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Notturno Avana. Mafiosi, giocatori d'azzardo, ballerine e rivoluzionari nella Cuba degli anni cinquanta
L'Avana, oggi. Imponenti alberghi, sfarzosi o in rovina, ricordano la grandezza dell'impero eretto dalla mafia dopo la Seconda guerra mondiale, quando, con in tasca la complicità del governo del Presidente Fulgencio Batista, Charles ""Lucky"""" Luciano e Meyer Lansky posero gli occhi su L'Avana. In poco tempo Lansky, l'ebreo americano, trasformò L'Avana nel paradiso dell'illegalità: gioco d'azzardo, grandiosi numeri di varietà, performance a base di mambo e sesso attiravano turisti da tutto il mondo, soprattutto dall'euforica America postbellica. Mentre ballerine svestite camminavano per strada e artisti come Frank Sinatra si esibivano sul palco dell'Hotel Nacional, Cuba covava sulle colline i germi della Rivoluzione. Il giovane avvocato Fidel Castro Ruz e il medico argentino Ernesto """"Che"""" Guevara cospiravano per rovesciare il regime di Batista. E con il """"Manifesto della Sierra Maestra"""", il Movimento di Castro si dichiarò nemico giurato della mafia cubana. Sarebbe stata guerra all'ultimo sangue. """"Notturno Avana"""" svela una storia mai raccontata. Attraverso interviste agli ultimi testimoni, filmati inediti e fonti d'archivio, ricostruisce lo scontro militare, politico e culturale, tra la Cuba della mafia e della dissolutezza e quella della Rivoluzione. T. J. English riavvolge il nastro della memoria fino agli anni cinquanta, e con il sapore del romanzo e la veridicità di un'inchiesta rida vita al quadro cangiante e autentico della Cuba di mezzo secolo fa."" -
L' ultima campagna. Robert F. Kennedy e gli 82 giorni che ispirarono l'America
La notte fra il 4 e il 5 giugno del 1968 il senatore dello stato di New York Robert F. Kennedy fu colpito a morte nel corridoio delle cucine dell'Hotel Ambassador a Los Angeles. Aveva appena concluso il discorso di ringraziamento per la vittoria delle primarie in California. Era a pochi passi dall'elezione alla presidenza degli Stati Uniti. La parola chiave della sua campagna era stata Hope, speranza. Per curare le ferite di un'America afflitta da tre anni di guerra in Vietnam, da discriminazioni e scontri razziali, da una povertà estrema tenuta nascosta. Speranza in una nuova guida morale per tutto il pianeta. Attorno a Bob Kennedy si erano strette le minoranze etniche e le categorie sociali più povere: chicanos, nativi americani, coltivatori del delta del Mississippi... Per gli afroamericani era la promessa del riscatto. Che cosa aveva fatto Kennedy negli 82 giorni della sua campagna elettorale? Chi era l'uomo a cui l'America guardava con speranza? Che cosa univa quella catena di persone in lutto che, per più di quattrocento chilometri, accompagnò il treno che trasportava la sua salma? Nel rispondere a queste domande, Thurston Clarke ricostruisce le primarie americane del '68, intervista amici, collaboratori, testimoni. Restituisce la figura di un uomo che in quei giorni diede il meglio di sé, che fu riconosciuto dagli elettori come un politico buono e onesto. L'epigono che in sé racchiudeva i destini del fratello John e di Martin Luther King. -
Aut aut. Vol. 339: Altre afriche.
"Aut aut"""" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche." -
Aut aut. Vol. 340: La medicalizzazione della vita.
"Aut aut"""" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche." -
FQP. Filosofia e questioni pubbliche (2008). Vol. 1
Sempre più nel mondo contemporaneo la differenza culturale si fa particolarmente evidente nell'ambito delle questioni di genere. I modi di vita, i diritti e la condizione delle donne sono il segno distintivo di differenti culture e paradigmi, e costituiscono un caso sempre difficile, che unifica religioni anche diverse e separa culture anche simili. In questo numero, la questione viene affrontata con uno sguardo al mondo islamico e da una prospettiva multidisciplinare. Le autrici di queste pagine si muovono dallo sfondo teorico alle questioni più dettagliate. Il femminismo islamico e i paradigmi della differenza cuilturale sono posti al centro della scena: casi concreti, come il velo e l'infibulazione, vengono visti tramite le lenti della migliore teoria. L'impegno politico-sociale viene fortificato e reso ampio dalla prospettiva teorico-culturale. -
La paura degli uomini. Maschi e femmine nella crisi della politica
La paura degli uomini o quella che i maschi incutono quando si abbandonano alla violenza in guerra, per strada o tra le pareti domestiche. Ma è anche, forse soprattutto, la paura che provano gli uomini stessi di fronte all'evidente crisi di autorità che stanno vivendo. Politica e democrazia non sono mai state così deboli, le istituzioni economiche e finanziarie hanno perso credibilità con il crac dei mutui e delle banche. Tutti mondi ad assoluta predominanza maschile che ora sembrano sgretolarsi. La ""questione"""" oggi, dunque, è quella """"maschile"""", anche se non è affatto scontato che i protagonisti lo riconoscano... E le donne? Si dividono tra quante incassano la vittoria e si preparano a ricoprire ruoli di prestigio e quante guardano oltre. Perché, come dicono gli autori, """"il femminismo non si è mai prefisso di far ottenere un posto di potere a una donna. Il femminismo desidera altro""""."" -
Aut aut. Vol. 341: Abdelmalek Sayad. La vita dell'immigrato.
"Aut aut"""" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche." -
Aut aut. Vol. 342: Basaglia a Colorno.
Questo numero della rivista ""Aut aut"""" presenta gli articoli di: Franco Rotelli, Peppe Dell'Acqua, Mario Tommasini, Giovanna Gallio, Vincenzo Tradardi."" -
Aut aut. Vol. 344: Judith Butler.
Questo numero della rivista ""Aut aut"""" presenta gli articoli di: Sergia Adamo, Adriana Cavarero, Pier Antonio Rovatti, Judith Butler, Giovanni Leghissa, Raoul Kirchmayr, Davide Zoletto."" -
Londra chiama. Otto scrittori raccontano la loro metropoli
Londra chiama: otto scrittori rispondono. La Londra multietnica e multiculturale, la città-mondo, è anche la metropoli che ha conosciuto nel 2005 il terrorismo islamico, e che dopo il «seven-seven» è diventata il luogo più sorvegliato della Terra. Spettatrice della fine del blairismo e delle certezze di un modello culturale progressista, è anche la città dove le intelligenze sono capaci di mobilitarsi contro le degenerazioni delle leggi antiterrorismo. Londra, che ha visto la City in ginocchio dopo la crisi finanziaria, assiste alla rivoluzione urbana che la porterà all'appuntamento con le Olimpiadi del 2012. Ma, oggi come sempre, Londra in piena mutazione batte il tempo. E i suoi autori più intensi ne seguono il ritmo. Attraverso le interviste di Valentina Agostinis, otto scrittori, londinesi di fatto, dimostrano che si può far letteratura senza mai perdere di vista l'orizzonte sociale della propria metropoli, l'ingrediente speciale che rende uniche le loro opere. Nelle pagine di Londra chiama prendono forma i Peter Pan della middle class progressista di Nick Hornby, i tortuosi percorsi metropolitani del «quasi inglese» Hanif Kureishi, la Brick Lane di Monica Ali, le esplorazioni «psicogeografiche» di Iain Sinclair e di Will Self, i british-asian di seconda e terza generazione di Gautam Malkani, le minacce della globalizzazione finanziaria di Hari Kunzru. E i plumbei paesaggi suburbani di James G. Ballard. -
Mala storie. Il giallo e il nero della vita metropolitana
Questo libro raccoglie i pezzi di cronaca di Piero Colaprico usciti sulla Repubblica negli ultimi venticinque anni. Pezzi di cronaca che sembrano racconti gialli o neri, fatti che l'occhio dell'autore trasforma in storie. Mala storie è un libro di colori. C'è il grigio dell'asfalto, il giallo delle gru, il rosso del sangue. È un libro di odori, e si sente l'odore della metropoli. È un libro di persone, o di personaggi. Anzi, è un libro di persone che sembrano personaggi e che per le strade della città ammazzano per gelosia, per vendetta o per un po' di cocaina. Che lo fanno con una Skorpion calibro 7.65, con un pugnale o con la sola forza delle mani. Di giorno in pieno centro, o in periferia a notte fonda. Un boss della malavita come Angelo Epaminonda, un infermiere che uccide i pazienti per vendere le segnalazioni alle pompe funebri, un serial killer - ""il purificatore"""" - che ammazza perché il mondo è malato """"e per ripulirlo dobbiamo morire"""". E poi ancora: commissari e investigatori, che fanno indagini e che prima o poi, magari, le risolvono."" -
Avanti Po. La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse
Uno lo chiamano ""cocomero"""" perché dicono che fuori è verde, ma dentro è rosso. Un altro è orgoglioso del passato nel Pci ed è convinto di proseguire, da leghista, il lavoro del nonno partigiano. La Lega Nord sale nei voti e scende lungo la penisola, ben al di sotto del Po, in quelle che da sessant'anni venivano chiamate """"regioni rosse"""". Avanti Po"""" è il ritratto dell'Italia centrale fatta di borghi e città, con crolli improvvisi nel consenso finora monolitico della sinistra, di giovani che credono che il futuro sia Bossi e sindaci che vietano il velo. È una panoramica tra attività politica sul territorio (due bacheche, un gazebo e molte strette di mano) e i tanti elettori convinti dalla tv o per sentito dire. Tra gente che odia Berlusconi e perciò vota Lega e comuni dove i leghisti governano col Pd. Così, mentre la Toscana ha mandato nel 2009 da Prato a Bruxelles il suo primo eurodeputato leghista e la """"razza appenninica"""" garantisce roccaforti lungo tutto il crinale, le elezioni regionali del marzo 2010 rappresentano la nuova sfida per il grande balzo a Sud del partito del Nord. Prefazione di Enrico Deaglio."" -
Costruire cittadinanza. Solidarietà organizzata e lotta alla povertà. Undici esperienze europee
Povertà ed esclusione sociale sono in aumento anche nelle società avanzate. Già prima che la recessione aggravasse il problema, era cresciuto il numero di chi aveva perso il lavoro, i legami familiari, la casa, di chi era stato abbandonato anche dalle istituzioni pubbliche. S'impone la ricerca di nuove vie per la reintegrazione sociale di queste persone, combinando accoglienza e sostegno, emancipazione e avvio all'autonomia. ""Costruire cittadinanza"""" esplora in diversi contesti metropolitani, sul piano nazionale ed europeo, le pratiche con cui prende forma la """"costruzione dei cittadini"""". Il progetto è nato nelle stanze della Casa della carità di Milano - luogo di accoglienza e reinserimento guidato da don Virginio Colmegna - dall'idea di un'equipe di sociologi e operatori sociali. Questi studiosi hanno rivolto la loro attenzione alle organizzazioni della società civile a vocazione solidaristica, persuasi del ruolo fondamentale di queste organizzazioni nel costruire ponti tra inclusi ed esclusi, nel mobilitare energie e sensibilità verso obiettivi di lotta alla povertà. Nel corso della ricerca sono stati analizzati i casi di cinque centri stranieri operanti nei contesti metropolitani di Barcellona, Berlino, Londra, Parigi, Varsavia, e di cinque realtà italiane, distribuite sul territorio nazionale: Bologna, Napoli, Palermo, Roma, Torino."" -
Aut aut. Vol. 347: Web 2.0. Un nuovo racconto e i suoi dispositivi.
Questo numero della rivista ""Aut aut"""" presenta gli articoli di: Carlo Formenti, Geert Lovink, Mathieu O'Neil, Stefano Rodotà, Stefano cristante, Nello Barile."" -
Non è il paese che sognavo. Taccuino laico per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Colloquio con Alberto Orioli
Chi tiene alto lo sguardo oggi? Dove sono i valori che hanno guidato i patrioti del Risorgimento prima e i padri costituenti poi? A 150 anni dall'Unità d'Italia il presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, guarda all'Italia di oggi... Eppure, per il presidente, l'Italia resta uno straordinario paese, nato dalla lingua di Dante, creato dal sogno visionario di un manipolo di eroi diventato popolo; lo stesso popolo che ha ritrovato il suo orgoglio nella lunga corsa a ostacoli verso l'euro. L'Italia è il paese del Risorgimento e della Resistenza. L'Italia è diventato il paese della politica senza valori e senza ideali; della degenerazione dell'etica pubblica e della convivenza civile. Del declino economico, delle ideologie secessioniste. Degli scandali, dei conflitti personali inconcludenti e dei conflitti d'interesse mai conclusi. Un'intensa confessione davanti al camino, un bilancio, un taccuino laico per i 150 anni del nostro paese: in questo colloquio con Alberto Orioli, Carlo Azeglio Ciampi rivela le sue speranze per il futuro. E le sue delusioni. Perché questo non è il paese che sognava. -
Souq 2010. Governare confusioni urbane
Dalle metropoli occidentali alle bidonville del Sud America, dalle città-fantasma dell'Africa alle trafficate strade di Mumbai, oggi più che mai le realtà urbane appaiono come un groviglio inestricabile di identità, fenomeni sociali, forti contraddizioni interne. Come un organismo attraversato da energie opposte e divergenti, la città ostenta ricchezza e produce povertà, promette benessere ed esibisce scenari di scoraggiante miseria. La città attira e respinge, aggrega e divide, mostra e nasconde. La città cura, conforta, guarisce. La città è fonte di gravissime sofferenze e malattie, che colpiscono spesso i soggetti sociali più deboli. È questo il nucleo attorno al quale orbitano le attività di Souq (Centro Studi Sofferenza Urbana), che a livello nazionale e internazionale propone iniziative e interventi concreti sul campo. Questo libro costituisce il primo annuario del centro di studi e raccoglie i risultati di approfondite ricerche sul disagio mentale legato a situazioni di vulnerabilità sociale (povertà, alcolismo, tossicodipendenza, sieropositività) in contesti particolari come il Sudafrica, il Cile e l'India. Strumento di ricerca e stimolo per ulteriori riflessioni, il volume ci introduce in una realtà spesso taciuta e trascurata, che il più delle volte si consuma nell'indifferenza generale. -
Festival e funerali. Dai costumi ai malcostumi. Una storia italiana
Si può fare così la storia d'Italia. Scoprendo ogni giorno il fatto che accade. Sedendo in prima fila e guardandosi intorno. Ascoltando. Catturando. Registrando gli eventi quotidiani con gli occhi curiosi della cronista ironica. Raccontando, attraverso i suoi occhi e la sua mano, una storia, scritta al presente, che diventa Storia. Una storia italiana. Una storia italiana fatta di stelle che splendono, spendono, spandono e si spengono. Divi che fioriscono, sfioriscono, appassiscono; si sposano, sperano, si disperano. Donne che fanno le maestre, le commesse, le operaie. Una storia italiana. L'Italia della moda. Delle gonne che si accorciano, si allungano, si stringono, soffocano il ginocchio, lo liberano. Dei corpi. Dei seni che si gonfiano, si sgonfiano, si nascondono nei push up. Dei visi angelicati, indemoniati, plastificati. Delle sfilate. C'è silenzio lì, tra la folla. Tutti aspettano le modelle, con i loro abiti. Tutti aspettano di sapere come dovranno vestirsi, trasformarsi, camminare domani, oggi pomeriggio. Tra un'ora. Sfilano in passerella le modelle. C'è silenzio sacrale. C'è l'applauso finale. Allora: saremo tutti vestiti di viola. Sfilano, tra queste pagine, grandi attori, attorucoli e comparse. Rockstar, stilisti e affaristi. Ereditiere di Milano, contadine di Ravenna e domestiche di Genova. Le lunghe estati calde in Riviera, gli amori nascosti, gli amori annunciati, gli amori finiti. -
Il principe inesistente. La vita e i tempi di Machiavelli
Una sera d'inverno del 1513 una figura indistinta s'avviava verso una modesta casa signorile a Sant'Andrea in Percussina, a pochi chilometri da Firenze. Si era levata in piedi dalla panca della taverna, aveva scansato carte e dadi, e fatto un cenno di saluto con la mano. Era Niccolò Machiavelli, oppresso dalla condanna al confino che il gioco non bastava a fargli dimenticare. Poco più di un anno prima era stato protagonista della scena politica fiorentina, ma al rientro al potere dei Medici la Fortuna gli aveva voltato le spalle. Il brusco cambio di regime lo aveva privato dell'impiego. Il suo presunto coinvolgimento in una congiura antimedicea gli era costato la tortura, il carcere e il confino. Gli rimaneva ora una sola missione da compiere: tornare nelle grazie della famiglia più potente di Firenze. Lo avrebbe fatto chinandosi ogni sera sulla scrivania del suo studiolo, dopo aver indossato con riguardo i panni curiali. Avrebbe preso in mano la penna, l'avrebbe intinta nell'inchiostro e avvicinata alla pagina scura per l'ombra del capo. Scrisse ""Il principe"""" dedicato a Lorenzo de' Medici, nipote del Magnifico: non voleva passare alla storia, voleva solo riottenere il suo posto nella Cancelleria fiorentina. Qualsiasi impiego andava bene, anche """"rotolare un sasso"""" per la dominante famiglia dei Medici. Un Machiavelli umanissimo prende vita nelle pagine del """"Principe inesistente"""", suo ritratto fedele che rovescia l'immagine algida di genio politico."" -
Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri
Quelle foto di Stefano Cucchi. Quel corpo prosciugato, quella maschera di ematomi sul viso, un occhio aperto, quasi fuori dall'orbita. Quella morte di Federico AJdrovandi, quel giovane riverso a terra, le mani ammanettate dietro la schiena, esanime. Quelle urla di Giuseppe Uva, dentro la caserma dei carabinieri di Varese. Quelle sue foto col pannolo-ne da adulto incontinente, imbrattato di sangue. Quelle facce gonfie, viola, i rivoli di sangue. E tutte le altre storie, rimaste ignote, oppure richiamate da un trafiletto di giornale, e già dimenticate. Giovanni Lorusso, Marcello Lonzi, Eyasu Habteab, Mija Djordjevic, Francesco Mastrogiovanni. E molti altri. In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, alcuni no. E si muore durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. Dietro le informazioni istituzionali spesso c'è un'altra storia. Un uomo che muore in carcere è il massimo scandalo dello Stato di diritto. ""Quando hanno aperto la cella"""" ce lo racconta. Luigi Manconi e Valentina Calderone ascoltano, raccolgono e portano alla luce storie di persone, spesso giovani, che entrano nelle carceri, nelle caserme e nei reparti psichiatrici e ne escono morte. In ognuna di queste morti, la morte dello Stato di diritto. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky."" -
Il volo oscuro del tempo. Memorie di un editore poeta. 1936-1987
Carlos Barral poeta, intellettuale, militante antifascista, editore. Dagli anni cinquanta, la Seix Barral, la casa editrice da lui rifondata, fu protagonista del rinnovamento culturale della Spagna, aprendo coraggiosamente una breccia nel regime franchista. Il piccolo editore barcellonese lanciò una nuova generazione di romanzieri spagnoli e fu all'origine del boom del romanzo latinoamericano, con la rivelazione di Mario Vargas Llosa. Conquistata la fama internazionale, Barral diventò un simbolo di impegno civile e libertà di pensiero, oltre i confini europei. Da Francoforte all'Avana, da Milano a Parigi, il suo intuito geniale, il fascino innato e la vitalità trascinante scuotevano il mondo culturale dell'epoca. Con l'Italia, specialmente, intessé una fitta trama di corrispondenze letterarie e affinità editoriali. In questo libro il corso naturale dei ricordi, guidato da una ""metodica inesattezza"""", lascia emergere l'adolescenza di Barral, la prima giovinezza a Barcellona, l'esperienza editoriale, i memorabili incontri con i protagonisti della cultura e della politica. Da autentico poeta e scrittore, attività che ha amato e intensamente coltivato, Barral nelle sue memorie ha saputo condensare non solo la propria vita, ma l'affresco di un'epoca storica e di una civiltà letteraria.""