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La Puglia e il suo acquedotto
"Capitolo dopo capitolo, parola dopo parola, col fiato mozzato dallo scorgere tanta bellezza così sconosciuta, c'è lo spazio per appropriarsi della storia di tutti e assieme ricostruire la storia d'ognuno."""" dalla Prefazione di Fabiano Amati, Assessore regionale alle Opere pubbliche della Regione Puglia, quella dell'Acquedotto Pugliese è la storia delle vicissitudini sopportate e delle battaglie condotte dalle operose genti di Puglia e dai suoi figli più illuminati, per affrancarsi definitivamente dalla penuria e dal bisogno antico della sete. Vicende che si svolgono lungo l'arco di quasi un secolo e su cui lo studio di Michele Viterbo rimane, a quasi 60 anni dalla prima pubblicazione, un valido e solido punto di riferimento. Lo storico ripercorre puntualmente e cronologicamente gli interventi politici, i provvedimenti legislativi, i progetti iniziali e quelli definitivi che condussero alla costruzione del """"più grande acquedotto del mondo"""", come venne definito per la lunghezza delle sue reti idriche che alimentano le regioni di Puglia e Basilicata e parte degli abitati dell'Irpinia, del Molise e della Calabria. Il volume viene oggi riproposto al pubblico con una Postfazione di Massimiliano Scagliarini che dà conto degli ultimi 50 anni di vita dell'Acquedotto, a quasi un secolo dalla sua nascita, nella consapevolezza che è ancora lungo il lavoro da farsi prima che l'ambizioso progetto possa davvero dirsi compiuto." -
I fondamenti del diritto occidentale
Il volume indaga i fondamenti che hanno retta (o reggono tuttora) la dinamica del comando e dell'obbedienza all'interno delle comunità organizzate e, all'esterno, delle relazioni, paritarie o di supremazia, tra i diversi Stati. Il primo paradigma comparso nella storia occidentale, nel bacino del Mediterraneo per la precisione, è quello - violento - dell'espansionismo del più forte in danno del più debole. È un diritto dominato dall'idea del confine da custodire o, anche, da conquistare. Poi viene formulato il secondo paradigma che si presenta come alternativa al diritto imposto con la forza, e unilateralmente, da parte del signore del territorio. È la capacità che ogni uomo di buona volontà reca in sé: la capacità di impegnarsi, verso il prossimo o verso la comunità generale, a serbare una certa condotta e a mantenere gli impegni eseguendo quel che gli altri si attendono da lui avendolo riconosciuto degno di fiducia. Ne consegue che il consenso, non la forza, fonda e legittima ogni istituzione sociale, ivi compreso lo Stato o le federazioni fra Stati. Infine, i gravi conflitti religiosi che insanguinarono l'Europa tra Cinque e Seicento introdussero, quale ulteriore paradigma, il valore supremo del rispetto della vita, dell'integrità fisica e morale, dell'umanità di chi è altro da noi, del diverso. In queste pagine, una approfondita analisi di questi principi e una riflessione sull'evolversi della giustizia in Occidente. -
Fondamenti di psicologia
Storia e metodi della psicologia, rapporto tra cervello e comportamento, cosa sono e come si curano i disturbi psichici e comportamentali: una guida completa e articolata alla conoscenza della psicologia moderna, nella sua duplice, ma complementare, ramificazione in scienza dei processi cognitivi e scienza dei processi dinamici. Questa nuova edizione tiene conto dei più recenti sviluppi della ricerca psicologica in un'ottica interdisciplinare e offre un panorama articolato degli studi attuali. L'indice degli argomenti è stato arricchito dalla traduzione inglese di ciascun termine, così da facilitare la ricerca bibliografica nelle banche dati internazionali. -
La riforma degli istituti tecnici. Manuale di progettazione
La scuola italiana sta subendo una notevole trasformazione e i cambiamenti richiesti dalla riforma Gelmini interessano l'intero 'fare' della scuola: la sua organizzazione, i processi, le procedure, il sistema di coordinamento fra docenti, le modalità di progettazione e realizzazione delle attività proposte agli studenti per aiutarli a sviluppare e migliorare le loro competenze. Un volume che è insieme un'occasione di riflessione e un manuale applicativo: da un lato fa il punto sulle innovazioni introdotte dalla riforma nella scuola secondaria di secondo grado, con particolare riferimento agli istituti tecnici, e sulle ricadute sulle attività delle scuole, sia a livello organizzativo che a livello della programmazione e della erogazione del servizio formativo; dall'altro propone un percorso operativo, con i relativi riferimenti normativi e metodologici, e illustra le 'buone pratiche', tutte quelle azioni già messe in campo in diverse scuole e che possono essere considerate degli strumenti pronti per l'uso. In questa seconda parte del libro sono esposte, fra l'altro, anche le ragioni delle proposte, i vincoli normativi di riferimento, la presentazione della procedura per realizzare la 'buona pratica' e i progetti fatti da alcuni istituti. -
C'era una vodka. Un'educazione spirituale da 0° a 60°
In un periodo di floride speranze e pallide certezze, abbiamo imparato ad andare avanti grazie soprattutto a pause di riflessione annaffiate da vino, cognac, whisky freschi e poderosi, sibaritici rhum o calvados, spumose e frizzanti birre. Non ne siete convinti? Sfogliate queste pagine e cambierete idea. Sapo Matteucci vi conduce per mano in una trattazione ""pacatamente mitologica"""", perché l'alcool risulta l'elemento in cui un dio, Dioniso, ancora oggi si manifesta al meglio. E perché le occasioni per bere, e bere bene, sono tante, da quelle classiche dei bar che ancora possono dirsi tali ai salotti degli amici o a quello proprio; dal bere caotico a quello riflessivo, da quello dell'attesa a quello dello scacco o della microdisperazione. E se alzate un po' il gomito, non preoccupatevi, qui troverete degli ottimi rimedi per il giorno dopo, provati da chi scrive: alcuni sono vere e proprie fandonie, altri funzionano. Anche l'ebbrezza, del resto, vuole il suo buon governo."" -
La zavorra. Sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia
La Regione Sicilia conta 3.500 geometri e ingegneri che non hanno mai esaminato una pratica di condono; ha un parlamento regionale i cui membri si fregiano del titolo di onorevole e guadagnano quanto i senatori della Repubblica, con un bonus da 6.400 euro annui spettante agli ex deputati a titolo di aggiornamento culturale; permette che gli amministrativi vadano in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio, guadagnando una cifra fino al 108 per cento dell'ultimo stipendio; concede all'ex segretario generale di mettersi a riposo a 47 anni per accudire il papà malato e subito dopo di fargli fare l'assessore regionale; ammette che l'ex presidente dell'agenzia per i rifiuti, con i suoi 41.600 euro al mese - 1.469 al giorno -, si guadagni la palma di pensionato pubblico più ricco d'Italia. Una cifra dietro l'altra, una pagina dietro l'altra, ed ecco ricostruito nel dettaglio il caso-scandalo della Regione Sicilia a cominciare dal 1946, con la creazione dello Statuto autonomista, ai giorni nostri, non senza uno sguardo lontano (già dal Cinquecento la sede siciliana del Santo Uffizio godeva di particolari e unici privilegi). La Sicilia è di fatto la prima forma di federalismo e la più avanzata finora esistente in Italia con competenze esclusive in tema di tasse, personale, urbanistica, perfino di ordine pubblico. Una incredibile macchina che divora soldi e produce privilegi senza limiti perché mamma Regione assiste i suoi figli prediletti dalla culla. -
L' Italia contesa. Sfide politiche ed egemonia culturale
"Per vent'anni abbiamo vissuto sotto l'ala di un turbine: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo. E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione, che non fa nulla se non pasticciando, e alla fine non sembra concepire altra missione tranne la pura conservazione di se stesso e del ceto che lo controlla. Ma altre volte siamo stati capaci di riagguantare all'ultimo istante il filo della nostra storia. La posta in gioco è troppo importante per rassegnarsi, e dopotutto siamo qualcosa di più di un piccolo angolo di mondo.""""" -
Joseph Ratzinger. Crisi di un papato
"Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così 'polarizzante' non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un'elezione tra le più rapide dell'ultimo secolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine 'polarizzare'. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti"""": dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l'Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l'ebraismo; le sue frasi sull'Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna. Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore'..." -
San Francisco-Milano. Un italiano nell'altra America
"Questi dieci anni, dal mio trasloco Milano-San Francisco, nello specchietto retrovisore mi appaiono come un periodo di inaudita decelerazione dei cambiamenti. Hanno 'concentrato' due o tre ère geologiche, in una compressione del tempo. Sono arrivato a San Francisco quando sembrava che chiunque avesse un'idea legata a Internet potesse diventare milionario (se non miliardario) nel giro di chi mesi, qualche anno al massimo. L'Alitalia aveva inaugurato un volo diretto da Malpensa, ed era sempre pieno: per il pellegrinaggio di imprenditori italiani alla Mecca dell'innovazione tecnologica, la Silicon Valley. Poi arrivò il crac, il Nasdaq precipitò. Poi l'11 settembre, la mini-recessione successiva, poi la supercrisi del 2008. Ma invece di fermarsi per botte ricevute, la Silicon Valley continuò a partorire nuove idee, nuovi protagonisti della modernità. La rapidità con cui si bruciavano i miti e se ne creavano altri, è diventata ancora più vertiginosa"""". Federico Rampini racconta l'America con gli occhi dell'esploratore, misurando le differenze tra l'estremo Occidente e l'angolo di Vecchio mondo da cui proviene. Dalla grande politica ai piccoli gesti della vita quotidiana, questo libro è un itinerario culturale insolito, un diario intimo e un'appassionata dichiarazione d'amore per una città. Ma è anche una speciale guida turistica per il viaggiatore curioso che ha voglia di scoprire la West Coast andando oltre le apparenze." -
Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale
"Di recente la Cassazione italiana si è trovata a giudicare un caso di maltrattamenti in cui il marito si giustificava sostenendo di aver picchiato la moglie per educarla a diventare una brava donna di casa, esperta nella 'gestione' domestica. Suo scopo era stato quello, a suo avviso ragionevole se non meritorio, di indurre la sua compagna a osservare regole di comportamento ispirate a un modello ideale di gestione familiare. Il suo era in sostanza il fine educativo che aveva legittimato tradizionalmente l'esercizio della potestà maritale. Tale argomentazione, sostenuta in primo grado e davanti alla corte d'appello di Torino, è stata infine respinta dalla Cassazione, che ha escluso qualsiasi 'rilievo al fine educativo' nel rapporto fra marito e moglie."""" In queste pagine Marco Cavina indaga un tema di grande attualità, ricostruendo secoli di storia in cui la violenza maritale è stata prima giustificata dall'ambiente culturale circostante e poi divenuta un crimine perseguito in tutta Europa, ma la cui giustificazione è ancora fortemente radicata nel tessuto sociale. L'autore lavora su fonti dottrinali (teologi, precettisti morali, giuristi, politici), letterarie (novelle, commedie) e processuali, e le confronta con la cultura dominante nel corso dei secoli per poi esaminare gli ambiti nei quali maggiormente la violenza si è manifestata: quella correzionale diretta a educare la moglie, nel senso di farle rispettare le scelte che per l'intera 'casa' il marito riteneva di fare." -
Neuroetica. La nuova sfida delle neuroscienze
La neuroetica è l'ultima frontiera delle neuroscienze: un campo d'indagine legato agli attuali progressi delle conoscenze neuropsicobiologiche e al complesso delle loro implicazioni etiche, legali e sociali. Il termine racchiude in sé due significati: da un lato, 'etica delle neuroscienze', cioè la riflessione filosofica che riguarda il trattamento, il potenziamento e la manipolazione del cervello umano; dall'altro, 'neuroscienze dell'etica', vale a dire la possibilità di analizzare come il cervello prende decisioni, qual è la neurobiologia, ossia i fenomeni biologici del sistema nervoso che attengono alla 'credenza' e in cosa consiste il substrato neuronale della rappresentazione dei valori e della fede stessa. Questo è il primo volume della serie ""I nodi della medicina"""", dedicata ai temi cruciali della medicina di oggi, che si colloca all'interno della collana """"Storia della medicina e della sanità"""" per sottolineare come la prospettiva storica sia una premessa indispensabile per la corretta comprensione delle tematiche dibattute e per l'esatto inquadramento delle diverse prospettive di analisi dei problemi. Essa nasce principalmente con l'intento di fornire adeguati strumenti critici di discussione e per consentire un confronto aperto e articolato in una prospettiva interdisciplinare."" -
La Romagna nel Risorgimento. Politica, società e cultura al tempo dell'unità
La sfida di questa ricerca, frutto di un lavoro d'archivio imponente, è molto semplice: ha senso studiare la fase culminante del Risorgimento, cioè l'apice del processo di costruzione della nazione, all'interno di uno spazio regionale? E come tenere intrecciati i diversi piani, quello locale, quello inter-statale (con lo Stato pontificio a far da cardine, in questo caso) e quello propriamente italiano? Le risposte offerte da un gruppo di studiosi della nuova generazione sono state sorprendenti. Allontanandosi dagli stereotipi propri delle ricostruzioni celebrative del periodo liberale e fascista, le analisi si sono concentrate sulle condizioni materiali, sui difficili equilibri tra i ceti, sulla radicalità della propaganda patriottica, ma anche su tanti elementi fino a oggi trascurati, dall'ultimo viaggio di Pio IX in provincia agli effetti del colera, dalle trasformazioni indotte dall'Unità nella vita quotidiana - i pesi, le misure, le monete - al difficile radicamento delle istituzioni laiche e liberali, alle prese con una terra in bilico fra 'rossi' (i mazziniani e i garibaldini) e 'neri' (i clericali). Lo spaccato che esce da queste pagine racconta la vicenda di una provincia italiana complicata e contraddittoria, ma anche ricca d'incredibili fermenti, che toccano l'istruzione primaria, la cultura, l'ansia di affermazione di una generazione di giovani. -
Twitter factor. Come i nuovi media cambiano la politica internazionale
L'informazione nell'era di internet e dei social network, fra tv satellitari e giornalismo online, sta modificando anche la politica fra gli stati. Cosa accade al giornalismo professionale quando Cnn, Al Jazeera e BBC possono coprire alcune crisi internazionali solo attraverso il contributo - messaggi, fotografie e video - di comuni cittadini? Cosa accade alla diplomazia quando ministri e capi di stato aprono account Twitter e Facebook, ma soprattutto quando le loro pagine sono meno seguite di quelle di un blogger egiziano? Cosa accade alla politica internazionale - e alla sua narrazione - quando nel variegato sottobosco degli attori non governativi compaiono organizzazioni come Wikileaks in grado di sfidare il paradigma della segretezza nella relazione tra gli stati? Augusto Valeriani spiega e ricostruisce questo nuovo contesto comunicativo internazionale attraverso numerosi esempi e attraverso le parole di reporter, funzionari diplomatici e uomini delle Ong che si trovano di fronte nuove figure 'non professionali' con cui non è più possibile non interloquire: semplici cittadini, 'dilettanti', capaci - grazie all'ambiente comunicativo del web 2.0 - di partecipare alla definizione del 'lessico' e della 'grammatica' della politica internazionale. Una realtà che determina inevitabilmente la nascita di rapporti di competizione, ma anche di insospettabili collaborazioni: nella nuova sfera pubblica internazionale nessuno può più fare da sé. -
Pensare la sinistra. Tra equità e libertà
"Oggi più che nel passato, solidarietà, uguaglianza, lavoro sono obiettivi dai significati incerti, non conciliabili con la prassi e l'azione politica. L'immigrazione, la concorrenza internazionale, la necessità di accrescere il capitale umano e di migliorare la qualità delle istituzioni mettono quotidianamente i governi, i sindacati e i partiti di fronte a scelte difficili, spesso scambiate come compromessi necessari, ma in contraddizione con l'ideale 'vero' della sinistra, uno Stato ideale in cui esiste allo stesso tempo il massimo di equità e il massimo di benessere sociale. Le idee di giustizia e di equità devono rimanere le motivazioni fondamentali delle proposte e dei programmi della sinistra, pur sapendo che saremo sempre di fronte a scelte difficili e rinunce necessarie. Lo scopo di una sinistra moderna dovrebbe essere quello di uscire dalla perenne frustrazione di chi aspira a governare sulla base di obiettivi irrealizzabili per poi trovarsi, nel governo, a dover realizzare obiettivi pratici, senza riuscire a spiegare il nesso tra i primi e i secondi.""""" -
Taccuino sociologico
Negli ultimi decenni il ritmo del cambiamento si è accelerato e la società è andata incontro a problemi nuovi: non sembra più possibile far crescere insieme sviluppo economico, coesione sociale e qualità democratica, come si era ottenuto nei primi decenni del dopoguerra, nell'età del capitalismo organizzato. Arnaldo Bagnasco ha scelto di descrivere le trasformazioni della società in presa diretta attraverso le recensioni, le presentazioni e note critiche che lui stesso ha pubblicato nel corso degli anni, relative anche a lavori su ricercatori sociali che hanno lasciato una traccia rilevante. Si ritrovano così studi, immagini e concetti sui più influenti sociologi (ma anche economisti) contemporanei; temi come il familismo amorale, l'economia diffusa e il distretto industriale, la finanziarizzazione e l'impresa irresponsabile, la società del rischio, la modernità radicale, l'individualizzazione e l'uomo flessibile, la globalizzazione. Il libro seleziona e ricostruisce le tappe fondamentali di questo periodo, sino ad arrivare a delineare alcune ""scene del cambiamento"""", dove oggi si giocano le possibilità di nuovi equilibri: il regolamento di conti fra finanza e produzione, la riorganizzazione della produzione, il riequilibrio dei rapporti fra Stato e mercato, la riorganizzazione di economia e società nello spazio."" -
Frontiere
"Lungo le frontiere il passo è sospeso per definizione. I tempi morti del passaggio, dell'incertezza, della paura e della speranza, sono gli unici veramente vivi. Le frontiere animano lo sguardo anche nel tragico. Il naufragio coinvolge """"lo spettatore"""" lucreziano sulla terraferma, lo sottrae all'immobilità, lo costringe al confronto, al riconoscimento di sé nell'Altro. Lungo le frontiere non c'è fiction che tenga, perché la vita è clandestina, nascosta, inquieta, rischiosa. Un azzardo sempre inedito."""" (dalla Premessa di Oscar Iarussi)" -
Il commercio estero italiano 1862-1950
Questo volume ricostruisce i dati del commercio estero italiano dall'Unità d'Italia al 1950. Il ruolo del commercio estero è stato al centro del dibattito sulla politica economica nel periodo fra le due guerre; la discussione è ripresa nel secondo dopoguerra, nel rinnovato interesse per i problemi della crescita economica italiana. Sin dalla sua costituzione, il nuovo Stato si è posto l'obiettivo di registrare quanto più accuratamente possibile il proprio commercio con l'estero. Ha quindi iniziato a pubblicare annualmente volumi di statistiche. Le fonti ufficiali forniscono una mole di dati imponente - i prodotti considerati erano già centinaia nei primi anni, e il loro numero è cresciuto fino a più di tremila negli anni Venti - e di difficile utilizzo oltre che accesso. Inoltre, i criteri di rilevazione del commercio e la classificazione dei prodotti sono cambiati parecchie volte. La ricerca pubblicata in questo volume consente oggi di sfruttare appieno tutte le potenzialità delle fonti, ricostruendo serie omogenee, attraverso la riclassificazione secondo la nomenclatura internazionale SITC (Standard International Trade Code) delle oltre 6000 categorie di prodotti rilevate originariamente dalle dogane Italiane tra il 1861 e il 1950. Sono così oggi rese disponibili serie storiche continue delle importazioni ed esportazioni di merci, organizzate in classi SITC sino alla quarta cifra, da e verso i dieci principali paesi partner commerciali dell'Italia dal 1861 al 1950. -
Il castello di Rivoli
Nato nell'XI secolo come castello arroccato sulla collina sovrastante il borgo, le prime testimonianze sull'aspetto dell'edificio descrivono una struttura fortificata composta da una serie di volumi sui quali svetta una torre a pianta quadrata. Il primo grande cambiamento, voluto da Carlo Emanuele I nel XVII secolo, vide impegnati Ascanio Vitozzi e Carlo di Castellamonte in un ambizioso progetto di riplasmazione totale, ma sarà l'incontro tra il neomonarca Vittorio Amedeo II e l'architetto messinese Filippo Juvarra a mutare definitivamente la fisionomia del castello. Purtroppo la scenografica magnificenza del progetto juvarriano non riuscirà mai a vedere la luce perché nel 1734 il cantiere venne fermato e la sua storia proseguì tristemente fra alterne vicende di abbandoni, recuperi, donazioni e occupazioni fino ai giorni nostri. Il piano di recupero, ideato nel 1961 per salvare l'edificio dallo stato di degrado nel quale era stato lungamente abbandonato, diede origine a un nuovo progetto di restauro volto non più al recupero delle vestigia di un'antica civiltà, ma alla creazione di un emblematico spazio dei nostri tempi, nel quale l'antico può essere finalmente risolto attraverso le forme del contemporaneo. Da questa intuizione è iniziata, nel 1984, la seconda vita del Castello di Rivoli come sede del Museo d'Arte Contemporanea. -
La reggia di Venaria e i Savoia. Arte, magnificenza e storia di una corte europea. Catalogo della mostra (12 ottobre 2007-30 marzo 2008)
Più che un catalogo questo è un volume di studi sulla dinastia dei Savoia, ricco di saggi storici e non soltanto sull'arte sabauda. La prima grande mostra allestita dalla Regione Piemonte nel Castello della Venaria Reale, una delle più importanti tra le residenze sabaude che circondano Torino e che diventerà un centro internazionale per il restauro dell'arte, è incentrata proprio sulla storia dei Savoia. Un volume che affronta lo sviluppo delle corti e delle dinastie europee e i mille anni di storia dei Savoia (passando in particolare da Vittorio Amedeo II a Carlo Emanuele III e a Vittorio Amedeo III), l'evoluzione dell'architettura e dell'urbanistica e la costruzione della «Corona di delizie» e in particolare di Venaria Reale, la storia dell'arte in Europa fra Cinquecento e Settecento e il collezionismo e la magnificenza della corte sabauda, e che infine fornisce il resoconto dei restauri strutturali e conservativi avvenuti nella Reggia di Venaria Reale. Il libro, destinato a fare il punto degli studi internazionali sull'età barocca, si affianca ai recenti titoli pubblicati da questa società editrice su Venaria Reale, la Galleria Sabauda, Palazzo Madama, Villa della Regina, la Biblioteca e l'Armeria Reale, il Castello di Rivoli e alle diverse monografie sui singoli artisti attivi nel Seicento e Settecento in Piemonte. -
La Galleria Sabauda. L'Accademia Albertina
Il 2 ottobre 1832, nel giorno del compleanno di Carlo Alberto, inaugurava nelle sale del piano nobile di Palazzo Madama la Reale Galleria di Torino, fondata dallo stesso sovrano con il programmatico intento di ""servire all'incremento delle Belle Arti"""". In essa confluiva il lungo lavoro di riordino delle collezioni reali che, avviato durante il regno di Carlo Felice, era terminato nell'allestimento del nucleo originario di 364 dipinti. Passata nel 1860 alle dipendenze del Ministero della Istruzione Pubblica con il titolo di Regia Pinacoteca Nazionale, trasferita nell'attuale sede del Palazzo dei Musei nel 1865, e infine ribattezzata con l'odierna denominazione nel 1932, in occasione del suo primo centenario, la Galleria Sabauda offre oggi al visitatore un allestimento guidato dai criteri più aggiornati della storiografia museale, in un percorso che sottolinea le origini e lo sviluppo delle sue collezioni. Nel 1833 ancora Carlo Alberto donava all'Accademia di Belle Arti il palazzo che sorgeva nell'""""isola di San Francesco"""", e riuniva sotto il nome di Regia Accademia Albertina le diverse scuole fino allora divise tra Università, Accademia delle Scienze ed ex convento di San Francesco da Paola. La Regia Galleria dell'Accademia Albertina nasceva quindi fra le mura del complesso accademico, grazie alla donazione della quadreria di Vincenzo Maria Mossi di Morano e dei Cartoni cinquecenteschi.""