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La città che viene
Le prime città sono comparse più di dieci millenni fa, nel solco della rivoluzione agricola. Perché le società umane hanno scelto questo modo d'abitare denso, tecnicamente complesso, gerarchizzato. che richiede una tale mole di lavoro? Marcel Hénaff risponde a questa domanda mostrando come tutte le città si formino combinando tre dimensioni tra loro legate: quella del monumento, della macchina e della rete. In breve: architettura, tecnica, comunicazione. Si è assistito a un divenire-città dell'umanità. Ma è ancora questa città a crescere nell'arcipelago planetario di artefatti urbani di oggi? Cosa resta della città come forma visibile dello spazio pubblico nell'epoca del mondo virtuale e delle reti multicentriche? -
L'arte dell'incompiuto
Quanto più ci accingiamo a completare la vita, a otturarne i vuoti o colmarne le lacune, tanto più essa ci incalza con la sua costitutiva incompiutezza. Mentre la contemporaneità sembra affannarsi a realizzare una unità globalizzata, qualcosa – pur sempre – manca. Scopriamo così che persino le attività che ci paiono più prossime alla pienezza – conoscere, amare, agire eticamente – si fondano in realtà su tale mancanza, che ci attrae verso un oltre. Lʼarte è sempre stata la massima espressione di questa fondante incompiutezza. Thomas Harrison, in un affascinante percorso fra scultori, poeti e letterati – come Michelangelo, Ungaretti, Anna Maria Ortese, Auguste Rodin – ci mostra lo sforzo dell’arte di porre in luce quel che non appare, dare figura allʼincompiuto, provare persino a comprendere le origini inattingibili dei propri tentativi. Una riflessione che potrebbe permetterci di pensare unʼetica diversa, un modo nuovo di abitare il mondo. -
Non solo voce, Maria Callas. Mai amata regalò l'amore
«Da quando debuttò alla Scala nell'Aida del 1950 diretta da Franco Capuana come sostituta della Tebaldi, la Callas fu une delle cantanti ""più costruite nelle sue pose"""", racconta Margherita Palli. """"Paragonarmi alla Tebladi? Sarebbe come paragonare lo champagne alla Coca Cola"""", disse un giorno la Callas» - Pierluigi Panza, Corriere della Serarnrn«Le vicende del cuore si intrecciano alla storia rn della sua voce, che nel corso del tempo diventa sempre più travolgente, perfetta, indimenticabile» - Donatella Longobardi, Il Mattinornrn«Il mito di Anna Maria Cecilia Sophia Kalos, contrazione dell'originario Kalogeropoulos, per il mondo Maria Callas, sembra non conoscere le ingiurie del tempo» - Jeanne Perego, Il TirrenornrnAmore e tragedie per Maria Callas. La madre non l'amava. La sorella era considerata più brava. La gonfiavano di rabbia, prendeva chili di peso e la voce migliorava. I nazisti la costrinsero a cantare per loro durante la guerra. I greci la cacciarono. Visconti le impose di perdere venti chili per fare la """"Traviata"""", lei ubbidì e si sentì libera, leggera. A Roma la fischiarono, a Milano l'adoravano. Italo Moscati rende omaggio a una delle artiste, delle dive più tormentate del Novecento raccontandone con prosa avvincente le fragilità, le turbolente passioni e la carriera folgorante. L'amante impresario che la derubava, il matrimonio con l'imprenditore Meneghini, la convulsa storia d'amore con Onassis che l'abbandonò per la vedova Kennedy, l'innamoramento per Pasolini, la relazione con il tenore Di Stefano. Le vicende amorose di Maria Callas si intrecciano in questo libro alla storia della sua voce, che nel corso del tempo diventa sempre più travolgente, perfetta, indimenticabile. La Kabaivanska disse che Maria aveva rovinato tutte le cantanti, poiché non era solo una di loro, ma era semplicemente «un'epoca». E lo è ancora: a quarant'anni dall'addio, Moscati ci fa sentire bene che la sua voce è nell'aria."" -
Poche rose, tanti baci
L'incontro tra un padre una figlia, fatto di ritorni al passato e ferite mai sanate, per aprire uno spiraglio di speranza e dare un senso alla morte e alle relazionirnrn«Una storia sull'incapacità di perdonare e la necessità di farlo, per potersi aprire alle diverse possibilità della vita» – Il MattinornrnMaria Giulia, una donna separata e con figli, attraversa il percorso della malattia e della morte del padre provando la più profonda incapacità di amare e di perdonare. Scopre, leggendo vecchie lettere l'esistenza di una vita a Praga, e forse di un figlio segreto di suo padre, intraprende un viaggio da Napoli a Praga alla ricerca della verità che lei crede necessaria alla sua evoluzione. Il personaggio centrale della storia è quello del padre, che compare nel ricordo con il segno dell'arroganza che ha contraddistinto la sua giovinezza e maturità, ma colto ora nella sua fragilità di vecchio ammalato; vissuto attraverso il sentimento ambivalente che la figlia nutre verso di lui. Accanito a lei, l'ex marito, i figli, una vicina di casa e un viaggio di scoperta. In un doloroso scandaglio interiore fatto di ritorni al passato e di ferite mai sanate, Maria Giulia indaga nell'estraneità dei sentimenti che l'hanno accompagnata per tutta la vita. Uno spiraglio di speranza, per dare un senso alla morte e alle relazioni, le permetterà di aprirsi a una delle scelte d'amore più coraggiose. -
Sodoma
«Grazie a una prosa asciutta, il giornalista e critico letterario leccese racconta la cronaca e i mali del nostro presente puntando la telecamera su un micromondo che è specchio di un'intera nazione» – Il Fatto QuotidianornrnIn ""Sodoma"""" si raccontano le vicende di un ospedale pugliese, dalla fine degli anni sessanta a oggi, la sua evoluzione e il suo declino, attraverso scelte amministrative, scientifico-tecnologiche e soprattutto politiche, che lo portano a essere negli anni settanta-ottanta una delle strutture più avanzate ed efficienti del Sud Italia e non solo, e a segnarne poi anche il forte ridimensionamento e la degenerazione nel malaffare, con gravi ripercussioni nel tessuto economico e sociale del territorio. La storia dell'ospedale si intreccia quella della famiglia Adessi, formata da Felicita, ostetrica del reparto più all'avanguardia dell'ospedale, suo marito Pasquale, maresciallo della marina, che muore in un incidente stradale proprio mentre la moglie dà alla luce il loro secondo figlio. E poi c'è Eleonora, una donna fredda, anaffettiva, con grossi disturbi alimentari, una figlia adottiva che non conosce fino in fondo il suo passato: possiede una finta laurea in ginecologia che le permette di lavorare abusivamente per sette anni, finché non sarà smascherata e denunciata."" -
Strani i percorsi che sceglie il desiderio
Le guerre sembrano finite, ma è solo un'illusione. Mirjana combatte ogni giorno la sua guerra con le memorie crudeli, la sindrome post traumatica, i progetti che non vuole abbandonare. Aspetta che Marko ritorni, o forse si illude. Marko, estremo e feroce come lei, arrabbiato, impegnato con gli ultimi degli ultimi, Marko che è andato via senza dirle dove o perché. E poi ci sono Annarosa e Diana. Sono diventate amiche da bambine, nei corridoi di un ospedale, travestite da principesse egizie, cercando di sopravvivere all'inaccettabile. Che andare avanti, cavarsela in ogni caso, sia la questione fondamentale della vita, lo imparano presto. Tre donne nel tempo di mezzo, con assedi da fronteggiare, piccole euforie, piaceri, speranze e brevi sollievi sono le protagoniste di un romanzo corale dedicato ai Balcani, agli esclusi, alla magnifica fragilità, a chi sopravvive e chi no. -
Brasilia
«Diversamente da altri suoi romanzi, qui Krauspenhaar ha eliminato, nonostante la narrazione in prima persona, qualsiasi digressione riflessiva. I capitoli sono brevi, la scrittura veloce e scarnificata, la presenza dei dialoghi molto frequente, come avesse voluto adattare lo stile alla cospicua quantità di fatti che racconta.» - Andrea Caterini, Il GiornalernrnErnesto Erkens Moreira è un giovane giornalista italo-brasiliano, improvvisamente chiamato a Brasilia da suo padre, diplomatico brasiliano di lungo corso. Nella capitale futurista disegnata da Oscar Niemayer e inaugurata nel 1960, in uno scenario in cui la natura si è fatta fantascientifica, il padre rivela al figlio dei segreti che lo riguardano: la sua prossima morte e l'appartenenza a una setta pseudoscientifica che mira a far credere a dei ricchi impauriti dalla morte di poter prolungare la loro esistenza di qualche secolo. L'ombra di personaggi storici legati ai protagonisti, il ruolo di un diabolico dirigente televisivo e l'apparizione quasi mariana di una splendida donna del mistero sono gli ingredienti di un romanzo distopico e letterario che affronta i temi basilari dell'esistenza umana e della sua fine. -
Lovepolitik. Quando la politica diventa marketing
In Italia la politica è stata sostituita dalla comunicazione. Da tempo il marketing aziendale impone ai partiti strategie e tecniche per conquistare il consenso. Non è un caso che negli ultimi 25 anni i due fenomeni politici più rilevanti abbiano avuto origine dall'impegno di due imprenditori/manager: Silvio Berlusconi e Gianroberto Casaleggio. Questo libro del giornalista Alberto Di Majo propone un viaggio nella comunicazione politica e negli slogan elettorali e analizza il successo del Movimento 5 Stelle, che ha saputo declinare il marketing della condivisione e della comunicazione ""social"""" sul terreno politico. Con un'intervista esclusiva a Luigi Di Maio."" -
Civette. Storia, mito e realtà di un mistero nato insieme all'uomo
Simbolo di saggezza ma anche annunciatrici di sventura, le civette sono protagoniste di un mistero vecchio come il mondo e grande come i cinque continenti. Uccelli dalla faccia tonda e dai grandi occhi puntati verso l’ignoto, sembrano poter dominare il mistero della conoscenza meglio degli stessi uomini che, ovunque, le hanno elette a simulacro del sapere. Allo stesso tempo, però, in virtù delle abitudini furtive e crepuscolari, le civette e gli altri rapaci notturni sono trasformati spesso in icone di paura e malvagità. In questo libro Desmond Morris affronta il mito della civetta nella cultura umana – dall’antica Babilonia fino a Harry Potter – confrontando i risultati dell’osservazione scientifica con le leggende e i racconti custoditi dalle tradizioni popolari. -
Baron Bean
Il Barone Bean (il cui nome si legge «Barren Bean», «testa vuota»), veste sempre con eleganza nonostante non abbia un soldo, e cerca di sbarcare il lunario con l'aiuto dell'inseparabile valletto Grimes. Sarà veramente un nobile decaduto? O si tratta di un abile, per quanto sfortunato, imbroglione? Le sue strisce, pervase da un irresistibile umorismo surreale, mettono in scena un'America giovane, dove i ruoli sociali possono ancora essere derisi e messi in discussione. Creata nel 1916 per il «New York Evening Journal», la striscia è un esempio perfetto della sapienza grafica raggiunta da Herriman alla fine degli anni Dieci, quando ancora è forte l'influenza esercitata dalle comiche cinematografiche e in particolare da Charlie Chaplin. Pieno di straordinarie invenzioni linguistiche e di personaggi sorprendenti che non rimangono mai rinchiusi negli stereotipi del comico, Baron Bean è uno dei primi capolavori nell'arte sequenziale. -
L'età postatlantica
«""L'età postatlantica"""" rappresenta al meglio un tipo di riflessione fondata su solide basi analitiche e offerta ai protagonisti di un dibattito pubblico troppo spesso vuoto di contenuti» – Robinson - La RepubblicarnrnTrump ha messo in questione lo spirito di collaborazione che da un secolo legava gli Stati Uniti e l'Europa. Ne ha preso atto per prima la Cancelliera tedesca, marcando con coraggio la fine dell'età atlantica e le difficoltà interne all'Unione Europea. Nazionalismo, protezionismo, dubbi, barriere e muri sono ricomparsi in tutto il Vecchio Continente. Gli interrogativi sul suo futuro si fanno ansiosi: riuscirà l'Europa a superare la sua crisi? Forse sì, forse no. Dipenderà dalla determinazione della sua classe dirigente. Il tempo delle decisioni è ormai arrivato. Adolfo Battaglia analizza le grandi questioni sul tappeto e propone una direzione di marcia incisiva da seguire con la stessa audacia politica che ispirò a suo tempo i """"padri fondatori"""" dell'integrazione europea."" -
La sinistra necessaria. Un dialogo fra generazioni
Sanders, Corbyn, Mélenchon, e poi Podemos, Syriza e l'esperienza di governo portoghese stanno scuotendo la sinistra mondiale. In Italia, invece, non si vede all'orizzonte nessuna figura del genere. Come mai? Parte da questa suggestione lo scambio di lettere fra un settantenne e una giovane non ancora trentenne. Si potrebbe dire ""rottamati"""" contro """"bamboccioni"""", perché il confronto fra due generazioni così lontane diventa anche scontro politico nel racconto del presente e della Storia recente. Rosa Fioravante parla di quel mondo giovanile che vive di ricerca, si mantiene lavorando nei call center e demolisce culturalmente la sinistra attuale (non solo Renzi, ma tutto l'ulivismo), proponendo una sinistra più radicale. Non una sinistra antagonista, ma che abbia obiettivi di governo socialisti. Peppino Caldarola porta nella discussione le riflessioni autocritiche di una persona che, per oltre mezzo secolo, la sinistra l'ha conosciuta e frequentata dall'interno, anche con il racconto di molti aneddoti, piccoli e grandi, di vite vissute fra militanti di base e dirigenti di primissimo piano. Forse sta maturando il tempo per chiedere una società in cui socialismo e democrazia riprendano a dialogare diventando inseparabili."" -
Le Madonne mi hanno conquistato. Viaggio in italia
Feste e rivoluzioni, briganti e pellegrini, folle in estasi per Mazzini o per il Papa, preti conservatori e monaci garibaldini, amore per l'arte ed estrema indigenza materiale, Madonne e superstizioni: così si presenta l'Italia a Renan, sin dal suo primo incontro con Roma. Il suo diario di viaggio e le sue lettere da Roma, da Napoli, da Firenze, da Milano, dalla Sicilia, costituiscono una delle interpretazioni più originali, imprevedibili e ricche di contrasti del nostro Paese, del costume e della moralità degli italiani. Scritte in gran parte tra l'ottobre del 1849 e il giugno del 1850, tra una partenza e l'altra, queste note di viaggio sono un resoconto multiforme e multicolore dell'Italia dell'epoca, la storia di un'evoluzione di sentimenti, la trama di una narrazione non di avvenimenti ma di pensieri. -
Iliade
«Nessuno di noi, oggi, si aspettava più un saggio su un’opera come l’Iliade capace di tale forza, di tale lucidità e profondità di vedute»: così il «New York Times» salutava nel 1943 la pubblicazione del saggio di Rachel Bespaloff sul capolavoro omerico, un viaggio alla scoperta dei sensi remoti che vi sono racchiusi e criptati, cui fa da centro la guerra, evento di distruzione e creazione. Nella guerra tutto trasfigura, la vita «non appare più come un’evoluzione continua che va dalla nascita alla morte, ma come una realtà atemporale con la morte al centro di tutto». A dar corpo agli archetipi pensano i suoi interpreti. Achille, che è «il gioco della guerra», la gioia del saccheggio, il lustro dei trionfi inutili, delle imprese folli, il solo personaggio dell’Iliade che finisce per essere odioso e atroce. Ettore, costretto ad «abbandonare a una dolorosa distruzione tutto ciò che ama», abbracciando con un ul-timo sguardo i veri beni della vita, d’improvviso esposti nella loro nudità di bersagli. Elena, «la più bella delle donne, che tutto ispira, tutto conduce a un destino luminoso», scelta dagli dèi soltanto per matura-re la propria sventura e quella di due popoli. È un’Iliade prismatica, su cui troviamo proiettato un cono di luce, un lampo di vero sull’eterna cecità della storia, cui solo il chiarore creativo del poeta può opporsi, con i suoi eroi più divini degli dèi, più umani degli uomini. -
Sigillo di spine
L’irrequietezza irrazionale, le requisitorie, la ribellione, l’amore immaginifico e contraddittorio, l’esaltazione della disperazione e della speranza, il riconoscimento del proprio peccato e della propria redenzione. Come osserva Agostino Raff, «di divino è permeata ogni parola che Gregorini trasceglie dal suo conscio e dal suo inconscio: ciò è avvertito anche dal lettore smaliziato, destinato ad arrendersi a questo magazzino verbale abbagliante, capace di associazioni improvvise di toni lontani, com’è nella musica migliore». Sigillo di spine ne raccoglie l’intera produzione poetica, con aggiunta di inediti, ponendosi come summa nella quale il lettore può scorgere i riflessi della lascivia sentimentale e della volontà di una purificazione continuamente frustrata dalla concorrente volontà di perdizione. -
Quisquilie e pinzillacchere. Storia di un musicista napoletano raccontata a un amico
Il titolo di questo testo non inganni il lettore. Nella sua cinquantennale attività di pianista di fama internazionale, Campanella non ha mai cessato di lavorare con serietà, come egli stesso afferma in questa conversazione con Risaliti, altra figura di primo piano del mondo pianistico. Eppure, oltre al rigore, c'è posto anche per quell'ironia e antiretorica che sono tratti costanti dell'uomo e del musicista. Ecco dunque che in questa ""autobiografia"""" si ripercorrono con spirito vivo le tappe della sua avventura artistica e umana e il rapporto con un'arte che vive e si alimenta attraverso una ricerca costante, inscindibile dalla gioia e dalla gratitudine verso il misterioso universo dei suoni."" -
Populismo progressivo. Una riflessione sulla crisi della democrazia europea
Analizzando il dibattito argentino su Gramsci e le originali posizioni di Ernesto Laclau, l'autore ci fa capire come sorga dal cuore stesso della crisi europea l'esigenza di comprendere il populismo sudamericano, e di confrontarsi criticamente con esso.«Le democrazie latinoamericane, seppur oggi in crisi, possono rappresentare un importante punto di riferimento per le democrazie europee» - Le Monde diplomatiqueMuovendo dalla contrapposizione di Gino Germani tra fascismo europeo e populismo argentino, Serra scorge nei movimenti nazionalpopolari che animano la vita politica latinoamericana materiali fondamentali per tematizzare la drammatica crisi della rappresentanza democratica europea e per pensare una via d'uscita ""progressiva"""" a tale crisi."" -
Autobiografia di un'idea
Autobiografia di un'idea non è soltanto il racconto della vita dell'architetto Louis H. Sullivan, ma la narrazione della nascita e dello sviluppo dell'ideale che ne ha influenzato l'intera opera e il pensiero teorico. Animato da una costante fede nella forza degli uomini di operare, pensare e soprattutto immaginare, supportato da un acuto spirito di osservazione capace di rivelare con chiarezza disarmante la realtà delle cose, spinto dall'intima necessità di guidare lo sviluppo della società moderna e della cultura americana, Sullivan ripercorre nell'autobiografia un'esistenza trascorsa a coltivare un'idea, essa stessa protagonista del racconto, che si nutre giorno dopo giorno dell'istinto del fanciullo delle prime pagine, e che plasma, lentamente ma inesorabilmente, la sua visione del mondo. La storia di quest'idea si concretizza nell'architettura, luogo dove convergono le forze creatrici della natura e degli uomini ed espressione dell'originaria vocazione alla forma di tutte le cose. -
Santi, eroi e brava gente. Sociologia della devianza virtuosa
Esiste un modo di raccontare gli italiani assai diverso da quelli usuali: come un popolo composto in maggioranza da devianti positivi, cittadini virtuosi che, conformandosi a modelli di condotta ideali, rispettano le leggi e compiono il proprio dovere, pur vivendo in una società contrassegnata da un alto grado di lassismo sociale. Questa è la sorprendente conclusione cui giunge il presente lavoro, dedicato alla illustrazione dell’altra faccia della devianza sociale, quella positiva, finora ignorata dai sociologi e trascurata dai media. Si tratta dei comportamenti che agli occhi della società appaiono virtuosi, in quanto conformi ai modelli di condotta ideali che rispecchiano i valori in cui la società crede pur non avendo la forza di imporli come obbligatori. Sono devianti positivi gli uomini straordinari, i grandi geni creativi, gli eroi dell’altruismo il cui agire si eleva al di sopra del comportamento normale, ma anche i tanti «anticonformisti morali» che si incontrano nella vita di tutti i giorni tra la gente comune. -
Foto di gruppo con servo e signore. Mitologie hegeliane in Koyré, Strauss, Kojève, Bataille, Weil, Queneau
Nella Francia degli anni Trenta un gruppo di marginali - surrealisti, emigrati, futuri psicanalisti di grido, ricercatori ancora sconosciuti ai più - si mette anno dopo anno a seguire il seminario di un giovane russo sulla Fenomenologia dello spirito di Hegel. Dall'orribile 1933 fino al tremendo 1939, Alexandre Kojève squarcia il testo hegeliano con tutto l'armamentario filosofico del Novecento. Davanti a lui ascoltano e assorbono Georges Bataille, Eric Weil, Raymond Queneau, Leo Strauss, Alexandre Koyré e molti altri. Ne nasce un lavoro collettivo attorno ad alcune figure di pensiero - riconoscimento, desiderio, fine della Storia, violenza, sovranità -, mentre il mondo precipita. Questo libro propone il ritratto di una generazione che si è nutrita dei frutti di una ""macchina mitologica"""" di nome Hegel. Per farlo ha preso le mosse dalla stessa scena, dallo stesso mito: la lotta """"servo-signore"""".""