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Balzac e Manzoni e altri studi su Balzac e l'Italia
L'eccezionale competenza di Raffaele de Cesare sia nell'ambito degli studi balzacchiani, sia in quello dei rapporti fra romanticismo italiano e francese, fanno di questo volume - al di là dello specifico assunto - una autentica summa di relazioni, scambi, interferenze fra cultura francese e italiana nella prima metà del XIX secolo. Spicca peraltro fra questi studi, per mole ma ancora più per eminenza filologica e storica, la piccola monografia su Balzac e Manzoni che dà il titolo al volume: cronaca dell'incontro che ebbe luogo a Milano la sera del 1 marzo 1837 fra i due grandi romanzieri, e autentico mosaico filologico che attraverso lettere private, cronache giornalistiche, fondi d'archivio, memorie e dossiers ricostruisce con rigore fiammingo l'affascinante relazione di quell'unico incontro. -
San Bernardo e l'Italia. Atti del Convegno di studi (Milano, 24-26 maggio 1990)
Nel vastissimo tema costituito dalla eccezionale personalità di Bernardo e dalla sua opera molteplice, il Convegno milanese del 1990 ha scelto quale angolo di osservazione l'ambito italiano: sono stati dunque considerati le ripetute missioni italiane del santo, il suo interesse per problemi ecclesiali e politici della penisola, e in primo luogo il suo pensiero sulla Chiesa locale. Hanno preso inoltre rilievo le forze politiche ed ecclesiastiche dell'Italia di allora, la temperie religiosa del momento, l'opera di riforma animata dall'abate, e infine gli ambiti culturale, artistico ed economico in cui l'opera di Bernardo viene a collocarsi. -
Il credito e la carità. Monti di pietà nelle città lombarde in età moderna. Vol. 1
Nella seconda metà del Quattrocento le città lombarde si popolarono di Monti di Pietà. Negli intenti ideologici dei fondatori francescani, essi dovevano sradicare l'usura dei banchieri ebrei, attivi nel piccolo credito al consumo. Monti e banchi non risultarono per altro incompatibili, protetti entrambi dal potere politico, sensibile al loro potenziale finanziario per lo sviluppo socio-economico cittadino. Nel corso dei secoli i Monti divennero una componente essenziale del tessuto creditizio-assistenziale delle diverse realtà urbane, gestiti dai patriziati come gli altri pia loca. I diversi territori mutuarono dalle città fondazione e governo di questi istituti caritativi, adattandone le caratteristiche operative alle esigenze delle popolazioni. Nascevano così Monti che prestavano denaro nei grossi borghi distrettuali e altri che anticipavano grano ai contadini, afflitti da ricorrenti crisi di sussistenza. Un panorama ricco e variegato che in Lombardia mantenne la sua centralità socio-economica fino all'arrivo delle armate napoleoniche. -
Testi, intertesti, contesti. Seminario su «The wife of Bath» di Éilís Ní Dhuibhne
I contributi raccolti in questo volume sono l'esito di un seminario sul testo narrativo inteso come vero e proprio laboratorio nel quale confrontare diverse pratiche di traduzione e di analisi testuale, affinando gli strumenti metodologici e critici. Oggetto di studio è un racconto della scrittrice irlandese contemporanea Éilís Ní Dhuibhne, The Wife of Bath, di cui esistono due redazioni distinte, pubblicate nel 1989 e nel 1991, affatto diverse per trama, personaggi e stile. Entrambe vengono qui presentate, con le rispettive traduzioni italiane e un saggio che analizza le sfide linguistiche e culturali con le quali si è confrontata la traduttrice. Il racconto viene quindi sottoposto a un fuoco incrociato di analisi e interpretazioni, tutte rigorosamente fondate sui testi. -
Motivi pedagogici e impegno educativo in Antonio Pigliaru
Antonio Pigliaru (Orune, 1922 - Sassari, 1969) è stato fra gli intellettuali sardi di maggior prestigio del secondo dopoguerra. Nei suoi studi, di prevalente carattere filosofico, giuridico e politologico, risulta costante anche l'interesse per i problemi educativi e scolastici, via via allargatosi ai temi della formazione degli adulti e della didattica universitaria. Lungimirante organizzatore di cultura, si contraddistinse per l'assiduo impegno pedagogico-civile, in cui profuse il singolare carisma di educatore, dai connotati tipicamente socratici. Nell'elaborazione della sua pedagogia risultò decisivo l'influsso dell'attualismo gentiliano, integrato però da motivi e aperture suggeritegli dal confronto critico tanto con alcuni interpreti del personalismo francese (Marcel, Maritain, Mounier) quanto con esponenti rappresentativi dell'attivismo (Ferrière, Decroly, Dewey, Kilpatrick, Montessori). Il graduale e sempre più convinto accostamento al pensiero gramsciano non implicò, per Pigliaru, un distacco dai consolidati canoni spiritualistico-personalistici di analisi dell'evento educativo, ma gli offrì nuovi strumenti di lettura del fenomeno nel complesso quadro delle interferenze socio-culturali e politiche. La passione per l'educazione dell'uomo in pienezza di umanità, l'amore per la Sardegna, la dedizione allo sviluppo dell'isola furono, da parte dell'autore sassarese, impegno costante di una vita vissuta con forte intensità e serena consapevolezza... -
Communicative business. Il governo dell'azienda e della sua comunicazione nell'ottica della complessità
Communicative business: questa espressione indica l'azienda che, avendo accolto l'indirizzo di governo che si intitola alla comunicazione (ottica di comunicazione), realizza tale ottica con tutta se stessa e con tutti i mezzi e gli strumenti a sua disposizione nei confronti dei suoi molteplici pubblici (comunicazione totale). Operando così l'azienda propone e diffonde la propria identità e contribuisce alla creazione e allo sviluppo della propria immagine, ovvero reputazione, il tutto con benefici effetti sugli obiettivi finali che essa si pone. La communicative business, dunque, costituisce un modello di azienda in linea con le istanze dell'attuale contesto, che si caratterizza per la sua complessità. Di fronte a tale complessità l'atteggiamento dell'azienda che operi razionalmente e responsabilmente deve essere di reazione: una reazione basata sull'analisi, sull'approfondimento e sull'interpretazione della complessità in esame al fine di trovarvi occasioni di affermazione e di sviluppo. L'intento di questo volume è individuare uno schema concettuale dell'azienda e del suo operare facendo specifico riferimento al concetto di marca. Di qui la proposta di considerare l'azienda stessa come marca e più precisamente come marca-sistema, una marca inglobante e di governo di ogni altra marca che tragga origine dall'azienda. -
La pittura e la miniatura del Quattrocento a Brescia
La riflessione e gli approfondimenti critici su importanti personalità di artisti, come Vincenzo Foppa, i Bembo, Paolo da Cailina il Vecchio, Giovan Pietro da Cemmo, il Maestro di San Felice del Benaco e il miniatore Giovan Pietro Birago, si accompagnano a nuove indagini sul territorio bresciano, che conserva una grande ricchezza di cicli di affreschi, in parte ancora inediti, frutto di una tradizione figurativa qualificata dai rapporti con la Lombardia e con il Veneto. Le persistenze tardogotiche, nobilitate dall'intervento di Gentile da Fabriano nel Broletto di Brescia, individuabili nel corso di tutto il Quattrocento, trovano ad ogni passo significativi spunti di rinnovamento in direzione umanistica, culminanti negli altissimi esiti della pittura foppesca. I saggi raccolti nel presente volume intendono offrire nuove precisazioni filologiche e documentarie, proporre all'attenzione opere ancora inedite, approfondire le tecniche della pittura murale, chiarire alcuni problemi iconografici e suggerire ipotesi critiche intese ad inserire la pittura bresciana nel più ampio contesto della cultura figurativa del Quattrocento padano. -
L' economia di comunione. Verso un agire economico a «Misura di persona»
Possono esistere e crescere imprese che, pur operando nel mercato, si propongono di fare dell'attività economica un'occasione di comunione? Imprese in cui i soci si impegnano a destinare parte consistente degli utili a sostegno di chi versa in condizioni di difficoltà? Può l'azienda diventare luogo dove si vive una cultura del dare, della condivisione, della legalità, dell'attenzione all'ambiente naturale e sociale? Si tratta di domande impegnative, eppure quanto mai urgenti: domande che oggi trovano nei fatti risposta positiva. Lo dimostra l'esperienza dell'Economia di Comunione che negli ultimi anni sta raggiungendo dimensioni sempre più significative - oltre 700 imprese in tutti i continenti - riscuotendo l'interesse crescente di imprenditori ed economisti. Tale interesse sta alla base dei contributi raccolti nel presente volume per illustrare, attraverso esperienze pratiche e riflessioni teoriche, i contenuti, le sfide e i traguardi di questo peculiare 'agire economico'. Si delinea così un progetto a più dimensioni - aziendale, culturale, teorica e spirituale -, tutte coessenziali, laboratorio in cui si sperimenta una formula di grande rilevanza e attualità, capace di coniugare i valori della solidarietà con quelli della libertà e dell'efficienza e di contribuire a un'economia davvero a 'misura di persona'. -
Flussi migratori e problematiche di vita sociale. Verso una pedagogia dell'intercultura
Il costituirsi della nostra società in senso multiculturale appartiene alla fenomenologia del quotidiano. Tuttavia, la realtà abitata da mille volti provenienti da luoghi e culture 'altre' pare sorprendere il contesto socio-educativo contemporaneo. Il ragionare pedagogico, sollecitato anche da una prassi educativo-didattica tesa a costruire nuove modalità di convivenza interumana, è chiamato ad andare oltre la cosiddetta pedagogia per stranieri. In questa direzione, la pedagogia dell'intercultura si mostra come occasione di ulteriore riflessione sul discorso pedagogico in generale e sulla metodologia della ricerca educativa in ispecie. Nel presente volume, dopo aver considerato alcuni aspetti del fenomeno migratorio nel nostro paese e i principali problemi educativi da esso suscitati, l'autrice ripercorre le fasi fondamentali del dibattito che, in Europa prima e in Italia poi, ha portato alla maturazione della riflessione pedagogica in senso interculturale. Emerge così il tema dell'intercultura come nuova opzione del discorso pedagogico qua talis. In verità, la riflessione sulla diversità umana, riproposta dalla società multietnica, rimanda al nodo centrale del ragionare pedagogico: l'educabilità dell'uomo nella tutela dell'originalità personale. Attenta alle categorie dell'alterità e della diversità, la pedagogia dell'intercultura indugia sulla promozione della persona, prospettando l'esigenza di percorsi educativi imperniati sull'avvaloramento della differenza. -
Menae patricii cum Thoma referendario. De scientia politica dialogus
Composto probabilmente a Costantinopoli all'inizio del regno di Giustiniano nell'ambiente bilingue dei dotti che contribuirono alla monumentale attività giuridica dell'imperatore, questo dialogo greco di stile platonico ""sulla scienza politica"""" fu giudicato da Agostino Pertusi come opera """"del miglior pensatore di quel tempo"""". Nel tentativo di delineare l'immagine di uno Stato ideale, i due interlocutori non solo cercano di elaborare una compiuta filosofia del potere imperiale, ma dibattono i problemi concreti del mondo loro contemporaneo. La struttura e l'addestramento dell'esercito, l'analisi della società, la questione dei 'demi' e il ruolo della vita cittadina, l'organizzazione della burocrazia, le norme per la successione al potere imperiale, i fondamenti metafisici dell'autorità del 'basileus' sono alcuni dei soggetti discussi nelle parti conservate del dialogo. Scoperto in un palinsesto vaticano dal cardinale Mai, il quale ne pubblicò nel 1827 un'edizione provvisoria, gravemente mutila e scorretta, fu offerto vent'anni fa in una sostanziale princeps dal curatore, che ne presenta ora una seconda edizione con il recupero completo del testo, con una nuova traduzione più fedele allo stile del greco, con una prefazione più ricca e con maggior cura nella ricerca delle fonti."" -
Ratio et usus. Dibattiti antichi sulla dottrina delle figure
Il volume si propone un'indagine sulla dottrina delle figure, analizzando le opere dei tecnografi sia greci sia latini, in un arco di tempo che spazia dai primi secoli della nostra epoca all'inizio del Medioevo. Dopo una panoramica sul significato dei termini tropo e fgura, si prendono in considerazione tre procedimenti stilistici: prolepsis, hypallage e hyperbaton, evidenziando l'evoluzione del loro significato nel corso dei secoli e nelle diverse tradizioni: retorica, grammaticale ed esegetica. È messo in luce in particolare l'intersecarsi dei loro campi semantici, laddove l'accezione riguarda un'anticipazione come variazione del consueto ordine verbale e lo sfumare della loro valenza fino a toccare quella di altri stilemi come syllepsis o metonymia, portatori, in origine, di significati affatto diversi. -
Dal disegno alla scrittura. Genesi della comunicazione scritta nel bambino
Il libro presenta lo sviluppo del segno grafico infantile considerato come un'attività di costruzione e rappresentazione di significati. La capacità di narrare graficamente segue delle regole che fanno evolvere le competenze in ordine ad aspetti sempre più convenzionali. Oggetto di conversazione con l'adulto, assai presto il bambino capisce che le sue raffigurazioni per essere comunicabili devono essere socialmente condivisibili. Il segno grafico può rappresentare la realtà, può cioè diventare un significante a condizione di poter 'essere letto'. Nascono così alcuni disegni tipici definiti 'basic object' in cui il bambino ricerca sia una somiglianza percettiva con la realtà, sia di adeguare la propria produzione a determinate regole convenzionali apprese dall'adulto. Una tale costruzione di significati permette di individuare nel disegno il precursore della scrittura, in quanto l'attenzione all'aspetto convenzionale del segno permette il passaggio da un segno che ha un rapporto di somiglianza percettiva con la realtà a uno che 'significa' in modo puramente convenzionale. Il testo, tracciando questo percorso, coglie delle analogie tra lo sviluppo di sistemi espressivi infantili e quelli presenti in vari contesti culturali, documentati anche dalla storia della scrittura. -
Socrate. La Filosofia dei Dialoghi giovanili di Platone
Questo libro si inscrive nel dibattito sul ripensamento della figura di Socrate, in particolare per quanto concerne la problematica metodologica. Escludendo altre fonti, Santas si serve di Platone per fare chiarezza sulla struttura elenctica del ragionamento di Socrate, la quale costituisce non solo la chiave di volta del suo pensiero e della sua missione, ma anche un asse portante della filosofia greca e occidentale. L'autore richiama l'analisi logica delle domande di Benalp e le regole di inferenza e di quantificazione di Copi, evidenziando lo scheletro logico-formale dei ragionamenti socratici. Ma anche l'anima del Socrate cittadino ateniese e politico, così come la sua natura di vero filosofo morale, assertore di dottrine etiche rivoluzionarie. -
Sociologia e metasociologia. Itinerari di ricerca
Gli itinerari di ricerca raccolti in questo volume invitano a prendere in considerazione il dibattito sui rapporti tra sociologia e metasociologia attraverso la documentazione di alcuni contenuti e momenti del confronto che si è sviluppato su questi temi negli Stati Uniti d'America. L'ipotesi interpretativa della 'metasociologia' - se la si ritiene valida - può essere utilizzata per ricostruire tutta la storia del pensiero sociologico, dai classici dell'Ottocento fino alle più complesse teorizzazioni dei nostri giorni. A tale scopo, una particolare attenzione è riservata alle indagini sociologiche di Simmel, che ha cercato di definire il 'posto' della nuova scienza della società nell'orizzonte culturale del suo tempo, distinguendosi dai fautori di una concezione totalizzante della sociologia e ultrasocializzata dell'uomo. Per meglio definire la realtà, il ruolo e le funzioni dell'attore sociale, sviluppando un confronto con nuove possibili interpretazioni, sono considerate alcune prospettive teoriche che propongono soluzioni per i tradizionali dualismi sociologici (olismo/individualismo, azione/struttura, attore/sistema) in cui possono trovare spazio nuovi significati e nuove valenze del termine persona. La questione più generale della precomprensione antropologica dell'attore sociale è richiamata attraverso la elaborazione di una mappa di contenuti filosofico-antropologici che rinviano a un livello di analisi forse inusuale tra i sociologi... -
Bioetica e formazione
Nel corso della sua breve storia, la bioetica ha interessato successivamente diversi territori del sapere e dell'agire umano, tra cui quello dell'educativo. D'altra parte, se scopo della bioetica è identificare valori e norme che guidino l'agire umano, l'intervento della scienza e della tecnologia sulla vita stessa e sulla biosfera, e se scopo dell'educazione è di educere, cioè portare in luce, motivare e formare ai valori, non si può non evidenziare la stretta affinità tra bioetica ed educazione. Introdurre la bioetica nell'educativo significa, però, individuare i contenuti, i soggetti, le metodologie, ma soprattutto indicare le strade da percorrere nella ricerca di valore e di senso. È questo l'oggetto di riflessione dei contributi del presente volume, dalle cui pagine gli Autori, prendendo spunto da alcuni documenti prodotti sulla materia in sede nazionale e internazionale - da ultimo il Protocollo di Intesa sottoscritto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Comitato Nazionale per la Bioetica nell'ottobre 1999 -, si interrogano sulle condizioni necessarie affinché la bioetica diventi realmente forza educante nelle scuole e nelle Facoltà universitarie. -
Metafisica e storia della metafisica. Vol. 21: I luoghi del comprendere.
Questo volume raccoglie una serie di contributi offerti nel corso di due seminari dedicati allo studio delle ""condizioni del sapere"""". La ricerca, partita dalla rivisitazione del Perì ermeneias di Aristotele e dalla lettura critica che Husserl ne dà nel corso delle sue Ricerche logiche, mirava a comprendere se la dimensione propria della verità debba raccogliersi solo nel campo del giudizio e dei suoi asserti o se invece non debba trovarsi anche in quei modi del pensare e del dire che Aristotele riteneva """"significanti"""" ma non """"apofantici""""."" -
Kant e la scienza. Vol. I: (1747-1755)
Causa di una delle maggiori difficoltà per i primi lettori della Kritik der reinen Vernunft fu l'ignorare la problematica relativa alla natura e alla fondazione della nuova scienza affrontata da Kant eminentemente nell'Analitica. Nei Prolegomena invano Kant tentò di ricondurre l'attenzione dei lettori su questo tema. Molti decenni più tardi il Cohen poté accedere a questa chiave di lettura essenziale. Da ciò l'impegno di ricostruire nel tempo lo studio e l'interesse dedicato da Kant fin dall'inizio a questo problema, seguendo analiticamente l'itinerario kantiano nei riguardi della scienza. Il progetto si estende fino al momento critico e, oltre questo, agli scritti ed abbozzi successivi. Il presente volume ricostruisce ed interpreta quanto Kant ha dedicato alla scienza dal primo saggio sulle forze vive (1747) fino all'Allgemeine Naturgeschichte del 1755. Di particolare rilievo appare l'interesse per l'opera newtoniana, vista talora attraverso i suoi primi divulgatori. -
Lo sviluppo condiviso. Un progetto per le società locali
Da diversi anni la dimensione locale occupa un posto di rilievo nella riflessione socioeconomica applicata ai temi dello sviluppo. Questo volume ripercorre le tappe principali di tale riflessione, soffermandosi sulle molteplici forme in cui lo sviluppo locale si declina: da quella 'spontanea' del distretto industriale a quella 'costruita' del parco scientifico e tecnologico, fino alle cosiddette 'città globali', centri nevralgici dell'economia mondiale, ma anche luoghi in cui maggiormente sono visibili i rischi di esclusione sociale associati alla rilocalizzazione delle dinamiche produttive e innovative. A questa prospettiva analitica, che mira a riconoscere e valorizzare gli attori locali nel loro ruolo di protagonisti dello sviluppo stesso, si accompagna la consapevolezza che lo sviluppo debba essere un progetto condiviso, sia in quanto risultato dell'apporto di soggettività diverse, sia in quanto espressione di quella tensione inclusiva che dovrebbe animare le strategie di promozione a livello locale. A queste ultime, in particolare, è dedicato un approfondimento più specifico, da cui emerge la sostanziale convergenza che, nella letteratura e nella pubblicistica su questi temi, si registra rispetto agli obiettivi di valorizzazione delle risorse endogene, di incentivazione della concertazione tra gli attori locali, di democratizzazione delle chance di vita e di lavoro, di combinazione tra crescita economica e coesione sociale. -
Teatri di formazione. Actio, parola e immagine nella scena gesuitica del Sei-Settecento a Milano
Il teatro ha occupato un ruolo centrale nella pedagogia gesuitica dell'età moderna, orientata alla formazione dell'uomo pubblico. In questo saggio esso è indagato in una prospettiva ampia che intende ancorare il teatro di collegio, praticato fuori dal professionismo, ma con alte ambizioni formative, alla gestione della comunicazione cittadina durante le occorrenze cerimoniali e festive. Il luogo simbolico di raccordo fra teatro e teatralità è individuato nell'uso sapiente della 'parola in scena': la ""parola dipinta"""" attraverso le risorse della retorica modella l'uomo immettendolo in un circuito interiore in cui parola e immagine, fantasia e corporeità si saldano e fluiscono l'una nell'altra, perfezionandosi reciprocamente. L'istanza pedagogica e teatrale poggiava, dunque, su un'antropologia dell'unità della persona, intesa come coscienza incarnata e soggetto unitario che continuamente necessita di tornare alla propria identità. L'excursus qui proposto attraversa i due secoli della modernità gesuitica, dalle soglie del Seicento verso l'ultimo scorcio del secolo dei lumi. Le dinamiche dei testi drammatici e la struttura retorica dei teatri effimeri offrono esercizi di lettura che incastonano gli eventi milanesi nel grande alveo della cultura gesuitica europea. Il quadro storico e la riflessione fondativa convergono nella ricostruzione delle linee-guida del progetto antropologico sotteso."" -
Scritti di storia greca
Marta Sordi è stata per oltre un trentennio professore ordinario di storia greca e romana e direttore dell'Istituto di Storia antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di cui è ora emerito. Questo volume di Scritti comprende una significativa scelta di saggi di storia greca, che da un lato testimonia l'ampiezza dei suoi interessi di studiosa, l'originalità dell'approccio alle tematiche trattate, la capacità di proporre ipotesi sempre stimolanti e, dall'altro, permette di ricuperare all'attenzione della comunità scientifica contributi spesso apparsi in sedi poco note e meno accessibili. Nella varietà dei temi trattati, questi Scritti lasciano emergere alcune linee portanti di carattere metodologico (il costante ricorso alle fonti e la tenace ricerca delle tendenze che esse esprimono) e contenutistico (lo sviluppo della storiografia antica, il rapporto tra politica e religione, l'attenzione all'incontro/scontro dei Greci e dei Romani con altri popoli e civiltà). Ne risulta una raccolta di grande ricchezza problematica, capace di suscitare, su tematiche di vasto respiro nell'ambito della storia antica, una serie di domande la cui urgenza dovrebbe appartenere alla riflessione critica di ogni studioso del settore.