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Il voltamarsina
"Il voltamarsina"""", pubblicato nel 1932, è ambientato nel cuore del Malcantone e ha come protagonisti Tomaso e Rosa, due giovani paesani, sposi quasi promessi, che dopo varie peripezie ed esperienze di dolore trovano, con il sostegno del parroco del loro villaggio, la felicità nell'unione matrimoniale. Di qua dall'elaborazione letteraria con le sue reminiscenze manzoniane, la vicenda è nutrita di memorie e di affetti e ci fa respirare un clima, quello del Ticino di inizio '900, caratterizzato da instabilità politica e dalle mai sopite rivalità fra conservatori e liberali, che non di rado sfociavano in episodi di violenza come quello che vede coinvolto Tomaso. Sottesa a quest'impianto di romanzo storico epigonico, una fede viva in quegli ideali umani ed evangelici, che per Francesco Alberti sono la ragione della nostra vita e che qui danno luce e respiro alla narrazione." -
Gli altri noi. Rom e residenti nella Svizzera italiana: etnografia e mediazione
La presente ricerca è il risultato di un'esperienza di mediazione e di uno studio antropologico sulle relazioni d'alterità tra rom in transito nella Svizzera italiana e la popolazione locale. L'analisi antropologica ha fatto emergere il ruolo ambivalente del conflitto nella produzione e riproduzione della relazione d'alterità: le interazioni tra residenti e rom variano nel corso del tempo, oscillando tra il polo del rifiuto e quello dell'attrazione, in un continuo riconoscersi nel distinguersi, diffidare nel fidarsi. Il modello integrativo tradizionale dello Stato-nazione si rivela troppo ristretto per accogliere la cultura rom. Impedirne la resistenza nelle prese di distanza dal lavoro salariale e dalla scolarizzazione obbligatoria, intralciarne il desiderio di mantenere uno stile di vita seminomade, che garantisce anche i ricongiungimenti famigliari e religiosi, rifiutare di riconoscerne l'organo di giustizia e la lingua... porterebbe a una dissoluzione della cultura rom. I rom ne sono consapevoli, ragione per la quale mantengono un'ambivalenza relazionale, al costo di apparire come ""zingari indesiderabili""""."" -
Stimatissimo signor mago. Corrispondenza 1937-1962
Il carteggio tra Hermann Hesse e Peter Weiss comincia nel 1937, quando il giovane Weiss, profondamente colpito dalla lettura de ""Il lupo della steppa"""", si rivolse a Hesse per ottenere consigli e suggerimenti. Tra i due, malgrado la notevole differenza di età, si instaurò subito un rapporto di amicizia, al punto che Weiss nel 1937 fu ospite alla Casa Camuzzi di Montagnola e l'anno successivo visse alcuni mesi a Carabietta. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Weiss si rifugiò con la famiglia in Svezia, ma per alcuni anni, fino al 1944, lo scambio epistolare si mantenne molto fitto. Seguì poi un lungo periodo di silenzio, nel corso del quale Weiss cominciò ad affermarsi come pittore e infine come scrittore. Il carteggio riprende nel 1961, dopo la pubblicazione del racconto """"Congedo dai genitori"""", che segnò ufficialmente l'esordio di Weiss come scrittore di lingua tedesca. È trascorso quasi un quarto di secolo dal primo contatto, un intero mondo è crollato, ma l'amicizia si è conservata intatta. Hermann Hesse morirà poco più di un anno dopo, nell'agosto 1962, proprio mentre Weiss si avvia a diventare uno degli scrittori più significativi del secondo Novecento tedesco."" -
Flash
«Avendo girato abbastanza il mondo, ho raccontato (magari più volte) qualche divertente fatto accadutomi, ho illustrato caratteri di persone incontrate, ho ripetuto pettegolezzi raccolti, suscitando l'ilarità degli amici. Li ho memorizzati quasi fossero dei flash e li presento qui senza nessun ordine né logica temporale. Non sono altro che istantanee, a me sono servite quali ricordi, e alla mia età i ricordi sono importanti e un poco danno il gusto delle cose vissute e passate per sempre. E riempiono le giornate. Ma ancor più mi servono per sottrarmi allo stucchevole, pomposo e inutile rito della biografia, nella quale alcuni cari diavoli tentatori mi esortavano a cimentarmi». -
Giacomo Martinetti (Firenze 1842-1910). Ediz. illustrata
Ricorre nel 2021 il bicentenario della nascita del pittore Antonio Ciseri (Ronco sopra Ascona 1821 - Firenze 1891). La Pinacoteca Züst omaggia il bicentenario della nascita di Antonio Ciseri presentando una piccola mostra dedicata a uno dei suoi allievi di maggior talento, Giacomo Martinetti, purtroppo sino ad oggi quasi completamente dimenticato. La sua formazione si compie presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Decisivo è il rapporto con il conterraneo Antonio Ciseri: dal 1861 frequenta anche la sua scuola privata e con lui stabilisce un legame di amicizia e fiducia, tanto che era Martinetti a curare alcuni affari del maestro. -
L' incontro tra due mondi. Robert e Evelyne Gallay in Valmaggia. Ediz. multilingue
Mentre in Europa la guerra si scatena, nel villaggio di Prato la storia di due artisti ginevrini si intreccia con la storia rurale della Val Lavizzara, lasciando tracce artistiche indelebili. -
È sempre lunga la strada per St. Moritz
Franciacorta, anni '40. Emma è una bambina che sperimenta tanto la gioia delle corse tra i ciliegi, quanto l'umiliazione delle toppe sui vestiti e il dramma della Seconda guerra mondiale. Ruhr, 1949. Hannelore ha dieci anni: un giorno uno sconosciuto, le si avvicina e le pone delle domande. Solo alla fine le dice chi è. Quello sarà un giorno che Hannelore non scorderà mai. Bernina, luglio 2000. Floriana raggiunge il passo, incredibilmente innevato in pieno luglio. Per fortuna il maltempo non la fa desistere da un viaggio che si rivelerà unico e che le cambierà la vita. Tre donne, tutte e tre in qualche modo legate a St. Moritz, un mondo incantato dove al glamour degli ospiti internazionali si mescola il silenzioso lavoro di migliaia di camerieri e donne di servizio. Un luogo che sarà per tutte difficile da dimenticare. -
Accusare e sedurre. Saggi su Jean-Jacques Rousseau
Rousseau procedette alla maniera dei predicatori. Accusò il male per meglio annunciarne il rimedio. Fu l'«indignazione della virtù», ci assicura, che segnò l'inizio della sua vocazione «filosofica», quando un concorso accademico pose il quesito su quali fossero le conseguenze del «rinascimento delle scienze e delle arti». La sua indignazione, il suo risentimento fecero allora nascere in lui un'eloquenza di cui ignorava ancora tutto il potere. Egli giudicò necessario risalire ai primi tempi della storia umana, e il modello da lui proposto gli valse di essere considerato uno dei fondatori dell'antropologia. Riuscì a porre all'interno del romanzo intitolato ""La nuova Eloisa"""" un luogo ideale in cui vivere e, al contempo, dei viaggi attorno al mondo. Alcuni dei suoi lettori ne furono sedotti al punto da voler abbandonare ogni cosa per vivergli accanto, quasi avesse fondato un ordine religioso. Questa singolare attrazione agisce ancora oggi."" -
Pensieri nella brezza dei giorni. Nove paesaggi per nove soste
La quotidianità, di cui queste pagine parlano con diverse musicalità e diverse dissonanze, ci appare sempre più come un insieme disordinato di frammenti, una banchisa che si frastaglia dall'oggi all'indomani rendendo incerta la mappa e periglioso il viaggio. Queste pagine così rapsodiche provano a raccogliere alcune di queste tracce, come se fossimo affacciati alla finestra sul cortile della vita, dove si rincorrono il rumoroso vociare e i silenzi della solitudine. Nella brezza dei giorni le parole sembrano foglietti di carta, pronti a prendere il volo sfuggendo dalle nostre mani. Parole che oscillano fra viaggi e nostalgie, fra la complessità dell'educare in famiglia come a scuola, la ricerca di strategie di sopravvivenza ai deserti che ci abitano, la speranza che illumina i giorni e le parole ultime da cui la Morte sussurra o urla. Un cammino fatto di sentieri che si intrecciano, si mescolano, si disperdono, dipingendo nove paesaggi per nove soste, da dove guardare, partecipi, il mondo. -
La chiave di Elena
Locarno, una notte di novembre del 1827. Un ragazzo raccoglie da terra una chiave ed entra nel palazzo che ha davanti in cerca del proprietario a cui restituirla. L'anziano avvocato Pontoni prende la chiave tra le mani e inizia a raccontare la sua storia, la storia di un fratello e una sorella. È l'anno del Signore 1774 quando Elena e Martino lasciano per sempre la Valle Rovana insieme a una vacca, una gallina e qualche capra. Hanno sedici e quindici anni, sono rimasti soli e il loro villaggio non ha più nulla da offrire loro. Scendono per la prima volta la valle con l'obiettivo di raggiungere Locarno. Cercando di salvare le bestie dal fiume in piena Martino si ferisce, e l'incidente lo costringe a fermarsi a Maggia. Da quel momento non vedrà più sua sorella. Inizia così il lungo viaggio di Martino sulle tracce di Elena, dalla Vallemaggia alle paludi della piana di Magadino, dalle pendici del Monte Ceneri infestate dai briganti fino a Lugano, dove il fantasma sfuggente della sorella trova finalmente, forse, un corpo. -
Un paese in una valle che non c'è
Il luogo che ricordi fedelmente è quello in cui hai avuto le emozioni più forti. In questo caso, è il paese di Medeglia. Una comunità che oggi conta circa quattrocento anime, posta nella Val d'Isone. Una valle laterale, il cui accesso dall'Alto Vedeggio, da Bironico, risulta ai più sconosciuto. Ma in verità, negli ultimi decenni la Val d'Isone si è fatta conoscere per la presenza della caserma dove si svolge l'istruzione delle forze speciali dell'esercito, della polizia e delle guardie svizzere del papa. È stato quindi logico e naturale che questa raccolta si estendesse pure alla Val d'Isone e di riflesso al nuovo Comune di Monteceneri di cui, dal 2010, il quartiere di Medeglia fa parte a tutti gli effetti. Nel libro si racconta di alcuni personaggi - maestri, parroci, autorità, emigranti di ieri e di oggi - gente comune della valle che fanno sentire il profumo di quella vita di paese oggi oramai scomparsa. -
Svizzera-UE: un rapporto irrisolto
Il volume fornisce un bilancio dell'evoluzione delle relazioni fra Svizzera e Unione europea dall'inizio degli anni '90 ad oggi. Nonostante la Confederazione elvetica non sia aderente all'UE, la questione europea ha plasmato l'agenda del governo e del parlamento, le dinamiche del federalismo, i programmi dei partiti, le campagne elettorali e referendarie nelle diverse regioni. Il tema intreccia politica interna e politica estera, coinvolge i rapporti diplomatici, le relazioni economiche, il confronto ideologico-politico, e le relazioni fra centro e periferia. In una fase cruciale per le relazioni bilaterali Svizzera-UE, e alla luce anche della partita parallela della Brexit, politologi, economisti e storici forniscono il loro contributo alla riflessione scientifica e al dibattito pubblico. -
Giovani adulti allo specchio. Chi sono, cosa pensano, come cambiano
Non sono esclusivamente i giovani a determinare l'avvenire. Sono però loro ad anticipare, almeno in parte, le tendenze e le aspirazioni della società nel suo insieme. Comprendere come sono cambiati i giovani negli ultimi decenni contribuisce quindi a capire come è mutata la società. Sapere chi sono e cosa pensano le nuove generazioni consente di intuire come potrebbe essere il nostro futuro. Il volume raccoglie contributi sui valori, la formazione, la soddisfazione nei confronti della vita, il rapporto con la lettura, l'interesse per la politica e gli orientamenti verso la politica e il mondo dei giovani svizzeri di ambo i sessi nel passaggio dalla post-adolescenza all'età adulta. Le analisi coprono un intervallo di tempo che varia fra il quarto di secolo e i cinquant'anni fino ai giorni nostri, permettendo così di capire continuità e trasformazioni della condizione giovanile a cavallo dei due secoli. I dati analizzati sono stati raccolti nell'ambito delle Inchieste federali fra la gioventù ch-x, un programma della Confederazione che può contare su una storia decennale. -
Liberalismo. Vincere sessismo e populismo al tempo dei click, dei like e delle fake news
Il sessismo minaccia la dignità di tutti noi, il populismo le nostre istituzioni. Lo vediamo e ne soffriamo anche in Ticino. Nell'epoca delle reti sociali, di Google e del Big data la comunicazione è libera ma l'odio pure. La globalizzazione ha connesso il mondo ma ha frantumato identità e protezioni, senza garantire tutte le opportunità promesse. La politica insegue ormai la cronaca e cerca soprattutto di fare notizia. In questo quadro, la cultura politica liberale e il primato delle regole sono minacciati. Difenderli è più necessario che mai. Un invito a ragionare e a reagire, ammesso che la politica sia ancora (o torni ad essere) aperta al pensiero e non solo all'aperitivo. -
20 anni in Gran Consiglio
Senza pretese di completezza storico-scientifica, l'autore ripercorre la sua esperienza in Gran Consiglio spiegandone il funzionamento, come pure il significato di alcune definizioni che ai «non addetti ai lavori» possono apparire di difficile comprensione. Al termine di un ventennio di presenza granconsigliare, egli ha voluto tirare le somme di un periodo significativo della sua vita. Si è soffermato sui temi discussi nel Legislativo, per poi allargare lo sguardo ad altri avvenimenti che hanno caratterizzato le cronache cantonali dello stesso periodo.Nessuno si aspetti rivelazioni sensazionali né chissà quali segreti. Il libro intende semplicemente illustrare i meccanismi che reggono il lavoro parlamentare e, qua e là, la personalità di coloro che hanno avuto un ruolo di primo piano nella politica cantonale di questo primo scorcio di secolo. Lo fa senza nascondere le sue opinioni personali, né occultare i suoi giudizi, anche se non sempre positivi, su questo o quell'aspetto della vita pubblica ticinese. -
Cara signorina maestra. Cento anni della Lega delle Maestre cattoliche
Il 2 settembre 1918 mons. Bacciarini fondò a Locarno la sezione ticinese della Verein katholischen Lehrerinnen der Schweiz, con lo scopo di responsabilizzare la figura della maestra in ottica cristiana, elevandola ad «un vero araldo di Dio, una missionaria permanente in mezzo al popolo» e ponendo nelle sue mani un'educazione dei fanciulli che fosse autenticamente cristiana. L'associazione svolse questo gravoso incarico con dedizione e serietà per esattamente un secolo, attraverso un Canton Ticino in costante evoluzione. Le Maestre Cattoliche assistettero attivamente alle numerose riforme scolastiche e al contemporaneo declino della vita religiosa nella società, restandone sì duramente provate, ma mai sopraffatte. Un'attività secolare, come già detto, testimoniata fino alla fine anche da una costante opera di beneficienza e sostegno a numerose opere missionarie. -
Diario d'aldilà. URSS 1976
Nell'estate 1976, alcuni giovani militanti svizzeri frequentano un corso di formazione politica nell'allora Unione sovietica. Il Diario tenuto da uno di loro, qui riprodotto e commentato dall'Autore, ripercorre le tappe di quell'esperienza attraverso le considerazioni, le riflessioni e il racconto di accadimenti che, pur provenendo da un mondo ormai scomparso, testimoniano di una vicenda storica che ha segnato i destini del secolo scorso proiettando tuttora non poche luci e ombre sul nostro presente: dai successi alle illusioni, alle storture, ai difetti, al non trascurabile carico di problemi irrisolti che ci portiamo ancora dietro. Prefazione di Alessandro Martini. -
On altro móond. Poesie in dialetto 1975-2018
Quarantatré anni d'impegno, di resistenza, tredici pubblicazioni, si raccolgono qui in un'antologia ricca di esperienze di vita e di microstorie valligiane. Rusticanerie, dispute, baruffe, piccole rivolte personali scritte in un dialetto dai toni espressionistici e dal piglio garibaldino. Il valore formale di alcuni componimenti sfiora, infatti, la sperimentazione, così come attinge ad un'ormai affermata tradizione letteraria ticinese e lombarda. L'autore si esprime prevalentemente nel dialetto ambrosiano della Capriasca, con incursioni nelle parlate di Scareglia, Sonvico e Sorengo. Ogni testo gode della relativa traduzione italiana. -
Sabbia
Con il titolo sablun, sabbia, queste poesie ci pongono sotto il segno di un materiale tutt'altro che nobile ed esclusivo: di sabbia ce n'è dappertutto, in riva ai fiumi e ai laghi, nel deserto, su ogni cantiere. Positivo è però il vincolo con la cassa della sabbia dei bambini che con questo materiale umile e umido costruiscono il loro magico mondo. Il titolo sabbia solleva tuttavia il dubbio che non si tratti della sabbia, bensì delle pagliuzze d'oro che contiene, che la sabbia sia solo il materiale che viene passato al setaccio, filtrato, versato e usato come contrasto. Questo principio di stilizzare ciò che è raro e prezioso è antico ed eminente ed è frequente anche nella grande poesia di Montale, oscura e nichilista se vogliamo, ma in fondo fissata su piccoli luccichii e rare scintille. La base di questo tipo di contrasto potrebbe essere il topos del fiore nel deserto, cui serve appunto la sabbia per evidenziare e far rilucere la sorpresa. Se però insistiamo sul materiale «povero», il titolo annuncia il rifiuto tipicamente moderno delle grandi forme e dei grandi motivi poetici, denigrati dal modernismo in quanto cianfrusaglie retoriche. -
Volo nel vuoto
Si lasciano cadere all'indietro nella superficie bianca e intatta, e con le braccia spalancate disegnano ali d'angelo nella neve. Nell'inverno dell'infanzia la neve arriva fino al comignolo. Fino alle punte più alte dei rami degli alberi. La neve copre ogni cosa. Non c'è più niente di male, niente di brutto. I prati lungo il Reno scintillano alla luce della luna come cosparsi di cristalli. Una forza misteriosa richiama Johannes Maculin, grafico pubblicitario a Berlino, ai luoghi dell'infanzia, in una piccola città fra le montagne dei Grigioni. Un nuvoloso fine settimana di novembre Maculin sente l'impulso a salire in treno e viaggia tutta la notte, fino a raggiungere il luogo dove tutto ha avuto inizio. Cos'è accaduto vent'anni fa? Quali segreti opprimenti si nascondono nei suoi ricordi? Nessuno sfugge ai fantasmi del proprio passato. Il fantasma di Maculin è la cugina. La storia di un amore tragico e dell'incapacità di prendere congedo.