piccoli eroi senza nome che combattono contro le forze della distruzione. L'acquario verde è il luogo della morte, dove verde può significare il marcio e la stagnazione da una parte, ma anche la possibilità di vita e di rinascita dall'altra. Quando con la forza della poesia l'acquario verde verrà infranto, salteranno i parametri della realtà, ma ciò che fuoriuscirà dall'acquario potrà forse dare vita a qualcosa di nuovo. -
Le leggi razziali antiebraiche fra le due guerre mondiali. Atti del Convegno (Padova, 23-24 ottobre 2008)
A settant'anni dalla promulgazione in Italia delle leggi razziali antiebraiche, un attento riesame di esse e degli effetti, immediati o ritardati nel tempo, che esse ebbero sulle comunità israelitiche è apparso indispensabile onde meglio comprendere quanto in seguito accadde con lo sterminio in atto. Quella legislazione ne costituì in effetti l'indispensabile premessa, creando nel Paese il clima in cui avvenne, a partire dall'8 settembre 1943, la deportazione degli ebrei italiani verso i campi di annientamento. Nel convegno tenutosi all'Accademia Galileiana di Padova nell'ottobre 2008, i cui atti sono qui pubblicati, si è estesa la ricerca anche ad alcuni Paesi europei (Polonia, Ungheria, Bulgaria), nei quali misure antiebraiche furono adottate talora più precocemente, a partire già dagli anni '20, con modalità e tempi diversi a seconda delle politiche dei vari governi e delle caratteristiche delle comunità ebraiche ivi residenti. Come motto del convegno fu adottata una frase singolarmente attuale di Enrico Rocca, ebreo goriziano morto suicida nel 1944: ""Anche la minima limitazione comparativa dei diritti civili crea un'incalcolabile inferiorità. L'uguaglianza sociale, religiosa ed etnica è o non è. Per sua natura, essa è indivisibile come la libertà""""."" -
Una famiglia
Come una pianta che dopo la gelata riesce di nuovo a germogliare, perché ci sono radici che né gli anni né le persecuzioni possono spezzare. È questa la storia dei Ventura, una famiglia della borghesia ebraica italiana chiamata ad affrontare durissime prove tra il 1938 e il 1945. Il destino pare già scritto quando le vicende separano Anna e Luigi consegnandoli a un tragico epilogo. A doversela cavare nell'Italia in guerra rimangono solo i loro quattro figli, quattro ragazzini braccati e costretti a misurarsi con un mondo crudele in cui non è facile capire chi potrà aiutarti e chi invece ti tradirà. Farcela non sarà un'impresa di poco conto, suggellata da un cognome nuovo e da un paese nuovo, e poi da tanti figli, nipoti, bisnipoti che in Israele faranno del fragile arbusto dei Ventura un albero rigoglioso, in cui rivivranno anche Anna e Luigi. Una storia di violenza e dolore, ma anche di amore e speranza, che arriva fino ai nostri giorni. -
Ripristinando antichi amori
Due amanti clandestini, un amministratore di condominio in guerra con il mondo, una giovane e silenziosa cameriera filippina, un agente immobiliare perdutamente innamorato della misteriosa vicina: ecco alcuni dei personaggi che animano il palazzo di Tel Aviv che fa da sfondo a questo splendido romanzo le cui pagine diventano, a poco a poco, pareti sottili che lasciano filtrare voci e rumori, frammenti di vite umane che lentamente, come tessere di un puzzle, si uniscono in un'unica trama fino a disegnare il quadro della vita, fatta di vicende grandi e piccole, di passioni e di dolori, di grandezza e di squallore, fino al sorprendente epilogo. -
Giornate tranquille
Il salone di parrucchiere di Zaytshik è il punto di ritrovo di un piccolo quartiere di Tel Aviv, non solo per la vedova Leale, la manicure che ama Zaytshik, ma anche per i suoi vicini, quasi tutti sopravvissuti alla Shoah. È qui che dopo anni di silenzio cominciano timidamente a raccontare la loro storia. Anche in questo suo nuovo romanzo, premiato da Vad Uashem con il premio Buchman, Lizzie Doron ci parla con lieve umorismo e calda compassione di un dolore che non può passare, della ricerca di un po' di felicità, del tenace aggrapparsi a una vita che a molti non sembra più degna di essere vissuta.