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Il diritto di vivere
Anila, a quindici anni, viene in vacanza in Italia, ha un piccolo incidente, va in ospedale e le viene diagnosticato un cancro alle ossa del braccio sinistro. I suoi genitori parlano soltanto albanese e perciò i medici lo dicono a lei, e a lei tocca informare sua madre. Scaduto il suo permesso di soggiorno, gli ospedali romani le dicono che deve pagarsi la chemioterapia, necessaria per prepararsi all'intervento chirurgico. Un anonimo benefattore le permette di risolvere questo problema, ma ne sorgono rapidamente altri, come trovare una casa per il periodo che intercorre tra una chemioterapia e l'altra. Anila affronta i suoi giorni ricorrendo alla scrittura, talento che coltiva sin da quando era bambina, e ci fa dono in queste pagine della sua toccante esperienza. -
Dal mito iperboreo all'uomo abbandonato
L'autrice di questo libro racconta l'esperienza di un laboratorio teatrale nato nel centro diurno di un ex manicomio italiano e la contestualizza su due versanti: analizzando il Lohengrin di Richard Wagner e proponendo alcune pagine del suo diario intimo. È prestata particolare attenzione alla problematica del compito - in questo caso assegnato dal regista - e al concetto di interdetto, caro a molte leggende di differenti culture. La tesi dell'autrice è che l'interdetto esista per essere trasgredito, e questo valga anche per il compito: il suo superamento, ottenuto attraverso il lavoro, attraverso la costruzione di uno spazio, un tempo e un corpo, come presupposto necessario per il processo creativo. È proposto anche il concetto di non-separazione, che con Wagner ha rappresentato una rivoluzione nell'ambito del linguaggio musicale. -
Dannate esclusioni. Campi rom e campi di concentramento
Questo libro propone documenti e riflessioni sull'esclusione sociale. I progetti inclusivi delle ragazze che vivono nei campi rom portati avanti da Vania Mancini con il gruppo Chejà Celen e l'associazione Zingare spericolate, i laboratori didattici organizzati a Roma con i bambini rom, si confrontano con uno dei lati più bui della storia recente: cinquecentomila tra Rom e Sinti sterminati nei campi nazisti nell'Europa del Novecento, e migliaia di essi passati per i campi di concentramento allestiti in Italia, fra i quali quelli in Molise. Si porta l'attenzione sulla persecuzione degli zingari considerandola paradigmatica dei processi sociali e dei rischi che accompagnano l'esclusione. Si esclude qualcuno perché diverso, per mere convenienze politiche, ma soprattutto per ignoranza. Perciò il primo passo non può che essere quello di avviare percorsi di conoscenza, con la mente aperta, per costruire relazioni basate sul reciproco rispetto. -
Il sacco di Genova. 1849
L'armistizio di Vignale (23 marzo 1849) aveva suscitato sconcerto e, soprattutto, indignazione presso larga parte dei patrioti genovesi. Inoltre, circolavano voci e sospetti che, in base a clausole segrete dell'armistizio, la cittadella di Alessandria come pure le varie fortezze di Genova sarebbero state provvisoriamente occupate da guarnigioni austriache. Fu proprio in tali circostanze che ebbero luogo, a Genova, i moti popolari dell'aprile del 1849, durante i quali la popolazione insorse, conquistando provvisoriamente il potere, subendo, infine, la terribile repressione dei militari comandati dal Generale La Marmora. -
Cambiare il mondo. Lettere fra l'Italia e il Messico
In un'epoca che non riesce più a immaginare la costruzione di un sistema di relazioni diverso da quello dettato dal capitalismo, gli autori, uno in America Latina e l'altro a Rimini, si scambiano lettere sui temi del cambiamento sociale e politico. A fronte della perdita dei riferimenti propri del Novecento, con le sue ideologie e le sue rivoluzioni, essi si interrogano sulle pratiche che potrebbero sostituire i paradigmi precedenti per cambiare il mondo. Immaginare una forza istituente che, dal basso, reinterpreti la realtà e sappia orientare gli umani verso una società finalmente giusta e accogliente, sembra una necessità impellente, considerata la ferocia del sistema in cui viviamo. In questi informali scambi di idee e riflessioni molti lettori potranno riconoscere il loro smarrimento, i loro riferimenti culturali e la loro ansia di cambiamento. -
Il Meteco e il Redivivo. Salvatore Multineddu e Dante Corneli nel Novecento tiburtino
Questo libro si articola in tre parti. La prima è dedicata a Salvatore Multineddu (Tempio Pausania 1866 - Imperia 1952), professore di Belle Lettere in diversi licei italiani. Dal 1910 al 1922 insegnò al Liceo Classico di Tivoli e fu anche vicesindaco della città dal 1920 al 1922. Quando l'amministrazione comunista fu abbattuta dagli squadristi venne esonerato dall'insegnamento per motivi politici e perseguitato dal regime fascista. La seconda illustra la vicenda di Dante Corneli (Tivoli 1900-1990), dall'adolescenza alla morte, che si è drammaticamente intersecata e a tratti sovrapposta con la storia di Tivoli e con i passaggi più rilevanti (guerre, fascismo, comunismo) della storia del Novecento. Dopo un passaggio pluridecennale nei lager staliniani rientrò a Tivoli, dove scrisse e meditò sulla storia sua e su quella della città. In appendice è proposto un ritratto di Alain Bocquet, sindaco della città francese di Saint Amand Les Eaux (Nord-Pas de Calais) gemellata con Tivoli dall'anno 2000, che è tuttora, ininterrottamente dal 1978, deputato all'Assemblea Nazionale francese. -
Istantanee di fuga
I racconti qui proposti presentano il doppio volto della fuga: la difficoltà nella situazione in cui ci si trova e il taglio netto con il quale si parte alla ricerca della libertà. Un doppio processo di significazione del ""momento"""" che, mentre ammette l'inaccettabilità del vissuto immagina l'andar via come una risorsa. Una negazione che muove alla ricerca di un percorso possibile e, dunque, qualunque esso sia e comunque si presenti, porta in primo piano la rinascita del soggetto. Tuttavia, sebbene sia chiaro che si fugge da se stessi, da ambienti o relazioni divenute intollerabili, non sempre il modo in cui si fugge o il luogo in cui si approda rappresentano una rinascita. Succede, anzi, che questi approdi possano imprigionare e chiudere la persona in un contesto relazionale e psicologico anche peggiore di quello dal quale si è scappati. Allora la fuga rappresenta certo una risorsa, ma non può sostituire quel percorso di accettazione e di assunzione di responsabilità che la vita comporta."" -
L' ordinaria violenza in famiglia e nella società
La violenza dei rapporti sociali di quest'epoca, nella quale sembrano azzerate le conquiste della fine Novecento, è il filo conduttore di questa scrittura sperimentale. Ci si interroga su quale nemesi storica possa aver sortito gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti: le donne relegate nuovamente a oggetti, lo statuto dei lavoratori cancellato, come se il capitalismo avesse conquistato anche l'anima della nostra società. Si indagano con particolare attenzione le dinamiche interne alla famiglia, la divisione dei ruoli secondo schemi vetusti che vogliono la donna vittima dei raccapriccianti sfoghi dell'uomo e quest'ultimo a sua volta preda dell'alienazione propria del sistema di produzione capitalistico. Si riflette sul ritorno di una cultura sostanzialmente fascista e ci si interroga sui percorsi, collettivi e paritari, che sembra urgente sviluppare per superarla. -
Il prigioniero libero. Pensieri, emozioni, considerazioni dall'ergastolo
La libertà di pensiero e la scrittura sono al centro di questo libro: un'attività piacevole e un aiuto a passare il tempo nella cella per chi scrive, un momento di riflessione e di stimolo per chi legge. ""Einstein sosteneva che la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre. Oggi, chi scrive, supportato da grande speranza e sostenuto da una discreta quantità di pazienza, grazie anche all'apertura del suo paracadute, è riuscito a mettere in atto un complicato, ma non impossibile, ossimoro: il prigioniero libero""""."" -
La donna che sognava di essere sveglia
Una donna che c'è e non c'è, che ricorda e sogna minuti particolari di una vita vuota, passata, senza futuro. Un tuffo nelle memorie frammentate e nelle vacue emozioni di un essere umano tenuto artificialmente in vita. Questa spettrale scrittura sperimentale non vuole essere autobiografica, sebbene porti con sé elementi esperienziali dell'autrice, ma vuole soprattutto invitarci a una riflessione su ciò che si può definire vita, su quanto sia lecito ridurre una persona al suo solo involucro, mantenendola in stato vegetativo. -
Come il bue di Rembrandt. Storia di un balordo dell'est
Questa è la storia di Janos, uno dei tanti invisibili che incontriamo per strada, uno dei tanti immigrati classificati con l'etichetta del ""balordo"""". Una storia che attraversa quella del popolo cecoslovacco, dalla Primavera di Praga alla normalizzazione imposta dall'Unione Sovietica nel 1968, fino alla dissoluzione del Paese, nel 1989. All'inizio degli anni novanta Janos, che ha scontato dieci anni nel carcere di Leopoldov come prigioniero politico, fugge dalla sua terra per approdare prima in Austria e poi in Italia, tra la Calabria e Roma. Dalle utopie coltivate da ragazzo alle continue e problematiche sbandate esistenziali, in un intreccio di luoghi e persone senza alcun approdo significativo. Fino all'epilogo di una morte assurda nel 2001, quando un uomo di trentasei anni, alla guida di una Volvo, lo falcia mentre sta attraversando le strisce pedonali davanti al Colosseo. Janos, nel racconto della sua vita come della sua morte, ci invita a guardare con altri occhi i migranti, incontrando la persona, la ricchezza delle sue esperienze, prima dell'etichetta con la quale cancelliamo la sua identità e il suo vissuto."" -
La critica psichiatrica nelle opere di Szasz e Foucault
La lettura delle opere di Foucault e di Szasz viene qui proposta per aprire una riflessione sulla teoria e soprattutto sulla pratica psichiatrica. L'attenzione è posta sulla critica delle basi epistemologiche di questa scienza, che a differenza delle altre branche della medicina opera in assenza di riscontri biologici nella maggior parte delle sue diagnosi, e sulle istituzioni psichiatriche. Di queste ultime, luoghi come i manicomi e gli ospedali psichiatrici giudiziari o dispositivi come il trattamento sanitario obbligatorio e la contenzione farmacologica, viene messo in evidenza il carattere meramente coercitivo, a partire dal ""grande internamento"""" analizzato da Foucault. Si considera inoltre il ruolo della psichiatria, come denunciato da Szasz, nella tendenza a patologizzare l'intera gamma dei comportamenti umani a scopi di controllo sociale. A fronte di queste analisi, l'Autore prospetta una visione olistica del problema della malattia mentale, promuovendo all'interno della psichiatria un dialogo che apra ad una concezione bioetica dell'individuo."" -
Chiarestelle
"Se devo dire la verità, della mia funesta infanzia mi ricordo solo i dispiaceri perché sono stati questi che mi hanno forgiato e fatto diventare quello che ero e che sono"""". Così l'autore racconta di se stesso. Dedicato ai bambini, protagonisti coraggiosi di queste storie poetiche e favolistiche, questo libro si propone di valorizzare la scrittura creatrice di vicende fantastiche come risorsa per evadere da una condizione infelice e per emanciparsi dal proprio passato." -
L' impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale
Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l'intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata. Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo. Questo libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale. E mette in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l'emergere di una nuova e impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, e desideri su piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a rafforzare il dominio del nuovo impero. Non conosciamo ancora le conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di immaginare pratiche di decolonizzazione. -
Antonin Artaud nel vortice dell'elettrochoc
Quando Antonin Artaud, nel 1947, dopo nove anni di internamento, poté uscire dall'asilo psichiatrico di Rodez, gridò al mondo la sua denuncia. Ritenendo di essere stato vittima di un ""infame sequestro di persona"""", si scagliò contro tutti coloro che avevano voluto privarlo della sua identità. In manicomio Artaud aveva subìto innumerevoli aggressioni, testimoniate da tracce visibili sul corpo, ed era stato sottoposto, contro la sua volontà, a più di cinquanta elettrochoc. Artaud denuncia con lucidità e precisione le pratiche violente dell'istituzione psichiatrica, prima fra tutte l'elettrochoc. In questo saggio l'autrice ripercorre la storia della reclusione di Antonin Artaud che, con le sue forze creative d'uomo e d'artista, seppe trasformare il cumulo di macerie in cui era stato ridotto il suo essere in una costruzione umana e poetica unica e sublime."" -
Alzati, fai dei chilometri. Storie di alleanza e resilienza nelle relazioni di cura
In questo libro vengono presentati racconti sbocciati sul campo di quelle alleanze relazionali che nascono nelle vicende terapeutiche. Filo conduttore sono le risorse: la memoria delle origini, la consapevolezza dell'ambiente in cui si vive, l'esperienza delle cadute e della stanchezza durante il percorso; ma anche la grande forza della relazione e dell'alleanza con altre persone, la tenacia nelle avversità, l'autonomia e l'altruismo; la tolleranza e la flessibilità; l'adattamento, il sogno, l'immaginazione, la creatività. E, per finire in bellezza, l'abilità di chiedere aiuto, gustando l'umorismo e l'autoironia come ciliegine sulla torta. Pagine utili ai professionisti della cura, ma anche a chi vuole cercare delle strategie efficaci per scoprire che dietro ad ogni problema c'è un'opportunità. -
L' inferno di Pianosa. L'esperienza del 41 bis nel 1992
"Nel 1992 alcune centinaia di persone vengono prese e deportate nelle carceri del circuito di Alta Sicurezza - cinquantadue solo a Pianosa - e vengono sottoposte a trattamenti inimmaginabili. La parola chiave di quella esperienza, giustificata istituzionalmente come 'lotta alla mafia' e regolata dall'applicazione dell'articolo 41 bis dell'Ordinamento penitenziario, può essere sintetizzata come pratica della tortura, reato che ancora oggi non è previsto nei codici italiani. Rosario Enzo Indelicato è una di quelle centinaia di persone a cui è toccato vivere l'inferno quotidiano, che va molto aldilà delle restrizioni formali a cui fanno riferimento gli articoli di legge e getta i detenuti in una condizione di non vita, nell'indifferenza delle istituzioni e di molti cittadini. Indifferenza e non ignoranza, come si evince dalla testimonianza dell'autore, che ha scontato, in attesa di giudizio, cinque anni in quella terra di nessuno dove i diritti più elementari vengono cancellati dalla prepotenza e dalla violenza della polizia penitenziaria, alla quale è affidata consapevolmente la gestione delle carceri""""." -
La pedagogia di don Gallo
Il risultato di una ricognizione bibliografica, sostenuta dall'esperienza dell'autore all'interno della Comunità San Benedetto al Porto di Genova. Si evidenzia il processo culturale e collettivo che ha condotto al particolare approccio pedagogico della Comunità. -
Sensibili ai riflessi. Poesie degli allievi Scuola media Fermi di Burolo e detenuti della Casa Circondariale di Ivrea
Sensibili ai riflessi nasce da un'idea di Giuliana Airoldi. I suoi allievi della Scuola Media Inferiore Fermi di Burolo (TO), nell'Anno Scolastico 2014/2015 hanno iniziato a corrispondere con i detenuti della Casa Circondariale di Ivrea, redattori del giornale L'Alba. Sono state presentate agli studenti e ai detenuti delle fotografie, scattate dall'ideatrice del progetto, con soggetto i riflessi nell'acqua, invitando gli uni e gli altri a scrivere i ""pensieri"""" poetici suscitati dalle immagini. La partecipazione è stata significativa e proficua. Gli allievi sono venuti a contatto con una realtà che non immaginavano potesse esistere e continuano a corrispondere con i componenti della redazione. Si vuole, con questo libro, valorizzare un incontro tra diverse sensibilità e dimostrare che è possibile una corrispondenza fra giovani che si affacciano alla vita e persone che dalla vita sono state segnate."" -
La sacerdotessa del tempo
Le isole sono luoghi misteriosi che conservano la memoria degli antichi scontri magici. Quando Merissa risveglia una Creatura sopita da millenni, la sua vecchia vita va in pezzi. Costretta a fuggire e a cercare aiuto presso gli incantatori, si trova catapultata in un viaggio sulla distante e leggendaria Mezzaluna, alla disperata ricerca di un talismano che possa fermare l'avanzata del Fiore della Notte. Al suo fianco si schiereranno amici improbabili, ognuno con un passato pronto a schiacciarlo, con un futuro incerto all'orizzonte. Samidra invece è una domatrice dell'Acqua costretta a fuggire dai maghi e dai poteri della Mezzaluna a causa del suo dono. Quando fallisce nel compito affidatole dalla sua migliore amica, un'incantatrice indipendente e scostante, si trova proiettata in un'avventura per salvare l'universo che conosce dai perfidi Argentei. Si confronterà con le diverse sfaccettature dell'amicizia, che non sempre è facile come si vorrebbe.