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Patrimonio industriale a Shanghai. Riuso e contesto
Alla metà degli anni Trenta Shanghai era già la principale città industriale della Cina; le fabbriche e gli opifici occupavano il suo tessuto più periferico, fatto di canali e case operaie, e quello centrale, dove la city si era consolidata maestosamente sul Bund, il lungo fiume delle concessioni che lambisce anche la città imperiale. Nella struttura urbana attuale emerge ancora con forza la particolare configurazione policentrica della città storica, che riflette con chiarezza la struttura economica, le classi sociali e le diverse culture che l'hanno generata. Tali elementi si collocano oggi in rapporto a una megalopoli che nella parabola degli ultimi trent'anni ha ritrovato rapidamente la collocazione commerciale e produttiva di un tempo. Primo terminal portuale del mondo per circolazione di merci, Shanghai porta tale primato nella sua ennesima fase di maturità. Contestualmente cresce l'interesse per il patrimonio storico che, nelle sue diverse accezioni, rappresenta il file rouge sotteso tra le diverse stagioni di fioritura della città. Esigenze ambientali e patrimoniali hanno posto le aree industriali urbane al centro di importanti fenomeni di rigenerazione. Il volume investiga la natura del rapporto tra industria e città storica ed esplora il contesto entro cui maturano i primi riusi, offrendo le basi per una lettura critica delle esperienze attuali. Con abstract anche in lingua inglese e cinese. -
Opus. Quaderno di storia architettura restauro disegno-Opus. History architecture conservation drawing (2018). Vol. 2
Quaderno di storia architettura restauro disegno. -
Cattedrali di Sardegna. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nella regione ecclesiastica sarda
Le chiese madri della Sardegna hanno un lungo percorso radicato nei secoli; raccontano le trasformazioni stilistiche, i materiali, le pietre, ma prima di tutto testimoniano una storia fatta di uomini, liturgie e idee che riflettono le peculiarità e le molteplici sfaccettature dell'Isola. Questi grandi centri aggregatori scandiscono il corso del tempo e sono in continuo mutamento, vivi. Non sono solo ""contenitori"""" di beni culturali da conservare e custodire, ma anche luoghi di incontro fra Dio e i fedeli. I riti e le liturgie che in essi si celebrano camminano con l'uomo. Per questo motivo anche le cattedrali sono soggette a trasformazioni. L'adeguamento liturgico, deve pertanto tenere conto dei complicati equilibri fra architettura, storia, conservazione, senza però tralasciare gli aspetti teologici, liturgici, spirituali che sono alla base di ogni organismo vivente. L'opera è stata concepita come un """"viaggio"""" che accompagna il lettore nella scoperta del mondo delle chiese madri sarde. La prima parte del libro raccoglie una serie di saggi di esperti che indagano sulla storia, l'architettura, i beni culturali, la musica e la liturgia che fanno parte dell'universo degli edifici chiesastici isolani. La seconda parte introduce lo stato dell'arte nell'adeguamento liturgico della Regione. Segue la sezione dedicata alle schede storico-artistiche delle Cattedrali di Sardegna, aggiornate con gli ultimi studi, cofirmate dal curatore del volume e dai direttori degli uffici dei beni culturali delle dieci diocesi."" -
La triplice sponda. Popoli e lingue di Sicilia
Posta dalla natura al centro del Mediterraneo, ricca un tempo di foreste e di acque, dotata di grande fertilità e di un clima felice, la Sicilia è stata - negli oltre tremila anni della sua storia politica, civile, artistica e linguistica - come un fiore per le api, come una calamita, come un ponte: è difficile trovare, lungo i percorsi della civiltà, una terra che, a parità di superficie, abbia un carico di storia paragonabile - per antichità, densità e varietà - a quello dell'Isola che Diodoro Siculo ha definito «la più bella» (kalliste nesos) e che, a causa della molteplicità delle lingue che vi si sono parlate, ben merita anche l'appellativo di «Isola delle lingue». Su questa terra generosa e ospitale hanno convissuto o si sono avvicendati numerosi popoli e le loro lingue: migranti in cerca di libertà e invasori venuti per togliere la libertà, genti che hanno recato progresso e civiltà e genti che hanno prodotto, anche per lunghi secoli, sfruttamento, stagnazione e impoverimento sociale. Nella prospettiva di un perenne andamento ""ondulatorio"""" della storia - che ora ci allieta, ora ci rattrista - il presente lavoro, condotto direttamente sulle fonti, intende offrire un rapido panorama delle vicende siciliane, dai primi contatti col mondo miceneo fino all'avvento dei Borboni (1735), anche con riguardo agli influssi che le lingue via via parlate nell'Isola hanno avuto sul dialetto siciliano. Di tale lavoro questo volume costituisce la prima parte."" -
2° rapporto «minori stranieri» e giustizia minorile in Italia
Questo 2° Rapporto dedicato ai ""minori stranieri"""" che entrano nel circuito penale rappresenta anzitutto l'impegno a riprendere ed approfondire, alla luce dei recenti e importanti interventi normativi in materia - la legge n. 47/17 ed il successivo decreto legislativo 220/17 - la riflessione e lo spazio di confronto avviati anni fa dall'allora Dipartimento per la Giustizia minorile su un tema complesso e delicato quale quello dei minori stranieri in Italia, con specifica attenzione ai minori stranieri che, commesso un reato, entrano in contatto con il sistema penale minorile italiano. Il profondo cambiamento intervenuto all'interno del Dipartimento, oggi per la Giustizia minorile e di comunità, impone di significare adeguatamente e con rinnovato slancio questo simbolico passaggio del testimone, conferendo nuovo impulso ai percorsi già tracciati, preziosi ed imprescindibili punti di partenza. Il lavoro precedentemente svolto si era strutturato attraverso interventi di complessiva ricognizione, per poi passare ad una più specifica lettura della tipologia di minori stranieri che, poiché entrati nel circuito penale, interessano ed impegnano direttamente l'azione della Giustizia minorile. Il tema dei minori stranieri, particolarmente sensibile sotto una molteplicità di profili, propone all'attenzione di tutte le istituzioni e della comunità sociale, delicatissime questioni, tra le tante, i diritti civili, il confronto sullo ius soli, per i minori stranieri nati in Italia, la tutela dei minori non accompagnati particolarmente esposti al rischio di sfruttamento o induzione a delinquere. Questo elaborato intende, pertanto, contribuire ad approfondire la conoscenza del fenomeno nel suo complesso anche attraverso una analisi delle risposte sino ad oggi fornite, prima tra tutte quella in sede legislativa, con particolare riferimento alla citata legge n. 47 intervenuta nell'aprile del 2017 anno che ha tra gli obiettivi anche quello di individuare puntuali ed omogenee forme di tutela per i minori stranieri non accompagnati."" -
Il silenzio. Nei linguaggi installativi, performativi e multimediali
Cosa sappiamo del silenzio? Quanti tipi di silenzio conosciamo? Queste sono solo alcune delle domande che, in maniera indiretta, vengono poste al lettore, accompagnandolo alla riflessione... Durante la lettura si analizzeranno le diverse e articolate declinazioni del tema preso in esame. Ogni capitolo affronterà una vibrazione o modulazione diversa del silenzio e corrisponderà a un artista, artefice dello stesso silenzio. L'autrice propone un percorso emotivo, sensoriale e visivo, invitando il lettore a intraprendere un ""viaggio-guidato"""" introspettivo, legato a molteplici sensazioni e fruizioni creative."" -
Lettere tra Paolo Giordano Orsini e Isabella de' Medici (1556-1576)
L'Archivio Storico Capitolino conserva tra i suoi fondi più importanti quello della famiglia Orsini (XII-XIX sec.). Durante il lavoro di riordinamento sono emerse più di cinquecento lettere scambiate tra Paolo Giordano Orsini I duca di Bracciano (1541-1585) e sua moglie Isabella de' Medici (1542-1576), figlia del Granduca di Toscana Cosimo I. Sono state anche rinvenute lettere spedite a Isabella dai fratelli, Lucrezia duchessa di Ferrara, Ferdinando cardinale, Francesco Granduca, oltre che da uomini e donne tra i più potenti del tempo, Caterina de Medici ed Elisabetta d'Asburgo regine di Francia, Enrico III, don Giovanni d'Austria, Caterina regina di Polonia, Margherita di Savoia e perfino da gente comune che le chiede protezione. Si tratta di una fonte molto importante non solo perché dimostra la funzione politica di entrambi i duchi di Bracciano nella Firenze e nella Roma del tardo Rinascimento, ma anche la complice intesa che li lega sin da bambini e la profonda attenzione che seppero dedicare agli affetti familiari. Queste lettere sono ancora quasi del tutto inedite, anche se l'autrice ne ha già utilizzato il contenuto per ricostruire le vicende dei due sposi che una lunga tradizione storiografica di matrice antimedicea aveva rivestito di tradimenti e delitti. In appendice lettere a Isabella dai fratelli, da sovrani, principi, ambasciatori e altri. -
La società dentro le mura. La comunità ebraica di Roma nel Seicento
Il registro dei verbali delle sedute della Congrega dei Sessanta (l'organo legislativo della Comunità ebraica dell'epoca) rappresenta uno dei documenti più importanti dell'Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma ""Giancarlo Spizzichino"""" e restituisce uno spaccato straordinario del ghetto seicentesco, dei problemi principali affrontati dalla classe dirigente dell'Universitas Hebraeorum Urbis in piena Controriforma. Il ghetto era una struttura sovraffollata dopo le espulsioni della fine del XVI secolo che avevano costretto tutti gli ebrei presenti nello Stato ecclesiastico a vivere nelle sole città di Roma, Ancona e Avignone. Tale incremento demografico determinò, tra l'altro, il peggioramento delle condizioni igieniche e sanitarie (si pensi alla peste del 1656), oltre a una fortissima conflittualità interna che emerge a più riprese dalla documentazione presa in esame. Il pinqàs analizzato dall'autore offre un pezzo di storia ebraica scritto in lingua ebraica, vergato nei caratteri ebraici specifici della tradizione italiana. Un particolare nel particolare, ma anche una tessera preziosa con il suo colore nel grande mosaico della storia ebraica."" -
Mortali immortali. I tesori del Sichuan nell'antica Cina. Catalogo della mostra (Roma, 26 marzo-18 ottobre 2019). Ediz. italiana e inglese
Con forti effetti scenografici potenziati dal contesto monumentale dei Mercati di Traiano, si presenta la mostra che vuole far conoscere al pubblico occidentale la civiltà del popolo Shu attraverso l'esposizione di 145 reperti provenienti dalle maggiori istituzioni museali della Provincia del Sichuan. Allestita fino all'11 marzo 2019 a Napoli, la mostra ha messo in scena 145 opere mai presentate in Europa in una rassegna così estesa ed ora aggiunge, come omaggio alla Roma Imperiale, 15 nuovi oggetti cultuali, tra i quali si distinguono tre bellissime maschere in bronzo. Non è solo il numero delle opere a colpire lo spettatore, ma il loro valore artistico e l'antica storia che raccontano. Esse sono infatti costituite dagli eccezionali ritrovamenti venuti alla luce nel corso di indagini archeologiche condotte a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso nella provincia del Sichuan, in particolare nei siti di Sanxingdui e Jinsha e nei cimiteri di Qinqbaijiang Shuangyan e Xindu Majia. Gli oggetti, appositamente selezionati dai curatori cinesi, coprono un lungo periodo di tempo, andando dal 1600 a.C. (epoca Shang) al 220 d.C. (epoca Han), ovvero fino alla scomparsa della cultura Shu. Essi indicano come la cultura Shu sia stata permeata da profonda religiosità, esprimendo un mondo nel quale gli uomini vivevano in armonia con le divinità e la natura, interrotto dalla conquista e trasformato dalla ""consapevolezza della natura umana""""."" -
Design musicale. Innovazione tecnologica ed evoluzione del linguaggio nel guitar design
"Design musicale"""" annuncia l'evoluzione della liuteria contemporanea capace di armonizzare le tecniche del passato con le più avanzate tecnologie del presente, le abilità dei liutai e le esperienze delle botteghe artigiane con i processi innovativi di ricerca, progettazione, prototipazione e produzione industriale, condotte da piccole aziende, laboratori e studi di design, maestri liutai e designer, che lavorano spesso in collaborazione con musicisti ed esperti dell'acustica musicale, dei materiali speciali e dell'elettronica. Il libro offre un contributo alla cultura internazionale del guitar design mediante una lettura critica, aggiornata e diversificata della sperimentazione e realizzazione di strumenti musicali a corde (guitar, bass, upright bass, violin, harp guitar), negli ambiti del contemporary, liutherie & design, silent, travel, smart, hero & toy e 3d printing. È rivolto a liutai, designer, musicisti professionisti e chitarristi con la passione per la musica, che desiderano conoscere e apprezzare l'evoluzione del linguaggio e le tematiche d'innovazione riferite ai materiali avanzati, alla sostenibilità, all'ergonomia, all'interattività, all'elettronica e ai nuovi processi di produzione." -
Il bastone dell'antenata
Il racconto del potere di un bastone antico accompagna le generazioni prendendo esempio da quelle che lo hanno visto come sostegno degli equilibri passati. Presente nei momenti più significativi dell'esistenza dei protagonisti il vecchio legno racchiude tutta la vigoria che rappresenta nell'espressione scolpita della giovane capretta che conclude il pomo di sostegno. Un'allegoria che è danza dei sentimenti. Un mondo aristocratico e contadino, del tempo che fu e si ritrova oggi. Mondo che rappresenta il volto orgoglioso della caparbietà di esistere. Ciascuno ricerca nel bastone ritrovato, a volte per caso a volte con intenzione, la storia della propria vita nelle espressioni che le si attribuiscono. Storia che si evidenzia nel romanzo attraverso le donne della famiglia. Padri, fratelli, mariti, amanti scivolano nel contesto di una Basilicata carica di pregiudizi, ma anche aperta a ciò che avviene al di là delle sue terre. Intraprendenti e fiere le donne non usano il bastone per sorreggere il loro abbandono, ma lo innalzano come simbolo di un'audacia che della intraprendenza ne ha fatto vanto. E l'uomo le sostiene. -
Bollettino dei Musei comunali di Roma. Nuova serie. Vol. 32
Contributi di: Alberto Danti, Alessandra Distante, Carlo Gasparri, Elisa Parziale, Simonetta Tozzi, Rosella Carloni, Iacopo Benincampi, Donatella Germanò, Cristina Cumbo, Ilaria Sferrazza, Carla Marangoni, Susanna Misiano, Maria Elisa Tittoni, Lucia Pirzio Biroli Stefanelli. -
Eva vs Eva. The twofold importance of the feminine in western imagery. Guidebook to the exhibition. Ediz. a colori
L'Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d'Este - Villae, il Museo Nazionale Romano e il Parco Archeologico di Pompei hanno organizzato un'esposizione dedicata alla doppia valenza del femminile nell'immaginario occidentale, dal titolo ""Eva vs Eva"""". Il progetto prende corpo attraverso opere d'arte, reperti archeologici, documenti letterari e cinematografici, che vanno dall'antichità sino alla rivoluzione di genere operata nel XX secolo, esprimendo la fascinazione antropologica ed estetica nei confronti dell'eterno femminino. Il percorso espositivo propone una lettura per strati che, attraverso una serie di endiadi calibrate sulla dicotomia """"positivo-negativo"""", scandaglia le manifestazioni e le interpretazioni storiche del femminile: lo spirito ambivalente della donna - da rassicurante simbolo della maternità ad ambigua forza della natura - connota e caratterizza l'intera esposizione. L'antitesi insita nell'idea progettuale si esplica in due percorsi distinti, complementari e contigui, coinvolgendo due sedi: il piano nobile di Villa d'Este e l'Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli. Se il progetto espositivo si fonda su una duplicità, l'antitesi è solo apparente: gli aspetti luciferini e ambigui della donna si legano inscindibilmente a quelli più spirituali e idealizzati, per restituire spessore e poliedricità a figure femminili che la storia, l'immaginario collettivo e l'interpretazione hanno appiattito in uno stereotipo. Narrazioni seducenti che mescolano il divino e l'umano, il quotidiano e lo straordinario, evocando un'interminabile schiera di fanciulle, eroine, mostri e altre creature liminari, in una narrazione perenne che si fa immagine o materia. Da Medea a Penelope, da Saffo a Cleopatra, passando dall'intimità della casa come dagli intrighi delle corti, la mostra traccia un viaggio immaginifico, visivo, antropologico e letterario, attraverso il mito e la storia: il percorso restituisce simboli di cui oggi si può dare una lettura critica complessa, oltre che matrici di genere. La donna della tradizione biblica e la grazia dello sguardo nei volti della statuaria classica si confronteranno con la complessa vicenda di Erodiade e Salomè, con la dissolutezza di Lucrezia Borgia e con il suo ruolo di protagonista dell'Italia rinascimentale. Se arte e letteratura tracciano l'itinerario per le epoche precedenti, con il secolo breve è la cinematografia che assurge al ruolo di medium catalizzatore per la creazione di un nuovo immaginario, ribadendo il luogo comune che soggiace alla doppia natura del femminino, aggiornandosi sino a giungere col 1968 alla prima costituzione dei movimenti politici di liberazione e difesa dei diritti e alla conseguente rivoluzione sessuale. Nella visione prospettica ribaltata, che la mostra propone, si sottolinea per contrasto il ruolo subalterno e apocalittico della donna per far emergere gli stereotipi che contribuiscono alla definizione del genere, peraltro sovvertita socialmente e artisticamente negli ultimi cinquant'anni. La mostra ha dato vita a un'eccezionale piattaforma di lavoro tra istituzioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che, nell'ambito della rete museale promossa dalla Direzione Generale Musei, sostanzia il progetto espositivo di una ricchezza di temi e suggestioni, quali solo la polifonia e l'interconnessione possono mettere in campo. Nasce in tal modo un inedito percorso dove figure mitologiche e personaggi storici sono riletti alla luce della più stretta... -
La fanciulla di marmo. Una statua femminile panneggiata a Palazzo Altemps. Studi e restauro
Già in proprietà Ricordi, nel 2018 la statua è stata ceduta allo Stato italiano in base alla legge n. 512 del 1982 che permette la cessione di beni culturali in pagamento delle imposte. È stata quindi assegnata al Museo Nazionale Romano nella sede di Palazzo Altemps, dove è stata collocata nella ""Sala della Menade"""" accanto a un'altra statua, la c.d. Menade Veneziani, che era stata ceduta in pagamento delle imposte nel 1997. La statua, in marmo bianco e di dimensioni inferiori al vero, rappresenta una figura femminile panneggiata, priva della testa e delle braccia, che erano lavorate separatamente e inserite con perni. La figura stante sulla gamba sinistra, con la destra flessa e leggermente scartata di lato, indossa un chitone altocinto, che lascia scoperta la spalla destra e parte del seno ed è solcato da pieghe fitte e sottili, che rendono la trasparenza della veste. Il mantello (himation) di stoffa più pesante e ruvida, che in origine si avvolgeva attorno al braccio sinistro, riveste completamente le gambe e risale obliquamente sulla parte posteriore. La scultura, derivata da un tipo iconografico di età ellenistica, è databile al II secolo d.C. L'intervento conservativo è stato possibile grazie al sostegno offerto dalla Fondazione Paola Droghetti onlus. La statua è in fase di restauro in modalità di cantiere aperto, consentendo ai visitatori di apprezzare il lavoro svolto dai restauratori in corso d'opera. La scultura non si trovava in uno stato di conservazione ottimale. La superficie, molto erosa e scagliata in più zone ben localizzate, evidenziava uno strato compatto di polvere grassa sedimentata e adesa al rilievo. Inoltre, erano ben distinguibili residui di prodotti utilizzati in interventi precedenti, come resine e cere, nonché alcune macchie di ruggine e diversi perni metallici alcuni dei quali presentavano una consistente patina di corrosione. Erano presenti stuccature composte da malte e prodotti non idonei. Preliminarmente al lavoro di restauro, sono state eseguite mirate indagini diagnostiche. La pulitura della scultura, eseguita con prodotti innovativi a minor impatto ambientale nel rispetto dell'opera, dell'operatore e dell'ambiente, consentirà il recupero delle migliori condizioni di conservazione e di fruizione estetica. Infine, per una maggiore conoscenza e una più completa documentazione dell'opera e del restauro, sono stati effettuati rilievi e fotomodellazione 3D."" -
Paesaggi umani. Antonio Mercadante, i suoi scritti e i suoi artisti
Il volume presenta gli scritti che Antonio Mercadante, critico d'arte, ha redatto dal 1985 al 2018 per mostre, libri, giornali e riviste. Alla raccolta dei testi si aggiunge il catalogo dell'esposizione che l'Accademia di Belle Arti di Roma gli ha dedicato, con opere di alcuni tra i pittori e gli scultori che Mercadante amava e seguiva. Il titolo ""Paesaggi umani"""" evoca la sua predilezione per la figuratività, spesso difesa con passione in contrasto con l'intellettualismo di molta arte contemporanea. Umani, anzi umanissimi, sono i legami che Antonio stringeva con i suoi artisti, con i quali sapeva costruire un dialogo sempre profondo e illuminante, che rendeva così vivo e fertile il suo lavoro. La ricerca su questa personalità appartata della nostra critica d'arte vuole offrire qui una prima occasione di approfondimento, nella consapevolezza che molto lavoro resti da fare per riconsegnare al dibattito contemporaneo le posizioni e i convincimenti di una voce tanto acuta e originale del nostro panorama culturale."" -
Quella luce nella notte. Storia di una donna testimone del suo tempo
Questo è il romanzo di una donna, la Ste, che ha attraversato gran parte del Novecento sapendo vivere pienamente il suo tempo e proponendo al mondo la forza del suo sorriso alla vita, malgrado i tanti drammi personali. Ma questa è anche la storia di una famiglia per metà lombarda e per metà pugliese, con i suoi momenti felici, le sue tragedie, i suoi eroi di guerra, gli esempi di solidarietà, le improvvise inimicizie. E infine questo racconto è lo specchio della società italiana e della borghesia che l'ha caratterizzata per un secolo intero, tra successi, fallimenti, progressi sociali e persistenti arretratezze culturali. Le vicende narrate prendono vita attraverso una sorta di appassionato dialogo a distanza tra la Ste e suo figlio Cesare: un dialogo che risale il corso degli anni mettendo in luce momenti talvolta felici, talvolta difficili e dolorosi, e anche, in alcuni casi, decisamente comici. E la stessa Ste interviene nel racconto direttamente con la sua voce, proponendo a chi legge i suoi punti di vista sulle vicende di cui è stata, volente o nolente, protagonista. -
Ambasciatore e gentiluomo... diplomatici in rosse catene (1944-1950)
Manlio Brosio (Torino, 10 luglio 1897-14 marzo 1980). Già vicino a Gobetti, nell'immediato dopoguerra assume brevi incarichi di governo come ministro senza portafoglio, vice presidente del consiglio e ministro della Guerra, rispettivamente nei governi Bonomi, Parri e De Gasperi. Accetta la nomina ad ambasciatore a Mosca, propostagli da Nenni, per la viva curiosità che nutre per un mondo e un Paese che ha svolto un ruolo determinante nella sconfitta del nazismo. Nella sua lunga esperienza diplomatica di ambasciatore a Londra (1952-1954), a Washington (1955-1961), a Parigi (1961-1964), e di segretario generale della NATO (1964-1971), Mosca è la prima tappa. Dopo l'arrivo in URSS, nel febbraio '47, difende per un tratto la propria originaria ispirazione neutralista, contraria a una scelta atlantica cui si convertirà invece progressivamente, sino a divenirne emblematico rappresentante, negli anni del suo molto apprezzato esercizio delle funzioni di segretario generale della NATO. A Mosca, Brosio deve subito confrontarsi al problema dell'assoluto silenzio osservato dai sovietici sulla sorte degli oltre 60mila militari italiani mancanti all'appello, dopo il rimpatrio nel 1946 di circa 21mila prigionieri. Attorno a tale nodo di capitale importanza gravitano altri contenziosi, rilevanti per l'estrema gravità degli illeciti internazionali in cui si concretano. Tra di essi la detenzione, in violazione dei principi-base del diritto internazionale, dei diplomatici membri delle legazioni della R.S.I. formalmente accreditati dal settembre '43 presso gli allora legittimi governi di Bucarest e Sofia, ma sequestrati dall'Armata Rossa tra l'agosto e il settembre '44 e detenuti a Mosca da anni, in condizioni di totale isolamento dal mondo e senza che le autorità italiane ottengano informazioni sulle loro condizioni di semplici ""ostaggi"""" nelle mani di uno Stato """"vincitore"""" intenzionato ad avvalersene, a tempo debito, come merce di scambio nei confronti dello Stato """"vinto"""" cui le vittime appartengono. Dalla dettagliata ricostruzione della faticosa stagione negoziale attraverso cui Brosio perviene alla loro liberazione, emerge non soltanto la personalità di un capace e ammirevole servitore dello Stato, ma anche quella di un gentiluomo dalle ineguagliabili doti umane, testimoniate anche dai suoi """"Diari di Mosca"""", preziosa fonte rivelatrice di tutto quanto sotteso, alla altrimenti anodina prosa burocratica, in termini di intensa partecipazione umana di questo grande Ambasciatore alla drammatica vicenda dei diplomatici della R.S.I. per lunghi anni languenti nelle galere sovietiche. Prefazione di Francesco Perfetti."" -
Abitare la terra-Dwelling on earth. Quaderni. Supplemento alla Rivista di geoarchitettura (2018). Vol. 1
Rivista di geoarchitettura. -
Giuseppe Barilaro. Identità delle forme. Ediz. illustrata
"Conosco Giuseppe Barilaro da qualche anno e fin dal primo incontro ho instaurato con lui una franca amicizia, oltre ad aver maturato con il tempo una profonda stima del suo fare arte. Della mia stessa generazione ci accomuna l'amore per i maestri come Alberto Burri, Emilio Vedova, Mattia Moreni, senza dimenticare l'importante corrente degli espressionisti astratti. Usa il legno come supporto consentendogli di lavorare tra colori e fuoco, tra pittura e scultura, con la libertà e la sfrontatezza che lo caratterizzano. Insieme stiamo affrontando molte sfide, tra cui l'ultima prestigiosa è stata la mostra personale presso la Sareban Gallery di Teheran (Iran), paese cosí lontano ma ricco di storia e rimandi culturali. Questa esperienza ci ha messo davanti ad una realtà completamente diversa da quella a cui eravamo abituati a muoverci, e ci ha dato l'ulteriore conferma che con il lavoro e la serietà possiamo arrivare lontano nel variegato e complesso mondo dell'arte."""" (Lorenzo Lombardi)" -
Curare lo spirito nei luoghi della cura del corpo. Spazi di meditazione, preghiera, silenzio nelle strutture ospedaliere Santo Spirito e San Filippo Neri della ASL Roma 1. Ediz. illustrata
La presenza di persone appartenenti a fedi e/o culture diverse rappresenta un fenomeno sempre più emergente e rilevante nel nostro Paese, con un impatto significativo anche nei servizi sanitari. Infatti, con frequenza crescente, cittadini di confessioni e culture differenti da quella cattolica segnalano una certa inadeguatezza delle strutture sanitarie nel far fronte, all'interno dei percorsi di cura ed assistenza, a specifiche esigenze riferibili ad aspetti di natura culturale e religiosa con il manifestarsi di possibili disuguaglianze. Prendendo in considerazione questi aspetti, la ASL Roma 1, negli ultimi anni, ha dato un particolare impulso alla collaborazione con le organizzazioni civiche, di tutela e di volontariato attraverso la progettazione condivisa e la partecipazione a diverse iniziative, finalizzate a monitorare il rispetto dei diritti delle persone all'interno delle proprie strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. Tra queste, particolare rilevanza è stata attribuita alla realizzazione di modalità innovative di accoglienza e orientamento interculturale e interconfessionale per i cittadini all'interno dei presidi sanitari della ASL Roma 1 nello spirito di umanizzazione delle cure. Il Tavolo Interreligioso di Roma sin dal 1998 è stato impegnato a diffondere tra la cittadinanza, con particolare riferimento ai giovani, il patrimonio di conoscenze relative all'approccio multiculturale e interreligioso caratterizzato dall'attenzione alla conoscenza delle nuove e delle antiche presenze nel nostro paese, portatrici di differenti approcci culturali e confessionali, al rispetto della diversità e alla tutela dell'esercizio delle fedi. Ha inoltre partecipato con continuità ad iniziative volte a promuovere, per le persone ricoverate nei presidi ospedalieri e per le loro famiglie, la possibilità di trovare conforto nell'espressione della propria religiosità e di poter trovare uno spazio di silenzio e meditazione. Il presente concorso di idee ha pertanto avuto la finalità di valutare le due migliori proposte progettuali aventi come tema la definizione architettonica di luoghi da dedicare al raccoglimento interreligioso nei presidi ospedalieri, che nello specifico saranno contestualizzati uno nel Santo Spirito, l'altro nel San Filippo Neri, sulla base delle caratteristiche e della disponibilità di spazi all'interno di tali strutture.