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Oltre la Grande Muraglia. Uno sguardo sulla Cina che non ti aspetti
La Cina odierna genera allarme, persino paura, ma allo stesso tempo attrae fortemente. Come mai? Forse perché è antica, ma anche la Grecia è antica; forse perché è vasta, ma anche la Russia è vasta; forse perché è popolosa, ma l'India lo è altrettanto; forse perché la Cina è le tre cose insieme, o perché nei riguardi della Cina è viva ancor oggi una sorta di mitologia del mistero, una mitologia del resto in parte giustificata, poiché nell'inconscio occidentale quel paese conserva un'immagine di estraneità e di difficile accesso, quasi si trattasse di una creazione onirica. Eppure oggi più che mai è necessario compiere uno sforzo per comprendere meglio e più a fondo questo gigante che ha saputo conquistarsi un posto di primo piano sulla scena mondiale, coniugando assenza di libertà e vertiginoso sviluppo economico in un modo che non finisce di stupire l'Occidente, ed esercitando sullo scacchiere geopolitico un sapientissimo soft power che, se oggi lo vede misurarsi quasi alla pari con gli Stati Uniti, partner e rivale a un tempo, configura per il futuro scenari inattesi e sorprendenti. Tra approfondite analisi politiche ed economiche e i ricordi di quanto vissuto in prima persona nelle stanze della diplomazia, Alberto Bradanini, a lungo ambasciatore in Oriente e studioso di cose cinesi, ci guida alla scoperta della Cina che non ci aspettiamo. -
Un sessantotto
Questa non è una storia del Sessantotto. Non è un racconto di eventi, conflitti, discorsi di quegli anni, bensì la proposta di un'interpretazione. La sconfitta del Sessantotto fu l'anticipazione della sconfitta definitiva del movimento operaio ufficiale e dei suoi partiti, alla fine degli anni Ottanta. Da quel movimento però si sarebbero potute sviluppare una cultura e una pratica politiche diverse, fondate su un'idea di democrazia partecipativa e deliberativa. Sulla base dell'analisi di una selezione di fonti, l'autore tratteggia un'immagine significativa del bagaglio intellettuale dei protagonisti nella fase aurorale della rivolta studentesca. Srotolando all'indietro il film della storia, vengono ricostruite le straordinarie potenzialità, i profondi limiti e lo slittamento di quel movimento verso una radicalizzazione destinata alla sconfitta. -
Perché disturbarsi a votare?
Con il crollo dei partiti tradizionali in tutto il mondo e con gli esperti che predicono una crisi della democrazia, il valore delle elezioni come metodo per selezionare da chi e come siamo governati è messo in discussione. Quali sono le virtù e le debolezze delle elezioni? Ci sono limiti a ciò che possono realisticamente farci ottenere? Le elezioni, sostiene l'autore, sono intrinsecamente imperfette ma restano il modo meno sbagliato di scegliere i nostri governanti. Anche se le loro imperfezioni potessero essere affrontate, sarebbe ingenuo presumere che esse possano risolvere tutti i mali della società. Il più grande valore delle elezioni, di per sé sufficiente a difenderle, è che elaborano qualsiasi conflitto possa sorgere nella società in termini di libertà e di pace. Resta da vedere se riescano a farlo nel clima politico turbolento di oggi. -
Per un pugno di bitcoin. Rischi e opportunità delle monete virtuali. Nuova ediz.
In tema di bitcoin, il libro di Amato e Fantacci rappresenta un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere significato, potenzialità e limiti della nuova moneta e della tecnologia che ne è alla base. Diversi fatti rilevanti sono occorsi dalla prima edizione: dalla comparsa di numerose nuove criptovalute, con l'esplosione delle ICO (Initial coin offerings), all'emissione di futures in bitcoin alla Borsa di Chicago, fino all'ascesa vertiginosa delle quotazioni del bitcoin a fine 2017, seguita da un ancor più brusco tonfo. Nessuno di questi eventi, tuttavia, ha scalfito la tesi degli autori: bitcoin si conferma una tecnologia estremamente innovativa e potenzialmente molto efficace - associata però a un sistema monetario antiquato e pericoloso. -
Le chiavi della prosperità. Gli atteggiamenti mentali che generano sviluppo
Come scrisse in una postilla al suo testamento il senatore e diplomatico americano Patrick D. Moynihan, scomparso nel 2003, il convincimento centrale del pensiero conservatore è che sia la mentalità - non la politica - a determinare il successo di una società; al contrario, il convincimento centrale del pensiero liberale è che la politica possa cambiare la mentalità e salvarla da se stessa. Questo libro svela le condizioni grazie alle quali il convincimento liberale può inverarsi. E lo fa riempiendo un vuoto che andava colmato. O meglio, tre vuoti, come afferma Guido Tabellini nella sua Prefazione al volume. Primo, offre una sintesi recente e aggiornata di una linea di ricerca che sta trasformando il modo di studiare lo sviluppo economico. Secondo, sebbene scientificamente documentato, completo e aggiornato, il libro si rivolge anche a lettori non tecnici o particolarmente esperti della materia, parlando in modo semplice e facilmente accessibile. Terzo, è scritto in una prospettiva italiana, pensando agli specifici problemi della nostra economia, una prospettiva particolarmente interessante in una fase politica ed economica così difficile per il nostro paese. -
Bobbio e Sartori. Capire e cambiare la politica
Con i loro insegnamenti e i loro scritti, Norberto Bobbio (1909-2004) e Giovanni Sartori (1924-2017) hanno dato contributi inestimabili allo studio della politica, della democrazia e, in particolare Sartori, dei partiti. Con i loro incisivi editoriali, rispettivamente, su La Stampa e il Corriere della Sera, hanno interpretato gli avvenimenti politici italiani, europei e mondiali rendendoli più comprensibili a centinaia di migliaia di lettori. Con le loro critiche, puntuali e argomentate, colte ed efficaci, hanno tentato, Bobbio fermamente e pacatamente, Sartori con durezza e sarcasmo, di migliorare la politica italiana parlando ai potenti senza nessuna concessione e nessun cedimento. Entrambi sono stati per decenni ""intellettuali pubblici"""", criticati dai conservatori, ma godendo di largo ascolto e di ampio apprezzamento. Questo libro analizza i loro scritti più importanti, ne individua i molti punti di forza, ne dimostra la perdurante validità. Non c'è conclusione poiché sia Bobbio sia Sartori sono dei """"classici"""". Continuano a comunicare con tutti noi, cittadini d'Italia e d'Europa, con parole che non perdono di significato e di rilevanza. Non hanno smesso di insegnare."" -
L' impresa riformista. Lavoro, innovazione, benessere, inclusione
L'impresa, strumento di crescita economica e di sviluppo, è anche luogo dell'identità e dell'appartenenza, agente essenziale di trasformazione sociale e civile. Un attore consapevole dei processi di innovazione che dall'economia si allargano alla società. Una risorsa, in tempi di tensioni, rancori, ascensore sociale bloccato e disuguaglianze. In una stagione di crisi delle democrazie liberali e delle relazioni tra democrazia e cultura di mercato, sarebbe riduttivo pensare all'impresa esclusivamente come a una macchina che genera profitto. Ecco perché diventa rilevante parlare di «impresa riformista», ovvero l'impresa come soggetto «politico» attivo. «Politico» non certo nel senso delle politics, gli atti concreti di governo e di attuazione di riforme, ma in quello della policy, i progetti, le strategie economiche, sociali, culturali. Non «un partito delle imprese», ma l'impresa come soggetto che vive nella società e che contribuisce a determinarne le trasformazioni. Da ascoltare e non ostacolare, nei suoi processi di costruzione di lavoro e sviluppo. Sta purtroppo crescendo nel paese un diffuso clima anti-imprese, che trova alimento in ambienti di governo. Un clima sbagliato, in contrasto con gli interessi di fondo dell'Italia, nel contesto di una grande riforma necessaria dell'Europa. La via è quella di una scelta di cultura e di pratica d'impresa che va oltre l'orizzonte del pur indispensabile fare profitti e lega, al valore per gli azionisti, l'impegno su un sistema di valori d'innovazione positiva, attenzione ambientale, solidarietà, responsabilità sociale. -
L'illusione del cambiamento. L'Italia di oggi, l'Italia di domani
Riflettere sul cambiamento per non ridurlo all'illusione di una banale propaganda: questo il senso provocatorio di questo libro, a partire, volutamente, dal titolo. Se il cambiamento è la costante del nostro panorama esistenziale, tuttavia, l'idea che esso ci sollevi dalla responsabilità di comprenderlo e interpretarlo, resta una chimerica illusione. Continuare a trascurare, in un discorso pubblico attardato sui quadri interpretativi del passato, la natura e le conseguenze di quelle fondamentali tendenze storiche che hanno generato il cambiamento contemporaneo, dall'egemonia della Tecnica all'indebolimento dello Stato-nazione, dalla pervasività della mediatizzazione all'esplosione della mobilità, può condurre solo alla caotica e irrazionale deriva dialettica che si pone alla base di una sistematica eterogenesi dei fini dell'iniziativa pubblica. I nuovi paradigmi concettuali, dal richiamo a una metodologia del disincanto al passaggio identitario dal territorio alla civilization, possono apparire ostici, ma di fronte alle inedite sfide che la storia ci ha riservato, un ""progetto umano"""" può sopravvivere solo se mostra il coraggio di non adagiarsi sulle scelte dettate dalle retoriche egemoni."" -
Nichilismo digitale. L'altra faccia delle piattaforme
«Un viaggio dentro l’architettura informatica, il manufatto contemporaneo più capace di rivelare la cultura della nostra epoca.» – La LetturarnNell'epoca dei social media, tristezza, disagio e distrazione sembrano ubiqui. Non appena smettiamo di cliccare, navigare, scorrere e likare, ci resta solo un senso di noia, di torpore, di vuoto. È una questione di progettazione, di design: i nostri stati d'animo patologici sono codificati fin dal principio nell'architettura delle piattaforme. Prima di disegnare alternative, è quindi indispensabile un'analisi tanto lucida quanto brutale degli scenari digitali contemporanei, che consenta di comprendere a fondo i meccanismi di funzionamento e la psicologia delle piattaforme dei social media: dalle sensazioni di noia e malinconia agli atteggiamenti contraddittori verso i selfi e, alla politica regressiva dei meme e alle (più o meno) nuove forme di violenza tecnologica. Rifuggendo da strali moralistici, intenti pedagogici o sterili pulsioni regolatorie, ""Nichilismo digitale"""" abbina una critica radicale di internet al tentativo di fare i conti con gli sbalzi d'umore - assai reali - degli utilizzatori delle piattaforme."" -
Occidente e Oriente chi perde e chi vince
Lo status plurisecolare dell'Occidente come centro della ricchezza e del potere globale sta volgendo al termine. Di fronte all'ascesa di nuove potenze come la Cina e l'India nell'ordine gerarchico mondiale, in che modo dovrebbero reagire i Paesi occidentali? Kishore Mahbubani sostiene in maniera appassionata e provocatoria che l'Occidente non può più imporre il proprio potere e i propri ideali al Resto del Mondo; è solo prendendo coscienza del proprio declino che i Paesi occidentali possono prepararsi per un successo strategico a lungo termine. Mahbubani esamina i miti e le auto-illusioni del potere occidentale con l'occhio critico di un osservatore esterno: la sconvolgente freschezza della sua analisi geopolitica offre a tutti gli occidentali e ai pensatori politici materia su cui riflettere. Introduzione di Enrico Letta. -
Filosofia e governance pubblica
La tesi di fondo di questo libro è che il pensiero filosofico possa fornire un contributo decisivo alla comprensione della governance pubblica. Il libro esamina le discipline che studiano la pubblica amministrazione e la governance pubblica - dal management e dall' economia alla scienza della politica e al diritto - dal punto di vista delle questioni filosofiche fondative e invita così ad un ripensamento complessivo della governance pubblica. Il lavoro propone una concezione ampia di amministrazione pubblica: come una scienza interdisciplinare, una professione, un'arte e una forma di umanesimo pratico, e permette a studiosi, studenti universitari ed operatori di approfondire questioni di ontologia, di filosofia politica, di epistemologia connesse sia alla ricerca che alla pratica della pubblica amministrazione. -
Corti europee e democrazia. Rule of law, indipendenza e accountability
Come si collocano le Corti, organi che rivestono tradizionalmente un ruolo di garanzia negli stati democratici fondati sul principio di separazione dei poteri, di fronte alla crisi della rule of law e all’emergere di pulsioni autoritarie e sovraniste? Possono ancora rappresentare il baluardo a difesa della legalità dello stato costituzionale? Ed esistono, nelle costituzioni così come nel diritto europeo, degli anticorpi che consentono di respingere le crescenti minacce cui è esposta la loro indipendenza? Il volume si propone di esplorare lo stato attuale e le prospettive di sviluppo degli organi di giustizia all’interno delle democrazie in crisi, allargando lo sguardo alle esperienze che a livello europeo testimoniano l’arretramento dai principi della rule of law. Senza trascurare il confronto con i presidi che gli ordinamenti finora in grado di preservare la tenuta democratica hanno saputo sperimentare, in un contesto in cui sempre più sulle corti si adombra il pericolo di una trasformazione da organi di garanzia a organi di collaborazionismo. -
Il mosaico della libertà. Perché la democrazia vale
Lo spazio pubblico in cui si confrontano soluzioni (alternative e confliggenti) ai problemi collettivi è uno spazio sociale, fatto di valori e delle voci della cittadinanza, non uno spazio istituzionale. Ma l'incertezza del processo democratico è virtuosa solo se si svolge entro i confini e i limiti della certezza costituzionale. -
1919. Piazza, mobilitazioni, potere
Il 1919 è un anno da sempre molto discusso e ancora poco capito. Un anno pieno di speranze e tragedie; il primo di un Grande Dopoguerra che si sarebbe rivelato tanto grande e brutale quanto grande e totale era stata la Grande Guerra. La pace, insomma, non colmò le trincee interne scavate negli anni precedenti. Mentre a destra si amalgamava quella miscela di anticonformismo, sciovinismo nazionalista, sovversione e militarismo maschilista che dalla spedizione dannunziana a Fiume si sarebbe riversata nel fascismo, nel 1919 a irrompere sulla scena pubblica furono soprattutto masse popolari desiderose di un cambiamento, di strappare conquiste tangibili e con un forte bisogno di affermare identità e ruoli pubblici. Protagoniste di quei sommovimenti tumultuosi furono folle di uomini e donne coinvolti in un rapido processo di alfabetizzazione politica che la guerra aveva contribuito ad accelerare. Sono proprio questi attori, solitamente invisibili sulla scena della grande storia, che rendono tanto interessante lo studio di quel periodo. -
Intelligenza artificiale: ultima chiamata. Il sistema Italia alla prova del futuro
Di intelligenza artificiale (AI) si parla molto, eppure finora il dibattito italiano si è concentrato poco sull'impatto reale che l'insieme delle tecnologie che vanno sotto questo nome può davvero esercitare sul nostro sistema economico. Il saggio di Stefano da Empoli è il primo tentativo di capire quale spinta l'AI possa imprimere alla competitività del nostro Paese. La sfida più importante sarà quella di permettere al sistema produttivo nel suo complesso di adottare soluzioni avanzate, a costi accessibili e con le competenze necessarie. Nonostante l'Italia presenti un basso livello di digitalizzazione, le nostre imprese - a partire dalle PMI - possono sfruttare i potenziali vantaggi competitivi che l'AI offre loro su un piatto d'argento. Un'occasione storica che tuttavia potrà essere colta soltanto chiamando a una nuova responsabilità le istituzioni così come la società civile e la rappresentanza d'impresa. A quest'ultima, in particolare, spetta il compito non solo di avanzare gli interessi dei propri associati a Roma o Bruxelles, ma anche di accompagnarne sul territorio la necessaria trasformazione organizzativa, in un nuovo partenariato tra istituzioni, ricerca, finanza e imprese. -
La tradizione cosmopolita. Un ideale nobile ma imperfetto
Una riflessione importante e ricca di esempi intorno all'ideale cosmopolita, dall'antica Grecia e dalla civiltà romana fino ai giorni nostri. La tradizione politica cosmopolita del pensiero occidentale inizia con il filosofo greco Diogene il cinico che alla domanda da dove venisse rispondeva di essere cittadino del mondo: piuttosto che dichiarare la sua stirpe, città, classe sociale o genere, si definiva infatti semplicemente un essere umano, affermando implicitamente l'uguale valore di tutti gli esseri umani. Nussbaum si muove sulle tracce di questa visione «nobile ma imperfetta» della cittadinanza del mondo, che trova espressione in figure dell'antichità greco-romana, così come in Ugo Grozio nel XVII secolo, Adam Smith nel XVIII e in vari pensatori dell'età contemporanea. L'Autrice si misura con le tensioni insite nel concetto stesso: l'idea cosmopolita afferma infatti che la personalità morale dell'individuo è completa (e bella) in sé, senza bisogno di alcun aiuto esterno; nella realtà invece, se si vuole che le persone realizzino pienamente la loro dignità intrinseca, occorre soddisfare i bisogni materiali di base. Preso atto di fenomeni quali il prevalere a livello globale dei bisogni materiali, le minori opportunità sociali di cui godono le persone con disabilità fisiche e cognitive, il contrasto di convinzioni in seno a una società pluralistica, la sfida rappresentata dalle migrazioni di massa e dai richiedenti asilo, quali principi politici dovremmo allora sostenere? Nussabum applica a questi problemi la sua versione dell'«approccio delle capacità» e si spinge oltre, accettando la sfida di riconoscere le rivendicazioni morali anche degli esseri animati non umani e del mondo naturale e stilando una lista di dieci capacità che una nazione deve garantire - almeno a una soglia minima - se aspira a definirsi giusta. L'intuizione che la politica dovrebbe trattare gli esseri umani non solo come l'uno uguale all'altro ma anche come aventi un valore al di là del prezzo è all'origine di molti degli apporti positivi che caratterizzano l'immaginario politico occidentale moderno. ""La tradizione cosmopolita"""" rappresenta dunque una tappa evolutiva del pensiero della Nussbaum, esortandoci a concentrarci sull'umanità che ci accomuna piuttosto che su tutto ciò che ci divide."" -
Le ragioni del nazionalismo
Il nazionalismo è oggi tornato ad affacciarsi in tutto il mondo, mostrando spesso il suo volto più preoccupante. I politici ne sfruttano alcuni degli ideali per scopi autoritari, sciovinisti e xenofobi, rafforzando la convinzione che si tratti di un'idea reazionaria e antidemocratica. In questo libro Yael Tamir ci presenta invece un'argomentazione a favore di un nazionalismo fatto di virtù partecipative, creative ed egualitarie, capace di rispondere a molti dei problemi generati dal neoliberalismo e dalla globalizzazione e di porsi come elemento essenziale per una moderna democrazia. Oggi più che mai, spiega l'autrice, è importante togliere il nazionalismo agli estremisti per sottolinearne le capacità progressiste di dare potere agli individui e di rispondere ai bisogni umani fondamentali. Questa concezione di un nazionalismo liberale e democratico rappresenta il ripensamento di un tratto distintivo della nostra politica per affrontare le complesse sfide del presente. -
L' età della nostalgia. L'emozione che divide l'Occidente
La nostalgia è diventata una delle principali forze della politica globale. Mentre Donald Trump spera di ""fare di nuovo grande l'America"""", Xi Jinping chiede un """"grande ringiovanimento del popolo cinese"""" e la maggioranza dei russi piange ancora l'Unione Sovietica. Ma è la Brexit, con la sua idealizzazione di un'epoca passata di piena sovranità, a incarnare il nazionalismo nostalgico nella sua forma più pura. Nonostante il suo sapore romantico, la nostalgia è un malessere, una combinazione di paranoia e malinconia che idealizza il passato, denigrando il presente. Questa epidemia di mitizzazione della storia nazionale sta plasmando la politica in modo rischioso, alimentata dall'invecchiamento della popolazione, dai cambiamenti nell'ordine globale e dal disordine tecnologico. Nel dibattito politico la nostalgia collettiva viene usata come arma emotiva, capace di mobilitare una nazione verso obiettivi illusori. Attingendo alla psicologia, alle scienze politiche, alla storia e alla cultura popolare, il libro analizza la rapida diffusione di questo fenomeno globale, prima di concentrarsi sulla Brexit come caso di studio. Con il distacco dello studioso, gli autori espongono il grande pericolo della nostalgia: l'eccessiva semplificazione della realtà, che porta a errori di calcolo politico senza precedenti e a crescenti tensioni geopolitiche."" -
L' unione economica e monetaria. Come e perché l'Europa è arrivata fin qui e quali sono le prospettive
Il libro di Angelo Porta nasce dall’esigenza di riportare chiarezza in un momento in cui la situazione dei paesi europei appare particolarmente complicata e attraversata da profondi cambiamenti.rnrnNegli ultimi anni il futuro dell’Unione economica e monetaria europea è stato spesso al centro di un dibattito tanto acceso quanto superficiale ed estemporaneo. «Senza un riferimento preciso al passato» sostiene l’autore, «non è possibile capire il presente, né tantomeno guardare al futuro con consapevolezza». Rivolgendosi specialmente alle nuove generazioni, afferma che non è possibile comprendere i problemi che assediano l’Unione monetaria europea se non si hanno chiare le vicende storiche che hanno portato alla sua realizzazione. Altrettanto essenziale è poi la conoscenza di numerosi aspetti tecnici che qui si trovano illustrati con un linguaggio accessibile, pur senza rinunciare al rigore su alcune questioni di fondo troppo spesso banalizzate nel dibattito attuale. Sulla base di queste premesse, il libro segue con particolare attenzione gli sviluppi della politica europea durante la crisi finanziaria, per poi volgere lo sguardo sul futuro dell’Unione e su alcuni problemi che dovranno essere affrontati già nel corso del 2020. -
Finanza e potere lungo le Nuove Vie della Seta
Lanciata dal presidente Xi nel 2013, la Belt and Road Initiative è al centro della strategia di internazionalizzazione della Cina e, oltre allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto, del commercio e della comunicazione, persegue la cooperazione finanziaria col resto del mondo. La finanza è anzi la vera linfa dell'Iniziativa, la parte più innovativa e dirompente nei suoi aspetti operativi, istituzionali e politici. Attraverso una rete di centri finanziari offshore sparsi nei continenti, le banche e le borse cinesi sono sempre più collegate con l'estero, pur rimanendo all'interno di un sistema finanziario protetto dai controlli sui flussi internazionali di capitale, da un regime di fluttuazione controllata del tasso di cambio e da un settore creditizio di proprietà pubblica. La rete funziona come un sistema di vasi comunicanti che spinge oltre confine la circolazione del renminbi e la «moneta del popolo» diventa strumento di una globalizzazione «al contrario»: non è la Cina ad aprire il proprio settore finanziario agli altri paesi, ma questi ultimi ad accogliere una crescente presenza cinese sui mercati internazionali. Lungo la BRI la finanza scorre fluida e con essa il soft power con cui la Cina sta imprimendo un nuovo corso alla globalizzazione.