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Nomen nvmen. Espressioni del sacro tra storia delle religioni, linguistica e archeologia
"Nomen nvmen"""", ossia il processo di denominazione dell’universo del sacro e del divino: questo il tema del Congresso The Comparative Mythology Today. II, promosso dalla collana Speaking Souls-Animæ Loquentes, che si è tenuto presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” il 15 e 16 aprile del 2019. Il presente volume raccoglie le conferenze e i materiali di studio presentati e discussi in quell’occasione dal gruppo di sodales che, accomunati da un interesse per le discipline antichistiche e comparativistiche, hanno animato quelle giornate di approfondimento e di confronto. Hanno collaborato, per la Sezione Nomen – Linguistica: Nick J. Allen; Paolo Poccetti; Marcello De Martino; Rosa Ronzitti; per la Sezione Numen – Religione & Archeologia: Dominique Briquel; Claudia Santi, Andrzej Gillmeister e Antonio Salvati; Brian Collins; Serenella Ensoli; Alessandra Coen, Carlo Rescigno e Antonella Tomeo; Filippo Coarelli." -
Filosofia e magia nel Rinascimento in terra d'Otranto
Tra filosofia e scienza, tra religione e superstizione, la magia è elemento centrale nei dibattiti culturali del Rinascimento. I saggi confluiti in questo volume, che raccoglie i risultati di una ricerca promossa dal Consorzio Interprovinciale salentino (Cuis) in sinergia con il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Salento, riguardano sei profili di umanisti - Antonio De Ferrariis Galateo, Matteo Tafuri, Costanzo Sebastiani, Francesco Storella, Cesare Rao, Giulio Cesare Vanini - la cui vicenda intellettuale è maturata fra la Terra d'Otranto e l'Europa. Il volume coglie gli elementi peculiari della cultura filosofica di Terra d'Otranto, delineando il suo apporto specifico ai dibattiti intorno alla magia, all'astrologia e alle 'arti', assai vivaci negli altri centri propulsori della cultura rinascimentale, con particolare riguardo a Napoli. -
Lineamenti di prosodia e di metrica latina
Il presente volume, ""Lineamenti di prosodia e di metrica latina"""", che si articola in tre capitoli - Prosodia, Metrica, Versi e sistemi - corredati da un Indice degli autori antichi, da un Indice degli autori moderni e da un Indice analitico dei termini e degli argomenti, nasce dalla ferma convinzione dell'inscindibile legame fra lingua e metrica: due aspetti della medesima realtà. La poesia, infatti, da un punto di vista prettamente tecnico, consiste in 'linee di organizzazione della lingua', per cui nell'ambito della prosodia e della metrica è possibile spiegare 'norme' e presunte 'eccezioni' riconducendole, in genere, a tendenze e a fenomeni linguistici: in particolare, la conoscenza della grammatica storica del latino e del processo evolutivo della lingua latina si rivelano di fondamentale importanza per la spiegazione di innumerevoli fenomeni prosodici e metrici."" -
Ettore Cozzani. Arte e letteratura. Atti del Convegno di studi (Milano, 15 gennaio 2019)
Il convegno ""Ettore Cozzani. Arte e letteratura"""", organizzato a Milano dall'Associazione """"Amici di Ettore Cozzani"""" in collaborazione con l'""""Accademia di Belle Arti """"di Brera e con l'""""Università Cattolica del Sacro Cuore"""", rappresenta un'importante occasione per rinnovare l'interesse sulla figura e l'opera del letterato spezzino che nel capoluogo lombardo visse e operò per larga parte della propria esistenza. Le relazioni qui raccolte si occupano degli aspetti più disparati dell'attività culturale di Cozzani, dalla poesia alla narrativa, dalla xilografia alla scultura, fino ai rapporti con Pascoli e d'Annunzio e alla notevolissima impresa editoriale: e ciò nel tentativo di rendere un'idea della complessa e poliedrica personalità di Cozzani, molto spesso dimenticata o messa in secondo piano dalla critica ufficiale, malgrado gli esiti di notevole portata su diversi versanti della vita culturale italiana ed europea."" -
Nel più chiaro giorno. Dino Campana nel carteggio Isabella Tedesco-Manlio Campana
L'epistolario fra Isabella Tedesco e Manlio Campana si concluse con la pubblicazione del libro ""L'evoluzione della poesia di Dino Campana"""" (ed. Flaccovio, Palermo 1961), proposta e offerta da Manlio Campana fratello di Dino, una delle prime monografie sull'opera del poeta. In questo carteggio e nel saggio che lo segue Dino Campana emerge nella sua creazione volta alla sublimazione dell'umano. Sublimazione che avvenne """"Nel più chiaro giorno"""", secondo la poetica di Campana puntualizzata nei suoi appunti: """"Parte prima del libro i notturni e il libro finisce nel Più chiaro giorno di Genova e la discussione sull'arte mediterranea"""" (D. Campana, Taccuinetto faentino, Vallecchi, 1960). L'opera di Campana, prima di apparire con il titolo di Canti Orfici nell'edizione marradese del 1914, cioè quella che egli aveva data a Papini e a Soffici per averne un giudizio e che, da loro smarrita, fu poi ritrovata dopo la morte di Soffici tra le sue carte, recava come titolo Il più lungo giorno. La volontà di Dino di concludere il suo libro """"nel più chiaro giorno di Genova"""" coincide con l'esito catartico del suo viaggio poetico, raggiunto a Genova, in cui aveva trovato il più lungo giorno della sua vita."" -
Tra umano e divino: forme e limiti del culto degli imperatori nel mondo romano
Il complesso coacervo di pratiche di culto legate alla figura dell'imperatore che si suole definire 'culto imperiale' costituisce l'aspetto più vistoso e pervasivo della civiltà romana, ma è stato spesso frainteso: ancora di recente si è sostenuto che l'imperatore vivente fosse adorato come un dio in tutto l'impero, Roma inclusa. Questo libro cerca di mettere un po' d'ordine e di stabilire alcuni punti fermi, innanzi tutto distinguendo tra culto di stato (officiato a Roma e nei campi militari), culti provinciali (controllati e in parte promossi da Roma e officiati da rappresentanti delle comunità di ciascuna provincia riuniti in concilia o ?o???), culti cittadini (lasciati all'iniziativa locale) e culti privati, del tutto liberi. -
Treny. Treni lamenti
«Con Treny di Jan Kochanowski (1530-1584) il Rinascimento polacco e tutta la poesia slava pre-moderna conseguono il loro capolavoro. In un breve ciclo di 19 componimenti elegiaci di vario metro e misura è racchiuso un universo di pensiero, tutta la crisi dell'uomo rinascimentale che - posto di fronte al male e al dolore assoluti per la morte di una bambina men che treenne - tenta una ricostruzione della perduta armonia del mondo, e della propria stessa identità, dignità e integrità umana e paterna. E nel 'sogno', cioè nella poesia, ci riesce» (dall'Introduzione di Luigi Marinelli). In questa edizione, oltre al testo originale in polacco, si può leggere la traduzione dei Treny rimasta fin qui inedita, a opera di Umberto Norsa, della quale viene pubblicata in appendice anche la scansione del manoscritto, e viene riproposta anche la versione di Enrico Damiani, già pubblicata nel 1926 e, in una ""nuova edizione ampliata e riveduta"""", da I.p.E.O. nel 1930. Completa il volume un ricco apparato di note utile, assieme alla doppia introduzione di Luigi Marinelli, per la migliore collocazione del capolavoro kochanowskiano nel contesto del Rinascimento europeo e della traduzione di poesia."" -
La malattia per la morte
Nella Malattia per la morte Kierkegaard, con lo pseudonimo di Anti-Climacus, espone la storia dell'esperienza che la coscienza compie, in una successione di figure in cui questa si trova alle prese con negazioni sempre più intense di sé, nelle quali viene a manifestarsi, nei loro gradi massimi, il consapevole perseguimento di una distruzione di sé in ciò che essa è in quanto posta da Dio, il quale costituisce il fondamento dell'io. L'opera è divisa in due parti: nella prima parte si afferma che l'uomo è mortalmente malato, e che tale malattia, la quale spinge l'io a volersi comprendere prescindendo dalla sua relazione con Dio, è disperazione. Nella seconda, si afferma che la disperazione è peccato quando l'io persiste nella sua condizione di disperazione pur possedendo l'idea di Dio - vale a dire, quando l'io è determinato a volersi disfare della sua relazione costitutiva con Dio, che è il fondamento dell'io, nonostante sia a conoscenza della salvezza offerta da Dio all'uomo. La disperazione e il peccato risultano così una negazione e una distruzione impotenti di sé: poiché per esse è impossibile compiere ciò che vogliono, ossia distruggere l'io in ciò che questo è in quanto posto da Dio. Il testo è accompagnato da un ampio commento di Massimiliano Bavieri. -
Crisi della democrazia e democrazie in crisi in Grecia e a Roma. Per il 550° anniversario della nascita di Niccolò Machiavelli
Nel 550° anniversario della nascita di Niccolò Machiavelli, Giuseppe Mariotta ha organizzato un incontro di antichisti. L’antichità classica, infatti, è punto di riferimento costante e imprescindibile della visione storica e politica dell’autore rinascimentale. Se enorme è il debito della cultura moderna nei confronti del Segretario fiorentino, altrettanto rilevante è il debito di quest’ultimo nei confronti degli scrittori latini e greci, senza l’apporto dei quali certamente non avrebbero mai visto la luce i suoi capolavori. Considerando la peculiare connessione che Machiavelli stabilisce tra lotte civili, idea di libertà e istituzioni repubblicane, si è pensato di discutere della crisi della democrazia nel mondo antico, tematica attuale che invita a ripensare il presente, meditando sugli squilibri, le difficoltà e le tensioni che pervadono le democrazie odierne. Nel volume si riportano i contributi di Giorgio Bonamente, Umberto Bultrighini, Elisabetta Dimauro, Augusto Guida, Salvo Micciché, Rosalba Panvini, Giovanni Salanitro, Anna Maria Seminara, Mario Tropea. Giuseppe Mariotta ha scritto la Prefazione. -
«Per lo fine di maravigliare». Le espressioni della poesia nella poetica di Francesco Patrizi
«Per lo fine di maravigliare» è, per Patrizi, il fine universale di ogni poesia e il compito fondamentale del poeta che con la sua straordinaria capacità creativa riesce a operare meraviglie e a far maravigliare, giacché il far maravigliare, lo stupire, è il vero e proprio fine dell’arte poetica. Il mirabile costituisce l’essenza della poesia e il fine universale intrinseco della stessa poesia. La teorizzazione del tema del mirabile, della maraviglia, del meraviglioso, irriducibile in certi schemi di rigide norme, è a fondamento della proposta patriziana di affrontare in modo nuovo il problema della formulazione di un’arte poetica attraverso l’elaborazione di un nuovo linguaggio poetico. I saggi riuniti nel presente volume riprendono le principali istanze teoriche del discorso che Patrizi, in linea con l’indirizzo neoplatonico che si protrae nel tardo Cinquecento, elabora intorno alla poesia intesa come l’espressione libera e creativa di un ‘furore’ divino che muove il poeta a recepire e a creare il meraviglioso. -
Dostoevskij e l'eroe solitario
Al centro dell’universo narrativo di Dostoevskij c’è sempre l’uomo, nella sua miseria e nel suo splendore, nella sua unicità e nella sua universalità. L’uomo con i suoi dubbi e le sue convinzioni, le piccolezze e le smisurate passioni, gli affanni e le idee grandiose, le paure e i raptus, i sogni e le fantasticherie. L’uomo e tutta la gamma di interrogativi maledetti – di natura etica, esistenziale, religiosa, sociale, politica – a cui non è possibile trovare una risposta. L’uomo e la sua solitudine. Lo stato d’animo degli eroi solitari è cruciale per lo sviluppo delle opere di cui sono protagonisti. Il primo saggio si sofferma sul solipsismo di questi eroi, sulla loro stravaganza, sulla genesi della solitudine e le strategie di fuga mentale, su conseguenze estreme come lo sdoppiamento dell’identità. Traccia un paradigma dello sviluppo del motivo dell’eroe solitario e ne individua il culmine in un’azione dirompente che dovrebbe spezzare le catene della solitudine, ma che quasi sempre non sortisce l’effetto sperato. Il secondo saggio individua nell’Idiota un percorso narrativo di tipo onirico, il terzo analizza il modo in cui Dostoevskij si sottrae alle convenzioni letterarie. -
Dante e il poema dell'acqua
Con Dante e il poema dell'acqua Giampiero Marano aggiunge un nuovo e decisivo tassello a un lungo lavoro di rilettura critica - condotta secondo la fertile quanto inedita prospettiva schiusa dalla philosophia perennis - della storia della letteratura italiana. Questo breve ma denso saggio muove dal presupposto che Dante, in quanto erede dell'antica sapienza mediterranea, sia da annoverare fra i ""maestri di verità"""" di ogni tempo. Del resto, tutta la grande poesia, come quella della Commedia, non essendo riducibile a mera espressione estetica e sentimentale di una soggettività, contiene anche una rivelazione, il dono e la visione di una conoscenza profonda dell'uomo e dell'universo. Le molteplici, metamorfiche configurazioni che il simbolismo dell'acqua viene ad assumere nel poema dantesco vengono qui esplorate con estremo rigore filologico, nulla concedendo a discutibili interpretazioni modernizzanti (di tipo psicanalitico, per esempio). Esse, infatti, tendono a eludere il problema di ricostruire adeguatamente un clima e una temperie spirituale molto lontani dalla nostra mentalità, che sono quelli propri di una civiltà """"tradizionale"""" nel senso guénoniano del termine."" -
Napoli: una lingua fantastica e artisti geniali. Ediz. italiana e russa
Il libro ""Napoli: una lingua fantastica e artisti geniali"""" è una presentazione degli artisti e della cultura napoletana particolarmente originale e interessante. Bella l’idea di presentare Napoli e la sua lingua tramite le interviste di artisti e studiosi napoletani. Pasolini diceva che Napoli è la città meno americanizzata d’Europa, l’ultima tribù d’Italia e aveva ragione: Napoli conserva ancora tradizioni, riti, usanze e sembra non volerle perdere. È affascinante scoprire che in napoletano sono tradotti Shakespeare, l’Achmatova, Poliziano, i classici latini con Gianni Lamagna, Davide Iodice, Rosanna Bazzano e che esiste un vocabolario attentamente curato dal prof. Claudio Pennino. Ho scoperto il grande amore dei napoletani per la cultura russa che fanno dire a Mauro Di Domenico che non si può diventare musicista senza conoscere i musicisti russi o a Rosanna Bazzano che è rimasta affascinata dalla grande forza interiore dell’Achmatova a cui si sente caratterialmente affine e pervasa dalle sue parole e delle sue emozioni come fossero sue stesse e di conseguenza a esprimerle nella mia lingua, una sorta di possessione."" -
Omaggio a Gianni Rodari. Il teatro ragazzi, la città ieri, oggi, domani
Questo volume si caratterizza come un omaggio a Gianni Rodari, con cui, lo studioso che lo ha curato, 46 anni orsono, nel 1975, ha collaborato alla Spezia per la nascita e la realizzazione della fiaba teatrale per bambini “La storia di tutte le storie”. Questa fiaba, rappresentata per la prima volta alla Spezia e ancora oggi in cartellone nei teatri di molte città italiane, è riconosciuta come la miglior opera teatrale per ragazzi prodotta nel nostro Paese. Il volume comprende scritti che spaziano dalla psicologia sociale, dalla psicologia dello sviluppo e dell’educazione, a spartiti musicali antichi mai editati, a una nuova fiaba teatrale rodariana, a filastrocche, a proposte di nuove immagini, di racconti, di giochi, a testimonianze di allora, a ricordi nonché a nuove esperienze didattiche. Venticinque coautori, bambini e adulti con differenti professionalità, affrontano argomenti diversi, con riferimenti sia teorici, sia esperienziali, inerenti l’infanzia, il suo sviluppo, la sua educazione in una città. -
Il culto dei santi e le feste popolari nella Terraferma veneta. L'inchiesta del Senato veneziano (1772-1773)
Fino all'inizio del XX secolo la presenza dei santi nella vita quotidiana delle città e delle campagne era pervasiva e occupava tanto lo spazio spirituale che quello fisico. Le chiese ne conservavano le relique, ne esibivano le effigi pittoriche e scultoree; le loro feste strutturavano il calendario agricolo e scandivano ogni momento della vita personale e collettiva. Ogni collettività aveva nel culto dei santi, uno degli elementi fondanti della propria appartenenza e identità. Di qui il moltiplicarsi delle feste religiose popolari che nella seconda metà del Settecento, nel territorio della Repubblica veneta, erano diventate così numerose da essere pregiudizievoli sia dal punto di vista economico, per la sostanziosa riduzione dei giorni lavorativi, sia dal punto di vista morale e dell'ordine sociale per le pratiche di malcostume connesse alle celebrazioni sfrenate che le accompagnavano. Fu questa la ragione che spinse la Serenissima a elaborare un progetto di drastica riduzione delle feste popolari, attuabile soltanto dopo che esse fossero state scrupolosamente censite a cura degli stessi parroci. Il censimento fu effettuato nel biennio 1772-1773 e produsse la mole di relazioni inviate dai parroci al Senato raccolte in questo volume. Esse danno conto della tipologia, delle origini, dei riti e degli eccessi che accompagnavano queste manifestazioni, fornendo un quadro vivo della religiosità popolare nel territorio della Repubblica, dal Veneto al Friuli, fino a Bergamo e Brescia. -
Il generale
"Perché tirar fuori dall'oblio il generale Mario Roatta? Per la sua modernità di uomo dell'ombra, di militare intessuto di grandi qualità diplomatiche, di uomo che incarnava perfettamente una mistura di duplicità e spietatezza. Demoniaco? Ne sapeva una più del diavolo. E riuscito a farsi dimenticare persino dalla storiografia, un po' come se si fosse nascosto in una delle tante caverne insondabili della storia recente del nostro paese. Le caverne degli anni Trenta e Quaranta, dove gli storici, spesso politicizzati, esitano a penetrare. Preferiscono mandare avanti i giornalisti per poi accusarli di appropriazione indebita. Questo non è un libro di storia, ma per dirla alla francese un récit, storia narrata o parlata. Per definirlo in modo più chiaro: novel. ... Quanti libri sono stati scritti su Roatta? Dei veri libri sulla sua vita? Nessuno. E riuscito a sfuggire a un giudizio anche dopo vicende che avrebbero dovuto inchiodarlo: l'assassinio dei fratelli Rosselli di Giustizia e Libertà, la persecuzione malvagia e ostinata di antifascisti, i sabotaggi e le operazioni a dir poco spregiudicate durante la guerra d'Etiopia e la guerra di Spagna, la sconfitta annunciata e inevitabile di Guadalajara (la prima sconfitta del fascismo), i massacri nello stile moderno della purificazione etnica di partigiani e civili in Croazia nel 1942 perché così esigeva il rigore di un'occupazione militare, il suo cinismo programmato prima e dopo l'8 settembre..."""" (Dalla prefazione di Ulderico Munzi)" -
Il sorriso. Sorrisi di dèi, sorrisi di uomini
Il sorriso vero è l'espressione della gioia, della felicità o del piacere resa manifesta dal distendersi del volto e dalla luminosità dello sguardo, come spiega Christian de Bartillat. Il sorriso quindi può manifestarsi anche a fior di labbra, e comunque esprime sempre un'emozione che si trasferisce da colui che sorride a colui cui il sorriso è diretto. È questo l'oggetto di questo studio: non un libro sul ridere o sulla risata, ma sul sorriso, in tutta la sua ricchezza di espressioni e di valenze, psicologiche e spirituali, umane e divine. E poiché sono gli artisti i più sensibili interpreti dei moti dell'animo da cui originano i sorrisi, il tema è stato sviluppato attraverso un'ampia ricognizione delle immagini di sorrisi prodotti dai maggiori artisti e poeti delle civiltà occidentali e orientali, antiche e moderne: sorrisi sereni e allegri, nostalgici e tristi, spiritosi e ironici, amorosi o amari; e talora beffardi, sarcastici, sprezzanti, dissimulati, lascivi e diabolici. Un libro che è una storia, illustrata con 47 tavole a colori e 13 in bianco e nero, e un'antologia capace di far comprendere le mille sfumature del sorriso. Nell'intenzione dell'autore inoltre il libro risponde anche alla finalità terapeutica di giovare alla salute spirituale e fisica dei lettori aiutandoli a recuperare la pratica quotidiana del sorriso. Il penultimo capitolo è dedicato alla risata salutarmente contagiosa degli attori comici e dei clown alla maniera del grande Kinou e di Patch Adams. -
La gloria del mais. E altri scritti sull'alimentazione veneta
La polenta, riscoperta oggi come cibo identitario da gastronomi e cultori della tradizione, fu per molti secoli elemento fondamentale, se non quasi esclusivo, nella dieta delle classi rurali, per cui la storia del mais costituisce un capitolo fondamentale della storia dell'alimentazione e della storia della società. La monografìa di Luigi Messedaglia (1872-1953) sull'origine e la diffusione in Europa e in Italia del granoturco, che costituisce la sezione principale di questo volume, è uno tra gli studi più ampi e fondati prodotti sull'argomento. Un racconto che parte da lontano e percorre più di cinque secoli di storia: dalle prime testimonianze del mais nell'antica America, al suo arrivo nel mondo occidentale portatevi da Cristoforo Colombo, agli esperimenti di coltivazione in Castiglia nel 1498, alla diffusione massiccia in area padana, a partire dalla Bassa veronese e dal Polesine rodigino verso il 1550, fino all'epopea otto-novecentesca della coltivazione e del consumo del granoturco dalla Lombardia alla Sicilia. Il racconto non trascura anche esplorazioni curiose, come quella relativa alla varietà dei nomi, alle omonimie, alle favole e alle fantasticherie sul mais; né indagini di carattere sociale e medico sulle diete alimentari dei contadini legate al consumo di questo e di altri cereali e legumi. -
Manuale
"Manuale può significare, genericamente, Handbucb, repertorio pratico di nozioni, ma anche Lehrbuch o, meglio e con Epitteto e giù sino a Erasmo e a Henry More, Enchiridion, silloge d'ammaestramenti: e sembra rispecchiare un impianto siffatto, il libretto di Corrado, che, apparentemente, dipana un discorso di suggerimenti, consigli, precetti intorno alle pratiche del mondo e dell'arte, e ai comportamenti da adottare in coerenza. Manuale, dunque, come Enchiridion o, invece - o anche - un'altra cosa: un amabile imbroglio di Corrado cui il gusto per il gioco intellettuale non fa certo difetto? L'autore, in realtà, nel dispensare avvisi, lumi, esortazioni, sotterfugi, acciò che nulla sia trascurato che """"possa rendere grande"""" il ventenne immaginario al quale si rivolge e delle cui sorti si fa cura, dipana situazioni, occasioni, contingenze, temperie che, via via, e per trasparenze mobili, avverti essere il racconto frastagliato di un'esperienza già vissuta e, insomma, di una storia di formazione, quella stessa di chi ce lo consegna, laddove la tecnica narrativa risulta sostituita dalla scansione descrittiva di situazioni morali"""". (Dal testo introduttivo di Lionello Puppi)" -
La parte oscura di noi stessi. Una storia dei perversi
Dove comincia la perversione e chi sono i perversi? Il libro risponde a questa domanda combinando l'analisi della nozione di perversione con i ritratti delle figure più emblematiche dei perversi dall'età medievale ai nostri giorni. Nel corso di questa finora sconosciuta storia delle idee e dei comportamenti il lettore si imbatterà quindi in personaggi noti e in alcuni insospettabili: da Gilles de Rais - compagno d'armi di Giovanna d'Arco - il più grande pervertito criminale del Medioevo ai flagellanti; da alcune sante e mistiche famose come Caterina da Siena e Margherita Maria Alacoque al marchese de Sade; da Rudolf Hòss, moralista e massacratore di ebrei, al medico Josef Mengele, stupratore di bambini, esibizionista, voyeur e autore di macabri esperimenti sui prigionieri dei lager nazisti.