Sfoglia il Catalogo ibs026
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9181-9200 di 10000 Articoli:
-
Alle porte della città. Il monastero di Santa Maria della Visitazione di Salò
Sorto alla fine del 1712, il monastero della Visitazione di Salò celebra tre secoli di vita. Nato come filiazione della Visitazione di Arona, per volontà della comunità civile salodiana, si è innestato nella realtà locale come uno strumento di elevazione nella preghiera, nel silenzio e nell'umiltà. Radicate nel mondo ma con lo sguardo verso il cielo, le sue monache hanno tradotto nella semplicità della loro vita lo spirito di san Francesco di Sales di «morire a se stesse per vivere in Dio». Attraverso una scrupolosa disanima archivistica e documentaria Maria Grazia Franceschini, lei stessa suora di clausura, ricostruisce la storia del monastero e offre un punto di vista originale, inedito e suggestivo, di questa vicenda plurisecolare vista, per così dire, dal di dentro. Il volume si sviluppa in una narrazione che è stata oggetto di lettura, di commento e di confronto anche da parte dell'intera comunità. Ne scaturisce in tutta la sua freschezza la dinamica misteriosa della quotidianità orante, dei riflessi delle vicende generali sulla regolarità claustrale, dei rapporti con l'esterno, specie in campo educativo, fino all'abbandono degli austeri chiostri della Fossa nel 1968, nel centro di Salò, per una nuova e più tranquilla sede nella zona collinare delle Versine. Tre secoli di storia fecondi di spiritualità salesiana e di intensa religiosità, per i quali si possono ancora ripetere le parole che il padre spirituale del monastero, don Augusto Orio, scriveva al vescovo di Brescia nel 1875: «Ho la compiacenza di poter riferire che queste religiose vivono nella concordia e nell'osservanza». Questo è senza dubbio il viatico più bello per un libro in cui la storia non è diversa dalla vita, anzi è la vita stessa che continua. -
Lo spirito del Concilio nella mente di papa Giovanni XXIII. Ediz. illustrata
La mostra ""Lo spirito del Concilio nella mente di Papa Giovanni XXIII"""" vuole celebrare il 50° anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, ponendo in evidenza il grande ruolo svolto da Papa Giovanni XXIII, giustamente chiamato il """"Papa del Concilio"""". Le numerose fotografie e gli importanti documenti esposti, alcuni dei quali inediti, consentono di ricostruire con rigore e precisione storica l'idea, l'annuncio, la preparazione, l'apertura e la prima sessione del Vaticano II. La mostra offre al pubblico un primo frutto del paziente lavoro di ordinamento e di inventariazione delle carte del Fondo Roncalli, che si prospetta assai promettente."" -
Come se
«""Come fai a sapere tutto questo?"""" """"Tutto so. So anche che lavori al tuo capolavoro: una messa. Una messa al buio, come se credessi. Ma non ti basterà la vita per finirla. E scusa se oggi non ti ho fatto ridere""""». Il rapporto dialettico fra il giovane Mico, accordatore di strumenti musicali, e il suo fratello adottivo Klaus, compositore geniale eppure irrisolto, costituisce l'asse portante di Come se. Questa conversazione tra Mico e Klaus sembra quasi una dichiarazione autobiografica. Rispondendo a una domanda di Giliolo Badilini che gli chiedeva se si sentisse più Klaus o più Mico, Santucci ha dichiarato: «Mi sento un Klaus che di giorno in giorno si sforza, con alterni esiti, di diventare un buon alunno di Mico». Come se è l'opera «teoreticamente più densa di Santucci», secondo le parole di monsignor Ravasi, e la più cara al suo autore. Quello di Santucci è un itinerario della fede nel raggio della poesia, una fede vissuta come scommessa pascaliana, una letteratura vissuta come esercizio profetico, un itinerario che dalla «imperfetta letizia» dei «non santi» arriva al «come se» dell'omonimo romanzo, ove si contrappone il «così è», ovvero il regno di Dio, al «come se», ovvero il regno dell'uomo. Pochi scrittori come Santucci hanno saputo coniugare la gioia e il senso della tragedia, la disperazione e l'accettazione religiosa della vita, la peregrina eresia del vivere con la certezza di quella fede che sembra sempre più proporsi all'uomo come l'unica felicità possibile."" -
Poesia e musica. Meditazioni esegetiche su un incontro
L'autore affronta un tema apparentemente lontano dai suoi, pur ampi, interessi scientifici, ma in realtà profondamente legato ad un argomento da lui studiato e amato da sempre: la musica. L'analisi della bellezza di un testo musicale viene accostata alla analisi della bellezza del testo poetico che l'ha ispirato, e l'autore, attraverso suggestivi esempi tratti dall'ambito della poesia e della musica sacra, dimostra come si realizzi ""una superiore inscindibile unità poetico-musicale"""". Dell'insieme di queste puntuali e coinvolgenti analisi si sottolinea la spiccata novità. Poesia-musica-bellezza sono gli elementi costitutivi di questo scritto, un incontro trinomiale di grande fascino, tra continui rimandi e collegamenti con la fede in colui che, per l'autore, è la bellezza per essenza: Dio."" -
L' ultima ondata. Il '68 e il cinema europeo
La storia del cinema europeo, dal neorealismo al Sessantotto, è anche la storia di una serie di problematiche legate alla vita e allo spirito. Il neorealismo rappresenta il primo squillo della rivoluzione estetica dalla quale nasce il cinema moderno. La «politica degli autori» a livello teorico, la successiva nouvelle vague e soprattutto il «nuovo cinema» d'autore affermatosi a livello planetario negli anni Sessanta, non rappresentano, come molti sostengono, solo una «forma» nuova. La «forma» naturalmente ha una rilevanza non trascurabile. Ma se oltre alle questioni meramente formali, ampliando il campo di osservazione, si evidenziano le tensioni etiche presenti nelle opere cinematografiche, ne viene fuori una storia molto più complessa, caratterizzata da una forte tensione filosofica, morale e spirituale. Il neorealismo è animato dal desiderio di guardare in faccia le tragedie umane, e il passo successivo compiuto dalla ricerca del cinema d'autore europeo orienta lo sguardo cinematografico verso la descrizione della libertà di autodeterminazione, tratto peculiare della modernità, le cui conseguenze sono intimamente connesse con le filosofie dell'esistenza proprie dell'età dell'eclissi del sacro. Alla conclusione dello straordinario decennio - gli anni Sessanta - di effervescenza, originalità, profondità e creatività incarnate dal cinema d'autore europeo, proprio nel ribollente crogiolo culturale del Sessantotto, alla disumanizzazione estetica finisce per legarsi una virulenta ideologia politica, anticristiana e impegnata a rappresentare la «privatizzazione esistenziale». Il cinema diventa militante, a stretto contatto con la realtà ribollente. La macchina da presa deve riprendere l'esistenza nella maniera più spontanea possibile, partecipando così al cambiamento, saldando tecnica e ideologia. -
Operai nella sua messe. Messaggi e riflessioni sulla vocazione
"Questo termine di """"vocazione"""" ha, in realtà, un significato molto ampio e si applica a tutta l'umanità chiamata alla salvezza cristiana, ma si specifica poi in ordine a particolari attitudini e a particolari doveri, che determinano la scelta che ciascuno fa per dare alla propria vita un senso ideale: ogni stato della vita, ogni professione, ogni dedizione può essere caratterizzata come vocazione, che le conferisce per ciò stesso una dignità superiore e un valore trascendente. Ma la parola vocazione acquista una pienezza di significato, che senz'altro tende a divenire, se non esclusivo, specifico e perfetto, là dove si tratta di vocazione doppiamente speciale: perché viene da Dio direttamente, come un raggio di luce folgorante i più intimi e profondi recessi della coscienza; e perché si esprime praticamente in una oblazione totale d'una vita all'unico e sommo amore; a quello di Dio e a quello, che ne deriva e fa tutt'uno col primo, dei fratelli. La vocazione, in questo senso speciale, è un fatto così singolare e così delicato, così sacro, che non può prescindere dall'intervento della Chiesa; la Chiesa lo studia, la Chiesa lo favorisce, la Chiesa lo educa, la Chiesa lo verifica, la Chiesa lo assume."""" (Paolo VI)" -
Un altro Jemolo
"Tardi ho conosciuto Arturo Carlo Jemolo; l'ho incontrato al tramonto della sua lunga esistenza terrena. Non che la sua persona mi fosse sconosciuta prima di quegli anni Settanta del Novecento, nel corso dei quali ebbi la ventura di una frequentazione con lui sempre più assidua. Soprattutto mi era nota la sua attività di storico e di commentatore di costume. Già da ragazzo, infatti, il suo nome mi era familiare: circolava negli ambienti che frequentavo. In particolare ne sentivo parlare da mio nonno e da mio padre, in un contesto di considerazione per l'uomo e lo studioso, ma sostanzialmente critico per il pensiero"""". (G. Dalla Torre)" -
La sfera pubblica immaginaria. Riflessioni su Habermas
Il volume non si presenta come una delle tante interpretazioni per spiegare un autore come Jürgen Habermas, ma tende a far emergere il concetto di sfera pubblica che, attraverso le riflessioni di Habermas, cerca faticosamente di stabilire contatti con la realtà dei fatti in modo da non determinare ingannevoli interpretazioni di comodo. Il testo prova a render giustizia di un fatto che, all'interno di una società politica che consideriamo erroneamente come trasparente, appare quanto mai evidente: esiste una sfera pubblica neutrale, informata, desiderosa di partecipare allo scambio delle opinioni per decidere sulle più convenienti soluzioni riguardo la propria esistenza? Si cerca poi di prendere in esame - sociologicamente e non solo patologicamente - quella sorta di autismo sociale a cui le società politiche sembrano spesso asservite, capace, purtroppo, di rimettere in discussione l'ordine e il fondamento stesso dell'organizzazione delle società umane. Questo autismo sociale imperante, come prodotto sottoculturale egemonizzato, è il vero nemico odierno delle sfere pubbliche, il più pericoloso veleno da cui è necessario vaccinarsi perché ne va della stessa organizzazione sociale, della stessa solidarietà come orizzonte autenticamente intersoggettivo (per dirla con Habermas) delle società democratiche. Ma la ""questione sfera pubblica"""" pone radicalmente in discussione una seconda grande questione, che è in grado di rendere la prima più o meno efficiente a seconda della posizione in cui la collochiamo. Essa riguarda la """"questione della formazione"""", e dunque dell'istruzione del cittadino. Non c'è sfera pubblica se non c'è una istruzione rivolta a solidificare, nell'individuo, quei presupposti culturali e """"fondativi"""" di cui la società ha bisogno, perché la sfera pubblica non può e non deve deteriorarsi a mera ideologia, ma deve diventare oggetto di responsabilità per la contemporaneità e le generazioni future."" -
Nuovi orizzonti della psicologia del sogno e dell'immaginario collettivo
Lo studio dei sogni e l'importanza dei contenuti onirici riportati in seduta terapeutica sono stati ciò che ha caratterizzato, fin dal principio, la tecnica psicoanalitica. Il peso conferito da Freud al sogno ha segnato l'inizio di un interesse specifico per ciò che in un'epoca razionalista veniva considerato privo di senso e di importanza. Si inaugura un campo di interesse peculiare, la ricerca sull'oggetto specifico della psicoanalisi: l'inconscio. Il sogno è per Freud la ""via regia"""" per la scoperta dell'inconscio; i meccanismi tipici della formazione del sogno, come spostamento, condensazione, simbolismo, sono anche quelli adoperati nel processo primario ed in quanto tali altrettanto reperibili in altre formazioni dell'inconscio come lapsus e atti mancati. Tali formazioni sono a loro volta formalmente equivalenti a sintomi per la loro struttura di compromesso e la funzione di appagamento di desiderio."" -
«È appena l'aurora». Chiesa, Concilio, contemporaneità. Annale Fuci 2012
L'Annale 2012 ""È appena l'aurora"""": Chiesa, Concilio, Contemporaneità raccoglie così i contributi del 61° Congresso Nazionale tenutosi ad Urbino nell'aprile 2012, cercando di riscoprire la """"Chiesa bella del Concilio"""". Autorevoli le voci che si alternano nel volume, offrendo un'analisi sia dal punto di vista storico che da quello teologico ed ecclesiologico: il Vescovo della diocesi di Albano Mons. Marcello Semeraro, il priore della comunità monastica di Bose Enzo Bianchi, il famoso teologo francese Gislain Lafont, lo storico Xenio Toscani, il responsabile dell'Ufficio Catechistico della CEI Mons. Guido Benzi, il Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Franco Miano, le teologhe Cettina Militello e Serena Noceti, il professore Marco Cangiotti. Gli interventi, partendo da una rilettura attenta e approfondita dei maggiori testi conciliari, si soffermano su tre nuclei tematici fondamentali: la centralità della Parola che si accosta al patrimonio di tradizione della Chiesa; la rivalutazione della coscienza come luogo in cui maturano le scelte personali e in cui poter incontrare la presenza di Dio; la necessità di una """"nuova maturità del laicato"""", credente e credibile, che possa evangelizzare in tutti gli ambienti in cui è chiamato a vivere e lavorare. Quella dell'Annale 2012, allora, è una riflessione che vuole risvegliare le coscienze dei cristiani d'oggi, per rilanciare la trasmissione della fede in questo inizio di terzo millennio. La domanda che sottende a tutto il libro e che scaturisce fresca e provocatoria dalla FUCI è: che cosa può fare ciascuno di noi per la Chiesa? Il proponimento e la strada tracciati dai giovani fucini sono chiari: impegnarsi a tutto campo, a partire dalla formazione cristiana,per costruire quella Chiesa che, come affermava Paolo VI, «possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste. Guardatela e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani»."" -
Per Giorgio Petrocchi. Miscellanea di studi a 20 anni dalla morte
Contributi di: Nino Borsellino, Rossana Caira Lumetti, Giuseppe A. Camerino, Sergio Cristaldi, Giuseppe Dalla Torre, Gabriella Di Paola Dollorenzo, Enrico Elli, Lia Fava Guzzetta, Emerico Giachery, Georges Güntert, Giuseppe Ignesti, Giuseppe Izzi, Nicolina Jorio, François Livi, Maria Luisi, Enrico Malato, Irène Jeanine Mamczarz, Paolo Martino, Franco Musarra, Deirdre O'Grady, Francesca Petrocchi, Paolo Procaccioli, Angelo Pupino, Eugenio Ragni, Concetta Ranieri, Gianvito Resta, Riccardo Scrivano, Giuseppe Talamo, Anna Vergelli. -
Mario Pomilio e gli «Scritti cristiani». Una rilettura critica
Mario Pomilio (1921-1990), letterato e critico originale, approdò negli anni Cinquanta al cattolicesimo, che visse come continua e appassionata ricerca. Cattolicesimo che non mancò d'esercitare un'influenza anche sulla sua produzione letteraria. La letteratura, infatti, fu per Pomilio via ausiliatrice verso una maggiore e più consapevole adesione alla sua identità di uomo e, poi, di cristiano. Esemplare in questo senso ""Scritti cristiani"""", silloge d'interventi che dalla letteratura si aprono alla filosofia, alla metodologica critica nell'indagine storica, sino alle riflessioni sul costume e sulle dinamiche sociali di un periodo complesso quale quello degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Gli Scritti cristiani sono ora esplorati in questo volume con particolare attenzione critica ed esegetica, permettendo così al lettore di conoscere meglio questo autorevole scrittore e, per suo tramite, di accostarsi a temi e figure rilevanti del panorama culturale italiano ed europeo."" -
Vedere oltre. Scritti su ""Ricerca"" (1968-1974)
«Mi pare che ancora oggi la mentalità da correggere, e di cui la purezza dell'annuncio evangelico deve temere, è la mentalità dominante nel nostro ""mondo cattolico"""", informato ad una ideologia di tipo individualista e che determina le nostre scelte di ogni giorno, i nostri giudizi, le nostre reazioni. [...] A me sembra che sia avviata la strada per uscire da quel genericismo che favorisce la pigrizia di chi si appella di continuo ai principi: la via della """"chiesa locale"""", la responsabilità cioè della chiesa locale verso i """"suoi"""" poveri, conosciuti ed amati». È questa tensione che caratterizza i diciotto scritti che Camillo Pezzuoli ha via via pubblicato sul quindicinale della Fuci «Ricerca» nei sette anni in cui è stato assistente centrale. Non solo specchio e riflesso di una stagione ricca e complessa come quella del primo decennio postconciliare, segnata dai profondi mutamenti di costume manifestati dal '68, ma anche efficace proposta di discernimento, di educazione a """"vedere oltre"""", sotto la forma di riflessioni e meditazioni all'apparenza lontane dall'effervescenza non solo della cronaca, ma dell'epoca. Riletti a quasi mezzo secolo di distanza, questi scritti conservano, anzi rivelano una singolare trasparenza e quella genuina limpidezza che solo la sapienza del cuore sa emanare. La chiave per intenderli è stata suggerita qualche anno più tardi dall'autore stesso che - all'inizio di una serie di meditazioni tenute per la rubrica «Parole di vita» di Raidue - citava san Paolo: «Non voglio dominare la vostra fede [...] ma soltanto lavorare con voi per la vostra gioia» (2 Cor 1, 24), ed evocava così quella gioia che può e deve contraddistinguere il cristiano e alla quale egli con le parole, gli scritti e le azioni ha incessantemente """"lavorato"""" nel suo servizio sacerdotale fra le giovani generazioni."" -
Giovanni XXIII. Il congedo. Lettere a L. F. Capovilla
Cinquant'anni anni fa moriva Papa Giovanni XXIII. Un uomo uscito da un piccolo borgo sconosciuto ed entrato nella storia della Chiesa e dell'umanità. Come spesso accade, i primi a riconoscere lo spessore della sua fede e l'ampiezza della sua bontà, sono stati gli umili e i semplici, persone guidate da un infallibile fiuto spirituale, che hanno percepito in lui un autentico profumo evangelico. A mezzo secolo di distanza, questo libro vuol raccontare l'agonia e la morte di Papa Giovanni attraverso gli occhi, i sentimenti, le parole, le lacrime di un centinaio di qualificati testimoni che, avendolo amato in vita, in quelle ore struggenti hanno voluto esprimere la loro vicinanza e il loro affetto a una delle persone più vicine al Papa, mons. Loris Francesco Capovilla, suo segretario. -
Gaudium et spes. Storia, commento, recezione
La costituzione pastorale 'Gaudium et spes' è ""un documento ricco di suggestioni, che sa ancora invitare a profonda riflessione e verifica i credenti di oggi, sia in termini di adesione al Vangelo e di conversione personale, sia in termini di correttezza etica dei propri stili di vita, sia in termini di tenore della vita morale e materiale delle società e delle istituzioni di questo tempo [...]. Si è della convinzione che il suo valore autentico sia proprio nelle indicazioni che offre per una lettura sapiente, positiva e costruttiva della realtà contemporanea, senza negarne le situazioni problematiche, controverse e di peccato, ma individuando sempre una via per arrivare ad un bene più grande"""". (E. Palladino)"" -
Sacrosanctum concilium. Storia, commento, recezione
"Come fu all'inizio del XX secolo, così sarà all'inizio del XXI secolo: solo da un ritrovato amore per la liturgia, compresa nella sua natura essenzialmente teocentrica e cristocentrica - opus Dei in Christo (opera di Dio in Cristo) - e allora anche nelle sue irrinunciabili implicazioni antropologiche ed ecclesiologiche - opus Dei in Christo propter homines et Ecclesiam (opera di Dio in Cristo in favore degli uomini e della Chiesa) potrà venire quel rinnovamento spirituale e pastorale che il concilio tanto auspicava."""" (P. Bua)" -
Economia senza profeti. Contributi di bibliografia economica
"Sono passati ormai ventisei anni da quando Federico Caffe ha deciso di scomparire: riformista solitario e sempre combattivo, ma forse anche uomo per cui i dolori privati e l'infelicità pubblica avevano superato la soglia della sopportabilità. Non è facile parlarne in modo misurato. Come recita il titolo di un libro di qualche decennio fa, sopprimere la distanza uccide. Forte la tentazione di sovrapporre le proprie preferenze e i propri giudizi su una figura che ha sempre brillato per equilibrio dottrinale nella passione conoscitiva. Un economista che non ha mai voluto farsi profeta, e che ha però saputo essere un maestro."""" (Dalla postfazione di Riccardo Bellofiore)" -
La vita di Maria secondo Marie-Dominique Philippe
Il volume ricostruisce nei particolari la vita di Maria, Madre di Gesù, dalla Immacolata Concezione all'Assunzione in Cielo, sulla base dei numerosi scritti che il filosofo e teologo domenicano, Marie-Dominique Philippe (1912-2006) ha dedicato a questa tematica, partendo dalle opere di Luigi Maria Grignon de Monfort e di Massimiliano Kolbe. Viene evidenziato il contributo femminile alla redenzione, apportato da Maria, come corredentrice, in un sacerdozio mistico del popolo di Dio, nel quale va compreso il sacerdozio ministeriale che Gesù ha riservato agli uomini. L'opera verifica questa mediazione di Maria, anche, attraverso la storia dell'arte, commentando alcuni capolavori dal romanico all'età contemporanea. -
Montalembert pensatore europeo
L'originale e multiforme contributo alla vita politica, intellettuale e religiosa del suo tempo fa di Charles de Montalembert - principale esponente del liberalismo cattolico in Europa - una delle figure più interessanti di un secolo, il XIX, che tra la doppia rivoluzione (politica in Francia e industriale in Inghilterra) e l'avvento delle ideologie contemporanee (liberalismo, socialismo, nazionalismo) ha cambiato il volto dell'Europa e del mondo. Il volume si propone d'indagare il ruolo storico di Montalembert valorizzandone le caratteristiche di ""pensatore europeo"""", quale egli fu per formazione intellettuale e per la varietà delle sue esperienze nella vita della Chiesa e della società politica, in un'epoca di trasformazioni profonde."" -
Studi danteschi. Da Francesca alla Trinità
Questo libro identifica, all'interno della Commedia, un cammino che dalla contemplazione delle conseguenze del peccato di lussuria arriva alla folgorazione della visione di Dio. L'itinerario individua, sempre attento alla grande poesia dantesca (ritmo di endecasillabi e terzine, immagini liriche ed elegiache, di una bellezza talvolta unica nella tradizione letteraria), alcuni nodi fondamentali del pensiero di Dante, uomo, filosofo, teologo e poeta. In Francesca è ""incarnato"""" il discorso sull'amore che, superando, in parte, gli stilemi e le teorie dell'amor cortese e di quello stilnovistico, smaschera il rischio del peccato e mostra, con pietà, la fragilità umana di fronte al piacere carnale. Il personaggio di Ulisse, esaminato attraverso i testi che ne hanno edificato il mito, prima dell'invenzione dantesca, si pone, nella sua ricerca, come realizzatore in toto della razionalità umana, come l'alter ego laico di Dante toccato, invece, dalla Grazia ma sempre a rischio di cadere nell'eccesso delle sottigliezze dell'intelletto. In Catone s'identifica la questione di fondo della seconda Cantica, quella della Libertà, che è prima libertà di coscienza, segno e sintomo del libero arbitrio e poi libertà politica. Ma il """"veglio"""" pone anche altri problemi: quelli relativi alla condizione di suicida e di oppositore dell'impero provvidenziale di Cesare e quelli circa la possibilità che le anime del Limbo e lo stesso Catone, possano, dopo l'ultimo giorno, essere assunti fra i beati. Il Canto XVII del Purgatorio, al centro del Poema, comporta una serie di questioni, in parte irrisolte, che qui si evidenziano con grande cautela. La tematica della giustizia terrena (corrotta) che dovrebbe essere, invece, proiezione della Giustizia divina, si manifesta nel cielo di Giove, attraverso il discorso dell'Aquila, rivelando la matrice della sua ispirazione nel dolore quotidiano dell'exul immeritus. Così come la celebrazione dell'ultima salita dal Primo mobile a Dio viene scandita da una serie di luoghi testuali che identificano perfettamente i sei gradini della scala al Fattore, al di là di ogni luogo comune della tradizione letteraria.""