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La ninfa incostante
Fra slanci lirici, calembour e gag comiche, il romanzo postumo di un grande narratore da riscoprire.rn«Come ti chiami, allora?»rn«Estela».rn«Ah, siamo tornati all’astronomia. Estela è come dirernStella. Sei una stella, quindi». «Davvero?»rn«Davvero. Puoi chiamarti Stella».rn«Preferisco chiamarmi Estela».rnrnrnEstela Morris, la conturbante ninfa del titolo di questa storia nostalgica e spassosa, solare e rocambolesca, ha appena sedici anni quando il protagonista del romanzo (dichiaratamente autobiografico) la incontra sulla calle 23 dell'Avana e si lascia convincere per amore a diventare suo complice in un delitto. Nelle parole dello stesso Cabrera Infante, ""Estela è il sogno della mia Avana di tanti anni fa, quando credevo in un mondo migliore. Era il mio sogno d'amore, che rivivo ogni notte quando ripenso alla mia Cuba, isola incantata di cui ero esploratore e guida. In quel periodo L'Avana era il centro del mio universo, percorrerla era un viaggio intergalattico tra due soli, ed Estela era una bambina vestita da eroina francese"""". Il romanzo postumo di un grande narratore, una pirotecnia di calembour e gag comiche. Con un saggio di Mario Vargas Llosa."" -
L' angelo dell'abisso
Uno dei romanzi più visionari della letteratura contemporanea.rn“Che strana condizione, quella dell’essere umano, in cui un fatto così spaventoso è vero. In questo stesso momento, si diceva, bambini innocenti muoiono in Vietnam bruciati dalle bombe al napalm: non era un’infame leggerezza scrivere di pochi individui di un angolo del mondo? Sconsolato, riprese a osservare i gabbiani in cielo. Invece no, si corresse. Qualsiasi racconto delle speranze e delle disgrazie di un solo uomo, di un semplice ragazzo sconosciuto, poteva riguardare l’umanità intera e poteva servire a trovare un senso all’esistenza, e persino a consolare in qualche modo quella madre vietnamita che urlava per il figlio bruciato.”rnrnrnNella sua vita centenaria Ernesto Sabato ha scritto solo tre romanzi: ""Il tunnel"""" (1948), """"Sopra eroi e tombe"""" (1961) e """"L'Angelo dell'abisso"""" (1974), che chiude la trilogia. Quest'ultimo - tradotto in italiano nel 1977 - fu poi radicalmente rivisto dall'autore, che ne pubblicò in Argentina un'edizione con molti tagli e altrettante nuove pagine. È su quell'edizione che Raul Schenardi ha condotto la sua traduzione, che si può pertanto considerare una sorta di inedito. Una storia oscura e potente ambientata in una Buenos Aires claustrofobica, che anticipa in maniera profetica i tragici avvenimenti politici che l'Argentina avrebbe vissuto pochi anni dopo l'uscita del romanzo. I personaggi dei due precedenti lavori di Sabato ritornano qui per incontrare l'autore stesso, il quale costruisce un'opera che si nutre di ogni forma che la parola può assumere: dialoghi, pagine di diario, articoli di giornale, descrizione di sogni e narrazione pura. Con un testo di Mario Luzi."" -
Il luogo senza confini
«Il più compiuto dei romanzi di Donoso, quello nel quale con maggior perfezione ha creato un mondo involuto, nevrotico, ricchissimo nell’immaginario, incazzato a morte con il naturalismo e il realismo della tradizione letteraria latinoamericana, fatto a immagine e somiglianza delle pulsioni e dei fantasmi più segreti del suo creatore» - Mario Vargas LlosarnAveva sentito dire che quando il chacolí nuovo riscaldava la festa e i clienti erano intimi della casa, Manuela metteva un vestito rosso a pallini bianchi, molto bello, e ballava. Come no! Quel bifolco! Ballare per lui, ma guardatelo! Lo faccio per i gentiluomini, per gli amici, non per gli straccioni puzzolenti come voi o per i braccianti sfacciati che si credono chissà chi perché hanno in tasca la paga della settimana...rnrnrnrnUn romanzo eccentrico e scandaloso, ambientato fra le stanze di un bordello di campagna, ultimo avamposto di svago e libertà nella decadente cittadina di El Olivo. Morta la Giapponese Grande, la casa è gestita adesso da Manuela, un travestito dal passato oscuro, e dalla Giapponesina, sua figlia. Ma il latifondista don Alejandro Cruz, che possiede tutti i terreni del circondario, punta ad acquistarla per diventare il signore indiscusso della zona. Una narrazione che gioca con lo specchio ingannevole del sesso, in un posto senza tempo dove le passioni dei protagonisti e dei variopinti personaggi di contorno (le prostitute Lucy, Cloty, Nelly; l'attaccabrighe Pancho Vega) vengono raccontate con una pirotecnica vivacità di linguaggio e di stile che sovverte ogni tradizione. -
Carta carbone. Lettere ad amici scrittori. Vol. 1
La parabola umana e letteraria di Cortázarrn“Ciò che scrivo è soprattutto invenzione, ed è invenzione perché non ho nulla da ricordare che valga la pena. Quindi, approfittando di un certo dono che la natura mi ha dato, invento, fabbrico, estraggo ex nihil.”rnrnrnCarta carbone raccoglie un centinaio di lettere di Julio Cortázar (1914-1984) ad altri autori: da Vargas Llosa a García Márquez, da Paz a Borges, da Soriano a Onetti, da Victoria Ocampo a Galeano. Con un registro di volta in volta divertente o profondo, impegnato o surreale, formale o amichevole, queste lettere - inviate dall'Europa nell'arco dei tre decenni passati da Cortázar lontano dall'Argentina, e arrivateci grazie alla mania di conservarne sempre una copia carbone - compongono il ritratto di un uomo e della sua epoca, di un autore e della sua opera, di un intellettuale e del suo ruolo nella società. È possibile così attraversare la parabola umana e letteraria di Cortázar vivendola ""in presa diretta"""": gli esordi, i primi riconoscimenti, fino al successo internazionale di Storie di cronopios e di famas e di Rayuela, il tutto condito da viaggi, amori, amicizie, battaglie politiche e vicende personali."" -
Zama
Don Diego de Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento: relegato ad Asunción, in Paraguay, vive lontano dalla famiglia, appeso alla flebile speranza di una promozione per cui è disposto a tutto, ma che tarda ad arrivare. Da quell'angolo sperduto nell'immenso vicereame del Río de la Plata, dalla riva di un fiume che pare ai confini del mondo, Zama aspetta: le lettere della moglie Marta, notizie dalla Spagna, un nuovo amore, un'ultima occasione di redenzione. Pubblicato nel 1956, ""Zama"""" è oggi considerato un romanzo spartiacque del Novecento argentino: ricostruendo un passato remoto e quasi sconosciuto, Di Benedetto crea una storia senza tempo."" -
Anch'io sono scrittura. L'autobiografia
Un’autobiografia finora ineditarnracconta Octavio Pazrnnel centenario della nascita.rn«Mi chiedo da sempre: perché diamine scrivo quando sarebbe molto più comodo fare altre cose? La letteratura non è una professione piacevole: è un’attività noiosa e sedentaria e, come se non bastasse, comporta sofferenze e sacrifici. Lavoro un po’ tutti i giorni e in più leggo. Leggere è una delle cose che mi piacciono di più. Leggere e conversare. Quel che mi piace di meno è scrivere. In generale non ho un’idea chiara di quello che farò. Spesso avverto un vuoto, sono senza idee, ma d’improvviso compare la prima frase.»rnrnrnIl modo migliore per celebrare uno scrittore è leggere le sue opere. E per festeggiare il centenario di uno dei più autorevoli intellettuali di tutti i tempi, il Premio Nobel messicano Octavio Paz, arriva ora questo libro autobiografico. Costruito dal curatore Julio Hubard sulla base di una serie di articoli, frammenti, saggi e versi di Paz, il libro ripercorre la vita e l'opera dell'autore in ordine cronologico, dall'infanzia fino agli ultimi giorni, passando per la formazione letteraria, la passione politica, l'amore per la poesia, i viaggi, i riconoscimenti, la malattia, i ricordi personali. Un approfondito riesame di alcuni dei momenti fondanti della storia sociale, politica e artistica del Messico e del suo poeta più appassionato. -
Il vento distante
Pubblicato per la prima volta mezzo secolo fa e mai tradotto in italiano prima d’ora, questo classico della letteratura latinoamericana è il modo migliore per conoscere un autore di grande valore e umanità.rn""La notte è densa. C’è solo silenzio nel luna park itinerante. A un’estremità del baraccone l’uomo grondante di sudore fuma, si guarda allo specchio e vede il fumo riflesso nel cristallo. La luce si spegne. L’aria sembra immobile. L’uomo va verso l’acquario, accende un fiammifero, lo lascia bruciare e guarda la tartaruga che giace sott’acqua. Pensa al tempo che li separa e ai giorni che un vento distante si è portato via.""""rnrnrnrnQuattordici racconti sempre agitati dal vento. È una brezza marina che rinfresca la notte, un soffio che accarezza le fronde in un bosco o le spighe di un campo di grano, disperde pezzi di banconote stracciate per disperazione, reca gocce di pioggia sul tavolino di un bar, è carico di pugnali durante una battaglia, o per sempre un tempo che non tornerà. Nostalgia e ironia sono le chiavi di lettura di queste storie, che hanno per protagonisti adolescenti timidi e innamorati, grasse ragazze solitarie, rivoluzionari perseguitati dall'orrore del sangue, abili truffatori seriali, un padre e una figlia che attraversano un parco, un uomo e una donna che non s'incontreranno mai."" -
La divina
"«La Moschea Blu!», esclamò poi con enfasi non necessaria, e con il medesimo tono sgranò un ininterrotto rosario di parole. «Santa Sofia! Hagia Sofia, come la chiamano loro! Il Corno d’Oro! Il Bosforo! Il Grande Bazar! Il mercato delle spezie, detto Bazar Egiziano! Il Pera Palace! Santa Irene! Istanbul è tutto questo!»""""rnrnrnQuesto romanzo, pubblicato per la prima volta in Messico nel 1988, ci permette di fare la conoscenza con uno dei più immaginifici personaggi della storia letteraria recente: la divina Marietta Karapetiz. Nel raccontare di un disastroso viaggio a Istanbul fatto ormai parecchi decenni addietro in compagnia di un amico ambiguo e della sua conturbante sorella, il suo più adorante e adirato discepolo, Dante de la Estrella, in una serata di tempesta narra a un divertito, allibito uditorio del suo incontro con l'indomabile """"divino airone"""", fine intellettuale e antropologa, delle sue gesta memorabili e del suo carattere impossibile; e del goffo fallimento di un sogno, di un amore, di un'amicizia, e forse di una vita intera." -
Un certo Lucas
Con ""Un certo Lucas"""", Julio Cortázar prosegue il percorso iniziato con il suo capolavoro """"Storie di cronopios y famas"""", con cui fece della letteratura un mondo ludico e dissacrante. """"Un certo Lucas"""" non è una raccolta di racconti, non è un romanzo, né un'opera di saggistica. È una collezione di bozzetti, di microracconti: l'itinerario nel quotidiano di una personalità straordinaria, quel Lucas che in fondo non è che un alter ego dell'autore. Che racconti la fine di una storia d'amore, un ricovero in ospedale o la creazione di un sonetto, la prosa di """"Un certo Lucas"""" è giocosa e ironica: un vero e proprio antidoto contro magniloquenza e solennità."" -
Chi scrive i nostri libri. Lettere editoriali
Lettere argute e appassionate a editori, giornalisti, traduttori, critici letterari, registi che hanno avuto il privilegio di condividere un tratto di strada con una delle menti letterarie più brillanti del Novecento.rn""Ho iniziato a lavorare disordinatamente sul libro lungo che vorrei scrivere, mi sono reso conto che la difficoltà non sta per me nella mancanza ma nell’eccesso di aperture di ogni genere. Ogni pagina, e a volte ogni frase, è come una partita a scacchi in cui, invece di giocare sulla scacchiera che ho davanti agli occhi, le mie mosse si ripercuotono su un’infinità di altre scacchiere che di colpo si rendono visibili, o appaiono per poi sparire alla mossa successiva.""""rnrnrnrnrn""""Chi scrive i nostri libri"""" è il secondo volume dell'epistolario di Julio Cortázar: dopo le lettere ad amici scrittori raccolte in """"Carta carbone"""", è la volta della sua corrispondenza editoriale. Lettere argute e appassionate a editori, giornalisti, traduttori, critici letterari, registi che hanno avuto il privilegio di condividere un tratto di strada con una delle menti letterarie più brillanti del Novecento. Con il tono talvolta ironico, talvolta serio e commovente che contraddistingue da sempre la prosa di Cortázar, il lettore si addentra nel suo laboratorio, scoprendo così i retroscena che hanno preceduto la pubblicazione delle sue opere più famose, e assaporando un'editoria fatta di carta, inchiostro e macchina da scrivere, forse non così diversa da quella di oggi..."" -
Storia del denaro
Dopo Storia del pianto e Storia dei capelli, Alan Pauls conclude con Storia del denaro la sua «trilogia della perdita», dedicata agli anni Settanta in Argentina.rn«Lui, se c’è una cosa che sa fare con i soldi, è pagare. Ed è l’unica di cui potrebbe vantarsi, per patetica che possa sembrare. La accetta come un ruolo assegnato da una regia arbitraria ma insindacabile. A lui non è toccato fare soldi, come a suo padre, né ereditarli, come a sua madre. Di tutte le missioni possibili, a lui tocca quella di saldare, di ripianare i debiti. C’è chi dà da mangiare agli affamati, chi cura gli ammalati. La sua maniera di cicatrizzare le ferite – passione non sempre compresa – è pagare.»rnrnrnrnDebiti mai saldati, investimenti senza senso, prestiti di cui non c'è traccia, operazioni clandestine e trasferimenti sottobanco: il denaro è un flusso che invade l'intero romanzo, e la vera ossessione dei suoi personaggi. Che sia una puntata al casinò, un viaggio in taxi verso la costa o l'acquisto di una casa al mare, il denaro non è altro che perdita. Scomponendo un fenomeno sociale nell'esperienza individuale del protagonista, Pauls narra un paese in cui il denaro non conta assolutamente nulla, eppure resta l'unica cosa che importa. Dopo ""Storia del pianto"""" e """"Storia dei capelli"""", Alan Pauls conclude con """"Storia del denaro"""" la sua """"trilogia della perdita"""", dedicata agli anni Settanta in Argentina."" -
L' esercito di cenere
Con una nota dell’autore.rn«La cenere cadeva dolcemente dal cielo. Gli uomini rimontarono in sella e rimasero in estatico silenzio, assorti e stupiti quanto il loro comandante. Le uniformi andarono tingendosi di grigio, e così pure i cavalli, e a un tratto tutta la distesa del deserto, fin dove i loro occhi potevano arrivare, fino all’irraggiungibile orizzonte, divenne grigia.»rnrnrn""Era un brutto giorno per morire"""". Con questa frase piena di presagi inizia uno dei romanzi più intensi della letteratura argentina contemporanea, pubblicato in una nuova traduzione a trent'anni dalla sua prima uscita. Feinmann dà vita a un personaggio indimenticabile: l'enigmatico colonnello Andrade, ex guerrigliero dell'Indipendenza, ora a capo del Settimo Reggimento di Cavalleria. Con i suoi uomini, è sulle tracce di un nemico che sembra non essere da nessuna parte, se non forse nella sua immaginazione. Come l'Achab di Melville, Andrade insegue l'oggetto del suo odio per annientarlo; e come il Drogo di Buzzati continua a tenere lo sguardo fisso laggiù, dove nulla appare."" -
Il marmo
Aira ottiene l’impensabile: creare la sensazione che il suo racconto si vada costruendo frase dopo frase, nel puro presente del lettore.rn«Ma sono stati davvero i fatti? O tutto continuava a succedere sul piano delle mie supposizioni? Il pensiero si basa sempre sui fatti, li rende «fatti significativi». E nel corso della mia avventura, che somigliava tanto a un sogno, ho scoperto che la carica di significato dei fatti si moltiplica in modo portentoso quando si tratta di fatti strani, imprevisti, per esempio quando, come in questo caso, vi prendono parte degli extraterrestri.»rnrnrnrnNon avendo moneta per dargli il resto, il cassiere di un supermercato offre al protagonista del romanzo la scelta tra una miriade di cianfrusaglie. Rassegnato, l'uomo pesca a caso una confezione di pile made in China, un occhio di plastica, una forcina dorata, un anello di bigiotteria e una macchina fotografica grande quanto un dado. Ignora che di lì a poco lo attende un'avventura incredibile, in cui ciascuno di quegli oggetti apparentemente insignificanti si rivelerà invece, per sua fortuna e per lo spasso del lettore, indispensabile per procedere nel suo percorso a ostacoli. Con la sfacciataggine di un bambino e l'innocenza di un artista geniale, Aira ottiene l'impensabile: creare la sensazione che il suo racconto si vada costruendo frase dopo frase, nel puro presente del lettore. Prefazione di Giuseppe Genna. -
Purgatorio
Tomás Eloy Martínez costruisce con maestria un romanzo commovente, tenendo sempre il lettore in bilico tra verità e illusione.rn«In questo romanzo Martínez riesce, con l’abilità di un regista, a creare una nuova realtà, a immaginare ciò che ancora non esiste, a fermare il tempo.» - Carlos FuentesrnrnNell'inverno del 1976 Simon Cardoso viene arrestato dalla giunta militare argentina, e ben presto se ne perdono le tracce: diventa un desaparecido. Trent'anni dopo, negli Stati Uniti, sua moglie Emilia sente la voce di Simon in un ristorante, ne rimane sconvolta e inizia un'incessante ricerca del marito che credeva morto. A partire da questo episodio, ""Purgatorio"""" intreccia una storia d'amore (perduto e ritrovato) con una ghost story, sullo sfondo della sinistra irrealtà creata dal regime dittatoriale."" -
Le scimmie
"Le scimmie"""" è il racconto più noto del messicano José Revueltas, basato sull'esperienza carceraria dell'autore, arrestato nel 1968 con l'accusa di essere istigatore ideologico dei movimenti studenteschi. Ambientato a Lecumberri, un terribile carcere di massima sicurezza, ne ricostruisce l'atmosfera claustrofobica grazie a una lingua incalzante e vorticosa, cruda e gergale. Nelle vicende dei tre detenuti, Albino, Polonio e il Coglione, impegnati nella folle impresa di farsi recapitare della droga direttamente in cella d'isolamento, si rispecchiano tutti gli orrori e le contraddizioni di un mondo capovolto, in cui i confini tra bene e male, tra sorveglianti e sorvegliati, sembrano confondersi e quasi dissolversi; un mondo in cui è lecito - e forse doveroso - chiedersi da quale parte delle sbarre stiano le vere """"scimmie"""" in gabbia. Postfazione di Elena Poniatowska." -
Tungsteno
Un esplicito atto di denuncia.rn«""Tungsteno"""" è un romanzo di fatti, diviso in azioni e scene di sapore teatrale, dimostrativo. Ma non è una fredda spiegazione didattica del funzionamento del mondo e del capitalismo e colonialismo, è il caldo grido di rivolta di un poeta che mette la sua arte a servizio di un’idea e di un progetto, ma prima di tutto a servizio della sua gente, dei suoi """"analfabeti"""".» - Goffredo FofirnrnrnNel Perù di inizio Novecento, l'impresa statunitense Mining Society acquista le miniere di tungsteno della zona di Cuzco, creando un giro d'affari inconsueto per gli abitanti del luogo. Ma l'arrivo dei grìngos equivale a un'invasione nelle terre ancestrali degli indigeni, e nelle loro vite. Ben presto il lavoro in miniera si trasforma in schiavitù. Il lettore non può restare indifferente all'esplicito atto di denuncia contenuto nel romanzo; è costretto a prendere una posizione, come fa l'agrimensore Leónidas Benites, uno dei protagonisti. Con un linguaggio diretto ed estremamente visuale, Vallejo intreccia una narrazione che è prima di tutto politica, ancora attuale a più di ottant'anni dalla sua prima pubblicazione: una riscoperta necessaria."" -
Variazioni in rosso
«Variazioni in rosso, al di là della bellezza dei tre racconti, anticipa in modo evidente quella che sarà la vera ossessione narrativa di Walsh: investigare il crimine, tra finzione e testimonianza, per dimostrarne la vera natura. [...] Daniel Hernández gli è sempre stato vicino, lo ha guidato mentre cercava di dimostrare agli argentini le nefandezze dei governi, dei potentati economici.» - Massimo Carlotto, la Repubblicarnrnrn""Conoscere Rodolfo Walsh"""", scrive Massimo Carlotto nella prefazione, """"è, per un lettore, un'avventura straordinaria. E questi tre racconti sono il miglior modo per entrare in sintonia con il suo universo narrativo"""". Tre storie poliziesche, con lo stesso protagonista: Daniel Hernandez, un semplice correttore di bozze che si improvvisa detective e, grazie alla meticolosità e alla precisione che caratterizzano il suo lavoro, riesce a risolvere tutti gli enigmi nei quali si trova coinvolto. Hernandez è una di quelle figure marginali amate da Walsh, che incarnano l'aspirazione alla verità. """"Variazioni in rosso"""" è un piccolo gioiello stilistico: animato da una scrittura coinvolgente e godibile, racchiude l'elemento chiave dell'intera opera - e vita - dell'autore: la difesa della giustizia a ogni costo."" -
I lanciafiamme
Pubblicato per la prima volta nel 1931, ""I lanciafiamme"""" fu concepito come seguito dei """"Sette pazzi"""", l'opera che ha consacrato la figura di Roberto Arlt, ma può essere letto come una storia compiuta e a sé stante. Ritroviamo il leggendario protagonista Erdosain, i suoi compagni e il loro assurdo progetto di finanziare la rivoluzione grazie alla gestione di una catena di bordelli. L'insoddisfazione e il disprezzo dei personaggi per la realtà che li circonda sono tali da richiedere una risposta estrema: l'uso della violenza diventa così l'unica via percorribile, e permette ad Arlt di tracciare ancora una volta un quadro veritiero e profetico del mondo in cui viviamo."" -
Non sapevamo giocare a niente
"Non sapevamo giocare a niente"""" è la storia, tenera e nostalgica insieme, della travagliata infanzia di Emma Reyes, racchiusa in ventitré lettere.rn«All’improvviso sentimmo un rumore terribile, mai sentito prima, la gente iniziò a correre in ogni direzione, la maggior parte delle persone si rifugiò in chiesa, altri entrarono nelle case, i bambini si arrampicarono sugli alberi, la bottega, che si trovava sulla parte alta del marciapiede, si riempì di gente, il rumore si faceva sempre più vicino. Improvvisamente vedemmo spuntare da dietro la chiesa un orribile mostro nero che avanzava verso il centro della piazza. Gli occhi enormi e aperti erano di un colore giallognolo e facevano così tanta luce che illuminavano metà piazza. L’animale si fermò al centro della piazza e chiuse gli occhi. Era la prima automobile che entrava a Guateque.»rnrnrn""""Non sapevamo giocare a niente"""" è la storia, tenera e nostalgica insieme, della travagliata infanzia di Emma Reyes, racchiusa in ventitré lettere che la pittrice scrisse, a partire dal 1969, al suo amico Germán Arciniegas. Emma racconta la storia di una bambina senza padre né madre, frutto di una relazione proibita, tra abbandoni e scoperte, preghiere e paure. Un viaggio che la porterà da una misera stanzetta a una casa coloniale, da una bottega del cioccolato a un convento di clausura. Con un tono bizzarro e ingenuo e con l'ironia di chi si è lasciato tutto alle spalle, l'autrice affronta il proprio passato trasformandolo in un feroce e avvincente romanzo. Prefazione di Tiziana Lo Porto." -
Correzione di bozze in Alta Provenza
Un testo inedito di uno dei narratori più amati del Novecento.rnrnrn""Correzione di bozze in Alta Provenza"""" è un'immersione nella vita di uno scrittore faccia a faccia con la propria opera. È il 1972 e Julio Cortázar, con un bagaglio di cibo in scatola, vino rosso e macchina da scrivere, parte per dedicarsi all'ultima rilettura del """"Libro de Manuel"""", il più politico dei suoi romanzi. Al riparo nel ventre del """"drago Fafner"""" (il furgone Volkswagen che gli fa da casa, studio e rifugio), Cortázar tiene il diario di un fine settimana di perturbazione, atmosferica e interiore: affronta una tempesta sulle rive del Rodano e la burrasca dei suoi dubbi di uomo e scrittore all'apice del successo. In poche pagine ironiche e argute convivono un'infinità di temi: il rapporto con i lettori e quello con i fornelli, la musica e l'esilio, la passione per la boxe e l'attualità politica. Prefazione di Juan Villoro.""