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Blu perfetto
Un romanzo per riflettere sull'Italia di oggi. La speranza di un futuro roseo. Questi sono gli ingredienti che hanno portato l'autrice nel suo immaginario ad una società migliore e quasi perfetta. L'italia, in questo futuro piuttosto remoto, ha ritrovato finalmente il suo equilibrio e soprattutto la sua indipendenza economica che porta la Nazione ad essere uno stato ricco e fiorente. Claudio Samori, il ministro più amato e sostenuto dal popolo italiano ma anche il più odiato dagli avversari politici, si ritroverà coinvolto, assieme all'affezionata sorella Delisa, in una vicenda straordinaria dove la realtà supera la fantasia. -
Il segreto delle betulle
Gerry e Lucio sono rimasti orfani di padre, la madre lentamente si lascia andare risultando sempre più assente e lontana dai bisogni dei figli. Gerry è il più grande e soffre maggiormente questa situazione, ma fortunatamente incontra Lulù con la quale i suoi sentimenti si intensificheranno sempre di più. Gerry con l'aiuto di Lulù si metterà alla ricerca del killer dei bastardini. -
Il viaggiatore oscuro. La rinascita
Basta una notte soltanto a stravolgere l'esistenza di Grace. Strappata dal suo letto, viene rapita e rinchiusa all'interno di un ex ospedale psichiatrico, un luogo ormai disabitato, lugubre. Non è l'unica ad essere stata sequestrata, assieme a lei infatti ci sono altre persone. Ognuno costretto a portare sul viso una maschera, la stessa che utilizza il loro rapitore. Nulla si conosce di lui. È nascosto dietro il suo finto volto, e si fa ricordare come ""Il viaggiatore oscuro"""". Potrebbe essere un uomo, una donna. Potrebbe essere anche un assassino. Nessuno lo conosce, eppure tutti lo temono. Grace sente crescere il pericolo minuto dopo minuto: nemmeno lei però può immaginare cosa succederà."" -
Aurora. Le lacrime di Cala Luna
Aurora è la protagonista della storia, la sua vita è divenuta triste dopo aver perso i genitori in un incidente, passa le giornate in solitudine e le serate a lavoro. Gli unici affetti rimasti sono i suoi due cari amici Luigi e Taisia. L'arrivo di Enea la porterà a scontrarsi con il proprio passato e ad affrontare un futuro oscuro. -
Come allodole sull'alloro
Alma è un'adolescente inquieta che vive i dubbi della sua età con fragilità e profonda insicurezza. Chiusa nella ""gabbia"""" della sua camera da letto, si rifugia da un ambiente familiare ostile, in cui la separazione dei genitori sembra essere l'unica via di scampo al suo malessere interiore. Lontana anni luce dalla vita di sua madre Anita, psicoterapeuta di successo, che non ha """"tempo"""" da dedicare al loro rapporto già in bilico, Alma si lascia vivere ingurgitando cibo spazzatura fino a scoppiare. L'aumento graduale di peso coinciderà presto con la sua trasformazione mentale ed il desiderio di diventare invisibile."" -
In guerra col pigiama di flanella
L'obbiettivo finale non è tagliare prima il traguardo, non siamo degli scattanti centometristi, tutt'altro. Siamo degli scalatori, senza nessuna fretta, con un bagaglio da portarci sulla schiena, fatto di esperienze e ricordi, con tutto il tempo a nostro favore per fermarci e raccontarci, raccogliere nuove opportunità, condividere il peso che ci portiamo addosso. Non siamo chiamati ad arrampicarci sulla parete rocciosa per arrivare il prima possibile in vetta, dobbiamo invece prendere tutte le curve, svoltarle e affacciarsi di sotto, per godere della vista, vedere quanta strada abbiamo percorso senza preoccuparci dell'arrivo, fermarsi a respirare e godersi dei giusti momenti di riposo, assieme a qualche amico e un buon bicchiere di vino, un fuoco ad accogliere e una coperta da condividere, magari lasciando i piedi un po' scoperti, ma fa niente, fa parte del gioco. -
Destini incrociati
1289, la vita di Ciardo, poco più di un bambino, è stravolta dalla battaglia di Campaldino che lo costringe ad abbandonare il suo piccolo villaggio e partire in cerca di fortuna. Ljuba invece è una schiava, venduta dalla madre per sopravvivere alla carestia. Entrambi si ritroveranno nella Venezia di fine '200, una città più grande di loro, piena di intrighi e congiure, dove nulla è mai esattamente come sembra. -
I miti e i simboli delle piante presso i greci ed i romani
Una gran parte delle cognizioni fisiche e filosofiche degli antichi, per non dire la maggiore, pervenne fino a noi alterata dalle tradizioni ed ottenebrata o velata dai simboli e dai miti. L’incertezza e la moltiplicità di questi e di quelli, la costoro trasformazione e ‘l susseguente polimorfismo presso le diverse nazioni, hanno tolto alle sopravvegnenti razze, di conoscere ed apprezzare debitamente quel grado di coltura e dottrina, al quale attinsero alcuni dei popoli più famigerati della storia antica.rnMolti uomini profondi per vasta dottrina, hanno in diversi tempi procacciato, consacrandovi ogni loro studio, di decifrare e chiarire quei germi di sapienza, che sotto il velame dei miti e dei simboli, ci aveano i nostri maggiori tramandato. Queste indagini e questi studj continuati da molti, coi progressi delle scienze, giunsero a tale [punto] da poterci finalmente alla meglio specificare molti fatti astrusi e difficili della mitologia e simbolistica: e con istupore videro l’età moderne non poche delle loro glorie essere offuscate, e prevenute da altre età di dozzine di secoli! Si conobbero le stesse dottrine, gli stessi trovati, le stesse speculazioni, gli stessi errori, le stesse millanterie ed utopie, comechè sotto forme ed aspetti differenti, essere mai sempre state retaggio dei figli di Eva, in tutte le epoche, in tutti i tempi!rnFatalmente non possiamo giudicare nella storia dei popoli, che quel poco che giunse fino a noi, incolume di fronte alle perpetue leggi di metamorfismo alle quali sono condannate le cose tutte: che se fosse concesso all’uomo di giovarsi del fardello delle esperienze e trovati di tutti i popoli, a quest’ora sarebbe fatto più sperto, e trarrebbe, cred’ io, giorni meno infelici sulla terra.rnNon è mio scopo discendere a parlare partitamente del grado elevato al quale giunsero presso gli antichi, tutte le varie scienze, non ne avrei la forza né le cognizioni da ciò: ma voglio fermarmi solo intorno alle scienze naturali, e fra esse segnatamente alla storia degli esseri vegetali, per dimostrare fino a qual punto toccassero presso i Greci ed i Romani antichi, le cognizioni del regno di Flora, desumendone gli argomenti dai simboli e dai miti di queste due nazioni, ossia da quelle personificazioni delle idee ed apoteosi degli enti, alle quali riducevano quasi sempre (come osserva Cicerone) quei classici popoli, ogni loro trovato ed utile scoperta, a physicis rebus bene atque utiliter inventis, tracta ratio (est) ad commenticios el fictos Deos (Cic., De Nat. Deor.). -
Il marmo e Vincenzo. Vita, morte e (anti)miracoli di Vincenzo Santini scultore
Raccontare Santini e, attraverso la sua vita, gli eventi che dalla riapertura delle cave sul Monte Altissimo a cavallo degli anni Venti hanno portato dapprima all'istituzione della Scuola d'Arte e, dopo uno stentato abbrivio, alla creazione di quel nugolo di laboratori ed atelier di scultura che ancora oggi sono il tratto caratterizzante di Pietrasanta nel mondo, consente di aprire la porta alla riflessione su un immaginario che ha significati ben più interessanti delle semplici e ristrette vicende storiche locali. Il successo turistico e la mitologia contemporanea della città versiliese, avviati inizialmente sui pilastri robusti della propria storia industriale ed artistica, sembrano aver perso ormai quegli elementi che ne avevano dato significato. L'arte organizzata per il mercato senza più legami con il territorio, esibita compiaciutamente in mostre-evento, porta ad isolare la rappresentazione identitaria dei luoghi alla sola ingannevole figurazione della tradizione, intesa come sterile ostentazione dell'antico e non come studio, ibridazione e ammodernamento continuo della specificità locale. -
«Per aspera ad astra». Studi per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di monsignor Iwan Dacko
Il volume raccoglie sette studi incentrati sull'Europa orientale, il Mediterraneo, le scienze storico documentarie e il diritto, omaggio dell'Accademia Maria Luisa di Borbone a monsignor Iwan Dacko in occasione del suo cinquantesimo anniversario di ordinazione presbiteriale. -
Ranieri Paulucci di Calboli. Il divenire storico nella prospettiva internazionale di un italiano
Il presente saggio illustra la figura di Raniero Paulucci di Calboli alla luce del contesto internazionale politico, economico e sociale nel quale egli visse. Non se ne ricava solo una semplice biografia, giacché assume un ruolo centrale l’analisi della prima globalizzazione di fine Ottocento e dei suoi esiti: la prospettiva storica è la cartina di tornasole dell’originale attività diplomatica e di scrittore del Paulucci. Brillante osservatore della società, egli produsse opere pioneristiche sul traffico di minori e sul tema dei migranti, influenzando l’opinione pubblica e i legislatori italiani. Contestualmente, poi, sulla scena internazionale, prima e dopo la creazione della Società delle Nazioni, partecipò alla costruzione di un sistema sovrastatale composto da una diplomazia sempre più attenta alle voci della società civile europea e particolarmente incline a tracciare un percorso verso soluzioni istituzionali e un inquadramento giuridico-normativo alla ricerca di risposte nel campo dell’attività umanitaria e della tutela dei più deboli. -
Storie di animali & animaletti. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 4 anni. -
Trentanove transpoesie. Ediz. italiana e ungherese
La poesia di Szkárosi apre le finestre su un mondo altro, dove il linguaggio la fa da padrone. Sgorga da una spontanea autenticità, nondimeno da autori ungheresi come Ady e Petofi József, dalle opere moderniste di Rimbaud; da Apollinaire, dadaisti e surrealisti, ma anche da canzoni popolari e modi di dire che, nella transpoesia, tornano con energia trasfigurati dal poeta che definisce l'arte poetica come fondata da ""spazio, materia e movimento""""."" -
Sesamo e sale. Testi originali a fronte. Ediz. multilingue
Tutte le lingue mutano nel tempo, si lasciano sedurre da neologismi al contatto con altre lingue, popoli, nuove scoperte tecnologiche, scientifiche, ecc. Le poetesse e i poeti Betty Gilmore, Antje Stehn, Ana María Pedroso Guerrero e Rufin Doh Zeyenouin, Salih Selimovié, autori di questa antologia di poesie, sono ugualmente attori, cantori, pittori. Parlano le lingue dei rispettivi Paesi: Stati Uniti, Germania, Cuba, Costa d'Avorio, Bosnia. Vivono in Italia da tanti anni, comunicano reciprocamente in italiano, lingua d'adozione, nella quale hanno declamato brani, recitato sceneggiature, pubblicato poesie, racconti, si sono esibiti in performance artistiche, dando un eccellente tributo alla lingua di Dante. -
La ragazza Melampo e altri racconti
Dopo La maschera – il suo romanzo d’esordio, tradotto in cinque Paesi – e dopo La signora ermellino (che più d’un critico ha avvicinato a La storia di Elsa Morante), Elena Soprano torna con undici esilaranti racconti su donne che alla stabilità affettiva hanno preferito la vita da single.rnSono situazioni a volte comiche – come in Filomena, la donna napoletana con la complusione a controllare la spazzatura differenziata del condominio, che fa una corte serrata al ragazzo egiziano delle pulizie – a volte più intense, vedesi Media Vita in cui Linda, cantante in un coro, si ritrova a vivere l’analogia tra il canone a sei parti di cui sa solo l’incipit e il suo modo di vivere le relazioni che non riescono a spingersi oltre la fascinazione dell’inizio. Situazioni che danno vita a piccoli quadri dove la semplice quotidianità ritrova valore declinandosi nella ricchezza di mondi interiori, a volte semplici a volte più complessi. -
L' uragano Cefis
Dato alle stampe nel 1975,""""""L'uragano"""" Cefis"""" è un libro unico per davvero. Se ne conserva infatti una sola copia, quella che nel marzo 2010 il chiacchierato senatore-bibliofilo Marcello Dell'Utri espose tra i pezzi di pregio alla Mostra del libro antico di Milano. Da allora """"L'uragano"""" ha preso a circolare in fotocopia a mo' di samizdàt, e si spiega: il libro contiene informazioni esatte, dunque pericolose, sulla sfacciata intraprendenza a fini personali di Eugenio Cefis, presidente dell'Ente nazionale idrocarburi (Eni) e poi della Montedison. """"L'uragano"""" si sofferma sul brulicante arcipelago di società private che, per tramite di prestanome, fanno tutte capo a Cefis: società immobiliari, petrolifere, metanifere, finanziarie, del legno, della plastica, della pubblicità, televisive, ecc. affidate a uomini di fiducia del presidente di Eni e di Montedison; e che, con Eni e poi con Monte-dison, sono a volte indebitamente in affari, altre volte in concorrenza. Era l'epoca di bassa marea morale, per dirla con Calvino, in cui l'hanno vinta i peggiori. Ne emerge la foto di gruppo di una borghesia parassitaria, incline all'affarismo e socialmente noncurante: la borghesia più ignorante d'Europa, direbbe Pasolini. Di questa borghesia traffichina Eugenio Cefis parrebbe il paradigma, «la storia mediocre di un uomo mediocre...» scrive Fabrizio De Masi (un nome di comodo), ma dal suo libro traspare semmai la storia di un uomo che - tornando a Pasolini (e a Dostoevskij) -ha conosciuto «la grandezza sia dell'integrazione che del delitto»: la metamorfosi di un """"eroe diabolico"""" metà guardia e metà ladro, la storia di una vita legata a filo doppio ai tanti, troppi intrallazzi e misteri che hanno attraversato e attraversano questo nostro Paese. Non è tutto. Nel suo ampio saggio conclusivo Giovanni Giovannetti rende conto di ciò che l'autore di """"L'uragano Cefis"""" ha inteso tacere, raccordando l'inchiesta di De Masi alla biografia politica e morale dell'onorato presidente"""": Eugenio Cefis, quel giovane sottotenente fucilatore di partigiani e antifascisti poi diventato lui stesso partigiano e antifascista, nome di battaglia Alberto, uno tra i più preparati comandanti militari della Resistenza di area cattolico-monarchica. Dopo la Liberazione, eccolo prima all'Agip e poi all'Eni accanto a Enrico Mattei, il presidente dell'Ente petrolifero di Stato ucciso il 27 ottobre 1962 (una morte che vedrebbe Cefis coinvolto). A Mattei subentrerà proprio l'ex partigiano Alberto, chiamato a perseguire politiche industriali non sempre volte al pubblico interesse e a prefigurare mutamenti istituzionali in aperto contrasto con la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Fosse dipeso da lui oggi l'Italia sarebbe una Repubblica presidenziale, più autoritaria che autorevole, guidata dall'""""uomo forte"""" o dal tecnocrate di turno. Introduzioni di Giovanni Giovannetti e Pier Crescenzi."" -
La strada di Ilaria-Non tacere
Due testi, due voci, due sguardi, un unico obiettivo: tenere viva la memoria su uno dei casi più oscuri della storia italiana recente. ""La strada di Ilaria"""" racconta i fatti sui quali lavorava Ilaria Alpi e le ragioni della sua morte. Un caso scomodo che la giustizia italiana sta cercando di chiudere, benché sia rimasto fino a oggi senza responsabili. Traffici di armi e di rifiuti tossici, corruzione, misteri nello storico rapporto fra Somalia e Italia: una storia che deve essere raccontata. Un romanzo rigoroso nelle informazioni e poetico nelle parole, che riesce a raccontare tante storie, unite tra loro dal filo sottile, ma vero e indispensabile, della verità e del rispetto della memoria. """"Non tacere"""", un'inchiesta scritta in forma di orazione civile, ripercorre le tappe del lungo iter giudiziario con cui si è cercato di mascherare quella che è stata una vera e propria esecuzione, consumatasi il 20 marzo 1994 nel """"più crudele dei giorni"""". Ripercorrendo tutti i tentativi di insabbiamento, le contraddizioni e le connivenze che negli ultimi anni si sono susseguite sul caso Alpi, Mariangela Gritta Grainer smonta puntualmente le ipotesi di tentativo di sequestro e/o di rapina finite male e sostiene, con documenti finora inediti, la tesi dell'esecuzione. Non tacere: una scelta etica che si rintraccia sempre nei lavori di Ilaria. Per questo è stata assassinata, perché tacesse per sempre e non potesse più raccontare."" -
Un calcio alla guerra, Milan-Juve del '44 e altre storie
A settantasei anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Davide Grassi e Mauro Raimondi, da sempre interessati agli intrecci tra storia e sport, hanno unito le loro passioni per creare un libro di impegno civile. ""Un calcio alla guerra"""" narra di storie individuali e collettive che esaltano il coraggio e l’abnegazione dei molti sportivi coinvolti nell’assurdità della guerra. Vicende di persone che sono passate dal campo di calcio alla lotta per la Liberazione, in qualche caso pagando con la vita. Storie vissute in bilico tra pallone e Resistenza al nazifascismo come quelle di Bruno Neri, Giacomo Losi, Raf Vallone, Carlo Castellani, Michele Moretti, Antonio Bacchetti, Dino Ballacci, Cestmir Vycpalek, “Cartavelina” Sindelar, Erno Erbstein, Arpad Weisz, Géza Kertész, Gino Callegari, Vittorio Staccione, Edoardo Mandich, Guido Tieghi, e Alceo Lipizer, solo per citare i più celebri. Le incredibili partite giocate tra partigiani e nazisti, come quella che si disputò a Sarnano nel maceratese nel 1944, o quelle fra reclusi nei lager e i loro aguzzini, vere e proprie partite della morte, a cui si ispirò il film di John Houston, """"Fuga per la vittoria"""", passando per un episodio che pochi conoscono: il rastrellamento avvenuto dopo la partita fra Milan e Juventus del 2 luglio 1944, correlata da una accurata ricerca d’archivio. Senza trascurare i protagonisti di altri sport. Tra i tanti Alfredo Martini, partigiano che diventò commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo, il pallanuotista e rugbista, Ivo Bitetti, fra coloro che catturarono Benito Mussolini in fuga, il ciclista tedesco Albert Richter, che aiutò gli ebrei a scappare e venne impiccato, i tanti pugili costretti a combattere per la vita sul ring di Auschwitz per il divertimento dei loro kapò o che si ribellarono lottando alla guerra nazifascista, come Leone Jacovacci, Lazzaro Anticoli, Pacifico di Consiglio e Settimio Terracina. Questo libro è dedicato a tutte le persone che hanno sognato un pallone, dei guantoni, una sciabola, un paio di sci, un’auto da corsa, una piscina o una pista d’atletica insieme alla libertà. Con l’obiettivo di ricordare, per dare un calcio alla guerra."" -
Rabbia e stile. Storie di mods e degli Statuto
Nascita e sviluppo in Italia e in particolare a Torino, della scena Mod: un racconto dedicato al periodo d’oro, quello delle origini, negli anni ottanta, rivissuto attraverso l’esperienza e i ricordi di ragazzi accomunati tra loro dalla cultura modernista, con il suo epicentro nella celebre piazza Statuto. Se oggi il nostro paese può vantare una consistente scena musicale ska, questo dato non può che essere collegato di riflesso alla cosiddetta old school nata durante il revival mod del 1979, della quale gli Statuto rappresentano non solo il primo gruppo in assoluto a cantare testi in italiano, ma soprattutto rimangono la formazione più longeva in assoluto, in attività dal lontano 1983. ""Rabbia e stile. Storie di Mods e degli Statuto"""", scritto da Oskar, cantante e leader degli Statuto, ripercorre con stile corale quel periodo, mantenendo un registro diretto, epico e a tratti ironico, che ricorda i racconti ascoltati dai fratelli maggiori, che dietro una sottile aura di malinconia celano nostalgie che il tempo non cancella facilmente. Tra risse allo stadio, concerti e scontri con punk e skin, un memoir di formazione che racconta un’intera epoca, introdotta dalla lunga prefazione di Valerio Marchi, che ripercorre le radici della scena culturale mod a partire dagli anni sessanta e dallo sviluppo del Beat italiano. La seconda parte del libro racconta gli ultimi anni del gruppo con un occhio particolare all’amicizia con un grande musicista, Ezio Bosso, che face parte di una delle prime formazioni degli Statuto. Ricordi epici e commoventi di un grande e indimenticato artista."" -
Intagli rococò. Professionalità ed elaborazione del gusto negli interni del Palazzo Reale di Torino
Torino, 1720-1760 circa. Sotto la guida degli architetti Filippo Juvarra prima, e Benedetto Alfieri poi, il Palazzo Reale dei Savoia è al centro di un impegnativo programma di rinnovamento decorativo. La monumentale magnificenza seicentesca cede il passo a una progettazione attenta alla funzione degli ambienti e alla seduzione dell'ornato. I cantieri di allestimento, inaugurati da Vittorio Amedeo II per il matrimonio del figlio, sono poi ampiamente promossi dallo stesso Carlo Emanuele III, cui si deve la programmatica volontà di rimodellare quasi interamente gli interni del palazzo.È questo il contesto all'interno del quale si muove la straordinaria, quanto poco nota, attività degli intagliatori in legno nel Palazzo Reale di Torino. Sessanta artisti della decorazione - di cui emergono ora i nomi e le competenze professionali - risposero a quella richiesta di rinnovamento, attribuendo una precisa riconoscibilità alla fortunata stagione del rococò a Torino. L'incontro tra la fortunata conservazione delle decorazioni e la ricchezza dei documenti d'archivio ha indirizzato questa ricerca, consentendo di rilevare il ruolo di alcuni brillanti intagliatori nella definizione della cornice ambientale in cui si svolgeva la vita di corte. Lo spoglio delle fonti ha così sollecitato e guidato l'indagine su alcune questioni che risultano centrali per lo studio del design d'epoca moderna: attraverso quali processi si progetta e realizza un ornamento? Chi si assume la responsabilità della sua elaborazione? Che cosa significa, nel Piemonte della prima metà del Settecento, ricercare un preciso «effetto dell'intaglio ed il vero gusto» di una decorazione?