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Panchine pensanti
«Panchine pensanti» è un progetto formativo, educativo e divulgativo, che vuole raccontare lo sport partendo dai protagonisti che lo vivono, vale a dire gli atleti, e da chi sta loro accanto: in particolare allenatori, dirigenti e genitori. È uno spettacolo teatrale, un momento in cui, grazie al palcoscenico, le dinamiche della vita quotidiana dello sport si animano nella splendida cornice di un teatro. È anche un testo che narra le esperienze, in particolare di Franco Bertoli, non come campione plurititolato, ma piuttosto come padre, oggi formatore, mental coach e dirigente, che riflette sul ruolo e l'importanza dello sport nella vita di tutte le persone, tutti i giorni. Uno sport quotidiano fortemente ancorato, in termini di cultura e valori, allo spirito olimpico autentico. Un triangolo di relazioni complesse le cui dinamiche tra atleti, allenatori e genitori sono qui analizzate dagli autori con l'obiettivo di offrire un supporto a chi è alla ricerca di una performance sportiva, sempre con l'intento di migliorare se stesso prima di tutto come essere umano. -
Grazie perché. Quattordici storie personali, un'unica storia di accoglienza
Da trent'anni esatti Dimora d'Abramo si prende cura della vita degli ultimi. Vite che hanno avuto percorsi difficili, accidentati, spesso tragici. Ma quali percorsi, quali incontri, quali storie hanno portato le donne e gli uomini di Dimora d'Abramo lì dove sono oggi? E a essere quelle donne e quegli uomini che sono oggi? Invece di festeggiare semplicemente un compleanno, fermandosi solo alla cronaca di ciò che Dimora d'Abramo ha fatto e fa, alcuni dei protagonisti di questa straordinaria esperienza fermano per un attimo il ritmo intenso delle loro giornate, governate spesso dall'urgenza del fare, guardano dentro e dietro se stessi, e offrono al lettore squarci intimi della propria esistenza, del proprio cammino e della propria interiorità. Ne esce un sorprendente e inedito ritratto personale e collettivo in cui diversità di ogni tipo sono tenute insieme da un fortissimo comun denominatore: la gratitudine e la riconoscenza verso gli altri. Altri che hanno nomi, cognomi, date, coordinate storiche e geografiche precise. Non un grazie generico, ma volti, luoghi, cose, coincidenze, passaggi cruciali. Perché chi dedica il lavoro e la vita ad aiutare le persone che più hanno bisogno sa di essere stato a sua volta, più di una volta, guidato, sorretto, aiutato. -
Una favola lunga un anno
"Miei cari, è un po' che mi chiedete con insistenza di raccontarvi una favola. Qualcuno forse vi dirà che una vecchia narratrice arrugginita come me non può sapere che tipo di favole desiderano ascoltare i bambini moderni: leggo infatti su importanti giornali che i bambini di oggi non amano più gnomi e fate, streghe e maghi, orchi e orchesse... Poiché però le vecchie narratrici sono un poco pazzerelle e si sentono ancora bambine nel loro cuore, non credono proprio del tutto a quello che gli importanti giornali dicono sui bambini. Dunque, confidando anche nel vostro aiuto e nei vostri consigli, io... incomincio. E voi poi mi racconterete tutto quello che vi viene in mente e, piano piano, insieme, proveremo a inventare una favola per pensare, per ridere e per sognare"""". Età di lettura: da 8 anni." -
Mala Brocca. Storie di ultimi e dignità
Luigi ""Luisìn"""" Malabrocca era il più giovane di sette fratelli, pescatore d'acqua dolce e corridore in bicicletta. Diventò famoso alla fine degli anni Quaranta per un record ciclistico """"al contrario"""": si aggiudicò per due anni di seguito la maglia nera, quella che indossava l'ultimo della tappa. Vista la notorietà (e il premio in denaro) che ne derivava, da allora la sua missione da sportivo fu essere ultimo sempre, a ogni costo. A tale singolare figura d'atleta si è ispirato Valerio Monteventi nel raccogliere queste storie: storie di ultimi, di baracche, acque, fiumi e canali, di fughe ed espedienti per difendersi dalla miseria, ma anche di intellettuali, giornalisti e reporter che hanno puntato lo sguardo ai margini della società. A legare tra loro i dieci racconti (più uno), un filo rosso che corre lungo vent'anni di lotte per la dignità, a Bologna e altrove, in mezzo agli ultimi e a coloro che, nonostante i tempi, ancora si impegnano per costruire un mondo più giusto."" -
Il cuore delle donne. Storie vere di cibo, amore e coraggio
"Incontrare una donna, dirle: «Parlami di te». Ascoltarla. Interloquire soltanto per assecondarne il flusso dei ricordi e dei pensieri. Lasciar cadere ogni tanto un «E poi?», «E allora?». L'ho fatto decine di volte, con donne di ogni età, anche oltre la soglia della vecchiaia. Mi hanno confidato i loro segreti, i loro sogni, i loro amori. Mi hanno svelato le trame e i personaggi della loro vita: fidanzati, figli, mariti, padri e madri. Due parole chiave nei loro discorsi: l'amore e il cibo. Aspetti della stessa vocazione profonda, che nella grammatica femminile è voce del verbo prendersi cura. Un verbo che tocca subito sfere più vaste: il lavoro, la famiglia, la società. Si dilata anche la nozione di amore: cuore non è più solo cuore, diventa coraggio, forza vitale, slancio verso gli altri. Questo libro nasce da un ascolto che dura da diversi anni. Per me la sfida era cogliere la fiamma di ogni donna e provare a raccontarla: a volte con uno schizzo, una confessione, un monologo; altre volte imbastendo un miniromanzo. Il tutto in casuale mescolanza di tragico e comico, anche uscendo dalle righe del reale, ogni tanto. La scena è emiliana, dalla città alla pianura, dall'ultima guerra ai nostri giorni. Oltre due terzi di un secolo. E cambiato il mondo nel frattempo. Le donne sono cambiate più di tutti. Nei diritti, nella coscienza di sé, nel ruolo sociale. Ma per fortuna sono anche rimaste quelle di sempre.""""" -
Senza domani
Anno Domini 1531: espletato con successo l'ultimo incarico affidatogli dal re francese Francesco I, Rodolfo del Falco apprende casualmente a Lione che il fraterno amico Deimos, immolatosi per favorire la sua fuga l'anno precedente, dopo il fallimento dell'attentato durante l'incoronazione di Carlo V a imperatore è ancora vivo, prigioniero del duca Ezechiele Milo Fornasari a Bologna, nelle segrete del suo palazzo. D'impulso decide di abbandonare l'agiata vita che gli si prospetta in Provenza e, accompagnato dai fidati compagni di sempre, il poeta Pietro l'Aretino e l'orafo Benvenuto Cellini, intraprende un viaggio lungo e faticoso deciso a salvare l'uomo che si è sacrificato per lui, incurante dei tanti rischi che lo attendono e ostacoleranno questa scelta. Incontri con personaggi famosi, amori e imprevisti di ogni tipo si susseguono in un crescendo di azioni fino a concludersi nel bagno di sangue che sancirà la fine di questa avventura. -
Una rivincita di Ivan Bellini
Sono trascorsi dieci anni dalla fine della Seconda guerra mondiale: il maresciallo capo Ivan Bellini, bolognese, li ha passati a dare la caccia, insieme alla sua fidata squadra, ai criminali fascisti, cercando di aggirare la cosiddetta ""amnistia Togliatti"""". Per questo, subisce la punizione degli alti ranghi che lo accusano di insubordinazione: dalla grande caserma che dirige nel centro di Bologna, viene così trasferito a Filo d'Argenta, nella bassa ferrarese. Tuttavia, quella che dovrebbe essere una punizione si rivela tutt'altro: i tre giovani carabinieri della piccola caserma sono competenti, svegli e simpatici; il paese, a stragrande maggioranza comunista, lo accoglie con calore e, infine, da scapolo impenitente, si fidanza con Anna, giovane e avvenente vedova. Ma Bellini è un uomo d'azione e la nuova situazione in cui si trova non fa che rafforzare i suoi propositi di rivalsa nei confronti dei superiori corrotti. Riuscirà il maresciallo nel suo intento?"" -
Fidelio di Ludwig van Beethoven. Ediz. italiana e tedesca
Opera in due atti. Musica di Ludwig van Beethoven, libretto di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke. Prima rappresentazione assoluta della terza e ultima versione: Vienna, Teatro di Porta Carinzia, 23 maggio 1814. -
Vivere ardendo. Riflessioni sulla poesia d'amore
"Il viaggio critico e testuale intrapreso da Roberta Parenti Castelli si avvale di semplici strumenti umani piuttosto che di tecnicismi post-strutturalisti: la sua parola critica è calda e accogliente, estranea alle freddezze delle descrizioni meramente formali di quegli oggetti linguistici e comunicativi che sono le poesie. A considerare il libro nel suo insieme, risultano particolarmente produttivi i due assi ermeneutici attorno ai quali si dipana la ratio profonda del percorso interpretativo: il primo è quello che concerne e coinvolge la scrittura poetica declinata al femminile, senza graduatorie già predeterminate a priori. Il secondo asse è quello che identifica in tre voci poetiche statunitensi come quelle di Emily Dickinson, Anne Sexton e Sylvia Plath i tre archetipi di una modernità che continua a trasformarsi e riplasmarsi davanti ai nostri occhi in contemporaneità. E così, il libro di Roberta diventa un vademecum e una mappa di riorientamento che ci conferma come la voce della poesia sia oggi, fra le arti, quella meglio predisposta a guidarci nella complessità e nella precarietà """"umane troppo umane"""" delle nostre esistenze occidentali."""" (Dalla Nota di lettura di Alberto Bertoni)" -
Al Vangêli secannd Matî. Il Vangelo secondo Matteo in lingua bolognese
"Abbiamo immaginato un Evangelista nato sotto le Due Torri, Gesù cresciuto all'ombra di San Luca e gli Apostoli dialettofoni di un popolare borgo petroniano"""". Con queste parole, Luigi Lepri e Roberto Serra introducono questa nuova traduzione in bolognese del Vangelo secondo Matteo, dopo oltre 150 anni dalla storica ma oggi superata versione del Conte Pepoli. Tradurre è un'arte, creazione che sgorga dalla competenza tecnico-linguistica e dal genio, capace di cogliere in profondità le vibrazioni del primo autore per comunicarle al lettore e all'ascoltatore, così da entrare in sintonia e aprire nuove prospettive di percezione della realtà. Ciò vale in particolare per il Vangelo, il cui primo Autore con la sua Parola ha creato il mondo e attraverso le nostre parole vuole far giungere ai confini della terra la gioia della salvezza. (Don Stefano Ottani)" -
Il lavoro del futuro nell'industria a Bologna e in Emilia. Soppiantati dai robot che produciamo o destinati a una nuova proposta di valore?
La ricerca contenuta in questo volume guarda alle dinamiche della domanda di lavoro nel territorio della città metropolitana di Bologna, con riferimenti anche a quello regionale, nel futuro prossimo. Esse sono state analizzate sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, nel solco degli studi sugli effetti della robotizzazione e dell'automazione, nonché sull'evoluzione delle competenze richieste dalla rivoluzione tecnologica in atto, che negli ultimi anni hanno avuto un particolare rilievo a livello internazionale. In un momento in cui la tecnologia sta causando una rapida trasformazione della natura stessa del lavoro e la robotica presto sostituirà milioni di posti di lavoro, in Italia non stiamo assistendo a cambiamenti omogeneamente diffusi per velocità, settore e area geografica, nonostante si stiano per verificare veri e propri stravolgimenti a livello occupazionale e sociale, poiché chi verrà espulso dal processo lavorativo solo in misura molto parziale potrà riconvertirsi verso le nuove professioni che si creeranno. Il presente studio guarda a come, da un lato, le imprese - anche a livello locale si preparano e si stanno muovendo nella fase in atto e, dall'altro, al modo in cui il mondo della scuola, dell'università e della formazione sta rispondendo e dovrebbe indirizzarsi al fine di corrispondere alle esigenze di programmazione delle varie realtà coinvolte. Le conclusioni raggiunte, tramite un focus sia strategico-teorico che operativo e pratico, ci auguriamo rappresentino l'avvio di un percorso per la definizione di una road map sullo sviluppo del lavoro a Bologna e nella Regione Emilia-Romagna. -
La bottega delle donne
Camilla, alla soglia dei quarant'anni, sorprende il suo insospettabile e tranquillo marito, architetto dell'alta borghesia milanese, a letto con una delle sue migliori amiche. Pur essendo chiaramente una ""scappatella"""" di poco conto, e nonostante lei stessa in passato si sia concessa delle divagazioni erotiche fuori dal matrimonio, la cosa la turba moltissimo, tanto che si convince a lasciarlo. La donna gestisce con passione un negozio di preziosi capi e oggettistica asiatica, che nel tempo è diventato un luogo di ritrovo per amiche e conoscenti: in un momento critico come quello che sta vivendo, le viene dunque naturale progettare un viaggio in India, paese a cui è molto legata. Tuttavia, non riuscirà a partire: gli eventi la travolgeranno, nel bene e nel male, confermandole che quel poco di felicità che ci è concessa è sempre in un luogo diverso da quello in cui la cerchiamo."" -
Il «Werther» di Foscolo. Una lettura
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono anzitutto un grido di dolore per la patria svenduta? Sono l'accorata espressione del disinganno morale e umano di un giovane scrittore, o la testimonianza non sempre pervenuta a vera realizzazione d'arte dell'amarezza che segue alle illusioni rivoluzionarie? Insomma, il romanzo di Ugo Foscolo è l'esile travestimento autobiografico delle vicissitudini politiche e amorose occorse al suo autore? E il volto del personaggio-Jacopo deve e può geometricamente sovrapporsi a quello dello scrittore-Ugo? Se tutto ciò fosse vero, cosa farne di alcuni fatti empirici che meritano - invece - di essere interpretati? Anzitutto, la precisa divaricazione della parabola di Jacopo rispetto a quella di Ugo. Comune l'angoscia del Dopo Campoformio (per dirla con Roversi), ma opposto il séguito: il ricovero nel romitorio euganeo, per Jacopo; per Ugo, Bologna, Milano, l'esercito, la militanza politica nel cuore della Cisalpina e poi della Repubblica Italiana, l'opera intellettuale sempre dedicata alle vicende dell'oggi. E poi, che genere di racconto autobiografico è quello assemblato sulla falsariga del romanzo (Die Leiden des jungen Werthers) di un altro scrittore (Goethe)? Studiare metodo e forma di questo remake foscoliano significa guardare alle Ultime lettere come a un romanzo, e leggerne il messaggio non consolatorio sulla funzione che letteratura ha in una società in formazione, com'è quella italiana negli anni del proto-Risorgimento. -
Lapilli e ceneri
Quando, lungo la strada della propria esistenza, un uomo crede di averne viste e sentite di tutti i colori, può invece capitargli di scoprire, all'improvviso, che la sua corsa ha subito scansioni di tempo e contenuti sfuggiti alla sua attenzione... Ormai alle soglie di un'età che si sostanzia spesso in un buio progressivo di slanci ed emozioni positive, il protagonista, Fabrizio, alter ego dell'autore, si avventura in una lettura serena, forse un tantino umorale, di quella che è stata la sua vita. Grazie a una ""scatola di ricordi"""" (fotografie, ritagli ecc.) prende piede, una mattina, la rievocazione di momenti belli e meno belli che hanno caratterizzato il percorso di Fabrizio e della compagna Daria; un viaggio a ritroso che non trascura gli avvenimenti decisivi della storia contemporanea, fondamentali nello scandire la vita di ognuno. Prefazione di Guido Martinelli. Postfazione di Laura Trezza."" -
La regione orizzontale. Persone, lavoro, diritti, l'Emilia-Romagna insiste
"Ho espresso, fin dal titolo di questo libro, il carattere peculiare - se non unico - della nostra maniera di essere italiani ed europei. Perché proprio partendo dall'immagine geografica di questa Regione (distesa in orizzontale in un Paese verticale) si può arrivare a coglierne il significato - anche umano e politico - più autentico e originale. L'idea stessa di """"orizzontale"""" esprime un carattere che non si lascia comprimere, che cerca gli spazi e in essi vuole vivere, che abbraccia invece di allontanare""""." -
L' uomo d'argilla
Uomo, avvocato, marito e amante. Willy Fabbri è tutto questo ma anche molto di più. Alla costante ricerca di novità e cambiamenti, la vita di Willy pare sfuggire al suo controllo rendendolo preda delle passioni e dei sentimenti più incontrollabili. Quasi fosse fatto d'argilla il protagonista muta e si plasma a seconda delle situazioni, senza riuscire però a trovare mai quella pace che, forse, solo la nascita di una nuova vita sarà in grado di portare. -
Tristan und Isolde
Tristan und Isolde: Dramma musicale in tre atti, musica e libretto di Richard Wagner. Prima rappresentazione Monaco, Teatro Nazionale, 10 giugno 1865. Prima rappresentazione italiana Bologna, Teatro Comunale, 2 giugno 1888. -
Luciano De Vita. Antologica. Ediz. a colori
Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per lacume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti'. In questa celebre metafora citata per la prima volta da Giovanni di Salisbury, allievo del filosofo Bernardo, è racchiusa l'idea della cultura come una continua costruzione degli uomini, in cui i pensatori moderni, pur nani rispetto ai grandi fondatori del sapere del passato, possono progredire proprio in virtù delle acquisizioni precedenti. Un senso del debito dei moderni verso gli antichi che può descrivere perfettamente il legame profondo che unisce gli allievi ai maestri e la relazione attraverso la quale il magistero dei primi si innerva nella pratica dei secondi, fornendo loro non solo un privilegiato punto di osservazione ma anche quel bagaglio di saperi e competenze che sarà punto nodale della crescita e del potenziale superamento. Così deve essere accaduto a Giorgio Morandi e Luciano De Vita, che fu allievo e assistente di Morandi e poi suo successore alla cattedra di Tecniche dell'incisione, e che con questa mostra l'Accademia di Belle Arti di Bologna vuole onorare ma soprattutto vuole collocare definitivamente nella sua riconosciuta condizione di Maestro. Perché Luciano De Vita, una volta tornato nel 1975 nell'Accademia che lo aveva formato, dovendosi confrontare con un'eredità morandiana tanto impegnativa quanto stimolante, la seppe arricchire fornendole un impianto di vera e propria Scuola, nella quale nuove figure di giovani artisti, formatisi negli stessi laboratori, si sarebbero riconosciuti incarnandone lo spirito e sapendolo tradurre, nel decennio successivo, nell'attuale quinquennio di Grafica d'arte. Ma la mostra Luciano De Vita. Antologica, pur soffermandosi ampiamente sulla produzione artistica legata alla calcografia e ai diversi linguaggi dell'incisione, vuole restituire dell'artista un percorso creativo assai più ricco e variegato, in grado di spaziare dalla pittura, innanzitutto, alla scultura e alla progettazione di visionarie scenografie teatrali. -
Sulle ali dell'araba fenice
Antonella Longo (1959) è nata e vive a Corsano (Le). È docente di Scienze Naturali e Chimica nel Liceo scientifico-Scienze applicate ""G. Comi"""" di Tricase (Le). Questo è il suo primo libro."" -
Nuda e cruda. Racconti, poesie e insolite ricette
Proprio come il nome della raccolta, i racconti di Marina Atti si possono definire ""crudi""""; crudi come può essere la vita con i suoi drammi ordinari e straordinari. Seppur sofferenti, depressi e confusi, i personaggi delle narrazioni presentano una caratteristica che li accomuna: il desiderio di evadere da ciò che procura malessere, costrizione. Sfuggire alle paure e angosce delle separazioni, degli abbandoni tendendo alla meta di una agognata libertà, intesa non solo come atto di fuga ma come appagamento interiore. Sono anche personaggi ironici, vivaci e disincantati, simili e al tempo stesso diametralmente opposti; così come gli intrecci di donne che, da spunti di storie vissute, si tramutano in protagoniste di un frutto (proibito) della fantasia dell'autrice. Quella proposta è una raccolta atipica che ai racconti alterna poesie profonde, piccoli lampi atti a scandire una narrazione intensa, quasi il corollario dei pensieri dei protagonisti. In chiusura una breve sessione di ricette che si potrebbe definire """"la quiete dopo la tempesta"""". L'appagante ristoro dopo lo sconvolgimento interiore che solo racconti di spessore sono in grado di dare.""