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Alfa Pietta. Percorsi: 1958-2015. Catalogo della mostra (Trescore Balneario, 5 marzo-1 aprile 2016). Ediz. illustrata
Questa mostra di Alfa Pietta descrive il percorso della sua personalissima ricerca artistica che la vede protagonista nel dibattito dell'arte bergamasca degli ultimi 50 anni. L'esposizione Le stanze allestita alla Biblioteca-Mediateca A. Meli di Trescore Balneario (Bg) raccoglie opere realizzate nell'arco temporale che va dal 1958 al 2015. Gli inizi giovanili dell'esperienza artistica, segnati dagli echi dell'informale degli anni '50, trovano nel periodo a seguire la continuità nella sua sperimentazione che la porta ad un coerente linguaggio espressivo, inizialmente attraverso il concretismo geometrico fatto di forme e cromatismi, per arrivare poi al raggiungimento dell'attuale definizione del suo percorso fatto di opere di grande eleganza, sospese tra spazialismo e filosofia delle forme. -
Alfredo Colombo. Ediz. illustrata
"Una grande officina. Il profumo antico del fieno tagliato, le rade e forti maglie di rami giovani ed elastici - salice o nocciolo - intrecciate con la sicurezza delle abitudini ataviche, distribuite e tramandate lungo la dorsale delle valli, giù fino all'abbraccio lattiginoso della pianura. L'arte ricorda; ricorda le forme, il senso delle cose. Lo fa a modo suo, a metà fra storia e poesia, proprio dove si situa da molti decenni il lavoro di Alfredo Colombo, un lavoro potente, versatile, sensibile, sempre pronto a nuove illuminazioni ad ogni nuovo incontro, per esempio con un materiale, oppure un'idea, una traccia che affiora improvvisamente dal passato, o ancora una considerazione di vaga e solitaria acredine sulle cose presenti"""" (Martina Corgnati)." -
+corpidegliospedaliriuniti. Ediz. illustrata
La chiusura di un ospedale - qui gli Ospedali Riuniti di Bergamo - e l'abbandono del luogo, destinato a una nuova funzione di uso, è un fatto eccezionale, che pone inevitabilmente un problema di rappresentazione del suo atto finale, prima che si affacci a nuova vita. La rappresentazione fotografica e testuale che qui si propone non vuole essere un gesto conservativo. Potrebbe infatti sembrare che la fotografia, con la sua illusoria capacità di trattenere il tempo e di attestare ciò che è stato, debba necessariamente documentare quel che resta di un luogo, continuando ad alimentare il feticismo dell'objet trouvé, del mercatino delle cose vecchie. Questo progetto prova, invece, a fare emergere attraverso la sua modalità di rappresentazione le vicende umane e intime che si sono svolte in questo luogo. Un cambio di prospettiva rispetto a una visione che, anziché concentrarsi sul valore semantico e simbolico della rappresentazione, si interroga in modo inconcludente sulla natura del mezzo. Qui il tentativo è altro e mira a costruire un oggetto di senso, determinato dall'impronta della forma che rimanda al vissuto come atto del presente. -
L'angelo e la vergine. Ediz. illustrata
"Avevo lasciato Lino Mannocci al ciclo dell'Annunciazione, avevo lodato il coraggio della sua ricerca laica ai confini con il campo del religioso, la riproposizione di simbologie luministiche che rimandavano alla spiritualità mistica della civiltà medioevale. A pochi anni di distanza, ritrovo Mannocci con nuove suggestioni, nuove direzioni, nuovi soggetti archetipici, nuovi """"paesaggi della memoria"""", nuove storie. Senza mai contraddirsi, senza mai ripetersi, Mannocci ha mantenuto ancora una volontà intensa di stupirsi e di stupire."""" (V. Sgarbi)" -
Bergamascando. Cinquecento modi di dire in bergamasco
Si propone qui in chiave ermeneutica un saggio delle locuzioni in uso nella parlata bergamasca. Tali locuzioni emergono dai discorsi diretti, dai dialoghi quotidiani e risultano espressive non solo dell'indole individuale di chi le pronunzia ma anche e soprattutto della psicologia collettiva; esse costituiscono un complesso vastissimo di elementi atti a comprendere e a definire concezioni e comportamenti di una gente, sentimenti e abitudini di un popolo. Si coglie, attraverso l'esame del complesso dei modi di dire, lo spirito comunitario di una gente e se ne appalesano le caratteristiche e i risvolti di ordine spirituale, etico, sociale, civile, culturale. Per il lettore sarà come passeggiare per i borghi e le contrade della Bergamasca e riudire il sincero e icastico dialetto della gente orobica. -
Nebbie in Valpadana. Racconti milanesi
Non si può fare riferimento a Milano senza pensare al Duomo, alla Galleria, al Castello Sforzesco, al Museo della scienza e della tecnica, alla Scala, a Brera, alla casa del Manzoni e chissà a quante altre opere e monumenti. Milano significa anche e soprattutto lavoro, vuol dire produzione, finanza, sport, spettacolo, moda, vita attiva di giorno, brillante la sera. Però tra i monumenti e gli edifici storici non si aggirano solo persone attive, inserite nella produzione e consapevoli di portare un contributo positivo alla vita e al progresso della metropoli. Esistono tuttora, anche se sono in diminuzione, personaggi marginali che si accontentano di raccogliere le briciole e le briciole abbondano quando i commensali sono ricchi. -
Montisola tra cielo e terra
«È calato il sipario su ""The Floating Piers"""", la """"passerella giallo dalia"""" di Christo and Jeanne-Claude, che per 16 giorni ha unito due territori, i Comuni di Sulzano e di Monte Isola, modificando temporaneamente la cartina fisica del Lago d'Iseo. Due isole, la piccola e la grande, si sono legate alla terraferma per mezzo di un ponte gettato fra i nostri popoli, fra le nostre culture, proprio nel momento in cui sembra stiano tornando di moda nuovi muri e barriere. I ponti sono fatti per unire, non per dividere, e lo hanno dimostrato oltre un milione e duecentomila persone, che in sedici giorni sono state parte integrante dell'opera d'arte di Christo. Il Lago d'Iseo è balzato alle cronache mondiali al pari di Montisola, la sua """"perla"""", """"l'isola lacustre più grande d'Europa"""", uno dei """"Borghi più belli d'Italia"""", e """"Destinazione d'Eccellenza EDEN 2010"""". In tempi non sospetti, dissi che dopo l'opera di Christo Monte Isola non sarebbe stata più la stessa, che non dovevamo perdere l'occasione per lo sviluppo dell'Isola e di tutto il Lago d'Iseo. Ecco, come avevo previsto, Monte Isola sta cambiando pelle, e parla già un linguaggio internazionale.» (F. Turla sindaco di Montisola)"" -
I diari di Rubha Hunish. Con Il tempo della terra. Redux
Include ""Il tempo della terra"""" (inedito) con sette nuovi capitoli e il diario fotopoetico commentato postfazione di Tiziano Fratus «i veri orizzonti sono dentro di noi. Ognuno di noi ha esclusivamente terre sconosciute da scoprire: non sono i libri e le mappe a poterci dare soddisfazione.» Nel 2004, anno in cui Baldini Castoldi Dalai pubblica """"I diari di Rubha Hunish"""" (considerato oggi il primo libro di narrativa geopoetica di viaggio), la connessione tra la dimensione interiore, l'immaginario e lo spirito umano si dispiegano liberamente dentro e anche oltre il territorio: ecco cosa è questo """"journal"""" scritto in diversi angoli del mondo, edificato poi su pilastri filosofici che sono diventati un paradigma della relazione tra uomo e terra. Un'ampia schiera di viaggiatori degli spazi che il viaggio offre al pensiero e alla sua evoluzione emozionale, con """"I diari di Rubha Hunish"""" trova un segnavia ormai riconosciuto. Questa edizione fa assumere all'opera una dimensione più completa della versione originale, grazie alla presenza di nuovi capitoli e dell'inedito """"Il tempo della terra""""."" -
Siate dono nel mondo. Catalogo della mostra. Ediz. illustrata
Concorso ""Carlo Fayer"""" IV edizione 2015-2016. Un'espressione cara a Carlo Fayer: """"si disegna con la mente"""", mai come in questa occasione è stata palese. Opere ragionate che hanno raccontato del suono primordiale dell'universo; del superamento di ostacoli, barriere e pregiudizi; del più grande dono che è la natura con le sue manifestazioni bonarie ma anche con le difficoltà che ci presenta; delle capacità che ognuno ha e che può mettere a disposizione degli altri senza nulla chiedere in cambio. Temi banali? Non direi anzi, temi dei quali dovremmo cibarci continuamente per rispondere al meglio, proprio come hanno fatto i ragazzi del Munari, alla chiamata delle opportunità che ci aleggiano di fianco. 44 gli studenti che hanno aderito alla proposta con 33 opere realizzate. La giuria ha deciso di assegnare quattro premi e dieci menzioni speciali. Mentre le opere venivano mostrate alla giuria, emergeva chiaro come gli studenti avevano donato la propria creatività diventando essi stessi dono."" -
Gli amici pittori di Londra. Bevan, Davies, Di Stefano, Elwes, Fisher, Hyman, Jackowski, James, Johnson, Kiff, Kitaj, Lowery, Newbolt
"Pochi mesi fa, Lino Mannocci ha organizzato una cena presso il Chelsea Arts Club di Londra, creando una rara occasione di socializzazione, per confermare che la Galleria Ceribelli ospiterà il sequel di 'Gli amici pittori di Londra', la mostra organizzata esattamente dieci anni fa. Ammirando notevolmente l'iniziativa di Lino nel voler realizzare questo ponte tra artisti di eccezionale integrità e tra l'Inghilterra e Bergamo, ho accettato di provare a mettere insieme, in un unico testo, una serie di testimonianze degli artisti. Nonostante io conosca il loro lavoro, solo in pochi casi ho visto le opere dal vivo, pertanto le impressioni collettive e singole di ciò che questi artisti hanno in comune sono un po' 'indovinate'. Con le dovute scuse. Quando ho ricevuto i testi, mi sono resa conto di come sempre più le vite di questi artisti siano diventate private e come le loro intenzioni e tematiche siano diventate intangibili. Il materiale di base è spesso autobiografico e sottratto al vissuto, a volte può essere la continuazione del loro lavoro, o addirittura si può riferire all'arte e alla letteratura di altri. Infatti, compagni immaginari confluiscono in alcune immagini."""" (Dalla prefazione di Catherine Lampert)" -
Erminio Maffioletti. Dipinti 1955-2003
"È sulla metà degli anni Cinquanta che Erminio Maffioletti attinge al suo linguaggio maturo. Non è precocemente raggiunto, dunque, quel primo traguardo toccato dal pittore, che era nato a Bergamo nel 1913, e che già nel '37 era a Parigi (nel tempo stesso, tra l'altro, in cui si teneva nella capitale dell'arte mondiale l'Esposizione Internazionale, dove il padiglione della Repubblica Spagnola ospitava Guernica di Picasso e la Monserrat di Julio González, destinate ad aprire tante strade rispettivamente alla pittura e alla scultura degli anni a venire). Maffioletti - proprio come i suoi sodali Birolli e Morlotti, quegli stessi mesi anch'essi a Parigi - non ne intese per allora la portata innovativa; prese atto invece di una precedente inflessione dell'arte francese, che - dopo che la sùbito successiva parentesi romana contribuì ad orientarne le scelte verso una dimensione espressionista dell'immagine - muoveva da Daumier e giungeva a esplicarsi pienamente in Rouault."""" (F. D'Amico)" -
Bergamascamente. Cinquecento modi di dire in Bergamasco e ottocento voci del Gaì (gergo dei pastori bergamaschi)
Non occorre essere bergamaschi purosangue per immergersi nella lettura di questo libretto. Basta non assumere un assurdo atteggiamento di sufficienza nei confronti della cultura popolare, dalla quale tutti proveniamo e nella quale affondano saldamente le nostre radici. Basta rendersi conto delle enormi risorse espressive del dialetto, sorto millecinquecento anni fa sulla dissoluzione del latino imperiale, parlato in modo diverso da una zona all'altra della Penisola a seconda dei sostrati linguistici. Come già in una recente opera, intitolata ""Bergamascando"""", si sono adunate qui più di cinquecento locuzioni tipiche del bergamasco, alcune ormai cadute in disuso ma ben attestate dalla letteratura dei secoli passati, altre tuttora presenti e vive nel quotidiano linguaggio comune. Spontaneamente fiorite sulle labbra della nostra gente, tali locuzioni appaiono ispirate da una schiettezza sorgiva, non di rado manifestata da sentimenti che, vestendo di volta in volta i panni della parodia e del paradosso, trasvolano dall'arguzia all'ironia, giungendo a sfiorare la satira e il sarcasmo."" -
La città ulteriore. Bergamo a ben vedere
Se che quel che si vede dipende da come si guarda, chi inizia a scorrere le pagine del libro coglie subito l'implicito ma chiaro invito all'attenzione. Si tratta di notare il particolare nascosto entro un insieme complesso, di connettere il presente al passato rintracciando in storie piccole i riflessi della Storia grande. Tra il verde e le pietre, tra gli affreschi e i palazzi, incontrando targhe, portoni, giardini e molto altro, Bergamo emerge inaspettata, suggestiva e sorprendente anche per chi pensava di conoscerla bene. A ""ben vedere"""", ci si ritrova entro un percorso lungo il quale, con passo lento ma sempre più partecipe, non solo si scopre che le immagini di Felice Feltracco parlano e le parole di Manuela Barani mostrano, ma che le une sono necessarie alle altre, in un costante rimando reciproco. È un dialogo e un confronto tra chi con le parole illumina un punto e chi lo ricrea con il gesto sicuro e quasi magico di dare forma all'acqua colorandola. È appunto guardando così che si vede """"la città ulteriore"""". Testi di Manuela Barani. Acquerelli di Felice Feltracco."" -
L' oriente perduto
Nella settecentesca dimora dei Valserra sul lago di Como, Fabrizio in una notte di fine estate ritrova un antico libretto nascosto nel cassetto di una scrivania, posta nella biblioteca della villa. È un diario. Comincia così questo nuovo romanzo di Carlo Salvioni che porterà il lettore nel clima delle repubbliche democratiche dell'Italia alla fine del XVIII secolo e poi addirittura nella terra dei Faraoni, al seguito della spedizione guidata dal generale Bonaparte. La successione degli eventi, che si rincorrono a ritmo serrato, cambierà in modo irreversibile il corso della Storia e darà origine a una nuova scienza: l'egittologia. Monaco benedettino, sfratatosi durante la rivoluzione del 1797, giacobino, conoscitore delle lingue antiche e orientali, Alessandro Valserra, antenato di Fabrizio, è il protagonista di questa narrazione. La sua sarà una vicenda di affrancamento dai dogmi e dalle polverose dottrine dell'antico regime, con in più il gusto dell'avventura e delle scoperte archeologiche, alla ricerca di quella felicità, che solo una società fondata sulla libertà e l'uguaglianza può garantire. O così poteva sembrare. -
Una fiaba bergamasca
Una fiaba ambientata in una Bergamo magica e tutta da colorare, in cui la cucciolina Boculina si è smarrita. Riuscirà a tornare a casa, da papà Grappa e tra le sue amate valli? Età di lettura: da 4 anni. -
Eliseo Milani. Eleganza operaia e stile comunista. Biografia, scritti, testimonianze
L'idea di questo libro nasce dal desiderio di dedicare al nostro compagno e amico una testimonianza affettuosa del debito esperienziale e formativo, che ciascuno di noi ancora intrattiene con lui, a distanza di tanto tempo dagli anni che abbiamo condiviso e dalla sua scomparsa nel dicembre del 2004. Volevamo raccontare l'Eliseo che abbiamo conosciuto, la personalità e lo stile che lo caratterizzavano, la sua speciale carica di umanità e d'esperienza. Per questo, abbiamo coinvolto molti dei compagni, con i quali egli ha vissuto e interagito in stretto contatto di lavoro organizzativo, di riflessione politica e di vita quotidiana. Prefazione di Rossana Rossanda. -
L' Annunciazione
"La 'Mostra sull'Annunciazione' offre una imperdibile occasione per ammirare numerose opere d'arte e gustare con attenta partecipazione il loro valore estetico, ma è anche una riflessione, seria e profonda, di carattere spirituale. Attraverso il sì di Maria Vergine e Madre, Regina del cielo e della terra, e la bellezza di Dio Padre che si rivela al mondo per entrare in comunione con ciascuno di noi, Cristo Salvatore irrompe nella storia umana e la cambia per sempre. L'incontro tra Dio e l'umanità rivive e si perpetua grazie alla magnificenza dell'arte: il mistero dell'Incarnazione è luce di verità che illumina il nostro cuore fino alla conoscenza di noi stessi. L'arte diventa parte essenziale della nostra vita."""" (Dalla presentazione di Emidio Fattori). Presentazioni di Giovanni D'Ercole e Michele Falabretti. Saggi di Lino Mannocci, Vittorio Sgarbi, Giuliano Giuliani." -
Una promessa. Il mio viaggio a Nyagwethe
"Un racconto che va veloce, di corsa, per sette giorni sette non si ferma mai. Sono pochi sette giorni? Sono tanti. Tanti se li vivi come ce li descrive Raffaello e davvero, questa corsa frenetica fra un impegno e l'altro del gruppetto di amici bergamaschi capitanati da Susanna, costantemente inseguito da uno sciame di ragazzini sorridenti e insieme pressato da problemi urgenti, vitali, veri; basta a svelarti, in controluce, chi era Franco Pini, che cosa ha saputo fare e quanto ha saputo correre, lui. Ti ritrovi dentro la sua Africa, e corri anche tu appena albeggia in cielo un nuovo giorno (come la proverbiale gazzella che fugge il leone). Lì, sulle sponde del lago Vittoria dove il grande Franco scoprì, folgorato dalla sfida, il bellissimo e poverissimo villaggio di Nyagwethe. Da solo, caparbio, instancabile, correndo avanti e indietro fra Kenya e Ponteranica, ci dimostrò che anche un singolo uomo può cambiare il mondo in meglio, con una forza che può ancora - eccome - caricarsi sulle spalle tutte le nostre paure, debolezze, ipocrisie, scuse... e conferirle alla più vicina discarica."""" (Dalla prefazione di Stefano Golfari)" -
Un monumento per Bergamo. Giacomo Quarenghi e l'Arco a Napoleone sulla via per Milano
Il Consiglio Comunale di Bergamo incaricò Giacomo Quarenghi, in città tra il 1810 e 1811, del disegno di un Arco in onore di Napoleone; la costruzione del monumento si avviò tra il 1811 e il 1812 per quindi interrompersi, con la caduta dell'Impero napoleonico. A testimonianza dell'imponente costruzione rimangono alcune documentazioni archivistiche e disegni che, sino ad oggi, non sono stati catalogati ed organizzati in modo organico. Lo studio condotto in occasione delle Celebrazioni del Bicentenario ha permesso di approfondire la storia dell'opera bergamasca, nonché di svelarne la sua trasformazione progettuale attraverso gli schizzi di progetto e le fonti autografe. In particolare ha indicato inediti collegamenti con la celebre Porta Trionfale di Narva, ideata dall'architetto pochi anni più tardi (1814), per la città di San Pietroburgo. -
Giorgio Oprandi. Lo sguardo del viaggiatore
"Poche figure come Giorgio Oprandi sono così profondamente radicate nella comunità loverese. Se sul fronte pubblico la celebrazione assume rilievo cittadino con la realizzazione del busto modellato da Eros Pellini, ora in Accademia Tadini, e attraverso la dedicazione, nel 1968, di una via, diventa più difficile seguire le tracce sul fronte privato, dove il ricordo del pittore è ancora vivo. Per i loveresi sono motivo d'orgoglio il legame di parentela e di amicizia con lui e il possesso delle sue opere, spesso ricevute come dono di nozze e gelosamente custodite come segno dell'identità familiare. Percorrendo a ritroso la storia di molti dipinti attraverso le proprietà indicate nel catalogo della mostra del 1968 o nella pubblicazione di Luciano Gallina del 1958, è frequente che si incontri un atto di generosità da parte del pittore, i cui tratti caratteriali emergono dalla letteratura critica ma anche dai racconti che abbiamo ascoltato nel corso della ricerca. La stessa comunità ha custodito i materiali provenienti dalla dispersione dello studio, in parte poi giunti in dono all'Accademia Tadini grazie alla sensibilità di alcuni loveresi: una scelta che fa loro onore"""". (Marco Albertario)"