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I templari e la Sindone. Storia di un falso
Qual era il misterioso idolo che i cavalieri Templari veneravano in segreto? Era forse la Sindone di Torino posseduta dall'Ordine sin dai tempi della IV crociata? Scampata all'arresto dei Templari e alla confisca dei loro beni ordinata da Filippo il Bello nel 1307, tenuta nascosta e sopravvissuta alla dissoluzione dell'Ordine, la Sindone sarebbe poi ricomparsa qualche decennio più tardi in una piccola chiesa nella diocesi di Troyes. A sostegno o a corollario di questa tesi vengono addotti documenti di vario genere e fonti inattendibili che lasciano spazio ad approssimazioni, errori, anacronismi e dimostrazioni fallaci. Andrea Nicolotti prende in esame ciascuna delle presunte prove e le sottopone al vaglio della critica storica. La conclusione è che questa teoria, come anche tutte le altre che pretendono di attribuire alla Sindone una storia medievale anteriore alla metà del XIV secolo, è fondata su fraintendimenti e manipolazioni dei testi. Il collegamento tra la Sindone, i Templari e le Crociate risulta pertanto del tutto indimostrato. Prefazione di Malcolm Barber. -
Luxuria. Eros e violenza nel Seicento
Montorgiali, sperduto borgo maremmano, ai tempi della Controriforma e dell'Inquisizione. Un sacerdote colto e brutale, rettore della pieve per oltre un ventennio, intesse attorno a sé una rete di connivenze e omertà, condiziona l'esistenza dei parrocchiani, prevarica vite e beni. Le sue azioni ricostruite attraverso uno sconcertante documento: una cronaca giudiziaria coeva - rivelano un complesso insieme di valori e disvalori: forza virile, generosità e avarizia; fornicazione, amore coniugale e paternità; pedofilia e sodomia. La personalità del protagonista trascende fino alla patologia. Ma quali furono le risposte emozionali degli stessi abitanti? Come poterono a lungo sopportare, timorosi, le angherie di un tale ""diavolo vestito da prete""""? Le ragioni della condotta umana sono elusive e sfidano l'analisi storica. In Luxuria vengono sollevati interrogativi attingendo alle più recenti ricerche di discipline quali la neurobiologia e le scienze cognitive: l'istinto degli uomini è portato al bene o al male? E quanto devono alla cultura, quanto alla natura?"" -
Ramesse il grande
"Soltanto per pochi faraoni si riscontra un """"legame"""" così stretto con l'Italia come per Ramesse II il Grande, che regnò nella Terra del Nilo dal 1279 al 1213 a.C. Si pensi alla raffinata statua assisa in basanite dei primi anni di regno, ora al Museo Egizio di Torino (tav. 2). Sempre nello stesso museo è conservato anche il Papiro regio, un documento di estrema importanza per la storia egiziana nonostante il suo stato di conservazione. Esso risale all'epoca di Ramesse II e contiene una lista di tutti i sovrani egiziani ritenuti legittimi dalle origini fino al 1550 a.C. Questi due esempi sono sufficienti per nutrire la speranza che una biografia di Ramesse II possa riscontrare l'interesse del pubblico italiano"""". (Dalla premessa dell'autore)." -
Alfieri
Di formazione internazionale, Vittorio Alfieri fu uno dei massimi poeti e intellettuali europei della fine del XVIII secolo, e il suo valore fu ampiamente riconosciuto in Europa tra Sette e Ottocento. Goethe fece tradurre e rappresentare a due riprese il suo capolavoro: Saul (opera, scrisse Sismondi, ""completamente diversa da tutte le altre tragedie d'Alfieri""""). Puskin riecheggiò un luogo del """"Filippo"""" in una sua lirica, e citò un passo di """"Del Principe e delle Lettere"""" in una lettera scritta in difesa d'un decabrista. Byron e Landor videro in lui un modello di scrittura teatrale. """"La Vita"""", ancora apprezzata da Aldous Huxley, è la più bella autobiografia scritta in lingua italiana nel Settecento: """"piedestallo che il grande tragico predispose per farvi collocare la sua statua"""", scrisse Eugenio Montale. E un eccellente documento diaristico è il suo """"Giornale"""". La sua carriera intellettuale e artistica e inseparabile dal contesto culturale e politico europeo: la svolta post-illuminista; l'innovativo, radicale, e al suo interno variamente orientato, neoclassicismo; gli scuotimenti politici che agitarono il Vecchio continente; la formazione delle ideologie nazionaliste. Se hanno perso attualità le sue scelte politiche, i suoi atteggiamenti profetici, la sua stessa poetica, resta viva la sua non facile poesia. Gli autori tratteggiano l'opera alfieriana senza tralasciare gli scritti minori."" -
Dante e la paternità del «Fiore»
Nella storia di tutte le letterature del mondo non esiste altra opera anonima a cui, a pari del Fiore, la critica filologica abbia attribuito tanti possibili autori. Questo testo in 232 sonetti, è stato riconosciuto a Brunetto Latini, Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano, Antonio Pucci e altri. Ma è Dante che ha calamitato l'attenzione dei filologi. In questo saggio la questione del ""Fiore"""" viene affrontata nella sua complessità, alla luce di tutta la bibliografia critica prodotta dal 1881 a oggi. Il lavoro vuole dissociare definitivamente Dante dal testo del """"Fiore"""". La proposta di un altro rimatore con titoli più solidi ad accollarsene la paternità, le osservazioni critiche sulla lezione del testo vulgato e l'invito a riconsiderare l'effettiva paternità di alcune rime oggi unanimemente riconosciute all'autore della Commedia sono risultati accessori di rilievo, ma tutto sommato secondari rispetto alla finalità di liberare uno dei più grandi poeti della storia dell'umanità del peso di un'opera che attribuita a un autore di secondo piano può risultare anche interessante, ma guardata dall'altezza di Dante risulta irrimediabilmente inadeguata."" -
La Russia tra due mondi
Bisogna aver paura della Russia? È questo l'interrogativo che si pone Hélène Carrère d'Encausse dopo la fine dell'URSS. Gli avvenimenti del 2008 hanno mostrato che il mondo del dopo guerra fredda è stato rimpiazzato da un mondo post-occidentale nel quale la Russia e la Cina stanno assumendo un'importanza crescente. Questa chiave di lettura aiuta a decifrare i rapporti che la Russia ha intrattenuto con l'Europa nel corso dell'ultimo decennio, a cogliere la logica e gli strumenti della politica estera di Mosca. Il primo rilievo di questa analisi è il ritorno della Russia sulla scena internazionale: è di nuovo una potenza riconosciuta, obiettivo che ha orientato l'azione di Vladimir Putin fin dal 2000. Quale visione sottende oggi la strategia russa in politica estera? Filo-asiatica? democratica ed europeista? o punto di connessione tra i due mondi? -
Coloquio de las damas. Dialogo
Prima che l'opera omnia di Pietro Aretino venisse messa all'Indice, nella seconda metà del Cinquecento, la fama dello scrittore, ertosi a censore del mondo e difensore della verità, si diffuse in tutta Europa, come testimonia la fortuna indiscussa tanto della sua produzione ordinaria, quanto di quella erotico-pornografica e di quella religiosa. Uno dei suoi testi più letti e tradotti fu la terza giornata del ""Ragionamento"""", in cui Nanna e Antonia narrano senza veli la vita delle prostitute. In Italia essa apparve, clandestinamente, in un'edizione autonoma, sotto il titolo di """"Opera Nova"""", per la prima volta nel 1534, poi ancora nel 1535 (con due ristampe in due città diverse) e nel 1547. Fu invece ribattezzata """"Dialogo"""" in altre due cinquecentine, una delle quali, sprovvista di coordinate tipografiche, non era mai stata recensita né descritta sinora. Nel presente volume se ne propone la coeva versione castigliana, intitolata """"Coloquio de las damas"""" (Siviglia 1547), opera del canonico Fernán Xuárez. A fronte, l'originale italiano, integrato da una traduzione di servizio sia del paratesto che Xuárez aggiunse per dimostrare il valore esemplare del dialogo aretiniano, opportunamente depurato, sia dei passi interpolati più consistenti. Il """"Coloquio"""", ristampato nel 1548 e nel 1549, conobbe un immediato successo editoriale, che neanche la scure del Sant'Uffìzio riuscì a stroncare del tutto."" -
Poeti del Dolce stil novo
Nonostante il perdurare nella critica letteraria di posizioni opposte, negli ultimi anni del secolo XIII si reagì nettamente, con un forte richiamo all'ordine, alla stagione poetica multiforme, sperimentale, eterodossa, che caratterizza la lirica del pieno e tardo '200, dopo gli esordi più compatti della ""scuola siciliana"""". Questi nuovi poeti, pochi ma agguerriti e determinati, richiamano a un repertorio metrico chiuso (canzone, sonetto e ballata), a uno stile limpido, piano e trasparente ('dolce'), a un'esclusività tematica tutta incentrata sull'amore, a un pubblico rigorosamente selezionato sul piano culturale e etico. È legittimo dunque parlare di dolce stil novo, tanto più che la tradizione manoscritta conferma la novità di questa poesia. Il diamante raccoglie tutte le poesie sicure, e in alcuni casi le rime dubbie, di Guinizzelli, Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia. Il volume comprende un'introduzione generale sul dolce stil novo, un'essenziale nota bibliografica e medaglioni introduttivi riservati ai poeti antologizzati. I testi pubblicati sono tratti dalle più accreditate edizioni critiche."" -
Capitoli satirici e burleschi
Sullo scorcio del Cinquecento Romano Alberti (1540 ca.-1600 ca.), pittore originario di Sansepolcro, accademico di San Luca e noto trattatista d'arte, allestiva il suo canzoniere, oggi testimoniato dal solo codice XIII D 54 della Biblioteca Nazionale "" Vittorio Emanuele III"""" di Napoli. Si tratta di una raccolta eterogenea, che allinea 162 componimenti tra sonetti (90), madrigali (49), capitoli in terza rima (15), ottave rime (3), epigrammi (3) e canzoni (2), chiaramente impostata secondo criteri metrici e tematici. Da essa, Ciro Perna ha estratto i 15 ternari, in quanto, a differenza degli altri componimenti, tutti ascrivibili al petrarchismo tardocinquecentesco, presentano una più marcata caratterizzazione e costituiscono un rilevante documento dello sviluppo del genere satirico che, dalle prove ariostesche e bernesche, aveva già percorso una complessa linea evolutiva. Pubblicati in edizione critica e corredati da apparati esegetici ed ecdotici, i capitoli ternari risultano di fondamentale importanza per la ricostruzione del percorso biografico e letterario dell'Alberti. Amicizie, amori, incontri, passioni letterarie, viaggi: l'autore instaura un fitto dialogo con i suoi corrispondenti (tra i quali figurano anche gli Accademici della Crusca), dove acquista valore la riflessione, talvolta risentita, sugli eventi e sulle difficoltà del presente, spesso supportata da efficaci apologhi o elaborata in forma di epistola in versi."" -
Silenzio. Atti del terzo colloquio internazionale di letteratura italiana (Napoli, 2-4 ottobre 2008)
La cultura occidentale nel corso dei secoli si è interrogata sul valore del non detto, dell'inudibile, ma anche sui significati del silenzio della natura. Nell'età contemporanea il concetto di silenzio ha assunto un rilievo crescente. Aldous Huxley, nel suo ""Il silenzio"""" del 1946, parlava di una """"età del rumore"""" e di un suo """"assalto al silenzio"""", prendendosela soprattutto con la radio. Oggi una certa sensibilità filosofica ha intercettato con angoscia quella che è stata descritta come """"perdita del silenzio"""": tipica di un paesaggio sonoro moderno dominato dalla tecnologia e caratterizzato dal frastuono. La storia della parola silenzio dal medioevo ai nostri giorni viene tracciata da studiosi di letteratura, filosofia, cinema e antropologia nel volume che raccoglie gli Atti del III Colloquio internazionale di letteratura italiana. Attraverso le accezioni che il silenzio ha assunto nei secoli con Dante, Petrarca e Boccaccio, con Ariosto e Tasso, con Bruno e Marino, con Kant e Leopardi, con Manzoni e Poe, con Hölderlin e Shelly, con Rilke e Caproni, con Antonioni e Fellini, i più autorevoli studiosi italiani documentano in maniera inedita e originale alcuni nessi e influenze tra culture differenti per epoche e luoghi, nonché legami tra discipline umanistiche e scientifiche"" -
Maria de' Medici
Negli ultimi anni la tradizionale immagine di Maria de' Medici veicolata dalla storiografia otto-novecentesca che la ritenne asservita alla politica spagnola e papale, succube dei suoi favoriti e incapace di realizzare l'affermazione dell'assolutismo monarchico è stata oggetto di una profonda revisione, in particolare per quello che riguarda gli aspetti artistici e culturali. La reggenza di Maria viene oggi considerata come un momento decisivo nel passaggio dalla monarchia rinascimentale alla monarchia assoluta, sia sotto il profilo strettamente politico che sotto quello culturale e intellettuale. Il volume è l'unica biografia di Maria de' Medici disponibile in lingua italiana che presenta un'aggiornata e completa riconsiderazione della vita della sovrana, qui esaminata soprattutto nella sua dimensione politica. In particolare, sono analizzati i modi in cui Maria cercò di affermare un modello di sovranità femminile e di costruire nel sistema politico francese un ruolo specifico per la regina madre. -
Nievo
Ippolito Nievo (Padova 1831-Mar Tirreno 1861) è principalmente, per la critica e per i lettori, l'autore delle ""Confessioni d'un Italiano""""; nell'immaginario nazionale è stato anche un giovane in camicia rossa, che mentre torna a casa dalla Sicilia, dove ha fatto l'Italia con Garibaldi, trova la morte naufragando in un mare in tempesta. Non per nulla la sua fortuna mosse, nel Novecento, dalla celebrazione del Poeta-Soldato: oggi, in una stagione di progressivi appannamenti della memoria, si corre il rischio di voler intendere l'opera nieviana prescindendo dal contesto che la motivò e le diede sostanza. Questo libro si propone di restituirla pienamente al Risorgimento. Varia e fluviale, quell'opera fu pressoché per intero progettata e realizzata nel decennio cruciale della """"preparazione"""" preunitaria: quasi i soli anni virili che il destino concesse allo scrittore, tra la disillusione del Quarantotto e la Spedizione dei Mille. E in ogni punto animata dal desiderio di contribuire al bene comune, alla crescita morale degli italiani, con le armi della ragione e dell'ironia, e indossando Nievo, ancor prima della divisa garibaldina, l'abito della letteratura con l'ardore di una milizia. In queste pagine la sua officina febbrile - la poesia e il teatro, le novelle e i romanzi, gli articoli di giornale e l'epistolario - è oggetto di un'indagine integrale, attenta ad ogni rapporto tra l'autore e il suo tempo..."" -
Shakespeare
Eduardo De Filippo lo chiamava ""il padre di tutti noi"""", alludendo a quanti, ad ogni latitudine, calcano il palcoscenico. Ma, come già Dante, Shakespeare parla a chiunque voglia ascoltarlo. Le sue commedie e le sue tragedie, i suoi splendidi sonetti, in cui trovano spazio il cinismo della politica, gli amori più delicati, il quotidiano e il sogno, sono un immenso specchio in cui anche l'uomo del XXI secolo può agevolmente vedere se stesso e le mille contraddizioni che si accompagnano all'odierna esistenza individuale e collettiva. Stefano Manferlotti, uno dei maggiori anglisti italiani, ripercorre l'intera opera di Shakespeare intrecciando rigore di metodo e agilità di linguaggio, in molti casi fornendo dei singoli drammi interpretazioni inedite: Amleto, Cleopatra, Giulio Cesare, Otello, Falstaff, Riccardo III, indossano così vesti antiche e nuove. Ne emerge la figura di uno Shakespeare più che mai nostro contemporaneo: la sua fantasia creatrice, nel donare al lettore/spettatore bellezza e conoscenza, si fa strumento indispensabile per una meditata comprensione del mondo in cui viviamo."" -
Ungaretti
Considerato il più europeo dei poeti italiani del Novecento, Giuseppe Ungaretti (1888-1970), riceve in queste pagine un'ampia e innovativa sistemazione critica. A partire dall'accurata ricostruzione della vicenda biografica, dell'inesausto nomadismo che la caratterizza, il volume analizza con efficace nitidezza e rigore argomentativo una figura di spicco della tradizione del moderno. Al centro del discorso sono richiamati il libro dell'esordio, ""Il porto sepolto"""" (con la sua inquieta, sperimentale tensione a scavare nel silenzio della parola), il tormentato processo variantistico dell'""""Allegria"""", l'esigenza di coniugare innocenza e memoria, espressa da """"Sentimento del tempo"""", la reinvenzione del canone della classicità, lo schianto del """"Dolore"""", il tragitto verso """"La terra promessa"""" e gli ultimi, eccezionali vertici raggiunti dalla scrittura del """"vecchissimo ossesso"""". Al vasto corpus in versi l'indagine intreccia le suggestive prose giornalistiche, l'esaltante esperienza didattica, nonché la vitalissima attività di traduttore e di interprete rivolta ai testi canonici della cultura europea e ai più alti esiti della poesia contemporanea. La serrata investigazione delle opere ungarettiane, disposte su una fittissima trama intertestuale, e il dialogo continuo con le più rappresentative voci della critica rendono questo """"sestante"""" una guida illuminante per chi voglia riesaminare un grande classico della modernità, che ha ancora molto da dire alle nuove generazioni."" -
Caccia alle streghe
Il volume indaga il fenomeno storico della stregoneria e la conseguente caccia alle streghe, partendo dal mondo antico e ripercorrendone le tracce fino all'età più recente. Alla luce di un'attenta analisi delle fonti, degli scritti e delle azioni dei protagonisti di lontane vicende, Marina Montesano delinea un quadro in cui la ""caccia"""" emerge, da una parte come un elemento costitutivo della modernità, dall'altra come una risposta a esigenze riaffioranti nella società in epoche diverse. Non solo e non tanto nel """"barbaro Medioevo"""", dunque, quanto e soprattutto in epoche in cui il trionfo della ragione e del diritto dovrebbero avere il sopravvento. A tal fine l'autrice prende in esame, per un confronto, alcuni casi contemporanei che presentano elementi assai simili alle persecuzioni antistregoniche dei secoli passati."" -
I greci e gli altri. Convivenza e integrazione
Cittadini e stranieri possono convivere senza conflitti? Le differenze di carattere etnico, linguistico, religioso, culturale, sociale suscitano inevitabilmente un sentimento di più o meno grave estraneità, con cui è necessario confrontarsi lucidamente per poter affrontare le complesse questioni relative alla convivenza e all'integrazione. Il confronto con l'esperienza del mondo antico non fornisce soluzioni (che non possono prescindere dal contesto storico in cui maturano), ma offre certamente significativi elementi di riflessione. Questo libro prende in esame il rapporto fra cittadini e stranieri (liberi o schiavi, residenti o non residenti) nella città greca, seguendone l'evoluzione dall'arcaismo all'età ellenistica: e lo fa partendo da un tema cruciale, quello della consapevolezza identitaria greca e del modo in cui essa influì sul rapporto con chi vi era estraneo. Un'occasione per meditare in modo consapevole su quei problemi di relazione con l'""altro""""che i Greci dovettero affrontare e che la storia ripropone oggi."" -
Bismarck
Tra gli uomini illustri Bismarck merita senz'altro una menzione speciale. La sua figura domina tutto il XIX secolo e la sua ombra si estende anche su quello successivo. Padre dell'unificazione tedesca e fondatore del Secondo Reich, fu un personaggio controverso e dicotomico: intere generazioni di storici ancora discutono sui mezzi da lui messi in campo per arrivare all'unità e sulle conseguenze da essa prodotte. Bismarck fu reazionario e rivoluzionario allo stesso tempo, legato al potere monarchico e a un'impostazione feudale della società, seppe tuttavia cogliere la potenza dei cambiamenti che le nuove istanze liberali portavano con sé. La sua politica non si lascia racchiudere in uno schema rigido e riduttivo: il suo talento a comporre e conciliare gli opposti aveva colpito i suoi contemporanei al punto che Federico Guglielmo IV lo chiamava il ""reazionario rosso"""". Altri, dando una lettura diversa del suo dualismo, credono di ravvisare dei tratti bonapartisti nei suoi metodi e nella sua vicenda politica."" -
Machiavelli
Nell'anno del 500entenario del Principe, Gennaro M. Barbuto è autore di una nuova biografia politico-intellettuale di Machiavelli. Il Segretario desta interesse soprattutto nei periodi più drammatici e decisivi della storia europea moderna: dalle guerre di religione alla formazione dello Stato moderno, alla crisi rivoluzionaria e post-rivoluzionaria, al Risorgimento fino al tragico Novecento fra il '14 e il '45. Tanto più oggi la lettura di Machiavelli non può lasciare indifferenti, perché la sua intelligenza ha rischiarato aspetti inediti della politica con i quali è sempre necessario fare i conti. La sua idea è una ellissi fra conflitto (sociale, civile, politico, antropologico) e unità (religione come etica civile, armi proprie, leggi). Un polo non può stare senza l'altro: se prevale il conflitto c'è corruzione faziosa; se predomina la sola unità la politica perde la sua energia di sviluppo e di crescita e ristagna in una situazione propizia alla degenerazione. La politica machiavelliana è ricerca di un bene comune, che sia espresso in leggi, non a beneficio della singola parte, ma della res publica. Purché questo si avveri Machiavelli non si ritrae davanti alle ipotesi anche più drammatiche e rischiose, come la teorizzazione del principato. -
Prima di Manzoni. Autore e lettore nel romanzo del Settecento
La tradizione critica ha consegnato alla storiografia letteraria l'immagine forzata di una linea romanzesca italiana che prende le mosse dai capolavori di Foscolo e Manzoni. Solo negli ultimi trent'anni si sono ritrovate e ripercorse le tracce settecentesche, tutt'altro che invisibili, dei romanzi e delle riflessioni che a quei capolavori hanno, innegabilmente, condotto. Non si tratta però soltanto di recuperare quei romanzi a lungo negletti, quanto anche capire perché la critica abbia per oltre due secoli ignorato le numerose prove narrative nazionali del XVIII secolo, relegandole a pure imitazioni dei testi narrativi d'Oltralpe. In queste pagine, Daniela Mangione attiva un raffinato studio comparato, che mette in relazione le diverse tradizioni nazionali europee con le prove settecentesche di Chiari, Piazza, Seriman, Algarotti, Pindemonte, Alessandro Verri, evidenziando in tal modo gli elementi distintivi della narrativa romanzesca italiana. In particolare, il nuovo rapporto tra autore e lettore che caratterizza il genere in tutta Europa pare evolversi in Italia con uno stile proprio, che influisce sui tratti del romanzo stesso. Gli echi di questo mutamento si mostrano determinanti nella ricezione e nello sviluppo del genere: un lettore solitario ed emotivamente coinvolto dalla lettura costituisce infatti nel contesto italiano una novità reale e problematica, che provoca risposte differenti, fra le pagine dei romanzi come nel quadro culturale. -
Svevo
Il triestino Italo Svevo, all'anagrafe Ettore Schmitz, impiegato di banca e industriale, però anche lettore di Freud e amico di Joyce, nonché incantato da Kafka, è narratore che non si diletta di ""giocar colla fantasia"""", né d'imbandire casi avventurosi o trame avvincenti. È invece investigatore del profondo, """"palombaro"""" della coscienza, analista: propriamente, autoanalista. Scrittura sotterranea, la sua, nutrita in silenzio, esercizio quotidiano che accompagna l'esistenza d'ogni giorno, come terapia di sopravvivenza. Mentre nell'Italia ufficiale trionfano i fasti della dannunziana vita come opera d'arte, Ettore e Italo nell'asburgica Trieste raggiungono il miracolo d'una pacifica convivenza. Ma lo scavo nelle pieghe nascoste della propria materia biografica non è per Svevo un divertimento, né un'ostentazione estetizzante: letteratura non come realtà virtuale, o mondo parallelo separato dalla vita, ma come ingrediente necessario della vita. Sui molteplici aspetti di questo nesso arte e vita s'addentra il ritratto disegnato da Gino Tellini, che ricostruisce la vicenda intellettuale di Svevo sullo sfondo dell'ambiente culturale italiano e mitteleuropeo.""