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Quando il gatto muore...
L'autore ci porta, una volta ancora, nel quotidiano di uno spazio dell'illusione dove si muovono i suoi variegati e improbabili personaggi. Il linguaggio, come pure la costruzione sintattica utilizzata, è, al solito suo, essenziale, con uno schema d'azione che si ripete nel cogliere noi lettori di sorpresa per la fantasia della storia. -
La diplomazia delle donne
Sino a pochi anni fa il termine ""ambasciatrice"""" non indicava una rappresentante all'estero del suo Stato di appartenenza, bensì la moglie dell'ambasciatore. Una questione lessicale apparentemente di poco conto ma che, al contrario, è carica di un forte significato simbolico. Eppure da Shéhérazade, la fanciulla protagonista de """"Le mille e una notte"""" - che grazie alla parola intelligente e alla magia dell'intrattenimento teneva a bada la scure del boia - alla Lisistrata di Aristofane - che guidava l'occupazione della Zecca da parte di donne stanche della guerra portata avanti dai mariti - la storia è ricca di figure femminili accostate alla diplomazia. Perché le donne hanno un modo di risolvere i problemi diverso, legato più al confronto e alla discussione con """"l'avversario"""" che allo scontro cieco e ostinato. È sulla base di questi principi che nel 1992 un gruppo di donne italiane, palestinesi e israeliane, organizzò il progetto """"Molte donne, un pianeta"""" per affrontare la questione israeliano-palestinese da un punto di vista diverso, femminile. Questo libro vuole fare memoria di quell'esperienza, riportandone gli atti e riflettendo su quanto, a quasi trent'anni di distanza, sia ancora applicabile a una situazione che nel tempo pare mutare per rimanere sempre la stessa."" -
Pagine ad alta voce. Teatro da leggere
Sia detto sottovoce, ma il libro che avete tra le mani è una specie di scandalo. Culturale, letterario; soprattutto teatrale. È lecito riunire in un solo volume una pièce alla Pinter e un'epopea emiliana scritta per Marescotti o Vito? È possibile esordire da sofisticati premi Riccione e maturare convintamente nazionalpopolari? In questo scandalo sta la singolarità di Maurizio Garuti, il cui talento per la narrazione e per la scena si può paragonare a quello di certi vecchi artigiani ormai introvabili. Garuti possiede tutte le doti che i teatranti cosiddetti sperimentali disprezzano senza averle: precisione, estro, senso istintivo dei tempi, amore per la verità concreta. E la sua vittoria giovanile sul loro terreno, riesaminata oggi, sembra quasi una sfida beffarda. È come se il drammaturgo, facendo il primo passo in pubblico, avesse voluto dire: ""Visto che ho le carte in regola? Adesso però basta, mi son già stufato"""". Eppure in questo Teatro da leggere c'è una coerenza. Prima di tutto, circola ovunque la stessa passione per la storia monumentale e materiale: quando si leggono o si ascoltano le battute novecentesche di Fox, il monologo sul Giro d'Italia del 1914 o le pagine sul mito di Garibaldi, si può star sicuri che ogni particolare illuminato dall'autore è veritiero, e acquista il significato tra personale e leggendario che gli dà chi di quella vicenda si considera un ultimo erede. Ma al tempo stesso, la raccolta è permeata dalla consapevolezza amara che gli eventi si perdono nella diceria quanto più ci si avvicina alle classi che la storia l'hanno subìta senza scriverla, faticando come bestie e rialzando il capo solo in rari attimi di comica, struggente testardaggine. Già nel dramma degli esordi, ciò che resta alle povere figure spaesate non è forse appena un po' di astuzia bertoldesca, che balugina a tratti nella routine della demenza? Ognuna di loro, come il maiale condotto a morte in un'altra pièce di straordinaria esattezza antropologica, """"ignora i dettagli, ma intuisce il senso"""". Che è il senso di uno smarrimento originario, indistinguibile dall'identità. """"Mi ricordo d'essere sempre stata in clinica"""" riflette Ester nella Casa dei ferrovieri. E chi mai, in quella Bassa che è forse l'unica vera musa di Garuti, può dire di esserne uscito?"" -
Traditi dal Consiglio di sicurezza. Miraggio di unire il mondo per la pace
Il Consiglio di sicurezza, istituito per mantenere pace e sicurezza internazionale, è stato costretto all'inefficienza partigiana, stretto nella camicia di forza con la quale i padroni lo hanno immobilizzato. Non ha potuto e non ha voluto responsabilmente assolvere il suo compito. Fra i suoi interventi peggiori furono tredici anni di perfide e ingiuste sanzioni contro il popolo iracheno, e il colpevole letargo in innumerevoli situazioni nelle quali avrebbe dovuto intervenire ma non si è mosso. Il libro affronta argomenti controversi: l'abrogazione implicita del Trattato di non-proliferazione (TNP) in applicazione del criterio inadimplenti non est adimplendum: le Nazioni nucleari si erano impegnate a disarmare, non lo hanno fatto, e di conseguenza i non-nucleari hanno la facoltà di ignorare il TNP; la nullità insanabile del regalo di Nikita Chruscëv della Crimea all'Ucraina, non autorizzato dalla Costituzione sovietica (come se Luigi Einaudi avesse, nel 1954, regalato la Sardegna - parte dell'Italia una e indivisibile - alla Francia); l'omissione di sanzioni ex-Capitolo VII Statuto ONU nei confronti di Israele per la persistente occupazione di territorio attribuito ai palestinesi, e la mancanza di analoghe sanzioni nei confronti della Turchia per l'occupazione di terra siriana; la viltà esibita dall'ONU nel non imporre il divieto assoluto di tenere arsenali di armi nucleari (come esiste quello contro l'uso di armi biologiche e chimiche), con ostracismo a tutto campo dei ricalcitranti. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe essere abolito e sostituito da un'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite munita di ampi poteri vincolanti e inappellabili, investita del potere di deliberare, con doppia maggioranza di Stati e popolazioni, su tutti gli aspetti che creino rischio per la pace e la sicurezza internazionale, di vigilare autoritativamente affinché l'arroganza degli uomini non si trasformi in sopruso, di facilitare l'accesso di persone virtuose a custodi del diritto e della libertà, di premiare correttezza e lealtà nelle relazioni fra uomini e Stati. -
Dieci anni nel governo della città: 1980-1990
Giancarlo Pavoni, iscritto al partito comunista a partire dal 1964, ha dedicato un decennio della sua vita all'amministrazione della città di Bologna. Partito dall'esperienza dei quartieri (Costa-Saragozza), viene eletto in consiglio comunale nel 1980, anno in cui il sindaco Renato Zangheri lo chiama a ricoprire il ruolo di assessore con delega all'Economato e ai Tributi. Poi, a partire dal 1983 e fino al 1989, con Renzo Imbeni come sindaco, è sempre stato in giunta con deleghe di carattere economico, finanziario e tributario. In queste pagine ripercorre la sua esperienza politica in una sorta di diario che oltre che personale diventa diario cittadino, perché scandisce i momenti più importanti vissuti da Bologna, in quegli anni, non solo a livello politico ma anche sociale e culturale. Pagine che descrivono con rapide pennellate e immediatezza narrativa un'importante stagione di cambiamenti e progresso. -
L' abate Giovanni Crisostomo Trombelli e l'opera «De Cultu Sanctorum Dissertationes Decem»
Questo volume presenta il testo della tesi di laurea in Sacra teologia presso la Pontificia Università Lateranense conseguita dall'autore nell'anno accademico 1959-60. -
Tracce. L'avarizia della storia
Molti degli uomini e delle donne protagonisti durante la Resistenza e la successiva rinascita dell'Italia, venivano da una lunga e sofferta militanza antifascista. Altri più giovani, come Guido Marchetti - il protagonista immaginario di questo romanzo - furono travolti dagli eventi e indotti a scegliere da quale parte stare nel drammatico contesto di un Paese lacerato. -
Racconti di una vita
Una bella, semplice biografia, in cui la storia della protagonista s'intreccia con quella della crescita economica del Paese e con quella dell'evoluzione della presa in carico e della cura delle persone più fragili. -
Aurora. Una geografia umanista
Un viaggio di oltre 6000 chilometri raccontato attraverso i luoghi visitati, i paesaggi osservati lasciando soprattutto spazio alle emozioni, alle suggestioni dell'arte, della musica, delle letture stimolanti e delle persone incontrate lungo il cammino: una geografia umanista. In questo récit - che completa la trilogia iniziata nel 2012 con ""Un passaggio"""", seguito poi nel 2014 da """"Tessendo una nuova tela"""" - a farla da padrona è la meraviglia, l'incanto di chi arriva in un posto e cerca di conoscerne la storia, di catturarne l'essenza, con lo sguardo sognante e rapito di chi ha gli occhi rivolti alla nuova aurora che nasce e dischiude i tesori di luce."" -
Un' etologia umanizzata tra terra e cielo. Piccole storie di animali
Esiste l'amicizia tra cane e gatto? Tra Titti, il micio dai grandi occhioni, e Ciak, il fox bianco e nero che annusava l'arrivo della pioggia e avvertiva tutti, assolutamente sì: ed è durata ben dodici anni! Che gusti ha una tartaruga? È difficile dirlo, ma la cosa certa è che Felicina avesse un'avversione vera e propria per le scarpe nere. Ed è possibile placare la gelosia di una vecchia diamantina che vede il suo compagno svolazzare e gonfiare il petto all'arrivo di una più giovane nella stessa gabbia? Sicuramente per farlo ci vuole molta diplomazia... Le piccole storie qui raccontate sono parte di un lungo cammino che l'autrice ha compiuto insieme a una colonia di gatti, 2 cani, 54 uccellini e tanti altri ""amici"""", durante tutto l'arco della sua vita. Un caleidoscopio di immagini, ricordi, aneddoti che vogliono essere uno stimolo a modificare il modo di guardare gli animali e a considerarli come creature degne di rispetto che, molto spesso, hanno tanto da insegnarci."" -
Una donna fa l'uomo bello
Ugo è un uomo solo. Ha quarantasette anni e non ha moglie, né figli. Vive nella società della comunicazione, ma non ha affetti. Non parla con i suoi simili e nemmeno li ascolta. Legge tanti libri, vede un po' di televisione, ma è disperatamente solo. Lavora in un'azienda da una vita, tra colleghi estranei che si burlano della sua solitudine, e possiede una pompa di benzina. Al suo dipendente non riesce a dare del tu. Frequenta una chiesa con un oratorio e tanti ragazzi, ma non è accettato. Ha una pistola e un balcone pieno di gerani. Prende tranquillanti per dormire e detesta i cani che scorrazzano sotto la sua casa e sporcano la città. Poi, il suo cuore comincia a fare tum tum. Uno scherzo cattivo. Tum tum. Un incontro. Tum tum. Sorprese e scoperte inaspettate. Tum tum. La vita cambia, si colora. Tum tum. -
Ciò che resiste. Opere di Antonella Cinelli. Ediz. a colori
In occasione del 25 aprile 2021, 76° anniversario della Liberazione, L'ANPI provinciale di Bologna e il Comune di Bologna hanno voluto regalare alla città un ideale abbraccio di 12 partigiani della Resistenza bolognese: i loro ritratti, dipinti dalla pittrice Antonella Cinelli, sono stati montati su altrettante porte monumentali cittadine. Questo è il catalogo della mostra all'aperto realizzata attraverso tali installazioni. -
L' eredità del partigiano
Una targa che celebra due partigiani caduti in uno scontro a fuoco nel 1944, uno dei quali è semplicemente ricordato come ""giovane soldato austriaco [...] che preferì morire per la libertà piuttosto che continuare a combattere la sporca guerra"""". Sulla base di questo importante documento e su testimonianze orali, l'autore si domanda quale possa essere stata l'eredità di quel partigiano anomalo... ed ecco nascere nella sua immaginazione le vicende del tenente Kurt von Hamsik - soldato tedesco ferito sull'appennino tosco-emiliano, passato nelle fila della Resistenza per amore della ragazza che si è occupata di lui - e di sua figlia Cecilia, violinista bolognese """"vittima"""" di una storia d'amore intensa e inaspettata che le sconvolgerà la vita. Una storia profonda e romantica sullo sfondo di un'Italia che cambia."" -
40 anni di grandi interpreti. Bologna Festival
In 40 anni di attività, sui diversi palcoscenici del Bologna Festival si sono alternate le più luminose stelle del firmamento musicale, giovani artisti che hanno mosso con noi i loro primi passi, personalità che non ci sono più e di cui rimangono ricordi indelebili, nuovi astri colti ed accompagnati nella loro folgorante carriera. Sfogliare questo libro, frutto di una scrupolosa ricerca, significa attraversare la storia del concertismo internazionale a cavallo tra il secolo scorso e quello che stiamo vivendo. -
Scherzi dal cielo e... dall'inferno
Pasquino è la più famosa statua parlante di Roma, così amata dalla gente da divenire una delle più note figure caratteristiche della città ...quando il potere dimentica i suoi doveri verso il popolo, da Roma Pasquino torna a parlare e prende di mira, come nel passato, la politica e i suoi protagonisti. -
Monet cieco
"Monet cieco"""" è una raccolta davvero originale, laddove l'esplosione di colori è un lampo diffuso, vivo e vivido. Il grande pittore Monet, verosimilmente, ad un certo punto della sua esistenza, fu colpito da una parziale cecità. Ma Dall'Olio fa vibrare sul suo caleidoscopio d'anima un tripudio di colori, che rallegrano il canto. Prefazione di Marcello Buttazzo. Postfazione di Roberta Barbieri." -
Maestri di Musica al Martini. I musicisti del Novecento che hanno fatto la storia di Bologna e del suo Conservatorio
Ti sarà pur capitato, caro bolognese che hai visitato il Conservatorio di piazza Rossini e il Museo della Musica di strada Maggiore, di ammirare un antico dipinto a olio ritraente una faccia, un busto, una figura intera. E certo hai pensato: chi sarà? Un musicista, va bene, ma poi? Hai anche trovato nome e data, ma senza saziare del tutto la tua curiosità. Forse hai anche pensato: ma saranno tutti qui, i musicisti bolognesi o ""bolognesi""""? E perché quelli di una volta sono più numerosi di quelli recenti? Le risposte le hai in mano. Volta il libro e leggi bene: Maestri di Musica al Martini è un titolo che non mente per tutto l'oro del mondo, solo ogni tanto uscendo dal seminato. """"Nei paraggi"""" s'è appunto voluto intitolare il XII e ultimo capitolo della trattazione, che nel pelago cittadino ha pescato anche, figurati, un sindaco. Ma prima s'era sbizzarrito in tutte le direzioni fra compositori, pianisti, direttori, docenti e artisti di musica e altro. Dodici scene in tre atti, come un melodramma di tradizione. Quindi con due intervalli: curiosi anche questi, vedrai. Un'ottantina di testi e un'abbondante quarantina di firme. C'è molto? Sì. C'è tutto? Ahinoi no, non era possibile fare altrimenti per ragioni di ricerca e di stampa. Certo è, gentile bolognese, che ne vedrai delle belle. E ne ricorderai, anche: ma se certi nomi sono noti, i percorsi non lo sono mica tanto. Basta, esclama questo libro: io cerco di fermare il tempo e ti racconto buona parte della moderna musicalità di Bologna. Ti racconto, dico, e perché poi? Se mi leggessi solo tu Padre Martini, l'eponimo del Conservatorio che tenne rapporti con mezzo mondo, farebbe il broncio. MMM non lo, ti, ci deluderà."" -
Composizioni per coro maschile
Giorgio Vacchi ha dedicato la sua attività di musicista al mondo corale e alla trascrizione e armonizzazione dei canti popolari, a partire da quelli alpini che tanto amava. Il presente volume riunisce tutte le partiture che Vacchi ha elaborato per coro maschile in cinquant'anni di lavoro. Molti brani furono scritti per il coro Stelutis, vero e proprio laboratorio permanente delle idee musicali di Vacchi; altri furono elaborati per i tanti cori che, spesso dietro impulso dello stesso Vacchi, fecero ricerca nel proprio territorio. In due corposi volumi Silvia Vacchi, figlia di Giorgio, ha raccolto un totale di 204 partiture che, per l'occasione, sono state anche oggetto di revisione, grazie all'esperienza diretta acquisita alla guida del coro Stelutis. -
1989. Metamorfosi del rosso fra comunismo e femminismo
Il 1989 è stato un anno cruciale per tutto il mondo. La caduta del muro di Berlino, la rivolta di piazza Tienanmen, il cambio di nome del PCI. E ancora, prima e dopo, altri eventi che hanno segnato la vita di Maria Paola Patuelli, regalandole, come scrive lei stessa, ""molte ombre e poche luci"""". Prende così il via una riflessione dal valore terapeutico, dove l'autrice apre i suoi diari, li svela e li interpreta, dopo più di trent'anni. Un percorso fortemente legato agli avvenimenti politici del tempo, con la presenza di persone reali e letterarie, rivissute con intensa partecipazione. Attenta osservatrice della realtà, Maria Paola così la sintetizza: """"Abito oggi in un pianeta diverso da quello in cui sono nata? Il pianeta è lo stesso, ma il paesaggio e l'orizzonte sono cambiati""""."" -
Prima delle due torri. Lampi di luce nei secoli bui della Bologna altomedievale
Anno 589 d.C. All'alba della dissoluzione dell'impero, Anduit, ufficiale dell'esercito romano, lascia Ravenna per recarsi in una ormai irriconoscibile Bononia, da qui partirà per presidiare i confini appenninici tosco-emiliani minacciati dalle popolazioni longobarde. La formazione militare, composta da circa 300 uomini di etnie diverse, entrerà in contatto con gli abitanti cristiani, pagani e longobardi dei villaggi agricoli. Soldati di carriera, rustici, guaritori e giovani ragazze già adulte sono i protagonisti di questo romanzo storico che attraverso l'avvicendarsi delle stagioni racconta rituali, leggende, incontri, dissapori, amicizie, amori e solidarietà tra popolazioni romaniche, germaniche e delle steppe euroasiatiche. Accanto ai luoghi appenninici, sullo sfondo è delineata la vita di Bononia al culmine del suo declino: le rovine dello splendore imperiale giacciono come tristi reliquie di un'epoca ormai passata, mera cornice della vita di contadini e mercanti. Un racconto che, pur narrando del passato, riesce a far riflettere anche sul nostro presente, mostrando come la commistione e convivenza con popolazioni straniere e ""barbare"""" sia uno degli elementi fondanti della nostra storia.""