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Copia-e-incolla
"Tom, me ne vado, ma non ti lascio. Tu continua pure come sempre. Con amore, Hayley"""". È questo il messaggio che Tom, trentenne londinese, trova la sera del 12 giugno, la sera in cui scopre che la sua ragazza non c'è più, ma non lo ha lasciato. Che cosa significa? Hayley se n'è andata oppure no? Tornerà? Quando? E cosa diavolo dovrebbe fare lui nel frattempo? Ansioso di trovare risposte, Tom si mette sulle tracce di Hayley. E nel farlo si imbatte in un eccentrico gruppo di persone che hanno deciso di risolvere i loro problemi esistenziali dedicandosi a un hobby tanto insolito quanto contagioso. Un attimo dopo si accorge di essere pedinato, ma non sa da chi. E poi rischia di perdere il lavoro in radio quando, con tutta Londra in ascolto, dimentica il microfono acceso durante una conversazione privata decisamente imbarazzante. Ma per Tom l'importante è capire cosa sta succedendo alla sua vita e chi sono le persone che gli stanno intorno. Chi è Hayley in realtà? E chi è quella ragazza carina che lo segue al supermercato? E perché, quando si ha un problema, non si può semplicemente trovare qualcuno che l'abbia già risolto e fare un bel copia-e-incolla?" -
Un regalo che non ti aspetti
A Gerold Plassek piacciono le cose semplici. Lavora come giornalista per un quotidiano freepress, dove si occupa, senza troppe ambizioni, di cronaca locale. E trascorre gran parte del suo tempo da Zoltan, il bar sotto casa diventato ormai una specie di prolungamento del suo salotto. Una vita facile, basata su tre principi cardine: faticare il meno possibile, stare nell'ombra e trincerarsi dietro a una rassicurante routine. Quando un'ex fidanzata gli chiede di occuparsi per qualche mese del figlio quattordicenne Manuel, Gerold è tutt'altro che felice. Avere un adolescente tra i piedi mina il suo equilibrio, tanto più che la donna gli confessa senza troppi preamboli che il figlio è anche suo. Ignaro di tutto, Manuel passa i suoi pomeriggi nell'ufficio del padre, che si finge indaffaratissimo... a far niente. Ma un giorno la situazione si complica. Dopo l'uscita di un articolo di Gerold su un rifugio per senzatetto, il centro di accoglienza riceve una donazione anonima. Nella busta, diecimila euro e il ritaglio del giornale. La stessa cosa si ripete a ogni pezzo successivo, tanto che, da sconosciuto giornalista, Gerold diventa suo malgrado sempre più popolare. Ma chi è il misterioso benefattore? Che motivazioni ha? E Manuel e Gerold, uniti da questa impresa, riusciranno a dargli un volto? -
L' uomo è un grande fagiano nel mondo
Un uomo attende il passaporto che gli permetterà di emigrare. Nel tempo bloccato dell'attesa conta i giorni. Il luogo è un villaggio della minoranza tedesca in Romania e il tempo sono gli ultimi anni prima della caduta del regime di Ceausescu. Molti inutili sacchi di farina costa al mugnaio Windisch la speranza di poter abbandonare il paese ed emigrare in Germania. Ma solo quando sua figlia Amelie accetta di compiacere le voglie del parroco e del poliziotto i passaporti, finalmente, arrivano. Squarci di una luce brutale raccontano questo tempo di attesa sovrastato dall'immagine del fagiano, con le sue ali così inette al volo, che in rumeno è a sua volta immagine della creatura umana irretita nel fatale impaccio della vita. -
Sette anni di felicità
Negli ultimi sette anni, Etgar Keret ha avuto molte ragioni per stare in pensiero. Suo figlio Lev è nato nel bel mezzo di un attentato terroristico a Tel Aviv. Suo padre si è ammalato. Tremende visioni del presidente iraniano Ahmadinejad che lancia invettive antisemite lo perseguitano. E Devora, l'implacabile venditrice di un call center, sembra determinata a seguirlo anche all'altro mondo. Con un'ironia fulminante e la sua speciale capacità di cogliere del buono dove meno te l'aspetti, Keret si muove con disinvoltura tra il personale e il politico, il faceto e il terribilmente serio, per raccontare i suoi ultimi sette anni a Tel Aviv: un condensato di vita, humour ed emozione. -
Cari mostri
Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell'orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l'angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa è fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri. E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge, una creatura misteriosa che semina panico e morte, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. Stefano Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l'immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre menzogne. -
Lezioni d'amore per amanti imperfetti
Annie ha due pesci rossi: Harry e Sally, come i protagonisti del celebre film. È fissata con le commedie romantiche, che l'hanno convinta che esista un lieto fine per tutti. Ed è abilissima a dare consigli agli altri, soprattutto in campo amoroso. Agli altri, ma non a se stessa, dato che la sua vita sentimentale è un disastro. Sessuologa di successo, persuasa che quel che succede in camera da letto non debba restare confinato lì dentro, Annie incoraggia i propri pazienti a confidarsi apertamente e li aiuta a imparare l'alfabeto del corpo e dell'amore. Così, nel suo piccolo studio accogliente, riceve coppie come Julia e Nick, alla disperata ricerca di un figlio che tarda ad arrivare, creando tensioni e insoddisfazioni. O Zoe e Simon, due giovani innamorati che vogliono prepararsi al meglio prima del matrimonio. O Linda e Ray, troppo presi dalla famiglia e dal lavoro, tanto che nel corso degli anni hanno perso slancio e intimità. Riusciranno questi amanti ""imperfetti"""" a rimettersi in carreggiata? E come mai, se Annie è così brava con le vite degli altri, con la propria è una frana? Seduta dopo seduta, Zoe, Simon, Julia, Nick, Linda e Ray si conosceranno e diventeranno amici, lasciando da parte inibizioni e paure e riportando la passione nelle loro vite. Mentre pian piano anche Annie capirà che forse è arrivato il momento di aprirsi a nuovi incontri."" -
Le vedove del giovedì
Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, ""le vedove del giovedì"""". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita """"perfetta""""."" -
Onora il babbuino
Che sappiamo, di Cardo? Che è figlio degli anni sessanta e di un carabiniere emigrato nella periferia di Torino con il bozzo per la legge. E che, fin da subito, decide che la vita se la vuole guadagnare a modo suo. Molto altro non ci è dato sapere. È sfuggente. È furbo, misterioso, quasi saggio. E infatti ci mette poco a conquistarsi sul campo la fama di Re del suo folle carrozzone di emigrati e sbandati, di bar scalcagnati e carrozzerie arrugginite, di puttane, di cinesi e di negri. A proteggerlo ci sono i suoi ragazzi e c'è Kira, l'enorme leonessa che regna in giardino e non mangia mai meno di cinque chili di carne al dì. Tra donne belle e ballerine sgraziate, tra gioco d'azzardo e azzardi irripetibili, droghe pesantissime e ancora di più, Cardo riesce nel miracolo di rimanere sempre in piedi, come un malandrino d'altri tempi, accompagnato da Sergio, Sancho Panza fidato e maldestro. Una cosa però, su di loro, la sappiamo: stanno architettando l'ultimo grande colpo della vita, quello che sistema tutti. Per il resto, da Cardo aspettiamoci solo sorprese e colpi di scena che, pagina dopo pagina, stupiranno noi e forse Cardo stesso. Nessuno, mai, è al sicuro. Con verve comica, infilando la realtà dentro una taglientissima voce ironica, Michele Dalai riesce nell'esito di piazzarci davanti agli occhi l'essenza dell'espediente, e di dare una faccia a quel mimetico sottobosco criminale che vive a pochi metri da noi, tra noi, da sempre. -
La linea verde. Giallo a Gerusalemme
Da una parte, i palestinesi. Dall'altra, gli israeliani. In mezzo, un muro in costruzione e le ricerche di una giovane e ambiziosa giornalista americana, Susan Foster. Grazie al suo mentore e caporedattore, Susan ottiene l'incarico di corrispondente da Gerusalemme ed entra così in contatto con le profonde contraddizioni della Città Santa e di quella terra bellissima e maledetta che fa da teatro al conflitto israelo-palestinese. Catapultata in una realtà ambigua e feroce, sembra trovare un po' di stabilità quando inizia una relazione con un collega, ma l'illusione di armonia dura poco. Tra i vicoli polverosi della Città Vecchia e lungo la linea verde del confine tra Israele e Cisgiordania, c'è chi si batte per un processo di pace, ma anche chi è disposto a tutto pur di proteggere quello in cui crede, con mezzi leciti e illeciti. Il gioco si fa sempre più grande, troppo grande per Susan: la destra sionista, Hamas, il Mossad e gli scandali della corruzione. Ben presto la giovane si trova coinvolta in oscure trame di potere che, in un crescendo di colpi di scena, la spingeranno ad adoperarsi con sempre più veemenza per denunciare gli orrori a cui assiste. Fino forse a intravedere, non senza aver pagato un caro prezzo, un debole raggio di speranza. -
L' intenso calore della luna
Dopo aver dedicato la sua vita alla famiglia ed essere stata talmente assorbita dall'educazione dei figli e dalla carriera del marito Fernando, un chirurgo di alto livello, da aver messo nel cassetto tutti i suoi sogni (non ultimo quello di una laurea in Medicina), la bella Emma giunge alla soglia dei quarantotto anni ritrovandosi sola nella grande casa di famiglia: senza la compagnia dei figli ormai grandi e senza l'intimo coinvolgimento che un tempo la legava al marito. Ma ecco che un incidente mette Emma in contatto con una realtà nuova e riaccende in lei la fiamma della sensualità e della passione. -
Due biglietti per la felicità
In una fredda domenica invernale, mentre una tempesta di neve avvolge Villerude-sur-Mer, una piccola stazione balneare sulla costa atlantica della Francia, un uomo e una donna varcano la soglia del cinema Le Paradis. La domenica è giorno di cineforum e il vecchio proiettore scricchiolante mostra sullo schermo le immagini in bianco e nero di Jean Gabin. Ma Antoine è distratto. Qualcuno in sala ha catturato la sua attenzione: una donna minuta, dal profilo delicato e i lunghi capelli rossi, una figura che sembra riemergere direttamente dalla sua infanzia. Capace di far funzionare qualsiasi congegno tranne la propria vita, Antoine è un abile meccanico tuttofare, un timido che sogna di diventare un eroe. La donna, invece, è Rose, violoncellista di talento in fuga dalla notorietà. Mentre il cinema Le Paradis rischia la demolizione e il paese spera in un piccolo miracolo, Antoine e Rose saranno i protagonisti di una grande avventura, un'impresa epica che vede coinvolti un Jack Russell di nome Nobody, Bach, due bambini su una spiaggia bianca, una vecchia cassaforte e delle luci difettose che lampeggiano ogni volta che qualcuno si avvicina a ciò che più desidera... -
Piccoli colpi di fortuna
Dopo vent'anni, una donna torna da dove era scappata in seguito a una terribile disgrazia. Ma quella che torna è una donna diversa. La sua figura, gli occhi, persino la voce sono diversi. Neanche il suo nome è più lo stesso. La riconoscerà chi la amava all'epoca? Lui la riconoscerà? Mary Lohan, Marilé Lauría o María Elena Pujol - quella che è, quella che era, quella che è stata a volte - torna nei sobborghi di Buenos Aires dove vent'anni prima aveva una famiglia e dove aveva vissuto fino a quando ha deciso di scappare. Ancora non capisce perché ha accettato di tornare al passato che si era proposta di lasciarsi alle spalle per sempre. Però, mentre lo capisce, tra incontri attesi e inaspettate rivelazioni, capirà anche che a volte la vita non è né destino né casualità e che forse il suo ritorno non è altro che un piccolo colpo di fortuna. -
Rosso nella notte bianca
Valtellina. Novembre 1994. Il settantenne Ulisse Bonfanti attende Mario Ferrari davanti al bar e lo ammazza a picconate. E, alla gente che accorre, dice di chiamare i carabinieri, che vengano a prenderlo, lui ha fatto quello che doveva. Erano quarantotto anni che Ulisse mancava da quei monti. Dopo avere lavorato tutta la vita con la madre Giuditta in una fabbrica tessile della Valsusa, è tornato e si è rifugiato nella vecchia baita di famiglia, o almeno in quel che ne è rimasto dopo un incendio appiccato nel 1944. Non un fiato, non un filo di fumo, non una presenza tutto intorno. In questo abbandono, tormentato da deliri e allucinazioni, Ulisse trascorre l'ultima notte di libertà: riposa davanti al camino, cammina nei boschi, rivive la tragedia che ha marchiato la sua esistenza. Dimenticato da tutti, si rinchiude come un animale morente in quella malga dove nessuno si è avventurato da decenni. I ricordi della povertà contadina, della guerra, della fabbrica, delle tragedie familiari, si alternano in una tormentata desolazione. Una desolazione che nasce dal trovarsi nel paese dove, nel 1946, è morta la sorella Nerina. È la stessa Nerina a narrare quanto accaduto. Uno di fronte all'altra, la neve sullo sfondo, Ulisse e la giovane sorella si raccontano le verità di sangue che rendono entrambi due fantasmi sospesi sul vuoto della Storia. -
Era mia madre
Parigi. È qui che la passione per la danza ha condotto Alice, acrobata di un'esistenza precaria come la maggior parte dei suoi coetanei: la generazione senza futuro, quella immersa in un eterno presente che si sente derubata da chi l'ha preceduta. Il suo vivere fuori squadra e senza radici è in parte anche una sfida alla madre - insigne grecista, docente universitaria, alle spalle brucianti passioni politiche e un presente di dolenti disillusioni -, da sempre convinta che l'unico antidoto al caos e alle brutture del mondo è la bellezza; che ci si può considerare vivi fino a quando ci si lascia sopraffare dalla nuda poesia dell'esistenza. Dopo uno scontro feroce, la accompagna alla stazione e, mentre un giovane pianista ""di strada"""" sta suonando con mani incerte una semplice melodia, la madre si accascia. A Napoli, dove la riportano in coma, quel corpo diventa per Alice uno scrigno di memoria e un enigma, a ogni nuova scoperta - sorprendenti segreti e impensate fragilità una figura sempre più mutevole e cangiante. Il ritorno a Napoli coincide per lei con il ritorno nella casa della sua infanzia, dove è costretta a una difficile convivenza con il padre, chiuso in una scontrosa solitudine. Iaia Caputo scava nel cuore di una figlia per arrivare al grande cuore di sua madre, per ripercorrere la catena dei giorni e dell'accadere, perché capita che infine sia il dolore che insegna l'arte di vivere."" -
La natura esposta
Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C'entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d'azzardo e una volontà di imitazione. -
Tanti baci dalla Mesmenia
Un annuncio di lavoro improbabile. Alcuni rudimenti di mesmeno. Molta faccia tosta... et voila! Thomas Lagrange, ex impiegato, diventa di colpo famoso.rnrn""Questo romanzo mette così di buon umore che dovrebbe essere disponibile senza ricetta in tutte le farmacie"""" - Le Nouvel Observateur rnrnVentisettenne parigino, Thomas Lagrange, ex impiegato di McDonald's, non ha certo un curriculum strepitoso, anche perché è notoriamente pigro. Quando però trova su un giornale un'inserzione con un'offerta di lavoro per tradurre un romanzo dal mesmeno, l'occasione è così ghiotta che neppure lui si azzarda a non coglierla. Nessuno conosce la Mesmenia, il paese più desolato del mondo, un punto nero incuneato tra Russia ed Estonia, nessuno tranne lui, che ha studiato mesmeno all'università, essendosi perdutamente innamorato della sua insegnante, Malislovna. È vero che non pratica la lingua da anni, cioè da quando ha capito di non avere nessuna chance con la bella mesmena, ma poco importa: Thomas viene assunto e inizia a cimentarsi con il testo. Peccato solo che, ben presto, si accorga di non padroneggiare così bene l'idioma. Ha difficoltà a tradurre alcuni passaggi, così, quando incappa in una parola che non conosce, decide di interpretarla a modo suo. In fondo, il bello della letteratura non è proprio che si svela a ognuno in modo diverso? E poi di certo, dopo la consegna, la traduzione verrà sottoposta a un'attenta revisione. Ma, un paio di mesi dopo Thomas scopre con sua grande sorpresa che il libro è già sugli scaffali delle librerie e che per qualche ragione lui viene citato non solo come traduttore, ma addirittura come autore..."" -
Gli informatori
Con una prosa tesa e bellissima, Juan Gabriel Vásquez ci consegna una potente esplorazione dei peccati dei nostri padri, dei terribili costi psicologici della guerra e dell'inesorabilità del passato. Un romanzo che è valso a Vásquez paragoni con Sebald, Borges, Roth e Marquezrnrn""Un'analisi acuta dei terribili effetti distruttivi del passato sul presente, l'appassionante rivelazione di una quinta poco conosciuta del teatro di guerra nazista"""" - John BanvillernrnQuando il giornalista Gabriel Santoro ha pubblicato il suo primo libro, non pensava che la critica più violenta sarebbe venuta proprio da suo padre, noto avvocato e professore universitario di Retorica. Il tema del suo libro sembrava inoffensivo: la vita di una donna tedesca di origine ebraica arrivata in Colombia poco prima della Seconda guerra mondiale, un'amica di famiglia, Sara Guterman. Ma il padre si è sentito tradito. Perché? Evidentemente tra le frasi del libro si nasconde un segreto. E dopo la misteriosa scomparsa del padre in un incidente di macchina, Gabriel, con l'aiuto della stessa Sara e di un'amica del padre, Angelina, decide di indagare e ricostruire un complesso ritratto della vita del padre e quindi della sua stessa identità."" -
Se muore il Sud
Due giovani su tre affogano senza lavoro e la Regione Sicilia butta 15 milioni per 18 apprendisti fantasma. Ci sono treni che marciano a 14 km l'ora e i fondi Ue vanno a sagre, sale bingo e trattorie ""da Ciccio"""". Quattrocento miliardi di fondi pubblici speciali spesi in mezzo secolo e il divario col Nord è maggiore che nel dopoguerra. I vittimisti neoborbonici ce l'hanno con tutti a partire da Ulisse e intanto il Meridione si fa sorpassare anche dalla regione bulgara di Sofia. Figurano più braccianti disoccupati a Locri che in tutta la Lombardia ma i soldi vanno ai mafiosi che incassano contributi anche sui terreni confiscati. La Calabria ricava in un anno da tutti i suoi beni culturali 27.046 euro ma i Bronzi di Riace restano per anni sdraiati nell'androne del Consiglio regionale. La Sicilia è la regina del Mediterraneo con 5 siti Unesco ma le Baleari hanno 11 volte più turisti e 14 volte più voli charter. Undici miliardi buttati per l'emergenza rifiuti ma la Campania muore di cancro e a Bagnoli sono avvelenati anche i parchi giochi. Municipalizzate che non girano al fisco le tasse trattenute ai dipendenti ma si prendono il lusso di non sfruttare patrimoni immobiliari enormi. Alti lamenti sugli investimenti esteri ma a Messina una procedura fallimentare si chiude in media dopo 25 anni. Sovrintendenze cieche davanti alla devastazione delle coste e vincoli paesaggistici sul pitosforo di un giardino privato..."" -
Pronto soccorso per l'anima offesa. Reagire agli affronti con filosofia e senza risentimenti
Un'offesa è come un ceffone in pieno viso, uno schiaffo per l'anima. Colpisce direttamente la nostra autostima. Ci sentiamo insultati, sottovalutati e incompresi. A volte ci rinchiudiamo in noi stessi con la sensazione di essere vittime di ingiustizie o fraintendimenti, a volte ci scateniamo in discussioni accese e inconcludenti. Normalmente, infatti, le emozioni come l'umiliazione, il rancore, l'indignazione, la collera distruttiva e la disperazione provocano solo un inasprimento del conflitto, la rottura del rapporto e uno stato di solitudine e discordia, ma non servono mai a trovare una soluzione. La nota psicoterapeuta tedesca Bärbel Wardetzki dimostra che non siamo impotenti di fronte a situazioni di questo genere, perché dipende in gran parte da noi cosa consideriamo un'offesa e in che misura ci sentiamo feriti. Più siamo consapevoli di cosa ci offende, di quali nuove ferite riaprono le vecchie e di quali possibilità abbiamo per difenderci, e meno soffriremo a causa delle critiche. Come cadiamo nelle trappole dell'offesa, e come possiamo uscirne? Che cosa ci spinge a sminuire il prossimo? Affrontando il problema dal punto di vista dell'offeso, ma anche di chi offende, troveremo le risposte essenziali per far fronte ai perversi meccanismi che si innescano. -
Non ce la faccio più. Guida rapida per non esaurirsi
Il burnout può diventare patologico, se non si interviene in tempo. E i primi a doverlo fare siete proprio voi! Non è facile, certo, anche perché chi si trova in questa situazione è simile a un individuo affetto da una forma di dipendenza, che si rende conto del suo problema solo dopo averlo negato per lungo tempo. Jörg Fengler, spiega quali sono i fattori che scatenano il burnout, tra i quali, sorprendentemente, il carico lavorativo non è il più rilevante, e propone venticinque trucchi antistress da adottare ovunque, a costo zero (o quasi) e con il minimo sforzo. Ordina le sue strategie cronologicamente, seguendo lo svolgersi della giornata, dal risveglio fino alla sera, cosicché ognuno possa decidere cosa fare e quando per riconquistare l'equilibrio e il controllo sulla propria vita. Vi sentite sfiniti? Il vostro rendimento lavorativo è in calo, nonostante l'impegno? Siete insoddisfatti del vostro ruolo, dei colleghi o della struttura in cui operate? Pretendete troppo da voi stessi e non riuscite mai a staccare del tutto? E, intanto, vi capita anche di fare cose ""strane"""", come mettere le chiavi nel frigorifero, o sbagliare strada mentre tornate a casa? Potreste essere a rischio burnout; in altre parole, siete sul punto di esplodere per lo stress. Meglio fermarsi e riconoscere che avete un problema!""