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I fatti della vita
"Per tutta la vita sono stato sorretto e spinto da una forte volontà e da una curiosità vorace nei confronti dell'uomo, della cultura, dell'attualità e della storia.""""Armando Dadò è nato a Cavergno (Cantone Ticino) il 20 maggio 1937. Formatosi come tipografo, nel 1961 ha dato avvio alla sua attività. Dopo pochi anni, alla Tipografia Stazione si èaffiancata la casa editrice Armando Dadò editore, fra le più importanti della Svizzera italiana.Nel 2017 Armando Dadò ha compiuto 80 anni. Dopo avere pubblicato in oltre mezzo secolo di attività editoriale un migliaio di libri, ha deciso di scriverne uno." -
Fernando Gianella (1837-1917). Bleniese di multiforme ingegno
Due autrici e due autori scandagliano la vita e l'opera di Ferdinando Gianella, ingegnere bleniese attivo tra la metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, potendo contare su una ricca e originale documentazione di prima mano. -
Vento
"Vento stava correndo dietro all'automobile, la lingua disegnava arabeschi nell'aria, lui correva con Antoine."""" Il paese dalle mille colline, dai sorrisi aperti, dai canti che rapiscono, dai profumi inebrianti, è andato in frantumi. Un piccolo cane, con l'amore e la fedeltà nello sguardo, aiuta un ragazzino, Antoine, a sopravvivere. Peripezie e incontri, specialmente con donne generose, in una parte di mondo di forte e affascinante natura, ma anche di violenti sentimenti, marcheranno la crescita di Antoine e saranno il collante per un cammino interiore e reale. Vento è parte di questa storia, la storia di un singolo, drammatico destino, come altri vivono e hanno vissuto, ma è anche un messaggio di speranza in un mondo in cui interessi gretti e di potere sembrerebbero prevalere su tutto. La fiducia in sé e la voglia di costruirsi un futuro rinasceranno in Antoine anche grazie al vecchio maestro Ildéphonse, con il quale condividerà un viaggio fino al mare. """"Il mare era così lontano. Non fuggiva, aspettava paziente, aveva tutto il tempo.""""" -
Un amore così grande
Alessandra, dopo la laurea in Lettere a Milano, va a vivere insieme all'amica e aspirante pittrice Giorgia a Lugano, dove inizia a lavorare come giornalista culturale. Il trasferimento rappresenta per lei la fuga dalla morte del padre e da un rapporto, quello con la madre, diventato ormai impossibile. Il passato però le impedisce di ricominciare a vivere, ritornando sotto forma di ricordi degli ultimi istanti di vita del padre e di incomprensibili quanto terrificanti incubi. Mentre l'inseparabile e pittoresca amica Giorgia intraprende ""un progetto che cambierà il panorama artistico e culturale dell'intero Ticino"""", ad Alessandra è affidata l'intervista a Giovanni Greco, uno scorbutico e altezzoso ex professore universitario. Mentre Giorgia si perde nel suo mondo artistico, Alessandra, molto lentamente e con estrema fatica, intreccia un rapporto di profondo affetto con Giovanni Greco che, per amor suo, decide di darsi una possibilità e di curare il male che lo sta uccidendo. In tutte queste vicissitudini, un mal di denti galeotto le fa conoscere Matteo, giovane e affascinante dentista. Sarà in grado di ridarle la speranza perduta?"" -
Diario e lettere giovanili (1940-1957)
Plinio Martini (Cavergno 1923-1979) noto scrittore della Svizzera italiana, grazie alle sue due maggiori prove narrative: ""Il fondo del sacco"""" (1970) e """"Requiem per zia Domenica"""" (1976). Ma prima di giungere alle sue prose mature il giovane maestro di Cavergno si scopre poeta, pubblica due raccolte liriche (""""Paese così"""", 1951, e """"Diario forse d'amore"""", 1953), alla ricerca di un consenso che constata non facile da ottenere. Comincia allora una stagione di intense riflessioni etiche ed estetiche, consegnate a un diario intimo, lungo poco più di un anno (1954-1955). Lì Martini cerca conforto nei libri, dà vivaci resoconti delle discussioni intavolate con chi nei dintorni insegna, predica, tiene la penna in mano, da ultimo trova una nuova vena di poesia, intonata a temi biblici. Affini all'intima natura del diario sono poi le prime lettere, via via indirizzate a una fiamma dei diciassette anni, alla fidanzata Maria, dai luoghi del servizio militare durante gli anni di guerra, che sono anche di scoperta del proprio paese, a don Alfredo Leber, direttore spirituale e a un tempo mentore delle prime pubblicazioni."" -
Amore e sacrificio. La vita di Emma Jung
Quel giorno, al risveglio, mi sono ricordata di un sogno. Avevo ricevuto un messaggio sulla segreteria del mio telefono cellulare: «Dite loro che ho molto sofferto», firmato Emma. Avevo appena iniziato ad interessarmi alla sua storia. Carl G. Jung è il celebre psicologo svizzero di cui conosco e ammiro l'opera. La storia di Emma va oltre l'opera di suo marito, e ha suscitato in me un interesse sempre crescente. Carl le ha imposto, per trent'anni, la presenza in casa di un'altra donna. Un ménage à trois come molti altri? Molto di più. È il vissuto straordinario di una donna confrontata suo malgrado con uno scenario impossibile. Emma Jung mi ha offerto la sua amicizia, affidandomi il compito di decifrare quest'esperienza insieme banale ed eccezionale. Morta da più di cinquant'anni, è ora uscita dall'ombra. Ho dovuto lavorare sui pochi indizi disponibili per cercare di ricostruire la sua vita interiore. Emma mi ha confermato che le dimensioni di questa realtà avrebbero mandato in frantumi la nostra razionalità. Un sottile legame si è stabilito tra di noi. Ora la sento vicina come se fosse un membro della mia famiglia. -
Sul ciglio del fossato. La Svizzera alla vigilia della grande guerra
Questo saggio mette a fuoco il primo Novecento e gli echi dello smisurato conflitto del '14-'18, una fase storica che si rivelò decisiva per la sopravvivenza stessa della Confederazione: sono gli anni che dalla ""belle époque"""" sfociano nella crisi di luglio e nelle mobilitazioni generali, un improvviso cortocircuito diplomatico-militare che getterà l'Europa nella fornace di uno scontro mai visto prima. Periodo di un crescente sfilacciamento interno: tra regioni linguistiche in primis, con un Ticino che soltanto alla fine del 1911 riavrà un suo Consigliere federale, Giuseppe Motta, dopo quasi un cinquantennio di assenza. Alcuni politici si chiesero se """"valesse ancora la pena di rimanere svizzeri"""". Già allora emersero dubbi e interrogativi fondamentali sull'""""indole"""" dei ticinesi, sul loro grado di fedeltà alla Berna federale e sulla tenuta della loro italianità, dentro un contesto internazionale gravido di tensioni e sedotto da teorie nazionalistiche sempre più aggressive. Prefazione di Francesca Rigotti."" -
La bambina nel bosco. Un caso per il commissario Malfatti
«Ora che aveva accompagnato Marco a casa, Malfatti si sentiva più tranquillo. Non solo perché avevano percorso sotto l'acqua tutto il tragitto, ma anche perché era notte e un killer di bambini era ancora da qualche parte a piede libero. Pronto a uccidere.» Dieci anni prima, il commissario Malfatti aveva già fatto i conti con un killer di bambini, e sperava davvero di aver chiuso quel capitolo. Invece si ritrova intrappolato in un paesino di montagna - con il suo braccio destro Viganò - a giocare a rimpiattino con un assassino indecifrabile e l'ostilità di un intero villaggio. Troppi silenzi, troppe cose che non tornano. Per fortuna ad aiutarlo c'è il piccolo Marco, l'unico in grado di vedere oltre le apparenze, capace di essere nel posto giusto al momento giusto. -
Richard Weber. I miei 40 anni a Verscio
Sorseggiando una tazza di caffè, rievocando con vivacità e leggerezza aneddoti, incontri, conversazioni, Richard Weber prende il lettore per mano e lo accompagna in un viaggio nel tempo: dagli esordi come truccatore negli studi cinematografici di Praga, alla carriera di mimo nel Teatro sulla Balaustra; dall'incontro con Dimitri, alla decisione di creare insieme una scuola di teatro; dai primi anni di esistenza della scuola di Verscio fino ad oggi, attraverso le tappe che hanno segnato lo sviluppo della pedagogia da lui creata per l'insegnamento del teatro di movimento. A quarant'anni dalla fondazione dell'Accademia Dimitri rimangono intatti, nelle parole di Richard Weber, la curiosità, la dedizione e lo spirito avventuroso che lo hanno accompagnato, nel corso di una vita dedicata al teatro. -
Fuga dalla Russia. Diario 1918-1919
L'agronomo Michele Raggi di Morcote è il fondatore della colonia italosvizzera di san Nicola, moderna azienda agricola inaugurata nel 1896 nel sud della Russia e poi abbandonata a seguito della Rivoluzione bolscevica dell'ottobre del 1917. Una vicenda quasi dimenticata, eppure molto interessante, di cui abbiamo una testimonianza diretta ed appassionata in questo suo diario personale. Esso copre il periodo che va dal marzo del 1918 al gennaio del 1919, quando Michele Raggi riesce finalmente a fuggire con la famiglia. Il diario è una fonte diretta, dettagliata e preziosa degli avvenimenti seguìti alla rivoluzione bolscevica e alla guerra civile, nella regione del Caucaso settentrionale. Un racconto vivo di quei giorni drammatici, durante i quali egli assistette impotente al saccheggio e alla rovina di ciò che aveva costruito. Traspare tutta l'amarezza di chi aveva accolto la fine della monarchia e la Rivoluzione del febbraio 1917 con grandi speranze per il progresso della Russia. -
Gatti unici
Cosa si può fare con la poesia? Di tutto e di più. Anche libri monotematici, come già se ne fecero in passato. Spesso relegata a un pubblico di nicchia, la poesia qui propostavi intende al contrario abbracciare un'ampia fascia di lettori, dai più piccoli ai più grandi. Vuole anche essere uno spunto di riflessione. La rima e la metrica che legano tutti i versi del volume non pongono limiti insormontabili all'esercizio mentale poetico, bensì lo amplificano e il risultato che quivi si presenta si spera possa soddisfare le vostre orecchie. -
100 sguardi sul Grigionitaliano
Esiste un'identità grigionitaliana? Ci sono elementi che differenziano il Grigionitaliano dalle altre regioni della Svizzera con cui condivide il territorio e l'appartenenza nazionale? E come si distinguono i suoi abitanti dai loro vicini ticinesi e italiani, con i quali hanno in comune la lingua e la cultura? Queste domande hanno a lungo interessato sia la politica, sia la cultura letteraria, nel contesto della storia svizzera in generale e di quella grigionese in particolare: numerosi sono, infatti, i viaggiatori e le viaggiatrici che hanno esplorato la Mesolcina e la Calanca, la Bregaglia e la Valposchiavo. Il Grigionitaliano, nella sua funzione di luogo di passaggio tra nord e sud, ma anche di terra di accoglienza, ha assunto un ruolo di primo piano nell'ambito dei contatti culturali fra diversi paesi europei, ospitando numerosi intellettuali italiani, francesi, inglesi, tedeschi, ma anche elvetici provenienti dalle varie regioni linguistiche della Svizzera. -
L' inganno del diavolo
Nel 1908 Carl Albert Loosli, redattore del Berner Tagwacht, scrive un'introduzione al racconto di Edgar Allan Poe ""I delitti della Rue Morgue"""", prototipo della detective story, che uscirà a puntate nel quotidiano. Lo scrittore conosce bene il genere, in particolare Conan Doyle. """"L'inganno del diavolo"""" si inserisce nella tradizione del poliziesco «alla svizzera», continuata con successo da Glauser e Dürrenmatt, e si può leggere come un giallo a tutti gli effetti: c'è un morto, c'è un indagato, c'è un'inchiesta, c'è un processo, c'è una sentenza. Ma di tutto questo Loosli si serve come di una lente d'ingrandimento per esplorare il sistema giudiziario bernese di fine Ottocento e tratteggiare un quadro notevole della realtà politica, sociale e culturale dell'Emmental in quell'epoca. """"L'inganno del diavolo"""" è stato definito da più parti il primo romanzo poliziesco svizzero. Ma lo è, in effetti?"" -
Camera 112
Al centro di questo racconto vi è un vecchio uomo, consumato dalla malattia. In viaggio per fargli visita, il figlio rievoca, nella durata del tragitto in treno tra il Ticino e Losanna, ricordi e testimonianze, massime e pareri, reminescenze letterarie e vuoti propositi. Veleggiando tra passato e presente, tra il suo vissuto e la sua cultura, si trova ad affrontare, mettendosene al riparo, le immagini del declino, e tenta di addomesticare la morte che si avvicina: «ed è la sua cronaca che voglio cominciare adesso che mi culla di nuovo il rollio del treno che mi porta via, adesso che sono al sicuro, ma come fare a ritrovarlo, come togliere quegli schermi che lo celano, le trapunte della camera 112, gli endecasillabi di Pascoli, le immagini fisse degli ultimi anni, la lenta discesa agli Inferi di coloro che non sono nemmeno riusciti ad andarsene al momento giusto?». -
L' anima del Ticino. Commento al Fondo del sacco di Plinio Martini
"Il fondo del sacco"""", apparentemente un romanzo d'amore e di emigrazione, è il trascinante ritratto del Ticino e delle sue valli in un periodo molto delicato, quello dell'avvento del mondo moderno e del tramonto della civiltà rurale, coinciso con la realizzazione, in Val Maggia, degli impianti idroelettrici. Sono anni di forte sviluppo economico in cui, esteriormente, si è affermato il progresso. E nel mondo interiore? Che influenza ha avuto il progresso sull'anima del Ticino? """"Il fondo del sacco"""" può darci una risposta. Il romanzo, sempre attuale, solleva fondamentali problemi umani sulla via di un rinnovamento individuale e collettivo." -
Milizia e professionismo nella politica svizzera
Il volume fornisce un'analisi approfondita del modo peculiare in cui in Svizzera si assumono le cariche politiche elettive. Conosciuta per il suo modello di milizia, la Svizzera sta vivendo una trasformazione profonda che sta investendo tutti gli ambiti istituzionali: il piano federale, i cantoni e i comuni. Le remunerazioni aumentano e le cariche politiche diventano spesso a tempo pieno. I segnali di una professionalizzazione sempre più diffusa si stanno moltiplicando, anche se i legislativi comunali e cantonali rimangono in parte fuori da questo processo. Ci si può allora interrogare sulla vitalità odierna del modello di milizia e su quali controversie il mutamento stia suscitando. Dai contributi di studiosi attivi in quattro Università svizzere (Berna, Ginevra, Losanna, Zurigo), che si sono avvalsi di dati in gran parte inediti, si profila una Svizzera in bilico fra tradizione e cambiamento. -
Mio caro vicino. Corrispondenza
Per quanto facciano parte, insieme a Jeremias Gotthelf, della cosiddetta ""triade"""" dei classici della letteratura svizzera tedesca dell'Ottocento, è difficile pensare a due scrittori più diversi di Gottfried Keller e Conrad Ferdinand Meyer. Gli unici punti di contatto sono le origini zurighesi, il realismo narrativo e una spiccata tendenza alla solitudine, che però in Keller è il prodotto di un carattere burbero e scontroso mentre in Meyer è la conseguenza di un profondo disagio psichico ed esistenziale. Date queste premesse, un dialogo sembrerebbe semplicemente impossibile. E invece il carteggio tra Keller e Meyer, proposto in questo volume per la prima volta in versione italiana, nasce proprio da queste differenze che si compongono in una sorta di vicina lontananza, fatta di ritrosie, confessioni, reciproche richieste di aiuto e sostegno. Quello che si profila è uno spaccato molto preciso e per molti versi inedito e sorprendente della vita dei due scrittori."" -
Angela Mondini 1879-1963. Con un ricordo di Bruno Nizzola 1890-1963. Ediz. illustrata
«Con l'esposizione dedicata alla locarnese Angela Mondini, il Centro culturale e Museo Elisarion ha il piacere di presentare l'opera di un'artista autodidatta poco conosciuta al grande pubblico ma che, nonostante si sia avvicinata alla pittura relativamente tardi e per il puro diletto, seppe guadagnarsi la considerazione e ammirazione del maestro Bruno Nizzola e di altri noti esponenti della vita culturale e artistica del Locarnese, tra cui anche il ""nostro"""" Giovanni Bianconi.» Renato Mondada, Capo Dicastero cultura Minusio."" -
I rustici. Architetture dell'essenziale
I disegni di alcuni edifici rurali realizzati dall'abile mano di Dario Müller sono lo spaccato di una realtà trascorsa e, per molti versi, ormai dimenticata e sommersa, o in certi casi, riemersa, ma in forme e contenuti diversi ed anche discutibili. Sono oggetti disabitati, in agonia o morti, ma resistono in quanto testimoni di una vitalità secolare della comunità locale che, in una specie di servitù della gleba, ne aveva condiviso ogni spicchio di quotidianità vita natural durante."" (Dal testo di Mario Donati)"" -
Gabbia di sogni
Romanzo d'esordio di Monique Saint-Hélier, ""Gabbia di sogni"""" è un testo che testimonia la nascita di un indiscusso talento letterario, le cui peculiarità e i cui ritmi si intrecciano con la singolarissima e sofferta vicenda biografica della scrittrice. Sospeso tra finzione narrativa ed esperienza vissuta, tra referenza autobiografica e rielaborazione fantastica, """"Gabbia di sogni"""" sorprende il lettore per il suo stile fortemente evocativo che lascia intravedere le ambiguità di una scrittura i cui confini generici appaiono alquanto fragili e facilmente valicabili. Così, dietro il personaggio di Béate, il lettore non può non scorgere gli stessi tratti caratteriali di Berthe-Monique, gli stessi combattimenti religiosi, le stesse ferite esistenziali, gli stessi luoghi della sua infanzia, la stessa Svizzera, recuperata, fatalmente, solo quando era stata ormai abbandonata per sempre.""