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«Se fosse un profeta?» Profezia e testimonianza cristiana oggi
Le Sacre Scritture ci svelano in molte occasioni l'importanza del profeta. Dall'Antico al Nuovo Testamento, infatti, l'ascolto della Parola del Signore viene mediato da questa figura, la sola in mezzo al popolo capace di rivelare la volontà di Dio. Gesù stesso, poi, compie la profezia; il profeta, allora, diventa tale solo se anche testimone, rivelatore di una parola vissuta e vivibile. Questo volume desidera approfondire quelle che possono definirsi ""urgenze profetiche"""" di questo tempo: i cristiani, cioè, devono tornare a farsi narratori affascinanti della speranza che li abita e incamminarsi fiduciosi verso le """"periferie dell'esistenza"""", portando a tutti gli uomini la bellezza del Vangelo."" -
Lavoro e identità
Nell'ambito dell'odierna complessità sociale, l'esponenziale crescita tecno-comunicazionale si riflette non solo nella composizione del lavoro (in particolare nel cambiamento, dalla produzione di manufatti ai servizi); ma, più in profondo, anche in una metamorfosi della sua natura sottesa. Il lavoro sta infatti invertendo quel tragitto storico che lo aveva portato ad espandersi, su scala globale, come importante fattore di emancipazione umana. In particolare, il carattere di mobilità fisica e figurata del lavoro interviene come stress dissociante sull'identità umana. Solo attraverso un sofferto percorso di interiorizzazione ed integrazione da parte dell'""apparato identitario"""", la flessibilità del lavoro potrà ambire ad essere non più una metodologia passivamente adattativa, ma una risorsa culturalmente vincente. Essa sarà così in grado di traghettare il lavoro verso una rinnovata e misurata """"soggettività"""", che lo porti (anche attraverso una ridefinizione della categoria otium/negotium), da prevaricante strumento redditizio, a riconquistare la sua importante funzione antropologica, formativa ed emancipante."" -
La base in Lombardia. Storia, testimonianze, eredità
Si può ""fare memoria"""" per il gusto dei ricordi, oppure si può """"fare memoria"""" per riscoprire, coltivare, rafforzare un'identità e anche per guardare al futuro. Questo libro nasce da un anniversario: i 60 anni di fondazione della corrente democristiana della Base, avvenuta il 27 settembre 1953. Al contempo muove dalla consapevolezza che gli anniversari non giungono per caso: almeno non se alle rievocazioni fini a se stesse si affiancano nuovi motivi e linee di ricerca. Attraverso un lavoro di """"scavo"""" storico e di raccolta di interviste e di testimonianze di alcuni protagonisti, si ricostruiscono le origini e gli sviluppi della corrente Dc, portando alla luce una sua particolare connotazione """"lombarda"""". Ne emerge, così, un quadro non scontato, che può essere compreso se inserito nella più ampia vicenda democristiana e in quella dell'Italia del dopoguerra. Quello della Base, e della Base lombarda, è infatti un frammento, pur interessante, di una realtà ben più complessa e di una storia assai più ampia e oggettivamente più importante."" -
Mario Cortellese: un laico cristiano al servizio del bene comune
A 50 anni dall'apertura del Concilio, è diffusa la convinzione che l'apporto dei cattolici italiani al superamento della grave crisi che ha investito il nostro Paese sia inadeguato; si avverte sempre più la necessità di favorire la crescita di una matura spiritualità laicale, che dal Concilio sappia trarre stimoli e ispirazione. In questo contesto, la testimonianza di un intellettuale cristiano come Mario Cortellese (1913-2010), che ha speso la sua vita al servizio della Chiesa e della società, può aiutare a ritrovare le ragioni profonde di un rinnovato impegno nella storia alla luce degli insegnamenti del Concilio, che egli ha accolto, amato e divulgato instancabilmente. Il presente volume, curato da Giuseppe Rossi e Salvatore Leonardi, attinge ai lavori del convegno svoltosi ad Acireale nell'ottobre 2012 per ripercorrere l'itinerario di vita e di pensiero di Cortellese, che, formatosi nella FUCI degli anni del fascismo e poi nel Movimento Laureati di A.C., temprato dalla sofferenza della pri- gionia in Germania e Polonia, ci ha lasciato una esemplare testimo- nianza di cristiano laico impegnato nell'opera di evangelizzazione e di promozione umana, principalmente a servizio della scuola (come docente nei licei ed esperto del Ministero della Pubblica Istruzione) e dell'informazione (come direttore di periodici cattolici). Il contesto ecclesiale e socio-culturale in cui va iscritto l'impegno di Mario Cortellese è delineato da Giorgio Campanini e Massimo Naro. I molteplici aspetti di questo impegno sono messi a fuoco da Carmelina Chiara Canta, Manuela Cortellese, Salvatore Leonardi, Alfio Mazzaglia, Rosario Musumeci, Sebastiano Raciti, Giuseppe Rossi, Tiziano Torresi, Giovanni Vecchio. Le prefazioni sono di Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, e di Carlo Cirotto, presidente nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale. Sandro, Paolo, Aldo e Claudio Cortellese, figli di Mario, firmano la postfazione. -
Per quale bellezza? L'estetica di Jacques Maritain e le arti della contemporaneità
Il volume mette a fuoco, da diverse angolature, la qualità e lo spessore dell'estetica di Maritain quale parte fondativa del suo pensiero filosofico sia in specifici approfondimenti, sia nella dimensione trasversale di sintesi e di relazione con la contemporaneità, evidenziandone l'riginalità. Se da una parte, infatti, si ha modo di ripercorrere la costruzione estetica che Maritain muove sulle poderose tracce di san Tommaso, dall'altra ci si rende subito conto quanto, in tale costruzione, sia a tema non una pura teoria ma piuttosto la vitalità di quel pensiero e il modo per raggiungerlo, in un continuo confronto con il contemporaneo, con il presente, ma soprattutto con l'esperienza degli artisti. -
Giovanni XXIII e Paolo VI. I papi del Vaticano II
Nel 50° anniversario dell’apertura del concilio vaticano ii, della morte di papa Roncalli e dell’elezione di papa Montini, la Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo e l’Istituto Paolo VI di Brescia hanno promosso un convegno internazionale per studiare la linfa spirituale che, per strade distinte ma spesso intersecate, ha nutrito questi due grandi Papi facendone i protagonisti del Vaticano II. Il convegno ha messo a fuoco i profondi rapporti intercorsi tra Roncalli e Montini: il comune patrimonio culturale e religioso che li ha visti crescere e formarsi; le molteplici relazioni che hanno intrecciato tra loro nell’attività diplomatica a servizio della santa Sede; la sintonia nel loro modo di intendere e di esercitare il ministero episcopale in due grandi città come Venezia e Milano; e soprattutto la totale condivisione del progetto conciliare di rendere la Chiesa sempre più docile alle mozioni dello Spirito Santo. Come disse Jean Guitton, la provvidenza si è servita di loro: «dell’audace, anziano pilota per lanciarne in mare il vascello» e «del giovane per farlo giungere in porto». A illustrare un tema dai molti risvolti storici, teologici ed ermeneutici, sono stati chiamati studiosi di fama internazionale e personalità di grandissima rilevanza ecclesiale, come i cardinali W. Kasper e P. Poupard. Con la pubblicazione degli Atti, il convegno giunge al suo compimento. Nel frattempo, con la decisione di canonizzare papa Giovanni XXIII il 27 aprile 2014 e di beatificare Papa Paolo VI il 19 ottobre 2014, Papa Francesco ha voluto esprimere non solo la sua venerazione per questi due grandi pastori della Chiesa del XX secolo, ma anche la chiara volontà di inserirsi nel solco da loro tracciato. -
Il PCI e il Concilio Vaticano II. Dal partito dei cattolici al cattolicesimo
Il volume analizza la visione del Concilio Vaticano II da parte del Partito comunista italiano, dal momento della convocazione dell'assemblea (gennaio 1959) fino al suo definitivo scioglimento (dicembre 1965). I capitoli centrali sono preceduti da una lunga premessa nella quale viene ripercorsa l'analisi comunista della Chiesa e della religione cattolica, evidenziando continuità e rotture tra il primo e il secondo dopoguerra. -
Vivere nella storia. Scritti di impegno civile ed ecclesiale
I testi raccolti in questo volume offrono una sintesi dei valori, delle intuizioni e delle considerazioni più significative della vasta produzione scritta di Alfredo Carlo Moro. Essi segnano l'itinerario di maturazione della sua cultura, spaziando dal tema dei minori a quello della famiglia, dalla giustizia alla laicità, in un intreccio fecondo e consapevole della sua biografia con la storia del Novecento. Ne emerge la testimonianza viva ed attuale dell'impegno di un protagonista della giurisprudenza, della società e della Chiesa italiana, che ha vissuto nella storia accogliendo la modernità come occasione di crescita e restando sempre coerente ai principi della Costituzione e all'insegnamento del Concilio. -
Donne d'Italia. Il Centro italiano femminile, la Chiesa, il Paese dal 1945 agli anni Novanta
Il volume, dedicato alla storia del Centro italiano Femminile, una delle principali associazioni dell'Italia repubblicana, aggiunge una nuova tessera a quel mosaico di memorie collettive e individuali che hanno permesso alla narrazione storica di recuperare e salvaguardare un patrimonio di esperienze politiche e umane. la prima parte è dedicata a ""i detti e i fatti"""" delle donne cattoliche, sullo sfondo degli eventi salienti della storia italiana e della Chiesa. L'Italia repubblicana alla sua nascita ha trovato il supporto dell'associazionismo femminile di massa, decisivo per la ricostruzione del Paese e per l'evoluzione della condizione femminile che ha segnato lo sviluppo della società. la seconda parte raccoglie alcuni editoriali dell'autrice pubblicati sulla rivista del Cif """"Cronache e opinioni"""", significativi per ricostruire la temperie degli anni novanta e la tessitura contraddittoria, e talora inquietante, di eventi che hanno caratterizzato il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. di particolare interesse la testimonianza di due protagoniste della storia italiana, Tina Anselmi e Nilde Iotti, e le interviste a Marisa Rodano, Paola Gaiotti, Rosa Russo Iervolino."" -
Maria De Unterrichter Jervolino (1902-1975). Donne, educazione e democrazia dell'Italia del Novecento
Maria de Unterrichter Jervolino, costituente, deputata, delegata del Movimento femminile della DC, sottosegretaria di Stato alla Pubblica istruzione e presidente dell'Opera Montessori, fu una delle protagoniste dell'azione politica delle donne nell'Italia della ricostruzione e dei primi anni del miracolo economico. Il volume, ripercorrendo un arco storico compreso tra la Grande guerra, il regime fascista, il secondo conflitto mondiale, l'edificazione dello Stato democratico e la trasformazione sociale degli anni Sessanta, ne traccia una documentata biografia, dalle origini trentine alla formazione culturale nell'università, al ruolo svolto nella presidenza della FUCI degli anni Venti e nel movimento femminile cattolico, fino all'opera politica e parlamentare e all'attività internazionale. Il suo impegno nel promuovere il contributo politico delle donne, coniugando i valori della persona e della famiglia con quelli della partecipazione civile, riguardò punti qualificanti per il decollo della democrazia in Italia, come la condizione femminile, la questione meridionale, la scuola dell'infanzia, i beni culturali, la sicurezza sociale e il tema della pace. -
Il riscatto dal tragico. Il giovane Gentile e l'agire pedagogico (1875-1915)
La filosofia è vita, non un insieme di astrattezze separate. La qualità della vita e quindi della filosofia si struttura negli anni giovanili. Possono essere questi due principi intrinsecamente pedagogici a spiegare il volume, dedicato alla formazione di Giovanni Gentile, ai suoi anni siciliani. La teoria dell'atto puro proposta in alternativa al positivismo, ereditata dai maestri della Scuola Normale di Pisa, ampliata rispetto alle prospettive storiciste crociane e sistematizzata rispetto alle radici idealistiche spaventiane, non è, dunque, soltanto una teoria, ma è al contrario il risultato della consapevolezza del proprio modo di viversi e di pensarsi emancipatosi dalle forme del negativo (passato, condizionamenti, disposizioni, determinismi, ecc.) per raggiungere l'attualità assoluta e presente del soggetto. Per questo si può sostenere che la conclusione dell'esperienza siciliana abbia costituito per Gentile anche il momento nel quale rivendicare la piena coincidenza di educazione e pedagogia, di scuola e vita, di comportamenti storico-sociali e libere, proprie, intenzionali azioni umane. -
Comunicazione e verità. Omaggio a Gianfranco Ravasi
"Il conferimento, da parte della LUMSA, della laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione al cardinale Gianfranco Ravasi, se si inscrive nel solco di una antica e nobile tradizione dell'accademia, è anche il segno della peculiarità di questo Ateneo, in cui la ricerca e lo studio delle verità penultime sono orientati alla Verità ultima e da questa prendono senso. È un atto che vuol significare il più alto omaggio ad un Maestro e la sua accoglienza a pieno titolo nella nostra comunità scientifica."""" (Giuseppe Dalla Torre)" -
Zaccagnini. Immagini e riflessioni per il futuro. Ediz. illustrata
Nel 2014 ricorre il XXV anniversario dalla scomparsa di Benigno Zaccagnini e per ricordarlo si è ripercorsa la sua vita, che è un pezzo di storia del nostro paese, attraverso la pubblicazione di un volume fotografico, in cui le immagini sono accompagnate da brevissime riflessioni di chi lo ha conosciuto. Dai cassetti della famiglia Zaccagnini, da quelli della camera dei deputati, da quelli degli amici e delle organizzazioni cattoliche sono uscite tante foto; poi le riflessioni, che risentono del disagio politico dell'oggi: il figlio Carlo, gli amici di casa, Cristina Mazzavillani Muti (Presidente di Ravenna Festival), Franco Gabici (giornalista e scrittore), gli amici politici dell'area Zac Guido Bodrato, Pierluigi Castagnetti, Natalino Guerra, poi Domenico Rosati e Pierre Carniti, che hanno guidato ACLI e CISL ai tempi delle speranze di Zac, Massimo D'Alema, la cui storia familiare si è intrecciata con quella della famiglia Zaccagnini, Ernesto Olivero, Presidente dell'Arsenale di Torino, Matteo Casadio, Presidente della Società per il Porto di Ravenna, frutto della legge Zaccagnini per lo sviluppo della sua città, il cardinale Tettamanzi che mette in evidenza la grande fede che ha ispirato Zac nei momenti felici ed in quelli difficili della sua vita, Romano Prodi, la cui originale esperienza politica nasce nel novembre 1978 proprio su sollecitazione di Zac. -
Franz Brentano e Henrich Denifle. Un carteggio inedito
Heinrich Denifle (1844-1905), è stato un insigne medievista, archivista, studioso della mistica tedesca e di Lutero. I suoi meriti scientifici furono riconosciuti da numerose università, tra cui quelle di Innsbruck, di Münster, di Cambridge, che gli avevano conferito il titolo di doctor honoris causa; e varie accademie, come ad esempio quelle di Berlino, Göttingen, Praga, Vienna, Parigi, poi, lo avevano annoverato tra i propri soci.I suoi contributi ai vari aspetti della storia del periodo compreso tra il 12 e il 16 secolo e, poi, alle vicende delle Università medioevali, sono stati decisivi e su di essi si è innestata, non di rado, la ricerca ulteriore. Qui si vuole mettere l'accento su di un aspetto finora quasi del tutto trascurato della sua formazione. L'intento di fondo è quello di offrire un contributo per la chiarificazione del suo rapporto con Brentano e di dare alla stampe, nella sua interezza e con ampio apparato critico, il carteggio che finora ci è pervenuto. Denifle nel 1862, dopo il suo ingresso nell'Ordine domenicano, ebbe come compagno di noviziato Brentano. Quei pochi mesi di convivenza nel convento di Graz furono decisivi per il suo successivo cammino intellettuale e personale, come risulta chiaramente da varie testimonianze. Il quadro espositivo delineato in questo volume serve a colmare una lacuna, di cui è quasi superfluo sottolineare la gravità. Infatti, il carteggio intercorso tra i due autori, che va dal 1867 al 1871, vista l'importanza dei temi affrontati e degli autori presi in esame, pone in risalto aspetti finora semplicemente obliterati, e cerca di chiarire un capitolo fondamentale di una storia che riguarda tutta la cultura europea in una sua fase di profonda trasformazione, con eventi culturali che hanno connotato un'epoca e sono a monte di non poche correnti ed indirizzi filosofici (ma anche teologici) tuttora operanti e che da Brentano o da Denifle in un modo o nell'altro hanno tratto l'abbrivo. -
Il mare, la torre, le alici: il caso Cetara. Una comunità mediterranea tra ricostruzione della memoria, percorsi migratori e turismo sostenibile
Per gli antropologi culturali il turismo rappresenta il ""fatto sociale totale"""", che così come le migrazioni e le altre forma di spostamento umano produce cambiamenti significativi delle culture nelle società complesse. Cetara, incastonata nella costa che è tra le più belle del mondo (la costiera amalfitana), nell'immaginario diffuso evoca attualmente colatura, alici, pesca, tonno, salatura e conservazione del pesce. In questa indagine sono stati oggetti di studio la complessa relazione che la costruzione dei processi identitari di una comunità pone con la percezione del passato; il rapporto tra storia e storie di vita e soprattutto come un prodotto alimentare sia diventato sintomo, simbolo, sintesi dell'identità del sito producendone una moderna sacralizzazione. Dalla ricerca sul campo, durata circa tre anni, sono emersi, inoltre, aspetti che riguardano i percorsi migratori e le rotte che i cetaresi hanno disegnato attraverso itinerari e modalità assolutamente singolari che potrebbero costituire un sintomo, del resto simile ad altre piccole comunità costiere e isolane dell'Italia, per individuare differenze, ma soprattutto similitudini, con le attuali trasmigrazioni. Nel caso di Cetara la riappropriazione della memoria e del passato sta dando vita ad una sorta di auto etnografia che si coniuga con la realizzazione di un turismo di nicchia ed esperenziale che produce nuove pratiche dell'incontro legate alla sostenibilità ambientale e ad una riappropriazione del patrimonio culturale."" -
Paolo VI. Una biografia
L'Istituto Paolo VI di Brescia propone ai lettori una biografia di Paolo VI che ripercorre le tappe fondamentali della vicenda umana ed ecclesiale di Giovanni Battista Montini, a partire dalle origini familiari e dall'ambiente bresciano in cui aveva mosso i primi passi, attraverso il servizio in Segreteria di Stato e il ministero episcopale a Milano, fino al periodo del pontificato, il quale è stato indissolubilmente intrecciato con la prosecuzione del Vaticano II e con l'attuazione degli orientamenti maturati dall'assemblea conciliare. Il volume si basa sul lavoro di raccolta di documenti, di edizione di fonti, e sugli studi storici e teologici condotti nel corso degli anni dal centro di studi bresciano e, per la prima volta, può giovarsi della pubblicazione dello scambio epistolare che negli anni giovanili Giovanni Battista Montini ha intrattenuto con numerosissimi corrispondenti. Gli autori, infine, hanno potuto avvalersi delle testimonianze su Giovanni Battista Montini-Paolo VI raccolte in vista del processo di beatificazione. -
Mario Luzi. Il «sistema» della natura
«Lo spirito, il principio della natura, è più libero, è più inventivo, è più creativo, e io penso di non aver mai tradito questo principio»: sono parole dello stesso Luzi, che definiscono la centralità del tema della natura nella sua opera. Nel libro viene spiegato il significato che tale tema assume nell'intera produzione luziana, con particolare attenzione a quella poetica e saggistica. Attraverso un'attenta analisi, che mette in relazione la biografia dell'autore con la sua produzione, gli interessi filosofici con quelli artistici, si arriva a chiarire per quale motivo si possa parlare di ""sistema"""". Lungi dall'essere un tema esclusivamente poetico, la natura diventa in Luzi lo spunto per l'elaborazione di un pensiero molto più articolato, dal quale nascono suggestioni attuali e particolarmente illuminanti per il prossimo futuro. L'intera opera luziana, infatti, proprio per la sua natura sistematica, sembra essere un invito a riscoprire il senso della natura e a non tradirlo."" -
Ho messo dell'amore in tutto questo
Mario Albertini (1925-2013), prete di Vittorio Veneto che fu per 25 anni a Roma; dotato di una rara capacità di scrittura, ha diffuso in vita tra gli amici alcuni piccoli testi stampati a sue spese e molti di più ne ha lasciati nella memoria del computer, pronti per essere diffusi. Qui ne pubblichiamo dieci, il resto è accessibile on line in una pagina a lui dedicata che l'unione sacerdotale di San Raffaele Arcangelo di Vittorio Veneto, alla quale apparteneva, ha allestito nel proprio sito: istitutosanraffaele.it. Parabole, dialoghi con Dio, discussioni con gli scrittori sul mistero del male, quadretti di vita quotidiana vissuta nella gratitudine e nell'amicizia, poesie: sono tante le corde che quest'uomo sapiente ha saputo toccare con una scrittura asciutta e fresca, saporosa di vita. La pubblicazione è a cura dell'Unione Sacerdotale San Raffaele Arcangelo, che vi è presente con introduzioni alle diverse parti firmate dal direttore don Ermanno Crestani. Vi hanno collaborato Luigi Accattoli e Giovanni Benzoni, amici della stagione romana di don Mario, che sono restati in contatto con lui fino agli ultimi giorni. -
Le ragioni del romanzo. Mario Pomilio e la vita letteraria a Napoli
La pubblicazione degli Atti del Convegno internazionale di studi promosso dall'Universita Suor Orsola Benincasa di Napoli, intitolato Le ragioni del romanzo. Mario Pomilio e la vita letteraria a Napoli, avviene in una concomitanza significativa e positiva di date, cioè quando il Fondo Pomilio del Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e con- temporanei dell'Universita di Pavia, diretto da Maria Antonietta Grignani, si arricchisce degli ultimi materiali, provenienti dalla casa dell'autore e affidati, con una ormai collaudata generosità, dai figli Annalisa e Tommaso, che hanno voluto con questa ulteriore donazione completare un archivio tra i più rilevanti del Novecento. La biblioteca di lavoro, articoli e saggi apparsi in quotidiani e riviste, altre carte autografe, redazioni dattiloscritte e perfino appunti della moglie Dora - prima donatrice ? sono stati collocati, insieme al resto dei materiali conferiti da anni, all'interno del Centro pavese in una sala interamente dedicata all'autore e pronta ad accogliere gli studiosi. Tali materiali sono stati utilizzati per la prima volta nei saggi di questo volume, rendendolo indispensabile per i futuri studi sullo scrittore. Un catalogo selettivo della Mostra Compagnone, Pomilio, Rea. Autografi, libri, immagini, allestita nel dicembre 2012 al Centro pavese (composta di 136 documenti, tra autografi, libri, lettere e immagini di Pomilio e di grandi scrittori napoletani, tutti amici di Maria Corti fondatrice del Centro Manoscritti) accompagna il presente volume, mentre la bibliografia di Mario Pomilio, curata da Paola Villani e Giovanna Formisano, intende offrire uno strumento per il passato inesistente, utilissimo per approfondimenti futuri. Napoletano di adozione, europeo per vocazione e per precise esperienze biografiche e culturali, Pomilio si presenta in questo volume di studi, come scrisse Prisco, come autore di uno degli itinerari narrativi più alti della letteratura italiana e non soltanto italiana del secondo Novecento. -
Alchimia santa
"Signore, vorrei tre cose. La prima staccarmi da tutto il creato e purificarmi. La seconda operare e patir per voi e confidarmi in voi nelle maggior cose, che immaginar si possa. La terza con grandezza d'animo spropriarmi di nuovo non solo da quanto mi avete dato, ma insieme ancora da quanto per vostra grazia mi confido, che mi state per dare e così tutto spropriato che io mi getti in voi e con voi così mi unisca e in voi mi trasformi; che voi solo siate il padrone e che un giorno senta per l'infinitissima vostra misericordia: Vivit in me Christus"""". (Alc. 3.31 concetti spirituali n. 50)"