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Il toro delle meraviglie. Il triennio d'oro
A 90 anni dal primo scudetto, il ricordo di un periodo incredibile per tutto il popolo granata. Un periodo in cui viene costruito il nuovo stadio di corso Filadelfia e arrivano in granata fior di campioni, come il Trio delle Meraviglie e tanti altri. Con il Torino che diventa esempio, a livello non solo nazionale, di organizzazione societaria e di spettacolo calcistico, al punto da far scrivere al giornalista Ettore Berra: «Questo, o signori, non è più calcio, ma arte». Il periodo, infine, del grande triennio con due scudetti vinti (uno misteriosamente revocato) e un beffardo secondo posto mentre al Fila sia gli allenamenti, sia le partite davano la sicurezza di spettacoli entusiasmanti. -
Emozione Lazio. Ediz. italiana e inglese
"Emozione Lazio"""": un'opera che vuole narrare di questa bellissima regione percorrendo le strade consolari. Un modo un po' diverso di visitare il Lazio: una regione che suscita profonde emozioni, desideri, ricordi e immagini. In questa terra intere generazioni si susseguirono recitando piccoli e grandi drammi, partecipando da attori e spettatori allo svolgersi imprevedibile degli eventi. Scomparsi i figuranti restano gli abiti di scena, gli arredi e le quinte dello spettacolo. Nel volume vi sono oltre 200 immagini a colori che comprendono cartoline d'epoca, riproduzioni di vecchie stampe e disegni realizzati appositamente. Nelle ultime pagine le schede riepilogative delle diverse epoche storiche che hanno attraversato il Lazio." -
Il vento non può essere catturato dagli uomini. Da Venezia all'Himalaya, una storia sherpa
Una storia che parte dalla laguna di Venezia, passa dalle Dolomiti e giunge in Himalaya. La storia di un viaggiatore-alpinista, del suo andare, poi ritornare e raccontare. Una narrazione che ha per denominatore comune il mondo sherpa, ma che spazia tra Medio Oriente, Oceano Indiano e Stati Uniti d'America, tra fatti dimenticati o noti a pochi, memorie famigliari, esperienze alpinistiche, personaggi conosciuti e sconosciuti. Per mostrarci il luogo cui apparteniamo o aiutarci a cercarlo dentro di noi. Prefazione di Fausto De Stefani. -
Speed. 7 ore che hanno cambiato la mia vita
Ueli Steck è stato un alpinista d'eccezione. La sua impresa più spettacolare è la trilogia delle pareti nord per eccellenza - Eiger, Grandes Jorasses e Cervino - salite a tempo di record lungo le vie classiche per l'Eiger e per il Cervino, ma per una via ancora più impegnativa (la Colton-Mclntyre) nel caso delle Grandes Jorasses. Che cosa spingeva Steck a ricercare la massima perfezione del gesto atletico e della tecnica alpinistica, oltre alla preparazione psico-fisica necessaria a realizzare queste ascensioni? Steck ci schiude le porte del suo mondo affascinante con racconti avvincenti e lunghi confronti personali con le leggende dell'alpinismo, Reinhold Messner, Walter Bonatti e Christophe Profit. -
L' altra faccia della mia persona. Storie di vette e alpinisti
Nel centenario della nascita di Massimo Mila, torna la riedizione della ""Storia dell'Alpinismo Italiano"""", scritta dal musicologo ed esperto alpinista, membro del Club Alpino Accademico, in occasione del centenario del CAI. Per dirla con le sue stesse parole: """"a ripercorrere d'un solo ampio sguardo retrospettivo e circolare tutta la lunga catena, la ghirlande degli italiani che hanno lasciato brandelli di pelle e qualche volta la vita, così, per un'affermazione della propria volontà, per l'esplicazione di energie irrefrenabili, per il piacere d'intensificare la vita nella fatica e nel rischio disinteressato, è una galleria meravigliosa di tipi fuori serie, quella che ci viene incontro...""""."" -
La lunga notte di Shackleton
Ernest Shackleton, l'esploratore polare più amato e seguito dal pubblico nei primi lustri del Novecento, è tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni. Nuovi libri e un film di successo sono stati dedicati alla sua spedizione del 1914-1917 - con la nave Endurance - che fallì e rischiò di volgere in tragedia, ma che grazie a un'azione di incredibile audacia si trasformò nella più straordinaria storia di salvataggio di tutti i tempi. La lunga notte di Shackleton ripropone il personaggio di Shackleton attraverso gli episodi più noti della sua vita e quelli più trascurati o addirittura sconosciuti - la traversata dell'Oceano Antartico in scialuppa scoperta e il superamento delle montagne della Georgia Australe, ma anche l'ascensione del Monte Erebus, il legame con i suoi uomini e la rivalità con Robert Scott - ponendolo a confronto con gli altri protagonisti delle esplorazioni polari dell'era eroica. -
Straordinarie escursioni. 70 avvincenti itinerari in Piemonte e Valle d'Aosta
70 avventure straordinarie che portano fino a 3000 metri tra panoramiche vette circondate da ghiacciai, con paesaggi mozzafiato, rese agevoli grazie a Taxi-fuoristrada autorizzati. Scoprire cave dismesse e antiche miniere, che raccontano i segreti di un remoto passato. Entusiasmanti itinerari incredibili tra incantevoli boschi, splendenti laghi, cascate stupefacenti, ed escursioni sorprendenti. Passeggiate affascinanti su sentieri aerei e punti panoramici indimenticabili. Giornate memorabili da vivere con la famiglia o con gli amici più cari, nel silenzio delle montagne a contemplare l'immensa bellezza. Itinerari in Piemonte e Valle d'Aosta completi di fotografie, descrizioni dettagliate dei percorsi con dislivelli, tempi di percorrenza ed eventuali difficoltà, corredati da carte topografiche dell'Istituto Geografico Centrale. -
Attorno al fuoco. Leggende delle terre alpine
La prima parte del volume spazia sul miscuglio dei temi prevalenti, dall'improbabile al reale, dal sacro al demoniaco, dal miracolo consolante all'enigma che brucia; la seconda, invece, suddivisa in sei capitoli o ""lezioni"""", dà voce agli opposti coesistenti in ogni racconto: bene/male, luce/buio, santo/diavolo. Nella leggenda c'è tutta la """"maestà del mondo"""": uomini, animali, piante, natura inanimata, legame creaturale ma in urto continuo, tanto da essere costretti, ogni volta che la si approccia, a ricominciare sempre daccapo, a cercare i termini più adatti a ricomporla nelle sue modulazioni di echi e di silenzi, di sorprese, di smarrimenti, di colpi di scena, di consonanze e dissonanze. Può venire dalla pianura, dalla collina, dalle Alpi o dagli Appennini, dagli Abruzzi o dall'Alto Adige, può essere """"questo"""" o può essere """"quello"""" senza esauriente compiutezza, ma unico è il respiro: tentare di vedere oltre il fluire dell'avventura umana. Allora anche i draghi, i mostri, le streghe, gli elfi, i nani, nelle secche clausole che chiudono il racconto diventano le diffrazioni propaganti definizioni aggettivali come puntualizzazioni di credenze: il drago ab origine volante, il mostro comunque raccapricciante, la strega vecchia insidiosa, l'elfo armoniosamente etereo, il nano creatura ripudiata."" -
Piemonte 360°. Ediz. italiana e inglese
I più bei panorami del Piemonte in fotografie che si aprono fino a sei pagine di lunghezza. -
Streghe in Piemonte. Pagine di storia e di mistero
Un viaggio che analizza e rivela le vicende che hanno caratterizzato le streghe e la caccia alle streghe in Piemonte: un viaggio nel passato, condotto con rigore ma proposto con un linguaggio semplice e accessibile che per la prima volta raccoglie i casi piemontesi documentati. Un viaggio nel mistero, ma soprattutto nella storia, effettuato con gli strumenti dell'antropologia, della criminologia, della sociologia del diritto e della psicologia. Un viaggio che ci riporta ai tempi in cui nelle nostre campagne le streghe si ritrovavano al sabba per praticare i loro riti contesi tra magia e culto dei diavoli; dove vengono a galla le storie di alcuni inquisitori piemontesi, chi fu artefice di grande repressioni e mandò al rogo molte streghe e chi invece fu assassinato da mano ignota; un viaggio che ci mostra come perfino la corte sabauda non fu indenne dalla paura delle streghe e che durante il governo di Vittorio Amedeo II vi fu chi fu squartato perché colpevole di aver praticato magia nera per uccidere il duca. Un viaggio originale che sarà l'occasione per conoscere un volto poco noto del Piemonte dove storia e filologia sono continuamente messe sotto assedio da leggenda e mito. -
Quel mondo inesplorato
Eric Shipton è considerato un grande alpinista-esploratore britannico. Dalle Alpi passa alle vette del Kenya e dell'Himalaya, dove nel 1931 partecipa alla spedizione che sale il Kamet, massima elevazione raggiunta dall'uomo fino a quel momento. In seguito visita molte delle più importanti catene montagnose del pianeta, da quelle del Sud della Cina alle Ande Patagoniche. Ma il suo nome resta legato soprattutto all'Everest: in un ventennio ne esplora i contrafforti individuando infine il percorso del Colle Sud, che sarà poi sfruttato da Hillary e compagni nella prima salita del tetto del mondo. Shipton ha lasciato testimonianza delle sue avventure alpinistiche in numerosi volumi. -
Solitudine bianca. La mia lunga strada al Nanga Parbat
Nanga Parbat è una parola sanscrita e significa «montagna nuda». I più grandi alpinisti hanno perso la vita sui poderosi ghiacciai e sugli speroni di roccia di questo Ottomila, il più temuto fra tutti. Nel 1970 per la prima volta Reinhold Messner si è trovato di fronte alla «montagna nuda». Anche se alla fine ne ha realizzato la traversata, da tutti ritenuta impossibile, si è allontanato dal Nanga sconfitto: il fratello Günther venne infatti travolto da una valanga durante la discesa e solo nella primavera del 2004 l'analisi del DNA di un osso ritrovato sulla montagna ha dimostrato che effettivamente il fratello ha perso la vita alla base della parete Diamir, dopo la traversata compiuta da entrambi, come Messner ha sempre affermato. Per questo nessun'altra montagna come il Nanga Parbat rappresenta per Reinhold Messner l'indissolubile legame fra dolore e destino. Vi ritorna spesso, per cercare il fratello e trovare risposte alle sue domande e nel 1978 realizza l'impresa più ardita di tutta la sua carriera alpinistica: la solitaria alla vetta. ""Solitudine bianca"""" è il racconto personalissimo di Reinhold Messner sul Nanga Parbat, la montagna che lo ha reso ciò che è."" -
Il gioco del Monte Bianco. The New Game of the ascent of Mont Blanc. Con gadget
Questo gioco da tavolo - The New Game of the Ascent of Mont Blancriproduce la prima di quattro edizioni pubblicate nell'arco di circa vent'anni. Fu ideato da Albert Smith come ricordo del suo spettacolo, messo in scena all' Egyptian Hall di Londra. Basato sui disegni del paesaggista William Beverley e stampato in litografia a colori, nelle diverse edizioni declinava, con alcune varianti, il racconto dell'ascensione al Monte Bianco che Smith compì nel 1851. La prima versione fu pubblicata poco dopo il 1855 e venduta, come le successive, nel foyer dell'Egyptian Hall e in diversi negozi. Il gioco, tipo gioco dell'oca, è composto da una tavola con percorso a spirale costituito solamente da cinquanta delle sessantatre caselle abituali. Nella sua confezione originale era venduto all'interno di una cartellina rigida in tela, con titolo impresso in oro, contenente la tavola intelata e ripiegata e il libretto di regole. Quest'ultime, scritte dallo stesso Smith, prevedono che sulle caselle i giocatori paghino o ricevano ricompense, secondo le situazioni e i luoghi rappresentati, o siano obbligati a tornare indietro. Il percorso combina i viaggi di Smith a Chamonix del 1838 e del 1851. L'itinerario parte da Londra e arriva fino alla cima del Monte Bianco, passando per Parigi, attraverso le montagne del Giura e lungo il lago di Ginevra fino a Martigny, per arrivare, dopo il superamento del Gran San Bernardo. all'albergo di Tairraz a Chamonix; all'ascensione vera e propria sono dedicate solo le ultime quindici caselle. -
Willo Welzenbach. La vita, gli scritti, le imprese
La vita e la storia alpinistica di Willo Welzenbach, il più importante arrampicatore tedesco del periodo fra le due guerre, personaggio trainante e d'avanguardia per un'intera generazione, furono spezzate bruscamente da una selvaggia tempesta sul Nanga Parbat (Himalaya) nell'anno 1934. Alpinista completo, cui va il merito di aver trasferito tecniche e materiali dell'arrampicata su roccia alla progressione su ghiaccio, in pochi anni ripercorse molti degli itinerari più impegnativi delle Alpi, inserendosi così di diritto fra gli scalatori estremi della cosiddetta ""scuola di Monaco"""". Al suo nome è legata la creazione di una nuova scala delle difficoltà alpinistiche ( la famosa """"scala Welzenbach"""") base della moderna classificazione. In questo volume, oltre ai resoconti di Willo stesso e dei compagni di cordata, sono state raccolte riflessioni riportate dai suoi diari privati, nonché commenti ed informazioni di amici o parenti ancora viventi, che aiutano a formare un quadro completo dell' uomo e del personaggio."" -
Fontana di giovinezza
Pubblicato a Vienna nel 1922, ""Jungborn"""" è anzitutto l'autobiografia alpinistica di Lammer, con il racconto delle scalate giovanili e i tanti, celebri ricordi da brivido: la caduta nel crepaccio alla Thurwieser, il """"volo"""" giù dal canalone Penhall al Cervino, lo scivolo tremendo del Mörchner con la moglie Paula in viaggio di nozze. Dopo aver dato l'esempio con decenni di anticipo, Lammer ormai vecchio detta i principi della sua teoria fondamentalista per un alpinismo più """"autentico"""" ed estremo. Quasi un manifesto, accolto con entusiamo dai giovani che, all'indomani della Grande Guerra, erano pronti a gettarsi allo sbaraglio per la conquista del sesto grado. Tradotto nel 1932 nella collana dell'Eroica, in seguito bollato come un classico maledetto e mai più ristampato, il libro di Lammer resta utile per capire l'alpinismo tra le due guerre: la tentazione del rischio e la sfida contro la morte."" -
La croda bianca
La Croda Bianca è una montagna bellissima, simbolo di tutte le montagne, e il romanzo racconta la storia dell'alpinismo in forma allegorica. I primi a salire la Croda Bianca sono un pastore e un cacciatore. La storia di una famiglia di valligiani si intreccia con la storia della Croda: di padre in figlio si trasmettono l'amore per la montagna, il lavoro, le sofferenze, le soddisfazioni della vita quotidiana. La prima salita della cima porta alla nomina della prima guida alpina, alla costruzione del primo rifugio, all'arrivo dei primi clienti alpinisti della valle, all'apertura di nuovi itinerari. Ma infine l'assalto di massa alla montagna con le funivie, gli skilift, i grandi alberghi, le competizioni e le speculazioni infrangerà il rispetto della natura, dei suoi ritmi, delle sue regole e insieme si perderanno i valori morali dell'uomo. La Croda Bianca, violata e profanata, si ""vendicherà"""" dell'uomo per riaffermare la propria integrità naturale."" -
Gigi Radice. Il calciatore, l'allenatore, l'uomo dagli occhi di ghiaccio
Gigi Radice ha dato molto al calcio. Quanto non gli è riuscito da calciatore nel Milan per l'infortunio, lo ha fatto da allenatore: ha vinto un solo scudetto col Toro, ma il suo «calcio totale» all'olandese è stato copiato da tutti in Italia. Gigi bisognava conoscerlo bene per capirlo: era definito « l'uomo dagli occhi di ghiaccio» ed era forse per questo che piaceva alle donne. Se gli eri amico era lui a cercarti, togliendosi la maschera di «sergente di ferro». Radice da calciatore ha vestito le maglie di Triestina, Padova e Milan e della Nazionale italiana. Da allenatore il Monza, il Treviso, il Cesena, la Fiorentina, il Cagliari, il Torino, il Bologna, il Milan, il Bari, !Inter, la Roma, il Genoa. -
Il romanzo del Toro. L'emozione di una storia che vive da oltre un secolo
La storia del Torino come mai è stata narrata finora. La cultura della memoria. Una memoria ormai più che centenaria, che sotto la forma del romanzo si snoda in un racconto che raccoglie i tanti momenti della vita del Torino. Poche le società calcistiche del nostro paese che possono vantare un «album dei ricordi» così intenso, segnato da formidabili tragedie ma anche da grandi trionfi. Parlano - quasi interagiscono con chi legge - i personaggi che via via sfilano, nel tempo e nel procedere della lettura, trasmettendosi, come in una staffetta, un «segno», il testimone dell'essere del Toro. In una catena ideale di campioni granata, che va dal primo capitano ai nostri giorni, l'avventura di questo quasi magico «segno» sperimenta l'intera vita del Club, compendiandone i successi e gli sconforti, le vittorie e le delusioni in un unico percorso e verso una sola meta: tenere alto e sempre vivo il nome del Toro. -
La divina montagna
Dopo quattro gravi incidenti da cui è uscito miracolosamente vivo, Alois, alpinista non più giovane ma ancora fortissimo, si convince che una simile serie di miracoli non può essere soltanto casuale. E intuisce che l'essenza dell'alpinismo non può quindi consistere solo nella prassi fisica, ma anche nell'aspirazione a un'etica ideale, simboleggiata dalla salita di una guglia sconosciuta, scoperta per caso - ma esiste il caso? - in un lontano Paese tropicale. Accompagnato da una misteriosa fanciulla, compie un'ascensione al limite delle possibilità umane, durante la quale l'ascesa si trasforma in ascesi, la prassi tecnica in elevazione trascendente. ""La divina montagna"""" racconta una storia che è metafora della scalata intesa come attività fisica e spirituale e scelta gratuita di catarsi, summa letteraria di un autore che ha dedicato buona parte della propria vita all'alpinismo. Prefazione di Luciano Santin."" -
Il ragazzo di Buia. Appunti di un alpinista
Nel luglio del 1969 compare sulla Rivista Mensile del Cai una lettera-appello a firma del socio Angelo Ursella: ventiduenne, friulano di Buia, alla spasmodica ricerca di amici e compagni di cordata. L'intervento suscita molta curiosità poiché Ursella non è uno sprovveduto. In due anni ha infatti percorso, perlopiù in solitaria, alcune delle vie più impegnative delle Dolomiti. Un grande alpinista, dunque, dotato di una forza di volontà fuori dal comune; ma anche un ragazzo disperatamente solo, timido e schivo. Sono testimoni di questa condizione esistenziale le pagine del suo diario, raccolte da Beppe e Italo Zandonella Callegher. Accanto al resoconto asciutto e fedele delle avventure alpinistiche, compaiono intense annotazioni che rivelano il tormento dell'anima: «Voglio ritornare a vivere, voglio essere un ragazzo normale».