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Tessere la speranza. Le vesti celesti in Aracoeli. Ediz. illustrata
La nuova edizione della mostra ""Tessere la Speranza"""" nella basilica dell'Aracoeli a Roma, vede in esposizione assieme ai simulacri provenienti dalle precedenti mostre, gli abiti preziosi del Bambinello della Basilica e quelli della Madonna del Carmine in Trastevere. Si arricchisce quindi l'indagine, assieme all'aspetto cultuale delle vesti stesse, sulle mani fatture, l'artigianato e la ricchezza compositiva che sono parte della storia della città di Roma e del territorio regionale. In un luogo celestiale, come l'Aracoeli, la mostra, con le sue espressioni di arte e di fede, di devozione popolare, trova la collocazione più adeguata lungo un percorso in grado di comunicare emozioni e bellezza. U Aracoeli ancora oggi, grazie alla grande opera dei Francescani, è la casa di tutti e in primo luogo dei romani. Iniziative, come questa, hanno lo scopo di rafforzare il rapporto tra questo fulcro di fede e la Città eterna."" -
Il prossimo paesaggio. Realtà, rappresentazione, progetto
Pensare al paesaggio contemporaneo e a ciò che potrà essere nel prossimo futuro, significa provare a immaginare modelli di realtà diversi dagli attuali, denotati da maggiore complessità e forieri di grandi contraddizioni rispetto a quelli del passato. Si tratta di acquisire un nuovo sguardo per confutare scelte ideologiche appartenenti a una visione moderna semplicistica, nella quale la realtà soccombe all'idea di modello, mettendo in atto un processo ormai non più in grado di produrre effetti significativi sulla dilagante crisi ambientale, territoriale e paesaggistica. In tal senso la triade vitruviana, schematizzata con un triangolo equilatero i cui vertici rappresentano l'utilità, la solidità e la bellezza, che incarna perfettamente i canoni classici dell'architettura, potrebbe rappresentare anche l'ideogramma delle relazioni fra il paesaggio, l'ambiente e il territorio. La bellezza di un paesaggio, la solidità di un ambiente sano, l'utilità di un territorio ben governato, trovano nel baricentro, punto di equilibrio delle masse, la dimensione umana e la radice per la sostenibilità del prossimo paesaggio. -
Mondo naturale e «regnum hominis». Bacone, Patocka e il ripensamento fenomenologico del «politico»
La fenomenologia ha più volte cercato di ""pensare"""" il """"politico"""", sia tentando di porre in dialogo Marx con Husserl, sia indugiando nella ricerca del """"trascendentale"""": in ultimo una astratta e impolitica """"terza persona"""". Il ritorno alle """"cose stesse"""", specie se sono cose """"politiche"""" dell'epoca della tecnica e dell'""""individuo comune anonimo statistico"""" (Capograssi) non può che essere sguardo rivolto al """"fenomeno uomo"""" nella sua incarnata concretezza: l'""""uomo che vive la sua vita"""" nel """"mondo naturale"""" della indigenza, del lavoro e della mortalità (Anders, Patocka) e non già nella Doppelwelt o nel pathos vuoto delle formule matematiche (Husserl). Il fenomenologo """"eretico"""" Patocka, perciò, dirige tutta la sua attenzione al """"regnum hominis"""" di Bacone: una metafisica della """"trasformazione"""" della res e dell'uomo, nell'utopia di vincere la morte e azzerare il conflitto attraverso la tecnica: ed è proprio nel """"sogno baconiano"""" che si sono materializzati - questa la diagnosi patockiana - tutti gli orrori """"sovraliminali"""" del """"secolo più di tutti della guerra e della morte""""."" -
Porto Torres. «Colonia Iulia Turris Libisonis». Dallo scavo al piano urbanistico
Esito di un'evoluzione dell'organismo urbano avviata con la fondazione della ""Colonia lulia Turris Libisonis"""", dopo la metà del I sec. a.C, Porto Torres costituisce uno degli ambiti di più intensa sperimentazione dell'archeologia urbana in Sardegna. L'eterogeneo bacino di informazioni scaturite dallo studio delle fonti letterarie ed epigrafiche, dall'analisi degli edifici monumentali che segnano il paesaggio urbano e soprattutto dalla rilettura degli elementi emersi a partire dagli sterri ottocenteschi fino ai più recenti interventi di archeologia preventiva ha portato a delineare un articolato sistema di ipotesi sulla storia e l'evoluzione topografica della città. Si tratta di un potenziale informativo da rielaborare e strutturare in forme accessibili e realmente utilizzabili per una pianificazione volta ad armonizzare le trasformazioni urbane con la tutela del patrimonio archeologico. Problema fondamentale rimane il rapporto tra realtà archeologica, documentazione, comunicazione, condivisione e utilizzo dei dati. L'elevato numero di interventi d'indagine ed il conseguente straordinario aumento di informazioni a disposizione impongono lo sviluppo di specifici strumenti in grado di archiviare, elaborare e trasmettere i dati."" -
Il palazzo dell'Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione. Ediz. illustrata
Il volume analizza l'opera d'esordio di Sergio Jaretti e Elio Luzi, il cosiddetto palazzo dell'Obelisco (1954-59), realizzato a Torino in un piccolo lotto ai piedi della collina e avversato dalla critica, a cantiere non ancora concluso, come emblema di uno stigmatizzato neoliberty. Nella ricostruzione del processo di progettazione e di realizzazione di quest'opera singolare - il cui carattere estroverso, ironico e per alcuni versi surreale emerge con evidenza - gli interessi intellettuali e le volontà espressive degli architetti, la situazione del mercato immobiliare, il confronto con le norme, le tecniche e l'organizzazione produttiva del settore delle costruzioni hanno costituito altrettante tappe di una ricerca che ha poi scelto di focalizzare la propria attenzione su due temi centrali: la studiatissima articolazione dello spazio interno e la peculiare modellazione dell'involucro in pietra artificiale. Riconoscendo nell'edificio la fonte più importante della ricerca, lo studio è stato strutturato anche a partire da una raccolta sistematica di documenti e testimonianze, analizzando fonti archivistiche e bibliografiche disparate, utili a riattraversare criticamente una vicenda, dal progetto al cantiere, come a ricomporre storie d'impresa e processi produttivi e a delineare il quadro di una fortuna pubblicistica, quella dei due autori, frammentaria e dispersa entro molti rivoli. -
Tessere di storia. Il Pioniere nel Museo dell'Arma del Genio. Studi e restauro
Presentazioni di Vincenzo Ruggieri, Francesco Bindi, Giulio Milone, Antonio Lampis e Gisella Capponi. -
Architettura tra preesistenza e innovazione. L'esempio della banca di Albania-Architecture between history and innovation. Ediz. illustrata
"La sequenza progettuale per la costruzione della nuova Banca di Albania è basata fondamentalmente su due momenti. Il primo, rivolto al restauro del palinsesto originario che diviene un vero e proprio campo di ricerca filologica. Il secondo, che da questa ne ricava gli elementi basilari per la realizzazione del nuovo, conclude e trasforma unitariamente il composito complesso architettonico. La narrazione di un progetto dunque che parte da un'idea iniziale strettamente connessa al senso che l'occasione professionale, in questo caso concorsuale, sembra comportare. L'incipit di una scrittura fatta da pochi segni rivelatori che coincide con l'intuizione sintetica della figura architettonica cui tendere, quello che in letteratura si definisce il soggetto rimanendone ancorati nel corso dell'elaborazione successiva. Poi la trama, il dispiegarsi del racconto su una successione di elementi primari e secondari in una concordanza di forme espressive. Ne consegue una narrazione che, più che al romanzesco, sembra tendere a una sorta di forte, composta affabulazione poetica."""" (Vieri Quilici). Presentazione di Cassetti Roberto." -
Le cattedrali della Basilicata. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nella regione lucana
Nella omelia tenuta in occasione della consacrazione della Sagrada Familia a Barcellona il 7 novembre 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha asserito che l'architettura (come anche più in generale tutte le opere d'arte) è ""un segno visibile del Dio invisibile, di colui che è la Luce, l'Altezza e la Bellezza medesime"""". Attraverso tale profonda espressione di gratitudine verso un """"Dio che si manifesta"""", il Pontefice ha dato nuova luce al rapporto tra la Chiesa e la Comunità nel cui spazio vitale l'edificio sorge e con cui la Chiesa costruisce una relazione profonda fino ad assurgere a perno di identificazione per i fedeli e per la cultura locale, proprio in quanto baluardo della tradizione e luogo di identità culturale. Il volume, attraverso una sintetica, ma puntuale descrizione delle Cattedrali lucane, evidenzia un aspetto significativo che le accomuna e le caratterizza: esse rappresentano il punctum originis per una """"polarità"""" attorno alla quale si è sviluppata e formata una intera comunità. Il rilievo acquisito dalle Cattedrali lucane, d'altro canto, deriva non soltanto dalla loro funzione sociale, ma anche dalla complessità che le caratterizza, come appare evidente dai saggi dei docenti della Università degli Studi della Basilicata (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo) i quali, ciascuno secondo la propria formazione, hanno messo in luce aspetti differenti che consentono di completare il quadro conoscitivo di tali edifici religiosi. L'eterogeneità e completezza delle informazioni condivise definisce una realtà che, pur nelle sue peculiarità, chiaramente si configura come un unicum culturale: la Cattedrale, quindi, conferma il suo ruolo di guida della comunità e luogo attorno al quale gravitano la storia ed il patrimonio culturale di un territorio."" -
Focus on. Licia Galizia. Catalogo della mostra. Ediz. italiana e inglese
Protagoniste sono le sculture di Licia Galizia, artista abruzzese che dagli inizi degli anni '90 si muove tra forma e materia con abile manualità e senso dell'equilibrio. La sua ricerca affonda le radici nell'Arte concettuale e nell'Arte povera, con l'influenza diretta di Fabio Mauri e Pizzi Cannella, e si rende da subito autonoma e del tutto particolare con una scultura astratta fatta di segni, leggerezza, minimalismo e movimenti futuristici. Dal 2005, a seguito dell'incontro con il compositore Michelangelo Lupone, la ricerca scultorea di Licia Galizia acquista una nuova dimensione potenziando il dialogo con lo spazio e con il pubblico; prosegue il legame con la materia ma si rafforza lo slancio verso l'interazione con l'ambiente umano e architettonico, in un atto di libertà finalizzato ad un allargamento dei confini della ricerca artistica, verso nuove risposte e nuovi stimoli. -
Intervista sulla Cina. Come convivere con la superpotenza globale del futuro
Il ruolo di Roma nell'aggressiva strategia commerciale cinese. L'Italia si trova al centro di profondi cambiamenti economici e politici. Geopolitica ed economia influenzano il nostro futuro, nella dialettica competitiva che vede protagoniste i blocchi del potere globale: Stati Uniti, Unione Europea e Cina. L'espansione del capital/comunismo di Pechino in aree geografiche ed industrie tradizionalmente presidiate da aziende italiane ed in generale europee è un rischio oppure un'opportunità di crescita economica, a seconda della strategia scelta. Il progetto ""Belt and Road Initiative"""", conosciuto anche come """"nuove vie della seta"""", avrà come effetto un potenziamento degli scambi commerciali e di investimenti che coinvolgerà non solo l'Europa e l'Italia, ma anche il Medio Oriente, la Russia e l'Asia Centrale. I grandi cambiamenti in atto, accelerati e sistemici, possono rimettere in discussione le tendenze più recenti di politica estera e commerciale italiana ed europea. È urgente riconsiderare in toto le relazioni tra Roma e l'Oriente, sia al livello di governo e parlamento, che delle aziende del """"made in Italy"""" che daranno lavoro alle nuove generazioni. Luca Ciarrocca (ex corrispondente del Giornale, ANSA e L'Espresso da New York, autore di """"I padroni del mondo"""", Chiarelettere, Founder e CEO di Wall Street Italia) intervista Marco Marazzi, presidente e fondatore del think tank Easternational, partner di Baker Mckenzie, quasi 25 anni di esperienza in Oriente, già vice presidente Camera Commercio Europea in Cina a Shanghai."" -
Accademie & biblioteche d'Italia (2017). Vol. 1-4
Trimestrale di cultura delle biblioteche e delle istituzioni culturali. -
2ª Biennale nazionale dei licei artistici. Catalogo della mostra. Ediz. illustrata
"L'unico vero viaggio - ci ricorda Marcel Proust - sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è"""". E proprio il viaggio, inteso come medium per stabilire connessioni tra il mondo della scuola e il contesto artistico e culturale esterno, è il tema della 2a edizione della Biennale Nazionale dei Licei Artistici che prende il via il prossimo 28 aprile a Roma. La Biennale è un incubatore di creatività e di innovazione, uno spazio autentico di interazione e partecipazione per aiutare i giovani a capire la società e la cultura contemporanea. Un vero festival dove l'arte rappresenta il mezzo per vivere e diffondere la cultura, con la forza della bellezza e della conoscenza. L'arte incontra il viaggio e servendosi del suo linguaggio unico si trasforma in opportunità e incontri. Diviene magma incandescente dal quale nasce, cristallizzandosi, la pietra della conoscenza e della scoperta. Sotto la guida dei docenti, i giovani artisti partecipanti hanno toccato con le loro opere i temi del movimento, del vagabondare, dello spostamento, seguendo percorsi fisici e mentali. La Manifestazione, promossa dalla Rete Nazionale dei Licei Artistici (ReNaLiArt) e finanziata dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione del MIUR, si svolgerà a Roma fino al 4 giugno 2018 e ospiterà in concorso le opere degli studenti dei Licei artistici italiani. L'organizzazione e la realizzazione della mostra sono affidate al Liceo Artistico Statale """"Enzo Rossi"""" di Roma. Ogni scuola selezionata partecipa al concorso con una o più opere realizzate in piena libertà stilistica e tecnica, in qualsiasi materiale, su ogni supporto analogico o digitale e con l'intervento di suoni, luci e movimenti meccanici ed elettrici. Saranno anche in mostra, in una sezione dedicata a """"I Maestri"""" le opere di artisti riconosciuti che hanno insegnato nell'istruzione artistica. Anche la 2ª edizione della Biennale, cosí come la prima, il cui tema era """"Il gioco"""", prevede la partecipazione fuori concorso di scuole d'arte estere, invitate dal Comitato Tecnico Scientifico, provenienti da: Francia (Parigi), Spagna (Barcellona), Regno Unito (Essex), Germania (Berlino), Corea del Sud (Seul), Cina (Pechino), Israele (Haifa), Marocco (Casablanca). Saranno coinvolte le relative Ambasciate e verranno organizzati eventi a tema." -
Ulysses in Cosenza. Ediz. italiana e inglese
"Sono venuta a Cosenza con l'idea, ancora non ben definita, di tirare in qualche modo una linea dal Castello Svevo fino al fiume. Non conoscevo la parte moderna della città, così durante le mie camminate esplorative mattutine attraverso la città, ho trovato proprio lì molte ispirazioni, e ho lentamente sviluppato una nuova idea. Ora realizzo interventi minimi lineari nello spazio urbano. Prima di tutto ho realizzato a questo scopo, nel mio """"Box"""", la linea: una corda lunga 15 m costituita da strisce di filo, nastro e cotone, che deve essere irregolare, come una linea tracciata che si addensa e si diluisce, a volte delicata e visibile solamente con un occhio acuto. Nelle prime ore di ogni giorno vado con la mia linea nello zaino in giro per circa 10 chilometri. L'attraversamento fisico della città è ugualmente importante per me in questo progetto. Vado seguendo i miei pensieri, a caso e così incontro i luoghi dove intervengo in modo casuale. Lì tendo la mia linea incrociata, a zig-zag, a volte in parallelo. Si tratta di un'azione sempre molto veloce per poi prendere delle foto. Questa azione può avvenire solo nelle prime ore del mattino, perché dopo le 10 fa troppo caldo nelle strade""""." -
I Papi dei Concili dell'era moderna. Arte, storia, religiosità e cultura. Catalogo della mostra (Roma, 17 maggio-9 dicembre 2018). Ediz. a colori
"'Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell'ammirazione. E questo grazie alle vostre mani'. Sono le parole di Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, nel suo messaggio agli artisti al termine dei lavori del Concilio Vaticano II, chiuso l'8 dicembre 1965. Parole che ribadivano l'impegno montiniano a favore di poeti, pittori, scultori e musicisti per l'alto valore tributato dallo stesso Pontefice all'arte e a quel suo ruolo di avvicinamento, per il tramite delle cose create, dell'esperienza sensibile allo spirito divino. È un cammino articolato e complesso, caratterizzato nei secoli dall'alternarsi di aspri conflitti a timide aperture che investivano, e condizionavano, usi e costumi dei tempi, del vivere quotidiano come dell'arte. Cambiamenti radicali, nella storia della Chiesa, sia sotto il profilo teologico-dottrinale, che artistico, sono stati determinati dagli ultimi tre Concili dell'era moderna, di cui questa mostra ripercorre la storia attraverso la figura dei Pontefici che li hanno indetti e officiati. Dipinti, sculture e cimeli a essi appartenuti alimentano un percorso espositivo per illustrare tre momenti salienti nella storia del gusto, sia sul piano artistico che su quello liturgico-devozionale, abbracciando quell'arco di tempo che dal 1545, anno in cui Paolo III Farnese apre il Concilio di Trento, passa per il Concilio Vaticano I, indetto da Pio IX Mastai Ferretti nel 1869, e arriva al Concilio Vaticano II, voluto da Giovanni XXIII nel 1962 e chiuso da Paolo VI nel 1965. 'Bisogna ristabilire l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti' ebbe a dire Papa Montini solo un anno prima, il 7 maggio 1964, agli artisti riuniti nella magica sfera della Cappella Sistina. Era un auspicio, e un intento, volto a rinsaldare un antico sodalizio, forza necessaria alla Chiesa per assolvere al suo magistero di 'far vedere' il fascino del Vangelo, e a proseguire sul cammino della innovazione nei rapporti tra mondo laico e fede cattolica."""" (Claudio Parisi Presicce)" -
Metropoli. Il disegno delle città. Vol. 2
Questo secondo volume presenta i risultati di una ricerca dedicata al disegno delle città condotta all'interno del Laboratorio di Disegno del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi ""G. d'Annunzio"""" di Chieti-Pescara. Diretta continuazione del primo volume pubblicato nel 2016, contiene ventitré nuovi casi studio. Alla ricerca ha partecipato un esteso gruppo di lavoro coordinato da Giovanni Caffio, che ha raccolto i dati ed elaborato i grafici riprodotti. Protagonista è il disegno: strumento di conoscenza e analisi delle città ma, soprattutto, strumento delle loro strategie di sviluppo. I casi studio analizzati esprimono tutti forte progettualità. Ne emerge una vera e propria utopia urbana, premessa alla costruzione di un futuro migliore: la città contemporanea, spesso considerata la causa prima dei problemi dell'uomo, può diventare il luogo più propizio alla qualità della vita. Non costituisce insomma il problema quanto, piuttosto, la soluzione."" -
I fortunati decenni 1950-2000
In questo libro Pietro Barucci continua il discorso iniziato con il precedente libello ""Quel fatale decennio 1940-1950"""", dedicato agli anni della sua formazione e delle prime esperienze di vita adulta, ivi inclusa la sua partecipazione agli ultimi anni di guerra. In questo nuovo libro il suo discorso cambia tono, i tempi sono cambiati, si passa dalla gravità della guerra e dei fondamentali accadimenti che lo riguardano (la laurea, il matrimonio, le figlie) al clima della ricostruzione, dello sviluppo, dei grandi movimenti politici, con un atteggiamento non meno impegnato, ma comunque più leggero, che fra l'altro invita a non trascurare i piaceri della vita. Pietro Barucci diviene un architetto importante e fa della sua professione, a partire dal lontano 1947, la ragione centrale della vita, ma in questo libro decide di narrare con pari accortezza, oltre alle vicende professionali, gli altri interessi, le altre esperienze che lo hanno arricchito, quali la passione per il mare e le barche a vela, le attività sportive, i viaggi, le relazioni sentimentali e molto altro ancora. Ne è scaturito uno scritto vario e sorprendente, scandito in cinque capitoli riferiti ai cinque decenni del secondo Novecento, che danno il titolo del libro: I Fortunati Decenni 1950-2000, opera che soddisfa le attese lasciate dal precedente libello, completando un quadro complessivo della lunga e singolare esistenza di Pietro Barucci."" -
La salvazione umana. Il ciclo della Chiesa Nuova in cerca di un mecenate. Ediz. italiana e inglese
Alle porte del Giubileo del 1700 venne inaugurato il maestoso ciclo delle quindici tele che portarono al completamento della decorazione di santa Maria in Vallicella. La chiesa è di proprietà del Fondo Edifici di Culto che custodisce, conserva e valorizza oltre 820 edifici sacri in tutta Italia. Tutt'oggi posta sulla via verso la Basilica di san Pietro, la Vallicella continua ad illustrare attraverso i suoi dipinti il prezioso messaggio per la salvazione umana. Questo libro vuole raccontare la storia, l'importanza e la straordinaria bellezza di questo ciclo inedito e soprattutto la necessità di un suo recupero conservativo che, ora come 320 anni fa per la sua creazione, potrà realizzarsi con l'aiuto di uno o più mecenati che ci auguriamo possano appassionarsi a questa storia. -
Interventi ed erratiche esplorazioni sull'arte. La dialettica del mestiere di un critico. Vol. 1
In questo primo dei tre volumi di raccolta di scritti dell'autore sono stati scelti testi relativi alle sue esplorazioni sui linguaggi artistici, sia di avanguardia e post-avanguardia (Futurismo, Surrealismo, Iperrealismo, Narciso Arte) che tematici (sezione aurea, arte sacra, arte e fascismo, arte scatologica, arte monocroma), utilizzando anche la psicoanalisi per la coazione a ripetere in Mondrian, Giacometti, Capogrossi e Warhol, nonché intervenendo sulla funzione della critica e contestando l'obsoleto concetto del bello dell'arte. Il tutto condito con presentazioni di artisti, recensioni di mostre e di libri, interviste fatte all'autore e dallo stesso a de Chirico e a Carlo Sergio Signori, nonché con addii a Ernst, Alfio Castelli e Jirí Kolár, più editoriali, polemiche, provocazioni e stroncature, che evidenziano maggiormente la sua particolare dialettica di critico e studioso. -
La vita all'ombra del pensiero
Spirito tormentato, privo di certezze, pur ricercate, ma non trovate, l'autore ha attraversato tutta la sua esistenza spinto dal tentativo di colmare il dissidio tra il mondo finito nel quale l'umanità si trova imprigionata ed il trascendente, il cui anelito è sempre insito nell'animo di ciascuno: tentativo, questo, destinato a naufragare per l'imperscrutabilità dei disegni di un Dio inconoscibile. Raccolti in questo libro, i ragionamenti in poesia ed i ragionamenti in prosa, pur se frutto di epoche assai diverse (i primi composti nel 1967 all'età di ventidue anni ed i secondi nel 2017 all'età di settantadue anni) mostrano entrambi la medesima visione umanamente desolata della vita, della quale non può non avvertirsi la finitezza. -
Per amore e per arte. Storia di una piccola cosa chiamata collezione
"Quale dunque, più esplicitamente, identità e funzione culturale della storicamente innovativa alternativa dimensione amatoriale del collezionare? E soprattutto, beninteso, del collezionare opere del proprio tempo? Che vuol dire anche avere un possibile diretto rapporto d'amicizia, o almeno colloquiale, con gli autori delle opere collezionate. Consideriamo brevemente origine, natura, modi e possibili ricadute del collezionismo amatoriale, che naturalmente si può definire tale a partire dalla constatazione di un originario momento di più o meno confidente feeling sopraggiunto nel rapporto occasionale o meno di incontro, sostanzialmente di scossa rivelatoria, con un'opera d'arte, non importa come e non importa dove (ma certo preminentemente fra gallerie d'arte, private collezioni o musei). A uno sguardo non proprio distratto un'opera d'arte, qualsiasi ne sia la fenomenologia, fra pittorica, plastica, oggettuale o ambientale, provoca un riscontro particolare, che può andare dal distratto disinteresse alla ripulsa, oppure all'accettazione e a un tentativo di comprensione, e di fatto dunque a una possibile fondante apertura di dialogo. E quando quest'ultimo s'approfondisce, prende consistenza la prospettiva di un atto di desideroso fisico possesso, insomma di un'acquisizione, che naturalmente rappresenta il primo atto costitutivo di un collezionare in ragione appunto amatoriale."""" (Dalla prefazione di Enrico Crispolti)"