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Paolo Ghilardi. Le acrobazie del colore. Ediz. illustrata
"Attraverso una trentina di dipinti e sculture dagli esordi, negli anni Cinquanta, ad oggi viene presentato il tracciato maggiore di un'esperienza visuale che individua nella strutturazione dello spazio con il colore la propria legge costitutiva"""" (M.Cristina Rodeschini Galati)." -
A colpi di penna. Elaborati di fine corso del laboratorio di scrittura creativa del Liceo Filippo Lussana di Bergamo
"Attivare un laboratorio di scrittura creativa è stato il tentativo di mettere insieme molti obiettivi: alcuni legati evidentemente alla scrittura, altri volti al riuso di conoscenze che provengono da molte discipline, altri ancora tesi al piacere del confronto reciproco, della messa in opera di una revisione continua dei testi: la scoperta di un lavoro che nasce da una motivazione condivisa, dalla passione per la lettura e per la scrittura..."""" (dalla prefazione di Alessandra Pozzi)." -
Edmondo Dobrzanski. Ediz. illustrata
"Tensione religiosa, concentrazione intellettuale, meditazione sul destino dell'uomo. Tutto questo, e una densità di passioni e di sentimenti, documentano le opere di Dobrzanski. Valori profondi, potentemente contrastati, trasportati su tele, maturano, in una chiave anche più drammatica, le istanze di altri grandi lombardi come Morlotti, Francese, Chighine, Tavernari, messi in dialogo con, pur diversissimi tra loro, Permeke, Soutine, Sironi, Varlin. Dobrzanski, artista di frontiera, tra la Lombardia e il Canton Ticino, esprime un disagio, una sofferenza che poca pittura, attraverso una materia che pensa, è stata in grado di esprimere. [...] La proposta di Dobrzanski, certamente anomala nel panorama dell'arte contemporanea, è non soltanto originale ma potentemente alternativa, e indica proficui rapporti, locali e insieme internazionali, con Locarno e la sua Casa Rusca, che per primi, hanno ospitato questa mostra originale e, in ogni senso, coraggiosa"""" (Vittorio Sgarbi)." -
Calisto Gritti. Dipinti e sculture. Ediz. illustrata
"Protagonista da più di un quarantennio della scena artistica bergamasca, dove ha raccolto riconoscimenti critici ai più alti livelli dalla personale alla GAMeC di Bergamo (1998) alla partecipazione alla mostra storica Arte a Bergamo 1970-81 (2003) Calisto Gritti è più che mai impegnato nell'esplorazione della propria originale vena creativa. Sostenuto dalle sue straordinarie abilità e conoscenze tecniche, coltivate fin dagli esordi nella pratica quotidiana della pittura, dell'incisione e della modellazione (oltre che del restauro pittorico), l'artista conferma la vitalità della propria ricerca esplorando con modalità sempre diverse le potenzialità espressive del segno, del colore, della materia. Costantemente in bilico tra realtà e immaginazione, tra figura e astrazione, la sua ricerca è una """"colta"""" e appassionata indagine sulle radici del linguaggio visuale, un itinerario che si snoda sul filo della memoria e dell'esperienza tra i topoi più significativi del paesaggio quotidiano ma anche della tradizione storico-artistica passata e recente"""" (Enrico De Pascale)." -
Cuori d'altopiano. Quattro racconti
"C'è un legame potente fra l'uomo e i suoi posti, fra le storie che si scrivono da sole nelle svariate espressioni naturali del pianeta e le avventure umane, nobili e ignobili, che andrebbero sempre raccontate per contribuire a marcare il terreno del domani. La montagna di per sé ha una forte valenza metaforica, ma in aggiunta a ciò trovo che zone come l'altopiano selvinese, oltre che bellissime, siano da tempo veri e propri luoghi di frontiera, un confine fra quel che è stato e quel che sarà. È un mondo che va di fretta, questo. Tremendamente di fretta. Un mondo che ci trascina, volenti o nolenti, dentro un viaggio ancora senza destinazione. Il punto più delicato dell'odierna questione credo sia il fatto che questa volta si corre il rischio di partire col bagaglio sbagliato, perché quando hai a disposizione troppe cose tendi a confonderne i valori. Selvino e Aviatico sono due realtà orobiche che prima di molte altre sono giunte alla dogana: la loro doppia natura, da tempo sancita (tranquilli borghi d'inverno, affollate stazioni d'estate) ha per certi versi anticipato la decisa accelerata che il passaggio nel terzo millennio ha comportato per il resto del territorio orobico."""" (Alberto Gherardi)." -
Stezzano. Il suo tempo il suo ambiente
"La pubblicazione, divisa in due sezioni, si occupa nella prima parte della storia di Stezzano, con l'evoluzione dell'abitato e gli edifici maggiormente rappresentativi, nella seconda della campagna circostante, la sua evoluzione naturale e le trasformazioni indotte dall'uomo con il suo lavoro e la sua presenza nel corso dei millenni, le bellezze che ancora conserva ed il fascino discreto dei suoi angoli così sconosciuti eppur così vicini. Frutto di un gruppo di lavoro con specialisti nei vari settori, il libro si pone come obiettivo quello di essere un'opera divulgativa, il più accessibile e completa."""" (Daniele Vitali)" -
Raffaele Sicignano. Vibrazioni nella visione. Ediz. illustrata
"Le visioni fissate sulle carte di Raffaele Siciniano si fondano sull'equilibrio dei pesi cromatici in uno spazio """"altro"""", quasi sacrale , in cui sia possibile lasciar essere le cose percepite o intuite. Ogni quadro è un frammento sintetico di lunghi periodi trascorsi a cercar di penetrare il mistero di un luogo, con i suoi suoni, vibrazioni ed enigmi."""" (da """"Inscape"""" di Mauro Zanchi)" -
Piero Boni. Mondi partecipativi dipinti e disegni. Ediz. illustrata
"Di Piero Boni si sono interessati molti tra i maggiori critici d'arte del nostro Paese, condividendo un'attenzione precisa e appassionata per un lavoro artistico pressoché unico nel panorama attuale. La parabola del maestro è stata più volte ripercorsa e ne emerge un dato significativo, quello di un approdo alla piena dedizione all'arte che arriva dopo un periodo di attività diversa quasi che il pittore avesse avuto bisogno di una lunga e lenta maturazione per dare l'avvio a quello che sarebbe venuto dopo."""" (da """"Piero Boni"""" di Claudio Strinati)" -
Gualtiero Oberti. Le stanze dei codici
"Un dialogo. Una conversazione sul farsi della storia condotta per mezzo di lin-guaggi differenti e lontani nel tempo, ma che nell'esperanto dell'architettura con-vergono verso una dialettica comune e intelligibile. Questo è quanto deve favorire l'installazione realizzata per la nuova mediateca di Trescore, secondo le intenzioni del progetto. Un'architettura contemporanea accolta all'interno di un'architettura plasmata agli inizi del millennio scorso e più volte, nei secoli, ridisegnata a nuove funzioni. Un'installazione concepita applicando i codici della geometria nell'assoluto rispetto della testimonianza viva del monumento altomedievale, con il quale entra in dialogo, contrapponendo le proprie ragioni di esprimersi in un linguaggio contemporaneo alla complessità dei segni trasmessi dalla lenta stratificazione registrata sul corpus dell'architettura storica."""" (Gualtiero Oberti)" -
L' andare. Brevi prose in verbo essere
"Il titolo di questa sorprendente raccolta poetica ci dice qualcosa circa il suo tema dominante: evoca infatti un nuovo Itinerarium in Deum, cammino che coincide con una fenomenologia (mi si perdoni il termine profano) della devozione: implorazioni e mea culpa, auspici e rendimenti di grazie, trepidazioni e certezze, perdita, ritrovamento di sé e pacificazione nel divino si intrecciano a formare un dettato che sfiora la folle-innocente pronuncia dei mistici."""" (T. Rossi). """"Forse nessuno di noi potrà mai dire al nostro poeta se questa """"sua vita così [...] è vivere per Dio"""" e non gli confesseremo la nostra risposta alla domanda: """"Anche voi così sentite/pensate?"""". Di sicuro, comunque, gli testimoniamo il merito di un viaggio diverso e straordinario, fra lampi e composizioni di grande poesia e la provocazione di esserci accanto """"in dolce agguato / per salvare"""".""""(R. Invernici). """"Il privilegio dell'arte è di riapparire sempre, ricrearsi, reinventarsi, anche quando potrebbe sembrare soffocata dalle mode, dagli orrori della storia, dal disinteresse dei guadagni, dai mezzi di comunicazione di massa, dall'editoria volgare di quotidiani, settimanali, libretti di avida vanità."""" (G. Bàrberi Squarotti)" -
Spazi composti di Franco Normanni. Ediz. illustrata
"L'atelier di Normanni. Un ambiente che gli diviene sempre più necessario con il passare del tempo, e che provoca, specchia e riflette le fantasie, le gioie e i dolori della sua ricerca incessante. Un luogo memorizzatore che diventa un supporto essenziale, una storia, un diario, un elenco visivo di semilavorati, un appiglio contro la vertigine del vuoto, un meccanismo generativo virtuoso. Questo modo imprioprio di analizzare un artista attira molto la mia curiosità di architetto, e le biografie potrebbero partire anche non solo dalla lettura delle opere, distaccate dalla vita, ma dall'immagine degli """"arredi"""" che hanno condizionato e protetto le esistenze. E per fare due esempi opposti, citerei il mitico studio di Francis Bacon a Londra, informale accumulo esasperato dei suoi detriti di vita scelti con estrema cura e mai rimossi e poi le poetiche stanze di Giorgio Morandi a Bologna, dove i semplici mobili e le artefatte suppellettili sono la scena neo classica di una performance metafisica rimasta stabile per tutta una vita. E allora io trovo che anche per l'artista Franco Normanni valga partire dalla sua casa, dai suoi """"Spazi Composti""""."""" (Alessandro Mendini)" -
Storie di vetro
"Mi piacerebbe non prendere la parola al loro posto. E quando scrivo """"loro"""" nomino i giovani, etichetta di una categoria sfuggente, di un fantasma che inseguiamo non fosse altro perché abita il nostro presente e incarna il nostro futuro. Mi piacerebbe sostenere, da qui, da un laboratorio di scrittura, la loro battaglia verso la costruzione di un'identità che di questi tempi si fa sempre più difficile. Ma so poi che da adulto ne parlo, ne scrivo e che così deve essere. Vorrei allora raccontare, e qui mi è più facile, in poche note ciò che è successo. Ci siamo trovati in una stanza per scrivere. E da subito, guardandoci in faccia, ci siamo detti che almeno una passione l'avevamo, la lettura, e un'altra ancora, ma più difficile da costruire, la volevamo far nostra, la scrittura. Io ho presentato una valigia con degli attrezzi: manuali di istruzioni per l'uso e incoraggiamento costruito nella pratica di una lettura fatta insieme, in presenza di un lettore """"certificato"""" e di altri resi complici dal patto di un laboratorio di scrittura."""" (dalla prefazione di Alessandra Pozzi)" -
Carlo Previtali. Christus Patiens. Ediz. illustrata
"L'ingresso di una nuova opera sul Crocefisso nel complesso del Duomo è un evento significativo e non soltanto dal punto di vista artistico. Il Vero Uomo è compiutamente morto come per qualunque uomo che ha concluso quell'unica, irripetibile esperienza. Portando, magari, in animo il senso dell'attraversamento, come per il Tuffatore pestano, l'uomo che misura in Cristo la sua vicenda, conosce appieno la misteriosa cifra della morte, soprattutto confida nel ricongiungimento e in una nuova stagione di consapevolezza. Quante volte, entrando in una Chiesa in penombra, in momenti tormentati dell'esistere, cerchiamo il Cristo Crocefisso, chiediamo conforto al dolore, affondando la nostra vita all'interno del dolore di Dio, una sofferenza scaturita dalla comprensione sullo stato perduto della condizione umana."""" (Monsignor Orazio Soricelli)" -
Ai confini della comprensione. Narrazione complessa e puzzle films
"""""Ai confini della comprensione"""" è una formula, quasi uno slogan, che permette di denominare l'esperienza del pubblico cinematografico degli ultimi quindici anni di fronte a film che, con diverse modalità e a diversi gradi, non danno la possibilità di farsi un'idea chiara di ciò che raccontano. Si tratta di puzzle films, e cioè pellicole che pongono in primo piano l'estetica dell'enigma, mettendo in crisi gli automatismi della comprensione, e obbligando a riflettere su ciò che avviene nel corso della visione. Ai confini della comprensione c'è un territorio vasto, indefinito, perlopiù impraticabile: non tutti gli elementi, necessari o attesi, vengono offerti, e lo spettatore è costretto a muoversi alla ricerca di ciò che manca. Molto spesso questa ricerca va oltre i limiti del film, del genere, della narrazione stessa per giungere a cogliere la ratio estetica che ne regola forma e funzioni. Si può affermare che questi film, presupponendo uno stato di disorientamento e la conseguente ricerca di soluzioni possibili, impiegano le facoltà mentali del pubblico come risorse drammatiche: la comprensione richiede strategie mentali che aiutino a superare le difficoltà."""" (S. Ghislotti)" -
Maurizio Gavazzi, Delia Gritti. Il nostro tempo. Dipinti. Ediz. illustrata
"Sono nate nello stesso studio - condiviso dai pittori Delia Gritti e Maurizio Gavazzi - dove Valtesse, comune divenuto quartiere di Bergamo, lascia il passo ai clivi sempre meno verdi di Valverde e alla vista di un profilo di città alta. Si ritrovano in questa mostra - condivisa dai due pittori come già molte occasioni espositive - per continuare il loro innato dialogo, per sdoganarlo da un certo isolamento degli artisti contemporanei e approfondirlo negli sguardi del pubblico. La loro voce cromatica di fondo, al contempo informale e materica, si espande o si stratifica, fino ad assumere l'essenza o la parvenza di una figurazione. Sono una quarantina di opere a olio su tela e raccontano in sintesi la pittura intrapresa da Gavazzi negli anni Ottanta e da Gritti nel decennio successivo."""" (dalla prefazione di Elisabetta Calcaterra)" -
Arteimpresa. Capitali intangibili. Luoghi, relazioni, persone
"La VII edizione di ArteImpresa si apre quest'anno all'insegna di un titolo che, oltre a costituire un orizzonte poetico e tematico, mi sembra possa suonare come un buon auspicio, un motivo da cui trarre tutti ispirazione. Il titolo """"Capitali intangibili: luoghi, relazioni, persone"""", infatti, lascia per un attimo sullo sfondo la realtà produttiva dell'impresa e la dimensione degli oggetti, per concentrarsi piuttosto sull'impresa come spazio di rapporti sociali, professionali e umani: l'impresa e, più in generale, la realtà del lavoro, come un tempo e un luogo in grado di determinare in modo sempre più radicale il tipo di società in cui viviamo, plasmarne i valori e incidere tanto sul benessere economico delle persone quanto sulla loro dimensione relazionale e affettiva. Nello scegliere questo titolo mi sembra che gli organizzatori abbiano, a ragione, individuato nel rapporto tra la creatività degli artisti e il mondo delle imprese un rapporto di reciprocità e non si si ano limitati, come spesso accade, a vedere nei linguaggi dell'arte un'occasione per estetizzare processi produttivi che, nella realtà, all'arte restano completamente estranei."""" (Alessandro Rabottini)" -
Incontri/confronti. Ediz. illustrata
"Come presidente de La Scuola di Bergamo, esprimo il mio compiacimento per più motivi; in primo luogo per il significato di fondo di questa iniziativa, che non è una semplice occasione espositiva, ma vuole essere, e sarà certamente, un effettivo momento di incontro e di confronto tra artisti di comune formazione presso scuole d'arte (in massima parte l'Accademia Carrara) ma di differenti espressività e linguaggi. Poi perché si tratta di un incontro tra gruppi diversi, pittori e scultori bergamaschi e bresciani, da qui un'ulteriore occasione di confronto e di valutazione del loro operare. Poi ancora perché si tratta di uno stimolante incontro-confronto generazionale, se si considera che tra il più anziano degli espositori (il sottoscritto) e il più giovane intercorrono ben cinquantaquattro anni. Vi è poi l'azzeccata scelta organizzativa di chiedere agli artisti di documentare le loro ricerche con due opere di differente cronologia, in modo di accentuare ancor più il tema del confronto, in questo senso interno alle loro poetiche. Mi sembrano questi spunti più che sufficienti da poter dire che la mostra ha motivi di interesse per essere vista, discussa, apprezzata."""" (Trento Longaretti)" -
Raffaele Sicignano. Aria, impeto e silenzio. È notte, illuminatamente buia. Ediz. illustrata
"Raffaele Sicignano (Pompei 1970) inizia la sua formazione artistica presso il Liceo Artistico Statale di Napoli e completa gli studi all'Accademia di Belle Arti, dove si diploma nel 1994. Napoli è una città che emana un fascino irresistibile dove gli estremi sembrano poter convivere e senza dubbio un artista, cresciuto in un contesto socio-culturale e artistico come quello partenopeo, non può rimanere indifferente ai ricchi stimoli che l'ambiente gli offre."""" (Chiara Seghezzi)" -
Giuseppe Biagi. Da una terra all'altra. Dipinti e disegni 2009-2011. Ediz. illustrata
"I fumi abitanti delle colline andavano dalla terra al cielo le lune migravano da un monte all'altro gli uomini non abitavano terre le isole comparivano come sogni. Tutto muoveva """"da una terra all'altra"""" perché la terra è sogno speranza presenza nell'esistenza. A questo migrare un migrare di uomini che attraversano terre con la loro presenza regale paiono santi che porgono offerte, magi che portano doni, nutrici uscite da chissà quale natività. Giovani nottambuli che migrano la città abitanti di strade improbabili contemplatori di spazi che pensano a terre lontane magari a sogni dove ci si può muovere """"da una terra all'altra""""."""" (Giuseppe Biagi) """"Il suo lavoro è caratterizzato da una pulizia esecutiva. Per me questa qualità è la dimostrazione di un rigore mentale, di una capacità di controllo formale. Mi sembra di capire che per lei sia molto importante lo spazio, l'organizzazione dell'immagine o della storia all'interno di un confine che si è dato. L'altro elemento che rende riconoscibile il suo lavoro sono le raffinate variazioni cromatiche. Una moderazione tonale che mi ricorda il magistero di Morandi. Percepisco anche una sotterranea necessità narrativa."""" (Mina Gregori)" -
Scribo ergo sum. I racconti degli studenti
"Scribo ergo sum"""" è un concorso di scrittura creativa proposto a partire dal 2009 da Agoràsarpi con l'intento di offrire ai ragazzi occasioni di espressione e formazione complementari a quella meramente scolastica, ma anche concrete opportunità di restituire al territorio il proprio successo formativo. Infatti di successo formativo non è corretto parlare se non contempla l'apertura verso l'esterno e se le risorse intellettuali costituite dai ragazzi restano confinate all'interno delle mura scolastiche in cui si formano. Il concorso, quest'anno più che mai, risponde all'istanza con questa pubblicazione che raccoglie tutti i racconti presentati nei tre anni e diventa testimonianza fruibile all'esterno (...)."